Marguerite Kaye LA SECONDA VITA DI LADY ARMSTRONG
Immagine di sfondo in copertina: Anna Krivitskaya/Shutterstock Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Lady Armstrong's Scandalous Awakening Harlequin Historical © 2022 Marguerite Kaye Traduzione di Elisabetta Elefante Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises ULC. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2022 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici luglio 2022 Questo volume è stato stampato nel giugno 2022 da CPI Black Print, Spagna, utilizzando elettricità rinnovabile al 100% I GRANDI ROMANZI STORICI ISSN 1122 - 5410 Periodico settimanale n. 1314 del 16/07/2022 Direttore responsabile: Sabrina Annoni Registrazione Tribunale di Milano n. 75 dello 01/02/1992 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distribuzione canale Edicole Italia: m-dis Distribuzione Media S.p.A. Via Carlo Cazzaniga, 19 - 20132 Milano HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano
Prologo
Killellan Manor, Sussex, novembre 1862 I raggi di un insolito sole inondavano il salone, costringendo molti presenti a strizzare e schermare gli occhi. Una crudele incongruenza, data l'occasione decisamente infausta. In piedi davanti alla finestra, Mercy, la vedova di Lord Armstrong, solitamente una padrona di casa attenta e ineccepibile, non pensò di far segno al maggiordomo di chiudere le pesanti tende scarlatte. Continuò invece a guardare fuori, nel vuoto, in direzione del giardino ormai quasi del tutto spoglio tranne per le sparute foglie che restavano tenacemente appese all'enorme quercia secolare. Come tutti nella stanza, Mercy era in lutto stretto. Il semplice vestito di seta nera che indossava era privo dei nastri, delle perline o dei pizzi che il suo defunto marito aveva sempre preteso che indossasse. Harry era morto, ormai. Dunque, non aveva più motivo di assecondare il suo desiderio di ostentazione. L'uomo che le aveva dettato ogni mossa, che a5
veva cercato di controllare ogni suo desiderio, non c'era più. Quando era apparso chiaro che il marito non avrebbe superato la malattia, Mercy si era guardata dentro in cerca di qualche emozione. Ma l'affetto che aveva provato un tempo era stato eroso dalla dura realtà di diciassette anni trascorsi in un matrimonio sempre più arido. Ora che era finita, lei non provava più nulla, se non un grandissimo senso di sollievo. «Stanno per cominciare» venne a dirle Clement, interrompendo il corso dei suoi pensieri. «C'è solo quest'ultima formalità da espletare. Poi finalmente potremo andar via.» La guidò verso gli ospiti in attesa, tenendole una mano sulla spalla con un gesto protettivo. Mercy, sapendo che il fratello era ansioso di sostenerla in ogni modo, si costrinse a indugiare un momento nel suo abbraccio. «Sto bene» mormorò. «Vorrei poterti risparmiare tutto questo» disse lui, sedendosi. «Sei stato una roccia.» Prendendo posto accanto a lui, Mercy notò che le loro sedie erano state volutamente posizionate a una certa distanza da quelle dei fratelli di Harry. L'erede di suo marito, il maggiore Lord George Armstrong, era seduto alla destra del suo gemello, il capitano Frederick Armstrong, ed entrambi erano affiancati dalle rispettive mogli. I fratelli gemelli di Harry gli somigliavamo molto: avevano gli stessi occhi stretti, lo stesso mento volitivo. Frederick guardò verso di lei, incrociò il suo sguardo, e le labbra si allargarono in uno sprezzante sorrisetto. 6
Mercy rabbrividì e, con un gesto istintivo, cercò la mano di Clement. Sorpreso da quella rara ricerca di un contatto fisico, lui le strinse le dita e le rivolse un sorriso affettuoso che si riflesse negli occhi azzurrissimi ma velati da un'impalpabile preoccupazione. Finalmente l'avvocato si schiarì la gola e cominciò a leggere. Mercy si serrò le mani in grembo e iniziò a contare i minuti che la separavano dal momento in cui avrebbe potuto lasciare per sempre la residenza di campagna degli Armstrong. Le parole di apertura dichiaravano che quelle erano le ultime volontà del defunto Lord Harry, al secolo Henry Atticus Percival Armstrong. L'atto era stato stilato subito dopo il loro matrimonio, e nel corso di quei diciassette anni Mercy non aveva mai dato al marito un barlume di speranza che potesse essere necessario modificarlo per inserirvi un erede. Mentre l'avvocato proseguiva elencando i lasciti e le proprietà, per i quali lei non nutriva alcun interesse, Mercy avvertì il formicolio delle lacrime che pure non aveva versato alla morte del marito. Si sforzò di ricacciarle in gola. Ne aveva versate fin troppe per quel bambino tanto desiderato, e per la sofferenza e il dolore che la sua assenza aveva arrecato al matrimonio. La mancanza di un erede aveva devastato suo marito, e lei ne aveva pagato il prezzo. «Per mia moglie Mercy, Lady Armstrong, nata Carstairs, viene disposto quanto già stabilito nel contratto di matrimonio.» Sentendo pronunciare il proprio nome, si riscos7
