Misteri e tradimenti

Page 1


QUELLO CHE LE LETTRICI VOGLIONO. Questo mese per voi...

IL GRANDE RITORNO DI SARAH MORGAN. QUANDO IL DESIDERIO DIVENTA TROPPO FORTE È IMPOSSIBILE CAPIRE SE UN ACCORDO NATO PER VENDETTA SIA IN REALTÀ…

AMORE.

“Adoro quest’autrice, i suoi romanzi sono romantici e passionali allo stesso tempo.” Goodreads Review

Amata per i suoi personaggi realistici, si è aggiudicata numerosi riconoscimenti come il Romantic Times Career Achievement Award.

AL CUORE NON COMANDA NESSUNO, NEMMENO CHI HA IL SANGUE BLU.

“Un romanzo dolce e ricco di sentimento.” Amazon Reviews

Dal 19 maggio in edicola e sul nostro store www.harpercollins.it - Seguici su


Lucy Holliday è tornata! Dopo Audrey Hepburn, preparatevi a conoscere un’altra intramontabile icona: Marilyn Monroe.

“Icona assoluta, un romanzo che piacerà a chi ama sognare.” Cosmopolitan

Della stessa autrice

Dal 19 maggio in libreria e sul nostro store www.harpercollins.it - Seguici su

HOLLIDAY_125x195.indd 1

09/03/16 16.10


SABRINA JEFFRIES

Misteri e tradimenti


Immagine di copertina: Lee Avison / Arcangel Images Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: If the Viscount Falls Pocket Books A Division of Simon & Schuster, Inc. © 2015 Deborah Gonzales Traduzione di Gabriella Parisi Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2016 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici Special maggio 2016 Questo volume è stato stampato nell'aprile 2016 da Grafica Veneta S.p.A. - Trebaseleghe (Pd) I GRANDI ROMANZI STORICI SPECIAL ISSN 1124 - 5379 Periodico mensile n. 222 del 18/05/2016 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 368 del 25/06/1994 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


Prologo Londra, febbraio 1817 Dominick Manton non avrebbe mai supposto di dover trascorrere il suo ventesimo compleanno a sbirciare di nascosto dalla terrazza attraverso le finestre della sala da ballo del Conte di Blakeborough. Ma doveva trovare la sua fidanzata, Jane Vernon, prima che uno dei valletti lo cacciasse in malo modo. Jane piroettò nel suo campo visivo e il respiro di Dominick si bloccò come un peso di piombo nel petto. Nel suo abito perlaceo la ragazza risplendeva, brillando alla luce delle candele, abbagliandolo. Il nasino sbarazzino pieno di lentiggini, la bocca piena e vermiglia, i rossi riccioli selvaggi erano la vera essenza di Jane. E in quel momento erano del tutto al di fuori della sua portata. Maledizione, non poteva neanche ballare con lei. Invece, lei aveva come cavaliere Edwin Barlow, l'erede del conte e buon amico di famiglia. L'uomo era come sempre distante e Jane stava cercando di addolcire la sua malinconia con la propria vivacità , esuberanza e... Giovinezza. Jane era giovanissima. Aveva soltanto diciassette anni. Presto ne avrebbe compiuti diciotto, ma i due anni tra lei e Dom sembravano essere dieci, ora che lui aveva perso tutto. La vista di Jane fu bloccata all'improvviso da una ver5


sione più procace di lei: Miss Nancy Sadler, cugina di Jane. «Mr. Manton?» sussurrò, guardando furtivamente attraverso le portefinestre che davano sulla terrazza. «Siete proprio voi? Perché non siete dentro?» Dominick si fece indietro per dar modo a Nancy di unirsi a lui. «Non sono stato invitato.» «Perché mai?» Il giovane osservò in tralice la figlia del ricco mercante. «Perché la società non riesce a sopportare la vista dei figli secondogeniti diseredati e caduti in disgrazia, senza un futuro rispettabile.» Nancy trasalì. «Ah. Giusto. E allora come siete riuscito a entrare?» «Ho scalato il recinto sul retro.» Lui guardò dentro, dove Jane e Edwin avevano finito di danzare e si stavano unendo a Samuel Barlow, il fratello più giovane di Edwin. «Ho bisogno di parlare a Jane da solo. Continua a rifiutarsi di incontrarmi.» «Cosa vi aspettate? Al vostro ultimo appuntamento avete cercato di convincerla a lasciarvi. Ha paura che la prossima volta sarete voi a porre fine al fidanzamento.» «Sciocchezze. Lo deve fare lei. Se sarò io a tirarmi indietro, non sarà un bene per Jane.» Una particolarità della buona società era che una donna poteva porre fine a un fidanzamento senza grandi sofferenze. Ma non il contrario. La gente avrebbe sempre supposto che la donna avesse fatto qualcosa di terribile per provocare la rottura. Dominick non voleva che la reputazione di Jane venisse infangata. «Potete portarla da me per un colloquio privato?» le chiese. «Questa terrazza dà sulla biblioteca. Potrei incontrarla lì.» Se qualcuno poteva persuadere Jane a fare qualcosa, era Nancy. Suo padre era lo zio di Jane ed era stato il suo tutore da quando la giovane era rimasta orfana, cosicché le due ragazze erano cresciute insieme. E Mr. Sadler voleva che il 6


