Lynne Graham
La magia del deserto
Titoli originali delle edizioni in lingua inglese: The Desert Bride Desert Prince, Bride of Innocence Harlequin Mills & Boon Romance Harlequin Mills & Boon Modern Romance © 1996 Lynne Graham © 2009 Lynne Graham Traduzioni di Maria Laura Iervicella e Laura Premarini Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 1997 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prime edizioni Collezione Harmony aprile 1997, ottobre 2011 Seconda edizione Harmony Vedogrande luglio 2006 Terza edizione myLit ottobre 2014 Questo volume è stato stampato nel settembre 2014 da Grafica Veneta S.p.A. - Trebaseleghe (Pd) MYLIT ISSN 2282 - 3549 Periodico mensile n. 13 dello 09/10/2014 Direttore responsabile: Stefano Blaco Registrazione Tribunale di Milano n. 162 del 31/05/2013 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano
Non andare via...
1
Bethany rimase profondamente colpita dalla straordinaria bellezza dell'aeroporto di Al Kabibi. Gli splendenti pavimenti di marmo, gli enormi lampadari di cristallo e le finiture in oro zecchino le fecero sgranare gli occhi per lo stupore. «Davvero impressionante, non crede?» commentò Ed Lancaster mentre facevano la fila alla dogana. «E pensare che appena cinque anni fa qui c'era soltanto un monotono panorama fatto esclusivamente di dune e sabbia! Quando era solo re Azmir a governare, le condizioni di vita erano davvero primitive.» L'uomo d'affari americano aveva preso il suo stesso volo allo scalo di Dubai. Da allora non aveva smesso neanche un istante di parlare, ma Bethany gli era grata di averla distratta dai suoi pensieri cupi. Se il suo capo non le avesse ordinato di concentrare le ricerche in quella particolare parte del mondo, nemmeno la tortura l'avrebbe persuasa a mettere piede in Datar! «Quando re Azmir si ammalò gli successe il principe ereditario Razul» continuò a chiacchierare allegramente Ed, incurante del fatto che Bethany era impallidita. «È un uomo sorprendente. In cinque anni ha trasformato la società del Datar facendole fare un balzo in avanti di un secolo...» 7
Sotto la vivace chioma di riccioli rossi il bel viso di Bethany si era raggelato e i suoi meravigliosi occhi verdi erano diventati di ghiaccio. All'improvviso, avrebbe voluto che Ed tacesse. Non voleva sapere niente del principe Razul al Rashidai Harun. Desiderava solo dimenticare che i loro cammini si erano incrociati durante la breve permanenza di Razul all'università. «La gente lo adora. Razul è una specie di eroe nazionale da queste parti» continuò imperterrito Ed. «Sono tutti orgogliosi di lui.» «Suppongo che abbiano buone ragioni per esserlo» commentò Bethany in tono piatto, ma provando una profonda amarezza. «È proprio così» sospirò l'uomo con palese ammirazione. «Anche se questa venerazione mi sembra esagerata, Razul è davvero in gamba!» Si fermò per riprendere fiato. «C'è qualcuno che deve venire a prenderla?» «Nessuno» rispose Bethany pregando che avesse finito di parlare di Razul. Ed aggrottò le sopracciglia. «Ma sta viaggiando da sola!» Bethany soffocò un gemito. A dire il vero, non era sola a Gatwick poco prima della partenza. Un assistente ricercatore doveva fare il viaggio con lei. Ma quando non mancavano che alcuni minuti all'imbarco, Simon era inciampato su una valigia lasciata incustodita ed era caduto pesantemente tanto da rompersi una caviglia. Lei non avrebbe voluto abbandonarlo in quello stato e lasciarlo alle cure del personale di soccorso, ma il lavoro aveva certamente la precedenza. «Perché mai non dovrei viaggiare da sola?» «Come ha fatto a ottenere il visto?» le domandò Ed assumendo all'improvviso un'aria molto seria. 8
