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Ruth Langan
Le signore del mare
Titoli originali delle edizioni in lingua inglese: The Sea Witch The Sea Nymph The Sea Sprite Harlequin Historical © 2000 Ruth Ryan Langan © 2001 Ruth Ryan Langan © 2001 Ruth Ryan Langan Traduzioni di Linda Rosaschino Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2002 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici gennaio 2002 marzo 2002 maggio 2002 Seconda edizione Harmony Special Saga aprile 2016 HARMONY SPECIAL SAGA ISSN 1825 - 5248 Periodico bimestrale n. 94 dello 06/04/2016 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 332 del 02/05/2005 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano
Sommario
Pagina 7
La strega del mare
Pagina 237
La ninfa del mare
Pagina 463
La fata del mare
La strega del mare
Prologo Land's End, Cornovaglia, 1665 «Ho un messaggio da parte del nostro comune amico.» Due uomini stavano confabulando nella cabina di una nave che non batteva alcuna bandiera. Le candele erano state spente. Un pallido chiarore lunare filtrava attraverso il piccolo oblò. «Spero che abbia mandato del denaro, insieme al messaggio» rispose una voce arrochita da lunghi anni trascorsi in mare. Il suo compagno, un uomo ben vestito, si tolse di tasca un sacchettino tintinnante. «Fate quello che vi chiede il nostro amico e sarete un uomo ricco.» «Oppure un uomo morto.» Una mano callosa afferrò il sacchetto e lo fece sparire. «Adesso ditemi quello che vuole.» «Come noi tutti, vuole che Carlo rimanga un sovrano debole in modo che, quando verrà il momento, un certo amico comune possa farsi avanti e reclamare il trono. Allora la nostra fortuna sarà assicurata. Ma per ora bisogna fare in modo che certi carichi d'oro destinati al re non giungano a Londra.» Nella cabina echeggiò una risata. «Per me e per i miei uomini non è un problema. Esercitavamo la pirateria in queste acque quando il re stava ancora imparando a camminare.» «I tempi sono cambiati. Carlo ha i suoi corsari, che sono perfettamente in grado di combattere. È per questo che il nostro comune amico vi ha pagato così bene. Se è necessario, assoldate altri uomini.» L'uomo ben vestito tirò fuori da una tasca un rotolo di carta. «Questo è un elenco di diversi capitani fedeli 9
al re che hanno accettato di combattere per lui. Presto avrò altri nomi. Fate in modo che vengano eliminati.» «Con piacere.» Venne tirata fuori una bottiglia e versata della birra. I due uomini sollevarono i bicchieri. «All'Inghilterra» disse l'uomo ben vestito. «E a un nuovo sovrano.» Il secondo uomo fece una risata aspra. «Al denaro che ho in tasca. È il mio unico sovrano.»
10
1 «Ambrosia.» Bethany Lambert e la più giovane delle tre sorelle, Darcy, entrarono nella stanza della sorella maggiore. Poi si fermarono. «Oh, come stai bene.» Bethany osservò l'abito di Ambrosia. Era di raso rosso, con la scollatura arrotondata e le maniche lunghe che si assottigliavano verso i polsi. «È la stoffa che il babbo ha portato da Parigi dopo il suo ultimo viaggio?» «Sì.» Ambrosia si allontanò dalla finestra alla quale si era affacciata. Nei suoi diciassette anni di vita non si era mai interessata ai vestiti. Di solito indossava quello che le dava la governante, Mrs. Coffey. «L'Undaunted non si vede ancora.» Bethany, che aveva un anno meno di lei, le prese le mani e la tirò verso la porta. «Arriverà, vedrai. Se non stasera, magari domani. Non preoccuparti. Il babbo e James presto saranno a casa.» Darcy, che aveva quindici anni, non riuscì a nascondere la propria eccitazione. «Il nonno e gli altri sono già in carrozza.» Le tre sorelle erano diversissime sia nell'aspetto sia nel carattere. Ambrosia era alta e vigorosa quasi come un uomo, con le gambe lunghe e un fisico snello ma decisamente femminile. I suoi capelli erano neri come l'ebano. Essendo la maggiore, era delle tre quella che comandava. E inoltre non aveva paura di nulla. Bethany aveva i capelli rossi, gli occhi verdi e un fisico procace che neppure il più castigato degli abiti riusciva a nascondere. Il suo carattere impetuoso, abbinato al suo aspetto sensuale, faceva sì che non passasse inosservata. Non che la cosa 11
