PS55_UN'ESPLOSIONE DI DESIDERIO

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Beth Kery

Un'esplosione di desiderio


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Explosive The Berkley Publishing Group/Penguin Group Inc. © 2010 Beth Kery Traduzione di Alessandra De Angelis Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2012 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Passion marzo 2012

HARMONY PASSION ISSN 1970 - 9951 Periodico mensile n. 55 del 29/03/2012 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi Registrazione Tribunale di Milano n. 71 del 6/02/2007 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


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Era la prima sera delle sue vacanze estive e l'atmosfera languida e rilassata l'aveva permeata al punto da rallentarle i riflessi. Per questo le occorse qualche istante per registrare mentalmente il fatto che Thomas Nicasio si trovasse sul suo pontile. Fissava imbambolato le acque del lago increspate da una leggera brezza; i raggi del sole ravvivavano i riflessi ramati dei suoi capelli castani, che quel giorno erano stranamente scompigliati. Se non fosse stato per il suo profilo unico e inconfondibile non l'avrebbe mai riconosciuto in quella situazione informale. Thomas faceva parte dell'ambiente lavorativo di Sophie; era perfettamente integrato nel mondo metropolitano e lei lo considerava quasi un accessorio del palazzo in cui entrambi avevano l'ufficio. Lo aveva sempre visto indossare eleganti e raffinati completi grigi, impeccabili per taglio e modello, mentre percorreva il corridoio o l'atrio a passo deciso, il cellulare incollato all'orecchio, oppure mentre digitava freneticamente dei messaggi o controllava le e-mail sul BlackBerry intanto che aspettava il fratello nella sala d'attesa dello studio medico di Sophie. Fino a quel momento si erano scambiati soltanto sorrisi e cenni di saluto, degli sguardi intensi o qualche battuta maliziosa. Sophie, a volte, si era accorta che Thomas la scrutava, cercando di non farsi vedere, mentre lei parlava con i pazienti nell'atrio. Aveva capito che Thomas era at5


tratto da lei, ma si sforzava di mantenere le distanze per discrezione. C'era stata un'unica eccezione alla loro conoscenza superficiale e impersonale; la sera prima avevano avuto uno scambio di battute, breve ma intenso, nella sala d'aspetto dello studio medico di Sophie. In quell'occasione Thomas non le era parso serio e compassato come al solito. Fino a quel giorno, era rimasto sempre ad aleggiare ai margini della sua vita senza mai entrarvi, ma anche senza mai allontanarsi in via definitiva. A Sophie capitava di frequente di pensare a Thomas Nicasio, con comprensione mista a curiosità, soprattutto dopo aver parlato con il suo amico psicologo, Andy Lancaster. Tuttavia, ultimamente, quando guardava il telegiornale serale, pensava a Thomas anche con compassione. A volte, quando faceva jogging sulle rive del lago Michigan, le capitava di incrociare un uomo alto, che sembrava venirle incontro da lontano. Allora, con un tuffo al cuore, sperava che fosse lui. A dir la verità c'era anche un altro momento, più intimo, in cui Thomas Nicasio entrava nella sua mente. Durante le fantasie erotiche che l'aiutavano a raggiungere l'orgasmo da sola, inevitabilmente il volto del suo amante senza identità assumeva le fattezze di Thomas, ma Sophie sospettava che non accadesse solo a lei di eccitarsi pensando di essere a letto con Thomas. Era quasi sicura che la maggior parte delle donne con cui aveva a che fare utilizzassero il ricordo del suo viso e del suo fisico statuario per arrivare più rapidamente al piacere. Oppure faceva quell'effetto solo a lei? Di solito, la presenza di Thomas nella sua vita era confinata alla sala d'aspetto dello studio medico. Talvolta si incrociavano nell'atrio del palazzo e prendevano insieme l'ascensore e Thomas, interpretando magistralmente il ruolo del perfetto e affascinante uomo d'affari, la salutava in tono pacato e impersonale quando lei si fermava al ventitreesimo piano. 6


