Per il cuore del petroliere

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Diana Palmer

Per il cuore del petroliere


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Wyoming Rugged HQN Books © 2015 Diana Palmer Traduzione di Claudia Rey Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2017 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Romance dicembre 2017 Questo volume è stato stampato nel novembre 2017 da CPI Moravia Books HARMONY ROMANCE ISSN 1970 - 9943 Periodico mensile n. 194 del 23/12/2017 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 72 dello 06/02/2007 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano


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Il padre di Nicolette Ashton cercava sempre di convincerla a uscire con qualche ragazzo, ma a lei interessavano le rocce, molto meno gli uomini. Era una ragazza riservata e tranquilla, un po' timida con le persone che non conosceva. Aveva un bel viso dalla carnagione chiara, occhi grigi come la nebbia di settembre, lunghi capelli biondo platino e una figura snella, e riceveva parecchi inviti, che però rifiutava. C'era un uomo nella sua vita, solo che lui non lo sapeva. Credeva che lei fosse troppo giovane... questo però non impediva a Niki di pensare solo a lui. Negli anni di college aveva evitato gli appuntamenti andando fuori solo con le amiche, anche se loro insistevano che doveva conoscere il mondo e frequentare qualcuno. Forse avevano ragione, visto che l'oggetto del suo amore non l'avrebbe mai ricambiata. Così, alla fine del semestre accettò un appuntamento al buio organizzato dalle amiche. Niki sapeva soltanto che il ragazzo era di Billings, Montana, la città dove entrambi frequentavano il college. Dopo averlo conosciuto, si pentì di aver accettato. Harvey fu brusco e scortese per tutta la serata, e andò su tutte le furie quando lei insistette per farsi riaccompagnare a Catelow, nel ranch dove viveva con il padre 5


invece di andare a casa di lui. Che la giudicassero pure all'antica, lei non intendeva rinunciare ai propri principi. Harvey, però, non riusciva a credere che rifiutasse le sue avances. Era la star della squadra di football del college, oltre a essere di bell'aspetto, e di norma le ragazze gli cadevano ai piedi. «Sei proprio fuori di testa» borbottò lui imboccando il viale che portava al ranch. «Al giorno d'oggi non c'è una sola ragazza che non vada a letto con un ragazzo al primo appuntamento, Dio santo!» «Be', io invece non lo faccio» replicò lei. «Ho accettato di venire a cena con te, ma solo a cena.» Lui emise una specie di grugnito e parcheggiò davanti alla porta d'ingresso, poi la studiò alla luce della veranda. «Tuo padre è in casa?» domandò. «Non credo» rispose lei senza riflettere, «aveva una riunione di lavoro. Ma sta per arrivare un suo amico che si fermerà da noi per qualche giorno.» Era una bugia solo a metà, perché in effetti Blair Coleman, proprietario di una multinazionale petrolifera, doveva venire in visita da loro. Era lo stesso uomo per cui Niki aveva una cotta terribile fin dall'età di diciassette anni, lo stesso che purtroppo la trattava come una bambina. In realtà, lei non sapeva esattamente quando sarebbe arrivato. «Ti accompagno fino alla porta» le propose Harvey con improvvisa cortesia. Scese e andò ad aprirle la portiera, e Niki si sentì così sollevata che non notò il suo sguardo rapace. Bastava che entrasse in casa, pensò, e sarebbe stata libera. «Grazie.» «Non c'è di che» rispose lui con un sorriso strano. 6


Niki inserì la chiave nella serratura, ma si accorse che la porta era aperta. Forse suo padre era in casa, dopotutto. Si voltò per salutare Harvey, ma lui la spinse nell'atrio e chiuse la porta. «Tu, stronzetta frigida» ringhiò afferrandola per un braccio. «Sappi che tutte le ragazze che escono con me alla fine cedono!» E la trascinò in soggiorno, buttandola sul divano. Niki era reduce da una polmonite che l'aveva seriamente indebolita. Anche se non aveva una corporatura minuta, era molto magra e non possedeva alcuna capacità atletica. Harvey invece era robusto e muscoloso come tutti i giocatori di football. Nonostante l'evidente inferiorità fisica, lei cercò di difendersi, dibattendosi furibonda. «Lasciami, bastardo! Non ti permetterò mai di...» «Non puoi fermarmi» ghignò lui strappandole il corpetto del vestito e immobilizzandola con il proprio peso. «E in casa non c'è nessuno che ti aiuti!» «Oh, io non ci scommetterei» disse una voce profonda dalla soglia. Niki volse la testa. Ed eccolo lì, alto e imponente: Blair Coleman, l'uomo per cui lei non accettava mai un appuntamento. Harvey era talmente ubriaco che non capì l'entità del guaio in cui si era cacciato, fino a quando una mano enorme non lo afferrò per il colletto sollevandolo dal divano e scaraventandolo a terra. «Non credere di trattarmi così!» gridò Harvey balzando in piedi. «Io gioco a football, ti sistemerò per le feste!» Blair ridacchiò e gli assestò un pugno nello stomaco che lo mise in ginocchio. 7


