COURTNEY MILAN
Le ragioni del cuore
Immagine di copertina: Lee Avison / Trevillion Images Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Proof by Seduction HQN Books © 2010 Courtney Milan Traduzione di Matilde Lucini Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2010 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici Special luglio 2010 Questa edizione I Grandi Romanzi Storici Special luglio 2017 Questo volume è stato stampato nel giugno 2017 da CPI, Moravia I GRANDI ROMANZI STORICI SPECIAL ISSN 1124 - 5379 Periodico mensile n. 242S del 12/07/2017 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 368 del 25/06/1994 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano
1 Londra, aprile 1838 Dodici anni spesi a fare il suo mestiere avevano insegnato a Jenny Keeble che nulla, in quell'atmosfera accuratamente artefatta, andava lasciato al caso. Il fumo di legno di sandalo che si alzava ondeggiando dal braciere aggiungeva un tocco di occulto: non era eccessivo, ma era comunque esotico. Controllò automaticamente il telo di leggero cotone nero da pochi soldi drappeggiato sopra il tavolo traballante; solo l'abitudine la spinse a raddrizzare i tendaggi colorati alle pareti, comprati da qualche zingaro. Ogni dettaglio, come le ragnatele lasciate intatte agli angoli, o la garza che schermava le finestre del seminterrato e lasciava filtrare la luce del sole in maniera indiretta, suggeriva che in quella stanza la magia funzionava e gli spiriti trasmettevano saggi consigli. Era esattamente l'effetto che Jenny desiderava ottenere. Allora, perché desiderava tanto poter abbandonare il suo travestimento? Certo, la gonna a vistose strisce rosse e blu, accompagnata da una camiciola verde, non contribuivano a darle un aspetto sobrio. Uno strato sopra l'altro nascondeva il suo giro vita e la gonfiava fino a farla sembrare un melone multicolore. La sua carnagione soffocava sotto una spessa patina di belletto e di kajal. Il suo disagio, però, andava più a fondo delle creme coprenti e della cipria. La porta risuonò per una serie di colpi decisi. 5
Aveva lavorato dodici anni per questo. Dodici anni di attente bugie e mezze verità, spesi a coltivare i suoi clienti. Non c'era spazio per l'incertezza, nella sua professione. Fece un profondo respiro, e mise da parte i dubbi di Jenny Keeble. Al suo posto, aveva eretto l'imperturbabile facciata di Madame Esmerelda. Una donna che poteva vedere qualsiasi cosa, che prediceva tutto, e che non si fermava davanti a nulla. Con le bugie saldamente al loro posto, Jenny aprì la porta. Due uomini stavano sul pianerottolo. Ned, il suo cliente preferito, goffo e allampanato come può essere solo un ragazzo appena uscito dall'adolescenza. I suoi lineamenti acerbi erano sormontati da un ciuffo di capelli castano chiaro. Le sue labbra inalberavano un sorriso aperto e incoraggiante. Lo avrebbe accolto tranquillamente, ma quel giorno dietro a Ned c'era qualcun altro. Lo sconosciuto era straordinariamente alto, perfino più di Ned. Si teneva qualche passo indietro, con le braccia conserte che esprimevano una palese disapprovazione. «Madame Esmerelda» esordì Ned. «Mi dispiace di non avervi avvertito che avrei portato un ospite.» Jenny sbirciò alle spalle di Ned. L'uomo indossava un cappotto aperto con noncuranza. Qualche sarto aveva profuso ore di lavoro in quell'indumento di squisita fattura, tagliato in modo da essere abbastanza aderente al corpo per mostrarne le forme, ma altrettanto morbido da non impacciare i movimenti. I suoi capelli biondo sabbia erano arruffati, e portava la cravatta annodata in modo semplice. I dettagli del suo abbigliamento rivelavano un'arroganza impaziente, come se la cura del suo aspetto esteriore fosse poco più che un disturbo, perché lui destinava la sua attenzione a questioni più importanti. Rivolse quella sua attenzione a Jenny, facendole correre un brivido lungo la schiena. Con un'occhiata da animale predatore, ne esaminò l'abbigliamento da capo a piedi. 6
