Macy & cloe

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Alison Kent

Macy & Chloe


Titoli originali delle edizioni in lingua inglese: All Tied Up No Strings Attached Harlequin Blaze © 2002 Mica Stone © 2002 Mica Stone Traduzioni di Claudia Cavallaro Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2002 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Temptation luglio 2002 - novembre 2002 Questa edizione Harmony Passion novembre 2016 HARMONY PASSION ISSN 1970 - 9951 Periodico mensile n. 120 del 10/11/2016 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 71 dello 06/02/2007 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano


MACY



Prologo

Le ragazze di Girl-Gear per Urban Attitude Magazine, di Samantha Venus. Questo mese diamo il via a un servizio in più puntate per presentare le promotrici di Girl-Gear e quello che è già diventato un fenomeno culturale nel paese. E pensare che tutto è cominciato ad Austin, Texas. Tre anni fa, la ditta si è lanciata nel settore moda al dettaglio con quello stile metropolitano che tanto ci assomiglia, e adesso tutti i grandi magazzini dello stato si danno da fare per avere le loro ormai richiestissime collezioni. La redazione di Urban Attitude non può che augurare buona fortuna a quell'azienda tutta al femminile! Facciamo dunque conoscenza con la nostra prima GirlGear: Macy Webb, una scelta perfetta per il nostro servizio inaugurale, perché Macy si occupa del forum di discussione on line e di rubriche per single. Sarà meglio essere sinceri. Credete davvero che sia possibile che le ragazze che da più di tre anni ci consigliano nelle nostre scelte di abbigliamento potrebbero darci suggerimenti sbagliati quando si tratta di uomini? Io mi permetto di dubitarne. Creatrice di Girl Games e Girl Guide, i siti di divertimenti e giochi, attualmente Macy sta organizzando una serata per collaudare il suo ultimo progetto, una specie di caccia al tesoro molto sexy. E solo per adulti, ci tiene a specificare. Le 7


regole verranno pubblicate nella sua prossima rubrica alla fine del mese. www.girl.gear.com Macy Webb lesse la copia dell'articolo fissata in un angolo del tavolo da disegno in attesa che la stampante le consegnasse gli elenchi di cui avrebbe avuto bisogno quella sera. Quando pensava a come la sua società avesse raggiunto il successo in così poco tempo... Scosse la testa, stupita che le sue socie possedessero ancora una traccia di sanità mentale, visto il ritmo frenetico della loro attività. Le sei amiche che avevano fondato Girl-Gear non si erano mai incontrate prima dell'ultimo anno di università, quando si erano ritrovate a dividersi i turni serali di un nuovo locale, l'Austin Starbuck. A quel tempo, Macy stava prendendo la specializzazione in psicologia e la sua compagna di stanza, Lauren Hollister, stava per laurearsi in arte grafica. Sydney Ford, la responsabile di Girl-Gear, aveva in precedenza gestito un caffè mentre studiava economia e commercio. Kinsey Gray, Melanie Craine e Chloe Zuniga, le ultime socie, avevano invece seguito strade diverse: marketing, tecnologia e moda. Finché una sera fatale del novembre di tre anni addietro, dopo una partita di football in notturna, le sei donne avevano dato per scontato che a partire dal giugno successivo le loro strade si sarebbero divise per sempre. Quella sera, gli UT Longhorn le avevano suonate agli Houston Cougars. Il loro lavoro consisteva nell'ordinare, preparare e servire abbastanza latte macchiato, caffè e cappuccini da scongelare ogni singolo spettatore. Il gruppo era così affiatato che Sydney decise che sarebbe stato davvero stupido non mettere a frutto un tale potenziale. Il lancio dell'attività era avvenuto tra fuochi e botti degni del quattro luglio. Ogni socia aveva portato la propria individualità, il proprio punto di vista, il proprio campo di competenza, il tutto allo scopo di espandere un nuovo con8


