AMALIE BERLIN
La proposta del chirurgo
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Dante's Shock Proposal Harlequin Mills & Boon Medical Romance © 2017 Amalie Berlin Traduzione di Giacomo Boraschi Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2018 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Serie Bianca aprile 2018 Questo volume è stato stampato nel marzo 2018 da CPI, Barcelona HARMONY SERIE BIANCA ISSN 1122 - 5420 Periodico settimanale n. 1783 dello 06/04/2018 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 377 dello 09/02/1982 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano
1 Ormai era sicuro. Non sarebbe venuto. Dopo averla costretta ad accettare un appuntamento alla cieca, le sue colleghe non avevano nemmeno scelto un uomo abbastanza educato per presentarsi al club dove lei aveva chiesto d'incontrarlo. L'infermiera Lise Bradshaw sbirciò l'orologio per la decima volta in venti minuti, chiamò un cameriere, ordinò un mojito e finalmente guardò da un'altra parte oltre la porta che stava fissando da quando era arrivata. Non pensare a lui. Non pensare a questa storia. Al diavolo i moralisti che ignoravano che cosa significasse frequentare gli uomini nel XXI secolo e non sostenevano il suo progetto. In quel luogo nessuno sapeva dell'appuntamento mancato. E anche se qualcuno lo avesse sospettato, non la conosceva. La musica era ottima. Quella serata poteva rivelarsi un imbarazzante fallimento o la festa per cui si era fatta bella. Benché fosse sola, nessuno era 5
mai veramente solo su una pista da ballo a South Beach. Se per miracolo il suo partner si fosse deciso a comparire nel club, nel sobrio arredamento a tinte bianconere l'attillato vestito rosso di Lise sarebbe spiccato come un pugno in un occhio. Nella propria vita organizzata e tranquilla Lise lavorava, leggeva e progettava il futuro... un futuro nel quale avrebbe riavuto una famiglia. Da quando si era trasferita da Jacksonville a Miami non usciva con le colleghe e non aveva amici intimi, così non andava a ballare. Per la verità non usciva del tutto. Se... anzi, quando fosse riuscita a realizzare il suo progetto, in futuro non ci sarebbero state serate danzanti, così le conveniva approfittare della libertà finché era in tempo. Aveva accettato gli appuntamenti non perché volesse replicare il fallimentare matrimonio dei suoi genitori ma perché voleva godersi le restanti settimane senza gravidanza. Quando le fu servito il mojito, ne trangugiò la metà prima di andare sulla pista da ballo. Gli strumenti erano pronti su un palco in fondo alla sala, rivelando che più tardi ci sarebbe stata musica live. Per il momento Lise si mosse secondo le scelte del DJ. Per quanto la riguardava, avrebbe potuto replicare la stessa canzone per tutta la sera. Andò vicino al palco, chiuse gli occhi e si lasciò trasportare dalla musica. Non capì la maggior parte delle parole ma abbastanza per afferrare il significato. Permise al ritmo di spazzare via la settimana di frustrazione e di ansia, di scaldarle la pancia... o forse era il mojito. 6
Dopo tre canzoni scese il silenzio e non ne cominciò un'altra. Lise smise di oscillare e riaprì gli occhi, vedendo i musicisti che si stavano dirigendo verso il palco. Un uomo alto con un completo nero e un cappello nero incrociò il suo sguardo mentre la oltrepassava. Gli occhi neri come il completo incontrarono i suoi e Lise provò il fremito dell'attrazione ancora prima di riconoscere il loro proprietario. Quegli occhi. Lei li conosceva. Si sentì avvampare le guance, il collo, il petto. Il dottor Valentino. Benché non fosse tecnicamente il suo capo, lavorava con lui in sala operatoria con le maschere chirurgiche che coprivano tutto tranne gli occhi. Come poteva non riconoscerli? Li avrebbe riconosciuti anche se da due anni non fosse segretamente bruciata di passione per il bel dottore. Ora lui la guardò come se volesse mangiarla in un boccone. In passato non l'aveva mai guardata così. E lei aveva sempre cercato di non guardarlo così. Lavoravano insieme da tempo ma non sapeva quasi niente di lui. Era un fantastico chirurgo, incredibilmente sexy, a volte testardo. Lise conosceva perfettamente i suoi strumenti prediletti, come le tecniche operatorie. Una voce mentale la riscosse bruscamente. Smetti di fissarlo e torna al tuo tavolo, stupida. Ma i piedi rifiutarono di obbedirle e gli occhi seguirono il loro esempio. Il dottor Valentino si diresse verso il piano a un'estremità del palco. Mentre si sedeva sullo sga7
