Matrimonio a prima vista

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Inghilterra, 1830 «C'è Lord Colwall per voi, Sir James.» Un gentiluomo di mezza età, seduto accanto al fuoco intento a leggere un giornale, si alzò con un'esclamazione di stupore: un giovane abbigliato con eleganza, la cravatta annodata alta e un ciondolo scintillante che pendeva sotto la giacca, corta in vita davanti e lunga dietro, attraversò la stanza verso di lui. Era di una bellezza sconvolgente, dai lineamenti perfetti e dai capelli neri che scoprivano la bella fronte. Tuttavia c'era su quel volto un'espressione, a prima vista, a dir poco scostante. Sembrava difficile credere che un uomo tanto giovane potesse avere un aspetto così cinico e altero, tale da respingere istintivamente qualsiasi estraneo cercasse di avvicinarsi a lui. Ma Sir James Parke era un vecchio amico e gli tese la mano con un sorriso che diceva come fosse sinceramente lieto di quella visita. «Ranulf! Perché non mi avete detto che sareste venuto? Ma ciò non toglie che sia un gran piacere vedervi.» Lord Colwall non gli restituì il sorriso. Raggiunse Sir 9


James davanti al fuoco, che divampava alto nel caminetto, e rispose in tono freddo, quasi inespressivo: «Ho deciso di farvi visita soltanto ieri sera». Sir James guardò il volto del giovane con impercettibile apprensione. «C'è qualcosa che non va al Castello?» «No, nulla.» Sir James aspettò, quasi in attesa di ulteriori informazioni, ma poiché non arrivavano, disse cordialmente: «Sedetevi, Ranulf. Che cosa volete bere? Un bicchiere di porto, o forse di madera, a quest'ora del mattino?». Così dicendo tese la mano verso il cordone del campanello. «Vi ringrazio, ma ho fatto colazione da poco» rispose Lord Colwall, prima che il suo ospite avesse il tempo di tirarlo. «Ho appena letto l'articolo del Times sulle lettere di minaccia scritte ai proprietari delle contee meridionali, e firmate Swing. Sembra incredibile che nessuno sappia chi possa essere quest'uomo.» I due gentiluomini sedevano l'uno dirimpetto all'altro davanti al caminetto. «Quando ne scopriranno l'identità verrà senza dubbio impiccato, o quanto meno deportato» rispose Lord Colwall. «Se ne dicono tante sul suo conto. Che sia un Pari malcontento, o un criminale sfuggito al capestro, o un avvocato al quale sia stata interdetta la professione.» Dal momento che Lord Colwall non rispondeva, Sir James proseguì: «Chiunque sia – e dal suo stile ritengo sia un uomo non privo di cultura – è indubbiamente responsabile dei disordini intorno a Canterbury. I contadi10


ni non sarebbero mai riusciti a organizzare da soli una ribellione come quella. Ci deve essere qualcuno che li sobilla». «Questo è palese. E sono stati contagiati dal veleno di quell'uomo. Avete saputo che cosa ha detto un contadino allo sceriffo del Kent?» disse Lord Colwall con voce dura. «No, ditemi.» «A quanto pare lo sceriffo partecipava a una riunione del Collegio per redarguire i rivoltosi. Hanno ascoltato la sua predica con attenzione, ma prima di disperdersi, uno di loro ha detto: "Quest'anno distruggeremo i covoni e le trebbiatrici, l'anno prossimo i parroci, e il terzo ce la prenderemo con i politici".» «Buon Dio! Sarebbe la guerra civile!» «Lo sarà adesso, se il governo non agisce con più fermezza di quanto abbia fatto finora.» «Leggendo alcune lettere sul Times non posso fare a meno di pensare che i contadini abbiano le loro ragioni» osservò Sir James. «Ragioni? Non ne hanno alcuna! Sono pagati per il loro lavoro, e bruciare covoni o distruggere macchine agricole è pura anarchia, come sapete meglio di me» replicò Lord Colwall con asprezza. C'era una nota quasi violenta nella sua voce fredda, e poiché Sir James era un uomo di pace e detestava le discussioni, disse in tono conciliante: «Parliamo di argomenti più piacevoli. Che cosa vi ha condotto qui?». Lord Colwall esitò, quasi pesasse le parole, prima di rispondere lentamente: «Sono venuto a chiedervi, Sir James, se fareste da testimone alle mie nozze». Per qualche attimo Sir James lo fissò incredulo, quin11