cetto di commercializzazione dei prodotti. Macy e Lauren si occupavano rispettivamente del contenuto e del progetto della divisione interattiva di ecommerce e della vendita per corrispondenza. Chloe dirigeva Graffiti Girl e Gadget Girl, le linee di cosmetici e accessori. La linea di articoli da regalo, Goody Girl, e quella tecnologica, Gizmo Girl, erano nelle abili mani di Melanie. Kinsey, infine, divideva il suo tempo fra Go Girl e Growl Girl, le sezioni di abbigliamento per lo sport e la sera. Sydney era stata costretta da limitazioni di tempo e responsabilità esecutive sempre più grandi a passare le collezioni Girl-Gear alle tre socie più giovani, che facevano del loro meglio per soddisfare la domanda dei consumatori. Trentotto mesi dopo la loro laurea e due anni di attività, le sei socie fondatrici avevano emendato per la seconda volta il loro piano quinquennale. Erano tutte piuttosto soddisfatte dei risultati ottenuti, ma Macy non indugiava molto su quello che sarebbe o non sarebbe potuto accadere. Dal suo punto di vista, il futuro era... futuro. Troppo lontano per pensarci quando era già tanto impegnata a divertirsi adesso.

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«Non saprei, Macy. Pensi che ci sia abbastanza da mangiare?» Macy Webb sistemò un vassoio di tortillas e alcune ciotole di salsa vicino alla pentola di chili con formaggio. Aggiunse una torre di vaschettine usa e getta rosse, gialle, verdi e blu e una montagnetta di tovagliolini in tinta. Guardando quell'insieme variopinto, sorrise e si voltò a rispondere a Lauren. «Be', ci siamo tu e io, le altre ragazze e, naturalmente, Anton.» Il ragazzo di Lauren era ormai una presenza fissa alle loro serate mensili. «E i ragazzi? Chi hai invitato questa volta?» «Ray, Jess, Doug ed Eric.» Macy rifletté su quella combinazione di ventenni affamati. «Adesso che mi ci fai pensare...» Guardò il lungo tavolo che l'amica aveva spostato dall'ufficio alla zona soggiorno e che ora era coperto da una variopinta tovaglia messicana con frange. Pico de gallo, pomodori affettati, lattuga, formaggio alla griglia. Scaldavivande con fagioli, cipolle e peperoni. Una bacinella di metallo conteneva delle bottiglie di birra ghiacciate e sulla griglia c'erano delle fajitas. Sembrava tutto a posto, ma... «Magari dei margaritas?» propose. Lauren roteò gli occhi e scosse la testa. «Stavo scherzando. Ci saranno avanzi almeno per una settimana.» «Nessun problema.» Macy prese una fettina di pomodo10


ro e se la mise in bocca. «Potrei mangiare messicano a colazione, pranzo e cena.» «Perché hai il metabolismo di un uomo. D'altra parte, io il metabolismo non ce l'ho, il che significa che ho i fianchi di una donna.» «Fianchi! Tu e il tuo seno perfetto. Non venire a parlarmi di metabolismo.» Macy scostò il bordo della maglietta rosa shocking e si guardò dentro la scollatura. «Oh, lo so. Hai dimenticato gli avocado.» Lauren smise di sistemare le file di posate di plastica. «Guardare dentro la tua maglia ti fa pensare agli avocado?» «Magari. Direi piuttosto a dei chicchi d'uva. Volendo esagerare, a dei limoni.» Macy si risistemò il bordo della maglia e andò a liberare una parte del tavolo per fare posto ai piatti di carne. «Devo solo ringraziare il push-up.» Lauren la guardò con espressione innocente. «Eppure non vedo niente che spinga su, al momento.» Macy le mostrò la lingua. «Perché i miei push-up sono ancora bagnati. Ero troppo occupata con la festa e sono riuscita a fare il bucato solo oggi.» «Il che spiega perché le tue mutandine sono appese nel mio bagno» disse Lauren, dirigendosi in cucina. «Il mio bagno è aperto al pubblico. Il tuo è fuori mano. Non volevo che qualcuno le toccasse.» Certo, avrebbe potuto fare un'eccezione per l'uomo giusto. L'uomo giusto con le mani giuste e in grado di lasciarla senza fiato con un bacio. «Allora, le tue cose dovrebbero essere al sicuro. Solo Anton ha il permesso di stare in camera mia. E farò in modo che siano mie le uniche mutandine che potrà toccare» ribatté Lauren, tornando dalla cucina con le mani piene di utensili per servire. «Grazie. Ora devo preoccuparmi solo del guacamole, che hai già dimenticato una volta.» Macy attese una spiegazione più ragionevole di quella che prevedeva. «È in frigo» disse l'amica, indicandolo con un movimento del mento. «Dietro la frutta.» «E perché l'hai lasciato lì?» 11


