990 - Il profumo della passione - S. Bennett 991 - La Signora di Dunborough - M. Moore 992 - I segreti di Sugarland - B. Scott 993 - Le tentazioni del duca - S. Bennett 994 - Il riscatto di un gentiluomo - M. McPhee 995 - Giustizia per il guerriero - D. Lynn 996 - Nozze d'inverno - A. Gracie 997 - Due sconosciuti all'altare - M. Kaye 998 - Segreti scandalosi - H. Dickson 999 - Il sogno proibito di Elise Chantier C. Townend 1000 - Sussurri a palazzo - B. Gifford 1001 - Il fascino del libertino - S. Bennett 1002 - Segreti pericolosi - E. Dreyer 1003 - L'amante del laird - V. Sinclair 1004 - Misteri e complotti - E. Dreyer 1005 - Il guerriero di ghiaccio - M. Willingham 1006 - Doppia identitĂ - E. Boyle 1007 - L'amante spagnola - M. Kaye 1008 - Un'ereditiera da sedurre - S. Bennett 1009 - Incontro di primavera - A. Gracie 1010 - La sposa guerriera - M. Styles 1011 - Le fantasie di una giovane inglese - B. Scott
MICHELLE STYLES
La sposa guerriera
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Taming His Viking Woman Harlequin Mills & Boon Historical Romance © 2015 Michelle Styles Traduzione di Maria Chiara Balocco Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2016 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici marzo 2016 Questo volume è stato stampato nel febbraio 2016 presso la Rotolito Lombarda - Milano I GRANDI ROMANZI STORICI ISSN 1122 - 5410 Periodico settimanale n. 1010 del 16/03/2016 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 75 dello 01/02/1992 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano
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Anno 830, Svezia del nordest In piedi nelle acque gelide dello stagno, con la fiocina sollevata a mezz'aria, Sayrid Avildottar teneva d'occhio una trota di notevoli dimensioni. Erano vecchi avversari, lei e l'animale. La pesca le consentiva di tenere allenati vista e riflessi durante i periodi che trascorreva a casa, oltre a fornirle cibo da mettere in tavola. E poi laggiù, allo stagno, non c'era nessuno a rimproverarle la sua altezza eccessiva, la sua goffaggine, la sua mancanza di femminilità. A dire il vero quelle osservazioni erano diventate più rare negli ultimi tempi, perché Sayrid aveva ampiamente dimostrato il proprio valore nel corso di cinque proficue stagioni di commercio marittimo. Era davvero sorprendente vedere come la gente si zittisse subito quando si possedevano denaro sonante nella scarsella, fama di accorta mercante e una spada al fianco, insieme con l'abilità di servirsene. Sayrid era certa che lo jarl avrebbe finito per cedere alle sue richieste, consentendole di guidare un felag verso i territori d'oriente, là dove era davvero possibile fare fortuna, non come a Birka dove era necessario pagare un tributo ai vari signori del mare che infestavano quelle 5
rotte. Dopo una simile impresa Sayrid non avrebbe più avuto bisogno di ripartire. Sarebbe potuta rimanere a casa a vegliare sulle proprie terre permettendo così a Regin, il suo fratellastro, di prendersi il tempo necessario per diventare un capace guerriero. Sayrid non aveva dubbi che lui sarebbe stato all'altezza delle aspettative. In quanto alla sorella minore, ciò le avrebbe consentito di scegliere da sé il proprio marito, anziché essere costretta a sposare in fretta e furia un uomo che non nutrisse per lei il giusto rispetto. Sayrid doveva soltanto trovare il modo di far capire allo jarl che quell'impresa si sarebbe rivelata proficua anche per lui. La trota si voltò di scatto e sfrecciò verso di lei, in un ultimo, disperato tentativo di riguadagnare la libertà. Sayrid, in equilibrio sulla punta dei piedi, attese il preciso istante in cui scagliare con maggiore efficacia la sua arma. «Sayrid! Sayrid!» La voce del fratello risuonò nell'aria circostante proprio nell'attimo in cui Sayrid si preparava a colpire. La fiocina s'infilò nell'acqua, senza toccare il pesce che schizzò via in un baleno. «Sarà meglio che tu abbia una valida ragione, Regin!» gridò a sua volta Sayrid, recuperando la fiocina e giurando a se stessa che la prossima volta la vecchia trota non l'avrebbe fatta franca. «Mi hai appena fatto perdere la cena.» «Blodvin ha appena inviato un messaggio urgente, si tratta delle nostre nozze.» «Cosa può esserci d'urgente in quello?» chiese Sayrid continuando a scrutare l'acqua nel tentativo di ritrovare la sua preda. «Il prezzo della sposa è già stato concordato in occasione del solstizio d'inverno. Ed era anche piuttosto elevato: ma si sa, occhi ammaliatori, chiome color del miele e una consistente porzione di terre hanno il loro prezzo.» 6
