Passione greca

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Il grande amore di Maya Blake per il mondo dei romanzi rosa è nato all'età di tredici anni, quando per la prima volta prese in prestito dalla sorella uno dei suoi libri d'amore. Di lì a poco, Maya cominciò a sognare di poter scrivere in prima persona una di quelle meravigliose storie caratterizzate dal lieto fine che ogni donna vorrebbe poter scrivere per la propria vita. E quel sogno è diventato realtà... Maya vive nel Sud dell'Inghilterra insieme a suo marito e ai loro due figli. Leggere è tutt'ora una delle sue grandi passioni, e quando non è immersa nelle pagine di un libro le piace nuotare, andare in bicicletta, viaggiare e chattare con le sue fan.


QUELLO CHE LE LETTRICI VOGLIONO. Questo mese per voi...

NORA ROBERTS FENOMENO EDITORIALE DA OLTRE 400 MILIONI DI COPIE VENDUTE NEL MONDO, FIRMA UN’ANTOLOGIA TRAVOLGENTE. “Nora Roberts è una dea.” Amazon Reviews “L’autrice più amata d’America.” The New Yorker

Più volte premiata con il Romantic Times Career Achievement Award, ha conquistato il pubblico italiano con l’irrestibile serie Bellagio Calzature. “Risate e dolcezza: Leanne Banks è il miglior rimedio per lasciarsi alle spalle una giornataccia.” Romantic Times “Quando la vita si fa dura…leggete un romanzo di Leanne Banks!” Janet Evanovich, autrice nella classifica del New York Times

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MAYA BLAKE

Passione greca


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: What the Greek Can't Resist Harlequin Mills & Boon Modern Romance © 2014 Maya Blake Traduzione di Maria Paola Rauzi Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Collezione Harmony novembre 2015 Questo volume è stato stampato nell'ottobre 2015 presso la Rotolito Lombarda - Milano COLLEZIONE HARMONY ISSN 1122 - 5450 Periodico bisettimanale n. 3036 del 24/11/2015 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 22 del 24/01/1981 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


1 Il parcheggio era vuoto come aveva sperato. Dentro la sua Mini, Perla Lowell cercò inutilmente le parole giuste. Quattro righe in due ore erano tutto quello che era riuscita a produrre. Deglutì disperata. Da lì a tre giorni avrebbe dovuto fare il suo discorso davanti a parenti e amici. E non aveva parole. In realtà le aveva, ma nessuna che suonasse sincera, perché la verità... No, non poteva svelare a nessuno la verità. Tutta la sua vita, negli ultimi tre anni, era stata una colossale bugia. Non c'era da stupirsi, dunque, che le sue dita tremassero ogni volta che tentava di scrivere, a causa delle menzogne che avrebbe dovuto perpetuare per salvare le apparenze. Purtroppo non aveva scelta, perché non poteva ripagare la gentilezza ricevuta con l'umiliazione e perché dire o fare diversamente avrebbe portato una devastazione che non avrebbe potuto sopportare. La rabbia si mescolò alla disperazione. Strappò il foglio in due, poi in quattro e infine in otto e quel rumore catartico riecheggiò all'interno dell'abitacolo. A quel punto affondò il viso nelle mani aspettando finalmente l'arrivo delle lacrime, che invece rimasero saldamente al loro posto, come del resto era stato nelle ultime due settimane, punendola per avere osato anche desiderar5


