Dawn Atkins
Parola d'ordine: trasgredire
Titoli originali delle edizioni in lingua inglese: Wilde For You Don't Tempt Me... Harlequin Temptation Harlequin Blaze © 2004 Daphne Atkeson © 2006 Daphne Atkeson Traduzione di Sonia Tsevrenis Traduzione di Elisabetta Frattini Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2005 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Desire giugno 2005 Prima edizione Harmony Temptation aprile 2007 Questa edizione HOTLIT ottobre 2015 Questo volume è stato stampato nel settembre 2015 da Grafica Veneta S.p.A. - Trebaseleghe (Pd) HOTLIT ISSN 2385 - 1899 Periodico mensile n. 10 del 29/10/2015 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 369 del 19/11/2014 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano
Pensieri leciti, azioni proibite
1
Se mi danno l'incarico, mi scordo delle donne, promise Tucker Manning a se stesso mentre si insaponava sotto la doccia. Si sarebbe votato anima e corpo al lavoro senza farsi distrarre, senza divertirsi, senza mai deviare dal suo proposito. Soprattutto senza donne. Si sfregò il viso, poi si ficcò sotto il getto caldo della doccia, che lo avvolse nel suo vapore bollente. Aveva assolutamente bisogno di quell'incarico di assistente amministrativo al liceo di Copper Corners, altrimenti non avrebbe ritrovato il posto che aveva perso. Se lo era giocato in un momento di follia a causa di una ragazza che gli aveva ricordato una donna mai dimenticata. Quella follia aveva avuto dei testimoni e cioè tre giocatrici della squadra di pallavolo femminile che erano letteralmente inciampate su di lui e Melissa avvinghiati nella palestra mentre si stavano liberando dei vestiti. Come poteva sapere che le ragazze si allenavano così tardi la sera? Perciò, se avesse ottenuto il nuovo incarico, avrebbe chiuso con le donne, pensò sfregandosi il collo nella nebbia densa della doccia. «Tuuucker, mi sento sola» si lamentò Julie. Con un sospiro, lui si lasciò colare l'acqua lungo il corpo. Be', forse una donna la poteva tenere; soltanto che Julie viveva a Phoenix, a due ore da Copper Corners, situata vicino all'autostrada a sud di Tucson. Se avesse deciso di dedicarsi anima e corpo alla scuola, non avrebbe più avuto tempo per recarsi a casa di Julie. 7
Doveva sgobbare per almeno due o tre anni nell'attesa che il posto nel liceo di Western Sun si liberasse in seguito al pensionamento del titolare che gliel'aveva soffiato. Doveva dimostrare a Ben Alton, preside della scuola e suo amico, che possedeva le doti da bravo amministratore. Un amministratore con la testa ben salda sulle spalle e... la cerniera lampo dei jeans ben sigillata! La sconfitta gli bruciava ancora. Tucker detestava perdere, ma ancor più detestava deludere Ben, colui che l'aveva convinto a tornare a scuola. Era tornato al liceo di Western Sun dopo avere conseguito la laurea in letteratura inglese all'università dell'Arizona unicamente per poter lavorare con Ben, diventato nel frattempo preside della scuola, con il difficile compito di gestirla in quel periodo di cambiamento sociale nella propria cittadina. Inserito nel corpo insegnanti, Tucker aveva cominciato a sviluppare le sue capacità amministrative per lavorare a fianco a fianco con Ben. In quei tre anni trascorsi a Western Sun si era dato molto da fare, proponendosi come volontario per la commissione dei programmi di studio, occupandosi del dipartimento di letteratura inglese nonché della sezione sindacale e conquistandosi la simpatia di studenti e insegnanti. Alla fine però del colloquio avuto con Ben per il posto di vicepreside, questi gli aveva detto di no. Sei generoso, Tuck, la gente qui ti ama, ma pensa che non prendi il lavoro abbastanza sul serio. Sei troppo giovane. Lui era rimasto sconcertato e subito gli aveva fatto presente tutto il lavoro svolto, nonostante la giovane età, finché non aveva indovinato che la ragione principale del rifiuto era quell'incidente con Melissa. Certo non gli aveva giovato, aveva ammesso Ben, anche se lui avrebbe fatto di tutto per favorirlo. Nonostante i pettegolezzi girati sul suo conto, Tuck gli aveva fatto presente che la cosa era successa una sola volta. In fondo non era andato con tutte le ragazze disponibili, ma Melissa era... era speciale. Non avevano fatto... insomma, era stata una pessima idea, ma era fuori dall'orario di servizio e comunque erano vestiti. Anche se le tre atlete di palla8