Prima che un matrimonio potesse essere celebrato, le usanze degli Svear prevedevano infatti che lo sposo versasse una certa somma alla famiglia della sua fidanzata, dimostrando in tal modo di essere in grado di mantenere adeguatamente la donna e i suoi figli. In cambio, la famiglia di lei doveva offrire una dote di cui l'uomo avrebbe potuto disporre durante tutta la vita, ma che alla morte di lui, o in caso di divorzio, sarebbe tornata alla moglie e ai loro figli. Di solito, le due somme finivano per compensarsi a vicenda. «Sayrid! È solo questo che t'importa, quanto denaro costerà alla famiglia? Qui ci sono in gioco il mio avvenire e la mia felicità.» La giovane appoggiò il gomito sull'asta della fiocina. Che gli dei la proteggessero dalla sua stessa famiglia! Da quando si era perdutamente innamorato di Blodvin, Regin era cambiato e il suo sguardo aveva preso a vagabondare nel vuoto ancora più del solito. «E va bene, ti perdono per il pesce, ma smetti di allarmarti. Entro il prossimo storting sarete sposati, puoi stare tranquillo. Neppure Ingvar Flokison il Sanguinario oserebbe fare un torto del genere alla nostra famiglia, non dopo che ci siamo accordati sul prezzo della sposa. Questo era quel che intendevo dire...» S'interruppe, avendo notato un impercettibile movimento sott'acqua. «E ora, se non ti dispiace, avrei un conto da regolare con questa trota.» «Sayrid, non liquidarmi così. Guardami negli occhi, ti prego.» Sayrid si voltò e fu colpita dalla tragica espressione di Regin. Per fortuna, il loro padre non era più in vita a prendersi gioco di lui. «Regin, cosa è accaduto?» chiese in tono più amorevole. Non c'era motivo ora di tornare a elencargli i motivi per cui si era dichiarata contraria a un'unione con Blodvin. Regin aveva fatto la propria scelta e Sayrid sapeva che il fratello le teneva testa in quanto a ostina7
zione. E, proprio grazie a essa, molti anni prima, erano riusciti a opporsi al loro padre quando l'uomo aveva rivolto i suoi pugni contro la piccola Auda, che camminava appena. «Che cosa vuole ancora il Sanguinario? Qualunque cosa sia, procurerò di offrirgliela. Però sai come sono fatta, Regin: detesto essere disturbata mentre pesco.» «Dice che dovrà sposare un altro.» Sayrid s'irrigidì di colpo. «Chi? Chi è tanto pazzo da credere di poter insultare la nostra famiglia senza pagarne il prezzo?» «Hrolf Eymundsson. Suo padre non osa rifiutargli la mano di Blodvin perché è un signore del mare e comanda una flotta di una mezza dozzina di navi.» Regin affondò le mani tra i capelli, disperato. «Non posso perderla, Sayrid!» «Come sarebbe a dire?» domandò irritata Sayrid, raddrizzando la schiena. «Se è uno scherzo, è davvero di pessimo gusto. Hrolf Eymundsson non può essere qui. Lo jarl mi avrebbe certamente informata e avrebbe richiesto il mio aiuto per difendere il villaggio.» «Hrolf e il nostro jarl si sono scambiati un'offerta di pace a Birka. Ora sono alleati contro Lavrans e i suoi pirati vichinghi.» «Mi era giunta voce di un simile patto.» Sayrid s'incupì. Se fosse stata presente, avrebbe sconsigliato quell'accordo. Sotto sotto, un razziatore rimaneva sempre tale, questa era la sua opinione. Ma Sayrid si trovava a Ribe in quei giorni, essendosi recata presso i danesi in cerca di un mercato più redditizio di Birka e lo jarl aveva fatto di testa sua. Non le restava che sperare che Hrolf, il signore del mare, tenesse fede alla parola data di opporsi alla minaccia di Lavrans. Sayrid, tuttavia, sospettava che con il tempo l'uomo si sarebbe dimostrato uguale a ogni altro signore del mare che aveva incontrato – pieno di sé e bramoso di ricchezze, pronto a imporre nuovi tributi. Una volta rientrata, aveva manifestato 8
