IL MEGLIO DI 3 R O M A N Z I D ’A U T O R E
Penny Jordan
LEGAMI DI FAMIGLIA
Titoli originali delle edizioni in lingua inglese: Captive at the Sicilian Billionaire's Command The Sicilian Boss's Mistress The Sicilian's Baby Bargain Harlequin Mills & Boon Modern Romance © 2009 Penny Halsall © 2009 Penny Jordan © 2009 Penny Jordan Traduzioni di Maria Paola Rauzi Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prime edizioni Collezione Harmony luglio 2013; agosto 2013; settembre 2013 Questa edizione Il Meglio di Harmony gennaio 2018 IL MEGLIO DI HARMONY ISSN 1126 - 263X Periodico mensile n. 218 dello 09/01/2018 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 777 dello 06/02/1997 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano
Sommario Pagina 7
Un'invitante scoperta Pagina 163
Notte di passione Pagina 319
Il magnate dal cuore di tenebra
Un'invitante scoperta
Prologo Rocco si tolse il casco di protezione che indossava mentre mostrava a dei potenziali investitori il nuovo resort con annessa spa che stava realizzando in Sicilia. Si passò impaziente una mano tra i folti capelli neri intanto che rispondeva laconico al cellulare. «Hai bisogno, don Falcon?» Il fratello maggiore non reagì di fronte a quell'ironico uso del suo titolo e si limitò ad annunciare: «L'abbiamo trovata. Questo è il suo indirizzo a Londra. Sai cosa fare». Falcon terminò la telefonata senza lasciargli il tempo di rispondere e a lui non restò che rimettersi il casco e accompagnare gli altri negli uffici realizzati appositamente sul cantiere.
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1 Un rumore sordo per strada spinse Julie a guardarsi alle spalle e a controllare automaticamente la logora borsa che teneva attaccata al corpo. Quello era un quartiere poco sicuro e una delle responsabili del nido l'aveva avvertita di non lasciare mai i documenti a casa visto l'alto numero di furti, con il risultato che adesso portava sempre con sé i passaporti. «Ms Simmonds?» Lei sussultò spaventata e si voltò di colpo ritrovandosi di fronte un uomo che le bloccava l'accesso all'appartamento che aveva affittato. Le bastò un'occhiata per capire che non si trattava di un ladro. La macchina lussuosa parcheggiata lì accanto era una prova più che sufficiente. Annuì con la testa. «E questo è suo figlio?» Julie si irrigidì e si strinse forte al petto il nipote. Dopotutto, adesso Josh era suo figlio. La gelida pioggia di marzo, che era iniziata a scendere non appena uscita dal negozio dove lavorava part-time, le aveva inzuppato il cappotto e i capelli biondi lisci raccolti in una coda di cavallo. 10
Stava morendo di freddo eppure era intrappolata in mezzo alla strada con un uomo che le stava facendo domande a cui non voleva rispondere. «Se è un ufficiale giudiziario...» iniziò con una voce carica di disprezzo. Il cuore le batteva a mille per la paura. Josh era suo e non aveva motivo di temere quello sconosciuto, anche se non era la madre naturale del bambino. Ecco quello che succedeva a vivere alla giornata con il costante incubo che comparisse all'improvviso qualcuno a chiedere denaro. Ti faceva sentire in colpa benché non ce ne fosse alcun motivo. Se erano soldi che quel tipo cercava allora stava perdendo il suo tempo. Non aveva senso mandare ufficiali giudiziari quando non c'era più niente da prendere ed era ancora più inutile desiderare che i genitori avessero fatto un altro tipo di testamento. Essendo l'unica sopravvissuta avrebbe dovuto ereditare qualcosa; magari abbastanza da saldare i debiti di sua sorella e acquistare una piccola casa per sé e per Josh. Purtroppo, secondo il suo avvocato, data la situazione complicata sarebbe occorso del tempo prima di sistemare le cose. Il fatto era che i suoi genitori, sua sorella e James, il suo fidanzato, nonché il padre e la madre di lui, erano tutti morti nello stesso disastro ferroviario insieme ad altre venti persone. Per lei era stato uno shock terribile e si era ritrovata di colpo con il nipotino da accudire e i debiti di Judy da pagare. 11