le, quando invece, dentro di sé, in realtà si sentiva sollevata. Lentamente abbassò le mani e guardò fuori dal parabrezza mettendo a fuoco il palazzo di fronte a sé. Malgrado la ristrutturazione, Macdonald Hall aveva mantenuto il suo antico fascino inglese, insieme al suo club a cui si accedeva soltanto su invito. L'unica zona accessibile ai comuni mortali era il cocktail bar, aperto al pubblico dalle sette a mezzanotte. Perla inspirò a fondo, poi fissò i pezzi di carta ammettendo, con un certo senso di colpa, di sentirsi troppo bene a non dover controllare ogni parola, o sorriso, quando invece avrebbe voluto imprecare contro il destino. Purtroppo c'era ancora l'indomani e poi il giorno successivo e quello seguente ancora. Era abbastanza lontana da casa da non essere riconosciuta. In fondo, era per quello che aveva guidato per più di un'ora; voleva trovare un luogo tranquillo per scrivere le parole adatte al suo discorso. Fino a quel momento, però, era stato tutto inutile. A ogni modo non era pronta a tornare a casa e affrontare i gesti compassionevoli e gli sguardi attenti e preoccupati. Si concentrò di nuovo su Macdonald Hall. Un drink, poi avrebbe ripreso la strada di casa per iniziare un nuovo giorno. Recuperò una spazzola nella borsetta e cercò di domare i suoi ricci ribelli. Poi prese il rossetto rosso, un campione che le avevano dato insieme a un libro. In altre circostanze non avrebbe mai osato mettere qualcosa di così audace. Sinceramente trovava quel colore troppo sensuale. Con le dita che le tremavano tolse il cappuccio e se lo stese sulle labbra guardandosi nello specchietto retrovisore. Ma dopo avere visto il risultato si affrettò a recuperare un fazzoletto. Il cuore le 6


martellava nel petto. Ma era davvero così brutto, per una notte, sentirsi una persona diversa da Perla Lowell, una perfetta impostora? Scordare il dolore e l'umiliazione patiti negli ultimi tre anni per qualche minuto? Prima di cambiare idea, aprì la portiera e scese dall'auto. Il suo semplice abito nero senza maniche era appropriato per un cocktail bar di martedì sera. Nel peggiore dei casi le avrebbero chiesto di andarsene. In quel momento, essere cacciate da un esclusivo locale sarebbe stata una passeggiata nel parco in confronto alla monumentale farsa che l'attendeva. Un concierge l'accolse e l'accompagnò. Perla prese nota dell'arredamento di classe e degli shaker in argento che il barista agitava sapientemente mentre parlava con una giovane coppia. Per un istante pensò di andarsene, ma poi avanzò sino alla fine del lungo bancone. «Cosa ci fa una bella ragazza come lei in un posto simile?» le chiese il barista suscitando in Perla una risata amara. «Così va molto meglio. Per qualche istante ho pensato che fosse morto qualcuno senza che venissi informato.» Il sorriso dell'uomo, sicuramente destinato a far impazzire gli ormoni femminili, si allargò mentre la fissava con evidente apprezzamento. «È la seconda persona che entra qui stasera con l'aria di appartenere al club di quelli che vedono tutto nero.» In un'altra vita Perla avrebbe trovato affascinante quel modo di fare, ma sfortunatamente in quella attuale aveva imparato a sue spese che l'apparenza molto spesso ingannava. Si sforzò di sorridere e strinse la borsetta. «Vorrei un drink, per favore.» Il barista si chinò nella sua direzione fissandole ostentatamente la bocca. 7


«Qual è il suo veleno preferito?» Lei avrebbe voluto ordinare un Cosmopolitan, ma non era sicura che fosse ancora in voga. Serrò le labbra prendendo di nuovo in considerazione l'idea di andarsene, tuttavia la sua testardaggine le impose di restare. Era stata obbligata a sopportare già fin troppo, consentendo ad altri di stabilire come vivere la sua vita. Mai più! Evidentemente il rossetto rosso era stata una cattiva idea; attirava attenzioni indesiderate. Raddrizzò le spalle e indicò una bottiglia rosso scuro. «Prendo quello.» Il barista seguì il suo sguardo e aggrottò la fronte. «Martini al melograno?» «Sì. C'è qualcosa che non va?» «È un po'... be', insomma, non mi pare granché.» «Lo prendo comunque.» «Lasci che...» «Dia alla signora quello che desidera» disse una voce bassa e profonda alle spalle di lei. La sua cadenza virile aveva una leggera sfumatura straniera, probabilmente mediterranea, che le procurò un brivido lungo la schiena. Perla rimase immobile al suo posto. Il barista impallidì visibilmente prima di annuire e affrettarsi a preparare il cocktail richiesto. Lei sentiva la presenza silenziosa dello sconosciuto dietro di sé, una forza palpabile che l'avvolgeva con il suo inconfondibile potere. Strinse con più forza la borsetta. «Si volti» le ordinò lo sconosciuto. Perla si irrigidì ulteriormente. «Senta, voglio starmene da sola...» «Si giri, se non le dispiace» ripeté di nuovo l'altro. Quel modo di parlare un po' antiquato incuriosì Perla, tanto che fu tentata di fare ciò che le era stato ri8


