Londra, 1818 - Uomo d’onore, il maggiore Harry Brockley sta per sposare una giovane per salvarla da uno scandalo e si trova a doverne proteggere un’altra da parenti interessati alla sua eredità. Solo Samantha Scatterby potrà aiutarlo, l’unica donna di cui si sia mai innamorato.
Inghilterra - Scozia, 1727 - Uno scambio di identità, un contratto tra clan, una lenta opera di seduzione… ma cosa succederà quando Hugh McCallum si accorgerà di aver rapito la donna sbagliata? PRIMO APPUNTAMENTO CON SPOSE DELLE
HIGHLANDS.
Scozia, 1296 - Mairead Buchanan ha un solo obiettivo: trovare il responsabile della morte del fratello. Questo finché non si imbatte in Caird, nemico del suo clan e affascinante distrazione…
Inghilterra, 1822 - Benedict Lennox è affascinante, ricco e ambito da molte dame dell’alta società. Da molte, ma non da Penelope Weston, ma quando lei si ritrova in una situazione compromettente che potrebbe sfociare in uno scandalo, è proprio lui a correre in suo aiuto offrendosi di sposarla...
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Londra, 1851 - Uno scontro di volontà, una resa peccaminosa... Potrà Frannie Darling resistere al fascino magnetico di Sterling Mabry, Duca di Greystone? “Un romanzo che coinvolge e conquista, sin dalla prima pagina.” Goodreads Reviews Il terzo appuntamento con Gli irresistibili libertini di St. James vi aspetta.
Londra 1822 - Un duca, una cameriera, un futuro impossibile. “Un’autrice unica nel suo genere.” Library Journal Non perdete l’appuntamento con la serie Conti, scapoli e libertini.
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Simona Liubicich
Lo smeraldo di Londra
Lo smeraldo di Londra © 2016 Simona Liubicich Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2016 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Passion settembre 2016 HARMONY PASSION ISSN 1970 - 9951 Periodico mensile n. 118 del 15/09/2016 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 71 dello 06/02/2007 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano
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Paulsgrove Lake, Grafton Manor «Vostra Grazia, non vi rimane molto tempo.» Le parole del medico risuonarono come una campana a morto all'interno della stanza, i pesanti tendaggi erano tirati a oscurare il cielo terso di quel giorno funereo. Petrus Arkell FitzRoy, Duca di Grafton, stava morendo. Nessun giro di parole, nessuna menzogna, come aveva chiesto. «Ne sono conscio, dottor Perkin. Potete dirmi, secondo la vostra esperienza personale, quanto?» Petrus osservò il medico corrugare la fronte, la sua espressione farsi seria, anche se gli occhi tradirono per un attimo quella maschera che era solito indossare quando doveva recare cattive notizie ai pazienti. Ne fu consolato. Considerava William Perkin un caro amico, oltre la persona di scienza che era e che lo seguiva da diversi anni. «Potrebbero essere alcune settimane, ma non posso dirvi...» Petrus alzò un braccio, il palmo della mano aperto per porre fine a quella sgradevole confessione. «Non importa, non importa, va bene così...» Il gelo calò nella stanza per un attimo prima che il 5
duca congedasse il dottore, la voce ferma. «Ci rivedremo domani alla solita ora, amico mio. Ora vi lascio tornare a casa. Vostra moglie certamente vi starà attendendo.» «Beth è abituata ai miei orari strampalati, Vostra Grazia. Comunque, vi ringrazio e porgo i miei omaggi. A domani.» Osservò il medico inchinarsi e un attimo dopo lasciare lo studio, richiudendo la porta. «Devo fare testamento, sono stato sciocco a non pensarci prima» sospirò battendo una mano sul legno scuro della scrivania. «Non voglio che tu lo faccia, fratello.» Jude passeggiava nervoso attraverso lo studio, calpestando i tappeti orientali e passandosi le mani tra i capelli. «Forse ci sono errori in ciò che ha riferito il dottore, se ascoltassimo altre opinioni...» «Nessun errore, Jude. Sono malato sin dalla nascita, deforme, sofferente e sono arrivato a dispetto del destino fino ai quarantacinque anni. Sembra quasi che Iddio mi abbia voluto fare uno scherzo, anche se lo reputo di dubbio gusto. I medici avevano riferito ai nostri genitori che non sarei vissuto oltre i cinque anni d'età, quando nacqui. Invece, ironia della sorte, li ho sepolti entrambi ed eccomi qui, ancora vivo. Anche se per poco, ormai. Come medico, sai meglio di me che abbiamo tentato tutto e forse più.» Jude guardò al fratello maggiore con preoccupazione, senza, tuttavia, arrestare il suo moto. Petrus era nato malato, cresciuto circondato dai migliori scienziati in medicina scovati in Inghilterra e anche oltreoceano, eppure nulla era riuscito a salvaguardarne la salute 6
