La sposa dello scandalo

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1001 - Il fascino del libertino - S. Bennett 1002 - Segreti pericolosi - E. Dreyer 1003 - L'amante del laird - V. Sinclair 1004 - Misteri e complotti - E. Dreyer 1005 - Il guerriero di ghiaccio - M. Willingham 1006 - Doppia identitĂ - E. Boyle 1007 - L'amante spagnola - M. Kaye 1008 - Un'ereditiera da sedurre - S. Bennett 1009 - Incontro di primavera - A. Gracie 1010 - La sposa guerriera - M. Styles 1011 - Le fantasie di una giovane inglese - B. Scott 1012 - Passione tra le dune - L. Martin 1013 - Il principe e la ladra - K. Hawkins 1014 - Equivoci d'amore - E. Boyle 1015 - Faida scozzese - T. Brisbin 1016 - Amore, scandali e merletti - C. Linden 1017 - La scoperta della baronessa - L. Carlyle 1018 - Il rapimento di Lady Rowena - C. Townend 1019 - La musa segreta - E. Redgold 1020 - Un'americana a Londra - J. MacLean 1021 - L'uomo del destino - E. Boyle 1022 - Il guerriero di fuoco - M. Willingham 1023 - La sposa dello scandalo - D. Gaston


DIANE GASTON

La sposa dello scandalo


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Bound by Duty Harlequin Mills & Boon Historical Romance © 2015 Diane Perkins Traduzione di Sandra Benincà Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2016 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici giugno 2016 Questo volume è stato stampato nel maggio 2016 presso la Rotolito Lombarda - Milano I GRANDI ROMANZI STORICI ISSN 1122 - 5410 Periodico settimanale n. 1023 del 22/06/2016 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 75 dello 01/02/1992 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


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Lincolnshire, Inghilterra, febbraio 1815 Il vento invernale scuoteva le vetrate di Summerfield House mentre Tess si accingeva a raggiungere la sorella maggiore. Il messaggio che le era stato recapitato diceva: Ti aspetto subito in salotto. Tess temeva si trattasse dell'ennesima brutta notizia. Negli ultimi tempi, Lorene aveva preso l'abitudine di convocarla assieme alla sorellina Genna in quella sala al solo scopo di comunicare qualche triste evento. Perfino il lamento del vento le sembrò di cattivo auspicio. Il salotto, in genere luminoso nelle belle giornate, le sembrò d'un tratto grigio e spento. Lorene era in piedi davanti al camino e aveva un'espressione seria. Genna, invece, le sedeva accanto imbronciata. «Cosa c'è, Lorene?» domandò Tess. Di recente la sorella si era comportata in modo strano. Usciva di casa senza spiegare dove fosse diretta e rimaneva fuori per ore. L'improvvisa morte del padre, due mesi prima, era 5


stato un duro colpo per tutte loro, così come lo era stato scoprire che, poco prima di andarsene, aveva sperperato le loro doti. E, come se non bastasse, il lontano cugino a cui erano andati in eredità il titolo e le proprietà, aveva detto chiaramente che non le avrebbe mantenute. Del resto erano in molti a pensare che le scandalose sorelle non facessero parte a tutti gli effetti della famiglia Summerfield. Correva voce che avessero padri diversi, tutti amanti della madre. La donna se ne era andata con l'ultimo dei suoi amanti e le aveva abbandonate per sempre. L'erede al titolo di baronetto, un tempo appartenuto al padre, si era inoltre premurato di informarle che desiderava entrare in possesso della tenuta ereditata il prima possibile e questo significava che le sorelle avrebbero dovuto lasciare la loro casa, ovvero il posto dove avevano trascorso una vita intera. Cos'altro poteva capitare ancora? «Siediti, ti prego» la invitò Lorene con il viso grazioso irrigidito dalla tensione. Tess gettò un'occhiata a Genna e poi si mise a sedere come le era stato ordinato. Lorene cominciò a camminare avanti e indietro. «So che di recente siamo state tutte in pensiero per quello che ci potrebbe riservare il futuro...» Essere in pensiero era un eufemismo. Tess sapeva bene che avrebbero dovuto separarsi per lavorare come governanti o dame di compagnia, sempre che, a causa della dubbia fama legata al loro nome, qualcuno le assumesse. «Io... avrei una soluzione.» Lorene le fissò preoccupata. Perché era tanto agitata se aveva trovato la soluzione ai loro problemi? «Di cosa si tratta, Lorene?» 6