Poi, mentre l'altro cercava di riprendere fiato, lo fece rialzare afferrandolo per la collottola e gli sferrò un secondo pugno che lo spedì contro la spalliera del divano, dove Niki era ancora distesa. «Lo dirò a mio padre!» strillò il ragazzo. «Ha degli avvocati che ti distruggeranno!» «Ne ho un paio anch'io» replicò Blair divertito. «Adesso alzati e chiedi scusa alla signorina per quello che hai cercato di fare.» «Non ci penso neanche!» «Come preferisci. Allora chiamerò la polizia» lo minacciò Blair estraendo il cellulare dalla tasca. Harvey si rivolse a Niki, rosso in faccia. «Ti chiedo scusa, Nicolette. Mi dispiace molto.» Lei si era alzata in piedi e si stringeva addosso il corpetto lacerato. I suoi occhi lampeggiavano di indignazione. «Non quanto ti dispiacerà quando avrò detto a mio padre quel che cercavi di fare» ribatté. «Anche lui ha degli ottimi avvocati.» «Sono ubriaco» protestò lui. La guardò con un sorrisetto sprezzante e aggiunse: «Comunque leggerai su Facebook quel che penso di te!». Blair gli si avvicinò e lui indietreggiò di un passo. «Ti do un consiglio» lo avvertì Blair con calma. «Non azzardarti a cercare vendetta su Internet. Dirò ai miei esperti di tenerti d'occhio, e se vedrò un solo post che parla di Niki sarà meglio che tu lasci il paese prima che i miei uomini ti trovino. Sono stato chiaro?» concluse in tono minaccioso. «S... sì. Molto chiaro.» Blair gli indicò la porta con un cenno del capo e l'altro non perse tempo: uscì in fretta e furia, salì in macchina e partì sgommando. 8


Blair controllò dalla finestra che Harvey se ne fosse andato e quando si voltò Niki poté osservare con maggiore attenzione il suo salvatore. I pantaloni di ottimo taglio lasciavano intuire una corporatura robusta, e la polo firmata, verde scuro, fasciava un torace altrettanto muscoloso; ma nonostante la statura imponente era snello, senza un grammo di grasso. Il volto era squadrato, il naso importante e diritto, la bocca ben disegnata. Gli occhi neri come il carbone, sotto le spesse sopracciglia, risaltavano sulla carnagione olivastra. Anche i capelli erano neri, folti e ondulati. Niki lo aveva adorato fin dalla prima volta in cui suo padre lo aveva portato a casa, qualche anno prima. Non c'era mai stato un altro uomo per Niki: Blair occupava tutti i suoi sogni e risvegliava in lei desideri sconosciuti. «Grazie» gli disse con voce ancora ansante. «Non sarei mai riuscita a fermarlo.» «Soffri di asma, non è vero?» domandò lui serio. «Sì. E mi sono appena rimessa da una brutta polmonite.» Poi gli sorrise. «Grazie davvero, signor Coleman.» Lui ricambiò il sorriso e la sua faccia si rasserenò. «Chiamami Blair» disse. «È bello rivederti, Niki, anche se avrei preferito accadesse in circostanze diverse.» Lei emise una risatina «Anch'io, ma sono felice che tu fossi qui quando sono rientrata.» Lui notò che si stringeva ancora addosso il vestito strappato. «Ti ha fatto male?» «Non mi pare...» «Vediamo.» Gentilmente, lui la fece sedere sul divano e scostò con delicatezza i lembi del vestito. «Non temere» la rassicurò pensando che fosse arrossita per 9


l'imbarazzo, mentre in realtà Niki era elettrizzata dal tocco delle sue dita. «Sono troppo vecchio per fare delle avances a una ragazzina della tua età. E poi, sono fidanzato.» «Oh!» esclamò Niki. La storia della mia vita, pensò. L'unico uomo che mi sia mai piaciuto mi considera una bambina. E sta per sposarsi! Sentì che il cuore le si spezzava, ma cercò di non darlo a vedere e allentò la presa sul vestito. «Scusa... è stata una serata difficile.» «Già, l'ho notato.» Blair scostò i lembi del corpetto, rivelando un reggiseno di pizzo. Notò i lividi sulla pelle delicata appena al di sopra della coppa, e represse con forza l'inopportuno interesse che gli suscitavano quelle forme. C'erano altri lividi sulle spalle esili. «Avrei dovuto picchiarlo più forte» dichiarò a denti stretti. «Lo shock di quando ti ha visto!» osservò lei con una risatina. Poi fece una smorfia. «Sono stata una vera idiota... Non mi ero resa conto che si credeva autorizzato a prendere quel che voleva solo perché è un campione del football.» «Purtroppo esistono uomini simili. Adesso girati, tesoro.» Abbassò l'abito sulla schiena e vide altri lividi. «Sono messa male?» domandò lei. Lui la fece voltare di nuovo e prese fiato prima di rispondere. «Credo sia meglio portarti al pronto soccorso e poi avvertire la polizia. Questi lividi sono una prova dell'aggressione.» «Ma sarà la mia parola contro la sua» obiettò lei. «Io ho assistito» le ricordò Blair. «Sì, ma non eri in macchina con noi. Harvey potrebbe dire che gli avevo promesso qualcosa e che poi ci ho ripensato.» 10


