Passione ad alta velocita'

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I tuoi sogni più hot si stanno per avverare…

I romanzi che hai sempre desiderato ma non hai mai osato chiedere U   ,         . I       … “Vorrei che i romanzi di Jo Leigh non finissero mai… una lettura intrigante.“ Goodreads Reviews

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PASSIONE AD ALTA VELOCITÀ SAMANTHA HUNTER


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Rock Solid Harlequin Blaze © 2015 Samantha Hunter Traduzione di Anna De Figueiredo Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2016 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Temptation giugno 2016 Questo volume è stato stampato nel maggio 2016 presso la Rotolito Lombarda - Milano HARMONY TEMPTATION ISSN 1591 - 6707 Periodico mensile n. 347 del 18/06/2016 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 128 dello 07/03/2001 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


Prologo «Io non mi ritiro» dichiarò Brody in tono secco e definitivo. «Mi hai chiesto di pensarci e ci ho pensato. Ma la risposta è no.» Jud Harris si sporse in avanti. Era il responsabile delle campagne pubblicitarie e portavoce della grossa società che lo sponsorizzava da cinque anni e gli aveva consentito di correre su pista nella categoria stock car, berline preparate ad hoc per quell'uso. «Spiacente Brody, ma temo che la tua non sia una opzione fattibile. Dopo la pessima figura a quel club equivoco non sono riuscito a ottenere altro dai dirigenti della compagnia. Già è tanto che abbiano accettato di non mollarti del tutto. Non hai scelta. Devi far buon viso a cattivo gioco e collaborare. In altre parole rimediare al danno comportandoti bene e tenendoti lontano dalle luci della ribalta. Evita guai, complicazioni e cattiva pubblicità.» Far buon viso a cattivo gioco. Col cavolo! Brody strinse i pugni sotto il tavolo sforzandosi di dominare la collera mentre cercava di mantenere la voce controllata. «Ho un conto in banca assai ben nutrito, Jud. Sono perfettamente in grado di finanziare il mio team e la mia macchina.» 5


Con ogni probabilità avrebbe prosciugato ogni suo risparmio ma avrebbe potuto andare avanti per un anno o due fino a che non avesse trovato un altro sponsor. Sempre che tu riesca a trovare un altro sponsor, lo tradì il suo cervello inviandogli quel pensiero spiacevole. «Ragiona, amico. Se noi ti molliamo è una tragedia, e lo sai. Anche gli altri sponsor seguiranno il nostro esempio. Siamo passati sopra a molte cose in questi anni, ma ora dobbiamo mettere un argine ai danni. Ti chiediamo soltanto di metterti da parte per qualche tempo. Sta' fuori dai guai e dalle riviste scandalistiche.» Lui imprecò tra sé sapendo che Jud aveva ragione. Sponsorizzare non era solo questione di denaro. Gli sponsor erano una parte dell'immagine della squadra e un voto di fiducia. Creavano anche una comunità. Persone che lavoravano o si adoperavano per la sua crescita o anche clienti stessi dello sponsor che sostenevano e supportavano la macchina e l'intero team. «Ti ho spiegato il motivo per cui mi trovavo lì.» «E io ti ho già spiegato che non importa quanto è realmente accaduto. Quello che conta è quanto è apparso in televisione ed è stato scritto sui giornali.» Brody si alzò in piedi. Aveva bisogno di prendere delle distanze prima di perdere sul serio le staffe. Era perfettamente consapevole che ciò che Jud diceva era vero. Ed era proprio per quella ragione che gli rodeva il fegato. Si era trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. E tutto per aiutare un amico, un caro amico sposato, che lo aveva chiamato da un famoso locale a luci 6