volo li avevano sorpresi mentre armeggiavano con chiusure lampo e bottoni. Per fortuna Melissa l'aveva presa con spirito, non dimostrando nessun imbarazzo per quel fatto, la cui responsabilità lui si era interamente accollato. Nonostante la delusione, non poteva che capire le decisioni di Ben. Per quell'incarico doveva godere del rispetto degli studenti, mentre quell'increscioso incidente l'aveva trasformato nello zimbello di tutta la scuola. Ben aveva messo una buona parola per lui con Harvey Winfield, un suo amico sin dai tempi dell'università nonché preside del liceo di Copper Corners, convincendo Tucker che una scuola più piccola gli avrebbe fornito l'esperienza necessaria. Era sottinteso che Ben l'avrebbe assunto di nuovo dopo che lui si fosse fatto le ossa a Copper Corners. Tornare a lavorare con Ben era la cosa che lui desiderava più di tutto. Tucker si fregò la schiena. Il colloquio era andato bene, Harvey era un tipo a posto, tranquillo e all'antica, un po' burbero ma generoso, e gli ricordava suo nonno. Si appoggiò alle pareti della doccia e lasciò scorrere l'acqua su di sé, ricordando il commento finale di Ben. Se ti assumono, vedi di comportarti bene, aveva detto come se Tucker fosse ancora un ragazzo un po' discolo. Non ci sono segreti in una piccola città, basta che compri un paio di preservativi e tutti lo sapranno. Quella storia con Melissa era nata in modo strano. Gli ricordava una compagna d'università di cui si era innamorato perdutamente, che si chiamava Cricket. Non ricordava nemmeno il suo cognome. Cricket divideva la stanza con la sua ragazza dell'epoca, Sylvia. Una sera, mentre aspettava quest'ultima a casa sua, lui aveva bevuto una birra con Cricket, tra chiacchiere serie e risate. Una volta appurato che Sylvia non sarebbe arrivata, avevano cominciato a sbaciucchiarsi e a toccarsi con trasporto, trovandosi in grande sintonia. Ancora adesso ci ripensava con rimpianto. Melissa aveva lo stesso fuoco addosso e lo stesso atteggiamento di Cricket, persino lo stesso profumo dolce e speziato, e quando gli aveva chiesto di aiutarla a preparare il 9
programma di studi, lui aveva perso la testa. Con il risultato di perdere il posto. Era sempre stato un ragazzo impulsivo, insofferente delle responsabilità e quelle caratteristiche erano emerse anche a Western Sun. Si divertiva con gli studenti, pur cercando di comportarsi con molta serietà verso di loro. Purtroppo percepiva con disagio il giudizio severo di Ben, che non lo riteneva all'altezza del suo compito. Non se lo meritava, considerò Tucker passando allo shampoo, non era più un ragazzino, ormai sapeva che cosa contava nella vita. Se l'avessero assunto a Copper Corners sarebbe stato attento a ogni sua mossa, evitando ogni tentazione e ogni distrazione che la cittadina di campagna comunque non offriva. Di rado i giovani insegnanti accettavano di lavorarci, preferendo le grandi città, dove la vita sociale era più animata. Continuò a sfregarsi la testa, chiedendosi se Harvey Winfield l'avesse davvero apprezzato come sembrava. C'erano altri candidati all'incarico, lo sapeva, ma nessuno di loro era motivato come lui. «Tuuucker!» gridò Julie dalla camera da letto. «Arrivo» rispose dalla cabina doccia. Dopo un secondo, la porta della cabina si aprì e comparve Julie, nuda, che teneva in mano il telefono, bloccandone il microfono. Era bellissima e dopo la telefonata l'avrebbe trascinata sotto la doccia. «È il preside della scuola» sussurrò lei con un sorriso, «gli ho detto che eri entusiasta del posto...» Tucker afferrò l'apparecchio. «Harvey?» Si coprì alla meglio con un asciugamano, anche se non lo poteva certo vedere, ma si sentiva poco professionale a rispondere mentre era nudo come un verme. «Che piacere sentirla...» Il telefono gli scivolò di mano e cadde sul piatto della doccia. Julie svelta lo raccolse e glielo restituì in tempo per sentire Harvey che diceva: «... ma dopo avere parlato con Julie proprio adesso, ho deciso di seguire il mio istinto». «Come ha detto? Mi è caduto il telefono.» 10