fidanzamento venisse sciolto quanto Dominick, sebbene neppure lui riuscisse a convincere Jane a farlo. Una parte segreta di Dom esultava a quel pensiero. Ma la parte di lui che sapeva cosa lo aspettava negli anni a venire si disperava. Nancy scosse il capo con un gesto sbarazzino. «Forse potrei farla venire in biblioteca con uno stratagemma, ma non riuscirete a farvi lasciare da lei. Jane vi ama.» Almeno, quanto poteva amare una ragazza della sua età. Se si eccettuava l'incidente in cui erano affogati entrambi i suoi genitori, quando aveva otto anni, Jane conduceva una vita protetta. I Sadler le davano tutto quello che desiderava e lei li amava profondamente. Al contrario dei genitori di Dom, il loro era un vero legame d'amore, così Jane vedeva il matrimonio come un idillio. Nel frattempo, lui era destinato all'inferno: un lungo periodo di incertezza, di duro lavoro e di povertà. Come poteva l'amore di Jane sopravvivere a quello? Nancy gli scoccò uno sguardo petulante. «Credevo che anche voi amaste Jane.» Dom si irrigidì. Ma certo che la amava, l'aveva amata sin dal primo momento che si erano incontrati in una libreria. Mentre inconsciamente canticchiava a bassa voce le prime battute della sinfonia The Surprise di Haydn, all'improvviso era stato distolto dal proprio libro da qualcuno dall'altra parte degli scaffali che canticchiava le battute successive. Si trattava di Jane, che faceva una pausa dall'infinita serie di feste e balli a cui partecipava per il suo debutto in società. Sino a quel momento Dom non aveva mai incontrato qualcuno con la sua memoria per la musica. O con il suo avido interesse per le sinfonie. O che avesse la sua stessa inclinazione a canticchiare mentre leggeva. Non si era mai imbattuto in qualcuno a cui piacessero sia i libri sia la gente. All'istante, la ragazza lo affascinò. Da quel momento, Dom aveva corteggiato la figlia del barone attraverso una successione di serate musicali, opere 7


e anche balli occasionali. Sebbene quella sciocchina preferisse Beethoven a Mozart, la perdonava senza difficoltà, perché anche lei passava sopra i suoi mille difetti. A Jane non sembrava importare che la danza di Dom fosse più precisa che ispirata, che avesse un'inconsueta e puntigliosa memoria per la musica e la conversazione, o anche che le sue prospettive fossero limitate. Era chiaro che la fanciulla fosse scervellata quanto era adorabile. Il che, naturalmente, voleva dire che Dom desiderava sposarla. E che ancora lo voleva. «Non importa quello che provo per Jane» disse, senza energia. «E neanche quello che lei prova per me. Lei merita qualcuno come l'erede di Blakeborough, che possa darle un futuro rispettabile.» «Non siate ridicolo. Nemmeno una volta Jane ha pensato a Edwin dal punto di vista sentimentale. È troppo burbero per i suoi gusti. E, al contrario di me, Jane preferirebbe un avvocato a...» Nancy si interruppe con un gemito. «Mi dispiace. L'avevo dimenticato.» «Che io non ho più un futuro da avvocato?» mormorò Dom con amarezza. «Jane può non desiderare il figlio di un conte ma, sicuro come la morte, non vuole un agente di Bow Street per marito.» Con uno sguardo stizzito Nancy dichiarò: «Non capisco perché siate andato a cercarvi un impiego così umile. Perché non vivere facendovi fare credito sino a quando vostro fratello non si fosse addolcito e vi avesse restituito la vostra rendita?». Dom soffocò un'imprecazione. Come al solito, Nancy vedeva il mondo attraverso una lente rosa. «George non si addolcirà mai.» «Forse lo farebbe, se provaste a ragionare con lui.» La ragazza fece un gesto verso la sala da ballo e Dom individuò il fratello in piedi tra i propri amici. «È a lui che dovreste parlare in privato. Non so con esattezza cosa sia accaduto tra voi, ma...» 8


«No, non lo sapete» sbottò Dom. «Lo sa Jane e tanto basta.» Be', sapeva quasi tutto. C'erano alcuni aspetti che non osava raccontare neanche a lei. «Jane dice che George si è comportato male» insistette Nancy. «Quindi, se soltanto spiegaste alla gente come si è comportato, forse non tutti insinuerebbero le cose terribili che voi avete fatto per provocare la vostra rovina.» Dom serrò i pugni. «E cioè?» La ragazza arrossì. «Non so... che siete stato troppo amichevole con... l'amante del vostro defunto padre e con i suoi figli illegittimi. Che George non approvava, e così si è rifiutato di concedervi la vostra eredità.» Erano brutte voci, ma mai dannose quanto la verità. Suo padre aveva aggiunto un codicillo sul letto di morte in presenza di George e del loro fratellastro, Tristan Bonnaud. George ne era stato oltraggiato e aveva bruciato il documento non appena il padre era morto. E Tristan si era infuriato così tanto che aveva rubato il cavallo che gli era stato lasciato con quel codicillo. Poi Dom si era ritrovato nella poco invidiabile situazione di dover proteggere Tristan dai tentativi di George di farlo impiccare. E George gli aveva dato un ultimatum: o gli consegnava il fratellastro o avrebbe perso tutto. Non c'era stata affatto scelta. Dom lo avrebbe fatto ancora, solo che, rinunciando a tutto, in sostanza aveva perso anche Jane. E neanche rivelare al mondo la verità avrebbe cambiato nulla. Perché, mentre Dom non poteva provare la distruzione del codicillo, George poteva dimostrare con dannata certezza il furto del cavallo. Quella carogna si era mantenuta calma sino a quel momento, ma, se Dom avesse rotto il silenzio, George si sarebbe certo vendicato suggerendo che fosse coinvolto in qualche modo nella faccenda. E così il benefattore di Dom, Jackson Pinter, non avrebbe avuto altra scelta che licenziarlo dal posto di agente di Bow Street che gli aveva generosamente offerto. E a lui non sarebbe man9