Lei deglutì. «Madame Esmerelda» disse Ned, «vi presento mio cugino.» L'uomo si lasciò sfuggire un accenno di irritazione, e Ned sospirò lievemente. «Sì, Blakely. Permettimi di presentarti Madame Esmerelda.» La monotona formalità non aveva nemmeno il tono di una domanda. «Madame, questo è Blakely. Vale a dire, Gareth Carhart, Marchese di Blakely. Eccetera eccetera.» Jenny fu percorsa da un sussulto di apprensione, mentre faceva una riverenza. Ned le aveva già parlato di suo cugino. In base alle sue descrizioni, però, lei si era immaginata il marchese come un vecchio, ossessionato da fatti e cifre. Immaginava che il cugino di Ned dovesse essere freddo, scostante e terribilmente scortese, così preso dai propri interessi scientifici da non accorgersi della gente che lo circondava. Quell'uomo, tuttavia, non era scostante; anche se si teneva a due passi di distanza, lei si sentiva formicolare la pelle come reazione alla sua presenza. Era snello senza essere troppo magro, e le sue guance erano ombreggiate da un accenno di barba. Non era affatto vecchio; piuttosto, era un uomo nel fiore degli anni. Soprattutto, in lui non c'era nulla di indefinito. Lei aveva pensato spesso che Ned aveva gli occhi di un fox terrier: caldi, liquidi e fiduciosi. Suo cugino aveva quelli di un leone: fulvi, feroci e quasi selvaggi. Jenny ringraziò mentalmente di non essere una gazzella. Si voltò e fece un gesto di maestoso benvenuto. «Entrate. Accomodatevi.» I due entrarono in fila, sistemandosi su delle sedie che scricchiolarono sotto il loro peso. Jenny rimase in piedi. «Ned, come posso aiutarvi oggi?» Ned sorrise. «Ebbene, Blakely e io abbiamo avuto una discussione. Lui non crede che possiate predire il futuro.» Nemmeno Jenny lo credeva, e il condividere quella convinzione la infastidì. 7
«Abbiamo deciso che lui userà dei metodi scientifici per dimostrare l'accuratezza delle vostre predizioni.» «Dimostrare? Metodi scientifici?» Le parole le uscirono come se gliele strappassero dallo stomaco. Jenny si aggrappò al tavolo che aveva davanti per sostenersi. «Be', sarebbe...» Improbabile? Spiacevole? «Sarebbe indiscutibile. Come procediamo?» Ned fece un cenno con la mano a suo cugino. «Su, avanti, Blakely. Chiedile qualcosa.» Lord Blakely si appoggiò allo schienale della sedia. Fino a quel momento, non aveva proferito parola, ma aveva esaminato tutta la stanza. «Vuoi che io le chieda qualcosa?» Parlava lentamente, pronunciando ogni sillaba con precisione. «Io consulto la logica, non le vecchie ciarlatane.» Le voci di Ned e Jenny si sovrapposero. «Lei non è una ciarlatana!» esclamò Ned. Ma Jenny si era messa le mani sui fianchi per tutt'altra ragione. «A trent'anni non si è vecchie!» protestò. Ned si voltò verso di lei, alzando un sopracciglio. Un silenzio imbarazzante calò nella stanza. Che lei si fosse dimenticata del suo ruolo di Madame Esmerelda, parlando invece come una donna, era già un segno della sua agitazione. Il marchese se ne accorse. Quegli occhi fulvi saettarono dalla testa coperta da una sciarpa alla vistosa gonna che le nascondeva la vita. Il suo sguardo perforò tutti gli strati di stoffa, con una valutazione squisitamente mascolina. Jenny se ne accorse, e si sentì tremare le mani. Poi lui distolse lo sguardo. Una smorfia bizzarra, un leggerissimo sospiro, e la ignorò. Jenny non era certo una dama, socialmente alla pari con Lord Blakely. Non era una di quelle donne che lo avrebbero spinto a toccarsi il cappello incrociandola per strada. Avrebbe dovuto essere abituata a congedi sbrigativi come quello. Eppure, sotto tutte le sue gonne, si sentì improvvisamente fragile come un mucchietto di fettine secche di patata, pronte a volar via con un colpo di vento. Le sue unghie 8
