La sposa fuggita

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Sarah Mallory LA SPOSA FUGGITA

Dedica Per Doris Sweet, 1925 2021. Avida lettrice e donna coraggiosa con la stoffa di una vera eroina.

Ardvarrick. Finalmente era a casa. Grant tirò le r edini del cavallo in cima alla lieve salita e da lì guardò verso la casa in lo ntananza. Le mura stu ccate color crema spiccavano in mezzo al verde i ntenso de lle chiome de gli alberi , che svettavano su lla collina dietro l ' edificio. Subito i l cuore gli si gonfiò di gioia. C on una certa sorpresa , si rese conto di sentirsi più felice di q uanto gli capitasse da m e Avevasi.

7 Luglio 1750

trascorso più di due settimane nella pen isola di Black Isle per concludere un accordo che avrebbe rafforzato la qualità del suo bestiame. Il successo ottenuto lo aveva rincuorato e nel vedere la casa con le finestre indo rate dalla luce del tr amonto, si sentì ansioso di rientrare. Di tornare da sua moglie. Madeleine gli era parsa un po ' tacitu rna quand ' era partito, ma non le aveva domandato nulla, tant ' era stato occupato dai preparativi del v iaggio. Fu colto dall' impazien z a di rivederla, perciò spronò il cava l lo.

tutto ciò poteva attendere fino al giorno su ccessivo. Quella sera voleva sedersi con Madeleine dopo cena e sorseggia re con lei un buon bicchiere di vi no, come erano sol iti fare prima ... «Non passate prima di qua, Sir Grant?»

I cavalli procedettero al piccolo galoppo, ava nzando con passo deciso e regolare, e Grant si rila ssò in sella. Tornò a pensare a Madeleine e sentì un sorriso affiora rgli alle labbra . Non vedeva l ' ora di raccontarle del viaggio, del bestiame di razza che a veva visto e dei nuovi metodi di coltivazione che era ansioso di mettere in pratica nelle loro terre.

8 «Andiamo» disse rivolto a Robert, il suo valle tto. «Arriveremo giusto in tempo per la cena.»

Al suo fianco, Robert indicò con un cenno del capo la piccola cappella in pietra e il cimitero che si affa c ciavano sul braccio di mare. «Non ora. Voglio andare a casa.»

Lei era sempre int eressata a ciò che aveva da ra ccontarle, per quanto banale, sebbene nei mesi pr ecedenti avessero avuto poco tempo a disposizione per parlare. Pro vò un inizio di senso di colpa , che però zittì subito, ripen sando a tutto ciò che lo i mpegnava ad Ardvarrick. E ra suo dovere, da laird , prendersi cura della casa, delle terre e degli affi ttuari.Ma

Notò l ' espressione sorpres a del valletto e la comprese. Nell ' ultimo anno era diventata sua ab itudine passare in visita alla cappella di ritorno da ogni v i aggio, da cc h é aveva seppellito suo padre, il precedente laird , nella cripta di famiglia. La stessa cripta in cui, solo pochi mes i prima della dipartita del padre, av e va interrato il figlio nato morto.

Avrebbe reso loro omaggio al mattino, decise

Una volta raggiunta la casa, lasciarono i cavalli a un domestico in atte sa e salirono i gradini , che conducevano nel l'atrio . Robert portò le bisacce in camera, mentre Grant salut ava la madre che lo st ava raggiungendo con passo rapido . Indossava le gramaglie vedovili, sebbene fossero passati più di dodici mesi da quando il vecc hio laird era impro vvisamente morto in seguito a una fe b bre. «Oh, figlio mio.» La madre allungò le mani ve rso di lui. «Sei tornato sano e salvo!» «Ne dubitavi?»

«È stato un viaggio davvero proficuo. Ho gli a ccordi, firmati e sigillati, e ho anche acquistato un giovane bue. Ho lasciato Andrew a Black Isle a ffinché ci raggiunga con calma con l ' animale ... Ma andiamo in salotto, così racconterò tutto a te e a Madeleine.» Guardò poi alle spalle della madre. «Dov ' è

GrantMaddie?»sentìlemani della madre, Ailsa , tremare tra le proprie e allora avvertì un a costrizione al petto, avendo il forte presentimento che qualcosa non and a sse . Oltrepassata la madre, raggiunse il salotto e l o tr o vò vuoto.

9 spronando il cavallo. In quel momento avrebbe pensato ai vivi.