«Ho detto che ho telefonato perché volevo chiarire con te una cosa che i candidati da me selezionati mi avevano già comunicato, ma dopo avere parlato con Julie ho cambiato idea. Accetti l'incarico, Tucker? Mi hai convinto.» «Ne sarei onorato» rispose subito lui. Julie gli fece un gesto di trionfo e cominciò a danzare felice nella sua stupenda nudità. Dunque aveva avuto il posto, grazie al cielo, solo che Harvey aveva cambiato idea dopo aver parlato con Julie. Che cosa gli aveva detto? «Mi fa piacere, Tucker» riprese il preside. «Gli altri due candidati avevano più esperienza di te, ottime referenze e provenivano tutti e due da città molto piccole, cosa che li avvantaggiava. Ma quando ho saputo che sei sposato anche tu e con una donna così in gamba, ho dato retta al mio istinto, che mi consigliava di assumerti. Sei ambizioso, intelligente e serio.» «Quando hai saputo...?» Lo shampoo gli colava negli occhi e lui dovette asciugarsi perché gli si erano riempiti di lacrime. «Non è materia da colloquio, certo» continuò Harvey. Credeva dunque che Julie fosse sua moglie? Come mai? Julie aveva risposto alle sette e mezzo del mattino e naturalmente Harvey ne aveva dedotto... «Certo, certo, ma vorrei dirle che Julie non...» Afferrò di nuovo il telefono che gli stava scivolando dalle mani, giusto in tempo per sentire Harvey. «... è importantissimo, Tucker. Il mio ex assistente, celibe, era più interessato alla vita notturna di Tucson che al lavoro nella scuola, per questo non ha funzionato». «Capisco» borbottò l'altro sotto la doccia, «ma vede, io non sono...» Sposato... Non sono sposato. Ecco che cosa voleva dire, solo che scivolò sul piatto umido e cadde sul sedere, facendosi male. «Tucker, mi senti?» lo chiamò Harvey. «Che cosa mi stavi dicendo?» «Sì, sì, la sento, è che ho perso l'equilibrio.» Nonché il 11
senso della realtà. «Volevo dirle che non sono...» Un'idea gli attraversò la mente: Harvey aveva selezionato due candidati migliori di lui, con maggiore esperienza, ottime referenze e una moglie. Il preside voleva un uomo sposato e l'impressione che Julie fosse una donna in gamba l'aveva convinto ad assumerlo. «È che non sono...» Doveva affermare la sua convinzione di restare scapolo a lungo, solo che lo spettro dell'incidente con Melissa gli tornò in mente. E se Harvey l'avesse scambiato per un donnaiolo? Uno che cambiava letto ogni settimana? Voleva iniziare con il piede giusto, non poteva giocarsi l'avvenire. «... soddisfatto della mia situazione abitativa.» «È pieno di case da affittare qui, vieni con Julie questo fine settimana, troveremo qualcosa. So che vorresti tornare a Phoenix, ma la nostra cittadina è graziosa, il posto ideale per le famiglie.» Ogni secondo che passava diventava più difficile ristabilire la verità, comprese Tucker, ma Harvey era un fiume in piena. «Qui tra vicini ci si aiuta gli uni con gli altri. Certo, ciascuno può ficcare il naso negli affari altrui, insomma sono le due facce della stessa medaglia.» Ci fu un clic, poi Harvey continuò: «Questi maledetti telefoni... Ho un'altra telefonata in linea, è meglio che risponda. Segnati la data della cena del corpo insegnanti. Ci troveremo il primo del mese prossimo alle diciotto e trenta nella palestra. Spero di conoscere anche Julie». «Grazie, Harvey, ma io...» «Benvenuto tra noi, Tucker.» Quest'ultimo, finita la comunicazione, rimase seduto per terra, il sedere ammaccato, gli occhi che bruciavano. E ora, cosa doveva fare? «Fammi capire... Hai detto al tuo preside che sei sposato?» gli domandò Anna, sua cognata. «Ma no, ha fatto tutto lui. Ha parlato con Julie al telefono e quando gli ha detto che ero felice di ottenere quel posto ha creduto che fosse mia moglie. Lei cercava solo di aiutarmi.» 12