Lui imprecò sottovoce. «Non voglio che se la cavi così facilmente.» «Avrà il suo bel daffare a spiegare i suoi lividi» commentò lei. «E quando tornerò a scuola dirò a tutti che a farglieli sono stata io!» concluse con una risatina allegra. Anche Blair ridacchiò. «Diventerà un mito.» «Oh, ne sono certa.» Poi Niki inclinò la testa e lo osservò incuriosita. «Non mi sembri il tipo a cui piace fare a botte.» Lui si strinse nelle spalle, con un sorrisetto. «Mio... padre» iniziò, esitando su quella parola, «fondò una compagnia petrolifera e mi educò a diventarne il futuro presidente. Ma ritenne opportuno insegnarmi il lavoro a partire dal basso, e così ho cominciato come operaio sulle piattaforme.» Strinse le labbra e continuò: «Ovviamente il figlio del capo non godeva di grossa popolarità e molti dei miei compagni di lavoro pensavano che fossi un avversario facile...». «Immagino che non ci abbiano messo molto a imparare la lezione» fece lei. «No, non molto.» Blair sospirò. «Avrai dei brutti lividi per un po', Niki. Mi dispiace.» «Sarebbe andata molto peggio se tu non fossi stato in casa» rispose lei. La realtà del pericolo corso si stava facendo strada nella sua mente. «Avevo già avuto un paio di appuntamenti al buio quand'ero al liceo, ma nessuno aveva mai cercato di...» Rabbrividì, e dalle labbra le sfuggì un singhiozzo. «Sc...scusa» balbettò. Lui si chinò, la sollevò tra le braccia e poi si sedette in una poltrona, tenendola sulle ginocchia. «Coraggio, sfogati» sussurrò. «Le lacrime non mi fanno paura.» E le sfiorò i capelli con le labbra. 11


Lei scoppiò a piangere. Essere consolata in quel modo era una rarità. Suo padre non amava il contatto fisico: le voleva bene, ma non l'aveva mai baciata o coccolata. Anche lui era un petroliere e anche lui da giovane aveva lavorato sulle piattaforme petrolifere. La madre di Niki era morta quando lei frequentava la scuola elementare, perciò per anni erano stati solo loro due nell'enorme ranch che lui aveva ereditato dal proprio padre. Adesso Niki aveva quasi vent'anni, e quella era la prima volta che qualcuno le offriva una spalla su cui piangere, a parte Edna Hanes, la loro governante. Con la testa premuta sull'ampio petto di Blair, Niki pianse la perdita delle sue speranze. Si era illusa che un giorno sarebbe cresciuta e lui l'avrebbe finalmente notata, ma adesso sapeva che non sarebbe mai accaduto. Lui stava per sposarsi, e questo mandava in fumo tutti i suoi sogni. Se non altro, però, l'aveva salvata da quel bruto... «Povera piccola» mormorò lui. «Mi dispiace tanto.» «Non immaginavo che gli uomini potessero essere così» ammise lei con voce tremula. «Non frequento nessuno, non so niente del mondo... è come se vivessi nell'epoca vittoriana. Non... non so adattarmi ai tempi moderni.» «Nemmeno io» confessò Blair. Poi la guardò negli occhi umidi di lacrime. «E sei ancora vergine?» Niki fece segno di sì. Stranamente, parlare dell'argomento con lui non la metteva disagio. Era come se lo conoscesse da sempre, e in effetti lo conosceva da parecchio tempo. «Papà mi portava in chiesa ogni domenica, fino a quando non sono andata al college» continuò. «Secondo alcune compagne di corso, è stupido pensare che gli uomini sposino più volentieri una ra12


gazza innocente. Loro mi dicono che per essere interessante devo avere esperienza.» Lo guardò con espressione curiosa. «Credi che sia vero?» Blair le scostò dal viso i capelli umidi di pianto. Niki sembrava provenire da un altro pianeta, pensò. Ma il suo corpo reagiva in modo inappropriato a quella vicinanza, e si rimproverò aspramente dicendosi che era ancora una bambina. «Io credo che l'innocenza sia una dote rara e bellissima» dichiarò dopo una pausa. «E che tuo marito sarà un uomo molto fortunato.» «Grazie» disse lei con un sorriso timido. Poi storse le labbra pensierosa. «Devi farmi una domanda?» la esortò. «Coraggio, di' pure.» «Anche tua moglie sarà una donna molto fortunata?» Blair scoppiò in una risata. «No. Assolutamente no!» Poi guardò gli occhi di lei, che scintillavano divertiti. «Sei proprio una peste, lo sai?» «Eh, sì» ammise lei ridacchiando. «E com'è, la tua fidanzata?» «È bruna, ha gli occhi azzurri, è molto bella, elegante e dotata di una vena artistica» elencò lui. «E tu la ami molto.» Lui sorrise. «È la prima donna a cui ho chiesto di sposarmi. Prima ero troppo occupato a diventare ricco per pensare alla mia vita privata.» «È gentile?» Lui aggrottò la fronte. «Che strana domanda.» «Voglio dire, ti curerà quando sarai malato, e starà a casa a badare ai bambini quando arriveranno?» Se non poteva averlo, voleva almeno che lui fosse felice. La domanda lo mise a disagio: Elise non sopportava le malattie, anzi, le evitava in ogni modo possibile. E lo 13


aveva già avvertito che se avesse accettato di avere un bambino sarebbe stato fra qualche anno, e che lei avrebbe preteso una ricompensa per quel sacrificio. Perché non ci aveva pensato prima?, si domandò Blair. Si era buttato in quel fidanzamento senza riflettere sui loro interessi comuni o sugli eventuali bambini... Il fatto era che la desiderava così tanto che avrebbe fatto qualsiasi cosa per averla, e lei, consapevole di quel suo potere, lo teneva sulla corda, tirandosi sempre indietro all'ultimo momento. «Tu vuoi dei bambini?» domandò ancora lei. Blair le ravviò una ciocca di capelli. «Sì, certo» rispose, però aveva un'aria turbata. «Dovevo star zitta, eh?» «Ma no... solo che non ci ho mai pensato» ammise lui con un debole sorriso. «Sono certo che se mi ammalerò Elise mi curerà benissimo.» «Sono contenta. E credo che tu sarai un ottimo marito.» Blair guardò il vestito strappato e sospirò. «Povera piccola, mi dispiace che tu abbia avuto un'esperienza tanto sgradevole.» «È finita meglio di com'era cominciata.» In quel momento Todd Ashton, il padre di Niki, entrò in soggiorno e si bloccò vedendo la scena. Il suo migliore amico e sua figlia seduti l'una sulle ginocchia dell'altro, il vestito strappato, la faccia di Niki... «La mia amica Laura mi ha organizzato un appuntamento al buio con un certo Harvey» spiegò lei senza alzarsi. «Lui mi ha portata qui dopo che avevo rifiutato di andare a casa sua, è entrato a forza e se il signor Coleman non l'avesse fermato mi avrebbe...» Quindi si interruppe e deglutì. 14