chiesto. Comunque non a sufficienza da cedere, per cui lei rimase con lo sguardo fisso davanti a sé. «L'ho appena salvata dal diventare il potenziale obiettivo di un cascamorto. Il minimo che può fare è voltarsi e parlarmi.» «Non ho bisogno del suo aiuto e non ho voglia di parlare con nessuno» ribatté lei. Poi guardò in direzione del barista con l'intenzione di cancellare l'ordinazione. Il lungo viaggio fin lì... l'ispirazione che sperava di trovare... l'idea di un rapido drink... il coraggio di usare un rossetto rosso scarlatto... era stato tutto un disastro. Ancora una volta lottò per tenere sotto controllo le emozioni. Alle sue spalle, l'uomo che pensava di essere il suo salvatore se ne stava immobile in silenzio. Sapeva che era lì perché il suo odore le invadeva le narici e poi sentiva il suo respiro. Di nuovo una sensazione sconosciuta le sfiorò la pelle. A ogni modo, si rifiutò di cedere al desiderio di voltarsi. Sollevò una mano per attirare l'attenzione del barista, il quale però era intento a fissare lo sconosciuto che sprizzava potere da tutti i pori. Lo osservò annuire a un ordine silenzioso, quindi aggirare il bancone e con il suo drink in mano dirigersi verso un angolo tranquillo del bar. Oltraggiata, lei finalmente si voltò per scoprire che l'uomo alto dai capelli scuri e le spalle incredibilmente ampie si era avvicinato al tavolo su cui era stato posato il cocktail che aveva ordinato insieme a un altro, presumibilmente il suo. Spinta dalla rabbia marciò verso di lui. «Cosa diavolo pensa di...?» Lo sconosciuto si girò e a Perla morirono le parole sulle labbra. Era semplicemente... splendido. Lo fissò meravigliata. In quel preciso istante, di fronte alla sua 9


pelle olivastra, i suoi tratti decisi e alcuni capelli grigi sulle tempie, capì che avrebbe fatto meglio a non voltarsi. Avrebbe dovuto seguire il suo istinto e fuggire da quel posto. Possibile che non avesse imparato nulla dai suoi errori? Scosse la testa e cercò di indietreggiare. Non aveva senso stare in quel luogo e fissare un uomo come stava facendo. Vattene! Peccato che i suoi piedi si rifiutarono di ubbidirle. Due intensi occhi nocciola puntarono i suoi, per poi squadrarla dalla testa ai piedi. Perla si ritrovò a trattenere il respiro. «Quel colore è reale?» le domandò lo sconosciuto soffermandosi alla fine sui suoi capelli. «Scusi?» «Quella sfumatura di rosso. È naturale?» «Certo. Perché mai dovrei...?» Perla si bloccò non appena le venne in mente che lui non la conosceva e che quindi non poteva sapere che l'ultimo dei suoi pensieri era la sfumatura dei suoi capelli. Era troppo impegnata a sopravvivere per pensare a simili frivolezze. «Sì, è naturale. E adesso mi vuole spiegare a che gioco sta giocando? È il mio cocktail quello che ha requisito.» «Mi pare che le buone maniere l'abbiano abbandonata, pertanto sto solo cercando di riequilibrare la situazione» disse l'uomo scostandole la sedia. «Si accomodi, per favore.» Perla rimase in piedi e lui fece lo stesso finché lei non emise un sospiro irritato. «I miei modi non mi hanno abbandonata. Casomai è lei che ha voluto prendere in mano una situazione che avevo perfettamente sotto controllo. Credeva forse che il barista mi assalisse davanti ai clienti?» 10