«Nel solito modo... che cosa c'è di strano?» «Forse niente.» L'uomo scrollò le spalle con una strana espressione, evitando di incontrare lo sguardo interrogativo della ragazza. «Vuole che rimanga con lei in caso ci sia qualche problema?» «No di certo. Non vedo alcuna ragione per cui ci debbano essere dei problemi» replicò lei, piuttosto seccata. Ma ce ne furono! Ed si era appena allontanato con un impacciato gesto di saluto quando un ufficiale del Datar controllò il suo passaporto. «Dov'è il signor Simon Tarrant?» le chiese in tono brusco. Bethany aggrottò le sopracciglia. «Secondo il suo visto, lei sta viaggiando con una compagnia maschile. Dov'è lui?» «Non gli è stato possibile salire a bordo» spiegò brevemente. «Così lei sta viaggiando sola, dottor Morgan?» L'uomo rimarcò le ultime parole in tono scettico e... come se non credesse alla validità del suo titolo accademico. La cosa non la sorprese. Le bambine nel Datar avevano solo di recente acquisito il diritto di andare a scuola. Una donna laureata da quelle parti era considerata alla stregua di un marziano. «C'è qualche ragione per cui non dovrei?» domandò lei avvampando, quando si accorse di aver attirato su di sé l'attenzione di tutta la gente che era in coda. «Il suo visto non è valido» la informò l'ufficiale facendo intanto un segno a due guardie in uniforme poco lontane. «Lei non può entrare nel Datar. Deve tornare in Inghilterra con il prossimo volo. Se non possiede il biglietto di ritorno, in via eccezionale, le pagheremo le spese.» 9
«Non è valido?» Bethany rimase a bocca aperta per la meraviglia. «No. La polizia dell'aeroporto la terrà in custodia fino alla sua partenza» la informò l'ufficiale rivolgendole un'occhiata severa. I poliziotti stavano già facendo dei commenti sfacciati sui suoi attributi fisici e, anche se era in preda all'agitazione per la minaccia di espulsione immediata, quei pesanti apprezzamenti la fecero indignare oltre misura. «Lei sta facendo un grave errore» dichiarò imponendosi con tutta la sua altezza di un metro e settantacinque. «Voglio parlare con il suo superiore! Il mio visto è stato legalmente rilasciato dall'ambasciata del Datar a Londra!» Si interruppe, non appena comprese che nessuno la stava ascoltando e che i poliziotti l'avevano circondata con propositi tutt'altro che rassicuranti. Bethany si sentì invadere da una sensazione a lei nuova. Si trattava di pura e semplice paura. Per evitare di esserne sopraffatta, inspirò profondamente e fece uso della sola tattica difensiva che possedeva. «Voglio che sappiate che io sono un'amica intima del principe Razul!» L'ufficiale era sul punto di andarsene, ma si girò e si irrigidì, a quelle parole. «Ci siamo incontrati quando studiava in Inghilterra.» Con le guance in fiamme per l'imbarazzo di essere dovuta ricorrere a quel nome per farsi ascoltare, Bethany inclinò il capo e la sua lunga cascata di capelli ricci catturò la luce dei lampadari di cristallo emanando riflessi in tutte le sfumature del rosso. L'ufficiale impallidì e fece un passo indietro prima di rivolgersi ai due poliziotti in un arabo concitato. Immediatamente dopo anche loro indietreggiarono come se 10
volessero tenersi a una certa distanza di sicurezza. «Allora siete voi» bisbigliò l'ufficiale conferendo alle parole un significato particolare. «Chi?» sbuffò Bethany, colta alla sprovvista dall'effetto stupefacente del suo breve annuncio. L'ufficiale tirò fuori un fazzoletto per asciugarsi la fronte sudata. «Deve esserci stato un tremendo e imperdonabile malinteso, dottor Morgan.» «Il mio visto?» «Nessun problema con il visto» disse affrettandosi a porgerle umili scuse. Dopo pochi minuti arrivò un dirigente di mezz'età che si presentò come Hussein bin Omar, il direttore dell'aeroporto. La sua tensione era palpabile. L'uomo iniziò a scusarsi in un inglese incerto e insistette per accompagnarla in un confortevole ufficio, lontano dalla confusione. Lì le chiese di aspettare fino a quando non fosse stato trovato il suo bagaglio. La sua gentilezza era così ossequiosa da essere imbarazzante. L'ultima cosa che Bethany avrebbe voluto era di suscitare