Oltre al fatto, naturalmente, di dover venire a patti con la perdita di James. Quando aveva dovuto organizzare i funerali per la sua famiglia aveva pensato che forse Judy volesse essere sepolta con James, ma Annette, la sorella, si era opposta insistendo che il fratello doveva riposare accanto ai genitori. Aveva presenziato a entrambe le cerimonie funebri e aveva scoperto che Annette era una donna algida, esattamente come l'aveva descritta James. «Tieni quel bambino lontano da me!» aveva esclamato allontanandosi. «Questo cappotto costa una fortuna ed è di puro cachemire.» James le aveva raccontato che Roger, il ricco marito che lavorava in banca, desiderava disperatamente una famiglia, ma che la sorella era assolutamente contraria all'idea. Avevano una bella casa a Chelsea, dove lei intratteneva gli amici e colleghi del consorte. James... Julie trattenne le lacrime. Il suo unico e solo amore. Il suo primo e ultimo amante. Se soltanto le cose fossero andate diversamente... Se fosse stata lei a concepire suo figlio... Se... La sua perdita la faceva soffrire terribilmente. Con la sua morte si era spenta anche la speranza che un giorno potesse tornare da chi l'aveva amato veramente. Rocco osservò l'alternarsi di emozioni negli occhi grigi insolitamente espressivi di quella donna. L'unica sua parte che sembrasse viva. Non aveva mai visto una ragazza così scialba. 12
«Un ufficiale giudiziario?» disse sprezzante prima di aggiungere: «Il motivo per cui sono qui riguarda fondamentalmente una questione di riappropriazione». Riappropriazione? Ormai non era rimasto più nulla nell'appartamento che potesse essere preso. Le luci della strada illuminavano i tratti del suo viso, un misto di arroganza e crudeltà bizantina. Era il volto di un uomo che non conosceva pietà o compassione. Rocco non riusciva a capire cosa ci avesse visto il fratellastro in quella pallida ragazza inglese. Era magra al punto da sembrare malnutrita, senza fascino né personalità. Forse, però, era ingiusto. Magari, durante le feste a base di champagne e droga che amava organizzare il fratellastro, si era distinta nello squallido modo che Antonio amava tanto. Fu sopraffatto dal disgusto per quello stile di vita e per la moralità della donna che aveva di fronte. Ma ancora di più per il senso del dovere che gli era stato inculcato fin dalla nascita. Sin dall'inizio era stato contrario a quella storia. Il posto di un bambino era con la madre. Falcon, però, aveva puntualizzato che il piccolo sarebbe stato sempre con lei dal momento che il suo compito era quello di portare entrambi in Sicilia. In effetti, adesso che aveva constatato con i propri occhi le condizioni precarie in cui vivevano, dovette ammettere che il suo intervento sarebbe stato a beneficio di tutti e due. Aveva freddo e doveva portare in casa Josh, ma 13
lui era lì, di fronte a lei, e non si spostava. Il nipote non si era ancora ripreso del tutto da una brutta tosse. Purtroppo, da quando era nato, a gennaio, il piccolo aveva avuto un sacco di problemi. Tanto per cominciare c'era il fatto che Judy non lo aveva mai desiderato. Poi si era scoperto che non riusciva a nutrirsi correttamente per un problema di anchiloglossia. A quel punto aveva dovuto subire un piccolo intervento chirurgico a cui era seguita una infezione, grazie alla incuria di sua sorella, che aveva comportato ulteriori problemi di alimentazione. Infine, il destino lo aveva privato di entrambi i genitori e dei nonni. Ma lei lo avrebbe amato e protetto. Dopotutto era la sola cosa che le era rimasta di James e della sua famiglia. Ed era ciò che aveva silenziosamente promesso di fare all'uomo che aveva amato profondamente. James si era sentito così orgoglioso ed eccitato quando aveva scoperto che Judy era incinta... Rocco stava perdendo la pazienza. In fondo era un Leopardi e i Leopardi avevano governato sulle loro terre in Sicilia fin dai tempi delle crociate. Era cresciuto in un ambiente in cui essere un Leopardi significava che la propria parola era legge. «Non so di cosa si deve riappropriare, ma mio figlio ha freddo e lo devo portare in casa» disse Julie. Non voleva aprire la borsa davanti a uno sconosciuto, tuttavia doveva recuperare le chiavi. Impresa non facile con in braccio Josh e quando scorse l'espressione irritata e impaziente sul volto dell'uomo si rese conto che tentare di essere discreta sarebbe stato soltanto una perdita di tempo. 14