le dispiacesse. Aveva imparato fin da piccola a sfruttare le proprie doti fisiche per ottenere ciò che voleva. Darcy era minuta, apparentemente fragile, con i capelli biondi, gli occhi azzurri e un carattere talmente dolce che non era possibile non volerle bene. La sua timidezza, poi, la rendeva irresistibile. Con una certa riluttanza, Ambrosia si lasciò condurre fuori di casa. Il vecchio Newton Findlay le porse la mano per aiutarla a salire in carrozza. «Come siete bella, Ambrosia.» «Grazie, Newt.» Ambrosia regalò un sorriso al vecchio marinaio che aveva navigato con suo nonno e poi con suo padre finché non aveva perso una gamba nelle fauci di uno squalo. Ora si muoveva saltellando su una gamba di legno. Invece di navigare guidava la carrozza e dava una mano nei giardini che circondavano MaryCastle, la residenza della famiglia Lambert, che sorgeva su una lingua di terra protesa sull'Atlantico. Le tre ragazze erano cresciute ascoltando Newton raccontare le proprie avventure. Per non far arrabbiare la governante, che teneva moltissimo al decoro, Newton aveva indossato una giacca sopra la solita tenuta da marinaio. Mentre Ambrosia si sedeva accanto alle sorelle, la governante si accigliò. Mrs. Coffey, una donna magra come un bastone di scopa, aveva cominciato a vestirsi di nero quando era morto suo marito, più di vent'anni prima. L'abito che aveva indossato quel giorno aveva il collo alto e le maniche lunghe, ed era talmente inamidato che minacciava di rompersi a ogni movimento. Non un solo capello bianco sfuggiva alla crocchia severa. «Sbrigatevi, Newton. Non dobbiamo arrivare in ritardo per il tè di Edwina.» Ambrosia sollevò di scatto la testa. «Non capisco perché dovremmo sprecare il nostro tempo partecipando al tè di Edwina. Quella ragazza è una sciocca.» «Ambrosia.» Scandalizzata, Miss Winifred Mellon si mise una mano davanti alla bocca. La donna era arrivata a MaryCastle come bambinaia diversi 12
anni prima, quando la moglie del capitano Lambert era morta inaspettatamente. Una volta cresciute, le tre sorelle avevano appreso che la simpatica vecchietta non aveva nessun altro posto dove andare, così avevano deciso di farla restare a MaryCastle, anche se non avevano più bisogno di una bambinaia. Winifred Mellon trascorreva le giornate ricordando loro che erano signorine di buona famiglia e che dovevano comportarsi come tali. Ogni volta che le tre sorelle esageravano, Miss Mellon sveniva. Capitava così spesso che nessuno se ne accorgeva più. I componenti della famiglia e la servitù continuavano a occuparsi delle proprie faccende finché la bambinaia non riprendeva i sensi. Dal momento che era nubile, ed estremamente fiera del proprio stato, Winifred si vestiva sempre di bianco. Quel giorno indossava un abito di lana bianca con sopra uno scialle candido. I suoi capelli bianchi erano morbidi come quelli di un neonato, e le incorniciavano il volto come fiocchi di cotone. Si era messa in testa perfino una cuffietta di pizzo bianco che a Darcy sembrava un berretto da notte. «Insultare Edwina è una cosa indegna di voi, Ambrosia» disse Winifred con quel tono contrariato che le tre sorelle conoscevano fin da piccole. «Vostro padre si scandalizzerebbe se sentisse parlare sua figlia in quel modo. E cosa direbbe vostro fratello di un comportamento così poco adatto a una signora?» «James sarebbe d'accordo con me, Winnie.» Gli occhi di Ambrosia scintillarono. «L'anno scorso ha accompagnato Edwina alla festa di calendimaggio, e ha detto che non aveva assolutamente nulla dentro quella testolina. Le importava solo della sua preziosa cuffia. Vi immaginate, un'intera giornata a parlare di una cuffia? James ha fatto bene a liberarsi di lei.» Winifred lanciò un'occhiata alla governante, e le due anziane donne sospirarono. Quando si trattava di prendere le difese del fratello maggiore, James, le tre sorelle Lambert erano implacabili. Nessuna ragazza sarebbe mai stata degna di lui. Quanto al padre, il capitano John Lambert, le sue figlie avevano un atteggiamento ancora più protettivo nei suoi confronti. Non permettevano a nessuno di parlarne male. Lo adoravano, e lui vo13