rosse perché troppo ubriaco per guidare. Ovviamente i reporter, sempre nei paraggi di quel tipo di night nella speranza di ricavarci una storia piccante, lo avevano immortalato mentre usciva di lì alle tre del mattino. Era stato giudicato in base alle apparenze e a quanto riportato sui giornali. Colto purtroppo in una situazione incresciosa senza che potesse rivelare il vero motivo della sua presenza sul posto. Almeno non pubblicamente. Non gli importava in realtà proteggere l'amico, il quale non avrebbe dovuto andare in quel locale, quanto piuttosto i tre bambini che l'individuo in questione aveva a casa. Non avevano certo bisogno di vedere la foto del padre sulle notizie di cronaca. Non in quelle condizioni. Così aveva lasciato che l'opinione pubblica pensasse ciò che voleva. L'immagine di playboy impenitente che si era guadagnato negli anni avrebbe facilmente assorbito la faccenda come un capitolo in più della storia dello scapestrato Brody Palmer. Jud interpretò il suo silenzio come una possibile resa e continuò a fargli pressione. «Tra l'altro non si tratta di un vero ritiro. Sarà tutta una montatura a esclusivo beneficio dei media. Amplificherà l'interesse nei tuoi confronti. I tuoi fan ti adorano. Sentiranno la tua mancanza e ti chiederanno a gran voce di tornare. Cosa che tu farai al momento giusto e sarà un avvenimento. Sono operazioni che si fanno spesso nel mondo dello sport.» «E nel frattempo che diavolo dovrebbe fare il sottoscritto?» «Darti una calmata. Sistemarti. Trovarti una brava 7


ragazza, per esempio, e sposarti... o almeno fidanzarti. Puoi sempre rompere in un secondo tempo. Organizzeremo alla grande il tuo rientro. Salterai solo una stagione e alla prossima sarai più grande che mai. Il gioco sta cambiando, Brody. La gente pensa di più alla famiglia al giorno d'oggi, è più orientata sugli affetti genuini. Il tuo stile di vita... Be', cerca di capire, dobbiamo difendere il marchio, la nostra immagine» concluse con fermezza. Lui aveva l'impressione che la testa gli esplodesse mentre l'altro parlava. Se l'era sempre goduta. Si era sempre divertito. A bordo della sua macchina era un vero professionista, serio e concentrato. Ma nella vita privata faceva quello che voleva. Seguiva solo le sue regole. Sino a quel momento. Correre su pista era la sua vita. Guidare la macchina da corsa era come respirare per lui. Solo l'idea di dovervi rinunciare... No, non poteva assolutamente lasciare che accadesse. Se lo sponsor si fosse ritirato, le conseguenze sarebbero ricadute sull'intera squadra. Non si trattava soltanto di lui. Ci sarebbero andati di mezzo stipendi, reputazione e futuro di tante altre persone. Certo, avrebbero potuto trovare un altro lavoro ma non subito. E non tutti. «Continuerete a pagare regolarmente ogni membro del team?» chiese in tono severo. «Senza alcun dubbio. Diremo che rientra nel nostro accordo iniziale. Che fa parte delle condizioni del contratto e che verranno pagati per l'intera stagione. Ma non dovranno mai sapere la verità. Nessuno deve venirne a conoscenza. Se succedesse, sarebbe un guaio 8


per tutti, capito? A quel punto il nostro patto cadrebbe. Sono stato chiaro?» Brody annuì. «Fidati» proseguì Jud. «Funzionerà. Ma tu devi fare la tua parte e cambiare radicalmente il tuo comportamento. Dieci anni fa potevi anche continuare come se nulla fosse, dopo un fatto del genere, ma adesso la gente è meno propensa ad accettare condotte sregolate da atleti e in genere da uomini che praticano sport a livello agonistico.» Aveva capito benissimo. Doveva smettere di correre per un anno e mentire a tutti quelli che conosceva. Lo capiva sin troppo bene. E non gli piaceva per niente. C'erano alcune linee che lui non oltrepassava mai. Al di là delle quali non si era mai spinto. Non andava a letto con donne sposate, non veniva mai meno a una promessa e non mentiva mai. Aveva abbastanza vizi e peccati che lo facevano una presenza fissa sui tabloid, ma quelle erano tre regole che aveva sempre rispettato. A quanto sembrava sino a quel giorno. Ogni fibra del suo essere si rifiutava di accettare anche solo l'idea, però doveva pensare al team e al suo futuro. In fin dei conti si trattava solo di una stagione e poi sarebbe tornato. Più forte e combattivo che mai. Su quel punto non avrebbe sentito ragioni. «Okay. Prepara i documenti.» Uscì dall'ufficio prima di ascoltare la replica di Jud ma quando si trovò fuori, in pieno centro di Manhattan, rimase fermo sul marciapiede sentendosi perso. E mentre si mescolava alla folla di gente sulla strada, non riuscì a fare a meno di chiedersi che diavolo avrebbe fatto di se stesso in quell'anno di inattività. 9