«Lascia che tenga io il bambino» le disse Rocco usando un tono più informale per rassicurarla. Lei spalancò gli occhi stupita da quella offerta. Sembrava quasi che fosse perfettamente a suo agio con bambini così piccoli. «Hai figli?» gli chiese arrossendo per quella domanda inappropriata. «No» rispose lui in modo così secco da indurre Julie a tenersi stretta Josh. Purtroppo, nella disperata ricerca delle chiavi, rovesciò parte del contenuto della borsa sulla strada bagnata: una serie di conti di sua sorella da pagare, il passaporto suo e di Josh... Rocco aggrottò la fronte nel notare i documenti in mezzo agli altri oggetti sparsi a terra. Ignorando le sue proteste si chinò a raccoglierli. Come doveva interpretare la presenza dei passaporti nella borsa? Probabilmente un segno del destino che avrebbe reso più semplice e facile il suo compito. Ma chi se ne andava in giro con il passaporto addosso? Evidentemente chi non voleva trovarsi impreparato nel caso in cui si fosse presentata l'occasione di lasciare il paese. Immaginava fosse una circostanza abbastanza comune tra le donne d'alto bordo che aveva frequentato il fratellastro. Quella che aveva davanti, però, non ne aveva di certo l'aspetto. Le restituì tutto, compreso le chiavi. Julie sospirò di sollievo. Non sapeva precisamente di cosa aveva paura, comunque adesso si sentiva più rilassata. «Il bambino va riparato dalla pioggia» le disse lui autoritario. Quindi le posò una mano sul gomito fa15
cendola avanzare verso la sua auto. «La mia macchina è lì.» Lei non capì se si fosse mossa per volontà propria, oppure spinta dal vento e dalla presa dello sconosciuto. Rabbrividì domandandosi quali fossero le sue intenzioni. Che cosa voleva veramente? Ovviamente non lei. Ogni gesto e movimento di quell'uomo suggeriva un disprezzo per chiunque non fosse al massimo. Tutto ciò che doveva fare era chiedergli di scostarsi. Ormai aveva il braccio indolenzito. Sistemò meglio Josh in cerca di sollievo. «Lascia che lo prenda io» le disse Rocco avvicinandosi al piccolo. «Che cosa vuoi? Chi ti ha mandato?» lo aggredì Julie in ansia. «Non mi ha mandato nessuno» ribatté lui freddo. «Inoltre sarebbe meglio che mi chiedessi da dove vengo.» «Perché dovrei farlo? Non capisco di cosa diavolo stai parlando.» «No? Provengo dalla famiglia e dal paese a cui appartiene questo bambino.» Gli occhi di lei, dello stesso grigio azzurro di quel cielo londinese di marzo, si spalancarono per lo shock e la paura allorché il significato delle sue parole le penetrò il cuore, il quale iniziò a battere forsennatamente. «Vieni dalla Sicilia?» «Sì, vengo dalla Sicilia.» Quella era decisamente l'ultima cosa che Julie si sarebbe aspettata, tuttavia bastò a terrorizzarla. «Chi sei?» 16
Rocco non era abituato al fatto che qualcuno mettesse in discussione la sua identità. La fissò con disprezzo dall'alto del suo metro e ottantasei incrociando le braccia al petto. «Sono Rocco Leopardi e adesso che ho risposto alla tua domanda potresti darmi mio nipote e salire in macchina?» Suo nipote? Quindi non era Antonio, il ricco playboy siciliano con cui sua sorella aveva avuto una storia il maggio precedente nel sud della Francia, e che Judy le aveva fatto solennemente promettere di tenere nascosta a James. Una ingiustificata sensazione di sollievo le fece momentaneamente abbassare la guardia e allentare la presa sul piccolo addormentato. Temendo che cadesse lui lo afferrò immediatamente e aprì la portiera posteriore dell'auto. «Cosa stai facendo?» esclamò Julie spaventata quando lo vide sistemare Josh in un seggiolino per neonati. I suoi gesti erano teneri e protettivi, tuttavia quella attenzione aumentò i suoi timori. «Lo sto semplicemente mettendo al riparo mentre parliamo. Per poco non lo lasciavi cadere.» «Non è vero» negò lei. «Stai cercando di portarmelo via, non è così?» Rocco la fissò con un'espressione indecifrabile. Avrebbe dovuto immaginare che era una donna facile all'isteria. Julie si chiese se sapeva che non era la madre di Josh. Le avrebbe detto che non aveva alcun diritto su di lui? In fondo era il tipo d'uomo che non si sarebbe fermato di fronte a niente e a nessuno pur di ottenere ciò che voleva. 17