leva loro un bene dell'anima. Nonostante il fatto che i suoi impegni in mare lo tenessero lontano da casa per lunghi periodi di tempo, le tre ragazze gli erano devote. Ogni volta che tornava da un viaggio, la casa echeggiava di risate allegre. Il suo carisma e la sua simpatia facevano di lui uno degli uomini più amati e rispettati di Land's End e dell'intera Cornovaglia. Non si poteva negare che la loro fosse una bella famiglia. Il capitano e suo figlio erano alti e muscolosi, perennemente abbronzati. Più di una donna, giovane e meno giovane, sperava di suscitare l'interesse di John o di James Lambert. Quanto alle tre sorelle, forse a causa della morte prematura della madre e delle lunghe assenze del padre e del fratello maggiore, si era creato fra di loro un legame molto speciale. A volte sembravano non avere bisogno di nessun altro. Oltre che sorelle erano amiche del cuore e confidenti. Ma la loro indipendenza preoccupava la bambinaia e la governante. «Vi conviene imparare a tenere a freno la lingua, Ambrosia» l'ammonì Winifred con severità. Quando Bethany cominciò a ridere, la bambinaia si rivolse a lei. «E fareste bene ad ascoltare anche voi, figliola. La vostra impudenza potrebbe impedirvi di fare un buon matrimonio.» Ambrosia aggrottò la fronte. «Se è vero, allora preferisco restare come sono. Sola e libera di comportarmi come voglio. Non rinuncerò alla mia indipendenza per un uomo.» «Neppure io» le fece eco Bethany. «Se un uomo non riesce ad amarmi per quella che sono, può anche risparmiarsi di farmi la corte.» Darcy annuì. Mrs. Coffey scosse la testa, sconsolata. «Allora vi ricorderò che potreste finire per restare le uniche zitelle di Land's End.» Notando l'espressione scandalizzata di Winifred Mellon, la governante arrossì. Per rimediare alla propria gaffe aggiunse: «Per lo meno voi vi comportate come una signora, Miss Mellon. Quale uomo può desiderare una moglie che preferisce navigare piuttosto che cucire?». Dal sedile del conducente, il vecchio Newton ridacchiò. «Un vero uomo, ecco chi» disse. «Un uomo di mare.» 14
«Remare?» Geoffrey Lambert, vestito con una giacca e un berretto da capitano, tese l'orecchio verso Newton. «Chi vuole remare?» Geoffrey era stato uno dei migliori capitani inglesi finché un incidente con un cannone non l'aveva lasciato quasi completamente sordo. Ora trascorreva le giornate raccontando alle nipoti le proprie avventure, e insegnando loro tutto ciò che sapeva sulla navigazione e la sopravvivenza in mare. Secondo la governante, utilizzava la propria disgrazia per sentire solo ciò che voleva. «Nessuno vuole remare, vecchio volpone» mormorò la governante. «Ah, ecco la residenza dei Cannon. Guardate quante belle carrozze sono arrivate prima di noi.» Ambrosia scambiò un'occhiata con le due sorelle. Mrs. Coffey detestava arrivare in ritardo. «Ora ricordate quello che vi ho detto» continuò la governante in tono severo. «Lord Silas Fenwick è un uomo molto importante a Londra. Si dice che abbia deciso di prendere moglie, e che sia venuto qui per dare un'occhiata alle fanciulle da marito. Comportatevi bene, e potreste riuscire ad acchiappare un ottimo partito.» Mentre entravano l'una dietro l'altra, ciascuna delle sorelle fece un respiro profondo, preparandosi a un'ora di noia. «Ambrosia! Bethany! Darcy!» La voce stridula di Edwina Cannon le assalì non appena misero piede in salotto. «Venite. Voglio presentarvi Lord Silas Fenwick.» Le tre sorelle osservarono il giovanotto alto e ben vestito, con i capelli biondo rossiccio e un bel viso aristocratico. «Lord Fenwick, vorrei presentarvi le sorelle Lambert. Ambrosia, Bethany e Darcy.» «Signorine.» Lord Fenwick prese a turno la mano di ciascuna e con uno sguardo sentimentale, studiato apposta per far battere il cuore delle fanciulle inesperte, se la portò alle labbra. Edwina intanto gli stringeva il braccio in una morsa. «Lord Fenwick ha detto che doveva assolutamente prendere il tè con mia madre e con me, in modo da poter visitare la nostra bella proprietà. Devo proprio raccontarvi come ci siamo incontrati.» 15