Le loro esistenze si sovrapponevano in misura così infinitesimale che ora Sophie temeva di avere le allucinazioni, perché il suo sogno sembrava essere diventato realtà. Eccolo lì, sul suo pontile, in jeans e maglietta nera. Il suo cervello non riusciva a considerarla un'immagine realistica, una presenza concreta. Inoltre qualcosa nella rigidità della sua postura le aveva fatto scattare un campanello d'allarme nel cervello. Fu tentata di telefonare ad Andy Lancaster, che aveva in cura il fratello di Thomas, Rick. Ma cos'avrebbe potuto fare il suo amico, anche se fosse riuscita a mettersi in contatto con lui? Oltre al fatto che Thomas non era suo paziente, Andy si trovava a Chicago, a circa duecentocinquanta chilometri da lì. Sophie sapeva che la famiglia di Thomas era stata colpita recentemente da un'immane tragedia. Suo fratello e il nipote erano morti. Il padre adottivo di Thomas, Joseph Carlisle, era indagato dall'FBI per diversi reati. Forse questi drammatici eventi erano collegati all'espressione vacua e stordita dipinta sul viso di Thomas? Ma, soprattutto, perché era venuto proprio da lei? Come avrebbe potuto aiutarlo quando non sapeva praticamente nulla dei meandri oscuri delle sue vicissitudini familiari? Sophie infilò in un barattolo pieno d'acqua il pennello che aveva in mano e uscì di casa. Prima di varcare la soglia, esitò. Era in bikini e calzoncini di jeans, con scarpe da tennis che all'epoca dei dinosauri erano state bianche, ma ora erano così logore che in qualche punto la tela si era staccata dalla suola di gomma. Sophie aveva persino degli sbaffi di tempera sulla pancia e sulle cosce. Avrebbe dovuto fare un salto in camera a cambiarsi o, almeno, a mettersi una maglietta. Però c'era qualcosa nella postura innaturale della testa di Thomas, mentre fissava il lago illuminato dai caldi riflessi aranciati del sole al tramonto, che la indusse a scendere i gradini che portavano fuori senza preoccuparsi troppo della propria sciatteria. 7


Più si avvicinava alla figura rigida di Thomas e più si sentiva invasa dall'ansia. Ancora prima di arrivare al pontile, vide che la cassa toracica di Thomas si alzava e si abbassava in fretta, come se fosse ansante per lo sforzo, nonostante l'immobilità. Sophie trasalì, atterrita, quando lui si girò di scatto appena lei mise piede sul pontile. Sembrava un guerriero pronto a rispondere all'attacco del nemico. Assurdamente, Sophie ebbe un fremito d'eccitazione al pensiero che lui le si scagliasse addosso. Per qualche secondo si fissarono senza muovere un muscolo. Le intense iridi color sottobosco di Thomas la inquietavano, così come il suo aspetto trasandato, con un velo di barba che gli ombreggiava il viso e il ciuffo, di solito ordinatamente pettinato all'indietro, che gli ricadeva sulla fronte. Il rumore del motore di un fuoribordo in lontananza spezzò il silenzio e Sophie ritrovò la voce, cercando di tornare alla realtà. «Thomas, che sorpresa! Come mai qui?» Fece una pausa, ma lui non ebbe alcuna reazione. «Sono la dottoressa Gable... Sophie. Ricordi? Ho lo studio medico con il dottor Lancaster.» S'interruppe di nuovo e fece una risatina isterica, notando che Thomas continuava a restare interdetto. «Non immaginavo che potessimo incontrarci anche al lago!» esclamò indicando le acque scintillanti con un ampio gesto. Malgrado la sua insicurezza e il cuore che le batteva forte in petto, Sophie si sforzò di mantenere il tono pacato e rassicurante che adottava quando il suo interlocutore era agitato o in preda al panico. Prima d'iscriversi a medicina aveva lavorato per un anno come assistente sociale ospedaliera, specializzata in bambini vittime di abusi, perciò aveva imparato a offrire conforto e a calmare anche con la voce. Era paradossale trattare un uomo alto, muscoloso e sicuro di sé come se fosse stato un bambino traumatizzato. 8