«Quali clienti?» le chiese lui tornando a fissarla. «La coppia laggiù» rispose Perla, accorgendosi però che se n'era andata. Deglutì e aggiunse: «Questo è un posto rispettabile. Cose del genere non accadono». «E questa sua statistica su cosa si basa? È una frequentatrice abituale di Macdonald Hall?» Lei arrossì. «Certo che no. E poi io non sono così ingenua. Pensavo...» «Che i predatori con gli abiti confezionati in Savile Row sono meno viziosi di quelli in tuta e felpa?» Il sorriso dello sconosciuto non raggiungeva gli occhi. «Non è ciò che intendevo. Sono venuta qui per bere qualcosa in un posto tranquillo.» L'uomo indicò di nuovo la sedia. «Può ancora bere il suo cocktail e non deve preoccuparsi di fare conversazione. Possiamo sederci senza parlare.» Quella dichiarazione suscitò in Perla una certa curiosità. O forse voleva semplicemente una distrazione dal dolore e dal caos che l'attendevano non appena uscita da lì. Si impose di guardarlo, cercando di andare oltre la sua bellezza e le spalle ampie sotto l'abito di sartoria. I capelli erano leggermente scompigliati, come se vi avesse passato spesso le mani. Le rughe attorno alla bocca erano profonde e quando osò fissarlo di nuovo negli occhi ciò che vi scorse le fece battere forte il cuore. In quell'istante comprese che non era lì a caccia di una donna vulnerabile, anche se non significava che sarebbe stata al sicuro dal suo fascino sensuale. Il dolore che percepì si conciliava con il suo. Lui socchiuse gli occhi, quasi avesse intuito il corso dei suoi pensieri, serrò le labbra e per un istante lei pensò che avesse cambiato idea riguardo a quell'invito. Ma poi toccò lo schienale della sedia invitandola di nuovo a sedersi. Perla gli ubbidì, e senza dire una pa11


rola lo sconosciuto le allungò il suo cocktail. «Grazie...» mormorò lei. Lui chinò la testa e sollevò il bicchiere in un chiaro invito a un brindisi. «Alla bellezza del tacere.» Lei si sentì invadere da una sensazione irreale. L'alcol le scivolò in gola scaldandola e rinfrescandola allo stesso tempo. L'asprezza del melograno a contatto con la lingua le fece chiudere gli occhi a causa dell'improvviso piacere, per poi riaprirli e accorgersi che lui la stava fissando, affascinato dai suoi capelli. Bevve un altro sorso del suo drink, giusto per fare qualcosa che non fosse guardare quell'uomo bellissimo. Continuarono a bere in silenzio e alla fine, sebbene con uno strano rimpianto, Perla posò il bicchiere vuoto sul tavolo. Lo sconosciuto fece lo stesso. «Grazie.» «Per cosa?» «Per avere evitato chiacchiere superficiali.» «Gliel'ho detto che non era il motivo per cui ero venuta qui. Se avessi voluto conversare avrei portato con me un'amica, oppure sarei arrivata prima, quando c'era più gente. Immagino che lei abbia scelto questo orario per la medesima ragione.» «Immagina giusto» rispose lui e per un attimo sul suo volto apparve una smorfia di dolore. «Allora non ha bisogno di ringraziarmi.» L'uomo tornò a concentrarsi sui suoi capelli, per poi scendere sulla bocca, rendendola consapevole del suo rossetto scarlatto. Involontariamente si leccò il labbro inferiore. Lui emise uno strano suono che le fece venire la pelle d'oca, conscia di non avere mai suscitato in un maschio una simile reazione. Non era sicura se esserne compiaciuta o spaventata. 12