tanto clamore al suo arrivo nel Datar. Improvvisamente, desiderò di aver tenuto la bocca chiusa. La sua allusione a Razul era stata suggerita da un irrazionale attacco di panico. Sarebbe dovuta rimanere calma usando argomenti logici per chiarire la situazione. E poi non capiva il motivo di tutte quelle stupide scene circa il fatto che stava viaggiando sola. Il direttore dell'aeroporto riapparve quindici minuti più tardi e la accompagnò alla porta. Bethany rimase stupefatta. Davanti a lei era stato steso un tappeto rosso che prima non c'era. La ragazza iniziò a sudare freddo e la tensione nervosa giunse al culmine. Quel trattamento, riservato alle personalità, la sconcertò. Tutti la sta11
vano guardando. Sembrava che l'intero aeroporto si fosse fermato e l'aria era carica di elettricità. Doveva trattarsi di sicuro di uno scambio di identità, decise Bethany lottando per mantenere la calma. O forse quello era il trattamento per tutti gli amici di Razul? Era stata una stupida a rivendicare un'amicizia con lui... soprattutto perché era una bugia, dovette ammettere con se stessa Bethany, ripensando al suo ultimo incontro con il principe del Datar. L'unica consolazione era che lui non avrebbe mai sospettato che si era servita del suo nome per entrare nel paese. Una lunga fila di poliziotti sull'attenti era schierata fuori dell'aeroporto. Bethany impallidì. La calura la investì bagnando la sua pelle sotto la larga maglietta di cotone beige e i pratici pantaloni dello stesso colore. Il suo breve e discreto viaggio nel Datar stava prendendo una piega pericolosa. «La sua scorta, dottor Morgan.» Hussein bin Omar schioccò le dita e un poliziotto si affrettò ad aprire la portiera dell'auto della polizia, ferma in attesa. «La mia scorta?» gli fece eco Bethany, incredula. In quel momento una giovane donna avanzò e le porse un enorme mazzo di fiori. Come se questo non bastasse, le strinse le mani e gliele baciò. «Allah akbar... Dio è grande!» gridò il direttore dell'aeroporto. Molte altre eccitate voci maschili si unirono all'acclamazione. Bethany indietreggiò e salì sull'auto della polizia. Quella gente era impazzita!, pensò, rimproverandosi subito dopo per la sua riflessione. Era un'antropologa e, come tale, aveva imparato a comprendere le differenze culturali. Mentre l'auto si metteva in moto, la ragazza si impose di rimanere calma, ma non appena notò che al12
tre due macchine della polizia si stavano affiancando, tutti i suoi buoni propositi svanirono. La spiegazione più logica veniva dal buon senso. Tutto quel trambusto doveva essere il modo in cui il direttore dell'aeroporto tentava di salvare la faccia e al tempo stesso di dimostrare il suo immenso rispetto per la famiglia reale del Datar. Questo era il motivo per cui le avevano dato una scorta che l'avrebbe condotta al suo albergo. Bethany guardò fuori del finestrino mentre la città di Al Kabibi si allontanava. Grattacieli ultramoderni e centri commerciali si mescolavano con antiche moschee dalle cupole turchesi, il vecchio e il nuovo coesistevano fianco a fianco. Presto si lasciarono alle spalle le lussureggianti ville bianche dei quartieri residenziali e l'ampia e polverosa autostrada si snodò lentamente attraverso un paesaggio di desolate e deserte pianure. Bethany si protese in avanti, per vedere meglio, quando un enorme muro di pietra, del tutto simile a una fortezza, si erse in mezzo al deserto. In quel momento, senza alcun preavviso, la macchina deviò bruscamente dalla strada e si diresse verso un imponente cancello sormontato da torrette. Un gruppo di beduini si materializzò sul loro cammino. Gli uomini brandivano delle mitragliatrici. L'autista pigiò così forte sui freni che Bethany fu gettata sul sedile posteriore. Subito dopo la ragazza sentì i colpi della mitragliatrice e si accovacciò sul fondo dell'auto nel tentativo di proteggersi. L'auto si fermò. Bethany rimase giù, tremando per la paura e chiedendosi se l'autista fosse stato colpito, ma non osò alzare la testa fino a quando le pallottole non smisero di fischiare. In quel momento lo sportello si aprì. 13
