Passato, scandali e fiori d'arancio

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1021 - L'uomo del destino - E. Boyle 1022 - Il guerriero di fuoco - M. Willingham 1023 - La sposa dello scandalo - D. Gaston 1024 - Il ballo dello scandalo - J. MacLean 1025 - Gioco d'inganni - L. Ashford 1026 - La promessa del cavaliere - N. Locke 1027 - Scandali, inganni e veritĂ - C. Linden 1028 - Un barone per l'ereditiera - J. MacLean 1029 - La solitudine del visconte - E. Boyle 1030 - I segreti di Wiscombe Chase - C. Merrill 1031 - Un bacio per scommessa - E. Hobbes 1032 - Un amore in sospeso - A. Herries 1033 - La sposa sbagliata - G. Callen 1034 - Il nemico scozzese - N. Locke 1035 - Passione, scandali e segreti - E. Hobbes 1036 - La notte dello scandalo - D. Gaston 1037 - Una sposa da proteggere - T. Brisbin 1038 - Diario di una signorina del ton - J. McQuiston 1039 - Il signore del deserto - M. Kaye 1040 - A spasso con un libertino - E. Leigh 1041 - La missione della novizia - M. Moore 1042 - Passato, scandali e fiori d'arancio - C. Linden 1043 - Per il cuore di un'attrice - E. Redgold


CAROLINE LINDEN

Passato, scandali e fiori d'arancio


Immagine di copertina: Diane Sivavec Illustration Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Six Degrees of Scandal Avon Books An imprint of HarperCollins Publishers © 2016 P.F. Belsley Traduzione di Rossana Lanfredi Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con HarperCollins Publishers, LLC, New York, U.S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2016 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici novembre 2016 Questo volume è stato stampato nell'ottobre 2016 da CPI, Barcelona I GRANDI ROMANZI STORICI ISSN 1122 - 5410 Periodico settimanale n. 1042 del 17/11/2016 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 75 dello 01/02/1992 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano


Dedica

A mia madre, che ha sempre incoraggiato il mio amore per i libri. Mi manchi, mamma.



Pagina

Romanzo

PARTE PRIMA Prendi l’oro dalle mie labbra e io prenderò il potere dalle tue. Richard Brinsley Sheridan



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Sussex, 1806 Olivia Herbert capÏ che James Weston era un seduttore la prima volta che lui le fece l'occhiolino, una bella domenica d'agosto. Negli sbuffi di vento caldo che entravano dalle porte aperte di St. Godfrey volavano le farfalle, e Mr. Bunce, il curato, parlava e parlava con la sua voce monotona, quasi volesse far addormentare tutti in chiesa. Lei cercava di tenersi sveglia seguendo il volo delle farfalle. Mentre ne osservava una dalle ali bianche punteggiate di azzurro che volteggiava leggera nell'aria nebbiosa, il suo sguardo incrociò quello di James Weston. La sua famiglia sedeva nel banco accanto al loro, e quando i loro occhi si incontrarono, quell'impudente ragazzino ebbe il coraggio di farle l'occhiolino. Olivia distolse subito il viso. Non soltanto lui l'aveva sorpresa a non seguire il sermone e a rimpiangere di non poter svolazzare per la navata e fuori dalla porta come quella farfallina, ma con ogni probabilità era peccato strizzare l'occhio in chiesa. 9


Con un certo sforzo cercò di concentrarsi sulle parole del curato, ma pochi momenti dopo un'ape cominciò a volare sulla sua testa e allora, del tutto indifferenti alla sua volontà di comportarsi bene, i suoi occhi seguirono il volo dell'insetto, il quale ronzò dritto verso il banco degli Weston. Questa volta, quando James incrociò i suoi occhi, sogghignò. Sollevò una mano e con piccoli, cauti movimenti, mimò il gesto di dare un colpetto all'ape, che si allontanò. Poi fece una smorfia, fingendo di essere stato punto, e scosse freneticamente un dito, ficcandoselo in bocca. Olivia non riuscì a resistere. Una sommessa risatina le scosse le spalle. James allora fece ondeggiare le sopracciglia e un sogghigno ancora più largo gli curvò le labbra. Una gomitata nel fianco fece sussultare Olivia, riportando bruscamente la sua attenzione su Mr. Bunce, il quale ora cantilenava a voce più bassa, come se anche lui stesse per addormentarsi. Accanto a lei, sua madre le lanciò un'occhiataccia e Olivia soffocò un sospiro. Le signore non ridacchiavano in chiesa e sua madre era decisa a fare di lei una signora. Infatti non aspettò nemmeno che tornassero a casa per rimproverarla, ma cominciò subito dopo la funzione, mentre si dirigevano verso la carrozza in attesa. «Olivia Herbert, che cosa ti è saltato in mente? Ridere in una chiesa? Che cosa rozza, da vero maschiaccio.» «Scusate, madre.» «E fare gli occhi dolci a quel ragazzo.» Pur non contorcendo il viso in una smorfia, il tono che usò grondava disgusto. «Il figlio di quegli arricchiti degli Weston.» «Saranno anche arricchiti, ma il denaro non manca loro di certo.» Suo padre parlò per la prima volta, 10