cato solo il denaro, ma anche il mezzo per procurarselo. Così era incastrato dalle chiacchiere, impantanato nella posizione degradante in cui si trovata e senza alcun futuro. E non poteva fare un accidenti di niente. Tranne assicurarsi che Jane non fosse incastrata come lui. Dom aveva già sofferto parecchio perché suo padre e George avevano trascurato di fare ciò che era giusto. Si rifiutava di essere come loro. «È proprio a causa dei pettegolezzi che Jane deve rompere con me. La vedranno come una ragazza di buonsenso. E non peggiorerà la mia situazione più di quanto non lo sia già.» «Forse, se vi concedeste il tempo di rimettervi in piedi... Non potreste sposare Jane adesso, neanche se lo voleste» gli rammentò Nancy. «Papà aveva già detto che avreste dovuto aspettare che lei raggiungesse la maggiore età. E per allora...» «Per allora io sarò ancora una nullità, maledizione!» Nancy sbatté le palpebre. Buon Dio, la sua nuova vita lo stava già cambiando. Un gentiluomo non imprecava mai davanti a una signora. «Perdonatemi» proseguì. «Ma è chiaro che non comprendete cosa mi riservi il futuro. In quattro mesi da agente per Bow Street ho guadagnato appena venti sterline.» Nancy ansimò. Probabilmente per lei venti sterline erano solo gli spiccioli che spendeva in due settimane. «Sessanta sterline in un anno manterranno a malapena me» proseguì Dom. «Figuriamoci una moglie e una famiglia.» «Ma con la dote di Jane...» «Secondo i termini del testamento di suo padre, se non sposerà un gentiluomo benestante prima di compiere i trentacinque anni, il denaro andrà a uno dei suoi cugini. Solo dopo i trentacinque anni, potrà disporre della sua fortuna senza restrizioni.» «Voi siete un gentiluomo...» Nancy si interruppe. «Be', siete nato e cresciuto come un gentiluomo benestante, co10


munque. Inoltre, il padre di Jane ha redatto quel testamento per proteggerla dai cacciatori di dote.» «Agli occhi della società, io sono un cacciatore di dote. Non ho nulla da offrire a un'ereditiera, e tutto da guadagnare.» Uno sguardo turbato attraversò il viso di Nancy. «Papà sa che non è così.» «Non importa. Ha già messo in chiaro di avere le mani legate dai termini del testamento. Quindi, se la sposassi adesso, perderebbe la sua fortuna. Il mio miserabile stipendio ci permetterebbe a stento di sopravvivere. E questo supponendo che io abbia successo nella mia professione, il che non è del tutto certo. Anche se lo avessi, non sarei mai in grado di permettermi dei servitori o una carrozza o qualsiasi comodità a cui Jane è avvezza.» La voce gli si fece grave. «Non ci saranno serate all'Opera a cui partecipare, concerti o pianoforte su cui suonare.» Per strano che fosse, quello era ciò che gli mancava di più della sua vita precedente: la facilità con cui poteva ascoltare musica eccellente. Ormai era ridotto ad accontentarsi delle note che si riversavano nella strada dai salotti di Mayfair. Nancy si mordicchiò il labbro inferiore. «A Jane piacciono le sue sonate.» «E i valzer e i reel. Se mi sposerà, non ci saranno danze. Non potrà prendere parte ai balli. Dovrà rinunciare del tutto alla società.» «Ma è terribile!» Nancy scoccò un'occhiata preoccupata attraverso le finestre aperte della sala da ballo. «Ma potrebbe venire alle feste in casa nostra.» «Per essere evitata dai suoi amici? Credete davvero che i vostri genitori inviterebbero la moglie di un agente di Bow Street, rischiando le chiacchiere? Conversereste volentieri con Jane sapendo che essere vista con lei potrebbe danneggiare le vostre prospettive matrimoniali?» Dal modo in cui Nancy sbiancò, Dom comprese che non aveva considerato l'idea. «Be', io... Non lo so...» 11


«Questo supponendo che abbia tempo per venire a trovarvi» disse lui freddo, incalzandola con la sua teoria. Se fosse riuscito a convincere Nancy, poteva persuadere anche Jane. «Senza servitori, Jane dovrebbe occuparsi di casa nostra, qualcosa che non ha mai fatto in vita sua.» «Povera me, è vero. Anche se ha...» «Io mancherò da casa per giorni di fila a causa delle indagini, mentre lei sarà bandita dalla buona società e sarà lasciata sola nel mio alloggio di una sola stanza a Spitafields.» Il pensiero della bella Jane costretta a vivere in un tugurio gli gelava il cuore. «E cosa succederà se verrò ucciso mentre sono all'inseguimento di un criminale?» «Santo cielo, il vostro lavoro è davvero tanto pericoloso?» «Più di quanto pensiate.» Anche più di quanto Dom avesse supposto. «E, se io morissi, Jane rimarrebbe sola, impoverita e senza nessuno a cui rivolgersi.» «Lo detesterebbe.» Nancy sembrava abbattuta. «Malgrado ciò, io non abbandonerei mai Jane.» «Ma davvero? E se il vostro futuro marito non desiderasse accogliere la vostra parente povera? E se vostro padre morisse? Non possiamo prevedere cosa potrebbe accadere.» «Smettetela! Fate sembrare tutto così orribile!» «Perché lo è.» La fissò con uno sguardo penetrante. «Mi aspettano anni in cui dovrò pensare solo a farmi strada a gomitate in una posizione in cui non posso permettermi una moglie.» «Oh, Dom» gemette Nancy. «Se Jane volesse aspettare sino a quando sarò abbastanza sicuro economicamente da sposarla, dovrebbe attendere a lungo. E, se dovessi fallire, avrebbe sacrificato la sua gioventù per nulla.» Guardò oltre la giovane, dove Edwin Barlow stava dicendo qualcosa che fece ridere Jane. Dom combatté l'istinto di entrare a passo di marcia e prendere a pugni sul naso l'e12


