SUPERTASCABILI
Alexandra Brown
NATALE DA CARRINGTON traduzione di Vera Sarzano
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Christmas At Carrington's HarperCollins Publishers Limited, UK © 2013 Alexandra Brown Traduzione di Vera Sarzano Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione novembre 2015 Questa edizione SUPERTASCABILI novembre 2017 Questo volume è stato stampato nell'ottobre 2017 da CPI Moravia Books SUPERTASCABILI ISSN 2532 - 7089 Periodico mensile n. 4 del 24/11/2017 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 221 del 10/07/2017 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano
Prologo Non credevo al colpo di fulmine, che si potesse davvero provare quella sensazione di vuoto allo stomaco, che il cuore potesse battere all'impazzata tanto da balzare fuori dal petto, proprio come nei cartoni animati, per lanciarsi in una danza improvvisata in mezzo alla stanza. Adesso invece ci credo eccome. E già, perché è esattamente ciò che ho provato la prima volta che ho posato gli occhi su Tom. E tra cinque minuti lui sarà qui, alla porta del mio appartamento. Credo davvero che possa essere l'uomo della mia vita. Lo spero. Suona e io vado in fibrillazione, ho il battito a mille. È arrivato. In orario. Il mio ex ha molto da imparare, questa sì che è puntualità. Mi precipito al citofono e quasi demolisco l'intero corridoio, ma prima di rispondere inspiro profondamente dal naso ed espiro a lungo dalla bocca. «Ciao» sussurro cercando di assumere un tono sofisticato, composto, alla Angelina Jolie per intenderci. Non credo che lei abbia mai rovesciato i mobili del corridoio correndo alla porta elettrizzata per l'arrivo di Brad. Oh no, decisamente no. 5
«Sono io» dice Tom. Mmh, semplice e spontaneo. Mi piace. Per un nanosecondo sono tentata di chiedere Chi?, solo per darmi un'aura di mistero, ma lascio perdere. Non sono il tipo che fa di questi giochetti, nemmeno all'inizio di una relazione, quando ancora si deve imparare come comportarsi l'uno con l'altra. E poi non voglio che mi prenda per una panterona con una sfilza di uomini alla porta. «Ciao, Tom.» Guardo lo schermo e sorrido quando mi accorgo che sta cercando di domare i suoi folti ricci neri. Con quegli occhi nocciola e la perenne abbronzatura mediterranea è semplicemente meraviglioso e, se devo essere onesta, mai avrei osato pensare, nemmeno nei miei sogni più audaci, di avere la benché minima possibilità con lui perché con il suo aspetto e la sua posizione potrebbe uscire con una top model. Eppure, a differenza di quello che spesso capita alle persone come lui, non è un tipo arrogante. A volte devo darmi un pizzicotto... lui vuole me, la normalissima Georgie Hart di Mulberry-On-Sea, taglia 46 nei giorni buoni, caschetto castano che spesso e volentieri ricorda più le orecchie di un cocker, soprattutto quando non gli do un po' di volume dormendo con i miei bigodini giganti. «Georgie, puoi scendere per favore?» «Certo» rispondo. E mentre prendo il cappotto mi domando che cosa abbia in mente. Avevamo deciso di rannicchiarci stretti stretti sul divano e guardare un film. Ho preso pop corn e gelato Häagen-Dazs. 6