«Credevo che ne avessimo già parlato. Metabolismo? Fianchi?» Macy prese gli utensili che l'amica le porgeva. «Allora devo apparecchiare la tavola, togliere il guacamole dal frigo e il pollo e i gamberoni dal barbecue?» «Ottimo. Una vera cena messicana» commentò Lauren, prendendo il piatto e le molle per il barbecue. «Penso alla carne. Il guacamole potrebbe non arrivare mai in tavola, se me ne occupassi io.» «Vuoi smetterla con questa ossessione del cibo? Ho visto quello che mangi. Se diminuisci ancora, comincerò a preoccuparmi.» «Se mangiassi ancora meno, sarei una santa. E non lo sono. E puoi tenere per te la tua rispostaccia.» Macy trattenne la rispostaccia che aveva già sulla punta della lingua. «Stavo solo per dire che non riesco a credere che tu possa preoccuparti delle calorie in una serata come questa.» Lauren uscì sul balcone ribattendo al di sopra della spalla: «Le tue serate cominciano a spaventarmi. Da dove ti vengono queste idee? Dal cosmo?». Macy ridacchiò.Il suo lavoro, in fondo, era quello di far divertire la gente, di farla giocare. Le piaceva così e intendeva continuare il più possibile a guadagnarsi da vivere non lavorando. Andò alla portafinestra del balcone e tolse di mano all'amica il piatto di pollo. «Non chiedermi da dove mi vengono le idee. Non lo so. Mi salta in mente qualcosa, elaboro i particolari e poi scrivo il mio pezzo.» «Be', pare che funzioni. Ieri Sydney mi ha detto che il tuo pezzo a due colonne ha generato una valanga di contatti con il nostro sito.» Lauren tornò alla griglia. «Wow! Ne sono felice!» esclamò Macy, lasciando il pollo sul tavolo per seguirla. «Per la verità...» Lauren indicò le molle. «Abbiamo parlato di un nuovo progetto per le tue pagine Web. Credo che ti serva un logo. Magari una caricatura. O un personaggio da fumetto.» 12


«L'idea del fumetto mi piace. Una parodia del mio nome? Magari un ragnetto tenero? Occhioni dalle lunghe ciglia?» «Tenero, eh? Vedrò che cosa posso fare» disse l'amica, prendendo l'ultimo gamberone dalla griglia. «Oh, penso che Sydney voglia anche scrive re un racconto a puntate. I lettori daranno un voto o potranno fornire suggerimenti a ogni episodio. Comunque, ne parlerò con Anton più tardi.» «Bene» disse Macy con un sorriso stereotipato. «Che cosa farei senza di te e senza Sydney?» «È a questo che servono le amiche.» Macy tornò in casa prima che il sarcasmo avesse il sopravvento. Sì, era eccitata. Sì, era elettrizzata. In fondo, amava il suo lavoro. Ma il successo la stava travolgendo come un uragano cui lei non era preparata. Quello che contava era vivere alla giornata, cogliere l'attimo, non voleva perdere neanche un minuto del presente per pianificare il futuro. Possibile che nessuno lo capisse? «I gamberoni sono eccezionali, assolutamente eccezionali.» Eric Haydon se ne ficcò un altro in bocca e sorrise a Macy. Lei aggiunse un quinto piatto alla pila che teneva in equilibrio fra il gomito e la mano e mise un po' di malignità nella sua battuta. «Voglio che tu sia bello grasso per mangiarti con più gusto.» Eric smise di masticare, poi deglutì. «Proprio quello che temevo.» «Sai, se non fosse così facile prenderti in giro, non ci proverei nemmeno.» Macy andò in cucina, separata dal resto del loft da sculture a tutta altezza, e buttò i piatti di carta nella spazzatura. «Il gioco di questa sera sarà indolore, te lo prometto.» «Ho finalmente capito una cosa di te, Macy.» Meno male, pensò lei, perché prima o poi avrebbe dovuto capire come mai Eric non fosse il suo tipo. «E sarebbe? Che non lascerò mai il mio lavoro per venire a cucinare solo per te?» 13