1 Hannah Morgan sedeva da sola a un tavolo di un bar scarsamente illuminato di Atlanta, un piatto di costolette intatto alla sua sinistra, una bottiglia di birra a destra e il computer portatile aperto di fronte. Con un brontolio di frustrazione all'indirizzo del laptop lo mise di lato per dedicarsi al cibo, che mandava un profumino davvero invitante. Due mesi prima lasciare il suo lavoro come ragioniere contabile le era sembrata la decisione giusta da prendere, ma al momento cominciava a nutrire qualche dubbio. Dopo essere stata scavalcata per l'ennesima volta in una promozione, aveva preso il coraggio a quattro mani ed era andata a parlare col suo capo. Gli aveva chiesto, senza peli sulla lingua, per quale motivo non era mai stata ritenuta in grado di salire di livello nella compagnia in cui aveva sempre lavorato con impegno e dato il meglio di sĂŠ. Sei troppo prudente, ti mantieni troppo sul sicuro per dedicarti ai nostri clienti piĂš importanti, Hannah, le aveva detto il diretto superiore. Hanno bisogno di qualcuno con maggior inventiva, qualcuno che trovi soluzioni creative. 10


Troppo prudente? Non si era mai resa conto che nel campo dell'amministrazione finanziaria avere buonsenso ed essere responsabile fosse un difetto, rifletté fumando di rabbia mentre addentava con vigore una costoletta. Be', aveva dimostrato che si sbagliavano di grosso. Si era licenziata. Il che non era certo andare sul sicuro. Come non lo era andarsene in giro per il paese a esplorare diverse possibilità e cercare di iniziare una nuova carriera. Adesso stava decisamente operando al di fuori degli schemi. Alla faccia vostra! Aggrottò la fronte, arrabbiata, mentre si leccava la salsa piccante dalle dita e prendeva un'altra costoletta. Aveva saltato il pranzo per lavorare alla creazione del proprio blog fotografico, La grande avventura di Hannah. Non che sino a quel momento la storia fosse stata molto avventurosa. In realtà non aveva fatto nulla che si potesse anche lontanamente avvicinare alla parola avventura. Eppure lei aveva tentato, si era sforzata ma rischio e avventura non le erano congeniali, né le erano mai venuti naturali. Diede un'occhiata ai commenti che aveva ricevuto sul blog. Simpatico. Carino. Bello. C'era anche uno che chiedeva di mettere qualche fotografia personale e quando sarebbe venuta nella sua città. Accidenti, quello non era certo il genere di av11


ventura che stava cercando. Sfortunatamente anche se era piuttosto attiva sui social media e aggiornava sempre il blog, il traffico era scarso. Ma aveva appena incominciato. Non era ancora pratica. Ci sarebbe voluto del tempo per diventare qualcuno di veramente interessante e farsi un nome. Con un grosso sospiro spinse di lato il piatto e si rimise davanti al computer ben decisa a non mollare. Almeno poteva terminare un esercizio del corso online di scrittura a cui aveva aderito. Anni come ragioniere contabile l'avevano lasciata piuttosto arrugginita quanto a capacità di scrivere. Era appena riuscita a concentrarsi quando qualcuno si sedette di fronte a lei. «Non le piacciono le costolette?» Un gran bel ragazzo, fornito di un sorriso malandrino oltre che del tipico accento sexy del sud, la stava fissando con aria interrogativa. Hannah rimase per un attimo confusa, la mente vuota. «Oh, no! Sono squisite» si affrettò a rispondere, notando un secondo dopo che la T-shirt che indossava recava stampato il nome del locale sulla stoffa di cotone ben tesa sui muscoli pettorali. «Sono contento. Ho ritenuto di venire a controllare quando ho visto che ha spostato di lato il piatto. Devo assicurarmi che i clienti siano soddisfatti, specialmente quelli più carini» terminò con un sorriso, facendola scoppiare a ridere. Aveva un fisico magnifico e fascino da vendere e a quanto pareva stava decisamente flirtando. A quel punto il blog perse ogni importanza. «Grazie» mormorò, facendosi intimamente pic12