bello, incontrò ancora il suo sguardo e lei ebbe uno shock. Quello era desiderio, purissimo desiderio. Come se volesse prenderla sul posto, magari sopra il pianoforte. Com'era possibile? Aveva sempre provato quel desiderio ma gli era parso sconveniente manifestarlo all'ospedale? Era chiaro che il dottor Valentino nascondeva molte cose, come la sua abilità musicale. Come il fatto che suonasse in un gruppo e portasse fin troppo bene indumenti non ospedalieri. Chi portava un completo con gilet in un club... sempre che da qualche parte ci fosse una giacca? La vampata di calore le aveva lasciato un senso di forza e potenza sessuale, qualcosa che non provava da molto tempo. Era sicuramente un effetto del vestito rosso, una scelta felice che le aveva infuso coraggio per tutta la sera. Il suo partner non era venuto all'appuntamento. Ma chi se ne curava, quando il dottor Valentino la guardava in quel modo? Mentre si sedeva, il dottore si accigliò e socchiuse gli occhi. Un solco gli comparve in mezzo alla fronte. Prima un torrido desiderio pieno di stuzzicanti promesse, adesso... Le occorse un momento per decifrare l'espressione e le farfalline che le svolazzavano nella pancia precedettero la sua mente... mentre un pensiero le mozzava il respiro per un motivo completamente diverso. L'aveva riconosciuta solo quando si era seduto. Probabilmente lei lo aveva guardato esattamente 8
come cercava di non fare da due anni... in modo suggestivo, con un'evidente apprezzamento del suo sguardo bramoso. Ma lui l'aveva riconosciuta soltanto ora. Il dottor Valentino non le aveva mai parlato molto, a parte gli ordini e i riassunti dei casi clinici, così Lise aveva imparato a leggere i suoi occhi... spesso l'unica parte del viso che poteva vedere. Se un paziente l'avesse guardata in quel modo, si sarebbe aspettata il peggio. Le farfalline nella pancia avevano decisamente bisogno di un altro mojito. Se le leggi della fisica non erano cambiate, tornando al proprio tavolo per farsi servire un secondo bicchiere di liquore si sarebbe allontanata abbastanza dal cerchio luminoso intorno al palco perché lui non potesse più vederla. E soprattutto non potesse notare che il colore del suo viso ora rivaleggiava con quello del vestito. Lise tolse il cellulare dalla minuscola borsetta che portava a tracolla e lo depose sul tavolo mentre cominciava la musica. Ben presto si ritrovò in mano un altro mojito. Avendo qualcosa da fare, riuscì a concentrarsi sulla musica senza chiedersi il significato del solco che era comparso in mezzo alla fronte del dottor Valentino. La musica suonata prima che il gruppo salisse sul palco era moderna... pop latino e canzoni ispaniche. Ma l'orchestra suonava una musica diversa e le occorse un momento per riconoscerla come un jazz indiavolato che si riversava dagli altoparlanti invadendo la sala. Considerò l'idea di andarsene. Se fosse fuggita, 9
gli avrebbe concesso tre giorni per dimenticare prima della consueta operazione di lunedì mattina. Ma Jefferson poteva ancora arrivare. C'era il caso che fosse rimasto bloccato in un ingorgo stradale o avesse dimenticato l'ora dell'appuntamento. Un terribile incidente lo avrebbe scusato per non avere mandato un messaggio. Se avesse lasciato il club, vista la sua fortuna di quel giorno lui poteva arrivare e lei avrebbe dovuto rivedere il proprio programma invece di escludere ufficialmente quel terzo appuntamento dalla lista di cose da fare senza ritardare ulteriormente il suo progetto. Il gruppo doveva esercitarsi ogni giorno o forse i suoi membri suonavano insieme da anni. Gli arrangiamenti davano a ogni strumento la possibilità di brillare. E nonostante la personalità autoritaria che sfoggiava quando trattava con lei, il dottor Valentino non dava l'impressione di dominare il gruppo come dominava tutto il resto. Oltre un'ora dopo, quando l'orchestra smise di suonare, Lise si era quasi convinta che lui si fosse accigliato soltanto perché una collega aveva guardato in quel modo. Non potevano esserci altre spiegazioni. Lei non aveva fatto niente per irritarlo. Quell'uomo poteva guardarla con inequivocabile desiderio e poi risentirsi perché lei lo aveva ricambiato? No... doveva trattarsi di costernazione per un errore di persona. Se lei voleva mentire, avrebbe potuto asserire di non averlo riconosciuto. Ora sentiva di poter mentire senza difficoltà ... grazie a un vestito sexy e ai mojito mischiati con il suo desiderio. La facevano 10