Eric possedeva un bar sportivo, l'Haydon's Half-Time, e da mesi cercava di convincerla ad andare a lavorare per lui. Solo che Macy cucinava solo per divertimento, non per denaro. «Mi piacerebbe. Ma so che non accetterai mai.» Eric finì di bere la sua birra e buttò la bottiglia vuota nel bidone insieme ai piatti e le posate. «Tuttavia, uno ci può sempre provare.» «Essere l'oggetto della tua ossessione culinaria mi lusinga. Per la verità, adesso che ci penso, sentirò la mancanza del tuo corteggiamento.» «Vuoi essere corteggiata? Ti accontento subito» mormorò il ragazzo, avvicinandosi di un passo. Con un sorriso seducente, si sporse a riversare su di lei tutto il suo fascino macho. Macy lo fermò prima di essere tanto stupida da baciarlo. «Ah, sì? Tu e tutta la tua squadra di football?» Chiuse gli occhi e gli puntò un dito contro. «Lasciami il tempo d'immaginare le varie possibilità.» «Molto spiritosa.» «D'accordo. Ho finito.» Lei riaprì prima un occhio poi l'altro, e rise forte vedendo Eric roteare i suoi. «Sei malata.» «E tu sei un credulone» ribatté Macy, dandogli un pugno sulla spalla. «Ahi.» Eric si strofinò il punto dolente. «Sai, dopo questo, credo che mangerò un ultimo gamberone e me ne andrò.» «Non puoi farlo» disse lei, afferrandolo per la manica. «Sono già a corto di un uomo, dato che non so dove sia Anton, in questo momento.» «Lo sapevo.» Eric assunse un'espressione sconfitta. «Sarà un altro di quei giochi da fare in coppia, vero?» «E perché sei arrivato proprio a questa conclusione?» A parte il fatto che almeno il cinquanta per cento dei suoi giochi erano mirati all'interazione fra sessi e i giocatori sapevano benissimo che di rado cambiavano di mese in mese. «Due cose. Più il gioco è duro, più abbondante è il ban14


chetto. E hai preparato anche le fajitas. Secondo, sei a corto di un uomo, il che significa coppie. E non ci sarà nessuna signora Haydon nel mio futuro.» «Non è il caso di essere così permaloso, Eric. È solo un gioco, non un matrimonio.» Il ragazzo si puntellò al lavello con entrambe le mani, scosse la testa e abbassò lo sguardo, a disagio. Lei gli si avvicinò per massaggiarlo sulla schiena. «Poverino. È stata così dura la rottura fra te e Cathy?» «Brutale. Semplicemente brutale.» Eric si scostò dal lavello e rimase nel centro della cucina con le mani sui fianchi, come se si aspettasse un placcaggio. Macy non seppe se abbracciarlo o spingerlo via come una piuma. Riuscì a mordersi la lingua per soffocare una risata. Se non fosse stato una specie di Tarzan... Forse era quello il problema. Non sarebbe mai stata all'altezza di una Jane. «Sai, odio dovertelo dire...» «Forza. Lo hanno già detto tutti.» «D'accordo. Ricordi? Io te l'avevo detto che tu e Cathy non eravate assolutamente adatti l'uno all'altro.» «Be', quando ci siamo messi insieme, non era poi così male.» Eric si strofinò la nuca e spostò lo sguardo sul pavimento macchiato di pittura. Lei si limitò ad aspettare che continuasse, con un'espressione alquanto perplessa. «Accidenti, Macy. Sputa il rospo prima di soffocarti con la tua stessa lingua.» «Non ti sembrava male, perché non avete lasciato il letto per una settimana.» «Davvero? E allora?» «Possibile che gli uomini siano tutti così stupidi? Non c'è solo quello nella vita.» «Ah! È qui che ti sbagli. Per un uomo, sì. Per una donna è diverso.» Macy era sul punto di arrabbiarsi, quando una voce femminile s'intromise nella conversazione. «Secondo me, non hai ancora conosciuto la donna giusta.» 15


