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CAROLE MORTIMER

Nozze veneziane


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: The Venetian's Midnight Mistress Harlequin Mills & Boon Modern Romance © 2008 Carole Mortimer Traduzione di Cristina Ingiardi Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2010 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Collezione Harmony dicembre 2010 Questa edizione Harmony Pack gennaio 2016 Questo volume è stato stampato nel dicembre 2015 da Grafica Veneta S.p.A. - Trebaseleghe (Pd) HARMONY PACK ISSN 1122 - 5380 Periodico bimestrale n. 133E del 22/01/2016 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 239 del 15/05/1993 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) HarperCollins Italia S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


Prologo «E quindi è da più di un mese ormai che tutti i giorni faccio del sesso travolgente con il mio maestro di tennis.» «Cosa?» Dany sobbalzò, fissando allibita la sua amica Elena dall'altra parte del soggiorno. Mancava meno di una settimana al matrimonio tra Elena e Brad, che si sarebbe celebrato il giorno di Natale, e le due ragazze stavano dando gli ultimi ritocchi all'arredamento della residenza di campagna destinata a diventare la futura dimora dei due sposini. In qualità di arredatrice, Dany aveva trascorso l'ultimo mese aiutando l'amica e il fidanzato non solo a scegliere i mobili, ma anche a creare lo stile e l'atmosfera di quella grande casa che i due già vedevano piena di bambini. «Aspetta un attimo.» Dany socchiuse gli occhi, sospettosa. «Tu non hai un maestro di tennis!» «Proprio così!» Elena, una splendida ragazza italiana, scoppiò a ridere davanti all'espressione accigliata dell'amica. «Però sono riuscita a catturare la tua attenzione, no?» Sorrise con aria furba. «Sono almeno dieci minuti che ti sto parlando, Danielle, e potrei giurare che non hai ascoltato una sola parola di quanto ti ho detto finora!» 5


«Scusami.» Dany fece una smorfia. Ce l'aveva messa davvero tutta, ma Elena la conosceva troppo bene per lasciarsi ingannare. Le due ragazze, coetanee, si erano incontrate per la prima volta a quattordici anni, quando Elena, nata e vissuta a Venezia, era stata mandata in Inghilterra per un anno presso il fratello Nicola, capo della famiglia d'Alessandro, allo scopo di migliorare il suo inglese. La ragazzina era approdata nello stesso collegio frequentato da Dany, ed entro la fine dell'anno l'amicizia tra le due era diventata talmente forte da spingere Elena a implorare il fratello di lasciarle continuare gli studi in Inghilterra per altri quattro anni, fino al termine del liceo. Ma era stato tutto inutile... Ricordando il suo primo incontro con Nicola d'Alessandro, Danielle rabbrividì. Elena aveva persuaso il fratello a portarle fuori a pranzo perché voleva presentargli la sua amica del cuore. Dire che quel giovane così arrogante e sicuro di sé l'aveva intimidita era un eufemismo. Lui, erede della nobile famiglia di banchieri veneziani, e da qualche tempo anche capo del corrispondente impero economico, allora aveva ventisette anni. Era alto, muscoloso, bello e arrogante come i principi e i pirati da cui discendeva, ma le ampie spalle costrette in un abito di alta sartoria, i capelli neri portati un po' più lunghi della media, i profondi e minacciosi occhi castani, gli zigomi pronunciati e la mascella squadrata e volitiva rendevano decisamente difficile credere che tra i suoi antenati ci fossero anche dei prelati. Fin da quel loro primissimo colloquio, Nicola aveva mostrato chiaramente di non apprezzare Dany, e aveva negato alla sorella il permesso di restare in Inghilterra. Quella decisione così perentoria era stata re6