di esclamò: «Alle vostre nozze? Mio caro ragazzo, vi assicuro che niente potrebbe farmi più piacere! Non lo sapevo; infatti nessuno mi aveva detto che pensaste al matrimonio. Mi è forse sfuggito l'annuncio del vostro fidanzamento?». «Non c'è stato nessun annuncio.» «E chi è la sposa? La conosco?» «No, non la conoscete.» Così dicendo, Lord Colwall si alzò e attraversò la stanza per avvicinarsi alla finestra che guardava sul giardino, al quale il proprio ospite dedicava gran parte del suo tempo e dei suoi pensieri. Sir James fissava perplesso le ampie spalle dell'amico. «Che storia è questa, Ranulf? Come ben sapete, nessuno più di me sarebbe felice di vedervi sposato.» Lord Colwall si voltò. «Ne sono consapevole. È perché eravate amico di mio padre, Sir James, e perché fino a venticinque anni sono stato sotto la vostra tutela, che siete il primo a conoscere le mie intenzioni.» «Sono onorato della vostra fiducia, ma perché si tratta di un segreto?» «Non è affatto un segreto. In verità, è qualcosa che progetto da tempo.» «Che progettate?» Lord Colwall si allontanò dalla finestra per avvicinarsi nuovamente al caminetto. Con lentezza, quasi costringendosi a parlare, disse: «Quando Claris mi ha lasciato, ho giurato che non mi sarei mai risposato». «Eravate sconvolto. Siete stato trattato molto male, Ranulf, ma eravate anche molto giovane. Non avevate 12


ancora ventun anni, e in simili circostanze si dicono cose che non si pensano veramente.» «Pensavo ogni parola di quello che ho detto! Ma tre anni fa, quando ho compiuto venticinque anni e sono entrato in possesso di tutte le mie proprietà, mi sono reso conto del fatto che, quali che fossero i miei sentimenti in proposito, per il bene della famiglia dovevo concepire un erede.» Sir James gli lanciò un rapido sguardo, prima di dire: «Avete ragione, naturalmente. Ci sono stati Colwall al Castello fin dal XII secolo». «Proprio così! Ed è per questa ragione che i beni ereditari devono essere trasmessi in linea diretta. Quando morirò, Sir James, intendo lasciare il Castello a mio figlio!» «È quanto tutti ci auguriamo, naturalmente! Ma sopra ogni altra cosa vorrei che voi foste felice, Ranulf.» «Sono perfettamente soddisfatto così come sono. Ma dal momento che non posso avere un erede senza una moglie, ho dovuto sceglierne una!» rispose Lord Colwall con freddezza. «Di chi si tratta? Una delle bellezze locali? O avete trovato a Londra una incomparabile che porterà grazia e fascino alla nostra campagna?» «Come vi ho detto, ho programmato con cura il mio matrimonio. Ed è la pura verità.» Nella sua voce risuonò una nota dura che fece corrugare impercettibilmente la fronte a Sir James. «Che cosa cercate di dirmi, Ranulf?» «Cerco di spiegarvi quello che ho fatto. Non perché senta il bisogno della vostra approvazione, ma semplicemente perché ritengo che voi, che mi siete stato sem13