Aveva tentato di richiamare Harvey non appena era uscito dal bagno e aveva rintracciato il suo numero di telefono, ma aveva trovato solo la segreteria. Aveva provato parecchie volte, ma non se l'era sentita di lasciare un messaggio. Intanto, aveva pensato di mettere al corrente suo fratello e sua cognata di ciò che era successo. Inoltre, aveva voglia di coccolare i due nipoti, due gemelli di tre anni che non mancavano mai di tirargli su il morale. «Sono nudo... sono nudo» ridacchiò Steven, saltando come un grillo, ancora rosso per il bagnetto. In teoria, doveva andare a letto. «Vieni qui, nudo.» Forest, il fratello di Tuck, si impossessò del figlio, il primo nato dei gemelli, più vecchio di dieci minuti. A Tucker piaceva la confusione che c'era in casa di Forest e Anna, gli piaceva giocare con i nipoti e sapeva che di lì a qualche minuto avrebbe avuto il privilegio di leggere loro una storia. Tenendo stretto l'altro gemello, Anna si lasciò cadere sul divano accanto a lui. «Perché non gliel'hai detto?» «Ho cercato, ma quello non smetteva di parlare, ero scivolato nella doccia, mi faceva male il sedere e avevo gli occhi pieni di shampoo. Pensa, mi ha offerto il posto perché ero sposato. Stavo cercando la frase per dirglielo quando ha appeso il telefono.» «Richiamalo, no?» suggerì Anna, mentre cercava di infilare una gamba di Stewart nel pigiamino. «Ho provato, c'era solo la segreteria. Mi sono sentito uno stupido. Che cosa dovevo dire? Scusate, non ricordavo di essere scapolo?» «Digli che sei caduto, hai battuto la testa e hai avuto un'amnesia, ma che ora ricordi di essere uno che corre dietro alle sottane.» «Non sono uno che corre dietro alle sottane.» «Comunque, cos'è questa storia dell'essere sposati? Non si possono certo discriminare i single, è una violazione dei diritti delle persone, a questo punto.» «Il preside pensa che un single si annoierebbe troppo a Copper Corners. Il mio predecessore perdeva tempo a caccia 13
di donne, Winfield vuole invece qualcuno che si concentri sul lavoro, non sulle ragazze.» «Perché non entrambe le cose? Non è la tua specialità? Sesso sul posto di lavoro, ci vuole molta efficienza.» Tucker sbuffò irritato, pentendosi di avere informato Anna e Forest dell'incresciosa storia con Melissa. La cognata non mancava di alludervi ogni volta che si incontravano. Le voleva bene, ma la considerava troppo chiacchierona e intransigente. Suo fratello tuttavia l'amava e l'ammirava e Tucker si diceva che in fondo era solo quello che contava. «Ho persino chiesto a Julie se non aveva voglia di farsi un viaggetto a Las Vegas, sai, una serata al casinò, una breve sosta in qualche cappella per sposarsi...» Anna si fermò lasciando il figlio con la testa avvolta nel pigiama. «Fai sul serio con lei?» si informò, immaginando già feste di nozze e vestiti bianchi. «No, stavo scherzando, anche se lei è andata in panico e stiamo per lasciarci.» «Lo sapevo, non ti sistemerai mai.» «Dov'è Stewart? Cucù!» strillò il piccolo da sotto l'indumento. Anna tirò giù il pigiama, facendolo riemergere. «Cucù!» ripeté il piccolo. «Cucù!» sbottò la madre, spazientita. «Prima o poi mi capiterà» si difese Tucker, «quando verrà il momento.» «Sì, alle calende greche!» «Devo trovare la donna giusta.» «Neanche se avesse il tuo nome tatuato sul sedere, tu la troveresti» borbottò la cognata in tono scettico. «Hai detto sedere, mamma» ridacchiò il bambino. «Era un'occasione speciale» si difese lei. Forest si chinò e depositò il suo delizioso fardello sul divano. «Non essere così severa» disse alla moglie, «le donne come te non crescono sugli alberi.» E si chinò a baciarla con affetto. Stavano bene insieme, si erano sposati giovanissimi, a diciannove anni, e Tuck si era chiesto più volte se Forest non 14