Sia Macy sia Eric si voltarono verso Chloe Zuniga, appoggiata con un fianco a una scultura rossa e bulbosa. Con un fisico meravigliosamente modellato come quello di Jennifer Lopez, capelli naturali color platino e occhi che cambiavano colore a seconda della lente a contatto scelta, Chloe sarebbe stata perfetta per un calendario.Ma bastava che aprisse bocca e il mito svaniva. Aveva una voce morbida come un piumino... e il vocabolario di uno scaricatore di porto. Eric avanzò con la mano tesa. «Eric Haydon. E tu sei...?» Battendo le ciglia in un gesto di finta ingenuità, lei gli dedicò un sorriso zuccheroso. «Be', la donna dei tuoi sogni, no?» Eric l'afferrò al polso e, senza interrompere il contatto visivo, le baciò la mano. «È una promessa, Chloe?» Macy decise che era giunto il momento di porre fine a quella conversazione prima che uno dei due restasse in mutande. «Ancora nessuna traccia di Anton?» Chloe si divincolò dalla presa di Eric e andò a prendere dell'acqua dal frigorifero. «È arrivato. Lauren mi ha incaricato di dirtelo.» «Era ora.» Macy emise un sospiro di sollievo, interrotto da Chloe, che aggiunse: «Ma Doug non viene. Credo per colpa di un problema al cantiere». Chloe stappò la bottiglietta e sorseggiò l'acqua. «Oh, e ha appena chiamato Kinsey. I suoi genitori sono arrivati in città questo pomeriggio e hanno insistito perché cenasse con loro.» Macy fece una smorfia. Più persone partecipavano al gioco, dandole così modo di osservare le loro reazioni, più le sarebbe stato facile valutare il successo della rubrica. «E adesso, che cosa faccio? Ho programmato il gioco di questo mese basandomi su cinque coppie.» Naturalmente, Eric trovò la notizia di suo gradimento. «Pare che anche questa volta riuscirò a sfuggire al capestro del matrimonio.» 16


Chloe gli si affiancò, lanciandogli un'occhiata da sotto le lunghe ciglia. «A proposito di matrimonio, gira voce che Cathy ti abbia dato il benservito.» Eric emise un lungo sospiro tollerante e la cinse alle spalle. «Chloe, Chloe, Chloe. Visto che questa è la festa di Macy e che intendo comportarmi bene, farò finta di non averti sentito.» Anche Macy avrebbe tanto voluto dimenticare tutto di quella serata. «Non sono sicura che il tuo comportamento possa cambiare qualcosa, dato che la festa di Macy adesso si è trasformata nel fiasco di Macy.» «Per la verità» iniziò Chloe, interrompendo il soliloquio in terza persona di Macy, «non sarà un problema formare cinque coppie. Basta che giochi anche tu.» «Ehi, aspetta. Non puoi andartene» disse Macy, vedendo Eric lasciare la cucina. Si rivolse all'amica. «Che cosa vuoi dire che si possono formare cinque copie? Chi è l'uomo in più?» «Anton non è venuto solo, ha portato quell'avvocato.» Macy sentì la terra tremarle sotto i piedi e desiderò sprofondare. «Quell'avvocato?» «Sì.» Chloe fece per seguire Eric nell'altra stanza. «Tu non vieni?» «Sì» rispose Macy, aprendo il rubinetto. Leo Redding. Lì, nel suo loft. Con la sua biancheria intima dall'altra parte della casa. Proprio il momento giusto di farsi trovare senza pushup! «Mi lavo le mani. Di' a Lauren che arrivo fra un momento. E qualunque cosa tu faccia, Chloe, non lasciarti sfuggire Eric.» La ragazza si sporse da una pila di grosse sfere gialle per guardare la ritirata di Eric. «Certo che ha un sedere niente male. Immagino che non mi dispiacerebbe fare la sua Jane nel suo numero di Tarzan, giù al locale.» «Guarda che non recita nella parte di Tarzan. È un capo del branco e tutta quella roba psicolabile.» «Peccato. Dondolare da una liana è davvero primitivo. 17