precaria. Era debole, deforme e tutto quel male lo aveva reso poco incline alla socialità, restio a rapportarsi col mondo. L'intera corte di Edoardo ne era al corrente, ma quelle rare volte in cui si era mostrato in pubblico era stato ammirato dagli uomini per la solida posizione socio-politica e dalle donne che, nonostante il fisico provato, erano calamitate come sbiadite falene dal riverbero del titolo e dell'enorme ricchezza che il suo nome rappresentava. Petrus viveva quasi come un eremita, trascorrendo la maggior parte del tempo serrato nel castello insieme ai suoi malanni e amava l'arte e la musica, fedeli compagne sin dal momento in cui si era reso conto che non sarebbe mai stato considerato uguale agli altri. Oltre le malformazioni alla gamba e alla schiena, Petrus era cardiopatico. Non aveva mai potuto giocare come lui, arrampicarsi sugli alberi, scorrazzare attraverso la sontuosa tenuta, andare a cavallo per una battuta di caccia o solamente per piacere. Tutti i medici erano stati concordi sul fatto che il cuore sarebbe peggiorato fino a condurlo alla morte. Nonostante tutto, era stato forte, ostinato e aveva resistito. Si era occupato dell'andamento economico delle proprietà, intanto che lui frequentava l'università e si laureava in medicina, e lo aveva praticamente allevato come un figlio, vista la differenza di quindici anni che li separava. Jude avvertì una fitta di dolore che gli punse l'anima come uno spillone: perché diavolo non esiste una cura per salvarlo?, si domandò, affranto. «Desidero che tu prenda moglie, Jude.» La richiesta repentina e inaspettata lo riportò bruscamente alla realtà. Sollevò lo sguardo verso Petrus, seduto dietro la scrivania di quercia che era stata del pa7
dre, una coperta di tartan a scaldargli le gambe ossute. Osservò con amore fraterno i lineamenti marcati, gli occhi azzurri intelligenti, vivaci. Purtroppo, la schiena era incurvata su un lato, conferendogli lo sgradevole soprannome di Gobbo che troppe volte Jude aveva, suo malgrado, sentito sussurrare a corte assieme ad altri epiteti poco onorevoli. La rabbia gli montò dentro come un vulcano pronto a eruttare. Petrus era un uomo buono e gentile, nonostante la vita gli avesse riservato molta sofferenza, mentre quella gentaglia, la corte dei leccapiedi di Edoardo, osava schernirlo in modo umiliante. Se tutti quei pappagalli dinoccolati avessero provato solo per un giorno ciò che il fratello provava dalla nascita, non avrebbero resistito e si sarebbero tolti la vita. Pusillanimi, pensò Jude. Le donne? Al suo nome si portavano la mano al petto, socchiudendo gli occhi e sventolandosi con quegli stupidi ventagli, ma era certo che sarebbero state disposte a qualunque cosa per divenire Duchessa di Grafton. Jude sogghignò sarcastico, prima di replicare. «Perché, Petrus, perché?» gli domandò. Immaginò l'orda di megere, arrampicatrici sociali e nobilastre in cerca di un titolo così altisonante. Si sarebbe scatenata una battaglia sociale per stabilire chi delle rampolle di corte sarebbe stata la prescelta. Jude già immaginava le matrone accapigliarsi per vendere le figlie come ciliege su una torta di panna montata. Disgustoso, pensò. La nuova Duchessa di Grafton, con la benedizione di Sua Maestà. Come avrebbe fatto a sopportare a palazzo una donna di tal sorta, una che lo avrebbe sposato solo per mettere le unghie su tutto ciò che la loro famiglia rappresentava? Si portò stancamente una mano alla 8
fronte, lo sguardo rivolto al fuoco del camino che scoppiettava allegro nello studio che era stato del padre. «Quando non ci sarò più, il titolo, ogni possedimento e tutto il patrimonio di famiglia passeranno nelle tue mani» riprese Petrus. «Sappiamo entrambi che sei un uomo di scienza, poco incline alla vita di corte e all'enorme quantità di lavoro che comporta la gestione delle proprietà di famiglia. Ebbene, Perrymont potrà sostituirmi egregiamente in questo senza che tu debba assumertene la responsabilità, ma ho bisogno di qualcuno di completamente fidato.» «Quindi?» ripeté lui, senza riuscire a capire dove volesse andare a parare il fratello. «Un erede, devi avere un figlio per la prosecuzione della nostra casata.» Jude aggrottò le sopracciglia scure tanto da formare una V sulla fronte e gli occhi assunsero una tonalità più intensa. «Dio, Petrus, sai bene che io non sono adatto a fare il padre!» Petrus sorrise. «So perfettamente che preferisci trastullarti con le dame. Non hai mai preso un impegno con nessuna di loro e hai quasi trent'anni.» «Semplicemente, fratello, non ho mai trovato una donna che riuscisse a smuovermi qualcosa oltre ciò che sta all'interno delle brache.» «Ebbene, la dinastia dei FitzRoy deve continuare e se non riesco a strapparti questa promessa, sarò seppellito invano.» Jude amava profondamente il fratello, gli doveva molto e non osò contrastarne le decisioni. La sua salute peggiorava di giorno in giorno, il respiro diveniva sempre più affannato e si muoveva con difficoltà. Come avrebbe fatto a sopportare la sua morte? 9