«Grant, figlio mio!»

Udì a malapena la voce angosciata di Ailsa quando salì di corsa le scale, due gradini alla volta. Incontrò Robert sul pianerottolo, con una lettera sigi l lata in mano .

Le strinse le dita e, notato lo sguardo ansioso nei suoi occhi viola, le sorrise rassicurant e. Lei lo at tirò a sé per baciarlo sulla guancia.

10 «L ' ho trovata sul tavolo in camera vostra, mio signore. Ve la stavo portando.» Gliela strappò di mano e l ' aprì, leggendone rap idamente il contenuto. Le parole gli ondeggiavano davanti agli occhi, ma il messaggio era chiaro. Madeleine se ne era andata.

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si irrigidì. Si sarebbe mai abituata a sentirsi nuovamente chiamare con quel nome? «Yves, mio caro comte!» La padrona di casa li raggiunse con un fruscio di gonne in damasco rosa, gli occhi penetranti che brillavano sul volto pesantemente truccato. «E la vostra splendida figlia. Benvenuti!»Ilconte

si chinò sulla mano di Lady Tunbridge, mentre Madeleine si abbassò in una riverenza, ascoltando il padre che mormorava complimenti con voce vellutata. Si meravigliò ancora una volta che nel cor-

«Il Comte de Vaucluse e Mademoiselle d'Evremont!»Madeleine

Al ballo a Tunbridge House c'era una vera ressa. Quando Madeleine arrivò, la dimora era affollatissima e di certo la serata sarebbe stata considerata un gran successo. Ogni stanza brillava illuminata dalle candele nei candelabri, mentre il salone giallo risplendeva grazie alla luce dei grandi lampadari sospesi sopra le teste degli ospiti. Lei era al braccio del padre mentre attendevano sulla soglia del salone che il valletto in livrea li annunciasse.

Dopo un mese trascorso a Londra, conosceva abbastanza bene gran parte dei presenti, così da poter scambiare una parola qua e un sorriso là con chi si era riunito a osservare i danzatori. Sebbene sorridesse, non era lì per divertirsi. Si trattava di una serata d'affari per suo padre: affari loschi, che sapeva gli sarebbero costati la vita, se le cose fossero andate storte. Al pensiero fu percorsa da un brivido. Erano trascorsi quasi dieci anni dalla prima volta in cui aveva partecipato a un ballo con lui. All'epoca era da poco uscita dalla scuola ed era ansiosa di vivere un'avventura eccitante. Al tempo la sua fiducia nei confronti del padre era totale e aveva gradito il brivido di una tale impresa. Ormai, però, non vi trovava alcun piacere. Era cresciuta e la sua vita era cambiata: ne aveva avuto abbastanza dell'avventura e dellaLordperdita.Tunbridge li raggiunse sorridente. Li salutò amabilmente e quando il padre gli mostrò la propria preziosa tabacchiera, l'uomo ne osservò ammirato l'elegante manifattura.

12 so degli anni non avesse perso il suo fascino. La padrona di casa sorrise civettuola, quindi si sventagliò come una fanciulla inesperta prima di invitarli a entrare e rivolgere la propria attenzione agli ospiti successivi.Lestanze erano calde e affollate. Pur con le scarpe dal tacco rosso ai piedi, Madeleine stentava a vedere oltre alle persone che la circondavano. Di passaggio tra la calca rivolse cenni di saluto, scambiò convenevoli con alcuni gentiluomini, ma rimase sempre al fianco del padre, che la conduceva verso la magnifica sala da ballo. Si stava ballando un minuetto, perciò continuarono a passeggiare lungo il bordo della pista.

Passò un'ora prima che Madeleine, che si era allontanata dalla pista da ballo, rivedesse il padre. Lo trovò a una delle finestre. Mentre lo raggiungeva, lui prese due bicchieri di vino da un cameriere che stava pas-

«Mais non, ma chère. Moriresti dall'ennui.»

13 «È proprio bella, comte. Di certo saprete che anche io ne posseggo una vasta collezione. L'ho messa in mostra in una vetrina e sarà un piacere mostrarvela. Anche Lord Froome e Sir John Belsay hanno espresso il desiderio di vederla. Vi piacerebbe unirvi a noi?»«Milord, è gentile da parte vostra concedermi questo onore» dichiarò il padre, inchinandosi. «Ci sarò sicuramente!»Consultarono gli orologi da taschino, stabilirono un'ora, quindi il padrone di casa si allontanò, lasciando Madeleine e il padre al loro giro della sala.