Preferisco di gran lunga un lampadario.» Chloe sospirò mentre lei roteava gli occhi. «Lo so, adesso vado. E prometto che nessuno riuscirà a svignarsela.» Scuotendo la testa, Macy riprese a lavarsi le mani. Chloe era un vero enigma. Corpo da cattiva ragazza, faccia da bambola. Non c'era da stupirsi che Eric fosse rimasto così colpito vedendola entrare in cucina. Ah, gli uomini. Avevano una sola idea in testa. Poté immaginarsi Leo Redding che guardava Chloe con la lingua a penzoloni come un costoso... Che razza di cane avrebbe potuto avere un avvocato cocciuto? Qualunque fosse il pedigree, perché di sicuro un pedigree lui ce l'aveva, avrebbe sbavato per un vezzoso barboncino come Chloe piuttosto che dividere il suo osso con uno sciatto terrier come lei. Non gliene importava. Non gliene importava! Perché mai avrebbe dovuto importarle? Non le aveva mai dedicato più di un minuto del suo tempo. Leo Redding III era entrato nella sua vita un anno prima, durante i cambiamenti della struttura aziendale di GirlGear. Contattato da Sydney tramite Anton, Leo aveva stilato i documenti necessari per la costituzione della società azionaria. Durante le trattative del gruppo, si era comportato come un vero automa. Persino la rigorosa Sydney, che ne era la per fetta controparte femminile, lo considerava sconvenientemente ossessionato dalla carriera. Né Kinsey né Mel erano riuscite a fargli perdere la sua compostezza.Persino alla magia zuccherosa di Chloe, lui aveva reagito limitandosi a togliersi gli occhiali per strofinarsi il naso. L'amica lo aveva definito un grosso spreco di tempo. Macy non lo conosceva abbastanza bene da poter obiettare. La situazione non era cambiata. L'unica cosa che sapeva era che, con Eric Haydon, Ray Coffey e Jess Morgan, che stavano tutti abbuffandosi nella zona centrale del loft, Leo giocava nella stessa squadra di calcio di Anton. Il che significava che quella sera lei avrebbe 18