avesse cercato una stabilità nel proprio matrimonio dopo il divorzio dei genitori. Anna si era rivelata però la moglie perfetta per lui. Ora Tucker si augurava di avere con la propria compagna lo stesso tipo di rapporto, rispetto reciproco, divertimento, il tutto basato su un amore solido e vero. Desiderava però una donna che gli somigliasse, che sapesse collaborare con lui, che non discutesse aspramente ogni decisione come faceva Anna con Forest. Una volta tornato a Phoenix e avviata la carriera al liceo Western Sun, avrebbe cercato la moglie che faceva per lui. «Che cosa farai ora?» gli domandò Anna. «Dirai al preside che hai divorziato?» «Gli dirò che è stato un errore, ma perché dovrei mentire? Ci farei una pessima figura.» «Ti serve una moglie» dichiarò Forest mettendosi un figlio sulle spalle e caracollando intorno al divano per la gioia dei due gemelli. «Come no! Telefonerò a un'agenzia per affittarla!» scherzò Tucker. «Ti costerebbe troppo» rispose Forest sullo stesso tono, «potresti prendere una bambola gonfiabile, metterla su una sedia e parlare al suo posto...» «Siete grotteschi» lo interruppe la moglie, «e poi non eccitare i bambini prima di metterli a letto.» Forest mise giù il figlio. «Andate a prendere il libro di favole per lo zio Tuck» ordinò ai due. I gemelli corsero via eccitati. «Potrei dire che mia moglie è via, in Australia a curare un parente malato.» «Oppure che ha un lavoro che la costringe a viaggiare moltissimo, nel settore delle vendite o in una compagnia aerea.» «Ecco, una hostess!» esclamò Forest sedendosi accanto alla moglie. «Le hostess non esistono più, si chiamano assistenti di volo, maschilista che non sei altro» lo corresse quest'ultima, «anzi perché non una pilota? Suona meglio.» 15
«Potrebbe funzionare... intendo, inventarsi una moglie, perché no? Ti presto la mia vecchia fede» si offrì Forest. «Come, la tua vecchia fede?» «Pensavamo che l'avesse persa nel lavandino» spiegò Anna, «perciò ne abbiamo comprata un'altra. Poi abbiamo ritrovato la vecchia. Basterebbe che tuo fratello non se la togliesse ogni volta che lava i piatti.» «Non ho bisogno della fede per sentirmi sposato» protestò Forest baciandola sulla guancia. «Sarò tuo per sempre.» «Zio Tuck, ci leggi una favola?» gridò Steven con in braccio un libro più grande di lui, mentre il gemello gli saltellava accanto. «Giocate in camera vostra per due minuti» ordinò loro Anna, «mamma e papà devono dare una regolata allo zio.» «Oh...» Stewart guardò Tucker con gli occhi sgranati. «Sei stato monello?» «Un po' sì.» «Devi comportarti bene, zio Tuck» si raccomandò il bambino serio, poi i due scapparono in camera, felici di quel supplemento di tempo per giocare. «Perciò pensate che possa inventarmi una moglie? Solo che ho detto a Harvey che mi avrebbe accompagnato alla cena degli insegnanti.» «Cercati qualcuno. Hai mollato Julie e ora devi trovare una donna che la sostituisca.» «Un'altra con lo stesso nome?» «Una che faccia finta di essere lei» disse Forest. «Ci sono!» Si chinò attraverso il divano e afferrò una foto dal tavolino e la mostrò agli altri. Vi erano ritratti Anna e Tucker su una terrazza a San Diego dove avevano trascorso le vacanze tutti insieme l'anno prima. Lui le aveva messo un braccio intorno alle spalle ed entrambi sorridevano. «Perfetto.» Forest si rivolse alla moglie. «Tu conosci Tuck e vuoi il suo bene.» «Ma no, è una follia» si difese il fratello. «Non necessariamente, potrei venire con te alla cena e fare una grande impressione su tutti.» «Non vorrei importi un peso simile, abiti lontano, ci saranno altre cene, ne sono sicuro...» 16
«Se fossi una pilota d'aereo avrei la scusa di lavorare lontano dalla tua città.» Anna considerò il cognato con aria pensosa. «Vuoi fare una buona impressione, vero? Non vuoi fare la figura dell'idiota oppure di quello che ha qualcosa da nascondere?» «Certo che no.» «Se dicessi la verità ora, passeresti per un bugiardo.» «Sì, ma...» «Ci ripagherai tenendoci i gemelli durante uno o due weekend.» «Ti ringrazio, Anna, ma è troppo complicato.» «Non ti fidi di me? Lo sai che ho studiato recitazione, tutti dicevano che il talento non mi mancava.» «Ne sono convinto, ma vedi...» «Fingerti sposato ti terrà fuori dai pasticci» lo