pre così vicino, abbiate il diritto di conoscere la verità.» «E quale sarebbe, questa verità?» «Quando ho deciso di risposarmi, sapevo che l'unica cosa che non avrei potuto affrontare sarebbe stata una moglie che si comportasse come si era comportata Claris. Ho imparato a mie spese, Sir James, che quanto viene definito con leggerezza amore, può diventare uno strumento di autodistruzione.» «Siete ancora amareggiato, ancora pieno di risentimento per quanto è accaduto otto anni fa, Ranulf. Senza dubbio vi rendete conto adesso che le vostre emozioni di allora sono state a dir poco inconsuete, una sciagura, in verità, che potrebbe colpire forse un uomo su un milione.» «Posso solo augurarmi che i vostri calcoli siano esatti!» osservò Lord Colwall con un sorriso cinico sulle labbra. «Adesso che siete più vecchio e saggio, potete dimenticare il passato. Avete tutta la vita davanti a voi. Una posizione che gli uomini vi invidiano. Grandi possedimenti. Un albero genealogico che affonda le sue radici nella storia d'Inghilterra. E un nome rispettato in tutto il paese.» «Proprio così! Ed è per questo, perché il mio nome è rispettato in tutto il paese, e perché sono stato tanto sciocco da mettere a repentaglio non solo l'onore ma anche l'orgoglio della mia famiglia, che non intendo commettere lo stesso errore per la seconda volta.» «Non potevate sapere, alla vostra età, chi fosse Claris. Eravate infatuato della sua bellezza, e chi avrebbe potuto biasimarvi? Nessuno sarebbe stato in grado di prevedere quanto sarebbe accaduto in seguito.» 14


«Voi mi avete messo in guardia contro i rischi che correvo sposandola. Ma non ho voluto ascoltarvi.» «Eravate innamorato, e si deve perdonare tutto a chi perde la testa in simili circostanze» disse Sir James pacatamente. «Ero stordito, infatuato, ammaliato, e mi sono comportato come un maledetto idiota! Non succederà di nuovo.» «Tutti commettiamo errori nel corso della nostra vita. Tutti prima o poi ci comportiamo in modo sconsiderato. Ma quanto avevo sempre sperato era che con il passare degli anni avreste dimenticato, che la vostra amarezza si sarebbe placata, e un giorno avreste trovato una donna da amare e che vi amasse a sua volta.» «Ricordo di avervi detto, quando ho appreso la verità su Claris, che non avrei più amato nessuna. Non era l'affermazione di un ragazzo isterico, Sir James. Era piuttosto un giuramento, al quale terrò fede fino al giorno della mia morte.» «E ciò non di meno intendete sposarvi?» «Intendo sposarmi per il motivo che vi ho detto. Ho scelto mia moglie tre anni fa, quando aveva quindici anni. Oggi ha compiuto diciotto anni e in questo momento è in viaggio dal Cumberland, dove vive, al Castello. Arriverà mercoledì prossimo, e il matrimonio è previsto per il giorno seguente, nel quale spero mi starete accanto.» «Che cosa significa, che l'avete scelta quando aveva quindici anni?» «Esattamente quello che ho detto. Ho fatto un elenco dei miei congiunti e amici più stretti che avessero ragazze dell'età giusta, e mi sono recato a trovarli.» 15


C'era una sfumatura di divertimento nella sua voce mentre proseguiva: «Nel Lincolnshire ho trovato un terzo cugino che aveva una figlia dell'età adatta, ma la madre era un'ubriacona inveterata! Sessanta miglia più a nord un altro congiunto mi ha esibito una figlia con gli occhi storti e un sospetto di labbro leporino. Poi, a Pooley Bridge, nel Cumberland, ho scoperto che la seconda cugina di mia madre, Lady Margaret Graystoke, aveva una figlia di quindici anni. I precedenti di Lady Margaret sono senza macchia, e Graystoke viene da un'antica e rispettata famiglia del Cumberland. Il fratello è quinto baronetto. Hanno poco denaro, ma il loro sangue è irreprensibile!» Sir James era sbalordito. «Mi state dicendo che avete scelto la vostra futura moglie come se acquistaste un qualunque puledro?» «E perché no? Dopo tutto, il motivo per cui ho bisogno di una moglie è solo che partorisca i miei figli.» «Lo avete detto alla ragazza?» «Non l'ho più vista da quando mi sono recato nella canonica del padre, tre anni or sono.» Sir James si alzò in piedi. «Non l'avete vista? Mio caro Ranulf, è mostruoso! È l'azione più pazza, più folle della quale abbia mai sentito parlare! Non potete fare una cosa del genere!» Lord Colwall lo guardò, stupito. «Che cosa c'è di tanto strano? Se avessi conosciuto una ragazza a Londra, le avessi parlato forse due o tre volte sotto gli occhi della madre, e le avessi chiesto se avrei potuto corteggiarla, non vi sareste affatto stupito. Ma ne avrei saputo sul suo conto tanto poco quanto ne so su Natalia.» 16