«È necessario?» Ambrosia vide che Lord Fenwick sollevava le sopracciglia, ma non gliene importava nulla. Non le importava né di Lord Silas Fenwick né di Edwina Cannon né di come si erano incontrati. L'unica cosa alla quale riusciva a pensare era che suo padre sarebbe potuto arrivare mentre loro erano fuori. «Che bel giovanotto» stava dicendo Mrs. Coffey alla madre di Edwina. «Da quando è arrivato a Land's End sta dimostrando parecchio interesse per mia figlia. Sono proprio una bella coppia, non è vero?» Vedendo l'espressione accigliata della governante, Mrs. Cannon decise di parlar chiaro. «Con la bellezza di Edwina e la ricchezza di lui, farebbero una bellissima vita. Vi ho detto che Lord Fenwick vuole che sua moglie tenga una casa a Londra, in modo da poter ricevere?» «Com'è possibile lasciare la Cornovaglia per Londra?» commentò Ambrosia. Nel silenzio che seguì, Geoffrey Lambert accostò una mano all'orecchio. «Che cosa? Qualcuno ha visto una lontra?» «Londra, nonno» disse Bethany ad alta voce. «Ah. Londra. Un posto ripugnante» mormorò il vecchio. Lord Silas Fenwick si schiarì la voce, cercando di riprendere il controllo della situazione. «In questa stagione dell'anno la Cornovaglia è bellissima. Ho notato parecchie navi nella baia.» Ambrosia accettò una tazza di tè e un pasticcino. «La nave di nostro padre, l'Undaunted, dovrebbe arrivare da un giorno all'altro.» «Ho sentito parlare di vostro padre, il capitano John Lambert. Anche vostro fratello James è a bordo, non è vero?» «Sì.» Lo sguardo di Ambrosia s'illuminò. «Li conoscete, Lord Fenwick?» «Non li ho mai incontrati. Ma mio nonno ha fondato una delle più importanti società commerciali di tutta l'Inghilterra, che io ho ereditato. E ho preso informazioni su molte navi e sui loro capitani.» «Navigate, Lord Fenwick?» Lui sorrise. «Mi interessano più gli affari che la navigazione. 16
Ma possiedo una bella nave, la Sea Devil. Ho portato il re a fare diverse crociere lungo il Tamigi.» Edwina Cannon spalancò gli occhi. «Intendete dire che frequentate il re d'Inghilterra, Silas?» «Già.» Lui le diede un colpetto sulla mano, poi sorrise con indulgenza. «Magari un giorno o l'altro vi presenterò a Carlo. Sono certo che anche lui vi troverà affascinante.» Mentre Edwina ridacchiava, Ambrosia posò rumorosamente la tazzina. «Oh, Mrs. Coffey. Credo proprio che ci convenga tornare a casa.» «A casa?» La governante sembrava confusa. «Ma Ambrosia, siamo appena arrivate.» «Il nonno si sta stancando.» Ambrosia lanciò un'occhiata al vecchio, che aveva lo sguardo fisso nel vuoto. «Nonno, siete pronto ad andare?» «Cantare? Perché dovrei cantare?» «Andare, nonno» gli urlò all'orecchio Darcy. «Volete andare?» «Sì. Ne ho abbastanza dei dolci. E anche del tè.» Poi sbadigliò. «Potrei farmi un sonnellino prima di cena.» Ambrosia colse al volo quell'opportunità. Gli mise una mano sotto il gomito e l'aiutò a sollevarsi. Edwina si alzò e li accompagnò alla porta, trascinando con sé Lord Fenwick. «Ma non avete neppure sentito come Silas e io ci siamo incontrati, Ambrosia. Volevo proprio raccontarvelo.» Poi si aggrappò di nuovo al braccio del suo cavaliere, guardandolo negli occhi. Occhi che avevano un'espressione annoiata, pensò Ambrosia. Lord Fenwick avrebbe preferito essere da qualsiasi altra parte piuttosto che lì con quella ragazza idiota. Doveva proprio volere una moglie a tutti i costi, se era disposto a perdere tempo con Edwina Cannon. Ambrosia si sforzò di sorridere. «Ce lo racconterete la prossima volta, Edwina. Ma le necessità di mio nonno vengono per prime, capite.» «Probabilmente avete ragione.» Edwina offrì la guancia, e l'una dopo l'altra le tre sorelle sfio17
rarono con le labbra la sua pelle che olezzava di acqua di rose. Mentre si avviavano verso la carrozza, Silas le guardò con interesse. Poi si accorse dell'espressione di Edwina e si rivolse a lei con un sorriso malizioso. «Che famiglia... pittoresca.» «Tutti qui a Land's End li considerano un po' strani. I marinai dicono che le tre sorelle sanno navigare come se fossero degli uomini. E sono anche capaci di usare le armi.» «Le armi? Scherzate.» «No, è vero. Ambrosia maneggia la spada come un uomo. Bethany riesce a centrare con la pistola una monetina posata sul ramo di un albero. E Darcy è capace di colpire un uccello in volo lanciando un pugnale.» Mentre la carrozza si allontanava, Edwina sospirò. «Qui a Land's End tutti sono convinti che le tre sorelle Lambert resteranno zitelle. Quale uomo può desiderare una moglie che si azzuffa come un volgare marinaio invece di cucire e cucinare?» «Ambrosia.» Bethany e Darcy uscirono sull'ampia terrazza affacciata sul mare che correva tutto attorno all'ultimo piano della loro casa. Lì il vento dell'Atlantico soffiava sempre con violenza. Le due ragazze