se. Pensò che non dovesse mancare molto alla fine e immaginò che l'avvocato avrebbe proseguito con la lista dei lasciti destinati ai parenti lontani e ai domestici. Invece l'avvocato si schiarì la voce e tirò fuori un secondo foglio. «Riguardo alle disposizioni per la vedova di Lord Armstrong, mi è stato dato incarico di leggere un codicillo scritto da Sua Signoria una settimana prima della sua tragica dipartita.» Mercy guardò Clement, il quale scosse il capo, sorpreso quanto lei. «Non ne ho idea» mormorò. L'occhiata che scoccò in direzione dei due cognati, invece, le procurò un'orribile premonizione, perché entrambi le tenevano gli occhi puntati addosso. Anni e anni di pratica le consentirono di mantenere un contegno impassibile e di abbassare lo sguardo, ma ascoltò con grande attenzione le parole che seguirono. «"Agli occhi del mondo, quello tra me e Lady Armstrong è stato un matrimonio esemplare, offuscato solo dalla mancanza di progenie. Tuttavia, la realtà è stata ben diversa. Per tutta la durata del nostro matrimonio, sono stato un marito fedele e coscienzioso. Mai sono venuto meno al dovere di assicurare a mia moglie ogni genere di agio, premura e considerazione. È mio desiderio, mentre giaccio in punto di morte, che venga reso noto ai posteri che la mia devozione a quei voti nuziali pronunciati diciassette anni orsono non è stata contraccambiata da mia moglie, come appare evidente dalla sua reiterata e ostinata incapacità di darmi un erede. Sebbene la legge fondiaria mi impedisca di alterare quanto già disposto in suo favore nel contratto che speranzosamente firmai all'epoca del nostro matri8
monio, è mio personale convincimento che nulla, moralmente, le sia dovuto."» A quell'annuncio tutti trattennero il fiato, eccezion fatta per i due fratelli. Clement balzò in piedi. «Ma è oltraggioso! Come osate offendere in questo modo Lady Armstrong?» «Sono le parole del mio compianto fratello e, come tali, non possono essere considerate offensive» disse il nuovo Lord Armstrong. «L'avvocato si limita a eseguire le sue ultime volontà dandone lettura, Mr. Carstairs. Quel codicillo è stato redatto alla presenza di testimoni ed è perfettamente legale. È parte integrante del testamento e, dunque, desidero che venga letto ad alta voce.» «Siediti, Clement.» Mercy, disgustata, afferrò il fratello per un polso e lo tirò giù, rimettendolo a sedere. «Non può portarmi via il mio appannaggio. Lasciamo che abbia l'ultima parola. Prima chiuderemo questa faccenda, prima potremo andarcene di qui e non tornare mai più.» «Se proprio insisti... per quanto sia molto inconsueta, come procedura.» Clement guardò in tralice l'avvocato. «Proseguite.» «Dunque, dove ero rimasto... oh, sì... "Non ho badato a spese e non ho lasciato nulla di intentato. Ho investito non solo denaro, ma anche il mio tempo personale per scortare Lady Armstrong e permetterle di sottoporsi a cure, in centri termali e cliniche."» A questo punto, l'avvocato si fermò e divenne paonazzo. «Milord, credo sia poco opportuno continuare. Il contenuto dell'ultimo paragrafo ha una natura quanto mai personale.» «Mio fratello desiderava che fosse letto ad alta 9
voce e nella sua interezza» reiterò Lord Armstrong. «Insisto perché continuiate.» Guardò Mercy con un'occhiata carica di disprezzo. Ovviamente, lui aveva già letto il codicillo. Lei si drizzò sulla sedia e nascose le mani nelle pieghe del vestito, per non far vedere che aveva serrato i pugni. «Molto bene, milord. Per quanto ritenga che in tutta decenza non dovrei, farò come desiderate.» L'avvocato tornò a schiarirsi la gola e ricominciò a leggere, incespicando sulle parole nella fretta di concludere. «"Lady Armstrong si è ostinatamente opposta a ogni tipo di trattamento. A rischio di scandalizzare le signore presenti, desidero si sappia che sono giunto alla conclusione che la colpa è da attribuirsi a un impedimento mentale, più che biologico. In