cola piccola perché non era nemmeno brava a civettare con gli uomini. «Mi chiamo Jarvis» le disse tendendole la mano. «Lavori qui vicino o frequenti l'università?» aggiunse guardando con interesse il computer aperto. Hannah gli prese la mano, trovando la sua stretta piacevole e calda, forte ma non opprimente. Lasciò che gliela tenesse qualche secondo di più e le piacque come alla fine gliela premette con delicatezza. «Né l'uno né l'altro. Sono una fotogiornalista. Be', diciamo che vorrei esserlo. È qualcosa che ho sempre voluto fare sin dal college ma non sono riuscita a realizzarla. Così mi sono presa un anno sabbatico per viaggiare in lungo e in largo per il paese, per esplorare, cercare scene insolite e creare un mio blog. Tentare di sviluppare questa mia idea, questo sogno. E vedere che ne esce...» s'interruppe prima di fare la figura della sciocca rendendosi conto che stava parlando a vanvera. A quel tipo non interessava affatto la storia della sua vita. «Quindi sei soltanto di passaggio?» s'informò Jarvis in tono decisamente più partecipe. Era ovvio che non era alla ricerca di un rapporto impegnativo né tantomeno di un coinvolgimento reale. Il che a lei andava benissimo. Hannah stava per rispondere quando su uno dei televisori accesi nel locale mandarono in onda le notizie sportive e comparve una figura che ben conosceva. Brody. L'immagine del famoso pilota da corsa occupava l'intero schermo e come al solito la fece restare sen13


za fiato. Per la miseria, sembrava che ci fosse sempre qualcosa che congiurasse per farglielo ricordare! La copertina di una rivista, un telegiornale, un fan, o meglio una fan, col suo viso o il suo numero di macchina sulla T-shirt, oppure uno sticker attaccato al finestrino di un'auto. Anche dopo il suo ritiro avvenuto sei mesi prima. Non poteva sentire cosa diceva il giornalista ma l'immagine risaliva almeno a un anno prima, poco dopo che si erano lasciati. I titoli dicevano che ben cinque piloti ultimamente avevano abbandonato il circuito. «Ti piacciono le corse?» La voce di Jarvis la fece sobbalzare. Hannah distolse lo sguardo dal video. «No... non proprio. Lui è... ecco... un amico. Ma è tanto che non ci vediamo.» «Frequenti compagnie interessanti.» Una volta. Una volta aveva fatto coppia fissa con Brody Palmer. Un mese fantastico. Una delle esperienze più belle che avesse mai avuto. La sua unica, vera avventura. Sorrise al bel ragazzo che aveva di fronte, sforzandosi di togliersi Brody dalla testa. Non aveva l'abitudine di rimorchiare uomini nei bar o permettere che la rimorchiassero. Ma le cose erano diverse adesso. O almeno lei desiderava che lo diventassero. Per cui si concentrò su Jarvis. Era vero, in carne e ossa e le stava davanti. Non una figura apparsa alla televisione o un ricordo del passato. Chissà, forse il barista sexy era esattamente quello di cui a14