si strinsero negli scialli mentre le folate salmastre scompigliavano loro i capelli e facevano fluttuare le gonne. «Mrs. Coffey dice che devi venire dentro» disse Bethany quando fu accanto alla sorella maggiore. La sua voce era appena udibile al di sopra del muggito delle onde e del vento. «Prima di prenderti un accidente.» «Di' a Mrs. Coffey che voglio restare qui per avvistare il babbo.» Bethany scosse la testa. «Vieni dentro, Ambrosia. Il nonno vuole che tu stia a tavola insieme a lui.» Ambrosia si voltò, e le sue sorelle videro che aveva un'espressione molto preoccupata. «La nave del babbo sarebbe già dovuta essere qui da giorni.» «Non dirlo. Porta sfortuna.» Bethany prese la mano della sorella per cercare di darle conforto. In casa erano tutti preoccupati, ma fino a quel momento nessuno aveva osato ammetter18
lo. «Lo sai com'è quando il babbo e James arrivano in qualche porto lontano. Ci sono merci da barattare, marinai da assoldare e provviste da caricare per affrontare il viaggio di ritorno.» Ambrosia serrò le mani lungo i fianchi. «Andate a placare il nonno e Mrs. Coffey. Io resterò qui ancora per un po', con la speranza di avvistare gli alberi dell'Undaunted.» Le due sorelle più giovani si guardarono, poi si misero ai due lati di Ambrosia. Dentro le attendevano un bel fuoco e un pasto sostanzioso, ma in quel momento nulla di tutto ciò aveva importanza, «Restiamo con te» disse Darcy infilando la mano in quella della sorella maggiore. «Sì. Tutte insieme.» Bethany strinse le dita di Ambrosia. Ancora una volta sarebbero rimaste unite di fronte all'ignoto, come avevano sempre fatto fin da bambine. E avrebbero affrontato insieme le loro paure. Alla fin fine non fu il freddo a farle desistere, ma il vecchio Newton, che poco prima del crepuscolo sbucò dalla nebbia che aveva inghiottito ogni cosa. Una nebbia così densa che rendeva impossibile vedere a un palmo dal proprio naso. «Entrate subito in casa, ragazze! Altrimenti vi trascinerò dentro» urlò con lo stesso tono di voce che aveva sempre usato a bordo della nave del loro padre. Senza protestare, le tre sorelle entrarono rapidamente in casa e seguirono il vecchio marinaio giù per le scale. Nessuno, tranne Newton, osava trattarle in quel modo. Ma il vecchio le conosceva fin da quando erano nate. Era stato lui a insegnare loro ad ammainare le vele, a salire in cima a un albero e a stabilire una rotta orientandosi con le stelle. Proprio come un tempo aveva insegnato le stesse cose al loro padre. Quando giunse davanti alla porta, Newton si voltò. «Stare di vedetta non serve a nulla. Adesso andate a mangiare, prima che Miss Mellon abbia uno svenimento.» «Winnie sviene solo quando pensa che una di noi si stia comportando in modo indegno di una signora» mormorò Bethany. «Già. Perciò adesso andate. E comportatevi da signore.» 19
Le tre sorelle annuirono. Mentre si dirigevano verso la sala da pranzo risero bonariamente dell'anziana bambinaia, che ormai trascorreva le giornate ascoltando per l'ennesima volta le avventure di nonno Lambert e rimproverando il vecchio Newton per avere insegnato a tre fanciulle di buona famiglia a navigare e a maneggiare le armi. Il che dava all'attempata governante un ottimo motivo per lamentarsi di quei tre rimbambiti che erano sempre fra i piedi quando lei e i servitori cercavano di lavorare. Mrs. Coffey cercò di distrarre le tre ragazze riferendo i pettegolezzi che aveva ascoltato al tè di Edwina. «Avete sentito dell'abito che Edwina ha ordinato per il ballo del villaggio? Tessuto d'oro, bello quasi come quello sfoggiato dall'amante di Re Carlo al ballo in maschera dell'anno scorso.» La sua voce si alzò, come accadeva sempre quando era in preda all'eccitazione del momento. «Pensate alla vita che Edwina condurrà a Londra se, come lascia intendere sua madre, Lord Fenwick dovesse chiedere la sua mano. E ha solo sedici anni» aggiunse di proposito, lanciando un'occhiata ad Ambrosia per vedere la sua reazione. Poiché nessuno faceva commenti, Mrs. Coffey fece il giro del tavolo per versare il tè. «Voi tre ragazze andrete ad assistere alla lettura dei salmi, stasera?» Ambrosia guardò le due sorelle. «Immagino che non potremo evitarlo. Pensate che il curato ci perdonerebbe se decidessimo di non andare?» «Ci resterebbe molto male.» La