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Diana Palmer

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Titoli originali delle edizioni in lingua inglese: Enamored Boss Man Harlequin Desire Silhouette Desire © 2014 Diana Palmer © 2005 Diana Palmer Traduzioni di Laura Lunardi e Letizia Montanari Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 1992 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prime edizioni Harmony Emozioni, Harmony Destiny aprile 1992, novembre 2006 Questa edizione myLit marzo 2015 Questo volume è stato stampato nel febbraio 2015 da Grafica Veneta S.p.A. - Trebaseleghe (Pd) MYLIT ISSN 2282 - 3549 Periodico mensile n. 19 del 13/03/2015 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 162 del 31/05/2013 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


Un posto nel tuo cuore


Prologo

Il bel viso reclinato sul cuscino era pallido e immobile. L'uomo che lo stava fissando scosse il capo con una trepidazione che gli era del tutto nuova. I sentimenti erano un lusso che un mercenario non poteva permettersi, soprattutto se si trattava di qualcuno con la reputazione di Diego Laremos. Ma quella donna non era un'estranea per lui, e guardandola provava ancora un miscuglio di strane emozioni. Erano cinque anni che non la vedeva, ma il tempo non aveva lasciato su di lei alcuna traccia. Doveva avere venticinque anni adesso, calcolò mentalmente. Lui ne aveva quaranta. Non si aspettava di trovarla priva di sensi. Quando lo avevano chiamato dall'ospedale, era stato incerto se venire o no. Melissa Sterling lo aveva abbandonato cinque anni prima e Diego non era affatto ansioso di rinnovare un rapporto che per lui era stato molto doloroso. Ma infine, per senso del dovere e per curiosità , era partito per l'Arizona del Sud. Adesso che era al suo capezzale, si rendeva conto che questa volta non gli era stata tesa una trappola. Melissa era ferita e priva di sensi, ma era viva, anche se in tutti quegli anni lui aveva finito col considerarla morta. Il senso di freddo e di vuoto che lo attana7


gliava stava riportando a galla ricordi lontani, una cosa che lui non poteva permettere. Si voltò, alto e impeccabile nel suo elegante abito grigio, e guardò fuori dalla finestra. Rispetto ai giorni turbolenti che aveva diviso con Melissa, di diverso in lui c'erano adesso i baffi e qualche anno in più. Ma il tempo non aveva fatto che accrescere la sua innata bellezza, rendendola più matura. I suoi occhi scuri tornarono a fissare la donna distesa sul letto, la sconosciuta che lo aveva intrappolato con il matrimonio e poi lo aveva piantato in asso. Di statura superiore alla media, Melissa aveva i capelli biondi e ondulati. Un tempo li portava lunghi fino alla vita, ma adesso erano corti e le circondavano dolcemente il viso pallido. Gli occhi chiusi erano cerchiati, le labbra perfette erano quasi bianche come la carnagione del viso, il naso ben tagliato era collegato ai tubicini del respiratore. Era letteralmente circondata da apparecchiature elettroniche, fili e monitor. Era rimasta vittima di un incidente, gli avevano spiegato per telefono il giorno prima. Un incidente aereo al quale, per qualche strano miracolo, lei, il pilota e pochi altri passeggeri erano sopravvissuti. Il velivolo proveniente da Phoenix era precipitato nel deserto poco prima di arrivare a Tucson e, dopo le operazioni di salvataggio, Melissa era stata ricoverata nell'ospedale di questa città. Le avevano trovato nella borsetta un foglietto accuratamente ripiegato, il certificato di matrimonio che attestava ufficialmente che era la sposa di Diego Alejandro Rodriguez Ruiz Laremos, di Dos Rios, Guatemala. Il medico che si era messo in contatto con lui voleva 8


sapere se, come marito, acconsentiva che la paziente venisse sottoposta a una delicata operazione chirurgica d'emergenza, nella speranza di salvarle la vita. Diego rammentava di avergli chiesto se Melissa non avesse altri parenti, ma il medico gli aveva risposto che i pochi oggetti personali che erano stati rinvenuti dopo l'incidente non consentivano di accertarne l'esistenza. E così Diego aveva lasciato i suoi affari e aveva preso il primo aereo per Tucson. Erano ventiquattr'ore che non dormiva. Non aveva fatto che fumare come un dannato e rievocare il tormentoso passato. Melissa si mosse all'improvviso e mandò un gemito. Aprì gli occhi e li richiuse subito dopo, ma Diego fece in tempo a vederli. Erano esattamente come li ricordava: grigi, grandi e dolci. Erano l'unica eredità evidente che le aveva lasciato la madre guatemalteca, una madre il cui tradimento aveva arrecato pena e disonore alla famiglia Laremos. E mentre Diego fissava il viso bianco e immobile di Melissa, non poteva fare a meno di chiedersi perché le cose tra di loro fossero andate così com'erano andate.