La sorella si tormentava le mani. «Ho... trovato il modo di ripristinare le vostre doti e ridare rispettabilità al buon nome di famiglia.» Ci sarebbe voluta una dote cospicua per cancellare lo scandalo che aveva infangato le loro esistenze. Non solo erano state abbandonate dalla madre, ma anche il padre aveva avuto una condotta immorale. Prima ancora che la moglie lo lasciasse, si era portato a casa il figlio illegittimo. Tess e le sorelle volevano bene a Edmund e lo trattavano come un fratello, anche se la sua presenza aveva attirato tanti pettegolezzi. «Sciocchezze!» borbottò Genna. «Non c'è più niente che si possa fare per recuperare un briciolo di decoro. La mamma ha avuto troppi amanti: è per questo che non ci assomigliamo affatto.» In realtà non era proprio così. In comune avevano la fronte spaziosa e il viso sottile, ma Lorene aveva i capelli scuri e gli occhi castani, Genna occhi azzurri e capelli biondi e Tess era un misto di entrambe con i capelli castani e gli occhi nocciola. Proprio come la madre, avevano detto a Tess, anche se lei non ne ricordava bene l'aspetto. Un pensiero le attraversò la mente. «Lorene, non mi dire che hai rintracciato la mamma e che ha messo insieme le doti per noi?» Tess aveva solo nove anni quando erano state abbandonate dalla madre. Lorene la guardò sorpresa. «La mamma? No, no, non si tratta di niente del genere.» «E di cosa allora?» domandò Genna stizzita. Lorene si fermò all'improvviso davanti a loro. «Mi sono sposata.» «Sposata!» Tess balzò in piedi. «Sposata!» «Non puoi averlo fatto davvero» dichiarò con ener7


gia Genna. «Non abbiamo visto le pubblicazioni.» «Ho avuto una licenza speciale.» Non era possibile! Lorene non avrebbe mai nascosto un segreto simile a Tess. Si confidavano tutto... o quasi. «E con chi?» le chiese Tess cercando di non dare a vedere di esserci rimasta male. Lorene rispose con un filo di voce: «Lord Tinmore». «Lord Tinmore?» esclamarono all'unisono le altre due. «L'eremita?» la incalzò Tess. Da quando la moglie e il figlio erano morti qualche anno prima, Lord Tinmore aveva vissuto isolato nella tenuta confinante nel Lincolnshire, poco distante dal villaggio di Yardney. Tess non riusciva a capire come avesse fatto la sorella a incontrarlo, per non parlare poi del corteggiamento. Lord Tinmore non si faceva vedere da anni. «Ma avrà almeno ottant'anni!» esclamò Genna. Lorene sollevò il mento. «Ne ha solo settantasei.» «Settantasei. Tanto meglio» rimarcò sarcastica Genna. L'adorata sorella sposata a quel vecchio recluso? Non riusciva a crederci. Era troppo. Non poteva sopportarlo. «Non capisco, Lorene, perché avresti fatto una cosa simile?» Un lampo accese lo sguardo della sorella. «L'ho fatto per te, Tess. Per entrambe voi. Lord Tinmore si è impegnato a procurarvi delle doti e a farvi partecipare alla Stagione a Londra. Manderà dei soldi a Edmund affinché possa comprarsi un grado nell'esercito e fare carriera, oltre a un assegno per coprire le spese. È una brava persona.» E così aveva sposato quell'uomo in cambio di una 8