la propria opinione allo jarl, con evidente disappunto di costui. «Hrolf è venuto qui due settimane fa per consolidare l'alleanza» spiegò il fratello, lanciandole un'occhiata severa. «Pensavo che avessi già incontrato lo jarl da che eri tornata.» «Abbiamo parlato d'altro» rispose Sayrid cercando di mantenere un'espressione neutra. Non c'era bisogno che Regin sapesse che avevano discusso animatamente e Sayrid aveva finito con l'andarsene sui due piedi, infuriata. «Cosa c'entra Blodvin con il loro patto?» «Eymundsson ha messo gli occhi su di lei non appena sbarcato e l'ha chiesta in moglie quel giorno stesso. E suo padre lo considera un partito migliore.» «Il migliore, davvero! Che farabutto! Dopo che gli abbiamo già versato parte del prezzo della sposa!» sbottò Sayrid e scagliò la fiocina con tutta la forza che aveva, sfogando la propria frustrazione per essere stata tenuta all'oscuro di quella visita. L'arma si conficcò profondamente nel fango, con l'asta vibrante nell'aria. «Nessuno può permettersi d'imbrogliare i figli di Pugno di Ferro!» «Sì, ma questo accade grazie a te, non certo a me.» Il fratello estrasse la fiocina e gliela porse. «Sono io quello che la vorrebbe sposare, ma la guerriera e il capofamiglia sei tu.» «Un patto è un patto» dichiarò Sayrid incrociando le braccia sul petto e augurandosi che il fratello non si mettesse a piangere. «E Blodvin ha scelto te fra tutti gli altri pretendenti.» «Ma Hrolf Eymundsson è tutta un'altra cosa. Conosci anche tu la sua reputazione. È venuto su dal nulla e in pochi anni è riuscito ad assumere il comando di una flotta e messo insieme un tesoro con le sue scorrerie a Costantinopoli.» «La ruota della fortuna può invertire la sua direzione con altrettanta rapidità» osservò Sayrid. «Potrebbe esse9
re giunta l'ora che la sua stella tramonti e la tua si affacci all'orizzonte.» Regin chinò il capo. «Lo sai anche tu che non valgo molto in combattimento.» «Sono soltanto idee che ti fai. Per via di qualcosa che è accaduto quando avevi dieci anni» ribatté Sayrid risalendo la sponda. «Non c'è affatto da stupirsi che il tuo avversario abbia avuto la meglio. Era un guerriero fatto e finito, alle prese con un ragazzino. Pa' non avrebbe mai dovuto obbligarti a batterti.» Era solo uno dei tanti torti di cui quell'uomo si era reso responsabile. Manesco e sarcastico, aveva provato un particolare piacere nel tormentare il suo secondogenito. Soltanto quanto Sayrid gli si era parata dinnanzi agitandogli la spada sotto il naso e minacciando di servirsene, aveva cessato di perseguitarlo. Si era vendicato, picchiandola sino a farle sanguinare la schiena, ma aveva lasciato in pace Regin. Sayrid però non temeva tanto i suoi pugni quanto le sue parole crudeli. Il peggio era stato il giorno in cui l'uomo aveva dichiarato che chiunque avrebbe potuto prendersi lei, insieme a tutti i suoi possedimenti, senza nemmeno versare il prezzo della sposa, se solo fosse riuscito a sconfiggerla in combattimento. Quello era stato l'inizio della carriera di Sayrid come skjaldmær, vergine guerriera, e quale inizio! Battersi contro un grosso imbecille ubriaco fradicio sotto gli occhi di una folla sghignazzante. Ma i lazzi avevano ben presto lasciato il posto a un rispettoso silenzio quando la ragazza aveva affrontato il successivo sfidante, un anziano e stimato guerriero, disarmando anche costui. Stessa sorte era toccata a uno più giovane, dopodiché le sfide erano cessate. «Pa' diceva sempre...» «Nostro padre ha detto un sacco di stupidaggini» replicò seccamente Sayrid. «E trangugiato tanta birra da morirne. Ora non può più farti del male. Mai più.» 10
«Ma... ma...» balbettò l'altro, deglutendo nervosamente. «La nostra famiglia ha prosperato. Lo stesso jarl non ha forse dichiarato la sua soddisfazione per l'abbondanza di oro che abbiamo riportato dai nostri ultimi commerci?» affermò Sayrid esibendo un ampio sorriso. «E tu hai contribuito a questa impresa.» Regin si strinse nelle spalle. «Sarà, ma continuo a non essere il grande guerriero che pa' avrebbe voluto. E Kettil ne vorrebbe uno esperto, un uomo che possa capitanare dei felag e assicurare la protezione di queste terre.» «Tu hai altri talenti» lo interruppe Sayrid prima che il fratello si mettesse a elencare i difetti che gli impedivano, secondo lui, di diventare un guerriero o accennasse all'ostinato rifiuto di Kettil di affidarle la guida di un felag diretto a oriente. «Te la sei cavata brillantemente a Tønsberg. Hai impedito che la pietra magnetica finisse in mare sotto l'impatto di quell'onda.» L'altro sorrise mestamente. «È stato solo un colpo di fortuna. E non saremmo mai finiti vicino a quegli scogli se io avessi