BRONWYN SCOTT
La scommessa del destino
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: A Wager to Tempt the Runaway Harlequin Mills & Boon Historical Romance © 2021 Nikki Poppen Traduzione di Federica Isola Pellegrini Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2021 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici ottobre 2021 Questo volume è stato stampato nel settembre 2021 da CPI Black Print, Spagna, utilizzando elettricità rinnovabile al 100% I GRANDI ROMANZI STORICI ISSN 1122 - 5410 Periodico settimanale n. 1276 dello 02/10/2021 Direttore responsabile: Sabrina Annoni Registrazione Tribunale di Milano n. 75 dello 01/02/1992 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distribuzione canale Edicole Italia: m-dis Distribuzione Media S.p.A. Via Carlo Cazzaniga, 19 - 20132 Milano HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano
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Seasalter, Kent Il sortilegio tessuto dalla notte e una sorta di follia la pervadevano, procurandole l'eccitante senso di euforia causato da una missione compiuta, e nientemeno sotto la luna piena! Josefina rovesciò la testa all'indietro e lanciò un urlo di trionfo alla luna mentre le ultime casse venivano scaricate dalle barche sulla spiaggia dell'appartata Shucker's Cove. Padraig O'Malley, il capo dell'operazione, scoppiò in una risata e le gettò una borsa. «Acchiappatela al volo, Josefina.» Lei afferrò la piccola borsa di cuoio consunto e se la fece saltellare sul palmo della mano con un'espressione gioiosa. Una persona non poteva mai avere troppo denaro. Un anno trascorso sulla strada, eseguendo dipinti da una città all'altra, glielo aveva insegnato. Valutò il peso delle monete che si trovavano all'interno. Era sufficiente. La borsa ne conteneva a sufficienza da costituire una notevole aggiunta alla somma che aveva nascosto sotto il materasso del suo letto alla scuola d'arte. «Ebbene, Fina, è sufficiente? Desiderate contare le 5
monete di fronte a me?» Padraig l'Irlandese rise nel vederla valutare la ricompensa che aveva ricevuto. La circondò con un braccio in un gesto casuale e mandò giù una sorsata dalla sua fiaschetta. Aveva il morale alle stelle. Il carico era giunto a destinazione e l'operazione di contrabbando si era svolta senza problemi. «Guardate gli altri ragazzi, Fina. Accettano la loro paga senza discutere.» «Be', io non sono uno dei ragazzi, non è vero?» Josefina scosse la testa per gettarsi i capelli dietro le spalle, un gesto civettuolo. Padraig era il capo della banda di contrabbandieri di Seasalter. Era lui a decidere quali carichi accettare e quando. Decideva altresì quando dovevano disperdersi, quali merci dovevano essere vendute e chi doveva ricevere una parte del bottino. Conveniva mostrarsi amichevoli con lui. «No, non lo siete, infatti.» Lui le passò la fiaschetta e lei mandò giù una lunga sorsata. «Benché siate in grado di bere quanto loro.» Josefina gli restituì la fiasca, premendogliela contro il possente torace. Padraig era tutto muscoli, un uomo corpulento. «Vi piace questa mia capacità» scherzò, allontanandosi da lui. Sapeva che c'erano molte altre cose che gli piacevano di lei. Era preferibile tenerlo a prudente distanza quando era inebriato dall'alcol e dal successo. Nelle notti come quella gli uomini di quel tipo si illudevano di essere i padroni del mondo e di tutto ciò che conteneva. Lei sapeva come tenerli a bada, anche se preferiva evitare di farlo. Josefina sgattaiolò via nella notte, mescolandosi ai membri della ciurma che si stavano disperdendo. «Buonanotte, Charlie. Buonanotte, Thomas. Buonanotte, Ned» gridò finché non fu scomparsa alla vista, finché non si ritrovò sola sulla Faversham Road, la 6