governante non voleva insistere troppo. Però sapeva che il giovane diacono, Ian Welland, che era arrivato da Londra solo due anni prima, aveva un debole per Ambrosia. Mrs. Coffey l'aveva visto spesso fissare Ambrosia mentre il coro cantava, oppure mentre l'anziano curato, Thatcher Goodwin, recitava il sermone. Ambrosia diceva di non essere interessata a lui, ma in cuor suo la governante sperava che non tutto fosse perduto. In fin dei conti la maggiore delle sorelle Lambert cominciava a essere avanti con gli anni. Sua madre aveva solo quindici anni quando si era sposata. Forse quando tutte le altre ragazze del villaggio avessero trovato 20
marito, anche lei si sarebbe decisa a mettere su famiglia. E se non avesse potuto impalmare un ricco gentiluomo londinese avrebbe potuto ripiegare su un uomo consacrato a Dio, che se non altro non beveva e non ricorreva alla violenza. Mrs. Coffey sollevò lo sguardo sentendo bussare alla porta. «Chi viene a disturbare all'ora di cena?» Posò la teiera e uscì dalla stanza. Pochi minuti dopo tornò indietro tutta agitata. Era molto pallida e teneva le mani serrate all'altezza della vita. «C'è uno sconosciuto. Ha chiesto di vedere voi tre.» «Ha detto come si chiama, Mrs. Coffey?» Ambrosia posò la tazza di tè. «È un certo capitano Spencer. Dice di avere notizie di vostro padre e di vostro fratello. E...» A quel punto le tremò la voce. «... e con lui ci sono anche il curato e il diacono.» «Su, su, calmatevi.» Anche se aveva il cuore in gola per l'angoscia, Ambrosia si fece forte e mise un braccio attorno alle spalle della governante, poi si diresse verso il salotto seguita dagli altri. Il vecchio curato e il suo giovane assistente erano seduti su due sedie e stavano guardando nervosamente verso la porta con le mani ripiegate in grembo. Geoffrey Lambert si strinse lo scialle attorno alle spalle e aiutò Miss Mellon, che era pallida come un fantasma, ad attraversare la stanza. Mrs. Coffey fece due passi e si fermò. Il vecchio Newton rimase fermo sulla soglia. Un uomo si stava scaldando davanti al fuoco e fissava le fiamme con aria meditabonda. Quando le tre sorelle furono entrate, il curato si schiarì la voce. «Signore, questo gentiluomo è il capitano Spencer.» L'uomo si voltò. Era alto, con i capelli scuri un po' troppo lunghi che gli ricadevano sulla fronte aggrottata. Il suo volto abbronzato sarebbe potuto essere bello se non avesse avuto un'espressione molto dura. Le sue mani grandi e robuste erano strette in due pugni. Per un attimo nessuno parlò. Poi Ambrosia si fece avanti e gli offrì la mano. «Capitano Spencer. Sono Ambrosia Lambert.» 21
«Miss Lambert.» Lui le strinse la mano e la guardò negli occhi con una franchezza sconcertante. Ambrosia trasalì. Sentiva vibrare in lui un'enorme forza, una tensione a stento trattenuta. I suoi occhi erano grigi come l'Atlantico durante una tempesta. Occhi pieni di sofferenza e di mistero. «Vi presento le mie sorelle, Bethany e Darcy, e mio nonno, Geoffrey Lambert. La nostra bambinaia Miss Winifred Mellon, la nostra governante Mrs. Coffey e il nostro amico Newton Findlay.» Il capitano fece un cenno di saluto agli altri, poi si rivolse ad Ambrosia. «Porto notizie di vostro padre e di vostro fratello.» Per un attimo Ambrosia vacillò leggermente, e lui allungò una mano per sorreggerla. Sentendola tremare tenne la mano sulla sua spalla un po' più a lungo del necessario, come per darle la forza di affrontare ciò che sarebbe venuto. «Sono...?» Ambrosia non osò dire altro, ma aveva già capito. Lo aveva capito dalla sofferenza che era negli occhi di lui. Dal tono ruvido della sua voce. Dalle emozioni che gli offuscavano il viso. «C'è stata una...» Il capitano lanciò un'occhiata ai vecchi che lo stavano fissando, poi si voltò di nuovo verso di lei. «Una terribile tempesta. La peggiore che avessimo mai incontrato. Abbiamo perso molti uomini. Fra questi vostro padre e vostro fratello James.» «No. Oh, no.» Bethany si lasciò cadere su una sedia e cominciò a piangere sommessamente. Darcy s'inginocchiò ai suoi piedi e si prese il volto fra le mani. Mrs. Coffey scappò via dalla stanza, in lacrime. Miss Mellon invece aprì la boccettina di sali che portava sempre con sé. Gli altri non dissero una parola e continuarono a fissare l'uomo con i volti tirati e gli occhi spenti. Ambrosia strinse le mani l'una nell'altra. «Eravate con loro, capitano?» Lui annuì. «La mia nave, la Warrior, è affondata. Ho condotto in porto l'Undaunted, la nave di vostro padre, insieme ai 22