potuto fare il pieno di single per il suo gioco. Ma quella era la prima volta che Leo partecipava alle sue serate. Oh, per non parlare di quel suo incredibile senso dell'udito e altrettanto incredibile sarcasmo, qualità che le era capitato di scoprire quando un sabato mattina dello scorso autunno era passato da lei con Anton. Erano diretti a una partita di calcio e Anton era venuto a cercare Lauren.Per quanto Lauren amasse il suo attaccante preferito, odiava camminare da sola avanti e indietro ai bordi del campo e aveva implorato Macy di farle compagnia. E lei era stata molto tentata. Come qualsiasi venticinquenne sana, le piaceva assistere a un torneo di testosterone fra ventidue uomini. Era esattamente quello che aveva detto a Lauren.E aveva anche aggiunto che era contenta di essere figlia del nuovo millennio, in cui uomini e donne godevano di pari opportunità . E poi aveva commesso l'errore di lanciare una occhiata a Leo e di cogliere la sua espressione, mentre da indulgente si trasformava in seccata, come se si fosse sentito insultato. Evidentemente, Leo viveva ancora nel passato. D'altronde, dopo essere riuscita a sfuggire ai modi prepotenti di Lauren, Macy aveva accompagnato i tre all'ascensore solo con l'intenzione di mandare la cabina a pianoterra, ma Leo era uscito dall'ascensore e lo aveva fatto al posto suo. L'aveva guardata a lungo, per la prima volta anche dritto negli occhi. Lei non aveva mai preso in considerazione i suoi occhi. Quando lavorava, portava infatti degli occhiali cerchiati di metallo, che per altro gli stavano bene. Tuttavia, quella mattina aveva le lenti a contatto e la sua era l'espressione di uno che stava divertendosi per una battuta che solo lui conosceva. Non aveva mai sorriso. Fino a quel giorno, Macy non lo aveva mai visto sorridere. Ma aveva socchiuso le labbra e lei aveva contraccambiato il gesto. Il suo fascino era un'arma potente. Forse Leo non le piaceva a livello mentale, però il suo corpo non 19


sempre condivideva gli stessi principi morali della mente. Usando la punta di un dito, lui le aveva sollevato il mento per assicurarsi la sua attenzione. «Macy?» «Mmh...?» era stata la sua vaga risposta. «Conosco le pari opportunità. Ho trattato diversi casi e perlopiù li ho vinti. Sono molto bravo in questo.» Era indietreggiato di un passo. «Ma che gusto c'è senza una sfida? Non ho intenzione di sprecare il mio tempo.» A quel punto, l'ascensore era arrivato al piano e lui era entrato nella cabina. Le porte si erano chiuse sulla sua espressione ironica. Se n'era andato lasciandola ansante e alla ricerca frenetica di una replica appropriata. Be', quella sera non sarebbe andata a quel modo. Quella sera, era stata preavvertita e nessun avvocato dalla parlantina sciolta avrebbe avuto la meglio su di lei. Nossignore. Leo voleva una sfida? Gliel'avrebbe data. Perché, se si trattava di giocare, lei era la migliore.

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Macy & Chloe di Alison Kent MACY è la redattrice di una rubrica on line per sole donne. È virtualmente fantasiosa e disinibita, e l'ultima idea per la sezione del sito che lei cura è una caccia ai segreti: le coppie devono scoprire i lati più intimi del corpo e della mente del partner... Non si aspetta, però, di diventare vittima di quello stesso gioco insieme all'avvocato Leo Redding, troppo serio, arrogante e sicuro di sé per entrarle nella testa, ma anche troppo sexy e conturbante per non finire nel suo letto... La splendida CHLOE è la vicepresidente della Girl-Gear Divisione Cosmetica e Accessori, e ha bisogno di un uomo per salvare la sua reputazione un po' calpestata. Il caro e vecchio amico Eric Haydon accetta di essere una presenza fissa al suo fianco in tre eventi sociali, ma lei deve promettere di realizzare tre suoi desideri.

Noi due per sempre di Joya Ryan A rendere ancora più dura l'esistenza della povera Lana, dopo il duro colpo per la perdita del padre, c'è il buio delle menzogne. Tutto ciò che la circonda sembra essere sepolto sotto un manto di falsità. Si sente sola, abbattuta, senza certezze. La casa incendiata, il conflitto con la matrigna Anita, le cattiverie del fratellastro Brock... Lana è sospesa in una realtà in cui niente si rivela come sembra. Oltretutto si è innamorata di due uomini che sono amici per la pelle, Jack e Cal. Cosa e chi desidera veramente? I due sono come fratelli, Lana li ama entrambi ed entrambi si lasciano sedurre da lei. Deve prendere una decisione straziante, ma non vuole metterli l'uno contro l'altro. A renderla ancora più vulnerabile e incapace di resistere ai propri impulsi c'è la scoperta che dietro la morte del padre si cela una scomoda verità.


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Questo volume è stato stampato nell'ottobre 2016 da CPI, Moravia


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