rede di Blakeborough. «Ma se mi lasciasse, avrebbe tutto il mondo davanti. La sua dote sarà abbastanza per allettare qualunque gentiluomo e il suo carattere amabile, la sua dolcezza e il suo...» Dio, come poteva sopportare l'idea di perderla per un altro? Digrignò i denti. Meglio che vederla abbattuta da anni di vita dura e preoccupazioni per lui. O, peggio, guardarla mentre maturava l'odio per averla strappata via da tutto quello che le era caro. Essere testimone di come le difficoltà di quella vita le avessero spento la luce negli occhi, le avessero prosciugato la vitalità dal volto... No, doveva rinunciare a lei mentre ancora poteva, mentre era abbastanza giovane da trovare qualcun altro. Era l'unico modo. «Non vedete? Dovrebbe sposare qualcuno come l'erede di Blakeborough, un uomo con un futuro. O anche suo fratello. Barlow è guardiamarina, vero?» «Sì.» Lo sguardo di Nancy scattò con ammirazione sull'uniforme di Samuel Barlow. «Ma non sposerà neanche lui. Non rinuncerà a voi, e non solo perché vi ama. Mi ha già detto che troverebbe disonorevole abbandonarvi soltanto perché siete caduto in gravi difficoltà. Andrebbe contro i suoi principi.» Dom conosceva piuttosto bene i principi di Jane, che rispecchiavano i propri. Ma quelli della giovane non erano stati forgiati nel fuoco dell'esperienza. I suoi sì. «Ci deve essere un modo per convincerla.» «Dovreste dimostrare di essere un uomo dalla pessima condotta. Un ladro, un assassino... un adultero, il che è stupido, dal momento che non siete sposato.» Un'idea orribile si insinuò tra i pensieri di Dom. «Non ho bisogno di essere sposato per tradire la fiducia di Jane. Se pensasse che sono coinvolto intimamente con un'altra donna...» mormorò. 13


«Dominick Manton! Non vi azzardate a suggerire una cosa tanto terrificante!» «Ma funzionerebbe, vero?» «Suppongo di sì.» Un'espressione ansiosa solcò la fronte di Nancy. «Avete intenzione di iniziare a frequentare una colombella smarrita?» «Certo che no» sbottò Dom, impaziente. «A meno che Jane non dovesse vedermi con i suoi stessi occhi mentre entro in un bordello, il che sarebbe impossibile da organizzare, non presterebbe mai fede alle voci su una tale relazione amorosa. Mi conosce troppo bene per crederci.» Nancy arricciò il naso. «Dubito anche che crederebbe a voci su una vostra relazione con una donna rispettabile» affermò. «Se lo verificasse di persona, sarebbe costretta a farlo.» Lanciò a Nancy un'occhiata in tralice. «Se Jane mi sorprendesse di fatto a dedicare le mie attenzioni a una ricca ereditiera, potrebbe essere convinta a ritenermi abbastanza disperato da correre dietro a una donna con i soldi.» «Ma come potrebbe vedervi con un'ereditiera quando non uscite più in società?» Dom la fissò intento. «Dovrebbe essere un'ereditiera al corrente del piano. Che capisca cosa sto cercando di fare e quanto sia importante.» Nancy colse il suo sguardo e si irrigidì. «Io?» Al suo assenso deciso, disse: «Oh, no, Dom... Non potrei mai... Jane non mi perdonerebbe mai!». «Lo farebbe se pensasse che sto cercando di baciarvi con la forza. Se voi protestaste. Potremmo far sembrare che io vi abbia messa con le spalle al muro e stia cercando di sedurvi.» «No!» Nancy fissò dentro la sala da ballo, il labbro inferiore tremante. «No, questo la distruggerebbe.» Dom provò una fitta al petto, ma la ignorò con decisione. «Per un po' sarebbe... ferita. Ma lo supererebbe. Inveirebbe contro di me e voi sosterreste il suo oltraggio con il vostro, 14


cosicché alla fine arriverebbe a vedersi meglio senza di me.» «Buon Dio, Dom. Non c'è un altro modo?» «Non riesco a trovarne. Dobbiamo sfruttare i saldi principi di Jane contro di lei. È per il suo stesso bene.» «Dubito che la vedrebbe in quel modo» borbottò Nancy. «Ma di certo voi lo fate.» Nancy sospirò. «Sì. Però non sarà facile. Avrò bisogno di qualcuno che mi aiuti. Jane diventerebbe sospettosa se le dicessi di incontrarmi in biblioteca e poi mi trovasse lì mentre voi cercate di baciarmi.» «È vero. Ma chiunque troviate non deve coinvolgere nessun altro. Non vogliamo che inavvertitamente si originino voci che rovinerebbero voi. Chiunque scegliate dovrà mantenere segreta la verità una volta che sarà tutto compiuto, o non servirà a nulla.» Nancy camminò avanti e indietro sulla terrazza. «Samuel Barlow andrà bene. Gli piaccio, o così dice... Non che io ci creda.» Fece un gesto di sufficienza con la mano, smentito dal risolino civettuolo. «È uno sfacciato cascamorto.» Proprio come lei, a detta di tutti. Dom le scrutò il viso. «Nutrite la speranza che vi sposi?» «Santo cielo, no!» La sua risata suonò falsa. «Samuel ha solo diciotto anni; di certo non è pronto per mettere su casa. Inoltre, mi potete immaginare sposata a un marinaio che potrò vedere solo una volta ogni tanto? Credo di no. Io voglio un marito che mi renda la donna più acclamata di Londra, non la più festeggiata in qualche sporco quadrato degli ufficiali.» «È molto sensato.» E anche piuttosto superficiale, ma non sorprendente. Il padre di Nancy aveva un mucchio di soldi, tutti destinati a lei. Poteva benissimo accalappiare un marito d'alto rango. Non c'era bisogno che sposasse un semplice guardiamarina. «Credete che Barlow ci aiuterebbe?» «Ma certo. Posso fargli fare tutto quello che voglio.» Poi 15