marinai sopravvissuti. È stata l'ultima cosa che mi ha chiesto il capitano Lambert.» Ambrosia poteva sentire le due sorelle che singhiozzavano piano, ma non osò guardarle. Non ancora per lo meno. Prima doveva vuotare quel calice amaro fino all'ultima goccia. «I loro corpi...?» Lui scosse la testa. «Mi spiace, Miss Lambert. Ma se la cosa può consolarvi, ora riposano in mare.» «Già. In mare. L'amavano tanto.» Ambrosia si morse un labbro e si voltò dall'altra parte per non far vedere a quello sconosciuto il proprio dolore. Deglutì faticosamente e riprese il proprio ruolo di padrona di casa. «Avete fatto un lungo viaggio, capitano. Dovete essere affamato.» «Non disturbatevi, Miss Lambert.» Lui sembrava quasi irritato per la sua cortesia in un momento del genere. «Mangerò un boccone alla taverna prima di tornare sulla nave.» «Non potete tornare indietro stasera.» Ambrosia lanciò una occhiata fuori della finestra. Una nebbia fittissima nascondeva ogni cosa. «Mi sorprende che siate riuscito ad arrivare in porto.» «Non è stato facile.» Lui continuò a fissarla. «Ma non volevo aspettare fino a domani a darvi la notizia. Sapevo che dovevate essere fuori di voi per la preoccupazione.» «Lo eravamo. Grazie. Siete stato molto generoso a mettere a repentaglio la vostra incolumità per noi.» Ambrosia suonò un campanello e un attimo dopo Mrs. Coffey si fermò sulla soglia, asciugandosi gli occhi con un fazzoletto. «Per favore, preparate qualcosa da mangiare per il capitano Spencer. E portate della birra per scacciare il freddo.» Poi si rivolse al curato e al giovane diacono. «Avete già mangiato?» «Sì.» Il curato Goodwin si fece avanti, posò una mano sulla sua spalla e gliela strinse gentilmente. «Dobbiamo tornare in canonica in tempo per la lettura della Bibbia. Ma se vi fa piacere, Ambrosia, adesso possiamo pregare per le anime di vostro padre e di vostro fratello.» Ambrosia annuì e fece cenno alle sorelle di avvicinarsi. Strette attorno al nonno e alla bambinaia, le tre ragazze si presero 23
per mano e chinarono la testa mentre il curato recitava le preghiere per i morti. Dopo di lui anche il giovane diacono recitò qualche preghiera in tono più eloquente, nella speranza di impressionare il piccolo uditorio. Bethany e Darcy nel frattempo si erano messe a piangere apertamente. Ambrosia le strinse a sé e le baciò entrambe sulle guance. «Adesso andate su. Portate con voi il nonno e Winnie. Appena ho finito qui vi raggiungo.» Vedendo che le sorelle esitavano, sorrise debolmente. «Andate, forza. Io me la caverò. Ve lo prometto.» Mentre Bethany e Darcy si avviavano su per le scale, Ambrosia accompagnò alla porta il curato e il diacono, poi porse loro la mano. «Grazie a tutti e due per la vostra gentilezza.» «Venite in canonica domani, Ambrosia» disse il curato. «Anche senza... i corpi di vostro padre e di vostro fratello, dobbiamo organizzare il funerale.» «Sì, d'accordo.» Dopo che anche il diacono ebbe pronunciato qualche parola di conforto, i due uomini uscirono nella nebbia. Ambrosia tornò in salotto. Newton se n'era andato. Probabilmente si era ritirato nella sua stanzetta sopra la rimessa, dove avrebbe pianto da solo i due morti. L'ospite stava fissando di nuovo le fiamme. Quando Libby, la cameriera, entrò con una bottiglia e due bicchieri, Ambrosia la ringraziò e la mandò ad aiutare la governante. Poi versò un bicchiere di birra e si avvicinò al capitano Spencer. Lui si voltò e lo prese. «Grazie.» Poi accennò al vassoio. «Fatemi compagnia, Miss Lambert. Sono sicuro che vi farà bene.» «Già.» Ambrosia riempì l'altro bicchiere, ma invece di portarselo alle labbra si limitò a guardarci dentro, come se stesse cercando delle risposte. «Su, Miss Lambert.» Il capitano Spencer le mise una mano sotto il gomito e la condusse verso un paio di sedie sistemate accanto al caminetto. Ancora una volta Ambrosia sentì una specie di fremito 24
