Lady Scarlet di Viviana Giorgi

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VIVIANA GIORGI

Lady Scarlet


The Scarlet Lady © 2022 Viviana Giorgi Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2022 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Storici Seduction giugno 2022 Questo volume è stato stampato nel maggio 2022 da CPI Black Print, Spagna, utilizzando elettricità rinnovabile al 100% I GRANDI STORICI SEDUCTION ISSN 2240 - 1644 Periodico mensile n. 142 del 15/06/2022 Direttore responsabile: Sabrina Annoni Registrazione Tribunale di Milano n. 556 del 18/11/2011 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distribuzione canale Edicole Italia: m-dis Distribuzione Media S.p.A. Via Carlo Cazzaniga, 19 - 20132 Milano HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano


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Londra, 29 marzo 1821, mattina Residenza di Lord Cumberlane, Kensington Quella mattina Lord Sebastian Cumberlane, Visconte Stafford, erede del Duca di Malloreugh, era spiacevolmente irritato. Più che irritato, furioso. Per due fastidiosi, imprevedibili motivi. Il primo. L'aristocratico, illustre nome di Sua Signoria, seguito da titolo e casato, spiccava nella pagina mondana dell'Evening fra gli invitati al ballo di Lady Steinfeld. Particolare che avrebbe potuto essere anche trascurabile se Ton sur ton, la nuova rubrica scandalistica del giornale, non avesse con tanta deprecabile e irrispettosa ironia rivelato particolari scottanti sull'ultimo affair sentimentale del visconte più corteggiato e schivo di Londra. Nonostante non si facesse apertamente il suo nome né quello della sua amante, non era difficile indovinare chi fosse il lord in questione. E che dire della caricatura che accompagnava l'articolo? Cumberlane ne analizzò ogni tratto con meticolosa attenzione. Per quanto evidente fosse la sua somiglianza con l'uomo rappresentato nella vignetta, lui certo non aveva quel naso! Tantomeno quel ghigno da predatore. Chiunque fosse il responsabile di tale affronto, quella Miss Sharpy Spinster, una zitella decisamente acida, prima 5


o poi ne avrebbe pagato le conseguenze! Non immaginava neppure, quella impudente, se poi era davvero una donna, come fosse pericoloso sfidare un Cumberlane! Per quanto inviperito, Sua Signoria si concesse un sorriso. A osservarla bene, quella caricatura non era poi così male, e l'ironia con cui era scritto l'articolo sarebbe stata decisamente apprezzabile se solo non fosse stato lui a esserne il bersaglio. Al diavolo l'articolo, il suo autore e la sua amante, Lady Runston. Che non valeva la seccatura di uno scandalo. Né quella di un duello con quel brav'uomo di suo marito. Imprecando apertamente, Sebastian pensò a come porre rimedio a quella spiacevole situazione. Farsi lasciare da Catherine Runston non sarebbe stato poi così difficile e gli avrebbe evitato spiacevoli, imbarazzanti conseguenze. Pianti e scenate. Fiumi di parole e incontri imbarazzanti. E poi, nonostante tutto, come avrebbe potuto pensare a un'altra donna, ora? Sempre più irritato, Sebastian prese l'Evening, lo appallottolò e lo scagliò dall'altra parte della camera. Avrebbe fatto presto, molto presto, una visita di cortesia al direttore di quel foglio da strapazzo e se avesse avuto la fortuna di incontrare quella Spinster... Il suo pugno destro si abbatté pesante sul tavolo della colazione, facendo tintinnare pericolosamente porcellane finissime, cristalli e posate d'argento. Del caffè schizzò sulla tovaglia di broccato. E come se tutto ciò già non fosse stato abbastanza... «Di umore nero questa mattina, milord?» La voce di Ray, da più di dieci anni suo fedele valletto, per non dire amico e confidente, lo raggiunse, sarcastica come sempre. Sebastian evitò di alzare lo sguardo sul servitore, sicuramente gongolante in un'espressione di scherno e, per non dargli soddisfazione, si astenne dal rispondergli come si sarebbe meritato. 6