Nancy si fece seria. «Cioè, se ne siete proprio sicuro.» Dom passò in rassegna la sala da ballo in cerca di Jane. In quel momento era in piedi da sola e tamburellava le dita sul tavolo in modo molto inadatto a una signora. Dom riusciva in pratica a coglierne il ritmo, ne sentiva il battito, così come sentiva Jane che gli pulsava nel sangue. Un sorriso dolce e assente le attraversò il viso – quello che aveva sempre quando ascoltava un nuovo brano musicale – e la familiarità di quel sorriso lo pugnalò in fondo al cuore. Poteva farlo davvero? Fare in modo che lei lo odiasse? Far sì che lo tagliasse fuori per sempre dalla sua vita? «Dom?» lo sollecitò Nancy. «È davvero questo che volete?» Il giovane cercò di essere insensibile al dolore. «No.» Non lo avrebbe mai desiderato. «Ma è quel che va fatto.» Un'ora più tardi, Jane Vernon fu sorpresa quando Samuel Barlow le chiese di ballare. Mentre i suoi fratelli, Edwin e Yvette, erano grandi amici di Jane, Samuel le prestava di rado attenzione, preferendo amoreggiare con Nancy. A Jane non importava. Era abituata a essere eclissata dalla cugina più grande, i cui riccioli dorati, il bel seno e la pelle impeccabile ammaliavano ogni uomo che entrasse nella sua orbita. Non che Jane passasse del tutto inosservata. Aveva avuto un ammiratore o due, malgrado la quantità eccessiva di efelidi e gli ingovernabili capelli rossi. Ma, accanto a Nancy, si sentiva un vaso di terracotta di fianco a uno di porcellana di Wedgwood. Fino a Dom. Il battito di Jane accelerò al pensiero dell'avvenente fidanzato. Lui la considerava una porcellana di Wedgwood. Poteva essere silenzioso ed enigmatico, ma i suoi occhi si illuminavano ogni volta che la vedeva. Una donna poteva sempre fidarsi degli occhi di un uomo. Anche se nell'ultimo 16


periodo... Nell'ultimo periodo tutto era un problema. Dopo essere stato diseredato, Dom si era ritirato in se stesso. Continuava a blaterare su quanto lei fosse ormai troppo superiore a lui, su come avrebbe perso tutto se si fossero sposati. Accidenti a suo padre e a quello stupido testamento! E accidenti a zio Horace che voleva rispettarlo. Tutta la sua vita era regolata da imposizioni! A Jane non importava se Dom doveva lavorare. Non le importava di dover lavorare a sua volta. Aveva già imparato tantissimo dalla zia su come si mandava avanti una casa, e ogni volta che la donna stava male, era lei a prendersi carico delle sue incombenze. Quindi, di sicuro lei e Dom potevano cavarsela, anche in una soffitta, purché fossero insieme. Certo, sarebbe stato meglio se Dom avesse potuto continuare i suoi studi e fosse diventato un avvocato, ma Jane avrebbe sopportato qualsiasi cosa per stare con lui. Ora, se solo avesse potuto convincere quel testardo a crederle. Era talmente apprensivo! Quella era l'unica ragione per cui aveva cercato di convincerla a lasciarlo. L'unica. Jane ne era sicura. Strappando via ogni dubbio tormentoso dalla propria mente, si concentrò sul proprio cavaliere. «È il Valzer di Dettingen?» «E come faccio a saperlo?» Samuel corrugò la fronte. «Tutti questi brani mi sembrano uguali.» Il povero Samuel mancava di passione. A pensarci bene, anche lo spirito di Edwin era piuttosto carente. Solo Dom aveva un animo che era pura perfezione. «Siete scontroso questa sera» gli disse. «Prendete esempio da Edwin? O siete di nuovo ai ferri corti con Nancy?» «Quando mai io e Nancy siamo andati d'accordo?» Samuel la scoprì a scrutarlo con curiosità e addolcì la sua espressione. «Questo non ha nulla a che vedere con lei. Sono solo turbato per quello che è accaduto nell'atrio poco fa. E non riesco a decidere se dirvelo o meno.» 17