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Piovigginava, ma a Melissa Sterling non importava. Era tranquillamente disposta a bagnarsi fino al midollo, pur di poter passare qualche prezioso minuto con Diego Laremos. Da ben quattro generazioni, i Laremos erano i proprietari della finca, la vastissima tenuta agricola che confinava con le terre di suo padre. E anche se la defunta madre di Melissa era stata la causa di un profondo dissidio tra i Laremos e gli Sterling, questo non aveva impedito a Melissa di coltivare una vera e propria adorazione per l'erede dei Laremos. Diego sembrava non dare troppo peso alla sua infatuazione giovanile, o quantomeno era abbastanza gentile da non prendersi gioco di lei per questo. PoichĂŠ la sera prima c'era stato un brutto temporale, quella mattina Melissa era corsa a cavallo fino alla casetta di Mama Chavez per accertarsi che la vecchina stesse bene. LĂŹ aveva trovato Diego, anche lui preoccupato per le sorti della sua ex governante. A Melissa piaceva andarla a trovare, perchĂŠ le raccontava molti episodi dell'infanzia di Diego e affascinanti leggende segrete sui Maya. Diego aveva portato a Mama Chavez del pesce e dei 10


meloni, e adesso stava riaccompagnando Melissa alla casa paterna. Melissa continuava a sbirciarlo con i suoi occhioni grigi. Ammirava il suo corpo asciutto e muscoloso, la postura nobile e aggraziata che teneva a cavallo, il ciuffo nero che si intravedeva sotto il panama. Non era un uomo arrogante, ma dalla sua persona emanava un senso di autorità che non passava inosservato. Non aveva mai bisogno di alzare la voce con i sottoposti, né di imporsi con la violenza. Era un uomo pieno di dignità e di autocontrollo, senza difetti apparenti. Però era misterioso. Talvolta spariva per settimane, e una volta era ritornato con delle cicatrici sotto la guancia e una gamba zoppicante. Pur morendo di curiosità, Melissa non gli aveva fatto domande. Malgrado avesse già vent'anni, era ancora timida con gli uomini, e in particolar modo con Diego. La volta che si era persa nella foresta mentre cercava alcune vecchie rovine maya, lui l'aveva messa in salvo e da allora Melissa lo aveva amato in segreto. «Immagino che tua nonna e tua sorella morirebbero di rabbia se sapessero che sono con te» disse con un sospiro, ravviandosi i lunghi capelli biondi e guardandolo con un sorriso. «Non amano molto la tua famiglia, è vero» ribatté Diego. «Per i miei è difficile dimenticare che tuo padre rubò a mio padre la fidanzata alla vigilia delle nozze e fuggì con lei.» «Ma i miei genitori si amavano davvero» protestò Melissa. «Se tuo padre si fosse sposato con mia madre, lo avrebbe fatto solo per onorare un matrimonio combi11


nato e non per vero amore. Tuo padre era molto più vecchio di lei ed era vedovo da tanti anni.» «Tuo padre è inglese» ribatté lui con freddezza. «Non ha mai capito il nostro modo di vivere. Qui l'onore è tutto. Quando portò via la fidanzata a mio padre, disonorò tutta la nostra famiglia.» Diego guardò Melissa, ma non aggiunse che suo padre contava sull'eredità della promessa sposa per ridare vigore alle fortune della famiglia. Non negava che si trattasse di un atteggiamento venale e utilitaristico, ma sapeva bene che suo padre si era comunque affezionato a Sheila Sterling. Diego tirò le redini del cavallo e guardò Melissa, il suo corpo snello e ben modellato fasciato dai jeans e da una camicetta rosa un po' troppo scollata. Quella ragazza lo attraeva più di quanto fosse disposto ad ammettere. No, non poteva lasciarsi coinvolgere affettivamente dalla figlia della donna che aveva disonorato la sua famiglia. «Tuo padre non dovrebbe lasciarti andare in giro così» disse all'improvviso, pur addolcendo le sue dure parole con un mezzo sorriso. «Sai che ci sono focolai di guerriglia sempre più numerosi da queste parti. Non è prudente che tu circoli da sola.» «Non ci ho pensato» replicò lei. «Non pensi mai, chica» disse Diego con un sospiro. «A forza di sognare a occhi aperti, un giorno o l'altro ti caccerai nei guai. Questi sono tempi molto pericolosi.» «Ogni tempo ha i suoi pericoli» replicò lei con un sorrisino. «Ma con te mi sento al sicuro.» «Di tutti i tuoi sogni a occhi aperti, questo è il più pericoloso» disse Diego, inarcando un sopracciglio. «Ma 12