reagire in modo insolito e lei doveva affrontare la realtà . Non doveva cedere all'istinto. Non voleva diventare come i suoi genitori. Come le luci furono attenuate alla fine del pezzo, lui incontrò di nuovo il suo sguardo e Lise fece la sola cosa che le venne in mente: alzò il bicchiere ormai vuoto nell'accenno di un brindisi. Il dottor Valentino si alzò senza più ombra del cipiglio di poco prima, scese dal palco e puntò diritto verso di lei. «Un altro drink, Bradshaw?» L'aveva chiamata per cognome. Molto bene, come al lavoro. «Non l'ho ordinato ma potrei anche prenderlo. Quando le ho fatto il brindisi, non mi ero accorta che il bicchiere fosse vuoto, dottor...» «Chiamami Dante» la interruppe lui mentre si sedeva e faceva un cenno al cameriere. Dopo avere ordinato due mojito, si concentrò su di lei. «Qui sono Dante.» «Dante...» ripeté lei, ma la sua lingua faticò a pronunciare la parola. Chiamarlo per nome le sembrava pericoloso come se stesse infrangendo ogni regola. «Grazie per il mojito, Dante.» Lui chinò leggermente la testa. «È soltanto un drink» osservò. Avrebbe voluto aggiungere qualcosa ma in quel momento il cellulare di Lise cominciò a ronzare. Lui lo estrasse e controllò il quadrante. Un messaggio. Di Jefferson. «Hai l'abitudine di rispondere al cellulare degli altri?» domandò lei un po' risentita. 11
Mentre parlava, si sporse un poco sul tavolino e lui non poté fare a meno di abbassare lo sguardo sulla sua stupefacente scollatura. «Sì, quando gli altri vengono nel mio club senza essere annunciati in una sera in cui suono. Hai scattato foto?» Non riconoscendo il nome Jefferson, non aveva aperto subito il messaggio, ma ora tornò a guardare il quadrante e cercò le foto. «Il tuo club?» chiese lei, poi afferrò il significato della domanda e si accigliò. «No, non ho scattato nessuna foto.» Quindi schioccò le dita e tese il palmo per ricevere il telefono. Senza darsi per inteso, lui iniziò a controllare le foto. Vide una quantità di tramonti sull'oceano e la foto di una nursery con una graziosa tappezzeria gialla. Bambini? Ma nessuna foto di se stesso. «Perché avrei dovuto fotografarti? Rendimi il telefono, Dante.» La frustrazione o forse i mojito le fecero praticamente cantare il suo nome in un modo che lui non aveva più sentito dai tempi del liceo. Irritato. Un po' troppo marcato. Sarcastico. Lo ignorò ma dovette ricordarsi con chi stava parlando... la migliore infermiera chirurgica con cui avesse mai lavorato. Non con una persona abituata a... be', mostrare le proprie emozioni. «Non mi va di mischiare la vita professionale con quella privata. Nessuno sa dell'Inferno, il mio club, e voglio che la situazione non cambi. Se sei 12
venuta qui per caso, non parlarne con nessuno al Buena Vista.» «Non dirò a nessuno che suoni in un gruppo di ragazzi. Ho capito.» Gruppo di ragazzi. Pur avendo cercato d'intimidirla, lui non poté trattenere una risata. Al lavoro Bradshaw era sempre calma e professionale. La sua versione irritata e spiritosa non avrebbe dovuto stuzzicarlo. «In ogni caso sai bene che non ho l'abitudine di spettegolare» aggiunse lei. Il suo sguardo un po' offuscato non lo convinse. Quanti drink aveva preso? Il messaggio. Se aveva scritto a qualcuno... Dante riprese il telefono e lesse il messaggio. «Chi è Jefferson?» Lise, mi hanno parlato molto bene di te ed è per questo che ho accettato l'appuntamento. Ma ho cambiato idea. Mi sembra ingiusto illuderti, dato che non ho una passione particolare per le Taglie Forti. Un nome sconosciuto, un messaggio francamente orribile... sì, lei gli aveva detto la verità . Era venuta al club per caso. «Non ha importanza» rispose Lise, ma tese nuovamente la mano per ricevere il telefono. Lui toccò la minuscola freccia per togliere il messaggio dal quadrante e le rese il cellulare. «Sai una cosa? Con me non hai bisogno di ripetere.» Non per niente era la sua infermiera preferita. Se 13