«Alloggia a Macdonald Hall?» gli chiese Perla giusto per spezzare quella sensazione destabilizzante. La mano dello sconosciuto si strinse a pugno. «Per alcuni giorni sì.» «Mi pare di capire dal suo tono che non gradisca la cosa.» «Purtroppo non sempre possiamo decidere del nostro destino. Il fatto che mi debba fermare qui non significa che ne sia contento.» Perla guardò il suo bicchiere vuoto. «Forse avrebbe fatto meglio a ordinare una bottiglia.» Lui si strinse nelle spalle. «Suppongo che bere sia un modo per far passare il tempo più velocemente.» «Quando si è da soli in un bar a mezzanotte, non vedo altri modi di intrattenimento» commentò lei con una voce stranamente roca. «Ma io non sono solo. Non più. Ho salvato una damigella in pericolo e il mio premio adesso è la sua compagnia.» «Non sono una damigella in pericolo. Per quanto ne sa, potrei essere io uno di quei predatori che ha descritto, signor...?» Lo sconosciuto non rispose, mentre si limitava ad annuire in direzione del barista e indicava i loro bicchieri vuoti. «Non credo che dovrei bere ancora.» Lui la fissò con i suoi occhi nocciola. «Abbiamo appena iniziato a conoscerci. Mi stava raccontando che lei potrebbe essere uno spietato predatore.» «E lei voleva essere lasciato solo meno di dieci minuti fa. Ricorda? E poi che cosa le fa pensare che voglia conoscerla?» Il sorriso dello sconosciuto era un curioso misto di sicurezza e commiserazione. 13


«Nulla. Se lo desidera è liberissima di andarsene.» Quelle parole cortesi, miste ad arroganza, urtarono Perla, che tuttavia non riuscì a distogliere lo sguardo dall'uomo. Si inumidì di nuovo il labbro inferiore e subito si pentì di quel gesto quando si accorse della reazione di lui. «Non ho bisogno del suo permesso, comunque rimarrò per un altro drink.» «Efkaristo.» Il modo in cui lo disse procurò una fitta allo stomaco di lei. «Cosa significa?» «Grazie, in greco.» «È greco? Amo la Grecia. Tantissimo tempo fa sono stata a Santorini per il matrimonio di un cliente. Ricordo che all'epoca pensai che mi sarebbe piaciuto sposarmi su quell'isola e...» Perla si bloccò notando che lo sconosciuto si irrigidiva all'improvviso. «Mi dispiace... chiacchiere senza senso.» «Non proprio. Così ama la Grecia? Cos'altro ama?» Lo sguardo di lei cadde sul tavolo, per poi tornare a fissarlo di nuovo. «A questo punto dovrei dire lunghe passeggiate sotto la pioggia con qualcuno di speciale?» «Soltanto se è vero. Personalmente detesto la pioggia e preferisco il sole e il mare.» «E il qualcuno di speciale rimane un optional?» Lui si adombrò ancora, alternando sul suo viso dolore e senso di colpa. «Bisognerebbe essere fortunati abbastanza da avere la possibilità di conoscere questa persona speciale.» Il barista portò le loro ordinazioni. Bevvero in silenzio i cocktail, solo che questa volta, quando l'uomo 14


la fissò, Perla ricambiò lo sguardo. I capelli grigi sulle tempie gli conferivano un aspetto imponente che le causò un aumento dei battiti cardiaci. Aveva un che di familiare; probabilmente doveva averlo visto sui giornali, o in televisione. E poi si trovavano al Macdonald Hall, uno dei club sportivi più esclusivi del paese. Lo sconosciuto strinse le dita attorno al bicchiere e se lo portò alle labbra senza smettere di studiarla. Lei si sentì invadere da un forte calore in luoghi che pensava fossero congelati per sempre. Provò a ripetersi che era colpa dell'alcol, ma poi dovette affrontare la verità: era stufa di mentire a se stessa per alleggerire il dolore. Basta! Era attratta da quell'uomo, dai suoi occhi nocciola, dalla sua mascella decisa... Avrebbe voluto accarezzargliela per vedere se era ruvida per la barba come sembrava. Quel pensiero avrebbe dovuto scioccarla, tuttavia era decisa a non farsi sopraffare dalla vergogna. Di certo non era un crimine guardare. «Stia attenta. Questo lupo grande e cattivo ha denti aguzzi e spietati.» Quell'avvertimento la strappò dai suoi pensieri. Cosa diavolo stava facendo? Perla posò il bicchiere quasi pieno e si alzò afferrando la borsa. «Io... ha ragione. Prudenza di solito è il mio secondo nome. Grazie per il drink... e per la compagnia» disse trattenendo il respiro quando lui si alzò a sua volta, dominandola. «È venuta in macchina?» «Sì, ma praticamente non ho toccato il secondo bicchiere e...» «Il mio autista l'accompagnerà a casa.» Perla non osò immaginare i pettegolezzi se fosse tornata sull'auto di un uomo sconosciuto. Oltretutto considerando che ormai era quasi mezza15