«Una ragazza che avete visto una sola volta da bambina? Com'era allora?» insistette Sir James. «Era di aspetto gradevole, senza nessuna apparente imperfezione fisica. Un po' piccola, forse, ma senza dubbio sarà cresciuta. E, come ho già detto, viene da un buon ceppo. E non riesco a immaginare che la figlia di un povero vicario di campagna non si senta onorata di diventare la castellana di Colwall Castle.» «In altre parole, date per scontato che intenda vendersi per il vostro titolo e la vostra posizione, mentre voi la comprate come una macchina per fare figli!» Per la prima volta Lord Colwall sorrise impercettibilmente. «Siete molto drammatico, Sir James, ma vi assicuro che un matrimonio di convenienza ha di gran lunga più probabilità di successo di un matrimonio basato su cuori palpitanti, dichiarazioni appassionate, e quell'emozione ingannevole chiamata amore.» «E se, quando incontrerete di nuovo la ragazza, voi non le piaceste, o lei non piacesse a voi?» «Avrà sempre una posizione come mia moglie, e io la speranza di avere non solo un erede ma molti figli.» «È la cosa più innaturale che abbia mai sentito. Ascoltatemi, Ranulf, solo per un momento. Siete un giovane oltremodo attraente. In tutto l'Hertfordshire, non c'è una sola giovane donna che non vi cadrebbe fra le braccia al minimo incoraggiamento. Le ragazze mi hanno detto che sembrate respingere ogni loro avance nei vostri confronti. Il che non significa che non continueranno a farvene!» «Come se non ne fossi consapevole!» «E a Londra vi sono state senza dubbio donne la cui compagnia avete trovato piacevole.» 17


Le labbra di Lord Colwall avevano una piega cinica, mentre rispondeva: «Molte, ma nessuna adatta, per nascita o educazione, a sedere a capotavola in casa mia». «Non mi riferivo alle belle etere! Avete frequentato una società che ai miei tempi, quando il Principe Reggente amava considerarsi un gaio Lotario, eravamo soliti chiamare Il dandy set. Senza dubbio in quella folla devono esserci state molte donne attraenti che hanno ridestato il vostro interesse?» «Molte, ma avevano il grande vantaggio, dal mio punto di vista, di essere già sposate, anche se i loro mariti erano assai compiacenti. E sebbene indubbiamente fossero gradevoli all'occhio, e ridestassero, come dite voi, il mio interesse, non ho mai avuto difficoltà a separarmene quando mi venivano a noia.» «Buon Dio, Ranulf! Dovete avere un cuore da qualche parte, in quel vostro bel corpo?» «Un cuore? Vi assicuro, Sir James, che mi sono strappato dal petto quell'organo inaffidabile e l'ho sostituito con una pietra! Non ho un cuore! Non ho tenerezza! Non ho amore! E, mi auguro, non ho alcun punto vulnerabile in quello che chiamate "il mio bel corpo".» «E pensate davvero di poter vivere per il resto dei vostri giorni in queste condizioni?» «Ne sono certo. E permettetemi di dirvi che mi ci trovo benissimo! La gente parla di me come di un uomo duro, ne sono perfettamente consapevole! Sono spietato! E intendo restarlo. Non desidero essere ammaliato e portato all'altare da una donna che ambisce solo al mio nome.» «Eppure sarebbe facile per una donna amarvi solo per voi stesso.» 18