quando lui la toccò. Come se condividessero le stesse emozioni, lo stesso dolore. Quando lei si fu seduta, lui le si sedette accanto e allungò le gambe verso il fuoco. «Sono desolato per avere causato tanto dolore a voi e alle vostre sorelle.» Vedendo che lei taceva, Spencer bevve la birra in silenzio. «Ora che siamo soli, ditemi quello che è accaduto, capitano. Devo conoscere i dettagli. Avete visto... morire mio padre e mio fratello?» Lui annuì. «È accaduto proprio davanti ai miei occhi. La nave era spazzata dalle onde. Sono stati scaraventati in mare insieme a metà dell'equipaggio. Non c'è stato modo di salvarli. Stavamo combattendo tutti per la sopravvivenza, cercando di evitare che l'Undaunted si spezzasse in due. Abbiamo dovuto abbandonare in mare i loro corpi.» Ambrosia chiuse per un attimo gli occhi, sopraffatta dal senso di perdita. Avrebbe tanto voluto guardare per un'ultima volta il volto di suo padre e quello di suo fratello. Vederli, toccarli, dare loro un bacio d'addio. Ma anche quel piccolo conforto le era stato negato. Avrebbe dovuto accontentarsi dei ricordi. Aprì gli occhi e si accorse che il capitano Spencer la stava guardando. «E la nave di mio padre? Ha sopportato tutti quei danni?» «Sì. Quando la vedrete alla luce del giorno vi renderete conto che siamo stati fortunati ad arrivare in porto. La stiva è allagata. La prua è squarciata. Ma lo scafo è solido. È ancora una bella nave. Però occorrerà un bel po' di lavoro per farla navigare di nuovo.» La governante entrò in salotto. Aveva gli occhi gonfi e rossi di pianto, ma riuscì a dire: «Ho preparato da mangiare». «Grazie, Mrs. Coffey.» Ambrosia si alzò e porse la mano all'ospite. «Adesso devo raggiungere la mia famiglia, capitano. Spero che dopo che avrete mangiato vi fermerete per la notte.» Lui le strinse la mano. «Ne sarei onorato, Miss Lambert.» Lei annuì. «Quando avrete terminato il vostro pasto vi farò accompagnare dalla governante nella stanza di mio fratello. Credo che troverete tutto quello che vi serve.» 25
Il capitano Spencer continuò a tenerle la mano. «Voglio che sappiate questo, Miss Lambert» disse a voce più bassa. «Vostro padre era consapevole del pericolo che stava affrontando. Mentre combattevamo insieme contro la tempesta mi ha parlato delle sue tre figlie. Di quanto ne fosse orgoglioso. Delle sue speranze per il vostro futuro. E mi ha chiesto un favore. Un favore che speravo di non dovergli fare mai, perché gli volevo bene come se fosse mio padre.» La sua voce era roca per l'emozione. «Il capitano Lambert mi ha chiesto, se fossi sopravvissuto, di riportare a casa l'Undaunted, e di dirvi quanto vi voleva bene, e che contava su di voi per continuare l'impresa.» Ambrosia trattenne il fiato. «Continuare l'impresa? Ha detto questo?» «Sì.» Ambrosia sbatté le palpebre per trattenere le lacrime che le avevano riempito gli occhi. Voleva scappare prima di crollare. «Grazie, capitano Spencer. Grazie di... tutto.» Poi si voltò e corse su per le scale, lasciando Riordan Spencer solo con la governante, che stava piangendo sommessamente con il volto fra le mani.
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I segreti della notte di Sophia James Inghilterra, 1822-1826. Il Duca di Carisbrook rimane folgorato dalla bellezza esotica di Emerald Sanford, figlia di un pirata, giunta a Londra dalla Giamaica sotto le mentite spoglie di Lady Emma Seaton per recuperare un bastone da passeggio in cui il padre ha nascosto la mappa di un tesoro. Purtroppo, il prezioso oggetto è nelle mani del duca, l'uomo che le ha ucciso il genitore e del quale lei suo malgrado si innamora. Cosa sceglierà a quel punto la bella Emerald? In una notte d'inverno, invece, Taris Wellingham e Beatrice-Maude Bassingstoke, in viaggio sulla stessa diligenza, vengono sorpresi da una violenta tormenta. Costretti a ripararsi in un fienile, trovano conforto l'uno nelle braccia dell'altro. Ma quale futuro riserverà loro quella notte di passione? Lady Eleanor, da parte sua, ha un passato turbolento alle spalle e la spaventa l'idea che possano riaffiorare i suoi errori di gioventù. In particolare teme che qualcuno possa scoprire ciò che è accaduto una notte in un'oscura dimora francese tra lei e il misterioso Lord Wellingham, che non potrà mai dimenticare. Purtroppo i suoi timori si rivelano presto fondati...
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Questo volume è stato stampato nel marzo 2016 da Grafica Veneta S.p.A. - Trebaseleghe (Pd)