«Dirò al mio avvocato di contattare i suoi genitori» dichiarò Todd con tono gelido. «Mi sono offerto di portarla in ospedale e di avvertire la polizia» intervenne Blair. «Ma lei non ha voluto.» «La mia povera bambina» disse Todd. «Avrei dovuto essere a casa, ma quei maledetti tagli di bilancio mi hanno costretto a indire una riunione straordinaria.» «So che cosa vuol dire» disse Blair. Poi guardò la ragazza ancora seduta sulle sue ginocchia. «Va meglio, adesso? » domandò sottovoce. «Molto meglio. E grazie per quel che hai fatto» rispose lei alzandosi a malincuore. Era stato bello crogiolarsi un po' nel suo calore. Blair ridacchiò. «Sono contento di non aver dimenticato come si fa a pugni.» «Lo hai preso a pugni?» domandò Todd. «Hai fatto bene!» «Io salgo di sopra» li avvisò Niki. «Sono esausta.» «Non saresti dovuta tornare al college così presto» protestò il padre. «Non potevo mancare i test finali. Ho fatto l'ultimo oggi, e Laura mi ha organizzato l'uscita con Harvey per festeggiare.» Sospirò scuotendo la testa. «Proprio un bel modo di festeggiare!» «Quando prenderai la laurea, Elise e io ti porteremo fuori» le promise Blair. «E ceneremo con aragoste e champagne.» Niki si sforzò di sorridere come se non avesse il cuore a pezzi. «Ci vorranno ancora un paio d'anni, ma ti ringrazio. Mi farebbe piacere.» «Elise?» intervenne Todd. «La mia fidanzata» spiegò Blair. «Ci sposiamo fra due mesi, a Parigi. Vi manderò l'invito.» 15


«Dubito che potremo venire, ma vi manderò un regalo» promise Todd. «Qualcosa di non troppo pacchiano» scherzò. «Allora buonanotte» disse Niki. «Buonanotte» risposero i due uomini. «Quella maledetta canaglia!» esclamò Blair poco dopo, sorseggiando il cognac che Todd gli aveva offerto. «Almeno l'ho messo al tappeto e l'ho costretto a chiederle scusa. Niki era molto scossa.» «Non sono stato un granché, come padre» ammise l'amico. «Niki è stata spesso sola. Anche troppo.» «Quanti anni ha?» «Diciannove. Anzi, quasi venti.» «Mi ricordo appena di com'ero a diciannove anni» osservò Blair. Pensò al lampo di desiderio che aveva provato per Niki e lo soffocò con fermezza. Lei era troppo giovane e lui stava per sposarsi. «È stato nel Medioevo... ma tua figlia è una ragazza in gamba. Hai fatto un ottimo lavoro con lei.» «Grazie. E grazie per averla salvata da quello schifoso.» Blair scrollò le spalle. «Se no, a che servirebbero gli amici?» Passò un anno prima che Blair tornasse al ranch per trascorrervi alcuni giorni. Lui e Todd si erano visti in diverse occasioni, ma non era mai più andato a Catelow dopo la sera della brutta avventura di Niki. Lui ed Elise erano in crisi, e il suo umore era così cupo che quasi non rivolgeva la parola a Todd. Ma con Niki si aprì un poco. Era il periodo di Natale e Niki stava finendo di addobbare l'enorme albero dopo un malessere durato qualche giorno. I rami erano decorati da 16


file di perline e fiocchi di velluto rossi, e da una valanga di giocattoli ornamentali, quasi tutti meccanici: trenini che correvano su minuscole rotaie, ballerine che piroettavano, navi spaziali in volo. L'effetto era straordinario. «In casa non ho mai avuto un albero di Natale» le confessò Blair. «Ma dopo aver visto questo, sono tentato di comprarne uno.» «Avresti potuto chiederlo a Elise» disse Niki con un sorriso. Blair si incupì. «Lei non tiene molto alle festività.» La ragazza lo guardò incuriosita. «E tu?» «Oh, io amo il Natale. Era la festa preferita di mia madre, che ogni anno comprava nuove decorazioni. Le ho ancora da qualche parte, in un deposito.» «Sembri triste» osservò lei. «Mia madre è morta poco più di un anno fa e io sento molto la sua mancanza.» «Non hai fratelli o sorelle?» Blair scrollò la testa. «Mio... padre...» Niki colse di nuovo quell'esitazione. «... è morto da dieci anni, perciò eravamo solo mia madre e io.» «Adesso siete Elise e tu» dichiarò lei abbassando gli occhi. «Hai di nuovo una famiglia.» «Sì...» Eppure il suo tono non era convinto e Niki si domandò perché. Era sembrato così felice un anno prima, prossimo al matrimonio e fiero della sua fidanzata. Adesso era silenzioso, quasi cupo. «Si dice che alcuni matrimoni comincino con difficoltà, ma finiscano bene» disse tutto d'un fiato. Lui la guardò con uno scintillio negli occhi. «Ah, sì?» «Be', io non sono certo un'autorità nei rapporti di 17