dando a Olivia uno sguardo esaminatore. «Nostra figlia potrebbe trovare di peggio.» Sua madre ebbe un sussulto. «Thomas Weston è un avvocato. Io voglio di più per le nostre ragazze, Sir Alfred.» «Dovete essere realista, signora» ribatté lui, poi aspettò che il valletto aiutasse le signore a salire nella vettura. «Le nostre figlie non hanno molto che possa attirare un aristocratico.» «Solo la loro bellezza.» Lo sguardo della madre si ammorbidì posandosi su Olivia e sulla sua sorellina, Daphne. «Ricordate, ragazze, il viso, la dolcezza e l'amabilità sono le doti più preziose di una signora.» «Sì, madre» cinguettò Daphne. «Io vi renderò orgogliosa e sposerò un duca!» La donna rise piano. «Ne sono sicura, mio incantevole tesoro.» Daphne, era evidente, somigliava molto alla mamma. Olivia, invece, non aveva ancora capito se aveva preso da suo padre oppure no. Sir Alfred si preoccupava spesso per il denaro e il rango, inoltre adorava scommettere sulle corse dei cavalli, e nessuna di queste tre cose appassionava troppo lei. D'altra parte, non condivideva l'interesse entusiasta di sua madre per la moda o le arti femminili. Supponeva che, con il passare del tempo, sarebbe cambiata, ma ora, all'età di dieci anni, non la allettava passare in rassegna potenziali mariti. Il rumore di qualcuno che batteva sul fianco della vettura la distolse da quei pensieri. Guardò fuori dal finestrino e vide il fanciullo che l'aveva messa nei guai sogghignare, poi subito accovacciarsi accanto alla carrozza e scomparire alla vista degli altri passeggeri. «Vi piace camminare nel bosco?» le sussurrò. Subito allarmata, lei scosse la testa, anche se, in 11


realtà, si recava nel bosco ogni volta che poteva. Confessarlo a lui, però, avrebbe significato soltanto andare in cerca di altri guai. Un guizzo di delusione attraversò il volto del ragazzo. «Oh, va bene. Allora addio.» E indietreggiò, tornando dalla sua famiglia. Olivia li osservò tutti con curiosità. Il padre era alto e snello, sua moglie molto graziosa ed elegante. Due ragazzine, presumibilmente dell'età di Daphne, le stavano accanto, anche se quella bionda, che aveva l'aria di annoiarsi, corse subito incontro al fratello. Gli disse qualcosa che lo fece ridere, e quel suono spensierato arrivò alle orecchie di Olivia. Nessuno lo rimproverò per avere riso di domenica. Il cocchiere degli Herbert finalmente fece schioccare la frusta e i cavalli si mossero. Mentre la vettura si allontanava, lei continuò a guardare gli Weston. Potevano anche essere arricchiti, ma sembravano felici. Olivia aveva ormai quasi dimenticato l'impertinente ragazzino quando, un pomeriggio di diversi giorni dopo, finite le lezioni si accingeva a sgattaiolare fuori di casa. Sua madre non avrebbe approvato, ma era andata in città e in queste occasioni Miss Willets, l'istitutrice, ne approfittava per bersi un bicchierino di sherry e farsi un pisolino. La cosa andava benissimo alle ragazze. Daphne di solito si rifugiava nella nursery a giocare con le bambole e Olivia prendeva un libro dalla biblioteca e usciva nel bosco. La madre diceva sempre che Shakespeare era volgare e troppo eccitante per loro, il che non aveva sortito altro effetto che rendere lei impaziente di leggere le sue opere, anche se doveva farlo di nascosto. C'era una piccola, tranquilla radura non lontano 12