In quel momento le sembrava più che altro un animale selvaggio, braccato e isolato dall'ambiente che gli era più congeniale, e per questo ancora più pericoloso. Il cotone sottile della maglietta nera aderiva al suo busto tornito, mettendo ancora più in evidenza i muscoli possenti. Era la prima volta che Sophie lo vedeva senza giacca e doveva ammettere che i jeans e la maglietta valorizzavano il suo fisico scultoreo. Sembrava davvero una statua, con le spalle ampie, i fianchi stretti, le cosce forti e le gambe lunghe e atletiche. Istintivamente posò per un istante gli occhi sul suo inguine, ma tornò in fretta a guardarlo in faccia, in tempo per vedere un lampo divertito attraversargli lo sguardo. Il cuore di Sophie accelerò i battiti. In passato la tensione erotica esistente tra loro era sempre stata fortissima, ma in quel momento Sophie si sentì trapassare dal calore delle sue iridi, come se fossero due raggi laser. S'irrigidì istintivamente quando lui fece un passo verso di lei. «Non Thomas, Tom» disse con voce rauca. «Chiamami Tom.» Dal tono della voce, sembrava un uomo scampato per miracolo a una tragedia che non parla con nessuno da giorni, come se fosse stato intrappolato in uno spazio angusto, al buio, in compagnia della sua angoscia. Lo sguardo esperto di Sophie colse al volo il messaggio che le inviavano i suoi lineamenti tirati, la piega amara della bocca, l'aria stanca, le occhiaie profonde. Si girò leggermente di lato per non assumere una posizione minacciosa, standogli perfettamente di fronte, e gli fece un cenno per invitarlo ad avvicinarsi. «Perché non vieni dentro, Tom? Ti offro qualcosa da bere.» Lui esitò e Sophie pensò che non poteva prevedere cos'avrebbe fatto. Pur avendo una certa familiarità con lei, Thomas era praticamente un estraneo. Non avevano 9


scambiato più di una manciata di frasi da quando si conoscevano. Magari avrebbe riso e avrebbe fatto una battuta con aria sfrontata, si disse Sophie. Oppure le si sarebbe scagliato addosso in preda a un'ira incontrollabile. Tutto era possibile in quel momento intenso, carico di tensione. Considerato che Sophie era pronta al peggio, la reazione di Thomas avrebbe dovuto tranquillizzarla, invece la scosse profondamente. Lui si avvicinò con la sua falcata ampia e felina, da giaguaro. Quando le fu davanti, a un passo di distanza, Sophie avvertì un brivido incresparle la pelle nuda, accarezzata dal suo sguardo. «Sono venuto a cercarti» le annunciò lui. Stese la mano e le prese il polso. Il contatto la fece avvampare come se lui le avesse acceso un fuoco dentro. «Sono venuto a cercarti, Sophie» ripeté. «Perché?» Lui rispose con un cenno secco ma eloquente in direzione della casa e le prese la mano che tirò delicatamente per farsi accompagnare, sconcertandola. Arrivarono sotto il portico che circondava l'abitazione e varcarono la soglia dell'ingresso secondario, da cui si accedeva nella parte di veranda che Sophie aveva chiuso per usarla come studio. Senza interrompere il contatto, lui si soffermò a guardare il quadro che Sophie stava dipingendo. Lei si accorse che fissava alternativamente la tela e il lago con un'espressione imperscrutabile, come se volesse stabilire la qualità della sua pittura paragonandola con il paesaggio che stava ritraendo. «Non sono brava, dipingo solo per hobby» si giustificò a bassa voce, chiedendosi perché stesse bisbigliando. Forse perché l'atmosfera era diventata improvvisamente tesa, carica di elettricità e di trepidazione, come l'aria prima di un temporale. Sophie trattenne il fiato per un istante quando lui spostò lo sguardo verso la sua pancia nuda. 10