Concentrandosi sulla prima pagina del Times, si limitò a porgergli la tazza per farsela riempire di caffè. Ray sollevò la caffettiera d'argento dal vassoio. «Presumo che siano state le rivelazioni dell'Evening ad avervi infastidito, milord...» Il tono dell'uomo era sempre più canzonatorio. Versò il caffè. «Se ci tieni a vivere, sparisci.» La risposta avrebbe spaventato chiunque, ma non Ray. «Non desiderate controllare la posta, questa mattina, signore?» Con fare cerimonioso quanto sarcastico sistemò di fronte a Cumberlane un vassoio d'argento straripante di lettere. «Devo aprirvi le buste, milord?» «Spa-ri-sci!» «Come de-si-de-ra-te, milord.» Sebastian lo sentì ridacchiare mentre usciva dalla camera, e si concesse un altro sorriso. Diede uno sguardo frettoloso alla posta, e poi si dedicò al Times, sorseggiando il caffè. La prima pagina era interamente dedicata alla rinascita di Londra e al brillante progetto architettonico di John Nash nel quale egli stesso aveva investito parte dei suoi capitali. Strade e piazze e palazzi nuovi, compreso quello del Reggente, avrebbero presto trasformato Londra in una nuova città, moderna ed elegante. Degna capitale della nazione più potente del mondo. Pur sforzandosi di concentrarsi sulla lettura dell'articolo e sui vantaggi che la rivoluzione architettonica avrebbe recato al futuro del regno, Sebastian si ritrovò a pensare al secondo motivo che quella mattina l'aveva reso tanto irascibile e nervoso. O meglio, insicuro e tremante, come un adolescente infatuato. Il secondo motivo aveva occhi verdi, capelli neri e labbra dannatamente invitanti. Emettendo un suono gutturale e leggermente ridicolo, 7


Sebastian si ritrovò a immaginare come, se solo avesse potuto, avrebbe accarezzato quelle labbra con un tocco leggero delle dita, come le avrebbe sfiorate prima e poi coperte con la sua stessa bocca, fino a quando non si fossero dischiuse per rispondere ai suoi baci, fino a quando non fossero diventate gonfie e umide di desiderio e di passione. Un pensiero indubbiamente inopportuno, a quest'ora del mattino, milord! Quelle labbra appartenevano a Madeline. Madeline, che avrebbe potuto essere sua, se solo le avesse detto di sì, otto...? No, dieci anni prima. Madeline, a cui avrebbe potuto insegnare ogni cosa, ogni cosa, se solo allora non fosse stata una ragazzina. Madeline che, da quella notte, era sempre rimasta nei suoi pensieri, e soprattutto nelle sue fantasie. Madeline, che se ne era andata silenziosa come una brezza leggera, ed era ricomparsa nella sua vita come un uragano. Madeline, che ora doveva essere sua. Sebastian si rese conto di stare sudando e di essere sconvenientemente eccitato. Decise che una salutare visita da Jackson's, dove avrebbe potuto tirar pugni senza sollevare sospetti, lo avrebbe aiutato a non pensare alle labbra di Madeline. E al suo corpo. E ai suoi occhi. E al suo profumo, che gli era rimasto addosso da quando l'aveva rivista al ballo di Lady Steinfeld. E dopo essersi sfogato da Jackson's, avrebbe fatto visita a Madame De Morissay che lo avrebbe affidato alle cure di una delle sue fantastiche... Una cortigiana? Non voleva una cortigiana. Non voleva nessuna. Se non Madeline, Lady MacColey, come qualcuno si ostinava a chiamarla. Un sano, virile desiderio?, si chiese. No, molto di più. 8