«È qui che vi sbagliate! Nessuna donna mi amerà mai, perché non intendo essere amato. Prenderò il suo corpo, se mi diverte, ma non ho alcun interesse per la sua mente, per i suoi sentimenti, e certo non per i suoi affetti! La maggior parte delle donne, dopo qualche lacrima e qualche protesta, è ben felice di prendere il mio denaro, o qualsiasi altra cosa sia disposto a darle, e lasciarmi in pace.» Sir James sospirò profondamente. «Eravate uno dei ragazzi più attraenti che abbia conosciuto. Eravate un giovane affascinante. Non esagero, Ranulf, quando dico che avrei dato la mia mano destra per salvarvi dalla tragedia che ha trasformato così radicalmente il vostro carattere. Non sarebbe mai dovuto accadere.» «Ma è accaduto! E, come dite, ha trasformato il mio carattere e il mio modo di vedere. Non è possibile tornare indietro: ho fatto pertanto della mia vita quello che ho voluto! E posso dire in tutta sincerità che ne sono soddisfatto.» «Forse un giorno...» incominciò Sir James. «No, no. Siete un sentimentale, Sir James! È questa la realtà. Si può soffrire una volta per le bruciature di un fuoco divorante, ma la seconda volta la prudenza vi induce a non avvicinarvi. Ho sofferto, come avete giustamente detto, ma la sofferenza mi ha reso saggio, e non mi renderò ridicolo una seconda volta.» «E che ne sarà di questa bambina che intendete sposare?» «Senza dubbio i genitori le avranno spiegato i vantaggi di una simile unione. Detto fra parentesi, nel corso degli anni ho pagato una somma notevole per la sua e19


ducazione» disse Lord Colwall altezzosamente. «Desideravate quindi che ricevesse una buona educazione?» «Non per me, ma perché la madre dei miei figli dovrà essere colta. Dopo tutto, la madre è la prima insegnante che un bambino conosca.» Per qualche attimo seguì un silenzio profondo, quindi Sir James disse: «È un peccato che non abbiate conosciuto vostra madre. Era molto bella e comprensiva. Ho sempre pensato che se fosse stata viva non vi sareste lasciato ingannare da Claris». «Quando è morta avevo solo un anno, e non posso ricordarla. Ma ricordo perfettamente mio padre. Ho sopportato per diciotto anni la sua severità e la sua inequivocabile indifferenza.» «Vostro padre non è più stato lo stesso dopo la morte di vostra madre. Era il suo amore per lei a suscitare il suo rancore nei vostri confronti perché eravate vivo, e perché lei non si era mai rimessa dalle sofferenze con cui vi aveva partorito.» «Sono al corrente di tutto ciò, Sir James, e non fa che confermare la mia convinzione di quanto un amore ossessivo, possessivo ed esigente vada evitato a ogni costo.» «Forse non sarete in grado di evitarlo. Ci conquista tutti in qualche momento della nostra vita.» «Vivete con la testa fra le nuvole, Sir James! Adesso devo chiedervi se, dopo aver conosciuto la verità sulle mie prossime nozze, siete ancora disposto a farmi da testimone.» «Lo farò, ma non per questo sono meno preoccupato e turbato da quanto mi avete detto.» 20


«Lasciate a me le preoccupazioni. Il matrimonio avrà luogo nel pomeriggio, e ci sarà una festa nuziale medievale alle cinque circa.» «Medievale?» «Ho avuto qualche difficoltà a scoprire negli archivi un precedente di una festa di nozze del proprietario, o del figlio, che abbia avuto luogo al Castello. Il ricevimento, naturalmente, veniva dato di consueto in casa della sposa.» «Naturalmente.» «Ma nel 1496 Randolph, il figlio maggiore di Sir Hereward Colwall, venne unito in matrimonio al Castello con una sposa che veniva dal Northumbria. Quando ho trovato questo riferimento, mi è sembrata una coincidenza interessante che mia moglie venisse dal Cumberland.» «Sono stati felici?» «Dal momento che hanno avuto undici figli, come avrebbe potuto essere diversamente?» rispose Lord Colwall con ironia. «Auguriamoci allora per il vostro bene che la storia si ripeta» disse Sir James, parlando però senza convinzione. Il cocchio si muoveva sulla strada maestra a una velocità maggiore di quanto fosse stato possibile nei primi giorni di viaggio. «Guardate, papà, qui non ha quasi piovuto!» esclamò Natalia. «Credo che l'ottobre al sud sia stato asciutto» rispose il reverendo Adolphus Graystoke con voce stanca. Aveva trovato il lungo viaggio alquanto spossante, 21