coppia» ammise lei con una risatina imbarazzata. «Probabilmente ricordi il mio ultimo tentativo in quel campo.» «Non dirmi che da allora non sei più uscita con nessuno?» chiese lui sorpreso. «Be', avevo paura di riprovarci. Sapevo che non ci saresti stato tu a soccorrermi, quando il mio cavaliere mi avesse riaccompagnata a casa.» Non poteva certo confessargli che nessun uomo avrebbe mai retto il confronto con lui. Blair si mise le mani in tasca. «E che fine ha fatto la star del football?» «È tornato improvvisamente sulla costa orientale dopo che i legali di mio padre hanno fatto un discorsetto con il suo. Che coincidenza, eh?» «Davvero strana.» «Se dovesse riprovarci, spero che il padre della sua vittima appartenga al crimine organizzato. E che trovino il suo corpo nascosto in un barile di petrolio, alla deriva lungo qualche fiume.» «Ma che cattiva!» commentò lui divertito. «Hai ragione, non è bello da parte mia. Puoi appendere questo?» domandò poi indicando un ultimo fiocco rosso che voleva attaccare a un ramo alto dell'albero. «Io non ci arrivo.» «Oh, sì che ci arrivi» obiettò lui cingendola alla vita e sollevandola fino al ramo. Era così sottile che gli sembrava di sollevare una piuma, e aveva un leggero profumo conturbante. «Sei incredibilmente forte» osservò Niki quando Blair la rimise a terra. Lui si scostò in fretta. «Mi alleno lottando con il mio consiglio di amministrazione.» 18


«Così può andare, che ne dici?» domandò lei osservando l'albero. «È bellissimo. Tu e tuo padre avete altri parenti?» «Papà non ha fratelli, solo una zia che però vive all'estero. Mia madre aveva un fratello che morì quando io ero piccola. Siamo solo noi due.» Poi lo guardò. «Come mai Elise non è venuta con te?» gli domandò. «Mi piacerebbe conoscerla, e anche a papà, ne sono sicura.» Era una bugia: non aveva nessuna voglia di conoscere quella donna. «È in Europa con degli amici» replicò lui. La sua voce sembrava molto rauca. «Oh.» Niki non sapeva che altro aggiungere e riprese a decorare l'albero. «Stai bene?» gli chiese dopo un poco. Lui tossicchiò con una piccola smorfia. «Ho come un peso sul petto, credo che sia un'allergia. Mi capita, in questo periodo dell'anno.» «Succede anche a me, ma nel mio caso di solito diventa polmonite. L'ho avuta la prima volta da ragazzina e spesso ho delle ricadute. E non è giusto... io non fumo neanche!» «Nemmeno io, ma ne risento se vicino a me c'è gente che fuma. Sono venuto in aereo dall'Arabia Saudita e tossivo già prima di imbarcarmi. Credo che sia davvero un'allergia.» Lei annuì senza troppa convinzione. La raucedine di Blair era molto simile a quella che in lei annunciava un'infezione polmonare, ma gli uomini non volevano mai ammettere di essere ammalati. Chissà, forse lo ritenevano un segno di debolezza? Blair non scese per colazione la mattina dopo e Niki 19


chiese a suo padre di andare a controllare il loro ospite. Todd tornò dopo qualche minuto, con un' espressione preoccupata. «Sarà meglio che chieda a Fred di venire a visitarlo» disse. «Ha la febbre, respira a fatica e temo che abbia una brutta bronchite, se non qualcosa di peggio.» Niki non gli domandò come lo avesse capito. Lei aveva avuto troppe polmoniti perché il padre non riconoscesse i sintomi. Il dottor Fred Morris arrivò nel pomeriggio, visitò Blair e gli prescrisse degli antibiotici e un potente sciroppo per la tosse. «Se non migliora nei prossimi tre giorni, chiamami di nuovo» disse a Todd. «E tu stai fuori della sua camera fino a quando non starà meglio» continuò rivolto a Niki. «Non è proprio il caso che ti ammali di nuovo.» «Potrebbe non essere contagioso» obiettò lei. «Ma potrebbe. Dammi retta!» Niki cedette. «E va bene, dottor Fred. Starò attenta.» «Brava. Todd, se hai bisogno di me, rimarrò in studio fino a tardi.» «Grazie.» I due uomini si strinsero la mano, e poi il dottore se ne andò. Niki insistette perché suo padre chiamasse Elise e l'avvertisse che Blair era malato e aveva bisogno di lei. Con riluttanza, Todd si fece dare il numero da Blair e le telefonò. Poco dopo l'uomo uscì dal suo studio e sembrava furibondo. «Allora, viene?» domandò Niki. Suo padre emise una specie di ringhio. «Ha detto che lei non sopporta i malati e che comunque non vuole esporsi al contagio. Inoltre è impegnata, perché domani 20