fatto più attenzione.» «Sai esprimerti in modo eloquente in diverse lingue.» Regin dilatò leggermente le narici, ricordando a Sayrid un cavallo innervosito che si ostinava a non voler salire sulla nave. «Hrolf combatte i suoi duelli con la spada, non con le parole.» Sayrid fissò il fratello. Dov'era andata a finire la sua forza morale? Se davvero amava Blodvin, come lui stesso dichiarava, avrebbe dovuto sentirsi pronto a battersi per lei. «Farsi prendere dal panico non risolve nulla. Sei un giovane di diciassette anni, non un ragazzino alla sua prima assemblea. Tutti gli uomini hanno un punto debole, trova il suo e sfruttalo a tuo vantaggio, se davvero vuoi tenerti quella donna.» «Blodvin pensa di essere incinta.» Sayrid s'irrigidì. «Di te?» 11
Il fratello arrossì fino alle orecchie e annuì. «È accaduto tre mesi fa, alla festa del solstizio d'estate. È stata l'unica volta, lo giuro, ma non ho resistito. È stato così dolce tenerla fra le braccia.» «Suo padre è un serpente infido, ragion per cui avresti fatto meglio a esercitare maggiore controllo» lo rimbeccò a denti stretti Sayrid prima che l'altro avesse il tempo di fornirle ulteriori dettagli intimi. «Ti avevo pur detto di attendere sino a quando non sareste stati sposati, per scongiurare ogni complicazione. Dovevo proprio spiegarti di quali complicazioni si trattasse?» «Blodvin si aspetta che io affronti Hrolf e rivendichi la mia donna e mio figlio.» L'occhio destro di Regin ebbe un tremito nervoso, come sempre quando al giovane si prospettava l'eventualità di un combattimento. «In caso contrario, non sarei il guerriero che lei credeva di sposare. Vuole che lo sfidi durante la cerimonia.» «Piombare nel bel mezzo di un matrimonio e rapire la sposa rappresenterebbe una grave provocazione, sempre ammesso che tu riesca a uscirne vivo. Ti proibisco di farlo.» Sayrid si concentrò sul proprio respiro per calmarsi. Quella donna rischiava di causare la morte di suo fratello o, peggio ancora, di innescare una faida che poteva trasmettersi alle generazioni seguenti. «Perché hai aspettato che fossi uscita a pescare per dirmelo?» Regin chinò il capo e i capelli biondi gli ricaddero in avanti, nascondendogli il volto. A differenza di Sayrid, che aveva l'altezza e la forza fisica paterne, Regin assomigliava alla propria madre ed era di statura molto più bassa. Avil Pugno di Ferro era solito definirsi afflitto da una duplice disgrazia, in quanto aveva una figlia maggiore più alta della maggior parte degli uomini e un unico figlio maschio più grazioso di tante donne. «Il messaggio è giunto stamattina» spiegò Regin. La luce del sole lo investiva circondandolo di un alone di ciocche dorate. «Blodvin mi fa sentire come se possedessi la forza di dieci uomini.» 12
«Blodvin potrà mandare qui il bambino, quando sarà nato. Non rifiuterei mai di accogliere un figlio tuo.» Porse le mani al fratello, augurandosi che le stringesse. Sapeva di aver usato parole dure, ma l'ultima cosa che desiderava era che suo fratello fosse dichiarato fuorilegge, rischiando conseguenze anche peggiori, e tutto per colpa di una femminuccia sventata. «Con il tempo ti renderai conto che si tratta della soluzione migliore. Le Norne ti avranno destinato un'altra donna.» Regin distolse il capo. «Non ci saranno altre donne, per me. Amo Blodvin con tutto il mio cuore.» «Lo dicono tutti, finché non incontrano la prossima fanciulla.» Sayrid si attendeva che il fratello abbozzasse un sorriso imbarazzato. Gli occhi di Regin lampeggiarono. «Puoi permetterti di scherzare soltanto perché non sei mai stata innamorata.» «Io, innamorata? Gli dei me ne scampino! Ho una famiglia e una casa da mandare avanti e diverse bocche da sfamare.» L'amore era una faccenda riservata alle donne che non superavano di statura la maggior parte degli uomini, sapevano danzare con grazia e versare da bere con la giusta misura di deferenza e moine. Doveva convenire che il sarcasmo di suo padre, in quel caso, conteneva una traccia di verità. «Uno di questi giorni, Sayrid, scoprirai anche tu cosa significhi sentirsi strappare il cuore dal petto.» «Sono una guerriera, prima di ogni altra cosa. Non mi sposerò se non con qualcuno capace di sconfiggermi in combattimento. Lo jarl ha accettato il mio giuramento» dichiarò Sayrid saggiando la fiocina. Aveva saputo utilizzare a proprio vantaggio il crudele scherno paterno. «Non pensare di distrarmi parlando del mio avvenire. Cosa intendi fare se non sfiderai Hrolf per la mano della tua dolce Blodvin? Partirai per l'oriente?» Il volto di Regin prese un'espressione supplichevole da stringere il cuore. «Si tratta anche di un insulto alla 13