Dall'altra parte della strada vide arrivare una coppia. Aprì la bocca per gridare aiuto lasciando che l'istinto di protezione verso il nipote prevalesse sul suo disprezzo per qualsiasi genere di scenata. «Senti...» Rocco stava per dirle di non esagerare quando si rese conto che fissava una coppia che si stava avvicinando. Capì subito le sue intenzioni e reagì di conseguenza: la strinse forte tra le braccia e zittì la sua richiesta di soccorso catturandole le labbra con le sue. Normalmente l'ultima cosa che avrebbe pensato di fare era baciare una femmina come quella. Non solo non la trovava fisicamente attraente, ma la ripugnava anche moralmente. Magra, bionda e pallida, sarebbe stata pronta a fare sesso con qualunque uomo glielo avesse chiesto purché fosse ricco. A lui piacevano donne attraenti, intelligenti e orgogliose di ciò che facevano. Suo padre apparteneva a una delle più antiche e aristocratiche famiglie siciliane e lui stesso aveva un titolo di cortesia, tuttavia si era costruito un impero personale grazie alla sua determinazione e capacità. Al momento opportuno si sarebbe sistemato con una compagna che capisse le esigenze legate alle sue origini; una donna che si sentiva a sua agio sia a casa che al lavoro; una donna disinteressata agli eccessi tanto amati dal fratellastro e dalle sue equivoche partner sessuali, e pronta a disdegnarli con la sua stessa intensità. Sicuramente doveva essere una donna che condivideva la sua profonda sensualità. Una cosa però che non avrebbe dovuto assoluta18
mente fare era innamorarsi di lui, o aspettarsi che ricambiasse quei sentimenti. Sua madre aveva amato il marito e quell'amore l'aveva distrutta. Questo non sarebbe mai accaduto con lui: non aveva alcuna intenzione di diventare né la vittima né, tantomeno, lo spietato responsabile di quella persecuzione, ossia suo padre. La ragazza si era irrigidita tra le sue braccia e poteva percepire il battito furioso del suo cuore. Aveva paura? Di cosa? Di lui? Il pensiero di spaventare una persona debole e vulnerabile gli era assolutamente ripugnante. Ma com'era possibile che quella giovane fosse terrorizzata, dopo essersi concessa a quel depravato del suo fratellastro? Non rientrava di sicuro nello stile di Antonio una donna che si lasciava intimorire dal tocco di un uomo. Inoltre, stando a ciò che Falcon aveva scoperto sul suo conto, si trattava di una di quelle modelle glamour ampiamente in sintonia con gli stravizi del fratellastro. Peccato che adesso non ci fosse niente di remotamente glamour in lei. Eppure, la sua bocca era inspiegabilmente morbida e piena e la sua snellezza così disarmante da spingerlo a desiderare di tenerla stretta a sé e farsi strada con la lingua tra le sue labbra serrate. Il vero motivo per cui Julie era finita fra le sue braccia era stato superato da tutta una serie di altre sensazioni che non avevano nulla a che vedere con il panico. James era stato l'unico uomo da cui si era lasciata baciare e stringere in quel modo, pensò dolorosa19
mente, tuttavia sentiva che la sua determinazione a resistere allo sconosciuto stava venendo meno. Alla fine, la pressione della lingua di lui abbatté le sue resistenze con la facilità con cui il sole siciliano era in grado di sciogliere la neve invernale. La sua debolezza venne risucchiata inesorabilmente dalla sua forza. I suoi sensi la tradirono. Era così che un tempo aveva sognato di essere baciata da James... prima che diventassero amanti e prima che la lasciasse per Judy. Era già stato terribile ascoltare James confessarle con gentilezza che si era innamorato di sua sorella, benché avesse apprezzato i momenti trascorsi insieme, ma la cosa più dolorosa erano state le confidenze di Judy quando, in un momento di ebbrezza totale, le aveva rivelato di non sapere con certezza chi fosse il padre del figlio indesiderato che aspettava. Aveva