mentre sembrava che la figlia fosse più fresca e allegra di quando avevano lasciato la loro casa a Pooley Bridge. Ogni particolare risvegliava l'interesse di Natalia; perfino le strade fangose e dissestate che avevano incontrato nella prima parte del viaggio e che non le erano pesate affatto. Ciò si doveva alla carrozza da viaggio ben molleggiata che Lord Colwall aveva mandato loro. Quando era arrivata alla canonica, i suoi finimenti d'argento e i quattro splendidi cavalli avevano suscitato l'ammirazione di tutti al villaggio. Perfino il vicario si era stupito del lusso con cui avrebbero viaggiato. I cavalli di Sua Signoria aspettavano a ogni locanda di posta, e il viaggio era stato reso facile dalle frequenti fermate, mentre un corriere in un'altra carrozza, che portava i domestici e i bagagli, li aveva preceduti per assicurarsi che tutto fosse in ordine al loro arrivo. «Potremmo essere dei Reali!» aveva esclamato intimorita Natalia, alla loro prima fermata. Erano stati accompagnati in un salottino da un locandiere che si sprofondava in inchini, e quando era salita nella sua stanza aveva scoperto che una cameriera aveva già svuotato uno dei suoi bauli, mentre un cameriere si occupava del padre. «Sua Signoria è senza dubbio molto premuroso» aveva convenuto il reverendo Adolphus. «Ha pensato proprio a tutto!» aveva osservato Natalia con dolcezza, attraversando la stanza per toccare un grande vaso di fiori appoggiato a un tavolo. Davanti a loro c'era il biglietto da visita di Lord Colwall, e lei aveva trovato ad attenderla le stesse attenzio22


ni dovunque si fossero fermati. Ogni volta che ammirava i fiori sentiva che contenevano un messaggio speciale per lei, e faceva tesoro dei biglietti, riponendoli accuratamente nella borsetta. «Quale uomo potrebbe colmare di più attenzioni la sua futura sposa?» si chiedeva Natalia. Lord Colwall non aveva mandato a Pooley Bridge solo la sua carrozza, i suoi cavalli e i suoi domestici. Una settimana prima della partenza erano arrivati un baule pieno di abiti nuovi e un mantello bordato di pelliccia per il viaggio. «Ermellino, mamma! Non posso crederci!» aveva esclamato Natalia. Era così sopraffatta dall'emozione che non aveva notato la strana espressione sul volto della madre. Lady Margaret era già stata informata da uno scritto di Lord Colwall che il corredo di Natalia, acquistato da una sarta di Bond Street, l'aspettava al suo arrivo al Castello. Non sarà possibile per voi acquistare al nord i modelli e le varietà di vestiti dei quali Natalia avrà bisogno come mia moglie. Ho dato pertanto istruzioni a Madame Madeleine di confezionare il necessario. Vogliate cortesemente inviare tutte le misure indispensabili all'indirizzo incluso. «Avrei preferito che provvedessimo noi al corredo di Natalia» aveva detto Lady Margaret al marito in privato. «Colwall sa che viviamo in un angolo sperduto del mondo e, per essere onesti, mia cara, sarebbe stato difficile per noi reperire il denaro» aveva replicato il pasto23