l'era aggiudicata per le operazioni più difficili, il lunedì e il martedì. Aveva perfino corrotto un altro chirurgo per averla martedì. Con Bradshaw gli sembrava di avere un altro chirurgo al proprio fianco. Prevedeva le sue necessità . Gli sembrava impossibile che quella donna sexy e sarcastica fosse la stessa persona. Anche quando lei tacque e l'imbarazzo cancellò la spavalderia dal suo viso. «Non è venuto all'appuntamento?» chiese Dante con il tono più gentile che avesse usato fino a quel momento. «Doveva essere qui un'ora fa ma sembra che si sia ritirato dopo avermi fatto aspettare più di un'ora, così non l'ho incontrato e non mi sono innamorata perdutamente... perché non gli piacciono le taglie Forti. Con F maiuscola.» Come se lui non avesse già letto il messaggio. Forti con F maiuscola. Sì, doveva farle male. I mojito furono serviti e lei bevve un lungo sorso. Lui la imitò, per una volta scoprendosi a corto di parole. Piantata da un uomo che non aveva mai incontrato? E lei aveva indossato quel vestito? Probabilmente aveva pensato d'impressionarlo. Lei bevve un altro sorso e sbirciò di nuovo la pista da ballo. «Fanno dei mojito fantastici.» Imbarazzata. Parlava soltanto per rompere il silenzio. «Assumo sempre i migliori.» Dante tentò di nuovo. «Perché volevi incontrare uno sconosciuto vestita in quel modo?» «Non hai sentito i pettegolezzi?» domandò lei, quindi si sporse avanti e appoggiò i gomiti sul ta14
volino. «Mi meraviglio. Ormai la gente mi fa la predica ogni giorno.» «No, non li ascolto» rispose lui. «E questo mi facilita la vita.» Se non altro lo aiutava a tenere separati i suoi due mondi. «Di quali pettegolezzi stai parlando?» «Le infermiere più insistenti dell'Otto Blu mi hanno combinato cinque appuntamenti alla cieca.» L'unità neurologica al Buena Vista. La loro unità . «Nessuno mi è parso entusiasmante. I primi due erano incapaci di conversare. E adesso quel cafone. Non m'importa che non sia venuto, lo conto come il numero tre. E le infermiere mi hanno combinato altri due appuntamenti. Non è colpa mia se non sanno scegliere.» «Perché si sono concentrate su di te?» La domanda che aveva temuto. Le era parsa una trappola tutte le volte che qualcuno gliela rivolgeva. «Perché ho deciso di avere un figlio e tutte sono inorridite perché voglio rivolgermi a una banca di sperma. Ritengono che abbia rinunciato all'amore e che non voglia aspettare la mia anima gemella.» Alzò gli occhi al cielo e tornò a guardare la pista da ballo. «Capisco» mormorò lui. Lo disse come se fosse d'accordo. Lei tornò a guardarlo e la sua espressione non le parve giudicante. «Per questo nel tuo cellulare ci sono le foto della stanza di un bambino?» «Può darsi...» «Sembra che tu abbia avuto una cattiva serata, Bradshaw» osservò lui Appoggiò i gomiti sul tavolino come se fossero 15
amici che parlavano intimamente. Certamente non come se volesse baciarla. Quella sarebbe stata una mossa del suo Dante immaginario. Così Lise tornò ad appoggiarsi allo schienale della sedia. «Lise. Se devo chiamarti Dante, ti prego di chiamami Lise.» Prima Dante non aveva scartato la nozione che lei fosse sovrappeso. E adesso disprezzava il suo Manifesto della Maternità e l'adorabile stanza per il bambino? Basta così. Non avrebbe dovuto stare seduta con lui senza fingersi offesa dall'abietta diserzione di Jefferson seguita dall'ancora più offensivo messaggio. Quello non era l'ospedale ma un club. Il dottor Valentino non era nemmeno là , probabilmente stava salvando vite da qualche parte. Quel Dante pianista e proprietario di un club non le piaceva per niente. «La serata diventa sempre meno interessante. Se cerchi di peggiorarla facendomi la predica anche tu, puoi... chiudere il becco! Perché sei sgarbato e stavo per dirti che la tua musica è meravigliosa. Ma adesso non te lo dirò! A proposito...» Lise agitò l'indice mentre Dante apriva la bocca per parlare, alzando la voce per farsi sentire sopra la musica, «se una donna dice che qualcuno l'ha definita Robusta, Grassa o anche Giunonica o Abbondante mentre non lo è affatto, un gentleman dovrebbe assicurarle che la persona in questione delira. E anche se la donna è veramente una balena, un gentleman osserva che l'altra persona è maleducata. Il fatto che tu non abbia detto una parola significa che anche tu mi consideri una Taglia Forte, 16