dote per loro due e una promozione per il fratello? «Non ti ho mai chiesto una dote» ribadì Genna. «E poi Edmund potrebbe pagarsi da solo la promozione.» «Sai bene che non è possibile adesso che la guerra è finita» replicò Lorene. «Non ne ha i mezzi, ora come ora. Diventare ufficiale è costoso.» Genna scosse la testa. «Non credi che nostro fratello si sia già preso abbastanza di quanto ci spettava?» Il padre infatti aveva usato quanto rimaneva delle loro doti per comprare il grado di tenente al figlio. Lorene balzò in piedi in difesa del fratello. «Edmund è all'oscuro di tutto, Genna, e non dovrà mai venire a sapere nulla. Ne morirebbe! Inoltre nostro padre aveva intenzione di restituirci quanto ci aveva sottratto. Mi aveva assicurato che con il ricavato degli ultimi investimenti avrebbe provveduto a tutto quello di cui avevamo bisogno.» Ma poi era andato tutto storto e gli investimenti si erano rivelati un fiasco. A ogni modo, anche se avessero fruttato qualcosa, il ricavato sarebbe andato all'erede della tenuta. Infatti, nel testamento il padre aveva provveduto solo alle loro doti che, al momento, erano inesistenti. Lorene non avrebbe mai parlato male del genitore o di chiunque altro. Vedeva sempre il lato positivo delle persone. Perfino della madre. La giustificava dicendo che aveva fatto bene a lasciare le proprie figlie perché era fuggita con un uomo di cui si era innamorata sul serio. E che ne era stato dell'amore materno?, si chiedeva invece Tess. Adesso la sorella stava ripetendo lo stesso errore dei genitori impegnandosi in un matrimonio senza amore. Guardò Lorene. «Non è possibile che tu sia davvero 9


innamorata di Lord Tinmore» considerò pensosa. «Non lo amo affatto» ammise Lorene. «Ma non è questo il punto.» «E quale sarebbe?» replicò Tess. «Non hai imparato niente dai nostri genitori? Finirai per essere infelice e lo stesso sarà per lui.» «Non sarà così.» Lorene raddrizzò la schiena. «Ho promesso di dedicare ogni giorno della mia vita a renderlo felice e intendo mantenere la parola data.» «Ma che ne sarà di te?» insistette Tess. Lorene evitò di guardarla. «Non sapevo che altro fare. Cosa sarebbe successo a te e Genna se non avessi agito in alcun modo?» La risposta era chiara. Sapevano tutte e tre quale sarebbe stato il loro futuro. «Non dovevi sacrificarti per noi» rimarcò Genna. «Ci ho riflettuto a lungo» proseguì Lorene quasi ignorando il commento della sorella. «E la trovo una decisione sensata. Se non avessi mosso un dito, ci saremmo dovute accontentare di una vita squallida. Sposando Lord Tinmore, voi due e Edmund avrete una speranza. Grazie a una buona dote potrete scegliere chi sposare e non sarete disperate.» Quello che Lorene intendeva dire era che lei, Genna, e perfino Edmund avrebbero potuto sposare qualcuno che amavano. Avrebbero potuto evitare l'infelicità dei genitori e allo stesso tempo avere un po' di sicurezza. Lorene aveva sacrificato la propria felicità in cambio della possibilità che lo fossero le sorelle e il fratello. L'opportunità di un matrimonio d'amore. Buon Dio! Tess sentì accendersi una fiammella di speranza. Con una dote avrebbe potuto accettare la corte di Mr. Welton. Abbassò lo sguardo. Che cosa orribile! Gioire del sacrificio di Lorene. 10