notte e che lei aveva già parecchia carne al fuoco. «La ringrazio, ma non è necessario.» Lui socchiuse gli occhi curvando le labbra in segno di disapprovazione. «Almeno la scorto alla sua macchina.» «Sono perfettamente in grado...» «Non era un suggerimento.» «Non è stato forse lei a mettermi in guardia dai predatori con abiti confezionati a Savile Row?» Di nuovo apparve sul viso di lui un sorriso mesto. Poi estrasse dalla tasca della giacca il cellulare, digitò il numero di emergenza e glielo porse. «Prema questo se non mi comporterò bene. In ogni caso io l'accompagnerò, accertandomi che salga sulla sua auto.» Con la mano che le tremava, Perla prese il telefono. Le loro dita si sfiorarono e lei venne pervasa da un intenso calore. Senza pensarci gliele sfregò, sentendolo trattenere il respiro. Occorsero solo pochi minuti per raggiungere la sua Mini, tuttavia a Perla parve la camminata più lunga della sua vita. Per tutto il tragitto percepì il calore del suo sguardo su di sé. Cercò di non guardarlo per non cedere al bisogno mortificante che aveva messo radici in lei. Tuttavia, a mano a mano che avanzavano, aveva la sensazione di stare combattendo una battaglia persa. Cosa aveva ottenuto andando lì? Niente. Non era nemmeno riuscita a portare a termine il compito che si era controvoglia prefissata. Sicuramente non era sbagliato far durare un pochino più a lungo quegli istanti insieme a un perfetto sconosciuto. Ma chi voleva prendere in giro? Il destino non le era mai stato favorevole, quindi perché quella sera sarebbe dovuto essere diverso? Si fermò accanto 16


alla sua auto e si voltò. Fece un profondo respiro e gli porse il cellulare. «Le avevo detto che non era necessario, comunque grazie di nuovo.» «Non è ancora fuori pericolo.» «Cosa intende?» Lui si avvicinò, avvolgendola con il calore del suo corpo. «Io non voglio terminare la nostra conversazione. Non subito.» Il battito di Perla impazzì. «Perché?» «Perché...» L'uomo scosse la testa adombrandosi e quando indietreggiò lei ebbe paura di perderlo. «Perché...?» Lo sconosciuto si concentrò sul suo viso, poi borbottò qualcosa nella sua lingua. «Dimmi il tuo nome.» A Perla si seccò la bocca. «Pearl» disse vergognandosi per quella piccola bugia, tuttavia il suo nome insolito era stato spesso scambiato per quello più comune di Pearl. Inoltre l'anonimato la faceva sentire meno esposta. Lo sguardo di lui si soffermò sulle sue labbra con intenzioni molto chiare. «Ho l'irresistibile desiderio di baciarti, Pearl. Questo ti fa venire voglia di scappare?» Scioccata, lei osservò i suoi occhi farsi più scuri, più tormentati. E prima di riuscire a bloccarsi gli strinse il volto tra le mani. «No, però mi fa venir voglia di sapere cosa c'è che non va.» L'uomo emise un gemito simile a quello di un animale ferito. «Non voglio annoiarti.» 17


«Cosa ti fa credere che mi annoierò? Forse anch'io ho bisogno di una distrazione. Magari desidero darti quello che vuoi perché è ciò che voglio pure io.» Quella conversazione era davvero assurda, ma anche stranamente giusta. «Fai attenzione a quello che desideri, piccola.» «Sono stufa di stare attenta. A volte lo sono stata fin troppo.» Lui le coprì le mani con le sue provocandole una scarica elettrica. «Non offrire tentazioni che non sei in grado di gestire...» borbottò. «Mi stai sfidando?» «Ti sto dando un consiglio. Non voglio spaventarti, per cui forse dovresti andartene... oppure restare se hai coraggio. La scelta è tua, però decidi in fretta» le sussurrò lo sconosciuto attorcigliandosi una ciocca dei suoi capelli attorno al dito. Prigioniera di un'emozione così estranea, eppure così giusta, Perla colmò l'ultimo spazio tra loro. Subito lui l'attirò contro un torace forte e muscoloso e prima di riuscire a riprendere a respirare la bocca dello sconosciuto catturò la sua. Ogni pensiero sparì dalla mente di lei perdendosi in sensazioni straordinarie. L'uomo la baciò come se avesse bisogno di quel bacio per sopravvivere. Quella consapevolezza, più di qualunque altra cosa, le consentì di godersi il momento e contribuire al piccolo processo lenitivo di cui avevano bisogno entrambi. Con un gemito si strinse a lui finché poté sentire il suo battito cardiaco contro il seno. A quel punto lo sconosciuto la sollevò sul cofano dell'automobile. Poi le affondò le dita nei capelli baciandola con passione crescente. 18