«Perché non dovreste?» Jane sorrise allegra. «Oserei dire che sono la persona più discreta tra le vostre conoscenze.» «Non è la vostra discrezione a preoccuparmi.» Mentre volteggiavano sulla pista, Samuel abbassò la voce. «Sapevate che il vostro fidanzato è qui?» «Cosa? Dove?» Passò in rassegna la sala cercando Dom, ma non lo vide. E di certo sarebbe spiccato tra gli altri, alto com'era. «Non è in questa sala» disse Samuel. «È qui il problema. Mi sono imbattuto in lui mentre entrava furtivamente in biblioteca.» Perché diamine doveva essere furtivo... Oh, be', non era stato invitato. Però, Jane riusciva a pensare solo a un motivo per cui Dom avrebbe compiuto lo sforzo di entrare dove non era desiderato. Il cuore le sprofondò. «Suppongo vi abbia chiesto di organizzargli un incontro con me.» Continuava a sperare che, se avesse posticipato abbastanza quell'incontro, lo stupido avrebbe rinunciato a cercare di farle rompere il fidanzamento. Ma quel rinvio la stava uccidendo. Non lo vedeva da settimane e smaniava per avere almeno una sua visione fugace. «No, per la verità» affermò Samuel con voce piatta. «Non è stato felice di vedermi. Anzi, mi ha chiesto di non farvi sapere che era qui.» Che strano. Dom non faceva mai nulla di clandestino. Un freddo dito premonitore le accarezzò la spina dorsale. Cosa stava combinando? E perché non desiderava che lei lo sapesse? «Non ha detto perché?» chiese. «Ho supposto che dovesse incontrare qualcuno, sebbene lui l'abbia negato.» Jane si guardò attorno nella sala. Chi mancava? Doveva essere un suo amico o parente, qualcuno che la potesse convincere a parlare con lui, forse suo zio o sua zia... Nancy! Non c'era segno di sua cugina. 18


Il sangue le ribollì. Adesso voleva coinvolgere Nancy nei suoi piani per mettere fine al loro fidanzamento? Non mancava altro! Doveva smetterla con quell'assurdità. Avrebbe messo in chiaro con quello sciocco che lo amava e non le importava quali fossero le sue aspettative. Lasciando la pista da ballo a metà danza, si diresse in biblioteca. Samuel si affrettò a seguirla. «Sentite, dimenticate quello che ho detto.» Ma fece solo un tentativo poco convinto di fermarla. «Dimenticare un accidenti!» Jane passò accanto a un gruppo di gentiluomini per raggiungere l'atrio, dove vide il fratello di Dom, George Manton, il nuovo Visconte Rathmoor. La canaglia. Era tutta colpa di George. Poiché non aveva mai detto pubblicamente ciò che era successo, Jane sospettava che si vergognasse del proprio comportamento. Sfortunatamente, un uomo orgoglioso come lui non avrebbe mai ammesso il proprio errore. Forse aveva bisogno di una spinta. Doveva solo vedere a quale passo avesse costretto suo fratello. Poi poteva cambiare idea e restituire a Dom la sua rendita e la retta per la sua istruzione come avvocato. Questo avrebbe risolto i loro problemi più di qualunque altra cosa. Valeva la pena provare, no? E quella poteva essere la sua unica possibilità di far incontrare i due uomini nella stessa stanza. Si fermò di fronte al visconte. I suoi amici smisero di parlare e si diedero il gomito, mentre Sua Signoria si girava per trovarsela davanti. «Miss Vernon» disse lui con un freddo cenno del capo. Samuel si avvicinò a lei e sibilò: «Cosa state facendo?». Jane lo ignorò e si rivolse al fratello di Dom. «Mi piacerebbe moltissimo scambiare una parola con voi in privato, signore. Vorreste seguirmi in biblioteca?» Gli altri gentiluomini mormorarono tra loro e Jane udì ri19


satine, ma non se ne curò. Se poteva far incontrare Dom con il fratello, poteva fare in modo che Sua Signoria comprendesse, in modo da riparare la rottura. George la scrutò interessato, poi le scoccò quel sorriso gradevole che faceva tremare la maggior parte delle sue coetanee nelle scarpette da ballo. «Ne sarei felicissimo» disse, offrendole il braccio. Jane prese quella cordialità come un buon segno, così, quando Samuel mormorò: «Jane, vi devo parlare in questo momento», lei afferrò il braccio di George e disse: «Grazie, Mr. Barlow, ma vi parlerò più tardi». Non appena si ritrovarono da soli nell'atrio, George mormorò: «Credo di immaginare il motivo di tutto questo, Miss Vernon». «Vi prego, signore, preferirei parlarne in privato.» Lui le rivolse uno sguardo tagliente. «Davvero?» E, fermandosi sulla porta della biblioteca, dichiarò: «Bene, allora, eccoci qui». George aprì la porta e Jane la superò, aspettandosi di trovare Dom e Nancy intenti a discutere. Invece li individuò dall'altra parte della stanza, profilati alla luce del camino e stretti in un intimo abbraccio. Jane si bloccò così all'improvviso che il visconte le andò a sbattere contro. No, non potevano essere loro. Era assurdo! Di certo Dom non avrebbe mai... Nancy non avrebbe mai... Una figura si separò dall'altra sibilando: «Smettetela, Dom! Non sapete cosa fate!». Nancy. Oddio. Lo stomaco di Jane prese a ribollire. No. Non stava succedendo! Doveva avere frainteso. Ma non poteva fraintendere il tentativo di Dom di afferrare la vita di Nancy per attirarla di nuovo nel suo abbraccio. «So esattamente cosa sto facendo.» Sentire la voce di Dom rese tutto più reale. Troppo reale. La testa di Jane cominciò a vacillare. Stava per svenire. 20