Si ricompose. «E come ci sei riuscita, Lorene? Come hai fatto a incontrarlo?» «Gli ho fatto visita e gli ho chiesto di sposarmi e lui ha accettato.» Senza confidarsi con la sorella, la persona a cui era più legata? «Senza nessun corteggiamento?» Lorene guardò Tess esasperata. «Che bisogno c'era? Ci sono bastati pochi incontri per trovare un accordo e Lord Tinmore si è procurato una licenza speciale. Non appena la persona che si occupa dei suoi affari ci ha fatto avere la licenza, il vicario della chiesa ci ha sposati nel salotto di casa.» «Avresti potuto invitarci» la rimproverò Genna. Era evidente che anche lei si sentiva ferita. Lorene si girò verso la sorella minore. «Avresti cercato di fermarmi.» «Puoi starne certa» le rispose Genna decisa. Una raffica di vento fece vibrare i vetri delle finestre. Anche Tess avrebbe tentato di ostacolare la sorella? Non lo sapeva. Le nuvole si diradarono e un raggio di luce filtrò attraverso la coltre grigia del cielo. Erano salve. Grazie a Lorene. Grazie al suo sacrificio. Erano passate solo due settimane da allora e Tess Summerfield era stesa sul letto di una delle tante camere di Tinmore Hall. Era la stanza di Genna che, in quel momento, dipingeva al cavalletto di fronte alla finestra. Lorene passeggiava senza sosta avanti e indietro, un'abitudine che aveva preso da poco. «È una bella festa, vero?» chiese Lorene, speranzosa, alle sorelle. «Adorabile!» si affrettò a rispondere Tess. 11


Era cambiato tutto e troppo in fretta. Appena due giorni dopo l'annuncio del matrimonio di Lorene avevano lasciato l'unica casa che avessero mai avuto, portandosi dietro solo un baule con i loro averi. Lord Tinmore aveva invitato parecchi ospiti alla festa che aveva organizzato in fretta e furia, nella propria residenza, per presentare la sposa agli amici intimi. Il mese seguente sarebbero partite per Londra. Lì si sarebbero sbizzarrite a provare e comprare abiti e cappellini che avrebbero reso indimenticabile il loro debutto alla Stagione mondana. Sebbene ancora turbata per le nozze di Lorene, Tess non riuscì a nascondere l'entusiasmo che provava per il periodo che l'aspettava. Pur sentendosi in colpa, era davvero grata alla sorella. Genna, invece, non sembrava felice. Continuava a essere imbronciata, come il giorno in cui Lorene le aveva confidato il proprio segreto. «Non trovi sia magnifica, Genna?» Tess non si era ancora ripresa dal dolore di aver dovuto abbandonare la propria abitazione, ma era determinata a offrire un po' di appoggio a Lorene. Genna tuffò il pennello in un barattolo pieno d'acqua e si girò. «Odio questo ricevimento. Detesto ogni cosa di questa festa.» «Genna!» la rimproverò Tess. Lorene fece un gesto conciliante. «Lasciala stare, lascia che dica quello che le passa per la mente.» Genna diventò rossa in viso. «Non riesco a digerire il fatto che ti sia sposata con un uomo... anzi, con un vecchio... e in cambio di soldi. Gli invitati ti accuseranno di essere una cacciatrice di dote, e a ragione.» «Basta così, Genna!» urlò Tess. «Non dimenticare che Lorene lo ha fatto per noi.» 12


«Ma io non gliel'ho mai chiesto.» Genna si rivolse a Lorene. «Non te l'avrei mai chiesto. Mai e poi mai.» «Nessuno lo ha fatto.» Lorene si avvicinò a Genna e le posò la mano sul braccio. «Tra l'altro il conte è un uomo gentile. Guarda quanto ha già fatto per noi.» Aveva aperto loro le porte di Tinmore Hall. Aveva già incaricato la sarta del paese di cucire loro degli abiti nuovi. Si era impegnato a trovare una dote sia per lei sia per Genna e un assegno per Edmund, che al momento doveva trovarsi da qualche parte sul Continente con il proprio reggimento. Tess si mise a sedere. «Lorene è stata coraggiosa a sacrificarsi per noi, non lo capisci, Genna? Ora abbiamo un futuro. Lord Tinmore farà in modo di procurarci delle doti decorose. Finalmente avremo la possibilità di partecipare alla Stagione mondana di Londra e incontrare un buon partito.» Anche Mr. Welton sarebbe stato in città e le aveva detto che si sarebbe fatto vedere a uno dei numerosi eventi mondani. Tess avrebbe tanto voluto informarlo della nuova situazione in cui si trovava. Lorene strinse il braccio di Genna. «Potrai scegliere fra tanti giovani. Non sarai costretta a sposarti solo in cambio di un tetto sulla testa e di cibo. Potrai concederti il lusso di aspettare quello giusto, quello che riterrai degno di diventare tuo marito.» «Avrai la possibilità di sposare qualcuno che ami.» Era tutto quello che Tess desiderava. Questo e stare vicino alle sorelle per sempre. Il tono di Lorene si fece serio. «Voglio che tu abbia un matrimonio d'amore e possa conoscere quel tipo di felicità.» Tess aveva la fama di essere la più pratica delle sorelle. Razionale e intraprendente. Ma cosa avrebbero 13