«Il dottor Morgan?» si informò una voce dall'accento impeccabile. Bethany alzò gli occhi e incontrò lo sguardo garbatamente interrogativo di un piccolo gentiluomo arabo con una barbetta a punta. «Sono Mustapha.» «Le mi... mitragliatrici...?» balbettò lei sconcertata. «Le guardie del palazzo si stavano esercitando. Si è spaventata? Per favore, accetti le mie scuse da parte loro.» «Oh...» Reputando tutto ciò assurdo, Bethany avvampò e arrancò fuori dell'auto. Solo in seguito le tornò in mente qualcosa. «Le guardie del palazzo?» Con gli occhi spalancati per lo stupore fissò l'anziano uomo. «Questo non è il mio albergo?» «No di certo, dottor Morgan. Questo è il palazzo reale.» Si permise di rivolgerle un breve sorriso divertito. «Il principe Razul ha chiesto che lei fosse condotta qui senza indugio.» «Il principe Razul?» ripeté Bethany con voce strozzata. Ma Mustapha si era già diretto verso gli archi dorati dell'entrata del vasto edificio che si apriva davanti a loro. Era chiaro che si aspettava che lei lo seguisse. Il direttore dell'aeroporto doveva aver informato Razul del suo arrivo, pensò lei con orrore. Ma per quale ragione Razul aveva chiesto che fosse condotta al palazzo? Dato il modo in cui si erano lasciati due anni prima, non era possibile che lui la volesse rivedere! Un principe arabo non contemplava la possibilità di vedersi respinto da una donna. Bethany ricordava bene il loro ultimo penoso incontro ed era certa che fosse rimasto profondamente offeso dal suo deciso rifiuto di avere ancora a che fare con lui. 14
Seguì l'anziano uomo fino a un enorme ingresso ornato da slanciate colonne di marmo in uno stato di stordimento. L'ambiente esotico contribuiva ad accrescere quella sensazione. Minuscoli mosaici nelle sfumature del verde, dell'ocra e dell'azzurro coprivano ogni centimetro delle pareti e del soffitto. L'effetto era di una bellezza stupefacente e creava un'atmosfera d'altri tempi. Un piccolo rumore catturò la sua attenzione. Poteva trattarsi di un risolino, oppure di un mormorio. Alzò gli occhi e vide delle grate scolpite sulla galleria sopra di lei. Sotto la delicata barriera di filigrana colse rapidi cenni di movimento, una fugace impressione di colori luccicanti e poi l'esplosione di risatine femminili rapidamente soffocate. Una scia di profumo muschiato le arrivò piacevolmente alle narici. Il pensiero che potesse trattarsi di una minuscola finestra che collegava l'harem al mondo la raggelò. Nelle sue ricerche si era occupata più volte della privazione dei diritti delle donne nei paesi arabi. Due anni prima, però, la sua incontrollabile attrazione per Razul aveva rischiato di far svanire i principi in cui credeva. I suoi colleghi l'avevano presa in giro senza pietà quando avevano saputo che era oggetto delle attenzioni di un principe arabo con duecento concubine nel suo harem! Sul lato opposto dell'atrio due beduini stavano di guardia davanti a una serie di doppie porte intagliate. A un cenno di Mustapha le guardie aprirono le porte e l'uomo anziano indietreggiò lasciandole capire che non l'avrebbe accompagnata oltre. In fondo alla stanza la luce del sole filtrava dalle porte aperte su un cortile interno e il chiarore non faceva che accentuare la ricchezza e lo splendore della sala. Bethany esitò davanti a tanta magnificenza e, quando 15