sera a Vienna si terrà un grande ballo, a cui è stata invitata. E che per curare le malattie ci sono i dottori.» Niki rimase senza parole. Che razza di donna aveva sposato Blair? «A ogni modo non sono affari nostri» le ricordò Todd come se potesse leggerle nel pensiero. «Blair è stato così premuroso l'anno scorso, quando quel mascalzone mi ha aggredita» gli ricordò. «Speravo che avesse trovato una moglie affettuosa, disposta a curarlo e a occuparsi dei loro bambini!» «Figuriamoci se quella donna avrà mai dei bambini» sbottò il padre. «Potrebbero interferire con la sua vita mondana!» Lei sospirò. «E va bene. Lo cureremo noi.» «Lo cureremo la signora Hanes e io» precisò Todd, «finché non sarà più contagioso. Non voglio che tu rischi una ricaduta, perciò non pensarci neanche.» Lei sorrise e lo abbracciò. «E va bene, papà.» «Brava la mia bambina. E povero Blair. Se tra loro va già così male dopo solo un anno...» «Ma le cose potrebbero ancora migliorare» disse Niki anche se non ci credeva troppo. «Può darsi. Adesso chiediamo alla signora Hanes di prepararci qualcosa da mangiare.» Edna Hanes era la loro governante da più di dodici anni, ed era stata quasi una madre per Niki, che l'adorava. Quando era malata, era Edna a curarla, perché suo padre si agitava troppo e finiva per essere d'impiccio. «Allora non ha intenzione di venire da suo marito?» domandò Edna. «No. Deve andare a un ricevimento. A Vienna» rispose Niki con una smorfia eloquente. 21


Anche Edna fece una smorfia. «Il signor Coleman è una brava persona» disse prendendo i tegami che le servivano per la cena, «e non sopporto di vederlo sposato a una strega come quella. Probabilmente voleva solo il suo denaro ma non lui, e ha dovuto prendersi uno se voleva anche l'altro.» «Blair diceva che è molto bella...» «La bellezza non è importante quanto la bontà d'animo» replicò Edna. «Sì, lo penso anch'io.» «Peccato che tu non abbia qualche anno di più, figliola» considerò Edna. Niki sorrise incerta. «Perché?» «Oh, così per dire» rispose la governante, che a volte dimenticava quanto quella ragazza fosse ignara delle cose del mondo. «Parlavo tra me e me. Hai voglia di tritarmi una mezza cipolla, così comincio a preparare lo stufato?» «Oh, sì, ti aiuto volentieri.» Il giorno dopo Niki riuscì a entrare nella camera degli ospiti, approfittando del fatto che suo padre stava parlando con il sovrintendente del ranch e la governante era andata a fare la spesa, e scoprì che Blair non stava affatto migliorando. Era disteso a letto con gli occhi chiusi e le coperte scoprivano in parte un torace muscoloso che la riempì di un desiderio indefinito. Niki si avvicinò, gli tastò delicatamente la fronte e lui aprì due occhi arrossati dalla febbre. «Non dovresti stare qui» disse a fatica. «Potrei essere contagioso...» «Oh, non preoccuparti per me. Tu, piuttosto, dovresti stare un po' meglio. Quando gli antibiotici cominciano 22


a fare effetto, si nota subito la differenza.» Lui tossì. «Il medico mi ha prescritto della penicillina. Dovrebbe funzionare, no?» «A quanto pare, questa volta no. Chiamo subito il dottore.» Fred Morris la rimproverò perché cercava di curare Blair. «Guarda che questa volta potresti prendere una brutta pleurite!» «Dottor Morris, lei sa quanto me che ho appena finito un ciclo di antibiotici e perciò non posso prendermi proprio niente» obiettò lei. «E poi non c'è nessun altro che possa curarlo. Edna ha il suo daffare con la casa e la cucina, e papà è impegnato in una trattativa d'affari. A parte il fatto che non è adatto a fare l'infermiere» aggiunse scherzosa. Morris sospirò. «Sì, in questo hai ragione, ma Coleman non è sposato? Dov'è sua moglie, l'avete avvertita?» «Sua moglie deve partecipare a un gran ballo da qualche parte in Europa» spiegò lei in tono sprezzante. «Capisco» replicò Morris senza fare altri commenti. «Bene, gli prescrivo dei nuovi antibiotici più forti, e anche un nuovo sciroppo per la tosse. Prendi nota. Cerca di farlo bere, e soprattutto cerca di non finire nel mio studio con un'infezione!» «Sarò prudente, dottore» lo rassicurò Niki. Scrisse i nomi delle medicine, lo ringraziò e riappese. Più tardi mandò uno dei cowboy in città a ritirare le medicine, dopo averle ordinate per telefono al figlio del farmacista, che era stato un suo compagno di liceo. Vedendola entrare in camera con le nuove medicine Blair cercò di protestare. «Niki, finirai per prenderti questa maledetta infezione!» 23


«Non brontolare e piglia la nuova pastiglia» replicò lei porgendogli una spremuta d'arancia con ghiaccio tritato. Lui aggrottò la fronte. «Come sapevi che mi piace la spremuta?» domandò. «Non lo sapevo, ma a quanto pare ho indovinato» rispose lei. «Coraggio, butta giù la pastiglia» insistette aspettando che lui aprisse la bocca. «Prepotente» borbottò Blair. Poi bevve un sorso dal bicchiere e fece una smorfia. «Oh, santo cielo, è acida e ti irrita la gola! Ti prendo qualcos'altro, magari un Gatorade?» «Preferisco il succo d'arancia. Forse, se avessi delle gocce...» «Delle gocce per la gola?» domandò lei pescando nel sacchetto della farmacia. «Meno male che ho pregato Tex di comprarle... ed ecco anche il nuovo sciroppo.» Estrasse un cucchiaio dalla tasca, ci versò una dose di sciroppo e glielo porse. Lui inghiottì guardandola con una luce divertita negli occhi. «Tuo padre farà il diavolo a quattro se ti scopre qui.» Niki fece spallucce. «Edna mi ha chiesto se vuoi che ti prepari qualcosa per cena, magari un'omelette. Lei ci mette delle erbe fresche, sono deliziose.» Lui esitò. «Non ho molto appetito» disse per non offendere la governante. In realtà, detestava le uova. «Abbiamo uova fresche quasi tutto l'anno, a parte il periodo in cui le galline fanno la muta» continuò lei. Poi vide l'espressione della sua faccia. «Non ti piacciono le uova, ma non vuoi fare il difficile» dichiarò. «Ti andrebbe invece un brodo di pollo con i tagliolini?» Blair rise. «Accidenti, come hai fatto a capirlo?» 24