ammesso che avrebbe anche potuto essere del ricco siciliano con cui aveva avuto una relazione e che si rifiutava di rispondere alle sue lettere. Comunque, alla fine, aveva fatto credere a James che fosse suo e in effetti poteva essere vero dal momento che erano finiti a letto insieme non appena tornata a casa. Le parole di Judy erano state una vera tortura per lei, pensò avvinghiandosi a Rocco perché erano i suoi baci che James avrebbe dovuto desiderare, il suo tocco e il suo corpo... Persa in quelle emozioni ebbe la sensazione che l'uomo che la stava stringendo si fosse trasformato in James, per cui rispose con tutta la forza del suo desiderio represso e del suo amore per lui. 20
L'improvvisa passione di Julie colse Rocco di sorpresa. Aveva socchiuso la bocca accogliendolo con il respiro spezzato e il cuore che batteva forte. Ignaro dei motivi che si celavano dietro quella reazione, le accarezzò la schiena attirandola maggiormente a sé. La consapevolezza di quel corpo muscoloso e virile contro il suo riportò Julie alla realtà. Rocco Leopardi non era James! Non appena la sentì lottare per liberarsi, lui si scostò e provò disgusto per ciò che aveva fatto. Da quando si accontentava degli avanzi di Antonio? Era davvero impensabile che avesse potuto desiderare una donna del genere. Aveva smesso di baciarla, però la teneva ancora stretta, riconobbe lei rabbrividendo. Perché glielo aveva permesso? Non aveva niente di James! Ovviamente la coppia alla quale aveva pensato di chiedere aiuto si era dileguata. Per quanto volesse allontanarsi da lei e da ciò che riteneva un tradimento verso se stesso e i suoi principi morali, Rocco sapeva di non poterlo fare. Purtroppo, in quel momento, il dovere verso la famiglia veniva prima di quello verso se stesso. «Ci sono alcune questioni di cui dobbiamo discutere» le disse gelido. «Non ti permetterò di portarmi via il mio bambino!» lo avvertì lei con veemenza, ricacciando indietro le lacrime causate da tutte quelle forti emozioni. «Non essere ridicola. Nessuno lo vuole fare. Voi due dovete semplicemente accompagnarmi in Sicilia in modo da poter sistemare una complicata situa21
zione legale. Dovrete fermarvi una settimana, al massimo dieci giorni, poi sarete liberi di tornare qui se lo desiderate. Ti do la mia parola.» Julie lo fissò sbalordita. Quell'ultima dichiarazione avrebbe potuto sembrare teatrale, invece la colpì a un livello profondo, come se le avesse appena fatto una promessa, o un giuramento. Incapace di respirare chinò leggermente la testa in segno di accettazione, quasi si trattasse di un impegno altrettanto solenne da parte sua. Si era rilassata, pensò Rocco, ma era probabile che una donna così, senza senso dell'onore, avrebbe cercato sicuramente di creare scompiglio in pubblico per cui, prima fossero partiti per la Sicilia, meglio sarebbe stato per tutti. E dal momento che aveva i passaporti con sé era inutile rimandare oltre la partenza. Il suo jet personale era in attesa e una volta che lei fosse salita sulla sua auto avrebbe anche potuto protestare all'infinito perché tanto nessuno l'avrebbe sentita. «Se potessimo ripararci da questa pioggia in macchina...» le disse aprendole la portiera. Julie esitò. «Ti posso garantire che tu e il bambino siete al sicuro. Anzi, alla fine avrete entrambi dei benefici a livello economico» dichiarò lui freddamente. Benefici economici? Che cosa intendeva? Il cuore di lei riprese a battere forte. Rocco pensò cinicamente di avere trovato finalmente la chiave per abbattere le sue resistenze. «Ma... perché? Voglio dire... so che tuo fratello...» Julie non riuscì ad aggiungere che sapeva che 22