da Kellan Hall, la dimora degli Herbert, con un albero caduto e dove il sole splendeva senza però essere troppo caldo. Seduta sul tronco, i piedi appoggiati su una pietra vicina, Olivia aveva appena cominciato a leggere la magnifica scena nella quale Romeo dichiarava il suo amore a Giulietta con parole che avrebbero straziato il cuore di qualunque anima senziente... quando qualcuno parlò alle sue spalle. «Credevo non vi piacesse camminare nel bosco.» Lei emise un gridolino e lasciò cadere il libro. «V-voi...» balbettò. «Io non sto camminando!» Era una risposta stupida, ma lui l'aveva interrotta in un momento alquanto inopportuno. Giulietta avrebbe ricambiato l'amore di Romeo? «Ah... siete venuta fin qui in carrozza?» Lui balzò sul tronco e afferrò il libro. «Romeo e Giulietta, eh? Vi piace?» Con un'occhiataccia, Olivia allungò la mano per riprendere il libro. «Sì.» Il ragazzo glielo restituì. «Non è mai stato uno dei miei preferiti. Le mie sorelle volevano metterlo in scena, ma Penelope continuava a ridacchiare quando doveva morire.» Olivia sgranò gli occhi. Morire? Quale personaggio moriva? Si augurò che non fosse Giulietta. «Non ditemi altro!» «Mi piaceva l'Enrico V, però» continuò lui. «Ci sono delle belle battaglie. Oh, io sono James. James Weston.» Lei gli scoccò uno sguardo di disapprovazione. Non era conveniente per un gentiluomo presentarsi così a una signora, e lui avrebbe dovuto saperlo, anche se non era certo un gentiluomo. «Lo so.» Il ragazzo sogghignò. Alla luce del sole i suoi capelli scuri avevano riflessi ramati, i suoi occhi erano 13


attenti e vivaci. Non poteva avere più di tredici o quattordici anni, ma per lei era già molto alto. «E voi siete Miss Olivia Herbert, di Kellan Hall.» «Sì.» Abbassò lo sguardo sul libro, sperando che l'intruso se ne andasse. «Ma allora» continuò invece lui dopo un momento, «se venite nel bosco soltanto per trovare un posto dove leggere, dovete conoscere le cascate.» Olivia sollevò il viso. «Le cascate?» chiese, incuriosita suo malgrado. Lui reclinò il capo da un lato e le scoccò un sorrisetto astuto. «Posso mostrarvele.» «Sono lontane?» domandò lei chiudendo il libro. «No.» Senza quasi rendersene conto, Olivia si ritrovò a seguirlo lungo un sentiero che serpeggiava tra gli alberi fino a un piccolo torrente le cui acque rimbalzavano sopra un ammasso di rocce. Il dislivello era alto quanto lei, ma sorrise. Aveva sempre vissuto a Kellan Hall e non lo aveva mai visto. James Weston si tolse gli stivali e le calze, poi, con grande sgomento di Olivia, si arrampicò sulla roccia più alta, lasciando che l'acqua schiumeggiante gli bagnasse piedi e pantaloni. «Non volete venire?» Lei guardò le rocce con aria desiderosa. L'idea di lasciarsi scorrere l'acqua fresca sui piedi era allettante, ma... «Mi bagnerei e a mia madre non piacerebbe.» «Peccato, perché è divertente.» Olivia si osservò i piedi. Forse, se si fosse sollevata bene le sottane... Ah, ma sarebbe stato sconveniente. «No. meglio di no.» «Oh.» Lui sembrava deluso. «Siete una codarda.» Olivia sgranò gli occhi, basita. «Che cosa rude avete detto!» 14


Per tutta risposta lui si strinse nelle spalle e scalciò l'acqua, mandando degli spruzzi sull'erba. «Voi vorreste tanto venire quassù, ma non lo farete.» «Mi bagnerei tutta...» «E allora? Dopo camminerete fino a che piedi e vestito si asciugheranno. È quello che fanno le mie sorelle.» «Le vostre sorelle si arrampicano fin lassù?» «E sono anche più piccole di voi. Ma se avete troppa paura...» James Weston cominciò a scendere. Olivia serrò le labbra. Lei non aveva paura. «Quelle rocce sono scivolose. Io non voglio cadere.» Lui sogghignò, come se avesse capito di avere vinto. «Vi terrò per mano.» E così fece. Olivia si tolse scarpe e calze, si arrotolò le sottane fin sopra le ginocchia, e con cautela entrò nell'acqua. Subito sussultò per il freddo; presto però, in quella giornata così calda, trovò l'acqua deliziosa. Sempre tenendola per mano, lui la convinse a salire sul masso più alto. In piedi sul ciglio della grande roccia piatta, un largo sorriso sulle labbra, con l'acqua fresca che le scorreva sui piedi e sulle caviglie, Olivia pensò che non aveva mai fatto nulla di tanto audace in tutta la sua vita. «Come mai non conoscevo questo posto?» Lui rise. «Le brave ragazze stanno a casa.» «Dunque io sono una cattiva ragazza per essere venuta qui?» «No, soltanto una ragazza curiosa. E a me piacciono le ragazze curiose.» Quella risposta placò la preoccupazione di Olivia, che ricambiò quello di James Weston con un sorriso esitante. Quando si sentirono i piedi intorpiditi, lui l'aiutò a scendere e a tornare sull'erba. 15