nostra famiglia» protestò. «Il Sanguinario dirà di aver rotto l'accordo perché...» «Perché io sono un abominio e mando avanti questa casa con la spada in pugno. Pensa forse che dovrei limitarmi a filare e tessere, per poi mettermi le mani nei capelli disperata quando avremo perso tutto a causa di qualche arrogante predone del mare che si affaccerà al nostro porto esigendo un tributo?» Sayrid lo interruppe prima che il fratello potesse terminare la frase. «Perché ho un talento per le arti guerresche anziché per quelle amorose?» «Le armi e la navigazione non sono cose da donne.» obiettò Regin. «Devi ammettere che mia madre non aveva del tutto torto.» Sayrid fremette di collera incandescente. Il giorno in cui la sua matrigna si era risposata e si era trasferita a sud, a più di una settimana di viaggio, portando con sé tutto il suo veleno, lei aveva festeggiato. «Strano» osservò, «come la gente si appigli sempre a quella scusa. Dimenticando che le nostre navi procurano alla comunità contatti commerciali e ricchezze.» Regin tracciò una linea a terra con la punta del piede. «È suo padre a biasimarti, non io. E non era quello che intendevo. Lui dirà di aver contravvenuto ai patti perché, avendo io ritardato il matrimonio, temeva che non volessi più versare l'oro pattuito. Se avessimo fatto come voleva lui, mi sarei già sposato lo scorso solstizio d'inverno.» «I suoi sacchi di lana erano troppo leggeri e io non pago moneta sonante per meno della giusta quantità. Un uomo capace d'imbrogliare in queste cose è pronto a farlo anche sulla dote della figlia.» Sayrid appoggiò le mani sulle spalle del fratello e abbassò lo sguardo sui suoi occhi velati di lacrime. «Il matrimonio è stato posticipato perché il Sanguinario aveva problemi a mettere insieme la dote e Blodvin voleva ultimare i ricami del suo abito. Non è stato a causa nostra, e lo jarl conosce la ve14
rità.» Dopo una pausa, riprese: «È uno stratagemma per renderti ansioso e farci accettare una dote più bassa di quanto pattuito». Regin picchiò i pugni l'uno contro l'altro. «Sposerò Blodvin, con o senza il tuo aiuto, oppure... morirò nel tentativo.» Sayrid si mise a regolare l'assetto della fiocina. «Anche dopo che io te l'ho proibito?» Il ragazzo assunse un'espressione ostinata. «Lo farò in ogni caso.» «Bada che non verrò a cavarti dai guai.» «Forse questa volta non avrò bisogno di aiuto» replicò l'altro. Ma ogni traccia di baldanza era scomparsa dal suo volto. Sayrid si lasciò sfuggire una breve risata. «Regin! Rifletti!» «La amo, sorella. Non posso farmi di lato e lasciare che le facciano sposare uno come Hrolf Eymundsson.» Sayrid diede fra sé e sé l'addio alle tranquille settimane che aveva previsto di dedicare alla pesca e alla ricerca di argomenti persuasivi per la sua richiesta di guidare un felag. «Se per te significa davvero così tanto, cercheremo prima di tutto di capire se Blodvin desidera davvero essere soccorsa. Ma, nel caso in cui lei accetti di sposare Hrolf Eymundsson, la lasceremo dov'è e ce ne andremo entrambi. D'accordo?» A quelle parole, un sorriso trasfigurò il volto del ragazzo. «Lo sapevo che lo avresti fatto. L'ho detto anche ad Auda che ci avresti aiutato.» «Bada, Regin: questa sarà l'ultima volta...» Hrolf Eymundsson osservò di sottecchi il padrone di casa e sua moglie. Era certo che gli stessero nascondendo qualcosa. L'aveva capito dal modo in cui continuavano a lanciarsi occhiate l'un l'altro e verso la porta. «C'è forse qualche ragione per cui desiderate che il matrimonio abbia luogo domani?» 15
