Saskia Walker
Desiderio e vendetta
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: The Harlot Spice Books © 2011 Saskia Walker Traduzione di Marco Zonetti/Grandi & Associati Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2011 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Passion luglio 2011 Seconda edizione Harmony Passion luglio 2011 HARMONY PASSION ISSN 1970 - 9951 Periodico mensile n. 47 del 28/07/2011 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi Registrazione Tribunale di Milano n. 71 del 6/02/2007 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano
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Dundee, Scozia, 1715 La notte in cui Gregor Ramsay conobbe la Sgualdrina, la prima cosa che vide di lei furono le sue avvenenti natiche. Difficile non notarle, impegnata com'era ad azzuffarsi con un'altra donna sul pavimento sporco di segatura di una squallida taverna di Dundee, amena cittadina portuale situata sulla sponda orientale del fiume Tay, in Scozia. Ma non fu la vista di quell'attraente fondoschiena a fargli pensare che fosse la complice ideale per la missione che egli intendeva intraprendere; quell'idea gli venne in seguito nel corso degli eventi. Tuttavia, quel particolare attirò senz'altro la sua attenzione, invitandolo a entrare in una taverna affollata e trattenendolo il tempo necessario a decidere del suo imminente futuro. Gregor desiderava soltanto un rapido boccale di birra, e il chiasso che proveniva dalla taverna, foriero di guai, l'aveva quasi indotto ad allontanarsi. Ma quando, facendo capolino dalla porta, aveva posato gli occhi su quella visione celestiale – quelle natiche perfettamente tonde con l'allettante fessura in bella vista – si era fatto strada tra folla di curiosi e si era fermato a osservare le due donne sul pavimento che se le davano di santa ragione, le gonne al vento, i corpetti slacciati, i seni quasi del tutto scoperti per la gioia degli spettatori. 5
Fra grida e risate, gli astanti scommettevano su quale delle due donne sarebbe risultata vittoriosa in quella zuffa improvvisata, allungando monete a un losco figuro che sostava tronfio nell'angolo opposto della locanda. Nel frattempo, le due contendenti si scambiavano insulti irripetibili, e la donna con l'attraente fondoschiena sembrava divertirsi un mondo a provocare la sua avversaria. «Manico di scopa» diceva alla rivale scostandosi i capelli corvini, una chioma serica e luccicante che si spargeva ribelle sulle guance e la fronte. «Agli uomini piacciono le donne con un po' di carne sui fianchi. Tu non sei neppure buona per fare il brodo!» La sua rivale dai capelli rossi emise un sibilo. Benché quest'ultima fosse decisamente il suo tipo ideale, Gregor continuava a rivolgere l'attenzione alla bella e procace bruna, dotata di una forza fisica non comune e palesemente determinata a mettere fuori combattimento l'avversaria. Dopo aver messo la rossa a pancia all'aria, la bruna si piazzò su di lei con tutto il peso del corpo e, nel chinarsi, sollevò la gonna e le sottovesti scoprendo per l'ennesima volta le cosce e le natiche, mandando in visibilio la folla. Osservando quell'allettante scena, Gregor andò in estasi al pensiero di penetrare in un sol colpo quell'invitante fessura. E a giudicare dagli sguardi fissi e libidinosi degli uomini che lo circondavano, non era l'unico ad accarezzare quel torbido pensiero. «Per quale motivo stanno litigando?» domandò Gregor a un cliente della locanda che sostava accanto a lui, un uomo sdentato con la camicia sudicia. «Eliza» disse l'uomo indicando la rossa, «ha accusato Jessie...» continuò accennando con il capo alla bruna, «... di averle rubato un cliente. Jessie è una furia scatenata.» Abbassò la voce. «La chiamano la Sgualdrina di Dundee.» 6
