Londra, 1822 - L’amore, quello vero, vale la pena di rischiare il più più grande scandalo di tutti i tempi? Lord Tristan Burke pensa proprio di sì…
Inghilterra, 1850 - Un uomo senza scrupoli, una donna che riesce a tenerlo in pugno. Sembrano essere agli antipodi, ma forse sono uno la salvezza dell’altro.
Francia, 1175 - Segnata dal dolore, Lady Rowena si è ritirata in convento, decisa a donare la propria vita a Dio, finché Sir Eric de Monfort, fedele uomo del padre, non la rapisce, cambiando per sempre il suo destino.
Londra, 1852 - Lady Catherine Mary St. Clair è la musa di un famoso pittore… lui non sa la sua vera identità, ma cosa succederà quando il dipinto che la ritrae verrà esposto pubblicamente?
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QUELLO CHE LE LETTRICI VOGLIONO. Questo mese per voi...
IL GRANDE RITORNO DI SARAH MORGAN. QUANDO IL DESIDERIO DIVENTA TROPPO FORTE È IMPOSSIBILE CAPIRE SE UN ACCORDO NATO PER VENDETTA SIA IN REALTÀ…
AMORE.
“Adoro quest’autrice, i suoi romanzi sono romantici e passionali allo stesso tempo.” Goodreads Review
Amata per i suoi personaggi realistici, si è aggiudicata numerosi riconoscimenti come il Romantic Times Career Achievement Award.
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“Un romanzo dolce e ricco di sentimento.” Amazon Reviews
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Lynda Aicher
Lasciati prendere
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Shattered Bonds: Book Seven Of Wicked Play Carina Press © 2014 Lynda Aicher Traduzione di Alessandra De Angelis Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2016 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Passion maggio 2016 HARMONY PASSION ISSN 1970 - 9951 Periodico mensile n. 112 del 12/05/2016 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 71 dello 06/02/2007 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano
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«Ciao, e grazie di tutto, Vi.» Vivian Delcour abbracciò la sorella. Vanessa si staccò da lei, e quel movimento fece ondeggiare i suoi lunghi e splendenti capelli neri, che catturarono la luce dei faretti. «Basta con i ringraziamenti!» protestò. «Sai che farei qualsiasi cosa per te, Liv.» Liv... Quel nomignolo era l'abbreviazione di Little V, perché Vivian era la sorella minore di Vanessa. Tutti la chiamavano così sin da piccola, e a lei non dispiaceva. Le sembrava che Liv le si addicesse di più del serioso Vivian, e non la infastidiva che si riferisse al fatto che Vanessa era la più grande delle due, perché sua sorella esprimeva la propria autorevolezza in maniera molto naturale. «Anche io» annuì. Si guardò intorno nell'ufficio privato adiacente alla sala del ristorante. Nella stanza c'erano dodici persone che conosceva solo da poco, ma con le quali aveva stabilito subito un legame di grande confidenza, fiducia e familiarità, come se fossero amici da anni. In realtà era stata Vanessa a coinvolgerli nell'iniziativa benefica organizzata da Liv, ma tutti si erano prestati di buon grado a dare una mano per l'ottima riuscita della fiera di fine estate che si era svolta presso il centro giovanile gestito da Liv. Da allora erano trascorsi due mesi, e Liv non cessava ancora di meravigliarsi per l'impegno che quelle persone avevano profuso 5