forse non te ne sei ancora accorta. Su, sbrighiamoci, si sta facendo tardi!» «Aspetta solo un momento.» Melissa estrasse dalla borsa una macchina fotografica e sorrise della sua smorfia. «So bene cosa stai pensando: oh, no, ancora! Ma è colpa mia se non riesco a trovare la prospettiva giusta per il ritratto che ti sto facendo? Ho bisogno di un'altra foto. L'ultima, giuro.» Gli scattò un'istantanea prima che lui potesse protestare. «Questa storia del ritratto va avanti da molto tempo, chica» commentò Diego. «Ci lavori da otto mesi, ma io non ho ancora visto niente.» «Perché mi piace lavorare piano, tutto qui» mentì lei. In realtà, non sapeva tracciare una linea senza il righello, e le foto che gli scattava con la scusa del ritratto andavano ad arricchire la collezione di istantanee che gli aveva fatto negli ultimi mesi. Così, nel chiuso della sua stanza poteva guardare le sue foto e sognare a occhi aperti. Perché, lo sapeva bene, su Diego poteva solo fantasticare. La famiglia di lui, infatti, si sarebbe sempre decisamente opposta a qualunque legame tra di loro. «Quando partirai per il college?» le chiese Diego all'improvviso. «Molto presto, temo» rispose Melissa con un sospiro, rimettendo via la macchina fotografica. «Io avrei desiderato un anno di pausa, giusto per restare un po' con papà, ma lui non è disposto ad accontentarmi a causa dell'instabilità dell'attuale situazione. Io però non voglio andare negli Stati Uniti, voglio restare qui.» «Tuo padre fa bene a insistere» mormorò Diego, anche se l'idea di andare in giro a cavallo per la sua tenuta 13


senza incontrare Melissa in realtà non gli piaceva per niente. Per un uomo cinico e smaliziato come lui, Melissa era un soffio di aria fresca. Amava la sua innocenza, la sua timidezza e l'adorazione che nutriva per lui. E aveva tutte le ragioni di temere che, se gliene fosse stata data la possibilità, avrebbe apprezzato allo stesso modo anche il suo corpo snello e ben fatto. Alta, magra, con le gambe lunghe e abbronzate, i seni tondi, i fianchi ampi e la vita sottile, Melissa era decisamente attraente. Non si poteva definire bellissima, ma il viso dalla carnagione chiara e luminosa, i lunghi capelli biondi e gli occhi grigi e sereni erano caratteristiche che aumentavano il suo fascino. Aveva il naso dritto e la bocca carnosa. Con gli abiti giusti e un appropriato addestramento, sarebbe diventata un'ottima padrona di casa, una moglie di cui andare giustamente fieri... Questo pensiero lo fece trasalire. Non faceva parte dei suoi programmi pensare a Melissa in quei termini. Se mai avesse deciso di sposarsi, avrebbe scelto una ragazza guatemalteca di buona famiglia, e non la figlia di colui che aveva disonorato il nome dei Laremos. «Sei sempre a casa in questi giorni» disse Melissa mentre cavalcavano lungo la vallata. In distanza, il grande vulcano Atitlan si stagliava contro la giungla. Melissa amava molto il Guatemala. Le piaceva il paesaggio e la cordialità dei suoi abitanti. Aveva inoltre una particolare passione per le antiche rovine maya. «Da quando è morto mio padre, devo dedicare molto più tempo alla fattoria» rispose Diego. «E poi, stavo diventando troppo vecchio per il mestiere che facevo prima.» 14