scorse il trono a baldacchino ricoperto da cuscini di seta, il suo cuore accelerò i battiti. «Ti sei vestita come il dottor Livingstone?» Bethany si voltò di scatto. Quella pronuncia volutamente affettata le causò un brivido lungo la schiena. Sulla soglia del cortile interno era comparso Razul al Rashidai Harun, il principe ereditario del Datar, la personificazione vivente del maschio prepotente e dominatore che sembrava arrivare direttamente dal Medioevo. «Pensavi forse di arrivare nell'Africa selvaggia?» Era evidente che Razul si riferiva al suo abbigliamento. I pratici pantaloni di tela e i sandali di cuoio, all'improvviso, le sembrarono ridicoli e stravaganti. L'uomo si avvicinò con passo felpato e lei non riuscì a staccargli gli occhi di dosso. Era bello da togliere il respiro. Con quei lineamenti marcati, gli zigomi alti e la pelle bruna, sembrava uscito da un antico arazzo berbero. Era davvero alto per uno della sua razza e la tunica di lino avorio con il copricapo legato dalla doppia fascia regale dorata lo rendeva ancora più affascinante. Razul la fissò con i suoi occhi scuri come la notte. Bethany si sentì la gola arida e dovette fare ricorso a tutta la sua notevole forza di volontà per conservare una parvenza di compostezza mentre Razul le girava attorno lentamente con l'aria di un predatore. «Sei piuttosto silenziosa» commentò, soddisfatto, fermandosi a pochi passi da lei. «Sei scioccata? Il barbaro infine ha imparato a parlare un inglese corretto.» Bethany indietreggiò come fosse stata colpita da una pugnalata e il suo volto pallido diventò terreo. «Ti prego...» Non aveva mai voluto prenderlo in giro per il suo inglese approssimativo. 16
«Riconosco che avevo parecchio da imparare sugli usi occidentali» affermò l'uomo in tono pacato. «L'unico argomento sul quale non avevo bisogno di lezioni erano le donne. Sono sempre riuscito a capirle fino in fondo e, anche con te, è stato così. Se mi sono invaghito di te è perché nei tuoi occhi ho letto un chiaro invito.» «No!» trasalì Bethany. «Chiamalo come vuoi. Desiderio, brama... bisogno.» La voce insinuante di Razul le fece venire i brividi. «Quelle turgide labbra rosa dicevano di no, ma gli occhi color smeraldo mi chiedevano di insistere. Confessa che, giocare a provocarmi, ti eccitava molto.» Bethany era allibita. Razul era riuscito a capirla meglio di chiunque altro. Aveva intuito che nel suo intimo lei lo desiderava, a dispetto di ogni suo palese tentativo di mostrare il contrario! «Anche se sei convinta che ti abbia ingannato, ti assicuro che non l'ho fatto di proposito» rispose asciutta e senza osare guardarlo. «Ora posso andare?» chiese poi con un filo di voce, dopo quello che le era sembrato un interminabile silenzio. «Guardami.» «No, non voglio.» «Guardami!» Razul la fissò con un'allarmante intensità. Quando i suoi occhi verdi incrociarono quelli dorati di lui, Bethany si sentì mozzare il respiro e, all'improvviso, si ritrovò confusa e disorientata. Il suo corpo reagì istintivamente a quello sguardo magnetico, senza che lei potesse far niente per evitarlo e la carica erotica che era nell'aria annientò ogni sua difesa. 17
Razul le rivolse un sorriso ammiccante e il suo sguardo indugiò su ogni minimo particolare delle generose curve nascoste dagli ampi abiti che indossava. Poi, il principe indietreggiò e batté le mani. «Ora prenderemo il tè e parleremo» annunciò con l'aria di chi è abituato sempre a comandare e, in quel preciso istante, Bethany ricordò dove si trovava e con chi aveva a che fare. Quell'uomo era considerato quasi una divinità nel Datar. Si irrigidì e incrociò le braccia sul petto. «Non credo davvero che...» Tre servitori si materializzarono dal nulla portando un vassoio con delle tazze, una teiera e un basso tavolinetto d'ebano con decori di ottone. «Ho fatto preparare la tua miscela preferita» disse Razul, salendo sul trono e lasciandosi cadere sui cuscini con una naturale grazia felina. Con un sospiro di rassegnazione Bethany si sedette sul bellissimo tappeto appoggiandosi a un mucchio di cuscini. Non voleva lasciarsi andare ai ricordi, ma ormai non poteva più arrestarli. Si era innamorata di lui senza speranza. Aveva venticinque anni, ma per molti versi era più ingenua di una ragazzina. Lui era stato il suo primo amore o forse era più giusto chiamare infatuazione quel sentimento esaltato. Qualunque cosa fosse, era stato comunque sufficiente a mandare in pezzi tutte le sue sicurezze. «C'è stata un po' di confusione all'aeroporto con il mio visto, altrimenti non avrei fatto il tuo nome.» Prese la tazza di squisita porcellana cinese per nascondere il tremito delle mani e sorseggiò lentamente il tè caldo e profumato. 18