Antonio avrebbe potuto essere il padre di Josh perché avrebbe significato ammettere che non era figlio di James e lei lo desiderava ardentemente malgrado i dubbi della sorella. Comunque, adesso era al nipote che doveva pensare e se la famiglia del ricco playboy, con cui Judy aveva avuto una relazione, era disposta a garantirgli un sostegno finanziario non aveva alcun diritto di negargli un simile beneficio. E se poi Antonio Leopardi avesse reclamato Josh togliendoglielo?, si chiese angosciata. Alzò lo sguardo su Rocco che la stava fissando sprezzante con i suoi occhi color ambra: occhi da predatore. Occhi da leopardo. «Antonio era il mio fratellastro ed era siciliano, quindi anche questo bambino è siciliano e in quanto tale ha diritto alla sua eredità. Questa è la legge del nostro sangue e della nostra famiglia.» Quella dichiarazione sembrò a Julie carica di avvertimenti e antica come la storia di quell'isola, tuttavia la sua attenzione fu attratta dalla prima parte della frase. «Antonio era siciliano?» ripeté. «Cosa significa?» «Quello che può significare quando si parla di una persona usando il tempo passato» ribatté Rocco asciutto. «Il mio fratellastro, il tuo amante, il padre del bambino, è morto» dichiarò lanciandole un'altra occhiata derisoria. «Tuttavia i Leopardi prendono sul serio le loro responsabilità verso coloro nelle cui vene scorre lo stesso sangue.» Julie era mentalmente ed emotivamente annebbiata dopo quegli ultimi mesi così difficili. Ormai faceva fatica a ricordare di essere stata una giovane don23
na di successo sicura di sé, con una promettente carriera nell'amministrazione comunale e tanti nuovi amici. Il pensiero di condividere le responsabilità per l'educazione del nipote con un uomo che aveva le spalle così ampie da sopportarne facilmente il peso le procurò un sollievo inaspettato. Sarebbe stato molto più facile prendere delle decisioni importanti se avesse avuto vicino qualcuno che, a differenza della sorella di James, non rifiutava l'esistenza di Josh. Rocco Leopardi non sembrava affatto ostile nei confronti del piccolo, però era stato abbastanza esplicito nel farle capire cosa pensava esattamente di lei. Istintivamente desiderò difendersi da quelle accuse. «Ma io non...» iniziò indignata, bloccandosi subito e chiedendosi se fosse saggio rivelargli che non era la madre di Josh. In fondo le aveva dato la sua parola convinto che fosse la mamma, non la zia. «Non sei cosa? Sconvolta al pensiero della morte di Antonio?» osservò Rocco tenendole aperta la portiera dell'auto. «Del resto non avete avuto una relazione lunga, giusto?» Mentre si lasciava andare sul comodo sedile lei si trovò divisa tra l'accettare quegli insulti, oppure confessargli la verità. «Cos'è successo?» gli chiese invece senza sapere perché. Non aveva mai conosciuto Antonio, tuttavia la notizia della sua morte l'aveva scioccata. «È morto come è vissuto» le disse conciso lui. «Credendo che niente e nessuno avesse importanza eccetto se stesso.» 24
Julie lo fissò, colpita dal disprezzo che lesse nei suoi occhi. «Era alla guida di un'auto potente che non sapeva controllare.» Judy le aveva detto che lei e Antonio erano simili e da ciò che le aveva appena rivelato Rocco capì che la sorella non aveva mentito. «Comunque, se il bambino ha nelle vene il sangue dei Leopardi fa parte a pieno titolo della famiglia. Poco importa il modo in cui è stato concepito.» Julie avrebbe voluto gridare che era impossibile che Josh fosse figlio di Antonio. Era così determinata a credere che il padre fosse James da essere ancora sconvolta dalla improvvisa comparsa di Rocco Leopardi perché le aveva fatto ricordare che anche Judy aveva dei dubbi riguardo l'identità paterna. Purtroppo l'espressione di lui non lasciava dubbi sulla sincerità delle sue parole, che rivelavano l'orgoglio di una famiglia antica che onorava i propri impegni e responsabilità. Lentamente iniziò ad assimilare cosa avrebbe significato per suo nipote essere figlio di Antonio Leopardi. Una parte di lei sperava che non fosse così, ma quale danno avrebbe procurato al bambino negandogli il diritto a un retaggio che poteva essere suo? Doveva mettere davanti a tutto il resto i bisogni e il benessere di Josh. Ecco perché non poteva rifiutarsi di andare in Sicilia. Era ovvio che Rocco Leopardi non sapesse della morte di sua sorella e credeva che in realtà lei fosse Judy. Curvò le labbra in un sorriso mesto; se l'avesse 25