soltanto perché Vanessa aveva chiesto il loro contributo. Quella sera Liv aveva deciso di assistere all'incontro dei Glaciers e di organizzare una piccola festa nel dopopartita in segno di ringraziamento. «Quello che non capisco è perché tu non mi abbia mai presentato nessuno dei tuoi amici» osservò. Sua sorella scrollò le spalle e distolse lo sguardo, posandolo su Holden Hauke, giocatore di hockey professionista che faceva parte della squadra dei Minnesota Glaciers. Lui e Vanessa stavano insieme, ma sua sorella le aveva tenuta nascosta la loro relazione fino a poco tempo prima. «Non c'è mai stato un motivo particolare, a dire il vero.» «Comunque sono delle persone eccezionali, nessuna esclusa» ammise Liv, sforzandosi di non far trapelare il rammarico per il riserbo di sua sorella. In fondo Vanessa era sempre stata molto schiva, e Liv era contenta di vedere che si era finalmente aperta a una cerchia di amici. «Non riesco ancora a credere che tu conosca Cici Norton, cioè Quinn Andrews. Non me ne hai mai parlato!» bisbigliò, occhieggiando con stupore e ammirazione la bella bionda dal fisico minuto. «Sportivi famosi e celebrità televisive... Mi manca solo di scoprire che conosci anche Brad Pitt!» Vanessa fissò intensamente la sorella. «Non dirlo in giro» le raccomandò. «Quinn e Marcus cercano di essere molto discreti e non amano farsi notare.» «Sì, l'ho capito» la rassicurò Liv. «Non farò gossip, non preoccuparti.» «Lo so, ma, come immagini, non era una notizia che spettava a me divulgare.» Liv annuì. Non le serbava alcun rancore neanche per questo. «Sei sicura di non aver bisogno di un passaggio per tornare a casa?» Holden si stava avvicinando, e Vanessa tese il braccio per prenderlo per mano. Il robusto sportivo era diventato 6
come un fratello per Liv, quando aveva trascorso parecchio tempo al centro giovanile come volontario, durante l'estate. «Sicurissima.» Liv cercò con lo sguardo Noah Bakker che era dall'altra parte della stanza, ma non le fu difficile individuare tra i presenti l'uomo alto e bruno, dall'aria severa. «Noah si è gentilmente offerto di farmi da autista, stasera.» «Mi raccomando, avvertici appena avrai deciso di acquistare una nuova macchina» le ricordò Holden. La settimana prima la sua carretta l'aveva abbandonata definitivamente. Da anni Vi insisteva per regalarle un'auto nuova, ma l'orgoglio di Liv le impediva di accettare il dono. Aveva cercato di sfruttare la sua finché aveva resistito, in attesa di trovarne un'altra che potesse permettersi di comprare. Ignorando l'osservazione di Holden per evitare di imbarcarsi in una lunga ed estenuante discussione, lo salutò con un abbraccio. «Stammi bene, e grazie di tutto. I ragazzi ti adorano, lo sai.» «Passerò a trovarli presto.» I ragazzini del centro giovanile erano diventati tutti tifosi accaniti dei Glaciers dopo aver avuto la possibilità di conoscere diversi giocatori, alla fiera di fine estate. Liv sperava che la dirigenza della squadra tenesse fede alla promessa di donare dei biglietti, in modo che potessero assistere a una partita, durante il campionato. Marcus si avvicinò al terzetto insieme a Quinn. «State andando via?» chiese a Holden e a Vanessa. «Sì, non vorrei far tardi. Domani gioco» rispose Holden. «Usciamo con voi. È ora della poppata» annunciò Marcus, guardando Quinn. I due erano diversi come il giorno e la notte, non solo perché Marcus era molto più alto di lei, ma perché i suoi capelli corvini erano in netto contrasto con la chioma biondo platino di Quinn. 7
Lei sollevò al cielo gli occhi azzurri con aria rassegnata. «A dire il vero, sono io ad aver bisogno di allattare Blake» precisò con una smorfia, premendo una mano sul seno gonfio e dolente. Avevano un bel maschietto di tre mesi, e cinque ore tra una poppata e l'altra erano evidentemente troppe sia per la madre sia per il figlioletto. Una volta rimasta sola, Liv lanciò un'occhiata in direzione di Noah, poi decise di seguire la raccomandazione di Vanessa. Sua sorella, in passato, l'aveva ammonita a tenersi lontana da lui. Liv si era stupita, perché Noah non aveva mai dimostrato il minimo interesse nei suoi confronti. Da quando aveva cominciato a frequentare il centro come volontario, a luglio, aveva sempre avuto un atteggiamento educato e impersonale nei suoi confronti. Aiutava i più grandicelli con i compiti, soprattutto