«Non lo so...» «Allora preferirei il brodo, se non è troppo disturbo. Detesto le uova.» Niki ridacchiò. «Lo riferirò a Edna.» Lui studiò il suo viso così dolce. «Quando ricominci le lezioni?» «A gennaio. E ho già deciso la specializzazione che sceglierò.» «Come fai ad andare e venire dal campus quando nevica?» domandò ancora lui. «Papà mi fa accompagnare in macchina da uno dei suoi cowboy, che è nato e cresciuto nel Montana. Tex è in grado di guidare con qualunque tempo.» «Forse sarebbe più semplice prenderti un appartamentino vicino al campus.» «Forse, ma non mi piace l'idea di stare da sola» ammise lei sottovoce. Blair allungò una mano e la intrecciò a quella della ragazza. «Gli uomini non sono tutti animali, Niki.» «Immagino di no... ma continuo a pensare a quel che sarebbe successo quella sera se tu non fossi stato presente.» Il volto di lui si incupì. Niki era così fragile, pensò. Come un'orchidea di serra. E lo addolorava il fatto che rischiasse la salute per curarlo mentre sua moglie era in Europa a divertirsi e non si dava nemmeno la pena di telefonargli. Blair non aveva mai rivelato a nessuno la vera ragione per cui aveva sposato Elise: non tanto per chi era veramente, quanto perché sembrava il ritratto di sua madre, che lui adorava e aveva perso da poco. Aveva incontrato la moglie a un ricevimento e si era innamorato di lei a prima vista. Solo che Elise di sua madre aveva 25


solo l'aspetto, non la bontà d'animo e la gentilezza. Niki, stranamente, gliela ricordava molto di più malgrado l'aspetto diverso. «Come sei diventato silenzioso» osservò la giovane. Lui sorrise. «Sei una cara bambina» disse sottovoce. «Ho quasi ventun anni!» «Tesoro, io ne ho quasi trentasette.» «Davvero?» esclamò lei studiandolo alla luce della lampada sul comodino. «Non li dimostri affatto, non hai neanche un capello bianco... Non dirmi che te li tingi!» Lui scoppiò in una risata che si tramutò in un accesso di tosse. «Oh, Dio, mi dispiace. Avrei dovuto tacere!» «Non scusarti, Niki. Sei una boccata di aria fresca» rise lui quando ebbe ripreso fiato. «No, non mi tingo i capelli. Mio padre era greco, e quando morì a sessant'anni aveva ancora i capelli neri.» Non aggiunse che si riferiva al suo vero padre e che lui non si era mai curato di conoscere le origini del patrigno, l'uomo che lo aveva cresciuto. «Ricordo che anche mio nonno...» «Che accidenti ci fai qui?» tuonò suo padre entrando e vedendola seduta accanto a Blair. «Accidenti» borbottò Niki. «Colta in flagrante.»

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«Ho cercato di mandarla via» spiegò Blair mestamente, «ma non ne ha voluto sapere.» «Ho chiamato il dottor Morris» spiegò Niki, «perché Blair non migliorava. Normalmente, dopo due giorni di antibiotici io sto meglio... Il dottore ha prescritto delle nuove medicine e ho mandato Tex in farmacia.» «Così ti ammalerai di nuovo» protestò il padre. «Ma no! Ho appena finito un ciclo di antibiotici, e poi non ho mica baciato Blair o cose simili! Gli ho solo dato le medicine e il succo d'arancia.» Blair la guardò e provò l'impulso di prenderla fra le braccia e verificare se la sua bocca era morbida come sembrava. Il pensiero lo scosse talmente che lasciò subito la mano di lei. Doveva aver perso il senno, si rimproverò. Forse perché era malato. Come se fosse una scusa plausibile. «Mi dispiace che vi accolliate questo problema proprio durante le feste» si scusò, «e appena mi sentirò meglio...» Todd lo interruppe. «Niki si ammala quasi sempre a Natale. Ci siamo abituati.» «A Natale?» ripeté lui aggrottando la fronte. «Sì» confermò Todd con un sospiro. «L'anno scorso abbiamo tenuto lontano anche chi aveva un semplice 27


raffreddore, ma lei si è presa comunque la polmonite.» Blair lo fissò pensoso. «Avete un vero abete, di sotto.» «Infatti» intervenne Niki, «ho sempre amato gli alberi di Natale vivi. Le radici sono nella loro zolla di terra, così in seguito potremo piantarlo.» «Già, ma alcune persone sono allergiche agli abeti» rivelò Blair. Niki e suo padre si guardarono. «Abbiamo avuto degli alberi artificiali fino a circa tre anni fa» osservò Todd. «Poi tu hai deciso che volevi un albero vero, come quello che c'era a casa della tua amica.» Lei fece una smorfia. «E ho cominciato ad ammalarmi a Natale circa tre anni fa... Non avevo mai collegato le due cose!» «Dirò a Tex di portar via l'abete» sostenne Todd. «Compreremo un bell'albero artificiale in città e tu lo decorerai come questo.» «Già, mi sa che toccherà di nuovo a me.» Poi guardò Blair. «Sei stato bravo a notare un fatto ovvio che a noi era sfuggito.» «Un punto a mio favore» commentò lui. «Vado a informare Edna di prepararti il brodo di pollo» concluse Niki. Depose sul tavolino da notte la bottiglietta di sciroppo per la tosse e domandò: «Vuoi un altro bicchiere di succo d'arancia?». «No, grazie, Niki. Sto bene così.» Lei gli sorrise e lasciò i due uomini a chiacchierare. «Non sono riuscito a fermarla» si giustificò Blair appena furono soli. «È irremovibile, quando decide qualcosa.» Todd si sedette sulla sedia accanto al letto. «Lo so... sua madre, Martha, era come lei, ed era disposta a tutto 28