strada che conduceva alla scuola d'arte, nella quale il suo letto la stava aspettando. Avrebbe avuto una stanza tutta per sé e tre pasti caldi al giorno fino a maggio, e l'unica cosa che doveva fare era eseguire un dipinto. Si fece saltellare ancora una volta la piccola borsa sul palmo della mano, ascoltando il tintinnio delle monete. Com'era soddisfacente possedere del denaro, avere un tetto sopra la testa e del cibo per l'inverno, tutte cose che si era procurata grazie alle sue capacità. E quanto diverso. L'esistenza che conduceva attualmente non era quella che aveva conosciuto anni addietro. Era più semplice, più libera. Era padrona di se stessa. Andava dove voleva e vi si tratteneva finché voleva. Mangiava, beveva, dipingeva ciò che desiderava. Vedeva il mondo in tutta la sua cruda bellezza, non la versione indorata in cui era cresciuta. Aveva ventiquattro anni, non era più una bambina. Nessuno le diceva cosa doveva fare, benché ci fossero state molte persone in passato che avevano tentato e che tentavano ancora di farlo. Uomini come il Signor Bartolli. Solo che nessuno di loro sapeva dove si trovava. Le piaceva quello stile di vita. Le era piaciuto tanto da abbandonare il lusso della casa del padre e tutte le comodità che le avevano procurato la sua fama e la sua ricchezza. Il suo decesso l'aveva liberata e lei era fuggita nel medesimo istante in cui la porta della gabbia si era aperta. Se c'era una cosa che aveva imparato dalla vita del genitore era che le gabbie dorate erano pur sempre delle gabbie. Lui aveva trascorso i suoi anni migliori a prostrarsi di fronte ai suoi mecenati, dipingendo ciò che loro desideravano per diventare un uomo celebre e facoltoso. Aveva vissuto dove vivevano loro. Non aveva potuto viaggiare come aveva 7
desiderato, non aveva mai visto i posti che aveva sognato: le piramidi d'Egitto, le isole tropicali dei Caraibi, gli indigeni delle Americhe... Ma lei lo avrebbe fatto. Avrebbe visto tutto, dipinto tutto per lui. Come gli aveva promesso prima che spirasse. Josefina alzò lo sguardo sulle stelle, immaginando che il padre la stesse osservando dal cielo. Cosa avrebbe pensato se avesse davvero potuto vederla adesso? Avrebbe approvato la sua decisione di scomparire, di afferrare e plasmare il proprio destino? Sarebbe rimasto sbigottito se avesse visto che lei aveva rinunciato al lusso che lui si era tanto adoperato per procurarle, per scegliere la vita di una girovaga, percorrendo le strade sporche di un luogo isolato come Seasalter a mezzanotte, tutto il denaro che possedeva stretto in una mano? Si augurava di no. Sperava che lui avrebbe compreso la sua scelta. Aveva deciso di mantenere la promessa che aveva fatto a lui e a se stessa. Non sarebbe mai tornata indietro, anche se questo significava avere meno abiti da indossare e nemmeno uno elegante, come quelli che aveva lasciato nel suo armadio. Anche se significava essere costretta a contare i penny e unirsi a bande di contrabbandieri, passando da un'avventura all'altra, da un posto all'altro. Si rifiutava di essere la figlia viziata o la moglie di un uomo danaroso, una principessa rinchiusa in una torre. Voleva essere libera. Questo era ciò che si diceva nell'oscurità della notte, quando veniva assalita dai dubbi. Voleva essere libera. La libertà era quello che aveva scelto. Il guaio era che da un certo tempo non sembrava più sufficiente. Aveva un rifugio, del cibo, la possibilità di guadagnare del denaro. In cambio, a maggio, sarebbe stata libera di andarsene, libera di recarsi nelle Ame8
riche. Aveva tutto ciò che desiderava. Che altro poteva chiedere? Aveva abbastanza. Più che abbastanza. Aveva visto abbastanza. Quella piccola sciocca si illudeva di poter commettere un crimine ai danni della Corona e tornarsene a casa da sola a mezzanotte. A Owen Gann non occorreva un cannocchiale per vedere la stupidità di un simile comportamento, neppure dalla distanza dell'altana che sormontava la sua casa di Seasalter, situata lungo la costa paludosa del Kent. Quella sera si trovava sull'altana per sorvegliare discretamente la spiaggia mentre gli uomini di Padraig O'Malley scaricavano le loro merci mensili, il cannocchiale riposto come sempre nella tasca del suo pastrano. Non che disapprovasse il contrabbando. Essendo nato e cresciuto a Seasalter, comprendeva