qualità di marito, so per certo di non avere nulla da rimproverarmi, di aver avuto ogni genere di riguardi e di attenzioni nei suoi confronti, scoprendo infine, con mio sommo rammarico, che destare in lei un qualsivoglia ardore è impresa difficile, per non dire impossibile. Ed è stato questo a impedirmi di realizzare il naturale e legittimo desiderio di avere un figlio ed erede."» Mercy soffocò un gemito indignato. L'ostinato rifiuto di Harry di affrontare qualsiasi questione di natura personale aveva reso sterile in ogni senso il loro matrimonio. Lui non si era mai rassegnato all'idea di non avere figli, e i numerosi tentativi di risolvere la situazione avevano messo entrambi a dura prova. Sentirsi rivolgere certe accuse dall'oltretomba, per giunta in presenza di tutte quelle persone che ora la fissavano per studiare la sua reazione, e peggio ancora, sapere che era stato 10
esattamente questo l'intento di suo marito, era ripugnante. Harry aveva covato così tanto rancore nei suoi confronti da essere pronto a distruggere la facciata che avevano così faticosamente costruito davanti al mondo per tutto quel tempo? Davvero l'aveva odiata fino a tal punto? Mercy scosse il capo con decisione, guardò Clement e si conficcò le unghie nei palmi delle mani, mentre l'indignazione lasciava il posto a una fredda collera. «Vada pure avanti» disse rivolgendo uno sguardo ostile all'avvocato, per il quale in altre circostanze avrebbe provato compassione. «Siamo tutti ansiosi di sentire di cos'altro sono accusata.» L'uomo trasalì e farfugliò qualche parola di scusa, prima di tornare a leggere. «"Dietro l'incomparabile bellezza della donna che è stata mia moglie si celano un cuore di pietra e un corpo di marmo. Con il presente atto, allo scopo di evitare a qualsiasi altro uomo di patire quel che ho patito io, dichiaro che Lady Armstrong è una disgrazia per il gentil sesso che sostiene di rappresentare, e che la sua frigidità la rende del tutto inadatta al ruolo di moglie. Chiunque decida di legarsi a lei, lo fa a suo rischio e pericolo."» Il foglio venne posato con evidente sollievo. «Il codicillo si conclude così. Possiamo dunque tornare ai lasciti predisposti in favore di...» «Cagna» sibilò Frederick Armstrong. «Sterile cagna» incalzò il maggiore Armstrong. Un pesante silenzio calò dunque sulla stanza. Mercy si alzò, profondamente turbata e scossa dalla collera velenosa che suo marito aveva espresso in quel codicillo, dove le parole di un moribondo rivelavano emozioni tenute nascoste in vita. Passò lentamente in rassegna con lo sguardo lo sparuto 11
gruppetto di presenti prima di soffermarsi sui gemelli. «Quali che siano i miei difetti, signori, perlomeno non sono un'ipocrita. Io non fingo di provare sentimenti che non provo.» Lord Armstrong si alzò a sua volta. «Voi non siete capace di provarne. Mio fratello...» «È morto» lo interruppe Mercy. «E voi, George, non vedevate l'ora che esalasse l'ultimo respiro. Volteggiavate sul suo capezzale come un avvoltoio.» «Ero lì perché speravo ardentemente che mio fratello si riprendesse. Voi invece non c'eravate. Perché appena si è ammalato, invece di restare ad accudirlo come avrebbe fatto qualsiasi moglie degna di questo nome, siete scappata via, per partecipare a un matrimonio.» «Il matrimonio di mia sorella, al quale lui non avrebbe preso parte nemmeno se avesse goduto di buona salute e fosse stato invitato.» «È evidente che preferiate la compagnia della vostra famiglia alla nostra, dunque vi suggerisco di andarvene.» Lord Armstrong fece schioccare le dita. «Immediatamente.» «Vi accontento con grande piacere. E vi auguro di godervi il vostro nuovo titolo, milord.» «Io invece vi auguro tutto quello che il mio compianto fratello avrebbe augurato alla sua frigida vedova sterile. Credo che...» Nessuno, tuttavia, seppe mai cosa stesse per dire, perché in quel momento Clement si alzò di scatto e gli assestò un pugno sotto la mascella, sollevandolo letteralmente da terra. Sua Signoria volò all'indietro e atterrò pesantemente sul pavimento con un'espressione di attonito stupore dipinta sul volto. 12
«Erano anni che attendevo di farlo» disse Clement, glaciale. «Il mio unico rimpianto è che non siate Harry. Vogliamo andare, mia cara? Avevo già fatto preparare la carrozza.» Senza dare a Mercy il tempo di rispondergli, l'afferrò per un braccio e uscì con lei a passo di marcia.
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