scavarono dei solchi a forma di mezzaluna nei palmi delle mani. Madame Esmerelda non si sarebbe curata dell'interesse di quell'uomo, si disse. Madame Esmerelda non si lasciava mai prendere dalla rabbia. Perciò Jenny ricacciò indietro il groppo che sentiva in gola e sorrise con aria misteriosa. «E non sono nemmeno una ciarlatana.» Lord Blakely alzò un sopracciglio. «Questo resta da dimostrare. Dato che non intendo cercare risposte per me stesso, credo che sarà Ned a porvi delle domande.» «Le ho già pronte!» disse Ned gesticolando. «Su tutto. Sulla vita e sulla morte.» Lord Blakely alzò gli occhi al cielo. Sicuramente aveva preso la drammatica affermazione di Ned come un'esagerazione giovanile. Ma Jenny sapeva che si trattava della pura verità. Due anni prima, Ned era arrivato per caso nella sua stanza e le aveva posto la domanda che aveva cambiato entrambe le loro vite: «C'è qualche ragione per cui non debba uccidermi?». All'epoca, Jenny aveva voluto evitare qualsiasi responsabilità. Il suo primo impulso era stato quello di prendere le distanze dal ragazzo, dicendo che, in realtà, lei non era capace di vedere nel futuro. Ma la domanda non era una di quelle che un diciannovenne pone a una sconosciuta perché considera in maniera razionale le proprie possibilità. Lei aveva capito che quel giovane l'aveva posta perché era confuso. Così, aveva mentito. Gli aveva detto che vedeva felicità nel suo futuro, che aveva fior di motivi per vivere. Lui le aveva creduto, e con il passare del tempo, aveva pian piano superato la propria disperazione. Quel giorno era lì davanti a lei, quasi fiducioso. Si poteva considerarlo una specie di trionfo, un punto a favore di Jenny. Ma quel primo giorno, lei non si era soltanto fatta carico della sua disperazione, aveva preso anche i suoi soldi. Da allora, lei e Ned erano legati da un intreccio di denaro e inganno. 9
«Vita e morte?» Lord Blakely tastò con le dita la stoffa da pochi soldi drappeggiata sulle sedie. «Allora la mia proposta, ben più prosaica, non dovrebbe creare alcun problema. Voi saprete certamente che Ned deve trovare moglie. Madame... Esmerelda, giusto? Perché non mi dite il nome della donna che lui dovrebbe scegliere?» Ned si irrigidì, e Jenny sentì un brivido lungo la schiena. Un conto era dare consigli, nascosti sotto elucubrazioni spiritualistiche. Ma lei sapeva che Ned era restio a sposarsi, e per delle buone ragioni. E non aveva intenzione di metterlo in trappola. «Gli spiriti non hanno deciso di rivelare questi dettagli» rispose dolcemente. Il marchese prese una matita dalla tasca e ne leccò la punta. Si chinò su un taccuino e vi scribacchiò sopra un'annotazione. Non sa predire il futuro con precisione. La guardò socchiudendo gli occhi. «Sarà un esame delle vostre capacità maledettamente breve, questo, se non sapete fare di meglio.» Jenny contrasse le mani per l'irritazione. «Posso dire» scandì lentamente, «che secondo il senso cosmico delle cose, la incontrerà assai presto.» «Ecco!» gracchiò Ned trionfante. «Ecco la precisazione che volevi.» «Mmh.» Lord Blakely aggrottò la fronte sulle parole che aveva trascritto. «Il senso cosmico ha qualcosa a che vedere con la mancanza di età del cosmo? Qualunque ragazza Ned incontrasse, voi direste che l'ha incontrata presto. Suvvia, Ned. Costei non dovrebbe conoscere l'arcano?» Jenny serrò le labbra e si voltò allontanandosi, con le gonne ondeggianti intorno alle caviglie. Gli occhi di Blakely la seguirono; ma quando si girò per lanciargli un'occhiata, lui distolse lo sguardo. «Certo, è possibile fornire ulteriori dettagli. Nei tempi andati, i veggenti predicevano il futuro studiando le interiora di piccoli animali, come piccioni o conigli. Io sono stata 10
istruita secondo questi antichi metodi» precisò. L'espressione di Lord Blakely si fece dubbiosa. «Intendete squartare un volatile?» Jenny si sentì mancare il cuore al solo pensiero. Non era capace di eviscerare una colomba così come non sapeva guadagnarsi la vita onestamente. Quello che però le serviva adesso era dare spettacolo per distrarre il marchese. «Devo procurarmi gli strumenti adatti» disse. Jenny si girò e passò a testa bassa attraverso le tende nere velate che nascondevano ai clienti i particolari più prosaici del suo alloggio privato. Sul tavolino della stanza sul retroc'era un sacco, con gli acquisti della mattinata. Lo