Solo il bisogno di ossigeno li costrinse a separarsi. Perla si toccò le labbra ed emise un suono a metà tra il dolore e il piacere. «Io... io...» Sinceramente non era sicura di quello che voleva dire, ma aveva bisogno di dare un senso a ciò che le stava succedendo. «È abbastanza?» «Niente affatto. Voglio affogare in te. Il tuo sapore è intossicante» le disse l'uomo mormorandole frasi in greco che lei non poteva capire. Poi posò la fronte contro la sua. «È una follia, lo so bene, ma io non posso lasciarti andare. Non ancora. Resta con me stanotte, Pearl» aggiunse. La decisione di Perla fu istantanea. Gli accarezzò le labbra con le dita e lui gliele catturò baciandole le nocche. Forse avrebbe potuto recuperare una parte di se stessa prima di dover affrontare di nuovo il mondo. «Non conosco nemmeno il tuo nome.» «Arion. Se preferisci, puoi chiamarmi Ari.» Lei scosse la testa. «Direi che mi piace di più Arion. Arion...» «Ti piace il mio nome?» «Adoro il tuo nome. Non l'ho mai sentito prima. Arion...» ripeté Perla, incapace di resistere alla tentazione di pronunciarlo. Arion la strinse a sé e la fissò come a voler interpretare i suoi pensieri più reconditi. «Il modo in cui lo dici... Sei pericolosa, Pearl mou.» Una risata a lungo repressa sotto il dolore del semplice fatto di esistere le graffiò la gola. «Sono pericolosa? Questa è una novità.» «Non te lo hanno mai detto gli altri uomini?» Quella domanda risvegliò in lei una familiare umiliazione, ma quella notte era la sua notte. La sua scelta. 19


Pertanto si rifiutava di permettere al passato di rovinare tutto quanto. «Cosa avrebbero dovuto dirmi?» «Che sei mozzafiato, stupefacente. Afrodite stessa sarebbe gelosa di te» le sussurrò lui contro il collo. «I tuoi capelli sono incredibili, del colore di un tramonto greco.» Perla trattenne il respiro e le si riempirono gli occhi di lacrime. Le ricacciò indietro, obbligandosi a non farsi travolgere dalle sue parole seducenti. «Mia bella Pearl, voglio vedere i tuoi capelli sparsi sul mio cuscino e voglio affondarvi dentro il viso.» Lei si scostò per fissarlo e ancora una volta scorse dolore, ma anche un inconfondibile desiderio. «Tutto questo ti spaventa?» «Vorrei dire di no, però in effetti sono un po' spaventata. Non ho mai fatto nulla di simile prima d'ora, ma lo desidero tantissimo.» Al punto che Perla non riusciva a pensare in modo coerente. Il bisogno di dimenticare, seppure per poco, quello che l'attendeva nei prossimi giorni era così forte da toglierle il respiro. «In questo istante ho un disperato bisogno di te e non so quanto posso resistere.» «Allora resta. Ti darò tutto ciò che desideri» ribatté Arion. Stava chinandosi per baciarla, quando si bloccò di colpo. «A meno che tu non sia libera di stare con me.» «Cosa vuoi dire?» «Esiste per caso un amante, o un marito?» le domandò lui. Il senso di colpa che la trafisse la paralizzò, ma poi Perla si disse che quella era la sua notte. La tua! Domani arriverà troppo presto. 20