Il sudore imperlava la fronte di Ingvar il Sanguinario, il quale fece segno alla moglie perché tornasse a riempirgli il corno di birra. «Siamo d'accordo sulla somma da versare e mia figlia ha tutte le qualità che un uomo può volere in una moglie. Perché attendere?» Hrolf annuì. Quando, rientrato dal suo ultimo felag, aveva scoperto che la madre della sua Inga era morta e che la bambina parlava appena la sua lingua, gli era risultata chiara la necessità di procurarsi una moglie. Gli occorreva una donna che portasse in dote delle terre, in particolare terre lungo il litorale, ma ancora di più desiderava che sua figlia venisse allevata da una donna consapevole di ciò che significava essere Svear. Per questo aveva voluto tornare in quella regione, piuttosto che sposarsi altrove, in qualche avamposto lungo la via dei commerci con i Rus. A dire il vero, Hrolf non avrebbe nemmeno sentito la necessità di sposarsi, ma era l'unica via per garantire che sua figlia venisse allevata nella giusta maniera e per consolidare i suoi domini in piena fase di espansione. Come gli aveva spiegato suo zio parecchi anni prima, le mogli avevano un ruolo e uno scopo ben definito. Il prezzo della sposa in questo caso era leggermente più elevato di quanto avesse inteso versare, ma, stando alla madre della ragazza, la figlia del Sanguinario aveva molti pretendenti. E prendere in moglie una giovane del luogo avrebbe dimostrato a Kettil la sua intenzione di rispettare il loro patto di alleanza e di proteggere quel tratto di costa contro la minaccia del suo rivale, il pirata Lavrans. A differenza di quest'ultimo, che imponeva tributi sempre maggiori non appena intuiva la debolezza di un alleato, Hrolf si vantava di onorare gli accordi stipulati al meglio delle proprie capacità. Hrolf aveva intravisto Blodvin, intenta a occuparsi di alcuni bambini, mentre lui sbarcava dalla nave. La ragazza era piuttosto bellina, qualcosa nella sua fisionomia gli ricordava vagamente la madre di Inga, e a16
veva risposto alla sua domanda di informazioni sorridendo dolcemente. Una volta appreso il suo nome e saputo anche che non era sposata, Hrolf pensò che quell'incontro fosse stato benedetto dalle Norne. Il Sanguinario e suo padre erano stati amici un tempo, prima che quest'ultimo perdesse le proprie terre insieme con il titolo... Ripensando a ciò, Hrolf serrò con forza il corno nella mano. Aveva raddrizzato antichi torti e pagato i suoi debiti. Era un signore del mare, ora, e regnava sui flutti. E il Sanguinario aveva ragione, cosa poteva chiedere di più? Sua figlia era la donna giusta per fare da madre alla piccola Inga. «Blodvin è proprio fatta per essere la donna di un signore del mare e futuro jarl!» esclamò la madre tirando su con il naso. «Sapevo che le Norne avevano in serbo per lei un futuro speciale.» Hrolf bevve un altro sorso di birra insipida. «Vostra figlia non ha obiezione alcuna? Ci siamo detti appena due parole.» Di nuovo, l'uomo e la donna si scambiarono un rapido sguardo. «Blodvin è piuttosto timida» dichiarò il Sanguinario dandosi un colpo sul petto ed emettendo un sonoro rutto. «Ma sarà una moglie ideale. Ha trascorso anni a cucire il suo corredo. Sa tutto quel che occorre sapere per governare una casa e i bambini la adorano. Quando saprà che ci siamo accordati su questa unione, non vedrà l'ora di andare incontro alla sua notte di nozze.» Ogni fibra del suo corpo lo incitava a procedere con la massima cautela, ma Hrolf non vedeva ragione alcuna per sospettare qualche difetto nella ragazza. «Nessuno meglio di voi può conoscere le intenzioni di vostra figlia.» Il leggero scricchiolio di una porta lo fece irrigidire. Istintivamente, la sua mano afferrò l'elsa del pugnale. Tuttavia, né il Sanguinario né la moglie parvero far caso 17
a quel suono. Hrolf si sforzò di lasciare andare la tensione che gli irrigidiva le spalle. Aveva vissuto troppo a lungo tra guerrieri e razziatori, dove ogni suono improvviso poteva essere il segnale di un attacco nemico. «Mi farebbe piacere essere presentato con le dovute forme a vostra figlia, prima di sigillare l'accordo.» Inclinando il capo, Hrolf aggiunse: «Solo per riguardo nei suoi confronti. Sono certo che sia tale e quale a come voi me l'avete descritta». «Valla a prendere, moglie. È il momento buono.» Il sorriso del Sanguinario si fece ancora più ampio. «Vedrai con i tuoi occhi che ho detto il vero, Hrolf cavaliere dei mari. E domani sera, avrai una sposa a scaldarti il letto.» La moglie dell'uomo fece un rapido inchino, ma Hrolf colse un guizzo nervoso della sua palpebra destra. «Blodvin ha atteso con ansia che giungesse questo giorno» dichiarò prima di scappar via dalla stanza. Hrolf decise che ne aveva abbastanza della conversazione alquanto limitata del Sanguinario e si alzò, dirigendosi verso la