prese e tornò indietro. I due uomini la osservarono mentre riattraversava la nuvola di tessuto nero, con il sacchetto di iuta tra le mani. Lo depose sul tavolo, di fronte a Ned. «Ned» disse, «è in gioco il vostro futuro. Ciò significa che dovete essere voi lo strumento del destino. Voi squarterete il contenuto di questo sacco.» Ned inclinò la testa e guardò in su, implorandola coi suoi dolci occhi castani. Lord Blakely restò a bocca aperta. «Tenevate un animaletto in un sacco, giusto nel caso che dovesse servirvi? Che razza di creatura siete?» Jenny alzò un sopracciglio con aria spietata. «Aspettavo voi due.» Dato che Ned esitava, lei sospirò. «Ned, vi ho mai ingannato?» L'ammonizione di Jenny ebbe l'effetto desiderato. Ned fece un profondo sospiro e ficcò con cautela un braccio nel sacco, con una smorfia di disgusto. L'espressione del suo volto passò dall'orrore alla confusione e poi a un'assoluta perplessità. Scuotendo la testa, estrasse il pugno dal sacco e lo aprì tenendo il palmo rivolto in alto. Per un lungo momento, i due uomini fissarono l'oggetto in questione. Aveva un colore vivace, era rotondo, era... «Un'arancia?» Lord Blakely si grattò la fronte. «Non è 11
esattamente quello che mi aspettavo.» Scarabocchiò un altro appunto. «Viviamo in un periodo illuminato» mormorò Jenny. «Ora, sapete cosa fare. Avanti, fatela a pezzi.» Ned si rigirava il frutto in mano. «Non sapevo che le arance avessero le viscere.» Jenny non commentò la battuta. Lord Blakely si frugò nelle tasche e ne trasse un coltellino d'argento lucido, decorato con un'incisione di foglie di alloro. Naturale... anche quell'oggetto recava il segno della sua nobiltà. Sua Signoria doveva aver scelto quel disegno per sottolineare quanto fosse lontano dalla gente comune. Il marchese porse l'arnese con un gesto formale, come se tendesse una spada. Ned lo prese con aria seria. Posò l'agrume sacrificale sul tavolo davanti a sé, poi, con un'attenta incisione, lo aprì. Ne trafisse profondamente il cuore con mano ferma, e poi lo fece a pezzi. Jenny si concesse un attimo di rimpianto per la triste fine del suo dessert serale, mentre il succo scorreva dappertutto. «Basta così.» Gli prese la mano mentre stava colpendo ancora. «È morta, adesso» spiegò con voce grave. Lui distolse la mano e annuì. Lord Blakely riprese il coltellino e lo pulì con un fazzoletto. Jenny studiò il cadavere. Era arancione. Era polposo. Sarebbe stato un disastro da pulire. Soprattutto, le dava una scusa per sedersi e riflettere su qualcosa di mistico da dire. La sola vera ragione di tutto questo. Lord Blakely voleva dei dettagli, ma nella professione di Jenny, la precisione era nemica. «Cosa vedete?» chiese Ned, sussurrando. «Vedo... vedo... un elefante.» «Elefante» ripeté Lord Blakely, trascrivendo le sue parole. «Spero che non sia questo il risultato della vostra predizione. Altrimenti, Ned, tu intendi sposare un esemplare del genere Loxodonta.» 12
Ned sbarrò gli occhi. «Loxo-cosa?» «Che comprende, tra gli altri, i pachidermi.» Jenny ignorò la diversione. «Ned, faccio fatica a formare nella mia mente l'immagine della donna che dovreste sposare. Ditemi, come immaginate la vostra donna ideale?» «Oh» rispose Ned senza la minima esitazione, «è esattamente come voi, solo più giovane.» Jenny deglutì imbarazzata. «Cosa intendete dire? Che è intelligente? Piena di spirito?» Ned si grattò il mento, perplesso. «No. Intendo dire che è affidabile e onesta.» Per un attimo Jenny perse il suo sorrisetto misterioso, e lo guardò con orrore. Se era così che Ned recepiva il carattere delle persone, in men che non si dica sarebbe finito maritato a una ladra di strada. La mano di Lord Blakely si immobilizzò sul taccuino. Senza dubbio i suoi occhi rispecchiavano il suo stesso sguardo. «Che c'è?» chiese Ned. «Cosa avete da guardare, voi due?» «Io» disse Lord Blakely, «sono affidabile. Lei è...» «Tu» ribatté Ned, «sei freddo e calcolatore. Conosco Madame Esmerelda ormai da due anni interi, e in questo periodo, lei è diventata la mia famiglia più di chiunque altro. Perciò, non azzardarti a parlare di lei con quel tono di voce.» La vista di Jenny si annebbiò e le venne un capogiro. Non aveva nessuna esperienza di una famiglia. Tutto ciò di cui aveva ricordo era la scuola severa la cui retta era stata pagata da un ignoto benefattore. Aveva imparato fin da bambina che lei era sola contro il mondo. Era stato proprio quello a condurla al suo mestiere: la certezza che nessuno l'avrebbe aiutata e che tutti le avrebbero mentito. Le era sembrato giusto, quindi, mentire a sua volta. Le parole di Ned, però, la colmarono di malinconia. 13