«Immagino che io non sia invitata a vedere questa... vasta collezione» commentò Madeleine, sapendo benissimo che quella delle tabacchiere era solo una scusa degli uomini per allontanarsi e parlare tra loro in privato.

Lei lo guardò sgranando gli occhi. «Ma, papà, come sarebbe possibile, con tanti ninnoli preziosi da ammirare?»Stavascherzando, ovviamente, e lo sapevano entrambi, così come sapevano entrambi che il padre non le avrebbe mai permesso di scoprire che cosa stava combinando, per la propria incolumità e per quella della figlia. Le sorrise e scosse il capo, ma, prima che potesse risponderle, un gentiluomo con una parrucca grigia e finti nei neri sulla guancia la invitò a unirsi alla danza successiva.

«Non ho promesso nulla. L'ultima volta che ci sia mo visti, gli ho detto che avrebbe dovuto aspettare il suo turno. Non mostrerò preferenze nei confronti di nessuno, papà, lo sai bene.» «Mais, Sir William Maxton va accontentato, ma chère.»

«Devo restare per forza?» «Ma certo! Che cosa direbbe la gente se la mia incantevole figlia se ne andasse senza suo padre? E poi hai promesso un ballo a Sir William.»

«Sono già impegnata fino all'ora di cena.»

«Attenta, Madeleine, Sir William è un uomo potente a Londra e non va contrariato. Dovremo restare qui stasera finché non avrai ballato con lui.»

Il padre aveva un'espressione piuttosto allegra, ma le parlò in maniera insolitamente seria, perciò Madeleine si guardò attorno, d'improvviso a disagio.

«Merci, papà.» «Écoutes, Madeleine. È giunta l'ora. Devo lasciarti per un po'.» Il padre guardò dietro di lei, verso gli ospiti che giravano per la sala in attesa del ballo successivo. «Familiarizza con questa gente, per favore. Ascolta bene ciò che hanno da dire e riferiscimi poi se c'è qualcosa di interessante.»

Per un attimo il padre la osservò e Madeleine notò il freddo calcolo dietro il suo sorriso. «È improbabile che qualcuno qui sappia chi sei, ma se verrai ricono-

«Non avevo immaginato che si sarebbe trattato di un evento così affollato. C'è tanta gente qui con familiari al Nord, legami con la Scozia. E se qualcuno dovesse riconoscermi?»

14 sando, gliene offrì uno, sollevando il proprio a mo' di brindisi.«Balli come un angelo, ma fille.»

Il conte emise una risatina. «Sii felice, ma chère. Ricorda che sei qui per divertirti.»

15 sciuta, troveremo una soluzione. Dopotutto, nessuno ti biasimerebbe per aver lasciato quella terra tanto barbarica per tornare in seno alla tua famiglia.»

Le labbra di Madeleine si piegarono in un sorriso, che lei sapeva bene non si sarebbe riflesso nei suoi occhi. Con tono accusatorio gli ricordò: «Mi avevi detto che saremmo restati in città per due settimane, due settimane, dopodiché saremmo partiti per la Fran cia. Invece siamo qui già da un mese». «I piani cambiano.» Il padre sollevò appena le spalle. «Mais, si tratta solo di un lieve ritardo. Un ritardo necessario, Madeleine.»

Un dolore improvviso la trafisse, affilato come una lama. Yves d'Evremont era sì suo padre, ma era da tanto tempo che non lo considerava la sua famiglia. Le persone che aveva amato e che le erano state vicine nei precedenti quattro anni, loro erano la sua famiglia. O almeno lo erano stati. Quel periodo era finito. Morto e sepolto.

A quel punto, tacque sapendo che discutere sarebbe stato inutile. Dopotutto, era stata lei a scegliere di raggiungere il padre a Londra. Lui aveva preso residenza in Surrey Street, dove viveva in pompa magna, insistendo addirittura che il fuoco venisse acceso ogni giorno nelle camere da letto, per tenere lontana l'aria umida che si sollevava dal fiume. Aveva accettato di fungere da sua padrona di casa ed era ormai troppo tardi per rimpiangerlo. Troppo tardi per lasciare il genitore e suscitare così dubbi e curiosità, che rischiavano di rivelarsi disastrosi. E poi, dove altro poteva andare?