«Che cosa facevi?» chiese Melissa, curiosissima. «Ah, lasciamo stare» rispose lui con un mezzo sorriso. «Com'è andata a tuo padre con la vendita della frutta? È riuscito a compensare almeno in parte la perdita del raccolto?» Una tempesta tropicale aveva gravemente danneggiato la piantagione di banane del padre di Melissa. Il raccolto di quell'anno dunque era stato molto scarso e, come Diego, anche Edward Sterling aveva altre attività, tra le quali l'allevamento di bestiame. Ma la frutticoltura era la più importante. «Non so» rispose Melissa scuotendo la testa. «Non parla di affari con me. Forse pensa che io sia troppo sciocca per capire.» Sorrise e ripensò al libricino che aveva rinvenuto di recente dentro un baule di sua madre. «Sai, mio padre è molto cambiato rispetto a quando lui e la mamma si conobbero. Adesso è tranquillo, quasi spento. Una volta, invece, era pieno di senso dell'avventura e di voglia di rischiare. Perlomeno, mia madre lo descriveva così nel suo diario.» «Probabilmente la sua morte lo ha cambiato molto» osservò Diego in tono assente. «Già» gli fece eco Melissa. Poi lo guardò con espressione curiosa. «Apollo mi ha detto che tu eri il migliore nel mestiere che facevi. E che forse un giorno mi avresti rivelato di cosa si trattava.» «Apollo farebbe meglio a stare zitto» disse Diego con durezza. «Quanto a me, non ho intenzione di parlare con nessuno del mio passato.» «Ma Apollo è un brav'uomo» si affrettò a dire Melissa, ferita dal suo tono brusco e arrogante. «Nel suo lavo15


ro dev'essere competente, altrimenti tu non lo terresti con te.» «Non ho mai negato che lo sia, ma non doveva dirti queste cose» ribatté Diego, ripromettendosi di fare un discorsetto al suo amico, un nero americano che attualmente lavorava per lui e che un tempo aveva fatto parte dello stesso gruppo di mercenari per i quali aveva combattuto anche Diego. «Non arrabbiarti con lui, ti prego» lo implorò con dolcezza Melissa. «È stata colpa mia, non sua. Infatti lo avevo subissato di domande. So che ci tieni a difendere la tua vita privata, ma quella volta che tornasti a casa seriamente ferito non potei fare a meno di pormi delle domande.» Abbassò gli occhi. «Ero preoccupata.» Diego si morse la lingua per non farsi sfuggire una imprecazione. Non poteva rivelarle di essere stato un mercenario di professione, e che il suo lavoro era dunque consistito nel distruggere luoghi e, talvolta, nell'uccidere. Aveva messo in gioco la pelle e aveva guadagnato un mucchio di denaro. A conoscere questa sua attività erano in pochissimi, perlopiù alti membri del governo. Quanto agli amici e ai conoscenti, non era assolutamente il caso che venissero a sapere come si era guadagnato i soldi necessari a mandare avanti la tenuta. «Non importa» disse con un'alzata di spalle. Poi strinse gli occhi neri e guardò Melissa. «Dovresti sposarti» disse all'improvviso. «Sarebbe ora che tuo padre ti trovasse un novio, niña.» «L'uomo che sposerò posso trovarmelo benissimo da sola» replicò Melissa. «Non voglio essere promessa in moglie a qualche vecchio riccone solo per meschine 16


questioni di convenienza economica.» «Oh, l'idealismo giovanile!» commentò Diego con un sorriso. «Quando avrai la mia età, non ne avrai più neanche una briciola. Le infatuazioni non durano. Una relazione che continui nel tempo deve per forza fondarsi su qualcosa di più solido.» «Ma tu non credi all'amore?» «L'amore? Non conosco questa parola» rispose lui in tono sprezzante. «Non mi interessa.» Melissa provò una sgradevolissima sensazione di vuoto allo stomaco. Aveva sempre immaginato che Diego fosse un vero romantico, come lei. Ma a sentirlo parlare non sembrava proprio. Con la mentalità che aveva, non c'era da stupirsi se presto si fosse sposato per convenienza, magari assecondando il volere di sua nonna, che era molto tradizionalista e viveva ancora con lui. Diego aveva già trentacinque anni e doveva pensare a dare un erede alla famiglia. L'idea che si sposasse con un'altra donna atterrì Melissa. «Il tuo è un atteggiamento molto cinico» osservò. «Io e te siamo lontani anni luce, non lo sai? Malgrado tu sia nata e vissuta in Guatemala e parli benissimo lo spagnolo, hai pur sempre la mentalità di un'inglese.» «Forse ho preso da mia madre più di quanto tu non pensi» ribatté Melissa con aria sorniona. «Era spagnola, ma nell'imminenza delle nozze fuggì con uno dei testimoni prima di arrivare all'altare.» «Non è un argomento sul quale scherzare.» «Oh, non arrabbiarti con me» disse Melissa, ravviando all'indietro i lunghi capelli con le mani. «Non volevo 17