«Cambio di programma. È una sorpresa. Sbrigati, devi scendere subito.» Un bambino su di giri, ecco che cosa sembra, e io adoro questo suo lato del carattere così diverso dal solito atteggiamento serioso di quando è al lavoro. Anche Tom lavora da Carrington, il grande magazzino dove io gestisco il reparto accessori donna. In realtà lui è il proprietario del negozio; è il direttore generale, nonché azionista di maggioranza, quindi dobbiamo essere discreti. Non che agli altri membri dello staff dispiaccia, anzi a dire il vero lo adorano tutti, ma ovviamente nessuno vuole vedere il proprio capo abbandonarsi a effusioni sul posto di lavoro. Non credo sia appropriato per uno nella sua posizione, un capitano d'industria in ascesa, così è stato definito da un giornalista del Financial Times. Prendo le chiavi, mi chiudo la porta alle spalle, mi precipito giù per le scale e raggiungo in un istante il piccolo atrio. Tom è appoggiato alle cassette della posta, con un sorrisetto impertinente che gli illumina il viso. Mmh, mmh... un sogno! Potrebbe recitare in una commedia romantica, sarebbe il protagonista perfetto. Mi alzo in punta di piedi per baciarlo e lui mi attira con vigore a sé, mi stringe contro il suo fianco sinistro e mi avvolge con il suo delizioso profumo che sa di cioccolato extra dark. Un brivido mi percorre, voglio sentire il suo corpo contro il mio, ma appena mi avvicino fa uno scatto indietro. «Attenta. Non vorrai mica schiacciare il mio amichetto?» Strizza l'occhio. «Amichetto?» chiedo perplessa. 7
«Esatto. Mr. Toast.» Tom mi guarda con un'aria da santarellino. «Mr. Toast?» ripeto guardando la giacca di Tom e, oh, mamma mia!, abbassa la cerniera e salta fuori un batuffolo peloso con una testolina nera. «Georgie, ti presento Mr. Toast. Si chiama così perché ha una gran bella faccia tosta.» «Un gattino! Hai un gattino?» Wow, ma quanto è dolce? Non solo è sexy da paura e ha un incredibile senso dell'umorismo, ma ama pure gli animali... è praticamente perfetto. «Come mai non me lo hai mai detto?» gli chiedo accarezzando delicatamente Mr. Toast. «E perché l'hai portato qui?» «Ehm, be', questo gattino non è proprio mio...» Tom mi guarda con due occhioni imbarazzati. «E di chi è, allora?» «Tuo?» Abbozza una sorta di sorriso e solleva un sopracciglio. «Non essere sciocco! Non puoi comprarmi un gatto.» Non ho mai avuto un animale in vita mia. «Certo che posso. Posso fare tutto quello che voglio. Non è dolcissimo?» Tira fuori Mr. Toast dalla giacca e se lo mette nell'incavo del gomito. «Povero piccolo, trema tutto.» «Direi che è il minimo.» Tom sospira e scuote la testa con aria preoccupata. «Perché dici così?» «Andiamo di sopra e ti racconto tutto.» Mr. Toast è un randagio, a quanto pare. Si è presentato nel cuore della notte alla porta di Tom, miagolando disperatamente, tutto tremante e rico8
perto di fango. Tom l'ha portato in casa, gli ha preparato del pollo, gli ha fatto il bagno e poi gli ha permesso di dormire nel lettone con lui. «Allora, Mr. Toast può venire a vivere con te?» Siamo seduti sul divano e il gattino è ancora raggomitolato nell'incavo del suo braccio. Mr. Toast è molto timido e sembra quasi che la giacca di Tom sia la sua copertina di Linus. Tom si volta verso di me, mi scosta una ciocca di capelli dalla fronte e avverto un fremito. «Be'... è un amore.» Tentenno. «Ma non posso, non posso davvero. Io lavoro e lui dovrebbe rimanere da solo tutto il giorno.» «Si abituerà in fretta, vedrai... e scommetto che andrà in giro per il quartiere a fare il gradasso, o quello che di solito fanno i gatti, insomma. E se dovesse soffrire di solitudine, sarei felice di pagare una cat-sitter» mi propone mentre intreccia le sue dita alle mie. «Ma perché non lo tieni tu, scusa? Mi sembra che si sia già affezionato a te...» «Mi piacerebbe, ma casa mia non è adatta. Non con tutte le tele e i dipinti: ha già graffiato quello con i canali di Venezia.» «Ahi!» Mi ricordo quel quadro, è meraviglioso. La prima volta che sono andata da lui, Tom aveva appena iniziato a dipingerlo. Il suo è un vero talento, anche se lui minimizza: lo faccio solo per rilassarmi, sostiene. «E poi lo sai anche tu che sono sempre in viaggio per incontrare i fornitori o per le riunioni del consiglio d'amministrazione a Londra. Non sarebbe 9