vocata solo quattro anni più tardi, ovvero nel momento in cui Elena, ormai diciottenne, aveva preteso di tornare a Londra a frequentare l'università. «Problemi di uomini?» la incalzò in quel momento l'amica, con l'aria di chi la sapeva lunga. Dany scosse la testa, sforzandosi di scacciare il ricordo di quel primo incontro con Nicola d'Alessandro, risalente ormai a ben dieci anni prima. «Non nel senso che intendi tu.» «Lasciami indovinare. O hai un uomo, ma lui non ricambia i tuoi sentimenti, oppure non ce l'hai, ma vorresti averlo.» «Avevo un uomo, ricordi?» le fece notare seccamente Dany. Elena si accigliò. «Non definirei Philip un uomo.» «Sono stata sposata con lui!» «Tecnicamente sì. Ma in pratica sappiamo entrambe che non avete resistito nemmeno per la durata della luna di miele.» Già, ed era qualcosa di cui Dany si sarebbe vergognata in eterno. Non solo Philip assomigliava a un dio greco, ma si era anche comportato in maniera affascinante, premurosa e divertente... fino alla luna di miele che era seguita al loro sontuoso matrimonio. Da quel momento, una gelosia che fin lì era riuscito a nascondere decisamente bene aveva preso il sopravvento. Philip si era trasformato in un mostro, e aveva preso ad accusarla di agire in maniera troppo amichevole con ogni uomo che incontravano, dall'anziano facchino che aveva trasportato le loro valigie nella suite dell'albergo di Firenze in cui alloggiavano, al cameriere che aveva servito loro la cena quella prima sera. La scenata che era avvenuta poco dopo all'interno 7


della loro camera da letto era qualcosa a cui Dany si sforzava di non pensare mai. Erano rientrati separatamente dalla luna di miele, e Dany aveva subito presentato l'istanza di divorzio. Da quel giorno si era tenuta alla larga da ogni possibile relazione sentimentale, non fidandosi più del proprio giudizio in materia di uomini. «Non ho la minima intenzione di legarmi di nuovo a qualcuno. Be'... se potrò evitarlo, almeno» mormorò con un sospiro, mentre tutto il peso delle sue precedenti elucubrazioni tornava a schiacciarla. «Che intendi dire?» Dany non aveva lasciato trasparire con nessuno, neanche con Elena, le angosce che la tormentavano. Ma forse avrebbe dovuto farlo. Dopotutto Elena era la sua migliore amica, e lei aveva davvero un gran bisogno di parlare con qualcuno del testamento del nonno. Sospirò di nuovo. «Ti ricordi di nonno Bell?» «E come potrei essermene dimenticata?» grugnì Elena. «È vero che l'ho incontrato solo due volte, ma mi sono bastate! Naturalmente l'ho visto al tuo matrimonio, ma lo avevo già conosciuto prima, quella volta che avevo trascorso un finesettimana a casa dei tuoi. Riusciva a essere addirittura più conservatore di Nicola, con quel suo: le giovani donne si dovrebbero solo vedere, non sentire» concluse, in una perfetta imitazione del tono aspro di Daniel Bell. «Non capirò mai come abbia fatto la tua povera mamma a tollerare di ospitarlo in casa sua per tutti questi anni! Io... Oops! Scusa, è stato davvero inopportuno da parte mia.» Danielle scosse la testa. «Il fatto che sia mio nonno non significa che io non ne veda i difetti. È sempre stato un tiranno, nonché un fanatico del controllo. Ma vedi, Elena, il fatto è che in realtà in questi anni sono i 8