di matematica, e il suo aiuto era prezioso, perciò Liv non voleva rischiare di rovinare tutto tentando un approccio con lui. «Posso unirmi a voi?» chiese alle altre tre donne che erano sedute intorno a un tavolo, mentre gli uomini discutevano di pallacanestro davanti al televisore. «Accomodati» la invitò Cali, indicandole la sedia vuota. Bionda ed elegante come sempre, indossava un twin set rosa e sfoggiava un delicato girocollo d'argento che non toglieva mai. «Stavamo parlando dei vantaggi di essere tifosi di hockey. Non è male qui, vero?» Liv annuì con una risata e si sedette. «Come va il centro?» le domandò Kendra, la più riservata e taciturna delle tre. Non era un tipo espansivo, ma aveva conquistato immediatamente Liv dimostrando una pazienza infinita con i ragazzini, tanto che le aveva spesso chiesto consiglio, sapendo che in passato aveva lavorato in una scuola come psicologa. «Bene» rispose Liv. «Durante l'anno scolastico, ovviamente, le attività rallentano.» «Invece per me è l'esatto contrario» osservò Kendra con 8
una risatina, muovendo la mano. Il gesto fece risplendere il bell'anello all'anulare della sinistra quando fu colpito dalla luce. Kendra era fidanzata con Deklan, che intimidiva tutti con i suoi modi bruschi e i lineamenti virili, anche per il taglio cortissimo di capelli, da militare, ma Liv aveva notato che la sua espressione si addolciva invariabilmente ogni volta che guardava Kendra. «Hai ancora i miei biglietti da visita, o devo dartene altri?» le domandò Allie, piegandosi verso Liv. «Ne ho dato qualcuno in giro, ma ne ho ancora, grazie» le rispose, sorridendo con gratitudine. Era rimasta molto colpita dalla generosità di Allie, che era avvocato e le aveva offerto il suo patrocinio gratuito per famiglie bisognose che potevano aver bisogno di consulenza legale. «Non mi ha ancora contattato nessuno» commentò Allie, scostando una ciocca di capelli ricci e scuri dietro la spalla, poi incrociò le braccia, aggrottando la fronte. «Chi vive in quella zona nutre un certo scetticismo nei confronti di qualsiasi cosa non si paghi» le spiegò Liv. Allie arricciò le labbra, pensosa, poi annuì. «Forse dovrei venire al centro a farmi conoscere, per dimostrare che faccio sul serio.» Liv continuava a essere stupita dalla generosità di quelle persone che non conosceva ancora bene, ma sapeva di non potersi fare scrupoli. Qualsiasi offerta di aiuto era bene accetta. «Magari! Possiamo sentirci la prossima settimana e metterci d'accordo, quando sei libera.» La festa si concluse circa un'ora dopo. Liv sorrise e nascose il proprio disappunto quando scoprì che Vi aveva pagato il conto delle consumazioni al bar, prima di andarsene. Conoscendo sua sorella, sapeva che sarebbe stato inutile insistere per rimborsarle quello che aveva speso. Il suo intento era stato di offrire lei la festa a tutti per ringraziarli del loro contributo al centro giovanile, ma Vi l'aveva preceduta, anche se gli altri non lo sapevano. Comunque 9
era tardi e non aveva voglia di chiamare Vanessa per mettersi a discutere. Era mezzanotte passata, e Liv era stanca, per cui non le dispiacque che la serata fosse finita. «Siamo stati bene» dichiarò Cali, mentre si dirigevano verso le rispettive auto. «Grazie di tutto.» «Scherzi?» Liv infilò le mani in tasca per proteggerle dalla pungente aria di ottobre. «Era il minimo che potessi fare dopo che vi siete prodigati tanto per il centro.» «La prossima volta dovremmo organizzare una serata tra donne dopo la partita» propose Allie. «Ehi, non ti bastano due uomini?» scherzò Tyler, prendendola sottobraccio. Liv rise insieme agli altri. Quando aveva saputo che Allie, Seth e Tyler avevano un ménage à trois, i tre l'avevano guardata con sospetto, aspettandosi quasi una reazione negativa da parte sua, ma Liv non aveva preconcetti riguardo