detto le sue due sorelle se fossero venute a conoscenza del fatto che aveva un debole segreto per un uomo? Le bastava pensare a Welton perché le girasse la testa tanto si sentiva felice. Genna, invece, era sconvolta e accusò Lorene: «Hai sposato un vecchio, brutto e puzzolente, affinché io, Tess e Edmund ci potessimo sposare con qualcuno che amiamo. Complimenti, Lorene! E dovremmo essere felici per te sapendo che a causa nostra sarai costretta ad andarci a letto?». Lorene impallidì e le rispose con voce profonda. «Non hai nessun diritto di parlare di queste cose. Mai. Sono questioni private che riguardano soltanto me, hai capito?» «E che mi dici della tua vita, Lorene? Delle scelte che hai fatto e del matrimonio basato sui sentimenti?» proseguì stridula Genna. Lorene si portò una mano alla fronte. «Ho fatto la mia scelta. E l'ho fatto anche per te. E Lord Tinmore è stato così gentile da offrirti una camera accogliente, dei colori e una tela per dipingere. Ha anche ordinato un intero guardaroba nuovo per tutte noi e presto ci accompagnerà a Londra dove faremo acquisti ancor più raffinati e...» Genna la interruppe. «In cambio di cosa, Lorene?» La sorella la fissò, poi raddrizzò la schiena e si diresse verso la porta. «Ora devo tornare dagli invitati e controllare che siano a loro agio. Mi aspetto che ti comporti bene con loro, Genna.» «So come ci si comporta» commentò riluttante quella. «Papà non ci ha forse insegnato a non seguire mai l'esempio di nostra madre?» Lorene le scoccò un'occhiata severa e addolorata, o così almeno parve a Tess, prima di uscire dalla stanza. 14


Tess saltò giù dal letto. «Genna, come hai potuto dirle quelle cose terribili? A proposito di... andare a letto con Lord Tinmore.» Per non parlare poi di quello che aveva detto sulla madre. Genna incrociò le braccia al petto. «Perché? Non è quello a cui pensiamo tutte? A cosa gli darà in cambio di ciò che ha fatto per noi?» Tess si sentì morire dal senso di colpa. Così se la prese con Genna, le si avvicinò e la scosse per le spalle. «Non dobbiamo più parlarne! Hai visto come stava male!» Genna si ritrasse mortificata. Tess continuò. «Non ci resta che rassegnarci e far buon viso per il suo bene. Ci ha fatto un regalo immenso sacrificandosi per noi. È un dono inestimabile. Grazie a lei sarai libera di scegliere chi sposare.» Il pensiero volò a Mr. Welton. «E noi non dobbiamo farla soffrire.» «E va bene!» acconsentì Genna tornando agli acquerelli. «Ma cosa risponderemo agli ospiti quando l'accuseranno di aver sposato Lord Tinmore per interesse? Dovremmo forse dire loro: "Già, proprio così. Lorene lo ha sposato per i soldi e il titolo, proprio come fece nostra madre con nostro padre"?» Ecco un altro argomento che era meglio evitare. «Faremo finta di non aver sentito nulla» rispose Tess, determinata. «Ci comporteremo come se Lorene e Lord Tinmore si fossero sposati per amore e ci mostreremo felici per entrambi.» «Già, proprio un bel matrimonio d'amore quello tra una bellissima giovane e un vecchio puzzolente.» Genna infierì sul dipinto a colpi di pennello. «E noi, cosa diremo quanto ci accuseranno di aver approfittato di Lord Tinmore?» 15