«Siete interessato solo ai miei soldi» protestò Nancy. «So che in realtà è Jane che volete.» «Questo non è vero. Voi e io andiamo d'accordo, non credete?» Dom abbassò la testa verso Nancy. «Lasciate che vi mostri quanto...» Il rumore di uno schiaffo risuonò sulla sua guancia e Nancy si liberò. Mentre la vista di Jane si restringeva e la stanza cominciava a vorticare, Nancy si diresse verso la porta, ma si bloccò nel vedere lì la cugina. «Oh. Ehm... questo... non è come sembra.» «No?» chiese George con voce strascicata. «Perché a me sembra che mio fratello stia mettendo da parte la fidanzata per un'ereditiera più ricca.» Sconvolta e ammutolita, Jane lanciò un'occhiata a Dom. Se solo avesse potuto vedere i suoi occhi, avrebbe compreso cosa provasse. Ma lui evitava di incontrare il suo sguardo e fissava truce George. «Questo non ha nulla a che vedere con te, fratello. E giuro che se cercherai di nuocere alla reputazione di Miss Sadler sussurrando una sola parola di questo...» «Non ho alcuna intenzione di parlare di questo con nessuno.» George si inchinò a Nancy. «Il segreto dell'adorabile Miss Sadler è al sicuro con me.» Il segreto di Nancy? La reputazione di Nancy? Era tutto ciò di cui Dom e suo fratello si preoccupavano? Dom non cercava neanche di protestare la propria innocenza, si limitava a stare lì, impalato, evitando ancora di guardarla, un segno certo della sua colpa. Jane deglutì la bile che le risaliva lungo la gola. «Cosa diavolo significa questo, Dom? Siamo fidanzati!» Il suo atteggiamento era rigido e impacciato. «Suppongo che quel chiacchierone di Barlow ti abbia detto di avermi visto arrivare.» La sua voce aveva un gelo remoto che colpì Jane al cuore. Le ricordò come suo padre era solito parlare alla madre. Troppo tardi ricordò come Samuel avesse cercato di 21


fermarla, come avesse avuto riserve a rivelarle la presenza di Dom. Il calore le risalì lungo il collo sino alle guance. «E così sei venuto qui davvero per corteggiare Nancy?» Jane represse l'impulso di vomitare. «Non sei l'uomo che credevo fossi.» Oddio, non riusciva neanche a redarguirlo in modo intelligente. Era sul punto di sentirsi male davanti a tutti. Sarebbe stata la peggiore umiliazione immaginabile. Non devo vomitare. Non devo vomitare, continuava a salmodiare Jane nella sua testa mentre si voltava spingendo da parte George per raggiungere l'atrio. «Aspetta, Jane!» la chiamò la cugina, ma lei si limitò a scuotere il capo e continuò a correre. Mentre fuggiva sentì Dom che diceva con voce brusca: «Lasciatela andare». Era l'ultimo insulto della serie. Lo stomaco le si rimestò e Jane dovette mettere la mano davanti alla bocca. Pregando che nessuno la vedesse prima che riuscisse ad arrivare alle ritirate, barcollò lungo l'atrio sino alle scale. Dom. Oddio, Dom! Non era suo. Non lo era mai stato, vero? Era chiaro che avesse letto troppo nei suoi discorsi brillanti. Il Dom innamorato di cui si era innamorata era una sua invenzione? Doveva esserlo, aveva costruito la sua immagine attraverso le loro conversazioni molto sorvegliate e una manciata di balli. Per tutto quel tempo aveva pensato che lui stesse cercando di spingerla a rompere il fidanzamento a causa di una nobile preoccupazione per lei, mentre invece lo faceva per poter corteggiare una ricca ereditiera il cui denaro non fosse vincolato da uno stupido testamento. Qualcuna che, oltretutto, era più graziosa di lei. Le lacrime le scivolarono sulle guance mentre entrava incespicando nella stanza delle signore. Gli aveva creduto. Anche quando lo zio Horace l'aveva avvertita che non avrebbe dato la sua approvazione all'unione, lo aveva igno22


rato, riponendo la propria fiducia nella bontà di Dom, nella sua virtù, nella sua lealtà. E per cosa? Per essere presa in giro. Mai più si sarebbe fidata di un uomo dalla doppia faccia che declamava una sfilza di bugie e le diceva di amarla alla follia. Mai più avrebbe dichiarato che la fortuna e la posizione sociale non contassero in confronto al vero amore. Perché era chiaro che il vero amore fosse la bugia più grande di tutte.

23


Patto con il diavolo LORRAINE HEATH Inghilterra, 1851 - Cresciuto nei bassifondi di Londra, Lucian Langdon è noto come Conte Diavolo... tuttavia per proteggere coloro che ama Lady Catherine è disposta anche a stringere un patto con il demonio. Quando devono lottare insieme per salvarsi la vita, però, lei scopre di avere accanto un uomo capace di grandi passioni.

I doveri di un duca MEGAN FRAMPTON Londra, 1842 - Quando apprende che col titolo di duca ha ereditato anche una fidanzata, Nicholas Smithfield non ha dubbi: farà ciò che deve per salvaguardare le terre e l'onore. Ma dal momento in cui posa gli occhi sulla sua promessa sposa, non riesce più a togliersela dalla mente. Lady Isabella ha infatti acceso in lui un desiderio senza pari.

Misteri e tradimenti SABRINA JEFFRIES Inghilterra, 1829 - Dodici anni dopo aver perduto il titolo, Dom Manton è titolare di un'agenzia investigativa ed è diventato un ricco visconte, ma non ha mai dimenticato Jane, la ex fidanzata. Così, quando lei gli chiede di indagare sulla misteriosa scomparsa della cugina, accetta di aiutarla perché la passione tra loro non si è mai spenta.

Un'impeccabile gentildonna CANDACE CAMP Inghilterra, 1824 - Quando Lisa e le sue sorelle tornano in Inghilterra, sono costrette a impegnarsi duramente per diventare perfette, impeccabili gentildonne. Rispettare tante regole è una tortura, e a rendere le cose più difficili per lei si aggiunge l'attrazione che prova per un uomo che non potrà mai avere: l'affascinante Sir Royce Winslow.