miei genitori quelli che sono stati ospitati, non lui. Wiverley Hall appartiene al nonno.» «Dunque è per questo che tua mamma è stata costretta a sopportarlo!» realizzò di colpo Elena. «Già» confermò Dany. «E mio nonno non ha mai fatto mistero della grande delusione che lei gli ha dato mettendo al mondo una sola nipote...» «Ma come può essere deluso da te? Sei splendida! Ricordi quando, cinque anni or sono, mi sono tinta i capelli per renderli rossi come i tuoi? Ho temuto che Nicola mi rapasse a zero e mi imbarcasse sul primo volo per l'Italia! E sono sempre stata terribilmente invidiosa dei tuoi incredibili occhi verdi. Inoltre, sei anche diventata una delle arredatrici londinesi di maggior successo! Tuo nonno dovrebbe essere orgoglioso di te, e dei risultati che hai raggiunto.» «Già, ma la questione è che mia mamma non ha potuto avere altri figli dopo di me, il che ha fatto svanire il suo sogno di avere un erede maschio.» «Ma per l'amor del cielo! Tuo nonno è solo un proprietario terriero, non un aristocratico!» sbottò Elena. E lei conosceva bene la differenza, dato che nelle sue vene scorreva davvero del sangue blu. Dany sorrise malinconica. «Per nonno Bell, le due cose si equivalgono. La terra è nobiltà» citò, imitando a sua volta il nonno. «Comunque, a prescindere da quale ne sia la motivazione, il risultato è che lui non ha mai nascosto il suo disappunto per avere avuto una sola nipote... me! Quando poi il mio matrimonio con Philip è finito così in fretta, e per giunta senza bambini in vista, pensavo che gli sarebbe venuto un colpo apoplettico!» «Non sa perché avete divorziato?» «Riesci anche solo a immaginare qualcuno della 9


famiglia che tenta di illustrare a nonno Bell il problema di Philip?» Suo nonno si stava avvicinando ai novant'anni; cercare di spiegargli la gelosia patologica di Philip, o il suo comportamento violento dopo che lui e Dany si erano sposati, probabilmente sarebbe servito solo a fargli proclamare a gran voce che la causa di tutto erano quelle assurde pretese di parità delle donne moderne, che lui ovviamente disapprovava in pieno. «Ma il tuo matrimonio non è fallito per colpa tua, Danielle... lo sai, vero?» Elena, preoccupata, le si avvicinò e le prese una mano. «Te lo domando solo perché so che dopo quel terribile matrimonio non c'è più stato nemmeno uno scapolo, nella tua vita.» «Se è per quello, non c'è stato neppure un uomo sposato!» ribatté prontamente Dany. Anche se, a pensarci bene, non era esattamente un argomento su cui fare battute... Non quando la sua vita sessuale – o meglio, l'assoluta mancanza di una vita sessuale – era alla base di tutti i suoi problemi attuali! «Molto divertente!» commentò Elena, lasciandole la mano. «Ma continuo a non capire cosa abbia a che fare tutto questo con te, Danielle.» In effetti, in condizioni normali, niente: una volta che il nonno fosse mancato, il padre di Dany avrebbe ereditato Wiverley Hall e le scuderie. Solo che il nonno aveva deciso altrimenti... «Mio padre erediterà la tenuta solamente se io avrò dato alla luce un erede o, quanto meno, se ne aspetterò uno prima che il nonno muoia. In caso contrario, la proprietà sarà venduta, e il ricavato verrà devoluto in beneficenza.» «Ma questo è... assolutamente machiavellico!» «Non dirlo a me!» concordò Dany, sollevata. Fi10


nalmente aveva condiviso quel problema con qualcuno che non fossero i suoi genitori. Questi ultimi si erano logicamente lasciati prendere dallo sconforto, una settimana prima, quando Daniel Bell aveva convocato tutti e tre per metterli a parte dei cambiamenti che aveva apportato al proprio testamento; ma non erano neanche lontanamente scioccati e sconvolti quanto Dany. Come si supponeva avrebbe messo al mondo questo erede? Adescando qualche ignaro poveretto per la strada? Pagando qualcuno affinché la mettesse incinta? L'intera faccenda era a dir poco grottesca! I suoi genitori si erano limitati a ignorare la clausola, e avevano esortato la figlia a fare altrettanto, proprio come Dany si era aspettata. Avevano asserito che, quando fosse venuto il momento, si sarebbero limitati a trasferire altrove le scuderie. Ma Dany sapeva bene che era più facile a dirsi che a farsi, dal momento che era il nonno a tenere i cordoni della borsa. Elena scosse il capo, ancora stupefatta. «Quindi, secondo lui, dovresti risposarti?» «Non ho affatto intenzione di fare una cosa simile.» «Ma Danielle...» «Non mi rimetterò mai più in una posizione tanto vulnerabile, Elena» asserì Dany in modo energico. «Anche se vedere te e Brad così felici mi fa capire che possono esistere relazioni sane» aggiunse con tatto. «E comunque nonno Bell non ha parlato di nozze, ma solo di un erede.» «Incredibile! L'anno scorso ero convinta che Nicola fosse del tutto irragionevole quando si opponeva al mio matrimonio con un inglese, ma tuo nonno è di gran lunga più ottuso!» 11