re. E poiché il volto della moglie era ancora turbato, aveva aggiunto: «Natalia è incantevole con qualsiasi cosa indossi, ma mi piacerebbe vederla in un abito costoso, come quello che indossavi la sera in cui ci siamo conosciuti!». «Un dono della nonna, ma io almeno sono andata con lei quando lo ha acquistato! Sono una sciocca, naturalmente. Il cugino Ranulf è molto buono con noi.» Ma quella sensazione di insicurezza, con forse una sfumatura di risentimento, era rimasta. «Se soltanto mamma potesse essere con noi! Pensate quale emozione sarebbe per lei rivedere il sud. Mi ha detto spesso quanto le mancassero i prati verdi, i fiori di melo in primavera, e le siepi, così diverse dai nostri muretti del Cumberland» diceva Natalia guardando fuori del finestrino della carrozza. «È un'amara delusione, per tua madre, non poter assistere alle tue nozze.» «Povera mamma, piangeva quando siamo partiti! Avrei voluto saltare giù dalla carrozza e mandare un messaggio a Sua Signoria per dirgli che, come tutte le altre spose, vorrei sposarmi in casa mia.» «Lord Colwall non poteva prevedere che tua madre si fratturasse una caviglia proprio una settimana prima della partenza per il sud.» «Naturalmente no. E, come ha detto mamma stessa, era troppo tardi per cambiare tutti i piani che erano stati fatti.» Ma non poteva impedirsi di provare un cocente dolore al pensiero di quanto delusa fosse la madre di dover restare a casa. «Non importa. Mi occuperò della nostra parrocchia al 24


posto di tuo padre e, almeno, quando ritornerà troverà tutto pronto ad attenderlo. Mi mancherà, come mi mancherai tu, tesoro» aveva detto coraggiosamente Lady Margaret. Natalie sapeva quanto fosse vero. Il padre e la madre si amavano profondamente, ed era difficile per loro separarsi anche solo per una notte. Era perfettamente consapevole del fatto che avrebbero sofferto entrambi per tutto il periodo nel quale il vicario sarebbe stato in viaggio per assistere alle sue nozze nell'Hertfordshire, e fare ritorno a Pooley Bridge. Natalia aveva sempre pensato che la loro casa, alla fine del lago di Ullswater, fosse il posto più bello del mondo. Ogni mattina guardava dalla finestra della sua camera da letto le vette delle montagne sulle due sponde dell'acqua d'argento con le loro cime nude, frastagliate, che si stagliavano contro il cielo. Le erano sempre sembrate piene del mistero e dello strano incanto che facevano parte dei suoi sogni. Quando aveva appreso che si sarebbe sposata in casa di Lord Colwall, aveva provato una fitta di delusione. Aveva pensato tanto spesso a lui, che in qualche modo era diventato parte delle montagne e della bellezza del lago. Sebbene la madre le avesse parlato spesso dello splendore e della maestà del Castello, quando pensava a Lord Colwall lo vedeva ancora come lo aveva visto la prima volta. Si era avvicinato a lei attraverso le nebbie mattutine che si alzavano dal lago, e le montagne alle sue spalle avevano creato in lei l'illusione che emergesse dal mistero dei propri sogni per entrare magicamente nella realtà della sua vita. 25


Era uno dei giorni nei quali tutto sembrava immobile. Le montagne, che intorno a Ullswater cambiavano colore di ora in ora, erano scure, e il sole scintillava a fatica sull'argento del lago. Natalia, che era stata in un cottage alla periferia del paese, tornava a casa con il cestino vuoto, nel quale aveva in precedenza riposto il brodo sostanzioso e il prosciutto fatto in casa mandati dalla madre a un ammalato. Poi, davanti alla canonica, aveva visto una grande carrozza da viaggio, e i quattro cavalli che la trainavano le avevano strappato un'esclamazione di stupore. Si era avvicinata a loro, e un uomo, in piedi sulla riva del lago, si era voltato per tornare sulla strada. Natalia era rimasta così stupita dalla sua apparizione che era rimasta immobile sotto un albero a fissarlo. Non aveva mai visto in vita sua nessuno tanto bello e che ispirasse al tempo stesso tanto timore. Aveva sulle spalle un mantello, e la testa bruna era scoperta, perché teneva in mano il cappello a cilindro. Lo aveva osservato con gli occhi spalancati, ma, immerso nei suoi pensieri, lui sembrava non vederla, e superandola si era diretto verso i cavalli. Natalia aveva pensato che salisse in carrozza, ma con suo stupore aveva visto che si avviava verso la porta della canonica. Chiunque sia questo straniero, è venuto a trovare papà, si era detta. Senza muoversi, aveva osservato il lacchè, con i bottoni scintillanti della divisa che recavano impresso uno stemma, affrettarsi a precederlo per battere imperiosamente alla porta della canonica. Si era chiesta chi potesse essere il visitatore, fino a che non si era resa conto del fatto che la cosa più logi26