L'uomo ammiccò con un sorrisetto malizioso, quindi continuò la sua interessante spiegazione. «Ha sfidato Eliza, e la vincitrice si accaparrerà il cliente.» «La Sgualdrina di Dundee» ripeté Gregor, meditabondo. «E cos'ha fatto quella dolce donzella per meritarsi un titolo tanto onorevole?» Il suo interlocutore ridacchiò. «È per via del suo spirito selvaggio, o meglio, della sua libidine sfrenata. Non si può dire che faccia il suo mestiere solo per denaro... Insomma, ci siamo capiti.» Una donna di spirito. Interessante. Era stata forse la sua buona stella a condurlo in quella locanda? Nelle vicinanze del porto i ritrovi come quello abbondavano, e lui sarebbe potuto benissimo andare altrove. Per inseguire lo scopo che lo aveva riportato in Scozia dopo molti anni, Gregor Ramsay aveva fatto tappa a Dundee, lasciando partire la sua nave, la Libertas, senza di lui. Una separazione necessaria ma dolorosa, che aveva rimandato quanto più poteva. La missione che lo attendeva e l'abbandono dell'esistenza cui ormai si era abituato lo rendevano piuttosto nervoso, e aveva bisogno di un sorso di birra per rincuorarsi prima di oltrepassare il Tay e varcare i confini del Fife. Ma adesso era lieto di essersi fermato a bere un goccetto, perché lo spettacolo era decisamente entusiasmante. La Sgualdrina era una lottatrice nata, e a quanto pareva non si curava minimamente del proprio decoro. Anzi, si poteva dire che fosse del tutto spudorata. Tenendo stretta l'avversaria fra le cosce, le strizzava un seno con una mano mentre le solleticava la vagina con l'altra, muovendola avanti e indietro quasi fosse un pene e simulando la penetrazione. No, non aveva alcun ritegno. Gregor la osservava ammirato, accarezzando una cer7
ta idea. Una puttana indomita dal sorriso accattivante e dalle forme avvenenti sarebbe stata un'esca perfetta nel suo piano. Il suo nemico non avrebbe saputo resistere alla tentazione di una femmina così procace, vista la fama di donnaiolo che si era guadagnato sul campo. E chissà, magari quando la sgualdrina avesse terminato la sua lotta, lui avrebbe potuto avvicinarla per farle una proposta. Mentre la folla in visibilio urlava e sbraitava a più non posso incitando le due contendenti, la rossa – sempre bloccata sul pavimento – prese a dibattersi e divincolarsi, ma la Sgualdrina era più forte di lei e non aveva alcuna intenzione di mollare la presa. «Chi è quell'uomo che raccoglie il denaro delle scommesse?» domandò Gregor all'uomo accanto a lui, infilandosi una mano in tasca come se fosse deciso a puntare su una delle due furie. «Si chiama Ranald Sweeney» gli rispose l'altro, accennando con il capo al losco individuo all'angolo opposto della locanda. Un uomo dalla faccia equivoca che non ispirava alcuna fiducia a Gregor. Un sorrisetto diabolico stampato in faccia, e la mano colma di monete, Sweeney seguiva con attenzione la lotta fra le due donne scambiando commenti con un uomo accanto a lui. Gregor li squadrò entrambi, comprendendo al volo che l'interlocutore di Sweeney doveva essere il pomo della discordia, il cliente per cui le due donne si stavano accapigliando come due erinni. L'uomo portava una vistosa parrucca incipriata, una marsina di seta impreziosita da ricami e una cravatta di cotone pregiato. Tuttavia, nonostante l'eleganza e le arie raffinate, sembrava trovarsi a proprio agio in quella locanda di malaffare – il classico uomo facoltoso che, di tanto in tanto, non disdegnava una capatina nei luoghi malfamati per placare le esigenze della carne. Se fossi in lui ostenterei un po' meno il mio rango e i 8
miei natali, pensò Gregor. Tenere una simile linea di condotta in una locanda come quella poteva essere decisamente pericoloso. Quel signorotto libertino doveva essere piuttosto ingenuo. Peggio per lui. Scrollando le spalle, Gregor si diresse al bancone e ordinò un boccale di birra, che terminò in due soli sorsi. Placata finalmente la sete, tornò a rivolgere l'attenzione alla folla di curiosi, mentre la lite fra le due furie scatenate proseguiva senza esclusione di colpi. Spaziando con lo sguardo sulle facce degli astanti, Gregor cominciò a vagare con la mente. Era stato lontano dalla Scozia per undici anni. Aveva viaggiato in lungo e in largo, ed era tornato in patria tre settimane prima, in un paese che nel frattempo era stato forzatamente annesso all'Inghilterra. L'umore generale era pessimo proprio per via dell'unificazione. Sotto molti aspetti, tuttavia, non sembrava poi tanto diverso dal paese che lui ricordava. La popolazione di Dundee era sopravvissuta ad anni e anni di guerre e privazioni, e la città prosperava grazie al porto da cui transitavano navi e vascelli di tutto il mondo, compresa la sua. Undici anni prima aveva lasciato il Fife senza il becco di un quattrino. Un ragazzo amareggiato, sconfitto dalla vita, con in tasca una manciata di sogni infranti e niente più. Mentre adesso, al suo ritorno dopo una vita passata per mare, disponeva di parecchio denaro, oltre a possedere parte della nave da cui era sbarcato e che aveva abbandonato a malincuore. D'improvviso, dal centro della mischia si levò un grido che strappò Gregor alle sue riflessioni. Jessie, la maliarda dai capelli corvini, era in piedi al centro della stanza, trionfante, mentre Eliza la rossa la fissava con disprezzo. 9