«Giocate ancora con le bambole?» le chiese, rimettendosi gli stivali. Olivia si scosse il vestito, sollevata di vedere che era ancora quasi tutto asciutto. «A volte.» «Bene. Allora seguitemi.» E cominciò ad allontanarsi. «Mr. Weston!» A quell'indignato richiamo lui si voltò. «Chiamatemi Jamie. Oppure James, se proprio volete. Tanto vale che veniate a conoscere le mie sorelle, che oggi mi hanno fatto scappare di casa perché continuavano a pregarmi di giocare insieme a loro. Mia madre ha detto che dovevo accontentarle, ma a loro non piace il mio modo di giocare con le bambole» le spiegò con aria mesta. «Perché mai non si può mettere un bel vestito a una bambola e poi farle fare un bel duello con un'altra? Che altro hanno le bambole da fare tutto il giorno?» Scrollò le spalle. «Voi forse saprete fare meglio quello che vogliono loro.» «Ma... io non posso...» «Perché no?» «Non posso andare in città senza permesso» confessò infine lei, anche se era molto curiosa di conoscere le sue sorelle. I suoi genitori consideravano ben poche delle famiglie locali al loro livello, così a Olivia e Daphne non era permesso frequentare le altre bambine. E anche se lei non trascorreva molto tempo a giocare con le bambole, non le sarebbe dispiaciuto vedere quelle delle Weston, che di certo dovevano essere più belle delle sue. Se però sua madre l'avesse scoperta, lei sarebbe finita nei guai. James Weston sogghignò, come se pregustasse un'altra vittoria. «Noi non viviamo più in città. Questa settimana ci siamo stabiliti a Haverstock House, sulla collina.» Olivia spalancò gli occhi. Haverstock House era 16


la casa più bella della contea e sorgeva tra Kellan Hall e la città. Un tempo era appartenuta al Conte di Malke, che però, dalla morte della moglie, ci veniva di rado. Ora la possedevano gli Weston? «Credo che mia madre verrà presto a far visita alla vostra, ora che siamo vicini» continuò lui. «Credete che allora vi permetterà di venire?» Olivia ne dubitava. «Forse.» Jamie Weston le scoccò il suo solito sogghigno. «Scommetto un penny che lo farà.» Con grande sorpresa e delizia di Olivia, sua madre parlò degli Weston proprio quella sera. «Haverstock House!» esclamò. «Hanno comprato Haverstock House! In città ne parlano tutti. Che cosa sta diventando questa zona, Sir Alfred?» Il padre grugnì. «Ho sentito dire che l'hanno pagata una bella somma. L'amministratore di Lord Malke ha parlato di carri e carri di mobili arrivati da Londra.» «Non mi dite!» «E invece ve lo dico. Sono ben provvisti di denaro.» Il padre posò gli occhi su Olivia che, seduta in un angolo, si esercitava al ricamo. «Al loro ragazzo sembra piacere la nostra Olivia.» Invece di protestare che lei era soltanto una bambina, sua madre si voltò di scatto a guardarla, come se avesse avuto un'idea. «Davvero lui...?» Tuttavia, sebbene Olivia fosse curiosa di sapere che cosa stesse per dire, la conversazione non proseguì. Pochi giorni dopo, proprio come aveva previsto James, Mrs. Weston venne a far visita a Lady Herbert. Olivia la vide soltanto andare via, ma il giorno seguente James si presentò a Kellan Hall. Salutò sua madre con impeccabile, accattivante cortesia, 17