Il giorno in cui Elena aveva annunciato al fratello di voler sposare Brad, per poi trasferirsi in Inghilterra insieme a lui, Dany era presente. L'amica l'aveva definito sostegno morale. Danielle ricordava ancora molto chiaramente la glaciale disapprovazione di Nicola d'Alessandro all'idea che la sorella volesse unirsi in matrimonio con qualcuno che non fosse italiano! E ricordava altrettanto bene lo sguardo freddo che Nicola le aveva rivolto quel giorno, come se sospettasse lei di essere la vera causa dell'ostinazione di Elena. Non era così, naturalmente, ma Dany sapeva che era del tutto inutile anche solo cercare di difendersi da quel genere di pregiudizi. Data l'imminenza del matrimonio tra Elena e Brad, era evidente chi avesse vinto quella battaglia... e così adesso Nicola aveva un motivo in più per biasimare Danielle! «Mio nonno non ha mai ambito a essere una persona ragionevole.» «Ma...» «Possiamo cambiare argomento, per favore? È da una settimana che non penso ad altro, questa storia mi dà la nausea, ormai.» «Non mi stupisce! Avresti dovuto parlarmene prima, Dany. Non riesco proprio a credere che i tuoi perderanno Wiverley Hall se tu...» «Elena, ti prego! Pensiamo al tuo matrimonio.» Di colpo, Danielle fu trafitta da un brivido, mentre un nuovo pensiero le attraversava la mente. «Nicola è già arrivato?» domandò, esitante. Elena, distratta dalla palese ripugnanza di Dany all'idea di rivedere Nicola, non rispose. «Non ho mai capito perché tu e mio fratello non riusciate ad andare d'accordo. Siete le due persone che amo di più al 12


mondo, a parte Brad ovviamente, ma purtroppo riesco a captare la tensione che si stabilisce tra voi non appena vi trovate nella stessa stanza!» Elena aveva ragione. La cotta della ragazzina quattordicenne per l'uomo allora ventisettenne si era trasformata, in quei dieci anni, in un forte antagonismo. Per quanto concerneva Danielle, si trattava di puro istinto di autodifesa, dovuto alla disapprovazione che percepiva da parte dell'arrogante italiano... disapprovazione che era cresciuta in maniera esponenziale in seguito al suo divorzio. «Non ci piacciamo, tutto qui.» Dany diede un'occhiata all'orologio. «Ora devo proprio scappare. Scusami, ma ho un altro appuntamento, in mattinata.» «Ma non ti ho ancora raccontato dei nostri piani per la luna di miele!» protestò Elena. «Meglio così! E comunque non ho proprio più tempo.» «Non scordarti che c'è l'ultima prova per il tuo abito da damigella d'onore, più tardi!» «Come se fosse possibile! Anche se dubito fortemente che qualcuno noterà cosa indosso io, una volta che farai il tuo ingresso in una vaporosa nuvola di pizzo bianco.» «Sono assolutamente decisa a presentarti a tutti i miei cugini maschi, sabato prossimo, lo sai. C'è più di un buon partito tra loro...» Danielle scosse la testa. «Presentami pure a chi ti pare, Elena, ma posso assicurarti che non mi innamorerò di nessuno.» Specialmente se assomiglia anche solo da lontano a quell'arrogante di Nicola! «Magari non al matrimonio, ma che ne dici del ballo che darò qui la prossima estate?» Dany sapeva che quella era una delle ragioni prin13