tutto in lettere maiuscole. Così... buona serata, Dante.» Un'altra canzone si riversò dagli altoparlanti con perfetta scelta di tempo. Lise prese la borsetta, se la mise a tracolla e con in mano il mojito si diresse verso la pista da ballo. Aveva fatto soltanto un passo sulle lustre mattonelle del pavimento quando una grande mano le prese il polso libero, arrestando la sua fuga. «Non sei una Taglia Forte, Lise. Però all'ospedale ti nascondi sotto camici troppo larghi.» Lise non lo guardò ma lui le aveva parlato sopra la spalla, così vicino all'orecchio che le diede la pelle d'oca. Pensò a Sandy, l'infermiera che aveva scelto Jefferson. Doveva essere stata lei a etichettarla come Taglia Forte. «Sono semplicemente camici. E casomai non lo avessi notato, sono soltanto un po' sovrappeso.» Lise si volse a guardarlo e questo gli diede la possibilità di prendere il suo mojito e scolarlo in un sorso prima di deporre il bicchiere sul vassoio di una cameriera di passaggio. Dante aveva bevuto il suo mojito. Che cosa si diceva quando il mojito ti veniva strappato dalla mano? Continua a parlare. Oppure resta muta e proclama non sono abbastanza spiritosa per continuare questa insana conversazione. Qualunque cosa che le impedisse di fissare la sua bocca e abbandonarsi alle fantasie erotiche che quella bocca avrebbe sicuramente saputo realizzare... se lui si fosse prestato. 17
1783 - La proposta del chirurgo di A. Berlin L'infermiera di Neurochirurgia Lise non ha mai voluto un uomo al proprio fianco, ma l'incontro con il dottor Dante Valentino in un nightclub di Miami fa vacillare i suoi buoni propositi. L'innegabile elettricità fra loro consente a Lise di scoprire di avere bisogno di nuovi ed eccitanti stimoli... DOTTORI A MIAMI 1784 - Una trasgressione col capo di S. MacKay La vita di Tamara era perfetta finché il suo ex fidanzato ha deciso di distruggerla pubblicamente. Da quel momento Tamara ha tenuto lontani gli uomini, concentrandosi soltanto sui propri pazienti. Ma una notte infuocata in compagnia del suo capo, il dottor Conor, ha capovolto il suo mondo. Ancora una volta. 1785 - Una famiglia per l'infermiera di J. Taylor La speranza del dottor Elliot di ricominciare una nuova vita nelle Dales svanisce quando incontra l’esuberante infermiera Polly. Elliot non ha più provato attrazione per nessuna donna da quando la ex moglie lo ha lasciato, ma l'iniziale ostilità nei confronti dell'attraente infermiera si trasforma presto in passione. 1786 - Le ragioni del cuore di J. Lynn Charlie: Ho realizzato che tenevo troppo a Savannah quando ho avuto la tentazione di rifiutare quella promozione per restare con lei. Spaventato, ho fatto i bagagli e me ne sono andato. Non sapevo che lei aspettasse nostro figlio. E anche adesso che l'ho scoperto, sono ancora convinto di aver preso la decisione giusta.
Dal 19 maggio
1787 - Scintille in reparto di C. Marinelli Mentre lottano fianco a fianco per salvare il Paddington Children Hospital, il paramedico Victoria e il dottor Dominic non perdono occasione di stuzzicarsi l'uno con l'altro. Finché una sera scoprono un nuovo modo per allentare la tensione... PADDINGTON CHILDREN HOSPITAL 1788 - Ritorno al presente di J. Lynn Un appuntamento con il passato! Quando l'infermiera Emily Stewart aveva accettato di mettersi in gioco, partecipando a un evento di beneficienza, non immaginava che Lucas Cain, il suo nuovo capo, nonché ex-marito, fosse disposto a offrire una fortuna pur di accaparrarsi una serata con lei. 1789 - Il principe chirurgo di A. Ruttan L'infermiera Shay non ha mai creduto nell'amore. Figlia di un padre che non l'ha mai amata, Shay sa che per lei il lieto fine non esiste. Così, quando durante un convegno trascorre una notte di passione con il dottor Dante, è sicura che questo rimarrà per lei solo un dolce ricordo. PRINCIPI E DOTTORI 1790 - Un amore inatteso di C. Anderson Sam: Diventerò padre! Non riesco quasi a crederci... Certo, all'inizio l'idea di avere un figlio mi ha paralizzato, ma quando ho visto che Kate era ancora più terrorizzata di me, ho deciso di prendere il controllo della situazione. Devo convincerla a offrire a questa famiglia una possibilità .
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