Il duca dissoluto LORRAINE HEATH Londra, 1851 - Dopo essere emerso dalla dura infanzia nei bassifondi Jack Dodger è diventato proprietario del club più esclusivo di Londra. Così, il fatto che venga nominato erede di tutti i beni del Duca di Lovingdon getta nella disperazione la giovane vedova, Olivia. Il disprezzo della duchessa però non ha scampo di fronte al fascino pericoloso di Jack...

La stagione dei veleni TASHA ALEXANDER Inghilterra, 1891 - A Stagione appena iniziata Lady Emily Ashton si trova ancora al centro di un mistero e decide di risolvere il caso, indagando sui numerosi personaggi coinvolti. Costretta a districarsi tra scandali e maldicenze, potrà però contare sul sostegno del fedele amico e pretendente Colin, più che mai determinato a conquistare il suo cuore.

La scelta di Mary Cynster STEPHANIE LAURENS Inghilterra, 1837 - Mary ha atteso anni l'opportunità di trovare il vero amore, com'è tradizione in casa Cynster, e sa esattamente il tipo d'uomo che vuole, e non è certo qualcuno come il selvaggio, intrattabile e peccaminosamente seducente Ryder Cavanaugh. E la sfida tra i due entusiasma l'intero ton londinese per i suoi esiti imprevedibili...

Un affascinante gentiluomo CANDACE CAMP Inghilterra, 1824 - Eve Hawthorne, vedova e senza un soldo, accetta di diventare chaperon di quattro esuberanti fanciulle americane. Decisione che vacilla nel momento in cui rischia di perdere la testa per l'affascinante Fitzhugh Talbot. Preoccupata per la propria reputazione, Eve cerca disperatamente di dimostrarsi posata e affidabile, ma la passione...

Dal 13 luglio


Ti è piaciuto questo libro? Continua a vivere indimenticabili emozioni con

A B B ON ATI!

-50% sulla prima spedizione Spedisci questa pagina a: SERVIZIO LETTRICI HARMONY C/O CMP Brescia - Via Dalmazia 13 - 25126 Brescia BS

Sì!

Voglio abbonarmi a I Grandi Romanzi Storici Special. Speditemi bimestralmente 2 inediti romanzi al prezzo scontato del 50%: € 6.90 più € 1.80 per contributo spese di spedizione. Dalla seconda spedizione mensile sconto del 15%: € 11.70 più € 1.80 per contributo spese di spedizione. Potrò sospendere in ogni momento le successive spedizioni a pagamento mediante comunicazione scritta, come pure restituirvi i romanzi ricevuti a pagamento per posta entro 10gg. (diritto di recesso Art. 64 dlg. 206/2005).

6B0142

Cognome.............................................................Nome................................................................................ Via.....................................................................................................................N°...................................... Località.............................................................................Prov...................CAP............................................. Prefisso....................Telefono....................................e-mail.......................................................................... Firma............................................................................................Data........................................................ Offerta limitata a un solo componente per ciascun nucleo familiare non minorenne e non valida per coloro che già ricevono per corrispondenza I Grandi Romanzi Storici Special. Offerta valida solo in Italia fino al 31.12.2016. Tutte le richieste sono soggette ad approvazione della Casa. I Suoi dati saranno trattati, manualmente ed elettronicamente, da HarperCollins Italia S.p.A. - Via Marco d’Aviano, 2 – 20131 MILANO - e dalle società con essa in rapporto di controllo e collegamento ai sensi dell’art. 2359 cod. civ. - titolari del trattamento - per evadere la Sua richiesta di ricevere per posta cartacea informazioni commerciali e campioni di prodotto, nonché la Sua eventuale richiesta di acquisto di nostri prodotti editoriali, secondo l’offerta riportata sul presente coupon, e le attività a ciò strumentali, ivi comprese le operazioni di pagamento e quelle connesse con adempimenti amministrativi e fiscali, nonché le attività di customer care. Nome, cognome e indirizzo sono indispensabili per i suddetti fini. Il mancato conferimento dei restanti dati non pregiudica il Suo diritto ad ottenere quanto richiesto. Previo Suo consenso, i Suoi dati potranno essere trattati dalle titolari per finalità di marketing, attività promozionali, offerte commerciali, indagini di mercato - anche tramite email e telefono, qualora forniti I Suoi dati potranno, altresì, essere comunicati a soggetti operanti nei settori editoriale, largo consumo e distribuzione, vendita a distanza, per propri utilizzi aventi le suddette medesime fi nalità. L’elenco completo ed aggiornato delle società in rapporto di controllo e collegamento ai sensi dell’art. 2359 cod. civ. con HarperCollins Italia S.p.A., dei soggetti terzi cui i dati possono essere comunicati e dei responsabili è disponibile a richiesta all’indirizzo sopra indicato. I Suoi dati potranno essere trattati dagli incaricati preposti alle seguenti operazioni di trattamento: elaborazione dati e sistemi informativi, amministrazione, servizio clienti, gestione abbonamenti, confezionamento e spedizione riviste, confezionamento mailing, invio newsletter Ai sensi dell’art. 7, d. lgs 196/2003, potrà esercitare i relativi diritti, fra cui consultare, modifi care e cancellare i Suoi dati od opporsi al loro trattamento per fini di invio di materiale pubblicitario o per comunicazioni commerciali o sondaggi di opinione, rivolgendosi al Responsabile Dati presso HarperCollins Italia S.p.A. all’indirizzo indicato. Acconsente che le titolari utilizzino i Suoi dati per le proprie fi nalità di marketing, anche via e-mail e telefono, come illustrato nell’informativa? SI NO Acconsente che i Suoi dati siano comunicati ai suddetti soggetti terzi e da questi utilizzati per le finalità e secondo le modalità illustrate nell’informativa? SI NO


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.