cipali per cui la sua amica era stata conquistata all'istante da quella casa. Non appena ne aveva visto l'ampio giardino, fittamente piantumato e ricco di cespugli, Elena aveva deciso su due piedi che l'agosto successivo avrebbe organizzato lì un vero ballo in maschera in stile veneziano. Di fatto, l'amica pareva quasi più eccitata alla prospettiva della festa che a quella del proprio matrimonio! «Nemmeno allora, te lo assicuro.» «Ma tutti si innamorano, a queste feste mascherate! Mia zia Carlotta mi ha raccontato di aver trascorso una serata intera, durante uno di questi balli, a flirtare con il suo stesso marito, senza neppure rendersene conto! Lo constaterai tu stessa, l'anno prossimo, alla festa: è l'occasione perfetta per comportarsi male senza la complicazione del sentirsi colpevoli. Lo fanno tutti!» «Anche tuo fratello?» suggerì Danielle, maliziosa. «Be', forse lui no» riconobbe Elena. «Comunque mancano mesi alla festa, Dany, e se per allora non avrai risolto il problema del testamento di tuo nonno, forse una serata del genere potrebbe essere la soluzione giusta.» «No, Elena.» Dany non aveva alcuna intenzione di lasciarsi sedurre tra i cespugli da uno dei prestanti cugini d'Alessandro solo per rimanere incinta! «Ma...» «No, Elena.» «E va bene, era solo un'idea...» L'amica scrollò mestamente le spalle. «Già... una pessima idea! Oh!» Voltandosi per uscire dalla casa, Dany era andata a sbattere dolorosamente contro qualcosa di molto duro, quasi granitico. Mentre il male al mento iniziava ad affievolirsi, tra14


sformandosi via via in una leggera pulsazione, Dany si rese conto di aver picchiato contro un torace maschile. Riluttante, sollevò lentamente lo sguardo... e scoprì, senza fiato, che quel torace apparteneva a Nicola d'Alessandro, il cui volto affascinante sbucava da un maglione nero. «Danielle.» Evidentemente era già arrivato in Inghilterra per il matrimonio del sabato successivo. Ed era più attraente che mai. Le guance di Dany si imporporarono, mentre la consapevolezza della fisicità di Nicola l'attanagliava. Dal bassoventre un'ondata di calore le si propagò nel resto del corpo. Oh, Dio! Era convinta di aver superato quella sbandata adolescenziale, e che nessun uomo, dopo il disastroso rapporto con Philip, sarebbe più riuscito a farle provare simili sensazioni. Ma si sbagliava, almeno a giudicare da come ogni sua terminazione nervosa tradiva il desiderio per Nicola. Proprio lui, fra tutti gli uomini! Lo osservò di sottecchi. La maturità aveva stampato delle rughe attorno ai suoi occhi color cioccolato e alla bocca dalla linea decisa. Rughe che, lungi dal togliere qualcosa al suo bell'aspetto, avevano rafforzato il suo fascino, avvolgendolo in quell'aura sensuale e pericolosa alla quale Elena spesso alludeva. Proprio così: Nicola era pericoloso. Trasudava potere, aveva la capacità di dominare in modo completo chiunque gli stesse intorno. Be', non lei. Dany aveva avuto abbastanza a che fare con uomini autoritari e prepotenti, da volerli evitare 15