«Il tuo visto non era valido.» «Come hai detto?» Bethany lo guardò stupita. Non si aspettava di sentir sollevare di nuovo quell'assurda obiezione. «Le giovani donne ottengono i permessi dopo un attento controllo e solo se vengono invitate da una famiglia del Datar o se viaggiano in compagnia di un uomo» le spiegò Razul in tono incolore. «Il tuo permesso attestava che tu dovevi essere accompagnata, ma sei invece arrivata sola, e per questo motivo il tuo documento non era valido.» Gli occhi verde smeraldo di Bethany lampeggiarono per la collera. «Così voi discriminate le donne straniere avvalendovi di ridicole regole.» «Le discriminazioni, a volte, possono essere positive.» «Mai!» asserì Bethany con fredda convinzione. «Allora tu mi spingi a essere franco.» I suoi penetranti occhi neri la fissarono con impazienza. «Una eccessiva affluenza di avventuriere non può certo essere considerata un bene per la nostra società.» «Ho sentito bene? Avventuriere?» ripeté lei, colta alla sprovvista. «Le nostre donne devono essere vergini quando si sposano. In caso contrario, non possono contrarre matrimonio e la loro famiglia è irrimediabilmente disonorata. In una società così strutturata la prostituzione potrebbe prosperare. Ma fino a quando non rilasceremo permessi con troppa facilità non avremo problemi di questo genere.» «Non credo proprio di sembrare quel tipo di donna!» ribatté Bethany in modo sprezzante, ma le sue guance pallide si imporporarono. «Tutto ciò è molto interessan19
te, ma mi sembra giunta l'ora di raggiungere il mio albergo.» «Nessun hotel ti offrirà alloggio se arriverai da sola.» Razul la scrutò con attenzione, mentre l'espressione del suo volto rimaneva impassibile. «Non ti ho fatta condurre a palazzo perché tu facessi ritorno in Inghilterra ora.» «Ma questo è ridicolo!» esclamò Bethany, lasciando trapelare tutta la sua tensione. «Non è colpa mia se il mio assistente si è rotto una caviglia prima dell'imbarco!» «Che sfortuna!» A giudicare dal suo tono ironico, Razul non sembrava disposto ad aiutarla a risolvere le sue difficoltà burocratiche. Bethany posò la tazza e gli rivolse un sorriso forzato. «Cerca di capire... Questa è un'occasione molto importante per il mio lavoro. Sono nel Datar per fare una ricerca sulla cultura nomade» lo informò, cercando di impressionarlo. «Come è banale...» «Banale?» gli fece eco lei, sconcertata. Aveva dato per scontato che una notizia del genere lo avrebbe spinto a trattare l'argomento con il dovuto rispetto. «Ho letto il tuo articolo sulla inesistenza dei diritti delle donne» la informò serio. «Tu avresti letto il mio articolo?» si meravigliò Bethany. «E così intendi dedicare le tue ricerche a un campo che potrebbe renderti famosa nel mondo accademico.» I suoi occhi dorati fissarono quelli di lei con feroce intensità. «Scusa?» L'atmosfera era tesa. Bethany si alzò in piedi per sot20
trarsi alla velata minaccia di quello sguardo. «Una permanenza prolungata nel mio harem non solo ti fornirà ampie opportunità per la tua ricerca accademica, ma darà a me la possibilità di insegnarti cosa significhi essere una donna» disse Razul in tono compiaciuto.
21
Questo mese Lynne Graham, autrice molto amata da tutte le fan del rosa, ci racconta il mitico mondo dei principe del deserto. Di loro non ne ha mai abbastanza. Il fine giustifica i mezzi sempre... o quasi. Lo sanno bene gli affascinanti milionari sempre cosĂŹ magistralmente tratteggiati da Leanne Banks.