«Noi?» Tess sbarrò gli occhi. «Hai forse sentito qualcuno ripetere una simile accusa?» Genna scrollò le spalle. «Non di persona o perlomeno non ancora. Tuttavia vorrei sapere come rispondere quando sarà il momento.» Era un'eventualità che Tess non aveva considerato, anche se aveva una sua logica. In un certo senso, più che Lorene, erano proprio lei, Genna e Edmund quelli che avrebbero maggiormente beneficiato dal patrimonio di Lord Tinmore. Tess si sentì scoppiare di felicità al pensiero di ciò che avrebbe potuto fare con i soldi di Lord Tinmore. Ma poi il rimorso tornò a farsi sentire. «Ci mostreremo grate per tutto quello che sta facendo per noi. Non è così che ci sentiamo dopotutto?» La sorella le rispose con un sorriso forzato. «Certo, enormemente grate.» Genna si era stancata di stare a guardare. Aveva un carattere irruente ed era abituata a parlare in modo troppo diretto per il suo stesso bene. Tess cambiò argomento. «Non credo che Lord Tinmore abbia programmi per noi prima di cena.» Gli invitati, più vicini all'età dello sposo che a quella della sposa, stavano riposando dopo il lungo viaggio che li aveva portati nel Lincolnshire il giorno prima. Tess immaginò che avessero accettato quell'unico invito, ricevuto in trent'anni, di recarsi a Tinmore Hall per soddisfare la curiosità di scoprire chi fosse la donna che aveva finalmente costretto Lord Tinmore a spalancare la porta di casa. Tess tremava all'idea di dover incontrare di nuovo gli ospiti: i completi da viaggio delle dame le erano sembrati più raffinati del suo miglior abito da sera. E di sicuro in occasione della cena avrebbero indossato 16


vestiti belli da togliere il fiato. Tess e le sorelle avrebbero dovuto aspettare una settimana prima di ricevere gli abiti che Lord Tinmore aveva ordinato e Tess odiava l'idea di mostrarsi assieme alle sorelle in abiti dimessi. «Ti va di andare in paese?» domandò a Genna. La sorella la guardò sorpresa. «Cosa vuoi comprare?» «Nastri e merletti. Vorrei abbellire i nostri vestiti così sembrerà che ogni sera indosseremo un abito diverso.» Tutti sapevano che le sorelle Summerfield erano a Tinmore Hall grazie alla generosità del marito di Lorene, ma Tess non voleva comunque dare l'impressione di essere povera. «Non essere ridicola, non puoi uscire.» Genna indicò la finestra. «Sta per piovere.» Tess gettò un'occhiata al cielo coperto di nuvole. «Sarò di ritorno prima che inizi.» «Non ci scommetterei.» Genna immerse il pennello nel colore. «Bene, allora vorrà dire che ci andrò da sola.» Tess era abituata a recarsi a piedi a Yardney, il paese in cui abitavano un tempo. Distava solo poche miglia da Tinmore Hall. Di sicuro Lorene aveva spesso percorso quella distanza a piedi, abbastanza di frequente da riuscire a farsi sposare. Quindi perché non andare a Yardney invece che al paese vicino? Ci avrebbe impiegato un po' di più, ma una volta lì avrebbe potuto parlare con la zia di Mr. Welton. E se il nipote era ancora da lei lo avrebbe informato che ora aveva una dote. «Dovresti farti accompagnare da una domestica o da qualcun altro» suggerì Genna. «Non si fa così nelle famiglie abbienti?» 17