alle propensioni sessuali altrui. Oltretutto era evidente che erano felici così. Anche le altre coppie del gruppo le sembravano molto unite. Considerato l'esempio negativo della sua famiglia in materia di rapporti umani e sentimentali, si era accorta di invidiare l'armonia che percepiva tra loro. «Mi bastano abbondantemente!» lo rassicurò Allie, schioccandogli un bacio enfatico. «Da questa parte, signore» intervenne Jake, guidando le tre donne leggermente alticce verso un gigantesco SUV nero, capace di contenere molti passeggeri. «Grazie ancora, Liv.» La salutò con un cenno e aprì la portiera. Cali, Allie e Kendra si accomodarono sul sedile posteriore, e Liv sorrise, commentando: «Si vede che sono molto amici». Si girò verso Noah, cercando di soffocare la fitta di invidia che provava. Aveva parecchi conoscenti, ma nessun amico intimo. «Sì» confermò Noah, che non aveva aperto bocca da quando erano usciti. Liv aspettò che aggiungesse qualcosa, ma lui fu laconico come sempre. 10
Seth li salutò agitando la mano, prima di mettersi alla guida del SUV. «'Notte!» pronunciò una voce alle sue spalle. Liv si girò e salutò Rock e Carter. «Buonanotte. Rock, ti chiamerò uno di questi giorni per chiederti spiegazioni.» Rock l'aveva aiutata ad aprire il sito Web del centro giovanile e le aveva insegnato ad aggiornarlo da sola, ma ogni tanto aveva dei dubbi. Lui annuì e alzò il pollice mentre Noah le teneva aperta la portiera della macchina. Liv salì a bordo e allacciò la cintura, lanciando un'occhiata a Noah, che si mise al volante. «Grazie del passaggio» mormorò, scossa da un brivido che imputò al freddo, perché l'inverno era alle porte. Lui inserì la retromarcia e uscì dal parcheggio, immettendosi in carreggiata dietro il SUV. «Di niente» rispose lui, gli occhi fissi sulla strada. Liv inspirò a fondo e colse una nota del suo profumo intenso e virile, elegante come i suoi abiti e la sua auto. Noah apparteneva a un ambiente molto superiore al suo, ed era decisamente più affascinante e raffinato degli atleti arroganti che Vanessa conosceva perché li rappresentava come PR. I lampioni che passavano rapidi illuminavano il suo profilo forte e volitivo con un chiaroscuro misterioso. Noah aveva il naso dritto e la mandibola squadrata, la fronte alta e i capelli mossi che sfioravano il colletto della camicia, l'unico tocco ribelle che sfidava la sofisticata compostezza del suo aspetto. Ogni volta che lo guardava, Liv non poteva fare a meno di chiedersi come sarebbe stato accarezzare quelle ciocche morbide e affondarvi le dita. Turbata, chiuse gli occhi e liberò lentamente il respiro, sforzandosi di cancellare dalla mente certi pensieri peccaminosi, perché era consapevole che sarebbe stato assolutamente inutile assecondarli. 11
Noah si era fermato al semaforo. Scattò il verde un secondo dopo che Liv aveva riaperto gli occhi, chiedendosi di cosa parlare. Avevano già esaurito l'argomento del centro giovanile durante il tragitto d'andata verso il palazzo del ghiaccio. E ora? Incerta, si buttò sull'unica informazione riguardante Noah di cui fosse a conoscenza, cioè la sua professione. «In quale ambito legale sei specializzato?» gli domandò di punto in bianco. «Diritto aziendale. Mi occupo soprattutto di contratti per piccole ditte.» Liv pensò che era un record. Probabilmente era la frase più lunga che Noah avesse mai pronunciato. «Cosa... Oddio!» esclamò, quando un pickup verde scuro tagliò improvvisamente la strada al SUV all'incrocio. Arrivato a tutta velocità, il mezzo urtò la fiancata del veicolo con un fragore assordante di lamiere. Noah frenò di colpo, e Liv tese istintivamente le mani per sorreggersi, ma rimbalzò all'indietro, bloccata dalla cintura di sicurezza, gli occhi fissi sull'incidente. La collisione proiettò il SUV di lato in uno stridio di gomme, tra il fumo