veva bisogno per collezionare nuove, eccitanti avventure. «Avevo in programma di partire domani ma sono flessibile» aggiunse, sentendosi molto orgogliosa di quella battuta maliziosa. Bevve lentamente un sorso di birra e lo guardò al di sopra del bordo del bicchiere. Un quarto d'ora dopo si stavano baciando in quello che si rivelò l'ufficio di Jarvis. A quanto pareva lui era il proprietario del locale, il che era un dato positivo dato che la stanza era davvero accogliente, con un delizioso divano in pelle e una grande scrivania. Al momento la teneva stretta a sé mentre cercava di arrivare al reggiseno. Bisognava dire che si muoveva alla svelta e con esperienza e lei lo lasciò fare, cercando di godere delle sue carezze e di cacciare via dalla mente l'immagine di Brody sullo schermo insieme al ricordo dei suoi baci e del suo tocco ipnotizzante. Ma era troppo tardi. Non riusciva a fare altro che pensare a lui. Cosa combinava da quando si era ritirato? Aveva preso in considerazione l'ipotesi di chiamarlo, ma alla fine non le era sembrato saggio. Mentre le labbra di Jarvis scivolavano suadenti e sensuali lungo il collo, lei continuò a perdersi nei suoi pensieri. Chissà, forse a Brody avrebbe fatto piacere rivedere una vecchia amica. Forse avrebbe anche potuto aiutarla a buttarsi nella mischia. Diventare la prima storia reale ed eccitante per il suo blog. Perché no? Si stava impegnando a scrivere qual15


cosa di stimolante e avventuroso e la persona più eccitante che aveva conosciuto viveva a sole otto ore di distanza. Avrebbe accettato di incontrarla? Di parlarle? E se si fosse rifiutato? «Hannah?» la voce profonda di Jarvis irruppe nelle sue folli elucubrazioni. Si tirò indietro e la guardò con espressione interrogativa. Si era accorto che lei si era trasferita altrove, almeno con la testa. «Scusa... mi dispiace. Non avrei dovuto... Dobbiamo smettere.» «Come?» Lui appariva più sconcertato che arrabbiato, ma Hannah non se la sentiva di continuare. «Ho fatto qualcosa...?» «No, no. Tu non c'entri. Te lo giuro, è tutta colpa mia. Sono troppo distratta. Troppe cose per la mente. È che... devo proprio andar via.» La lasciò subito libera dall'abbraccio e lei si scusò ancora una volta, a mala pena consapevole dello sguardo stupito di Jarvis mentre già immaginava l'incontro con Brody. Se avesse potuto fargli qualche foto per il blog, sarebbe stato fantastico. Allora sì che le cose si sarebbero sviluppate. Si era ritirato però. Cosa faceva? Come occupava il suo tempo? Quelle erano notizie che sicuramente avrebbero attratto l'attenzione. Sempre che lui fosse stato d'accordo. E perché non avrebbe dovuto? Si erano lasciati senza scenate, civilmente, da buoni amici. Dunque non doveva aver paura. Se voleva davvero sfondare, era necessario tirare fuori coraggio e grinta. 16


Si sistemò i vestiti prima di attraversare la cucina e tornare al bar convincendosi che era la decisione giusta da prendere. Che Brody sarebbe stato felice di rivederla. Che desiderava rivederla quanto lo voleva lei. Brody si tirò su di scatto dal letto, immediatamente all'erta mentre si guardava intorno nella stanza. La luce del sole filtrava calda attraverso le tende tirate costringendolo a socchiudere gli occhi per controllare che ora fosse sulla radiosveglia. Erano appena passate le nove. Non ricordava nemmeno quando era andato a dormire. Ma doveva essere stato comunque molto tardi. Ultimamente le giornate passavano lente, si srotolavano una dopo l'altra anonime e opprimenti. Scrutò la bottiglia di scotch sul cassettone e il bicchiere sul comodino. Allora si ricordò che la spalla gli aveva fatto un male cane la sera prima e che l'alcol aveva avuto un effetto più potente degli antidolorifici prescrittigli dal dottore. Be', più potente ma non risolutivo purtroppo. Il suo cavallo lo aveva disarcionato e cadendo aveva battuto la schiena e si era provocato una lussazione alla spalla. Niente di rotto per fortuna. Che fortuna! Se fosse stato alla guida della sua macchina invece che in sella a Zip non gli sarebbe successo niente del genere. Zip era un bellissimo, giovane Thorouhgbred che aveva adottato, prendendolo dalla scuderia che trattava cavalli di razza destinati alle corse ma problematici. 17