Un'ossessione. Una minaccia, un pericolo, una sciagura per il tranquillo trantran della sua impegnata e meticolosa esistenza. Sua Signoria ebbe uno scatto d'ira. E il Times raggiunse l'Evening, terminando precocemente e con poca gloria la propria quotidiana esistenza. Londra, residenza di Lady Surtees, Grosvenor Square. Lo stesso giorno Seduta alla scrivania della biblioteca, Madeline fissava il ramo di un olmo, un punto indistinto del giardino che sorgeva al centro di Grosvenor Square. La finestra offriva una splendida vista sull'elegante piazza londinese, dove ormai da mesi viveva ospite di Lady Surtees. Grande amica di sua nonna, l'anziana nobildonna aveva mantenuto il piglio battagliero di un tempo e, con l'autorità e l'abilità tattica di un generale, le aveva restituito la vita portandola con sé a Londra. Un brivido corse lungo la schiena di Madeline. Una reazione involontaria che sempre accompagnava il ricordo del freddo e della solitudine che avevano accompagnato i suoi dieci anni di vita in quella selvaggia terra del nord che la gente chiamava Northumberland. Dove aveva vissuto da reclusa sino alla morte di suo marito. Da prigioniera, dopo. Povero Nigel! Non era stato un cattivo marito. Di fatto, non era stato un marito. Troppo vecchio per lei, troppo malato. E troppo ingenuo. Il suo totale disinteresse per gli aspetti pratici della vita, nonché il suo totale egocentrismo, lo avevano reso succube del fratellastro più giovane, un uomo pericoloso, avido e intrigante, capace di tutto pur di accaparrarsi il titolo e le proprietà di famiglia. Proprietà che comprendevano, a suo giudizio, anche lei. 9


Come se fosse stata un terreno, un mobile, una cavalla da montare. In ogni senso. Madeline rabbrividì di nuovo, questa volta ripensando a suo cognato William, l'attuale Lord MacColey. Alla sua voce, che la invitava a cedere alle sue proposte oscene, alla sua arroganza, che le consigliava di non resistergli. Al modo brutale in cui voleva costringerla a legarsi a lui. A rimanere con lui. È al tuo bene che penso, Madeline. Al tuo futuro. Con le mani che le tremavano, scacciò l'odiosa immagine del nuovo padrone di Timberleigh e tornò al suo strumento di lavoro. Alla penna di Miss Sharpy Spinster che feriva più di una spada. Perché lei, Madeline MacColey, era Sharpy Spinster, la zitella di cui tutta Londra parlava. Tutto era cominciato per caso, come spesso comincia. Di ritorno da un ricevimento particolarmente irritante, si era seduta esausta allo scrittoio e aveva buttato già qualche nota, ironizzando sul ton e sulle sue abitudini. Lo scritto, corredato da un paio di caricature azzeccate, era arrivato sul tavolo dell'editore dell'Evening. Lo stesso editore che da anni pubblicava a puntate i romanzi, per di più di genere gotico, che Madeline scriveva in gran segreto, con il nom de plume La Rosa Nera. Scrivere l'aveva salvata. Da una vita infelice. Da un marito anziano ed egoista. Da un cognato perverso e violento. E dal ricordo di Sebastian. Quando l'editore dell'Evening le aveva proposto di fare del suo articolo una rubrica settimanale sul ton, lei aveva accettato con entusiasmo. Così era nata Ton sur ton. La rubrica era già un successo e non c'era nobile o borghese che non la divorasse. L'aristocrazia adorava Ton sur ton e si interrogava sulla misteriosa Miss Spinster. 10


Con garbo, stile leggero e frizzante ironia, Madeline scriveva di balli e abiti sfarzosi, di amori e tradimenti, ma anche delle molte ingiustizie che pesavano sulla parte più debole della società. Dal mero pettegolezzo era capace di far trasparire realtà spesso crudeli e intimamente ingiuste. Che potevano rovinare una vita. Che avevano rovinato la sua. Se le parole velate di sarcasmo e di mondana leggerezza della indomita Miss Spinster avessero suscitato in una sola delle giovani donne a cui lei si rivolgeva il desiderio di capire prima di obbedire, lo scopo di Madeline sarebbe stato raggiunto. Gli ultimi dieci, soffocanti anni della sua vita riscattati. Due erano le regole che Madeline seguiva rigidamente: lavorare con discrezione e tenere a debita distanza gli uomini. Era la seconda regola a preoccuparla maggiormente. Perché una giovane vedova, sola e in apparenza disponibile, risvegliava in ogni maschio adulto l'istinto deprecabile del predatore. Lo stesso desiderio di possesso che aveva visto brillare anche negli occhi di Sebastian. Presuntuoso, insopportabile, arrogante. Sebastian. Bellissimo, affascinante, desiderabile. Le era bastato un incontro casuale e l'insana passione per quell'uomo si era riaccesa, ancora più prepotente. Per quello stesso uomo che, rifiutandola, l'aveva condannata a dieci anni di infelicità. Di prigionia. Di umiliazioni. Madeline depose la penna. Attraenti pensieri di vendetta si rincorsero nella sua mente, mentre un sorriso compiaciuto le si dipingeva sulle labbra. Si alzò dalla scrivania e si stiracchiò come... una gattina. Così lui l'aveva chiamata quella indimenticabile notte di dieci anni prima. Quando, dopo i baci e le carezze, l'aveva rifiutata. 11