Certo, ma avrebbero scoperto dov'era diretta. E poi, Lord Tinmore non era il loro tutore. Nessuno aveva ricoperto quel ruolo dalla morte del padre. Non c'erano proprietà o ricchezze da proteggere. Eppure, erano sotto l'ala protettiva di Lord Tinmore. «Non credo che a Lord Tinmore interessi se vado a piedi in paese. Sono abituata a camminare in campagna.» Tess si augurò che il cognato la pensasse così. Lei e Genna lo avevano visto di sfuggita un paio di volte durante i pasti. Aprì la porta. «A ogni modo, vado.» Con un po' di fortuna sarebbe riuscita a finire gli abiti prima di cena e forse anche a pianificare il proprio futuro. Genna non alzò lo sguardo dall'acquerello. «Va bene, ma quando comincerà a diluviare e ti bagnerai tutta, buscandoti un brutto raffreddore, non sperare che ti venga a soffiare il naso.» Anche il padre si era ammalato così. Però forse Genna non si era resa conto di quello che aveva detto. «Non mi sono mai raffreddata.» Tess uscì dalla stanza e si chiuse la porta alle spalle. Tess aveva appena lasciato Yardney e si stava avviando verso Tinmore Hall, quando iniziò a piovere. Le prime gocce schizzarono sulla strada impolverata e si trasformarono ben presto in un acquazzone violento. Sembrava che dal cielo cadessero secchiate d'acqua sulla terra e il mantello di Tess s'inzuppò in pochi istanti. E si stava bagnando anche il pacchettino avvolto nella carta e legato con lo spago che teneva al riparo sotto il mantello. «Sarai contenta, cara Genna» mormorò. Eppure ne era valsa la pena. Tess aveva scoperto che Mr. Welton era partito per Londra, ma che era a 18


conoscenza del matrimonio di Lorene. E lei aveva informato la zia a proposito delle nuove circostanze. L'avrebbe incontrato a Londra quando Lord Tinmore le avrebbe accompagnate per la Stagione mondana. Mancavano solo poche settimane. Il fango della strada s'incollava a tal punto agli stivaletti di Tess che diventò una vera e propria impresa mettere un piede davanti all'altro. Le gocce d'acqua che scivolavano dalla tesa del cappellino le pungevano il viso come aghi ghiacciati. Le rimanevano ancora due miglia prima di varcare i cancelli della tenuta. Come una subdola creatura intenzionata a impedirle di camminare, il limo le si aggrappava alle calzature. Aveva provato ad accelerare il passo, ma invano. Alla fine, tra uno scroscio e l'altro, scorse il ponte in lontananza. Purtroppo il fiume lo aveva sommerso. «No!» L'urlo fu inghiottito dal vento. E ora? Non conosceva strade alternative per tornare a Tinmore Hall. Non le rimaneva altra scelta che dirigersi al paese più vicino, cosa che avrebbe dovuto fare fin da subito. La pioggia si intensificò e gli aghi ghiacciati diventarono coltelli. Guardò il bosco che costeggiava la strada. Se si fosse trovata nei pressi di casa sua, avrebbe saputo come tagliare dai boschi e attraversare i campi. Sarebbe già arrivata a casa e ora sarebbe stata davanti al fuoco a scaldarsi invece di camminare ancora sotto la pioggia. Non se la sentiva di abbandonare la strada che sapeva condurre a Tinmore. Non pensare, mormorò fra sé e sé. Pensa solo a fare un passo alla volta. La disperazione lasciò il posto alla forza di volontà. Continuò a camminare fino a quando scorse la sa19


goma del campanile del paese. Affrettò il passo, ma l'acqua aveva invaso la strada. Non poteva proseguire e nemmeno tornare a casa. Non le rimaneva che tornare a Yardney. Lì avrebbe potuto trovare riparo dalla zia di Mr. Welton, oppure bussare alla porta di Summerfield House. Così si girò, tornò sui propri passi e oltrepassò la strada che portava al ponte inagibile. Trovò, però, anche quella strada allagata. Invertì di nuovo la marcia e proseguì fino a incrociare una nuova strada, anche se ignorava dove l'avrebbe portata. Se solo fosse stata nei pressi di casa, avrebbe saputo quale direzione prendere o come trovare qualcuno che l'aiutasse. Ora, invece, non sapeva dov'era né da che parte andare. Si era persa, era bagnata e aveva un freddo terribile.

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