Correre su pista sarà stato anche pericoloso, ma quella vita tranquilla e noiosa lo stava uccidendo. Non era fatto per la quiete e la monotonia. Almeno era tornato dove poteva fare qualche attività con i cavalli e guidare. Per diverse settimane dopo essere stato costretto a mettersi da parte, aveva pensato che sarebbe diventato pazzo per la noia. Continuava a contare i giorni che mancavano per la fine di quell'esilio forzato dalle piste ufficiali. Una cosa era certa, non sarebbe finito mai troppo presto. Fu a quel punto che si rese conto di cosa l'aveva svegliato mentre il profumo di caffè s'insinuava nella camera attraverso la porta aperta. C'era qualcuno al pianterreno. Era stato con una donna quella notte? Non credeva di aver bevuto tanto da arrivare a dimenticare un simile particolare. Sebbene lo sponsor si fosse raccomandato di comportarsi bene, Brody non era stato così bravo. Aveva avuto diverse avventure senza importanza da quando si era ritirato. Non si poteva pretendere che diventasse casto e puro all'improvviso. Non che esistesse una minima possibilità che potesse avverarsi un tale miracolo, comunque. E poi doveva fare qualcosa, per la miseria! Aveva avuto gli operai per parecchi mesi mentre ristrutturava di sana pianta la vecchia fattoria di famiglia e si era dedicato di nuovo ai cavalli ma, a parte tutto, il sesso costituiva l'unica reale tregua, una sorta di sospensione temporanea a quell'esistenza piatta. L'unico guaio, piuttosto serio tra l'altro, era che dopo l'annuncio fatto dagli sponsor che lui stava pensando di sistemarsi, non poteva portare 18


in casa una ragazza senza che quest'ultima non tentasse di mettervi le radici. Adesso evitava persino di uscire. Aveva la sensazione di essere dietro le sbarre di una prigione. Si alzò con un sospiro di frustrazione e andò a sbirciare dalla finestra. «Porca miseria!» imprecò vedendo parcheggiata di fronte alla casa una macchina sin troppo familiare. Doveva essere più ubriaco del solito per essere finito a letto con Jackie. Che pasticcio! «Ehi, bel pupo sexy. Hai fame?» Jackie era in piedi sulla soglia, un sorriso smagliante dipinto sul viso mentre gli si avvicinava e gli metteva le braccia al collo, baciandolo prima che lui potesse dire una parola. Brody girò la testa di lato interrompendo il bacio e togliendosi le sue braccia di dosso. «Che ci fai qui?» Lei scrollò le spalle, facendo il broncio. «Ero nei paraggi, così ho pensato di venire a farti una sorpresa e prepararti la colazione.» Lui si sentì subito meglio. «Quindi sei appena arrivata?» «Be', veramente un'ora fa. Ho comprato i muffin nella panetteria che ti piace tanto, ho preparato il caffè e potrei anche cuocere un paio di uova. Conoscendoti ho dato per scontato che avresti gradito toglierti prima un tipo di appetito e poi...» Brody si allontanò con un grosso sospiro. Aveva tentato di mettere parecchia distanza tra lui e Jackie. Glielo aveva spiegato una marea di volte ma 19


la ragazza era molto più ostinata di quanto si era aspettato. Era stata la sua ragazza durante il liceo e quando era tornato... Okay, era stato un impulso. E un errore madornale. Per fortuna quella notte non aveva peggiorato la situazione. Lei sapeva dove teneva la chiave di emergenza e chiaramente l'aveva adoperata. Afferrò i jeans abbandonati sulla sedia e se li infilò in fretta. «Per quanto mi riguarda puoi anche non vestirti.» Brody si limitò a fulminarla con lo sguardo mentre usciva dalla stanza. Sentì alle sue spalle il rumore dei tacchi lungo la scala di legno che portava al piano inferiore e direttamente davanti alla porta di casa. «Jackie, ti sono grato per la colazione...» «Allora dimostralo» tubò lei, accostandosi di nuovo e mettendogli un braccio intorno alla vita. Con un sospiro di pura irritazione la allontanò da sé facendo anche un passo indietro. Possibile non capisse che non era interessato? La sua pazienza era agli sgoccioli. «Devi andar via» dichiarò secco. «Lo sai bene. Ne abbiamo già parlato a sufficienza.» Gli occhi grigi lampeggiarono combattivi mentre si metteva le mani sui fianchi preparandosi a dargli del filo da torcere, ma qualcuno bussò proprio in quel momento facendo trasalire entrambi. Lui emise un brontolio esasperato. Chi altri aveva avuto la brillante idea di venire a rompergli le scatole così presto? Il ranch era piuttosto isolato ma 20