conosciuta sicuramente non le avrebbe confuse. Lei e Judy non avevano apprezzato particolarmente il fatto che i genitori avessero scelto nomi così simili per loro, tuttavia era stata Judy quella che si era lamentata di più, dichiarando che era stata una cosa stupida visto che erano tanto diverse e che lei era molto più bella e popolare. «Cosa succederà quando arriveremo in Sicilia?» «Il nostro medico di famiglia farà al bambino un test del DNA.» «Se è solo per questo avremmo potuto farlo qui» protestò Julie. Lui la ignorò e continuò: «Ci vorranno almeno cinque giorni prima di avere i risultati. Se risulterà che Antonio è davvero il padre, allora il piccolo entrerà a fare parte a pieno titolo della famiglia». «E se non fosse così?» gli domandò lei roca incapace di guardarlo negli occhi. Lui aggrottò la fronte. Il comportamento di quella donna non era come si era aspettato. Era convinto che si sarebbe prodigata in dichiarazioni d'amore sperticate nei confronti del fratellastro e non che parlasse apertamente della possibilità che potesse non essere figlio suo. «In tal caso verrai adeguatamente ricompensata per avere accettato di venire in Sicilia e riceverai una sostanziosa somma di denaro in cambio della tua discrezione.» Julie sussultò. «Significa che comprerai il mio silenzio?» indovinò osservandolo chinare la testa in segno affermativo. Era davvero una situazione sgradevole e squallida, pensò Julie a disagio. 26
«Ovviamente, se sai già con certezza che il padre non è Antonio...» «No, non ne sono sicura» ammise lei. Rocco capì che gli stava dicendo la verità. L'interno dell'auto aveva un odore di pelle mista a colonia maschile. Julie si voltò a guardare Josh che dormiva tranquillo. Per fortuna gli aveva dato da mangiare e lo aveva cambiato prima di lasciare il nido. Il nipote era un bambino fin troppo tranquillo e il pediatra si era detto d'accordo con lei. Tuttavia non aveva voluto tradire la sorella esprimendo i suoi dubbi sulle negligenze di Judy nei confronti del figlio. Adesso, però, quella creatura era una sua responsabilità ed era molto più importante della lealtà che doveva a una sorella il cui atteggiamento verso la vita era esattamente l'opposto del suo e che l'aveva spesso trattata male. La verità era che il povero Josh, dopo la sua nascita, era stato malnutrito e ignorato dalla madre. L'infezione che aveva contratto aveva indebolito il suo sistema immunitario. Il piccolo aveva sofferto anche emotivamente e lei aveva giurato a se stessa che avrebbe fatto di tutto per cancellare quelle prime settimane terribili della sua esistenza. Idealmente le sarebbe piaciuto stare con lui a tempo pieno, ma non era possibile dato che doveva pensare al loro mantenimento finché non fosse stata sistemata la questione dell'eredità. A poco a poco Josh aveva iniziato a riconoscerla e a sorriderle allungando le manine verso di lei quan27
do la vedeva. Ogni volta che ci pensava le veniva un groppo in gola per l'emozione. Rocco accese il motore e partì. «Cosa stai facendo?» gli chiese Julie allarmata. «Sto andando all'aeroporto» rispose lui con esagerata pazienza, «dove ci aspetta un aereo per portarci in Sicilia.» In Sicilia? Adesso? Non aveva abbastanza cambi per Josh con sé, sussultò lei e non aveva ancora accettato formalmente di accompagnarlo. «Non è possibile!» esclamò. «Perché?» «Ci sono delle cose che devo fare, persone che devo avvertire: il mio padrone di casa, l'asilo nido, il posto dove lavoro... E poi io e Josh abbiamo bisogno di vestiti e...» «Puoi telefonare a tutti dalla macchina. Del resto me ne occuperò io personalmente.» Era evidente che Rocco Leopardi fosse un uomo che non amava perdere tempo, pensò Julie osservandolo mentre premeva un tasto sul volante che fece uscire un telefono dal cruscotto. Stava per concludere l'ultima chiamata all'asilo nido quando sentì Josh gemere. Si voltò verso il nipote e lo vide sveglio. «Ti spiace fermare l'auto? Vorrei sedermi dietro con Josh.» Rocco accostò e scese ad aprirle la portiera. I suoi modi erano ineccepibili, così come i suoi baci, si disse Julie arrossendo a quel pensiero. Cosa diavolo le veniva in mente? Si sentiva confusa e mortificata e non osò guardarlo mentre prendeva posto sul sedile posteriore. 28
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