Come se le avesse letto nel pensiero, il padre sorri-

16 se e le diede un buffetto sulla guancia. «Ti prego, non prendertela, ma chère. Ancora poche settimane e sarà tutto finito. Fidati di me. Ora sorridi e diventa i miei occhi e le mie orecchie mentre io raggiungo Lord Tunbridge, va bene?» Scolò il bicchiere, le scoccò un sorriso rassicurante, quindi sparì tra la folla.

C'erano ovvi simboli di sostegno giacobita ovunque. Ritratti di gentiluomini abbigliati nella foggia delle Highlands ornavano le pareti, su una credenza troneggiava un busto a grandezza naturale di quello che sospettava fosse Carlo Edoardo Stuart e sui bicchieri del vino erano incisi dei cardi. Anche le rose bianche che ricamavano l'abito di Lady Tunbridge potevano essere lette come sostegno al Giovane Pretendente, che aveva lasciato il Paese dopo la sconfitta di Culloden. Una disfatta che aveva avuto pesanti ripercussioni sugli sconfitti. Tuttavia, nessuno sembrava preoccuparsene, perciò cercò di scacciare la paura e continuò a mescolarsi tra gli ospiti, chiedendosi per quanto tempo ancora avrebbe dovuto attendere il padre. Lui non le avrebbe certo rivelato di che cosa aveva parlato con il padrone di casa e lei sapeva bene che non valeva nemmeno la pena chiederglielo. Il suo ruolo era semplicemente di accompagnarlo in società, ammaliando coloro che lui intendeva influenzare o distraendo chi cominciava a sospettare qualcosa.

Dopo due balli, Madeleine attendeva ancora il ritorno del padre. Quando la musica terminò, ringraziò cortesemente il suo cavaliere e lo lasciò, per infilarsi da sola tra la folla. Chiacchierò con le signore e civettò con gli uomini, ma il suo brutto presentimento continuava a crescere.

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A distrarla dai suoi timori fu una figura a lei familiare. Una donna all'incirca della sua età era appena entrata nella sala da ballo. Madeleine le sorrise calorosamente e la raggiunse affrettando il passo, allungando le mani verso di lei in segno di saluto. «Anne, non avrei mai immaginato di vederti a Londra!» Miss McBinnie si girò per vedere chi l'aveva chiamata. «Nemmeno io di vedere te» le rispose, impallidendo.Losgomento e la sorpresa di Anne ricordarono a Madeleine quale fosse la sua situazione. Le strinse le dita a mo' di ammonimento. «Qui mi conoscono come Miss d'Evremont» bisbigliò, chinandosi in avanti per baciare Anne sulla guancia incipriata. «Ti prego, non tradirmi!» «No, no, ci mancherebbe.» «Che Dio ti benedica!» Maddie sorrise. «Da quanto tempo sei in città?» «Siamo arrivati solo ieri e abbiamo trovato l'invito di Lady Tunbridge.» Pensierosa, Anne si guardò attorno. «Ci sono anche i miei genitori...» Maddie si rese conto che l'amica continuava a essere a disagio, perciò indietreggiò un poco. «Ti chiedo di perdonarmi. È chiaro che non sei felice di rivedermi...»«No, no!» la rassicurò subito Anne. «È che sono sorpresa. Non mi aspettavo di trovarti qui, ma sono davvero felice di rivederti, solo che... temo che tu non sarai contenta di rivedere me quando saprai chi altro è qui con noi.»

L'amica spostò lo sguardo dietro di sé e quando Maddie la imitò, impallidì. Il gentiluomo che le stava raggiungendo era splendido in un completo di velluto blu notte decorato con

18 pizzo color argento. I suoi capelli lunghi erano arricciati e incipriati come voleva la moda, ma Maddie avrebbe riconosciuto ovunque quel volto asciutto e meraviglioso, nonché la corporatura alta e dalle spalle ampie. Lui le si fermò dinanzi, gli occhi scuri duri come roccia, quindi le elargì un inchino basso ed elegante.«Buonasera, moglie cara!»

La sposa fuggita SARAH MALLORY SCOZIA INGHILTERRA, 1750 La gioia del loro matrimonio è stata spazzata via da una tragedia, spingendo Madeleine ad allontanarsi da Grant. Ma lui non ha intenzione di rinunciare

BRONWYN SCOTT

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