per aiutare chi era in difficoltà. Niki si preoccupa per te.» «Già.» Todd guardò l'amico. «Ho chiamato Elise.» «Non sopporta le malattie e i malati» affermò Blair cupo. Dopo una pausa, Todd domandò: «Ti ricordava Bernice, vero?». Lo sapeva perché lui e Blair erano amici da lungo tempo, ed era stato lui a sostenerlo dopo il terribile incidente che aveva paralizzato e infine ucciso sua madre. Il volto di Blair si indurì. «Sì.» «Mi dispiace tanto.» Todd non sapeva che altro dire. «Anche a me, ma cercherò di sopravvivere. Nessuna donna sarà mai perfetta.» Il giorno dopo, Blair stava un po' meglio. Mangiò il pranzo che Edna gli aveva portato su un vassoio, e quando Niki fece capolino sulla soglia la accolse con un sorriso. «Non morirò, a quanto pare» commentò. Lei ricambiò il sorriso. «Oh, bene. Sono contenta di vedere che stai meglio, così non dovrò chiamare di nuovo il dottor Morris.» «Ma tu stai bene?» Lei annuì. «Non credo che tu mi abbia contagiata. Non ho nemmeno un po' di mal di gola.» «Incrociamo le dita. Non voglio che tu finisca di nuovo a letto per colpa mia!» «Sto bene, davvero. Vuoi un succo d'arancia?» «Sì, grazie.» «Torno subito.» Nei giorni seguenti Niki tenne compagnia a Blair, durante la convalescenza. Un giorno si portò l'iPad e gli 29


mostrò un fumetto tratto da Alien contro Predator, una serie che piaceva a entrambi. «Fantastico» commentò lui. «Puoi portare con te tutti i fumetti che vuoi senza trascinarti dietro un'enorme valigia.» «Sì, lo penso anch'io, e infatti ho anche un collezione di Calvin & Hobbes, che è uno dei miei preferiti.» «Piace molto anche a me. Grazie, Niki.» «Non c'è di che» disse lei alzandosi. «Adesso devo andare ad aiutare Edna e le due cuoche temporanee, perché prepariamo il pane e le torte per Natale. Quel giorno organizziamo sempre un gran ricevimento.» «Ma Natale è giovedì» osservò lui. «E oggi è solo martedì, lo so, ma ci vuole un po' di tempo. Cominciamo con diversi tipi di pane, cuociamo le frattaglie per il sugo e poi inforniamo torte e crostate. La vigilia prepariamo una grande tavola in sala da pranzo e il giorno dopo organizziamo un pranzo a buffet per i cowboy e le loro famiglie. È una tradizione che risale ai tempi di mio nonno.» «Una tradizione molto simpatica» osservò Blair. «Lavorano sodo per noi tutto l'anno, è il minimo che possiamo fare. Mettiamo sotto l'albero dei regali per loro e i loro bambini, e di solito c'è una gran confusione... spero che tu ce la faccia a partecipare.» «Non ho mai partecipato a un pranzo di Natale» le confessò Blair. «Nemmeno da bambino?» «Mio... padre era indifferente a tutto e a tutti» continuò lui ricordando con odio il patrigno, «perciò non festeggiavamo il Natale.» «E tua madre la pensava come lui?» domandò lei dopo una breve esitazione. 30


Il volto di Blair si indurì. «Mia madre faceva quel che le ordinava il marito. Era una generazione diversa, capisci, e lui era un uomo all'antica. Mia madre, Dio la benedica, sopportò innumerevoli torti. Eppure, quando lui morì, ne fu molto addolorata.» «Anche tu, immagino.» «A modo mio, sì.» Per riportare un sorriso su quel volto cupo Niki disse: «Sai, la vigilia di Natale beviamo l'eggnog. Lo preparo io con le mie mani». Blair fece una piccola smorfia. «Già, è vero... tu detesti le uova, perciò l'eggnog non ti piacerà!» «Esatto. Berrò un whisky liscio, che non sia contaminato da nient'altro» dichiarò lui scherzosamente. Niki sbuffò. «Sei sempre così schizzinoso?» Lui rise e i suoi occhi neri scintillarono. «Mangio di tutto, basta che non ci siano le uova.» Lei sospirò. Blair era talmente attraente! Le piacevano le piccole rughe attorno gli occhi quando sorrideva, la linea della sua bocca, gli zigomi alti, i folti capelli neri e ondulati. E il suo torace... una vera opera d'arte. Era asciutto e scolpito, coperto dalla peluria scura che arrivava fino alla cintura dei pantaloni del pigiama di seta. Blair non indossava mai la giacca del pigiama, e così le sue braccia, anch'esse muscolose ma proporzionate, erano sempre ben visibili. Niki si impose di non fissarlo troppo apertamente, ma lui domandò: «A che stai pensando, così concentrata?». «Che un pittore sarebbe felice di ritrarti» rispose lei senza riflettere. Poi arrossì. «Scusa» disse schiarendosi la gola. «La frase mi è sfuggita senza volere...» 31


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