«Ecco perché sei macchiata di vernice!» commentò Thomas con un sorriso divertito. «In effetti ero rimasto stupito vedendoti.» «Perché?» «Ho sempre detto a Rick che tu mi davi l'impressione di essere una persona precisa e ordinata, tutta perfettina... come una bambina pulita, elegante e infiocchettata, con le scarpine bianche, a cui la mamma proibisce di giocare con gli altri bimbi scalmanati» le spiegò. Fece una pausa, poi aggiunse: «Una a cui non piace sporcarsi». Il suo sguardo si concentrò sul seno di Sophie per un istante, prima di tornare a posarsi sui suoi occhi. A lei non sfuggì la vaga allusione sessuale di quell'ultimo commento. «Ma Rick diceva che era solo un pretesto da vigliacco per non chiederti di uscire a bere qualcosa con me» concluse lui. Sophie inghiottì a vuoto, profondamente a disagio. La situazione si faceva sempre più strana e inquietante. Andy le aveva detto che Thomas e il fratello, Rick Carlisle, erano molto legati. Sophie aveva più volte avuto modo di osservare il loro affiatamento quando li vedeva insieme entrare e uscire dal suo studio, scherzando e ridendo o parlando fitto fitto. «Mi sembri scosso, Tom» commentò, preoccupata, sempre parlando sottovoce. «È per questo che sei venuto da me? Sei ancora sconvolto per la morte di tuo fratello e di tuo nipote, immagino.» Il volto di Thomas ebbe una lievissima contrazione. «Vieni dentro» lo invitò lei stringendogli la mano e guidandolo lungo il corridoio in penombra. Entrò in cucina e accese la luce, perché le finestre davano a est, per cui la stanza non era illuminata dal sole al tramonto. Sophie capì subito di essersi ingannata sperando che l'ambiente caldo, allegro e accogliente avrebbe dato una parvenza di normalità a quella situazione surreale. Le ba11


stò dare un'occhiata alla figura rigida e tesa di Thomas per essere invasa da un senso di disagio e di pericolo incombente. Gli lasciò la mano e andò ad aprire il frigorifero. «Un tè freddo? Ho fatto anche la limonata.» «Non hai qualcosa di più forte?» le chiese lui con voce roca. «Dovrei avere una bottiglia di vino da qualche parte.» «Lascia perdere, va bene la limonata» rispose lui in tono impaziente. Sophie lo scrutò sempre più preoccupata. Alla luce al neon della cucina poteva vedere che Thomas aveva gli occhi lucidi e un velo di sudore sulla fronte, come se fosse febbricitante. «Accomodati» lo invitò, indicando uno sgabello davanti al tavolo. Versò la limonata in due bicchieri e gliene porse uno. Lui non si sedette, ma rimase in piedi senza muoversi di un millimetro e tracannò la bibita fresca in pochi secondi. Quando ebbe finito, Sophie prese il bicchiere vuoto e gli porse il suo. Thomas bevve di nuovo con ingordigia, Sophie posò i bicchieri poi gli prese il polso e gli mise due dita sulla vena, contando i battiti mentre guardava la lancetta dei secondi sull'orologio appeso alla parete, nel silenzio assoluto. «Ne vuoi ancora?» «No, basta così.» «Tom, tu stai male» sentenziò lei. Lui batté più volte le palpebre, confuso. Si guardò intorno corrugando la fronte, poi tornò a fissarla e i suoi tratti parvero distendersi impercettibilmente. «Sì, hai ragione. Non so come mai sono qui.» «Vuoi dire che non te lo ricordi?» Lui esitò, incerto. «Ricordo di essere venuto da te in macchina. Dovevo andarmene.» «Da dove?» gli domandò lei con circospezione. 12