ca per saperlo era tornare a casa lei stessa. Era entrata di corsa nella canonica, non dalla porta principale ma da quella sul retro, per depositare il cestino in cucina, prima di salire a cambiarsi il vestito. A quindici anni aveva pochi abiti, e pertanto poca scelta. Ma aveva indossato quello di cotone azzurro con la fusciacca di satin che portava la domenica, e si era spazzolata i capelli. Ansiosamente, aveva sbirciato dalla finestra della sua stanza per vedere se fuori c'erano ancora i cavalli. Era sopraffatta dalla curiosità, ma provava un'improvvisa timidezza alla prospettiva di parlare con un uomo palesemente tanto importante e al tempo stesso tanto bello. Forse, dopo tutto, non è reale, ma esiste solo nei miei sogni, si era detta. Aveva sorriso, ricordando quanto spesso la madre l'avesse rimproverata perché lasciava correre troppo la fantasia e popolava il mondo di eroi dei quali aveva letto nei libri del padre. Le era sempre sembrato che gli dei e le dee del monte Olimpo risiedessero sulle montagne del lago. Talvolta, quando vagabondava nei boschi sulle rive del lago, credeva di vedere Apollo che inseguiva Dafne, o Persefone che ritornava, risvegliando la primavera, dall'oscurità dell'oltretomba. «È facile per te riempire la testa della bambina con i tuoi personaggi mitologici, ma quello con cui lei ha a che fare sono i reumatismi di Mrs. Warner e il morbillo di Johnny Lovell! Non l'aiuta certo immaginare di essere Mercurio, il messaggero degli dei, invece della piccola Natalia Graystoke!» aveva rimproverato una volta la madre il marito. 27


Il padre aveva riso, ma aveva continuato a raccontare a Natalia le leggende che amava, e a insegnarle la storia di Alessandro Magno, la filosofia degli antichi Greci, e le imprese di uomini come Annibale. Perciò, quando Natalia aveva incontrato finalmente Lord Colwall, il bel volto di lui aveva toccato una corda nel profondo della sua memoria e lei aveva subito capito chi fosse. Non uno degli dei dell'Olimpo, nÊ dei grandi conquistatori della storia, ma, proprio come se una voce le avesse parlato dal cielo, qualcuno di molto speciale e molto vicino a lei. In verità , il suo Cavaliere.

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Nota dell'autrice Il traffico di donne e bambini dall'Inghilterra al Continente crebbe durante il XIX secolo. Fu solo con l'approvazione della legge del 1885 contro la prostituzione minorile che le giovani donne smisero di essere contrabbandate per essere poi vendute come bestiame. William Thomas Stead, direttore della Pall Mall Gazette, iniziò nel 1880 una campagna per l'abolizione della schiavitù minorile in Inghilterra, sollevando l'opinione pubblica al punto di chiedere che l'Emendamento del Diritto penale, lasciato cadere più volte dal Parlamento, divenisse legge. Stead arrivò a comprare una ragazzina di tredici anni, la cui madre accettò di cederla in cambio di una sterlina. Dopo averla fatta visitare da un medico che ne certificò la verginità, la portò in Francia, dove l'affidò all'Esercito della Salvezza. Riportò quanto aveva fatto sulle pagine del suo giornale, suscitando un immediato interesse. Quello che seguì è storia. Stead venne condannato a tre mesi di carcere ma il 14 aprile 1885 la legge, che stabiliva ulteriori misure per proteggere donne e bambini e poneva le basi per l'abolizione dei bordelli, venne approvata con 179 voti contro 71. Il traffico di donne continua a essere fiorente in diverse parti del mondo, specialmente in Medio Oriente.

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