che per molti uomini era necessario per arrivare alla fine del mese. Era stato uno di loro, una volta. Adesso preferiva guadagnare il denaro onestamente, alla luce del giorno e senza temere le ripercussioni di un atto criminoso. In apparenza, quella non era che una delle molte differenze fa lui e lei. Lui era pieno di prudenza e di riserbo. Lei non possedeva nessuna delle due cose. Proveniente dalla cala, la sua risata gli giunse all'orecchio, dimostrando che era del tutto priva della benché minima traccia di cautela e di paura. Il chiaro di luna delineava il suo profilo, la testa rovesciata all'indietro, la sagoma esile e scura con indosso delle brache che facevano apparire seducente la sua figura perfino da quella distanza, la sua identità, inconfondibile alla luce della luna: Josefina Ricci, la protetta italiana della pittrice più famosa di Seasalter, Artemisia Stansfield, Lady St. Helier. 9
Maledizione e stramaledizione! Lei era l'ultima persona che avrebbe dovuto trovarsi sulla spiaggia quella notte, impegnata in traffici illegali sotto una luna piena che consentiva a chiunque di vederla, agenti delle imposte e ufficiali di equitazione compresi. Josefina Ricci amava il brivido di eccitazione causato dal rischio, era apparso chiaro fin dall'inizio. Owen, tuttavia, non aveva immaginato che si sarebbe spinta così oltre, al punto da commettere un reato. Benché lui fosse in grado di comprendere la necessità del contrabbando, la Corona non era altrettanto comprensiva. Si infilò la mano in tasca per prelevare il cannocchiale e osservò ancora una volta la spiaggia per accertarsi che i contrabbandieri non fossero in pericolo. La cala era nascosta e non c'erano agenti delle imposte al momento in quella parte del Kent. Sapeva che gli informatori dei contrabbandieri avevano riferito loro che non dovevano aspettarsi dei problemi, ma la prudenza non era mai troppa. Qualcuno doveva prendersi cura di Josefina, se lei si rifiutava di temere per la propria incolumità. Quella persona non sarebbe stata Padraig O'Malley, che era noto per il suo coraggio, sebbene Owen non lo avrebbe definito coraggio, bensì incoscienza. Alzò lo sguardo sul cielo e imprecò di nuovo. O'Malley non avrebbe dovuto essere così sciocco. La notte era troppo chiara per chiunque non fosse tra i più intrepidi contrabbandieri o i più disperati. Dato che era gennaio e il mare burrascoso, la banda di Seasalter rientrava indubbiamente in quell'ultima categoria. L'inverno era lungo per i contrabbandieri, il Canale troppo rischioso, le tempeste infuriavano per mesi, privando le famiglie di Seasalter di 10
una delle loro due principali fonti di reddito. L'altra erano le ostriche. Benché le ostriche potessero essere raccolte anche in gennaio, se il mare collaborava, la mancanza del reddito che procurava loro la vendita di merci illegali creava dei lunghi periodi di difficoltà, interrotti unicamente dal ricevimento natalizio della scuola d'arte e dal Ballo delle ostriche che lui dava in febbraio, per procurare alla gente una gaiezza che le avrebbe consentito di superare l'ultima parte dell'inverno. Accertatosi che la spiaggia era sicura, Owen ripose il cannocchiale. Comunque, il fatto che la spiaggia fosse o meno sicura non modificava la sua opinione. L'operazione di quella notte era stata troppo pericolosa, ma del resto lui poteva permettersi il lusso di avere una simile opinione. O'Malley non lo aveva. Ricordò l'epoca in cui neppure lui aveva avuto quel lusso, i lunghi inverni della sua infanzia durante i quali la sua famiglia aveva a stento tirato avanti grazie alla raccolta delle ostriche fuori stagione, da ottobre ad aprile, incrementando lo scarso ricavato con il contrabbando e talvolta la pesca, e poi gli anni in cui il mantenimento dei familiari era ricaduto sulle sue giovani spalle. All'epoca, la fratellanza dei contrabbandieri aveva costituito la salvezza per loro. Non avrebbe voltato loro le spalle ora che possedeva un ingente patrimonio e non aveva più bisogno dei loro servigi. Loro lo avevano aiutato e lui intendeva aiutare loro. Gli uomini che si trovavano sulla spiaggia quella notte potevano non avere una possibilità di scelta, ma lei l'aveva. Gli sarebbe piaciuto sapere come fosse venuto in mente a Josefina Ricci di ululare alla luna, un atto sconsiderato quanto la stessa operazione di contrab11