«Strega» gridava Eliza indicando Jessie. «Hai usato la stregoneria per vincere contro di me!» «Datti una calmata, Eliza» rispose Jessie avvampando di rabbia. «Ricordati che è stato grazie a me se hai superato questo inverno. Se non fosse stato per le mie cure saresti morta di raffreddore. E le tue false accuse non cambiano la mia vittoria. Una vittoria del tutto meritata, aggiungo.» «Meritata? Sei una strega, Jessie! Hai vinto solo grazie alla stregoneria!» Poi, rivolta alla folla: «Questa donna è una strega, mi avete sentita? Ci avvelenerà tutti con le sue misteriose pozioni e le sue parole mendaci!». Nella sala la tensione si tagliava con il coltello. Le strane accuse di Eliza avevano gettato nell'inquietudine gli spettatori, che cominciarono a scambiarsi dei commenti a bassa voce. «Io l'ho vista!» confermò uno di loro. «Ha sgranato gli occhi, mormorato qualcosa a bassa voce, ed Eliza è caduta a terra. Dopodiché la Sgualdrina ha cercato di soffocarla e di strangolarla senza neanche toccarla con un dito.» «In città giravano già voci che fosse una strega» intervenne un altro, «e adesso ne abbiamo avuto la conferma.» A quelle parole, due uomini si avventarono su di lei afferrandola per le braccia, e Jessie si dimenò con forza cercando di liberarsi, sputando e imprecando contro i suoi accusatori. Gregor tornò a guardare la donna a terra, Eliza la rossa. Aveva il viso paonazzo e la mano alla gola, come se davvero Jessie avesse cercato di strangolarla. Ma tutti gli spettatori erano pronti a giurare che non l'avesse toccata con un dito... «Sì, è una strega» cominciò a gridare qualcuno. «Ha lanciato un incantesimo per soffocare Eliza! L'avete vista anche voi, non possiamo esserci ingannati tutti!» Qualcuno era già uscito in strada a chiamare il Balivo, 10
l'ufficiale giudiziario, affinché arrestasse la strega-prostituta di nome Jessica Taskill. Divertito da quell'imprevista svolta negli avvenimenti, Gregor si appoggiò al bancone della taverna squadrando la maliarda dai capelli corvini, che ben presto avrebbe avuto alle costole tutti i cittadini armati di torce, pronti a bruciarla viva. Le storie di streghe lapidate e bruciate sul rogo avevano accompagnato tutta la sua infanzia nel Fife. Donne ritenute in combutta con il diavolo, creature accusate di crimini inenarrabili, che venivano viste volare nude sui tetti delle case e lanciare mortali anatemi contro dei poveri innocenti. Gregor non credeva a una sola parola di tutto ciò. A suo parere erano semplici superstizioni alimentate dall'ignoranza. Erano passati tanti anni, eppure, a quanto pareva, certe cose non erano cambiate: l'accusa di stregoneria provocava ancora una reazione violenta. E se l'accusa rivolta a Jessica Taskill fosse stata confermata, la poveretta sarebbe morta prima della fine della settimana. Jessie era attraente, oltre che scaltra. Doveva avere parecchi assi nella manica. Sarebbe stato un vero peccato se quelle doti fossero bruciate insieme a lei sul rogo. Per qualche istante Gregor accarezzò l'idea di strapparla alla folla, ma poi pensò che forse sarebbe stato meno rischioso farla fuggire in seguito. Una volta lui e il suo amico e collega marinaio Roderick Cameron avevano aiutato a evadere un compagno ubriaco da una cella a Cadice, sfidando l'arresto e una condanna a vita. Avrebbe potuto fare lo stesso con Jessica. In quel momento si rese conto di aver indugiato fin troppo in quella taverna, e che ormai avrebbe già dovuto essere in viaggio per il Fife. Il tempo è denaro era un motto che l'aveva accompagnato per gli ultimi undici anni, e non intendeva certo abbandonarlo. Ma lo spettacolo, a quanto pareva, non era ancora terminato. 11
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Questo volume è stato stampato nel giugno 2011 presso la Mondadori Printing S.p.A. stabilimento Nuova Stampa Mondadori - Cles (Tn)