La prossima uscita il 18 dicembre Diana Palmer, stella indiscussa del firmamento della narrativa romance, ci condurrĂ , ancora una volta, all'esplorazione dei mille risvolti dell'amore. Reami incantati, principi senza macchia, principesse da salvare e da amare... Sharon Kendrick ci condurrĂ in un mondo da fiaba dei tempi moderni.
Le autrici che fanno emozionare il mondo Harper Summerville è la donna con la valigia. Ora si fermerà per un po’ a Razor Bay, una cittadina meravigliosa, dallo scenario naturale strabiliante e…con uno sceriffo supersexy. Chissà, forse non lo sa ancora, ma è arrivata a casa.
Una romantica e frizzante storia d’amore, firmata SUSAN ANDERSEN. Quando Tom Cavanaugh torna a Virgin River per occuparsi del frutteto di famiglia, ha le idee chiare sul tipo di donna con cui metterà su casa: dolce, perbene e magari un po’ ingenua. Niente a che fare con Nora Crane, tosta e indipendente. Ma si sa, l’amore è imprevedibile…
Bentornate a Virgin River, il luogo dove i sogni si avverano.
Scopri e acquista tutta la serie su www.harlequinmonndadori.it
Dal 10 ottobre in edicola www.harlequinmondadori.it – seguici su
UN NUOVO, TRAVOLGENTE EROTICO CHE SEGNA L’ATTESO RITORNO DI
MEGAN HART ALLACCIATE LE CINTURE… “Avvincente ed eccitante.” Library Journal
NON CONOSCE IL SUO NOME. NON SA DA DOVE VIENE. MA SA CHE SARA’ SUO. Il sesso a volte può essere una fuga, un mezzo per creare una realtà parallela, dove sentirsi vivi e smettere di pensare. È ciò che crede Stella che ogni tanto, nel fine settimana, prende un aereo e parte per una destinazione qualsiasi. Si ferma al bar dell’aeroporto e lì abborda uno sconosciuto per una notte di sesso anonimo e senza legami. Le sembra questo l’unico modo per alleggerire la tensione e le preoccupazioni della vita quotidiana. Finché un giorno, volando a Chicago per lavoro, incontra Matthew. Il sesso tra loro è esplosivo e si crea un’intimità intensa e nuova per entrambi. Ma le cose non sono semplici come possono sembrare. Stella e Matthew, infatti, hanno un passato difficile con cui fare i conti e sentimenti con cui riconciliarsi.
In libreria dal 24 ottobre www.harlequinmondadori.it - Seguici su
Le più belle saghe storiche d’autore, da collezionare. - Le spose di Fortune’s Folly In amore e… nei matrimoni, tutto è permesso.
Inghilterra, 1809-1810 Quando lo Squire di Fortune’s Folly decide di ripristinare una legge medievale che gli consente di confiscare metà dei beni delle donne senza marito, la cittadina viene presa d’assalto dai cacciatori di dote. Per giovani come Lady Laura Cole, Alice Lister e Lady Elizabeth Scarlet è arrivato il momento di trovare l’uomo giusto? Forse, ma la strada verso il matrimonio riserva molte sorprese… “Una serie che dimostra, ancora una volta, che Nicola Cornick è la Regina dell’Historical Romance. Deliziosa!” – Romance Junkies
Dall’8 ottobre in edicola
www.harlequinmondadori.it - Seguici su
I romanzi erotici più belli, in esclusiva SOLO nell’area libri dei migliori supermercati. Tutto ciò che doveva fare era allungare una mano e prendere quello che desiderava. E lei li voleva disperatamente. Fece un respiro profondo e si buttò. «Io voglio voi.»
Finalmente in edizione economica l’attesissimo bestseller firmato
MAYA BANKS
“La Banks è la lettura perfetta per tutte le amanti della nuova narrativa Sfumature“ erotica alla Cinquanta Sfumature Romantic Times
Esiste un luogo dove tutto è possibile... Benvenute al Den, l’esclusivo club in cui i tabù e fantasie più sfrenate possono diventare realtà. Siete pronte a giocare? Torna la serie più HOT dell’anno, quella ambientata al Club Den. Tutti i romanzi della serie sono in vendita su www.harlequinmondadori.it “Un mix tra romance e l’erotismo più estremo in stile Cinquanta Sfumature. Una serie che piacerà alle fan di Sylvia Day e Maya Banks.” - Library Journal
IN ESCLUSIVA nei migliori supermercati e su www.harlequinmondadori.it Seguici su
ABBONATI! PER TE UNA SORPRESA MISTERIOSA!