minuscola finestra. Fuori, nella luce del crepuscolo, intravide due sagome avvolte nei mantelli entrare furtivamente nel cortile. Si udì il richiamo di un gufo e una delle sagome si dileguò, mentre l'altra rimaneva immobile nell'ombra, con fare sospetto. Pochi istanti dopo, un grido di donna echeggiò attraverso la stanza. Hrolf snudò la spada. «Marito mio! Blodvin è fuggita dalla sua camera!» «L'ho chiusa io stesso nel granaio dopo che ha saputo del matrimonio!» tuonò il Sanguinario. «È l'ultima volta che le permetto di comportarsi in questo modo! Dovrà obbedirmi.» «Volete che vada a controllare se la mia futura sposa è ancora nel granaio?» chiese Hrolf in tono mellifluo. Gli dei erano dalla sua parte in quell'impresa. Sayrid 18
lasciò andare il fiato che aveva trattenuto per tutto il tragitto tra il fiume e la fattoria. L'intero cortile era immerso nel silenzio, a parte un leggero rumore proveniente dal granaio. Il Sanguinario era molto prevedibile nella scelta dei suoi nascondigli e Sayrid era certa che Blodvin fosse rinchiusa là dentro, lamentando a gran voce la propria sorte. «Blodvin. Sono Sayrid. Potresti star zitta mentre cerco di aprire questa porta? Non riesco a concentrarmi.» «Sayrid! Cosa ci fai tu qui?» «Regin ha ricevuto il messaggio con la tua richiesta d'aiuto» spiegò l'altra, lottando per far scattare il chiavistello. «Le tue suppliche sono state esaudite.» «Mio padre sta per farmi sposare Hrolf Eymundsson. Li ho uditi confabulare la scorsa notte e ho avuto appena il tempo di affidare quelle due righe alla mia Tove prima che mi rinchiudessero qui. Hrolf è un vecchio pirata! Portami via di qui, ti prego!» Sayrid fece leva sul chiavistello con tutte le proprie forze e finalmente riuscì a farlo scattare. «Ecco, se lo vuoi, sei libera di fuggire verso una nuova vita.» La ragazza si slanciò fuori e serrò Sayrid in un abbraccio. «Sarò per sempre una tua fedele seguace se riuscirai a portarmi via da qui. Vogliono farmi sposare prima del prossimo storting, in modo che pa' disponga del denaro necessario a saldare i suoi debiti entro quella data. Hrolf il cavaliere dei mari ha accettato di pagare il doppio di quello che avreste offerto voi. Ci pensi?» Sayrid si sciolse da quell'abbraccio eccessivamente familiare, sentendosi troppo alta e goffa accanto all'esile Blodvin. «Ho già mandato qualcuno a chiedere che l'assemblea si riunisse d'urgenza.» «Sei troppo buona con me» dichiarò Blodvin sospirando profondamente. «Ma dov'è il mio amato? Dov'è Regin?» Sayrid indietreggiò di un passo e senza avvedersene 19
diede un calcio a un secchio, rovesciandolo. Perché mai, si chiese, quando era capace di guidare i suoi uomini in battaglia senza mai sbagliare una mossa, in compagnia di altre donne pareva invece destinata a commettere stupidi errori? Blodvin si coprì la bocca costernata, mentre il secchio rotolava via. «Andiamo!» ordinò Sayrid afferrandola per un braccio. «Regin ti sta aspettando presso il fiume con una barca a remi e ti condurrà a bordo della nostra nave. Io mi occuperò del resto.» Blodvin tentò di sbirciare oltre le spalle di Sayrid. «Ma Regin è con te? Il mio amato, colui che ha giurato di difendermi a costo della vita?» Sayrid represse una smorfia di disprezzo. Aveva dimenticato quanto svenevolmente stucchevole fosse Blodvin. L'innamoramento era decisamente uno stato che non aveva alcuna ansia di provare. «Regin ti ama molto» dichiarò in tono burbero. «Ma io intendo evitare che tuo padre si procuri la sua pelle per appenderla sulla porta del granaio.» Blodvin si morse il labbro. «Desideravo che fosse il mio futuro sposo a salvarmi...» «Scegli: o vieni con me, e sposi Regin, oppure ti lascio qui.» «Vengo con te! Volentieri!» esclamò l'altra prendendo sottobraccio Sayrid. «Diventeremo sorelle e non m'importa quello che gli altri dicono di te. Mi stai salvando da un destino peggiore della morte.» Sayrid emise il richiamo del gufo e subito Regin rispose allo stesso modo. Sayrid si sentì sollevata, tutto procedeva secondo il suo piano. «Ecco il segnale. Regin ti sta aspettando.» Avevano appena svoltato l'angolo dell'edificio quando un grido di donna lacerò l'aria. Blodvin si arrestò, irrigidendosi. «Hanno scoperto la mia fuga. Siamo spacciati!» 20