poi guardò lei. «Sono venuto ad accompagnare Miss Herbert a Haverstock House.» Olivia riuscì a stento a non strabuzzare gli occhi come una sciocca, ma sua madre si illuminò in volto. «Ma certo. Olivia, prendi il cappellino. Mrs. Weston ti ha invitato a far visita alle sue figlie e io acconsento. Le buone compagnie sono importanti perché i giovani crescano educati e rispettabili!» «Sì, madre» si sforzò di rispondere lei, mentre il cuore le faceva una capriola nel petto. Poi corse a prendere giacchetta e cappellino. Mentre uscivano, James le sorrise. «Ve lo avevo detto che mia madre sarebbe venuta.» Olivia non poté trattenere una risatina eccitata. «Ma non credevo che questo sarebbe stato il risultato!» Da quel giorno le fu consentito di andare dagli Weston quasi ogni volta che lo voleva. Anche Daphne venne invitata, ma ci andò di rado e smise del tutto quando ebbe una discussione con Penelope Weston sull'opportunità che alle signorine fosse concesso o no condurre le carrozze. Lei, invece, divenne presto molto amica di Abigail e Penelope che, nel corso degli anni, le divennero care come sorelle. Spesso anche Jamie era con loro, anche se si fece vedere sempre di meno a mano a mano che diventavano tutti più grandi. Lui non venne mandato in collegio come la maggior parte dei giovani della sua età, ed ebbe una lunga serie di tutori e istruttori. Mr. Weston, poi, viaggiava di frequente per affari, e sovente portava il figlio con sé. Quando Olivia un giorno gli chiese se si annoiasse, lui le rispose che invece si divertiva parecchio. «È molto meglio che restarsene a casa a imparare verbi latini. Preferisco mille volte visitare fabbriche 18


e cantieri navali. Persino incontrare i banchieri è più interessante che fare esercizi di matematica.» Lei fu costretta a sorridere. «Ebbene, se la mettete così, forse concordo.» «Voi siete troppo facile da persuadere, Livie» replicò Jamie ridendo. «Vi lascereste convincere a ogni sorta di pessimo comportamento, non è così?» Soltanto da te, pensò Olivia. Lui era stato capace di sviarla dalla retta via sin da quella prima mattina in chiesa. «Non so cosa intendiate» ribatté invece. «Io sono una ragazza molto rispettabile.» «Eppure mi piacete» ribatté Jamie, serio. Lei allora gli fece la linguaccia e lui le tirò i capelli, proprio come avrebbero fatto qualunque fratello e sorella.

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A spasso con un libertino EVA LEIGH LONDRA, 1816 - Eleanor Hawke dirige un giornale di pettegolezzi. Daniel Balfour, Conte di Ashford, ne è il principale soggetto! E le propone di accompagnarlo nel mondo del vizio.

La missione della novizia MARGARET MOORE INGHILTERRA, 1214 - Sir Gerrard non è più il dissoluto perdigiorno di un tempo. L'improvviso ritorno a Dunborough di Celeste D'Orleau rischia però di vanificare ogni suo sforzo.

Passato, scandali e fiori d'arancio CAROLINE LINDEN INGHILTERRA, 1822 - Rimasta vedova e senza denaro, Olivia è perseguitata da Lord Clary, intenzionato a sposarla. Ma in suo aiuto arriva proprio l'amato James Weston e...

Per il cuore di un'attrice ELIZA REDGOLD LONDRA, 1852 - Deciso a dimostrare che tutte le attrici sono cacciatrici di titoli, Darius Carlyle, Duca di Albury, scommette che persuaderà Calista Fairmont a sposarlo. Peccato che...


Un dono inaspettato ANNIE BURROWES LONDRA, 1815 - Julia Whitney decide di sedurre il giovane che ama. Ma non ha considerato di commettere un terribile errore ed essere colta in flagrante con l'uomo sbagliato...

La maschera del libertino EVA LEIGH INGHILTERRA, 1816 - La più grande passione di Cameron Chalton, Visconte Marwood, è il teatro. Assieme a quella per la sua autrice preferita, Margaret Delamere, che però...

Un campione per Miss Jenna BRONWYN SCOTT INGHILTERRA, 1838 - Hayden Islington è un ex investigatore con la fama di seduttore. La bella Miss Jenna Priess gli affida un incarico pericoloso, soprattutto per il suo cuore!

Inciso nel cuore ELISABETH HOBBES INGHILTERRA, 1340 - Joanna viene respinta dal cavaliere che ama e costretta a sposarne il fratellastro. Ma quell'unione forzata diventerà un legame dolce e profondo grazie a... Dall'1 dicembre


QUELLO CHE LE LETTRICI VOGLIONO. Questo mese per voi...

COSA C’È DI PIÙ MAGICO NATALE? SOPRATTUTTO QUANDO SOTTO L’ALBERO SI TROVA… L’AMORE. DELLA NOTTE DI

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