La famiglia era l'esatto opposto della sua vita solitaria, dove anche gli amici erano stati conquistati attraverso le falsità. Ned non aveva ancora finito con suo cugino. «Tu mi vedi come una specie di sciocco, da usare quando ti fa comodo. Be', io sono stanco. Trovati una moglie, genera i tuoi eredi. Non farò più nulla per te.» Jenny inghiottì le lacrime e guardò di nuovo Ned. I suoi lineamenti, che lei conosceva bene, erano duri come il granito. Dietro quella spavalderia, lei sapeva che temeva il cugino, più vecchio di lui. Eppure, proprio ora gli si era opposto, per lei. Lei non era la famiglia di Ned. Non era nemmeno una sua vera amica. E nonostante quello che era accaduto tra loro, lei era ancora l'imbrogliona che gli sfilava qualche sterlina in cambio di false banalità. E adesso lui le chiedeva di ripagarlo con altre bugie. Jenny ricacciò indietro il groppo di dispiacere che aveva in gola. Bene, se la sua unica arma era l'inganno, allora lo avrebbe usato. Ma non aveva salvato la vita di Ned per fare un piacere a suo cugino. Lord Blakely si raddrizzò. Il suo sguardo infuriato, l'espressione fredda e ostinata delle labbra, indicavano che considerava Ned un mero strumento, che era superiore per intelligenza e lignaggio agli altri presenti in quella stanza, e che avrebbe obbligato i loro ottusi intelletti a comprendere tale fatto. Pensava di essere superiore a suo cugino? Bene. Avrebbe fatto rimpiangere al marchese di averle chiesto dei dettagli precisi «Ned, di recente, avete ricevuto l'invito a un ballo, vero?» Lui aggrottò a fronte. «È vero.» «Che genere di ballo?» «Qualche stupido affollamento per un ingresso in società, credo. Non ho intenzione di andarvi.» 14
L'evento sembrava promettente. Sicuramente vi avrebbero presenziato numerose giovani. Jenny pregustava già la vendetta. «Voi andrete a questo ballo» dichiarò, poi allargò le braccia, circondando i due uomini. «Andrete entrambi a questo ballo.» Lord Blakely sembrò preso alla sprovvista. «Nell'arancia non riesco a vedere nulla a proposito della moglie di Ned. Ma alle dieci e trentanove precise, Lord Blakely, voi vedrete la donna che voi sposerete. E la sposerete, se la avvicinerete secondo le mie indicazioni.» Lo scricchiolio della matita di Lord Blakely risuonò nel silenzio. Quando ebbe finito, la depose con attenzione. Jenny appoggiò le mani sul tavolo, soddisfatta. «Volevate un esperimento scientifico, milord. Ora ne avete uno.» E se il ballo era affollato, come di solito accadeva in circostanze simili, avrebbe visto donne dappertutto, a decine. Non sarebbe mai stato in grado di identificarle tutte. Se lo immaginò mentre tentava di scarabocchiare tutti i nomi sul suo taccuino, costretto dal suo stesso metodo scientifico ad avvicinarle tutte, per poi eliminarle con discrezione. Ne sarebbe rimasto oltremodo infastidito, e non sarebbe mai stato in grado di dimostrare che lei aveva torto, perché chi poteva dire che avesse preso nota di tutte le donne presenti? Ned era rimasto a bocca aperta. Alzò la mano lentamente per nascondere un sorriso compiaciuto. «Ecco qua. È abbastanza specifico per te?» esclamò. Il marchese serrò le labbra. «Secondo quale orologio?» «Il vostro orologio da taschino dovrebbe andare bene.» «Ne ho due, che alterno di volta in volta.» Jenny aggrottò la fronte. «Però uno lo avete ereditato da vostro padre» tirò a indovinare. Lord Blakely annuì. «Devo ammetterlo, questa è un'indicazione incredibilmente precisa. A scopo scientifico, potete spiegarmi come 15