«Sono libera di stare con te, Arion, se mi vuoi.» La sua suite probabilmente doveva essere molto bella e lussuosa, ma con la bocca di lui sulla sua e i loro corpi avvinghiati, non ebbe il tempo di notare niente, neppure il divano di velluto rosso su cui Arion la fece sdraiare non appena entrati. Lui si tolse la giacca, la cravatta e si sbottonò la camicia. La vista del suo torace nudo le fece seccare la bocca. La sua bellezza sconvolgente scatenò in Perla un desiderio che non sapeva esistesse. Tuttavia era una frazione di quello che provò quando si tolse i pantaloni e i boxer. La sua erezione era forte, grande... In quel preciso istante venne trafitta dall'enormità di ciò che stava facendo. Era sul punto di perdere la verginità con un perfetto sconosciuto.

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3030 - Catturata dallo sceicco di K. Hewitt L'esilio ha resa Khalil al Bakir determinato a sottrarre la corona di Kadar al suo nemico giurato... Prima parte de IL T RONO DI K ADAR.

3031 - Una notte col principe di C. Shaw Una notte trascorsa con uno sconosciuto ha portato Mina sulle prime pagine di tutti i giornali... Scopri se sei FATTA PER L UI.

3032 - Proibita, ma non per molto di D. Collins Rowan è attratta da Nic dal primo momento in cui l'ha conosciuto, anche se lui non sembra invece sopportarla... Ecco UN NUOVO INIZIO.

3033 - Un'intrigante proposta di K. Walker Alyse rappresenta per Dario la perfetta occasione per ottenere la vendetta sul suo fratellastro. Firma un CONTRATTO D'AMORE!

3034 - Una piacevole sfida

di M. Yates Dmitri è un uomo a cui piace vincere ogni sfida, quindi non può che essere intrigato dalla proposta di Victoria... Torna INTERNATIONAL TYCOON.

3035 - Viaggio di piacere col capo

di J. Hayward L'unica speranza che Jared ha di concludere l'affare più importante della sua vita è rappresentata da Bailey. Non perdere A L ETTO COL CAPO!

3036 - Passione greca di M. Blake Arion ha sempre tutto sotto controllo, ma per una volta decide di concedersi una notte di tentazione... Seconda puntata de I FRATELLI PANTELIDES.

3037 - Sorpresa milionaria di C. Williams Lucas ha bisogno di una donna che reciti la parte della sua fidanzata, e Milly sembra fare al caso suo. Ecco a voi un SELF-M ADE M AN.


Dal 9 dicembre

3038 - Al fianco dello sceicco di K. Hewitt Lo sceicco Aziz al Bakir ha bisogno di qualcuno che impersoni temporaneamente la fidanzata. Seconda parte de IL T RONO DI K ADAR.

3039 - Un Natale tra le sue braccia di S. Kendrick Niccolò ha tutto ciò che un uomo desidera, ma l'incontro con Alannah, dopo tanti anni di lontananza... Ecco a voi UN NUOVO INIZIO!

3040 - L'ultimatum del milionario di M. Smart Pascha sta per redimersi dagli errori del passato quando Emily penetra nel suo ufficio venendo a conoscenza di... Torna INTERNATIONAL TYCOON.

3041 - Il bacio del destino di S. Craven All'improvviso, la vita di Ginny è sconvolta e il suo futuro nelle mani dell'enigmatico Andre. Basta però un suo bacio... Pensi di essere FATTA PER LUI?

3042 - In balia del capo

di C. Williams Kate è decisa a farsi rispettare soltanto per la propria intelligenza e non per la sua fulgida bellezza, anche se... Non perdere A L ETTO COL CAPO!

3043 - Vendetta di Natale

di V. Parker Thane non pensava di poter incontrare ancora la misteriosa fanciulla che gli ha rubato il cuore anni prima. Goditi una SUBLIME VENDETTA.

3044 - Il ricatto del greco di M. Blake Theo si è recato in Brasile con un unico desiderio: distruggere l'uomo che ha rovinato la sua vita. Terza e ultima parte de I FRATELLI PANTELIDES.

3045 - I desideri della principessa di A. West Nell'istante stesso in cui posa lo sguardo sulla principessa Soraya, Zahir El Hashem capisce di essersi infilato in un vero guaio...


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