bando. E il fatto di vederla fare una cosa del genere suscitava in lui delle sensazioni dimenticate da tempo, tanto profonde da filtrargli nelle ossa. Anche se si rifiutava di ammetterlo. Benché una parte di lui fosse furiosa a causa dell'imprudenza che Josefina Ricci aveva dimostrato unendosi a Padraig O'Malley – come aveva osato correre un simile rischio dopo tutto ciò che Artemisia aveva fatto per lei? – un'altra parte ne gioiva, anche se con una certa circospezione. La stessa parte di lui che aveva preso l'abitudine di salire sull'altana con il suo cannocchiale le notti in cui avevano luogo le operazioni di contrabbando. Amava ripetersi che lo faceva perché era in debito nei confronti dei contrabbandieri, perché aveva uno spericolato fratello minore che per poco non aveva perduto. Tuttavia, sospettava che la sua sempre più intensa vigilanza fosse dovuta anche ad altri motivi. Josefina gli ricordava suo fratello, Simon. Era anche lei uno spirito libero, una ventata di aria fresca ogniqualvolta entrava in una stanza. Al pari di Simon, era sconsiderata. Non poteva farne a meno. La sventatezza era una componente integrante della sua personalità. Perfino le circostanze che avevano causato il suo arrivo erano state avventate, il risultato di una scommessa che Artemisia Stansfield aveva fatto con il suo bisbetico avversario, Sir Aldred Gray, sul talento delle donne quando si trattava di dipingere. Si diceva che Artemisia e sua sorella Adelaide avessero scelto a caso Josefina fra gli artisti di strada del Covent Garden per restituirle una dignità, redimerla e vendicarsi dopo che Sir Aldred aveva affermato che una donna non sarebbe mai riuscita a dipingere con l'abilità di un uomo e che, senza dubbio, una donna sarebbe stata incapace di insegnare a un'altra a 12
usare i pennelli come avrebbe potuto fare un uomo. Quella dichiarazione aveva costituito un insulto all'accademia di Artemisia e lei aveva reagito all'istante, scommettendo che sarebbe riuscita a prelevare un'artista girovaga dal mercato e a trasformarla in una pittrice in grado di vincere un premio alla mostra primaverile delle Royal Academy. Sebbene fossero in gioco cento sterline, Owen dubitava che si trattasse di una questione di denaro, ma piuttosto di orgoglio e reputazione. Tuttavia, osservando Josefina quella sera, si chiese se Artemisia non avesse finito per imbarcarsi in un'impresa superiore alle sue forze. Sapeva che la sua nuova protetta faceva parte della banda di contrabbandieri di Padraig O'Malley? Forse, ripensandoci, non avrebbe dovuto essere così stupito. I segni della sventatezza erano stati evidenti fin dal giorno del suo arrivo. La prima volta in cui l'aveva vista era stato al ricevimento offerto dalla scuola per dare il benvenuto alle allieve rientrate dalle vacanze natalizie. Lei era stata una vera e propria scintilla, l'anima della festa. Dovunque lui avesse posato lo sguardo, Josefina era stata lì, il rosso dell'abito che indossava che non abbandonava mai il suo campo visivo, il suono squillante della risata della giovane che gli giungeva all'orecchio attraverso la miriade di conversazioni. Aveva eseguito con lei due danze campestri, dopo che i mobili erano stati spinti contro le pareti e il tappeto arrotolato. Era stata una ridente, vivida fiamma quella sera, una fiamma che aveva dato fuoco a tutto ciò che aveva incontrato sul suo cammino, e lo aveva fatto ogni giorno da allora. Correva voce che avesse bevuto senza freni a una riunione che aveva avuto luogo al 13