e frammenti di vetro e plastica che volavano dappertutto mentre le altre vetture sterzavano bruscamente per evitarlo, suonando il clacson. Liv trattenne il fiato per l'orrore quando vide la vettura dei loro amici che si incastrava nel palo di un lampione dall'altro lato della strada, il pickup incuneato nella fiancata, restringendo l'abitacolo del SUV. Dalle lamiere contorte si levavano dense volute di fumo, i finestrini erano in frantumi e un fanalino posteriore lampeggiava, impazzito. Noah imprecò tra i denti nell'improvviso silenzio che seguì all'urto, mentre nelle orecchie di Liv risuonava ancora l'eco delle lamiere che si accartocciavano. «Oddio...» ansimò sottovoce, incredula e attonita. Le 12
batteva forte il cuore e le doleva una spalla, le mani erano scosse da tremori incontrollabili e il cervello stentava ancora a elaborare la terribile scena a cui aveva appena assistito. Investita da un'improvvisa folata di aria fredda, si girò e vide che lo sportello dal lato di Noah era aperto e che lui stava attraversando la strada di corsa con il cellulare in mano, tallonato da Rock e Carter. Rock gridava ordini, scrutando all'interno dell'abitacolo da uno dei finestrini rotti, mentre gli altri giravano intorno al SUV per stabilire l'entità dei danni e il modo in cui procedere. Carter tentò di sollevare il portellone posteriore, ma non riuscì ad aprirlo, perché era incastrato. Rock passò dall'altro lato. Liv cercò di fare dei respiri profondi per calmarsi e avvertì l'odore inconfondibile di benzina e gomma bruciata. Lo stomaco le si strinse per il terrore quando notò il lunotto posteriore chiazzato di sangue in corrispondenza di una frattura del vetro dalla tipica forma a ragnatela. Non osava pensare alle condizioni degli occupanti della vettura. Quando si girò per sganciare la cintura di sicurezza fece una smorfia per una fitta al collo, ma il dolore non era niente rispetto alla paura che l'attanagliava. Facendosi forza, aprì la portiera e si lanciò verso il SUV.
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Lasciati prendere di Lynda Aicher I PADRONI DEL PIACERE - Esiste un luogo dove tutto è possibile... Quando la vita e l'amicizia che lega i proprietari del Den, il noto club sadomaso di Minneapolis, piombano nel caos, l'avvocato Noah Bakker si mette in prima linea per affrontarne le conseguenze. Non ha un rapporto da dominatore da molto tempo ormai, né ha più partecipato a un incontro da quando una tragedia ha cambiato la sua vita quattro anni prima. Ma, essendo uno dei soci, non può scomparire come vorrebbe, soprattutto in quel momento. Proprio nel bel mezzo del caos più completo, si ritrova attratto dall'ingenua Liv Delcour. Lei, fino a poco tempo prima, non aveva la minima idea di ciò che avveniva dietro le porte chiuse del Den, ma ora che i segreti sono stati svelati è più curiosa che scioccata.
Stanotte con te di Joya Ryan Lui le darà tutto quello che ha sempre desiderato... La sicurezza che Jack Powell emana è pari solo alla sua virilità. Un'aurea di mistero che gli deriva da anni di segreti taciuti e ricordi che preferirebbe dimenticare. Lana Case ha un'innocenza che lo attira come un'ape al miele e, per questo, vuole assaggiarla almeno una volta. Lei è come una luce che rischiara il suo mondo fatto di tenebre e oltretutto sembra aver bisogno del suo aiuto per arginare la famiglia. L'unica regola? È lui a dettare le regole. Lana ha deciso di lasciarsi coinvolgere da Jack, lasciandogli il completo controllo di tutto, sebbene sia più che decisa a non svelargli il segreto che nasconde. Inaspettatamente, però, il passato di Lana li raggiunge e lei si ritrova catapultata all'età di tredici anni.
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Questo volume è stato stampato nell'aprile 2016 da Grafica Veneta S.p.A. - Trebaseleghe (Pd)