fan e reporter riuscivano a trovarlo più spesso di quanto gli facesse piacere. «Aspetta» disse a Jackie, girandosi per aprire. Quando spalancò la porta rimase di sasso. Tutto si sarebbe aspettato tranne di vedere un paio di bellissimi occhi blu molto familiari che lo fissavano.

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345 Pelle contro pelle di Kira Sinclair Ora che Jackson è vicino a scoprire quello che sta cercando da una vita, ovvero il relitto della leggendaria nave Chimera, non può permettersi di lasciarsi distrarre dalle curve mozzafiato di Lorelai, soprattutto se questo significa concedere un vantaggio alla squadra di ricerche avversaria.

346 Seduzione senza regole di Vicki Lewis Thompson Benvenuti al Thunder Mountain. Quando la famiglia chiama, Damon risponde. Questa volta l'hanno coinvolto in un progetto ambizioso che lo vedrà collaborare fianco a fianco a un carpentiere di nome Phil Turner. L'ultima cosa che Damon si aspetta, però, è di trovarsi faccia a faccia con una donna magnetica e sensuale.

347 Passione ad alta velocità di Samantha Hunter Il pilota Brody Palmer ha bisogno di ripulire la propria immagine. Hannah invece di dare una scossa alla propria vita. Cosa c'è di meglio di un finto fidanzamento per accontentare l'uno e l'altra? Giornate adrenaliniche e notti infuocate, sembra proprio il programma perfetto. A meno che non commettano l'errore di innamorarsi.

348 Palcoscenico bollente di Regina Kyle Per la drammaturga Holly, Broadway potrebbe rappresentare la grande occasione. Per questo non si deve lasciare distrarre da Nick, star dello spettacolo, nonché suo primo amore del liceo. Nick invece può dimostrare di essere un attore di talento e allo stesso tempo esplorare l'alchimia che da sempre lo lega a Holly.


DAL 4 AGOSTO 349 Il mio obiettivo sei tu di Erin McCarthy Emma prende il proprio mestiere di giornalista molto seriamente ed è per questo che, quando in città arriva un celebre fotografo di nudo, lei non ha alcun problema a farsi ritrarre vestita soltanto di pitture. Unica nota stonata in una giornata perfetta: la presenza di Kyle, suo collega e inguaribile seduttore.

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I confini del peccato di Vicki Lewis Thompson Benvenuti al Thunder Mountain. Tornato a casa con l'intento di salvare il ranch dei genitori, Finn si vede costretto a collaborare con un guru del marketing, nonché l'unica donna che l'abbia mai indotto in tentazione. Chelsea intanto si rende conto che Finn si è trasformato da serio imprenditore in cowboy irresistibile.

351 Seduzione ai Caraibi di Jillian Burns Per salvare il suo blog Carly si è dovuta inventare un vero e proprio concorso di bellezza, ma non si aspettava che il vincitore fosse così sexy. Joe è un concentrato di carisma e ormoni, ma se a letto fanno scintille, fuori sono l'uno l'opposto dell'altra. La loro storia è destinata a finire non appena scesi dalla nave, a meno che...

352 Una lista provocante di Susanna Carr Christine ha deciso che è giunta l'ora di spuntare qualche voce dalla sua lista di cose da fare prima di morire risalente a dieci anni prima. A quella lista però si è aggiunta una voce: andare a letto con Travis Cain. Ma quando la sua avventura di una notte si presenta alla sua porta, cominciano i guai.


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