Si rifiutò di cercare una risposta in quel momento. «Hai già qualche nome per la candidata?» incalzò ancora il fratello. «Nome? Sant'Iddio, Petrus, non ho mai nemmeno preso in considerazione una donna come eventuale moglie!» esclamò di rimando Jude guardandolo, visibilmente preoccupato. Una moglie!, pensò. Certo non sarà difficile, basterà pronunciare il nostro nome e giungeranno a sciami come locuste. «E sia, fratello. Esaudirò ogni tua richiesta, come desideri.» «Ne ero certo, Jude» gli rispose Petrus, visibilmente soddisfatto. «Adesso, però, bando alle ciance. Miss Catherine avrà già preparato la sala da pranzo e oggi mi sento particolarmente affamato.» «Questa è una buona notizia. Faccio chiamare Jones, ti aiuterà a prepararti per scendere.» Un cenno del capo e Jude abbandonò lo studio, la mente oppressa da pensieri pesanti. Subito dopo il pranzo, Jude attese che i valletti mettessero a letto Petrus, poi lasciò il castello a cavallo per una battuta di caccia, insieme a Burke, il guardacaccia della tenuta. Aveva bisogno di rilassarsi, di distogliere la mente dai pensieri disgraziati che lo avviluppavano come spire e quella nobile occupazione avrebbe assolto il compito. Non aveva un'amante fissa come la maggior parte dei nobiluomini di corte e, d'altronde, non ne aveva bisogno: le donne gli si buttavano addosso senza che lui tentasse alcuno sforzo. Sapeva di essere particolarmente attraente, sin da ragazzino. L'aspetto dinoccolato e la magrezza della pubertà erano andate negli anni trasformandosi in un fisico asciutto, ma definito, le spalle 10
larghe e le cosce muscolose grazie al gioco del Polo. A corte era considerato un campione e il re stesso assisteva, quando poteva, alle sue prodezze sportive. Spronò il destriero all'interno della foresta, seguito dal fido Burke, deciso a portare a casa un po' di cacciagione da far cucinare alla cuoca. Voleva cancellare almeno un poco di tutta quella tristezza che lo stava opprimendo, anche se sapeva che non ci sarebbe riuscito.
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Lo smeraldo di Londra di Simona Liubicich Londra, 1904.È una notte di pensieri, quella di Jude Arkell di FitzRoy, fratello del duca di Grafton. Di ritorno da una battuta di caccia nell'Hampshire, presta soccorso a una carrozza incidentata. Non crede ai suoi occhi quando, aprendo lo sportello, si trova dinnanzi la donna più bella su cui abbia mai posato lo sguardo. Lei è Evangeline Rosewood ed è in fuga da Londra e dal suo ex amante, Brock Grummermore, un malvivente che la considerava di sua proprietà. Evangeline ha bisogno di un posto dove passare la notte e Jude si offre di ospitarla nella villa di proprietà del fratello. Da subito tra i due la passione è palpabile, tanto che esplode selvaggia appena rimangono soli nelle lussuose stanze. Lei si lascia trascinare in un turbine irrefrenabile di sensazioni mai provato, convinta che...
Quelle notti con lui di Joya Ryan Lana sa bene cosa significhi essere messi da parte. Nella sua vita però non si è mai sentita così abbandonata come dal giorno in cui Jack se ne è andato, lasciandola con la sensazione di non essere degna dell'amore di un uomo. Il mondo è andato in frantumi, insieme all'illusione di aver trovato il tipo giusto per lei. Come se non bastasse, gli attacchi di uno stalker, deciso a non lasciarla in pace, le rendono la vita impossibile, costringendola ad accettare l'aiuto di un gentile vigile del fuoco. Callum Malone ha mille difetti, è esaltato dal suo lavoro, un vero playboy... senza contare che è il miglior amico di Jack. Ma quando lui le offre la sua protezione ospitandola a casa propria, l'attrazione fra i due diventa irresistibile e Lara si scioglie come ghiaccio al sole. Nel letto di Callum scopre che...
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Questo volume è stato stampato nell'agosto 2016 da CPI, Moravia