avete tratto tutto questo da un elefante?» Jenny spalancò gli occhi con falsa innocenza. «Suvvia, Lord Blakely. Nello stesso modo in cui ho tratto un elefante da un'arancia. Gli spiriti hanno inviato alla mia mente la scena sotto forma di immagine.» Lui fece una smorfia. Lei non poteva manifestare il suo trionfo, e mantenne la stessa espressione impassibile di sempre. «Allora accetti?» fece Ned, rivolgendosi a suo cugino. Lord Blakely si mostrò sorpreso. «Accetto cosa?» «Quando troverai la ragazza in questione e ti innamorerai, accetterai il fatto che Madame Esmerelda non è una ciarlatana.» Il marchese sbatté di nuovo le palpebre. «Io non intendo innamorarmi.» Parlava di quel sentimento con tono secco e distaccato. «Ma se ti accadesse...» insistette Ned. «Se mi accadesse» ribatté lentamente Lord Blakely, «ammetterei che la questione della sua falsità non è stata scientificamente provata.» Ned ridacchiò. «Per te, ciò vale quanto una conferma. Il che significa che consulterai tu stesso Madame Esmerelda e mi lascerai in pace.» Seguì una pausa più lunga. «La posta in gioco è davvero alta. Se deve essere una scommessa, quanto punti?» «Mille ghinee» rispose subito Ned. Jenny quasi soffocò. Si considerava incredibilmente ricca per le quattrocento sterline che era riuscita a risparmiare e a mettere da parte poco alla volta. Un migliaio di sterline erano più di quanto potesse immaginare, e Ned le gettava come fossero un torsolo di mela. Lord Blakely fece un gesto infastidito. «Danaro» borbottò con una smorfia. «Cosa ce ne faremmo di una somma così insignificante? No. Devi rischiare qualcosa che abbia davvero un valore. Se perdi, non consulterai mai più Ma16
dame Esmerelda e nemmeno altre indovine.» «Andata» rispose Ned con un sorriso. «Lei ha sempre ragione, non posso assolutamente perdere.» Jenny non poté fare a meno di guardarlo... perché Ned poteva solo perdere. E se avesse cominciato a dubitare delle passate predizioni di Jenny? Se avesse scoperto che doveva la sua attuale felicità al superficiale conforto delle sue invenzioni? Jenny non poteva aiutarlo, ma solo aggiungere un'ultima sfida, disperatamente egoista. E se Ned, saputa la verità, avesse sciolto il curioso rapporto che esisteva tra loro? Jenny sarebbe rimasta da sola. Di nuovo. Prese fiato lentamente, sperando che l'aria fresca servisse a calmarla. I due uomini sarebbero andati al ballo. Lord Blakely si sarebbe guardato intorno. Per quel che ne sapeva lei, avrebbe anche potuto decidere di sposare una ragazza che vedeva, e una volta rifiutate tutte le donne delle quali aveva registrato i nomi, Jenny gli avrebbe detto che lui, al momento stabilito, ne aveva visto un'altra con la coda dell'occhio. La scommessa sarebbe stata nulla, e lei non avrebbe dovuto vedere la tenace fedeltà nello sguardo di Ned che si trasformava in disprezzo. Il battito del cuore di Jenny rallentò e il suo respiro ritornò regolare. Lord Blakely si mise comodo sulla sua sedia. «Mi è appena venuta in mente una cosa.» Il lampo diabolico nel suo sguardo gelò il sangue a Jenny. Qualunque cosa quell'uomo tremendo stesse per dire, non l'aveva certo pensata in quel momento. «Cosa impedirà a costei di affermare che ero destinato a un'altra ragazza? Che avevo visto due ragazze al momento designato, e che ho scelto quella sbagliata?» Le aveva letto dentro. Jenny si sentì ghiacciare la punta delle dita. Ned aggrottò la fronte. «Non so. Suppongo che, se ciò accadesse, dovremmo annullare la scommessa.» 17
Il marchese scosse il capo. «Ho un'idea migliore. Dal momento che Madame Esmerelda ha visto tutto nell'arancia, sarà in grado di verificare immediatamente l'identità della ragazza.» La guardò negli occhi e tutti i pensieri di Jenny, le sue preoccupazioni per Ned, la solitudine che la attanagliava, si mostrarono nude all'intensità del suo sguardo. «La porteremo con noi» concluse con una smorfia sardonica.
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