come la peste: prima Philip e poi il nonno, tanto per citarne due. Si voltò bruscamente. «Ho pensato di approfittare della mattinata per mostrare la casa a Nicola» farfugliò goffamente Elena. Dal modo in cui rifuggiva lo sguardo di Dany, però, era evidente che c'era dell'altro. Invitandolo lì proprio quella mattina, insieme a lei, Elena sperava di riuscire a far riconciliare il fratello con la sua migliore amica. Dany sospirò, irritata. «Adesso, però, devo proprio andare, Elena.» «Non te ne starai andando per colpa mia, vero, Danielle?» la provocò Nicola in tono sommesso, con una voce roca che lei avvertì direttamente sulla pelle, divenuta ipersensibile. Cogliendo la sfida insita nel suo tono, lei sollevò di scatto il mento. «No, ho un appuntamento di lavoro» rispose seccamente. Nicola osservò Danielle Bell. I capelli rossi, più lunghi dell'ultima volta in cui l'aveva vista, un anno prima alla festa di fidanzamento di Elena, e con un nuovo taglio scalato, le ricadevano lungo le spalle e la schiena in maniera provocante. Lunghe ciglia scure velavano occhi che lui sapeva essere di un verde insondabile. Il piccolo naso insolente era punteggiato di lentiggini; le labbra morbide e imbronciate risaltavano nel volto, più sottile di quanto ricordasse. Strinse le labbra. Dieci anni prima non aveva approvato, né tantomeno compreso, l'amicizia e l'affetto che sua sorella provava nei confronti di quella goffa ragazza inglese che conosceva da meno di un anno. Anche se doveva ammettere che in quegli anni Dany si era trasformata in una bella donna sicura di sé, Nicola continuava a non ritenerla un'amica adatta per 16


la sua sorellina. A maggior ragione dopo quel suo matrimonio lampo di due anni prima, seguito da un divorzio altrettanto fulmineo, che ai suoi occhi era solo l'ennesima prova del carattere volubile dell'inglesina. «Ci vediamo dopo.» Dany si protese a baciare Elena su una guancia. «Signor d'Alessandro.» Raddrizzandosi, gli rivolse un brusco cenno del capo. «Come? A me niente bacio d'addio, Danielle?» Le labbra gli si incresparono in un sorriso ironico mentre osservava la reazione incredula della ragazza. «Non... non direi proprio che il nostro rapporto sia di quelli che spingono due persone a baciarsi, signor d'Alessandro» riuscì infine a balbettare Dany. «Forse no, è vero. Magari quando ci incontreremo al matrimonio?» Gli occhi verde smeraldo lo fulminarono. «Temo che dovrò rinunciare a questo dubbio piacere» gli rispose, stizzita. Come capo della famiglia e della Banca d'Alessandro, Nicola era abituato a esercitare potere e autorità, e a vedere prontamente eseguito ogni suo ordine. A Palazzo d'Alessandro le sue necessità domestiche venivano soddisfatte in maniera silenziosa ed efficiente, di solito prima ancora che lui formulasse la minima richiesta. E mai, in nessuna sfera della sua vita, qualcuno aveva osato tenergli testa o rimbeccarlo nel modo diretto di Danielle Bell. «La prospettiva di un bacio tra noi due non rallegra nemmeno me, te lo assicuro!» ribatté, tormentandola di proposito. «Benissimo, finalmente siamo d'accordo su qualcosa!» replicò lei, secca, prima di andarsene. «Perché fai così, Nicola?» gli chiese con delicatezza Elena una volta che furono soli. 17


«Così come?» «Ti comporti come un italiano arrogante e prepotente.» «Forse perché sono un italiano arrogante e prepotente» la prese in giro lui. «È vero, ma è necessario che tu lo dimostri in continuazione!» «Non lo so... è solo che la tua amica riesce a tirare fuori la parte peggiore di me.» «Già, proprio come fai tu con lei» mormorò Elena, accigliata. «Bene, allora sembra proprio che siamo tutti d'accordo sul fatto che meno io e Danielle ci vediamo e meglio è» affermò Nicola in tono noncurante. «Già, temo di sì» ammise gravemente Elena, delusa. «Su con la vita! Dopo il tuo matrimonio, probabilmente lei e io non ci incontreremo mai più» la rincuorò affettuosamente il fratello. «E che mi dici del mio ballo in maschera dell'estate prossima?» protestò Elena. «Lì vi vedrete di sicuro.» Non se Nicola fosse riuscito a scoprire sotto quale maschera si sarebbe celata Danielle Bell. A quel punto, sarebbe stato sufficiente evitarla come la peste!

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