Lui la fissò, cupo. I suoi occhi verdi, di solito illuminati da pagliuzze dorate, erano velati dall'ombra di un profondo turbamento. Sophie pensò che, considerato quello che gli era successo, aveva tutti i suoi buoni motivi per sentire il bisogno di fuggire. Thomas rimase immobile quando lei gli mise una mano sulla fronte accaldata. Sophie si rammaricò di non avere un termometro in casa però, anche se le sembrava che lui avesse la febbre, non scottava poi molto. Gli palpò il cranio per controllare se avesse dei bernoccoli. «Hai battuto la testa, Tom?» gli chiese. «Non credo.» Si avvicinò ancora di più e lo annusò, in cerca dell'odore di alcol, per capire se era ubriaco. Era così vicina da essere avvolta dal suo profumo che le provocò un fremito. Malgrado fosse malato e trasandato, cosa insolita per lui, emanava una fragranza eccitante. «Hai bevuto?» Lui scosse la testa. «Hai assunto droghe?» Lui fece nuovamente segno di no. Lei gli scostò il ciuffo dalla fronte e trasalì quando vide un livido vicino all'attaccatura dei capelli sopra la tempia sinistra. «Sei stato colpito!» esclamò. Gli prese la mano e la esaminò con maggiore attenzione, poi strabuzzò gli occhi quando notò le abrasioni sulle nocche. «Hai fatto a botte con qualcuno?» Lui non rispose ma le parve vagamente risentito, come se lei l'avesse accusato. «Ti fa male qualcosa?» «No.» «Hai nausea, mal di stomaco...?» continuò, procedendo per tentativi. Lui scrollò le spalle con noncuranza. «Perché sei venuto da me?» insistette. «Conosci qualcuno che abita nei paraggi?» 13


«No.» «Perché sei venuto a cercarmi? Eri da queste parti e ti sei sentito male? Avevi bisogno di un medico e hai ricordato che ti avevo detto che avrei passato le ferie a Haven Lake?» Lui fece una smorfia, come se fosse stato colto da uno spasmo improvviso, strizzò le palpebre e si mise una mano sulla fronte. «Ti porto subito al pronto soccorso a Effingham» dichiarò Sophie con decisione, allarmata. «Non vado da nessuna parte» replicò lui. «Ma è chiaro che non ti senti bene, devi farti visitare» insistette lei. «Non voglio andare in ospedale» sbottò lui a denti stretti, chiudendo di nuovo gli occhi. Il suo tono aspro la lasciò interdetta. Fu tentata di chiamare la polizia, ma poi lui riaprì gli occhi e la fissò... e lei capitolò. «Va bene» acconsentì, conciliante suo malgrado, come se lui l'avesse ipnotizzata con il suo sguardo intenso. «Potresti avere una leggera commozione cerebrale, e hai anche un po' di febbre. Ti porto un antidolorifico, poi però devi riposare.» «Non ho sonno» protestò lui con voce roca. Abbassò lo sguardo e Sophie arrossì nel notare che lui le stava fissando il seno coperto dal bikini leggero. Fu ancora più imbarazzata nell'accorgersi che il suo corpo aveva avuto una reazione istintiva al suo sguardo allusivo, inequivocabilmente pieno di desiderio, perché le s'inturgidirono i capezzoli all'istante. Thomas fece un passo avanti e Sophie indietreggiò. «Stai male, si vede. Devi riposare» tornò alla carica. «C'è qualcuno che posso chiamare? Devi avvertire...» S'interruppe, vedendo che lui scuoteva la testa sconsolato. «Non fa niente, lascia perdere. Vieni.» Gli fece segno di seguirla e si avviò lungo il corridoio, 14


diretta verso la camera degli ospiti. Accese la luce e si affacciò all'interno della stanza per controllare che fosse in ordine. Non la usava dai primi di giugno, quando Andy e sua moglie Sheila erano stati a passare il fine settimana da lei, ma le parve che fosse discretamente pulita. Mise degli asciugamani nel bagno degli ospiti e prese un flacone di analgesici dall'armadietto dei medicinali. Era perplessa perché non riusciva a comprendere gli strani sintomi che presentava Thomas. La febbre indicava che aveva qualche malanno, ma sembrava piuttosto vittima di un trauma psicologico che l'aveva lasciato stordito. Forse era anche un effetto del colpo in testa; in ogni caso, lo stress subito di recente poteva spiegare i suoi visibili problemi. Con chi aveva fatto a pugni? E perché? Stranamente non la sorprendeva che potesse aver picchiato qualcuno, nonostante fosse abituata a vederlo sempre impeccabile e compassato. In lui avvertiva un animo ribelle e impetuoso, nascosto sotto la patina esteriore dell'uomo d'affari serio e sobrio, sofisticato. Forse per gli occhi che s'illuminavano improvvisamente, provocatori, e per il sorriso spavaldo, le dava l'impressione di avere un temperamento forte e indomito. Oppure era condizionata da quello che sapeva di lui. Andy le aveva raccontato che Thomas Nicasio aveva trascorso l'infanzia a Morgan Park, un quartiere operaio lontano dal complesso residenziale di lusso in cui era andato a vivere quando la famiglia Carlisle lo aveva adottato. Evidentemente aveva imparato a farsi valere a suon di pugni nelle risse con i bulli del quartiere. Inoltre, prima di aprire una ditta era stato un militare, anche se Andy non le aveva detto quale fosse la sua specializzazione. Riempì un bicchiere d'acqua dal rubinetto, sentendosi in colpa per non aver insistito per portarlo in ospedale, e glielo portò con la compressa di analgesico. Con suo grande sollievo, Thomas la prese senza fare storie e rima15