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Sono realmente esistite le skjaldmær, o vergini guerriere? Le opinioni degli storici differiscono. Per molti anni si è ritenuto trattarsi di figure puramente fittizie, data anche la scarsità di armi rinvenute nelle sepolture femminili. Sino a poco tempo fa, tali ritrovamenti venivano interpretati come doni o si tendeva ad attribuire loro una valenza simbolica. Personalmente, ritengo che gli studiosi responsabili di questa interpretazione fossero uomini. Perché la stessa arma dev'essere vista come un oggetto di uso quotidiano, se associata a un uomo, e come accessorio inutilizzato quando si tratta di una donna? La maggior parte delle armi rinvenute nelle sepolture femminili è del tipo da lancio. Si tratta cioè di armi che non richiedono una grande forza muscolare per essere efficaci e io sono convinta che fossero effettivamente utilizzate dalle donne. Alla luce di studi recenti, si è cominciato ad accettare l'ipotesi che alcune donne abbiano prestato servizio come guerriere. Malgrado la presenza di valchirie e skjaldmær fra i personaggi di alcune saghe, i riferimenti a donne guerriere contenuti in fonti storiche affidabili sono molto scarsi. Uno di essi, tuttavia, è di notevole interesse in quan274
to si tratta della descrizione di una campagna condotta da Costantinopoli contro i Rus scandinavi nell'anno 970, in cui è menzionata la presenza, fra i guerrieri Rus, di alcune donne armate e fornite di corazza. Un altro riferimento ci viene dall'Irlanda ed è contenuto nel Cogadh Gaedhel re Gallaibh, in una lista delle flotte vichinghe che attaccarono il Munster nel X secolo. L'ultima flotta menzionata apparteneva a una certa Inghen Ruaidh, o Fanciulla Rossa, di cui però non ci sono giunte altre notizie. Nelle saghe, quando una skjaldmær si sposava, riponeva le vesti maschili e si dedicava alla vita domestica, trasformandosi generalmente in una sposa modello. Vengono tuttavia narrati anche i problemi che queste guerriere dovevano affrontare, il principale dei quali era la mancanza di rispetto. Data la mancanza di fonti primarie contemporanee è improbabile che si riesca a scoprire la verità. Ma è sempre stimolante potersi abbandonare alle congetture.
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Un'ereditiera da sposare SARA BENNETT LONDRA, 1837 - Averil decide che sposerà il bel Conte di Southbrook. Lui è invece alla ricerca di una moglie ricca e Lady Martindale sembra la soluzione ideale. Ma forse...
Incontro di primavera ANNE GRACIE INGHILTERRA, 1817 - L'incontro con Zach Black sconvolge le certezze di Jane Chance. Ma vale la pena di rinunciare alla sicurezza per ciò che l'uomo le offre in cambio?
La sposa guerriera MICHELLE STYLES SVEZIA, 830 d.C. - Hrolf è riuscito a sconfiggere la bellissima Sayrid e si è aggiudicato il diritto di sposarla. Ma conquistare quella moglie riluttante sembra la sfida più grande.
Le fantasie di una giovane inglese BRONWYN SCOTT CARAIBI, 1836 - Bryn Rutherford è appena arrivata ai Caraibi con l'idea di vivere avventure peccaminose. E il capitano Chris Sherard sembra l'uomo destinato a soddisfarle...
Passione tra le dune LAURA MARTIN
EGITTO, 1830 - Emma Knight va in Egitto alla ricerca della Tomba di Telarti. L'affascinante Sebastian Oakfiel è la migliore guida sul campo... anche nel farle scoprire la passione!
Il principe e la ladra KAREN HAWKINS
SCOZIA, XIX SEC. - Rimasta vedova, Lady Murian è costretta a vivere come una fuorilegge. Quando rapina Max Romanovin, Principe di Oxenburg, però, è lui che le ruba il cuore...
Equivoci d'amore ELIZABETH BOYLE
INGHILTERRA, 1810 - Daphne Dale sta per conoscere il suo sconosciuto amante di penna. Ma si ritrova vittima del fascino enigmatico di Henry Seldon, suo nemico giurato.
Faida scozzese TERRI BRISBIN
SCOZIA, XIV SEC. - Bandito dal clan, Brodie ha un solo modo per riabilitarsi: rapire Arabella, figlia del laird nemico. Anche a costo di mettere in pericolo il proprio cuore...
Dall'1 aprile
I bestseller della narrativa storica, le autrici più prestigiose. Inconfondibili. Inghilterra - Scozia, 1837.
Siete pronte per incontrare Henrietta Cynster, conosciuta a Londra come la scombina-matrimoni? Un’attrazione irresistibile, una sorpresa inaspettata...
UN NUOVO CAPITOLO DEDICATO ALLA SAGA DELLA FAMIGLIA CYNSTER. “Intrigante e sensuale.” Chicago Tribune
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