Crown, l'unica locanda di Seasalter, dopo il successo di un'operazione di contrabbando, che avesse danzato sui tavoli con Padraig O'Malley, e perfino che gli avesse permesso di baciarla. Si era trattato di un bacio pubblico, accompagnato da fragorose risate, niente di cui un uomo avrebbe dovuto essere geloso, e che nondimeno lo aveva irritato. Avrebbe voluto essere lui a danzare con lei sui tavoli scheggiati della locanda, lui a dividere con lei una fiaschetta di liquore a buon mercato, lui a baciarla a mezzanotte. Sapeva che era assurdo da parte sua, ma era così. Era geloso. Con ogni probabilità, aveva dieci anni più di lei, non aveva l'abitudine di bere direttamente da una fiaschetta né di correre rischi sotto la luna piena. A volte, però, quando la luna era piena come quella notte e il peso dei suoi fardelli lo schiacciava, desiderava poterlo fare. Come sarebbe stato essere di nuovo così giovane? Così libero? Non avere nessuno che dipendesse da lui? Andare dove voleva e quando lo voleva? Ululare alla luna senza curarsi di ciò che potevano pensare gli altri? Era più vicino ai quaranta che ai trent'anni; dirigeva un impero che inviava le ostriche a Londra e alla corte degli Asburgo; possedeva una serie di stabilimenti che provvedevano a imballare e spedire le ostriche lungo la costa del Kent: a Seasalter, a Whitstable, a Haversham. Aveva fatto molta strada da quando era stato un ragazzo che si era unito ai contrabbandieri a quindici anni in modo da poter comprare le medicine per la madre ammalata, che aveva pescato le ostriche dai banchi dei Gann a sedici insieme al padre, e che si era assunto la responsabilità di allevare il fratello a diciassette, quando il genitore era mancato. Aveva tra14
scorso gli anni dai venti ai trenta a realizzare le opportunità che vedeva attorno a sé, aggiungendo un altro anello alla pesante catena di responsabilità che già gli gravava sulle spalle. Non era più Owen Gann, l'Ostricoltore, ma Owen Gann, il Re delle Ostriche di Seasalter e di tutto il Kent, un titolo che aveva lavorato duramente tutta la vita per ottenere, in modo che nessuna delle persone affidate alle sue cure dovesse mai più soffrire per la mancanza di denaro, come aveva sofferto sua madre. Tuttavia, perfino gli scopi più nobili avevano uno scotto da pagare. Quello scopo gli era costato caro, un prezzo che gli balzava alla mente ogni volta in cui guardava Josefina Ricci, e il sangue cominciava a cantargli nelle vene e una struggente nostalgia iniziava a pervaderlo. Non desiderava che il passato si ripetesse, ma che il futuro fosse diverso, meno scartoffie e più... qualche altra cosa. Qualcosa a cui non era in grado di dare un nome, qualcosa che la spericolata Josefina Ricci era arrivata a rappresentare. Una nuvola oscurò la luna, impedendogli di scorgere i contrabbandieri sulla spiaggia sottostante e rendendo meno vivida la fiamma costituita da Josefina mentre lei imboccava la strada che conduceva alla scuola d'arte a più di due miglia di distanza. Owen rimase ancora sull'altana per alcuni minuti, valutando le sue alternative, pur essendo già sicuro della conclusione a cui sarebbe arrivato. Non avrebbe avuto pace finché la protetta di Artemisia fosse stata fuori nella notte. Avrebbe dovuto lavorare. Aveva in corso un enorme investimento che avrebbe completato un progetto di acquisizioni verticali che aveva impiegato anni ad attuare, ma non avrebbe aggiunto una riga ai suoi registri finché lei non fosse stata a casa sana e salva. 15
Altrimenti, non sarebbe mai riuscito a convivere con la propria coscienza. Owen girò sui tacchi e scese le scale. Se si fosse affrettato, sarebbe riuscito a intercettarla al bivio della strada per Faversham. I suoi registri sarebbero stati in grado di sopravvivere una notte senza di lui. La contabilità serale era ciò che facevano gli uomini facoltosi. Contavano il loro denaro e poi escogitavano dei sistemi per accrescere il loro patrimonio. Lui avrebbe voluto che quella prospettiva lo entusiasmasse come lo aveva entusiasmato una volta. Forse, però, a un certo punto un uomo ne aveva abbastanza e poteva darsi che lui avesse raggiunto quel punto.
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