interruppe Forest, che ogni tanto si sentiva obbligato a comportarsi da fratello maggiore. «Verrò alla cena degli insegnanti» dichiarò la donna, «magari a qualche festa natalizia della scuola. Potrei trascorrere un fine settimana a casa tua, ci sono una fabbrica di dolci e alcuni negozi di antiquariato non lontano, potrei dedicarmi allo shopping.» Appariva eccitata dalla prospettiva. «Il resto del tempo sarò in giro per i cieli del mondo sul mio jet. Una carriera luminosa, l'ho sempre desiderato! Ti piacciono le donne con l'uniforme?» «Santo cielo!» «Forest, dovrai curare i gemelli quando sarò a Copper Corners con Tuck» dichiarò Anna decisa. «Nessun problema, per aiutare mio fratello sono pronto a fare il babysitter.» «Il babysitter, eh?» sbottò lei. «Chissà perché quando i padri si occupano dei figli fanno i babysitter! Non li lascerai arrampicarsi sulle tende mentre ti guardi la partita, spero.» «Sono in grado di occuparmi di loro, non temere.» «L'idea inizia a piacermi» disse Anna. «Inoltre, farò sapere al preside quanto sei amorevole e fedele, vero, Tuck?» «Non funzionerà, Anna» si schermì lui, con una piccola speranza nel cuore. 17
«Chiamami Julie intanto, vedrai che funzionerà.» «Ti vado a prendere la fede» propose Forest. «Credo di ricordare dove ho messo il negativo di questa foto» continuò Anna, «ne faremo una copia da tenere nel tuo portafoglio.» «Mi basterebbe averla in ufficio. Ci voglio pensare bene, però.» Perché mai voleva prestarsi a quella sceneggiata messa in piedi dalla cognata e dal fratello? Solo per non fare la figura dell'idiota davanti a Harvey. Aveva bisogno di conquistarsi la sua fiducia. E la fiducia si basava sul fatto che fosse stabilmente sposato e non più uno scapolo scapestrato. «Non preoccuparti, Tucker» lo confortò Anna. «Andrà tutto bene, così diventerai quell'uomo impegnato a cui miri. Sarai sposato con il tuo lavoro.» Prima che potesse rispondere, Forest era tornato con la fede d'oro che stava lucidando con la manica. Gliela diede. Tucker la guardò: il simbolo dell'amore eterno e della fedeltà. Ecco che cosa stava prendendo in giro. Quasi gli venne da restituirla. Non gli piaceva per niente iniziare il suo incarico a Copper Corners con il piede sbagliato, lasciare che una stupida incomprensione si trasformasse in una situazione fasulla. D'altra parte, era evidente che il sesso gli complicava la vita. Ma bastavano una fede, una foto sulla scrivania e qualche rara apparizione della moglie per mettere in piedi la finzione di un matrimonio? Chissà, si disse, ficcandosi la fede in tasca. Ci doveva pensare bene.
18
Questo mese Lori Foster è amata dal grande pubblico per le atmosfere piccanti e le storie coinvolgenti, come in questa antologia dove la potente macchina chiamata destino metterà in moto vicende appassionate. Dawn Atkins ha una scrittura fresca e vivace che sa plasmare attraverso i suoi personaggi vividi e sensuali creando storie a cui il lettore non vorrebbe mai mettere fine.
La prossima uscita il 17 dicembre Julie Elizabeth Leto sa miscelare in maniera vincente personaggi dalla forte impronta sensuale con situazioni e atmosfere ricche di tensione e adrenalina. Hope Tarr riesce a dare quadri ricchi di colore grazie a storie ambientate in luoghi inusuali uniti a personaggi a tutto tondo e con caratteristiche ben descritte.
BRILLANTE E MALIZIOSA… VICTORIA DAHL È TORNATA! IRRIVERENTE, SPASSOSO, ECCITANTE: IL TERZO ROMANZO DELLA SERIE DEDICATA ALLA FAMIGLIA DONOVAN VI ASPETTA.
Spesso un solo assaggio non basta. Dopo quell’unica notte di bruciante passione ognuno avrebbe dovuto andare per la propria strada. Eric Donovan ha mentito, è vero… ma Beth potrà dimenticare quell‘affascinante incantatore dagli occhi di ghiaccio? “Un romanzo sensuale con protagonisti indimenticabili.” Booklist “Frizzante, divertente e… incredibilmente sexy!” Carly Phillips autrice nella classifica del New York Times
Scoprite gli altri romanzi della trilogia su
www.harlequinmondadori.it In libreria dal 27 ottobre www.harlequinmondadori.it – Seguici su