Gattina! Le aveva detto no. Qualsiasi altro uomo non si sarebbe fatto scrupoli, avrebbe preso ciò che gli veniva offerto senza pensarci due volte. Non Sebastian. Me la pagherai, prima o poi!, gli aveva urlato lei fra le lacrime. E il poi era finalmente diventato ora. Ci aveva pensato Sharpy Spinster a vendicarla. E l'irreprensibile Visconte Stafford era finito sulle scandalose pagine dell'Evening.

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Guida scandalosa per signorine

EVA LEIGH LONDRA, 1818 - A seguito dell'ennesimo scandalo, Kieran Ransome riceve dal padre un ultimatum: o troverà una moglie rispettabile o non erediterà nulla. Essendo una delle più amabili canaglie di Londra, però, lui non conosce nessuna donna adatta allo scopo. O forse sì?

Lady Scarlet

VIVIANA GIORGI INGHILTERRA, 1821 - Dopo la morte del marito, Madeline Benton incontra Lord Sebastian Cumberlane, il suo primo amore, ma non vuole perdere la liberà. Sebastian, da parte sua, con un sapiente corteggiamento e la sottile arte della seduzione, spera di condurla infine all'altare!

Le doti segrete di una lady

MEGAN FRAMPTON LONDRA, XIX SEC. - Thomas Sharpe è bello, di ottimi natali e senza un soldo. Per salvare la famiglia dall'indigenza, l'unica possibilità è che sposi un'ereditiera. Lady Jane è indipendente, timida e senza un soldo e decide di aiutare Thomas. Ma al cuore, e ai sensi, non si comanda.

Un seducente viaggio con il lord ELLA QUINN

LONDRA, 1818 - Lady Augusta Vivers è certa che il matrimonio porrebbe fine ai suoi studi e le impedirebbe di viaggiare. Finché incontra Lord Phineas Carter-Wood, che ha girato per il mondo e deve solo dimostrarle che sono l'amore e la passione le avventure più seducenti.


Quattro settimane di passione

MEGAN FRAMPTON INGHILTERRA, XIX SEC. - Octavia rivendica la propria eredità, ma Gabriel Fallon dice che suo padre ha vinto la casa con una scommessa, quindi le propone un patto: quattro settimane per capire a chi appartenga davvero. Ma le lunghe serate passate assieme si trasformano presto...

Sedotta dal nemico

SARAH RODI BRITANNIA, 821 - Svea è una guerriera vichinga che si ritrova in fuga con un sassone, Lord Ashford Stanton. La sua gentilezza e il suo rispetto la confondono. Il suo fascino la infiamma, ma nessun addestramento l'ha preparata a desiderare il tocco eccitante del suo peggior nemico.

Le tentazioni di un'ereditiera

HARPER ST. GEORGE INGHILTERRA, 1875 - La ricca ereditiera americana Violet Crenshaw ha intenzione di fuggire da Londra e dal matrimonio che i genitori hanno combinato per lei e fare la scrittrice. E il Conte di Leigh decide di scortarla e sfruttare così ogni momento per convincerla a sposarlo.

L'allieva di Casanova JOSEPHINE DUBOIS

VENEZIA, 1756 - La sensuale Lucrezia, decisa a scoprire dove si nasconda l'uomo che da sempre desidera, Giacomo Casanova, vaga tra bische clandestine e teatri non autorizzati dalla Serenissima. E lì la sua strada si intreccia con quella del misterioso e affascinante Jacopo...

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