giusto. E comunque sono convinto che a fine giornata preferirebbe di gran lunga acciambellarsi su di te... ha i miei stessi gusti.» Tom sorride e mi attira dolcemente a sé prima di baciarmi in fronte. «Piantala.» Lo allontano mettendogli una mano sui pettorali compatti. «So benissimo che cosa vuoi fare.» «Cosa?» domanda con finta aria innocente. «Non ho forse detto la verità, Mr. Toast?» Prende le zampine del micio e le appoggia sul mio braccio. «Guarda che musetto... e che occhietti verdi e vivaci. Non ha nessuno, è un povero orfanello. E poi, oh, guarda...» Tom si interrompe e mi indica il gattino che ha appoggiato il suo minuscolo mento sul mio braccio. «Visto? Ti adora già.» Tom sorride e guarda Mr. Toast come un padre orgoglioso: il tempismo del cucciolo è stato perfetto. «Non è vero. È te che adora.» «Mmh, non lo so. Aspetta un attimo.» Lo prende, se lo avvicina all'orecchio e finge di ascoltarlo. «Come dici, piccoletto?» chiede a Mr. Toast. Si volta poi verso di me e prosegue: «Dice che se ti bacio, poi vorrai prenderlo con te». «Ah davvero?» Mi impongo di rimanere seria. «Sì.» Tom posa Mr. Toast sul tappeto, poi mi solleva il mento e mi fa sdraiare sul divano. Però non mi bacia. No, mi solleva le braccia sopra la testa, le tiene ferme sotto il cuscino e inizia a farmi il solletico finché non esplodo. «Bastaaaa! Ti prego» ansimo. Ho un disperato bisogno di sentire le sue labbra sulle mie. Avere il suo viso così vicino al mio è semplicemente divino, 10
ma se non posso toccarlo è una vera tortura. Alla fine riesco a liberare le braccia da sotto il cuscino del divano e mi aggrappo alla sua schiena. «Allora, può venire a stare da te?» Tom si solleva su un gomito. È sdraiato accanto a me e mi guarda con due occhioni da cucciolone. «Mi accollerò io tutte le spese. Veterinario, vaccini, cibo... tutto» mi supplica e io non riesco a non pensare a che persona meravigliosa sia. Gentile, divertente e amorevole verso i gattini randagi. Siamo onesti, avrebbe potuto far finta di niente. Sono convinta che molti uomini, svegliati nel cuore della notte, l'avrebbero semplicemente ignorato, ma Tom no. No, lui alle quattro di mattina ha accolto quella creaturina scheletrica e inzaccherata e le ha fatto un bel bagno. Questa sì che è vera tenerezza... «Okay, ma a una condizione.» «Qualunque cosa. Non posso sopportare l'idea di abbandonarlo in un gattile. Non ora, non dopo tutto quello che ha dovuto sopportare, e poi si è già abituato a un certo stile di vita. Sarebbe troppo crudele. Potrebbe diventare il nostro gatto. Così almeno quando sono via per lavoro so che lui è al sicuro.» Tom mi fa di nuovo il solletico. «Oh, adesso non esagerare» dico allontanando la sua mano e ricomponendomi. «Okay, allora, qual è questa condizione?» «Devi fare tutto quello che ti ordina Mr. Toast.» «Mmh... okay» risponde Tom ammiccante mentre con l'indice disegna dei cerchi sul dorso della mia mano. Mi piego verso Mr. Toast e faccio finta di ascoltarlo. 11
ÂŤDice che innanzitutto devi baciarmi.Âť Tom ubbidisce. Sento una vertigine nello stomaco mentre mi sdraio su un fianco e mi abbandono tra le sue braccia. Non credo di essere mai stata tanto felice in vita mia. Mai. E adesso abbiamo anche un gatto. Una responsabilitĂ che ci assumiamo insieme, e si sa che cosa significa... sarĂ troppo presto per dirgli le due paroline magiche?
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