Sì!
Spedisci questa pagina a: SERVIZIO LETTRICI HARMONY C/O Brescia CMP - 25126 Brescia
Voglio abbonarmi ai My Lit. Speditemi bimestralmente 2 romanzi e la sorpresa misteriosa che resterà comunque mia al prezzo scontato del 15%: € 12.00 più € 1.60 per contributo spese di spedizione. Potrò sospendere in ogni momento le successive spedizioni a pagamento mediante comunicazione scritta, come pure restituirvi i romanzi ricevuti a pagamento per posta entro 10 gg. (Diritto di recesso Art. 64 Dlg. 206/2005.
4B0222 Cognome.............................................................Nome................................................................................ Via.....................................................................................................................N°...................................... Località.............................................................................Prov...................CAP............................................. Prefisso....................Telefono....................................e-mail.......................................................................... Firma............................................................................................Data........................................................ Offerta limitata a un solo componente per ciascun nucleo familiare non minorenne e non valida per coloro che già ricevono per corrispondenza i romanzi Harmony Romance. Offerta valida solo in Italia fino al 31.12.2014. Tutte le richieste sono soggette ad approvazione della Casa. I Suoi dati saranno trattati, manualmente ed elettronicamente, da Harlequin Mondadori S.p.A. - Via Marco d’Aviano, 2 – 20131 MILANO - e dalle società con essa in rapporto di controllo e collegamento ai sensi dell’art. 2359 cod. civ. - titolari del trattamento - per evadere la Sua richiesta di ricevere per posta cartacea informazioni commerciali e campioni di prodotto, nonché la Sua eventuale richiesta di acquisto di nostri prodotti editoriali, secondo l’offerta riportata sul presente coupon, e le attività a ciò strumentali, ivi comprese le operazioni di pagamento e quelle connesse con adempimenti amministrativi e fiscali, nonché le attività di customer care. Nome, cognome e indirizzo sono indispensabili per i suddetti fini. Il mancato conferimento dei restanti dati non pregiudica il Suo diritto ad ottenere quanto richiesto. Previo Suo consenso, i Suoi dati potranno essere trattati dalle titolari per finalità di marketing, attività promozionali, offerte commerciali, indagini di mercato - anche tramite email e telefono, qualora forniti I Suoi dati potranno, altresì, essere comunicati a soggetti operanti nei settori editoriale, largo consumo e distribuzione, vendita a distanza, per propri utilizzi aventi le suddette medesime fi nalità. L’elenco completo ed aggiornato delle società in rapporto di controllo e collegamento ai sensi dell’art. 2359 cod. civ. con Harlequin Mondadori S.p.A., dei soggetti terzi cui i dati possono essere comunicati e dei responsabili è disponibile a richiesta all’indirizzo sopra indicato. I Suoi dati potranno essere trattati dagli incaricati preposti alle seguenti operazioni di trattamento: elaborazione dati e sistemi informativi, amministrazione, servizio clienti, gestione abbonamenti, confezionamento e spedizione riviste, confezionamento mailing, invio newsletter Ai sensi dell’art. 7, d. lgs 196/2003, potrà esercitare i relativi diritti, fra cui consultare, modifi care e cancellare i Suoi dati od opporsi al loro trattamento per fini di invio di materiale pubblicitario o per comunicazioni commerciali o sondaggi di opinione, rivolgendosi al Responsabile Dati presso Harlequin Mondadori S.p.A. all’indirizzo indicato. Acconsente che le titolari utilizzino i Suoi dati per le proprie fi nalità di marketing, anche via e-mail e telefono, come illustrato nell’informativa? SI NO Acconsente che i Suoi dati siano comunicati ai suddetti soggetti terzi e da questi utilizzati per le finalità e secondo le modalità illustrate nell’informativa? SI NO
Regalo non condizionato all’acquisto ed esente dalla disciplina delle operazioni a premio