se fermo a guardarla mentre lei abbassava il copriletto. Sophie si girò e vide che lui continuava a fissarla. Si chiese se non fosse pericoloso restare da sola in casa con lui, ma cancellò subito quel pensiero. «Perché non ti stendi a riposare?» gli propose con voce tremante. Lui si avvicinò e lei abbassò lo sguardo, ma non si scostò, neanche quando lui le mise una mano su un fianco. Sophie trattenne il fiato e chiuse gli occhi. Sentì che lui le strofinava delicatamente lo sbaffo di tempera secca sulla pelle. Ebbe un lieve capogiro per l'emozione quando lui si piegò in avanti e la prese tra le braccia. Sophie emise l'aria in un lungo sospiro. In un attimo sospeso nel tempo, colmo di sensazioni e di possibilità, sentì la presenza Thomas Nicasio con ogni fibra del suo essere. Lui le scostò i capelli con il mento e le premette il volto contro il collo. Sophie avvertì la sua potente erezione che le premeva contro il pube. «Sophie...» sussurrò lui. Lei aveva il cuore in gola. Le sue labbra che scivolavano sulla pelle le stavano facendo perdere la lucidità. «Resta con me, Sophie. Ho bisogno di perdermi nella tua dolcezza.»

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Piaceri e segreti di Charlotte Featherstone Lucy Ashton, figlia del marchese di Stonebrook, ha occhi di smeraldo e capelli fulvi, la cui tinta accesa richiama il suo ardente temperamento. Lucy si diletta di occultismo nella disperata ricerca dell'amante scomparso, perché il suo unico obiettivo è rivivere la passione provata tra le sue braccia, sfuggendo al severo genitore, che vuole darla in moglie al duca di Sussex. Ma il gelido duca nasconde in sé desideri trasgressivi e un segreto che affonda le radici in un dramma familiare. Mentre il misterioso Orfeo tesse le sue trame contro Sussex, intorno al suo quartier generale si agita un mondo di trasgressioni, piaceri perversi, tradimenti e intrighi. Accerchiata da un'atmosfera di torbide passioni, forse Lucy capirà cosa significa donarsi completamente e amare davvero.

Un'esplosione di desiderio di Beth Kery Sophie Gable è un medico irreprensibile. Conosce l'affascinate Thomas Nicasio solo di sfuggita, ma tra loro c'è stato un crescendo di sguardi, ammiccamenti, battute allusive. Quando la vita di Thomas è travolta da una tragedia familiare, tutto cambia, anche il suo atteggiamento nei confronti di Sophie. Il raffinato uomo d'affari si trasforma in un predatore torvo e taciturno, affamato di sesso, dalle apparizioni inspiegabili e dalle assenze altrettanto incomprensibili. Sophie è trascinata in un vortice d'intensa attrazione erotica, d'incontri ad alto tasso di seduzione, ma sente che Thomas nasconde qualcosa... Perché l'FBI gli sta dando la caccia? Perché si trova sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato? Forse le persone di cui si fida sono proprio coloro che gli hanno rovinato la vita...


ritorna a MAGGIO con 2 romanzi intensi e passionali delle autrici pi첫 amate e apprezzate. PREPARATI A UNA LETTURA... INCANDESCENTE! IN USCITA DAL 30 MAGGIO


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