irritarti. In realtà, sono una ragazza molto tradizionalista.» «Non lo metto in dubbio» ribatté Diego. «Perfino mia nonna approva la severità con cui ti ha educato tuo padre. Hai vent'anni, ma non hai ancora avuto il permesso di uscire sola con un giovanotto.» «Non sono poi molti a invitarmi a uscire. Non sono un'ereditiera, né sono particolarmente carina.» «La bellezza passa, il carattere resta. A me piaci come sei, pequeña» le disse con dolcezza. «Presto, ne sono certo, sarai circondata da uomini con enormi mazzi di fiori e proposte di matrimonio. Non avere fretta.» «Questo lo dici tu, ma intanto io passo tutto il tempo da sola» si lamentò Melissa, agitandosi sulla sella. «La solitudine è il fuoco che tempra l'acciaio» l'ammonì lui. «Approfittane. In futuro ti darà una serenità che ti risulterà preziosa.» Melissa gli lanciò uno sguardo penetrante. «Sono sicura che tu non hai passato la vita in solitudine» disse. «Non sempre forse, ma mi piace stare solo in compagnia di me stesso, di tanto in tanto. E poi mi piacciono l'aroma delle piante di caffè, la forma delle foglie dei banani, la sensazione che dà il vento sulla faccia, la solennità delle rovine maya e la maestà dei vulcani. Tutte queste cose fanno parte delle mie radici. E delle tue.» Le rivolse un tenero sorriso. «Vedrai, un giorno ripenserai a questo periodo come al più bello della tua vita. Non sprecarlo.» In effetti, si disse Melissa, non poteva immaginare niente di più bello che cavalcare accanto a lui, chiac18


chierando amabilmente. Diego l'accompagnò davanti al cancello di casa, poi scese da cavallo e l'aiutò a smontare. Mentre la stringeva per la vita, i loro sguardi si incrociarono e per un attimo gli occhi di Diego si velarono di qualcosa di molto simile alla tenerezza. Ma fu solo un attimo, dopodiché mise a terra Melissa e fece un passo indietro. Melissa dovette esercitare tutto il suo autocontrollo per dimenticare l'invitante aroma di tabacco e cuoio che emanava il corpo di Diego, per non soffermare lo sguardo là dove i primi due bottoni della camicia non allacciati lasciavano intravedere il suo petto bruno e forte. Avrebbe disperatamente voluto alzarsi in punta di piedi e baciarlo sulla bocca, abbracciarlo forte e abbandonarsi alla gioia e allo stupore della sua prima passione. Ma Diego vedeva in lei solo una ragazzina, non una donna. «Porterò il tuo cavallo nelle scuderie» le promise, rimontando in sella. «D'ora in poi non allontanarti più da casa. Anche tuo padre ti dirà, come già ti ho detto io, che di questi tempi non è prudente che tu vada in giro da sola.» «Come desidera, señor Laremos» ribatté Melissa in tono impudente, facendo un mezzo inchino. Normalmente Diego si sarebbe messo a ridere, ma questa volta la piccola provocazione di Melissa ebbe su di lui un inatteso effetto. Gli salì il sangue alla testa, tutto il suo corpo si tese. I suoi occhi scuri furono attratti dal seno di Melissa, e si soffermarono in quel punto più a lungo del dovuto, prima di tornare con riluttanza al suo viso. «Hasta luego» disse infine con decisione, e se ne andò. 19


Questo mese Le donne sono passione allo stato puro e Diana Palmer, regina del romance, sa esattamente come raccontarle. Non sempre ci si sposa per amore. Le regole di corte cosĂŹ come le necessitĂ economiche possono essere dei validi motivi. Maisey Yates ci svela tutti i retroscena.

La prossima uscita il 13 maggio Tornano i principi del deserto e la loro narratrice non poteva che essere Susan Mallery, che come poche altre sa interpretare il deserto e tutte le sue passioni. Nora Roberts, l'autrice quasi per eccellenza, ci racconta di conquiste d'amore non sempre facili da raggiungere.


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