Samantha Ann King
Torbidi giochi
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Tempting Meredith Carina Press © 2014 Julie Laub Traduzione di Alessandra De Angelis Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Passion novembre 2014 HARMONY PASSION ISSN 1970 - 9951 Periodico mensile n. 92 del 13/11/2014 Direttore responsabile: Stefano Blaco Registrazione Tribunale di Milano n. 71 dello 06/02/2007 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano
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Meredith non andava pazza per la birra. Se aveva voglia di stordirsi, preferiva il vino o un cocktail, possibilmente dolce e colorato, di quelli che venivano definiti da femminucce. Purtroppo le sue preferenze in fatto di alcolici la mettevano in minoranza rispetto alla massa di universitari, che trangugiavano quantitĂ industriali di birra. Il suo ragazzo, invece, era perfettamente nella norma perchĂŠ non beveva altro. In quel momento era impegnato in un'accesa partita con il suo compagno di stanza; mentre i due si accanivano sul videogioco, spalla contro spalla, Meredith si accorse che in effetti era piĂš rilassata dopo avere scolato una lattina di birra. Per quanto la trovasse troppo amara, doveva ammettere che la rendeva piacevolmente euforica e vagamente brilla. Stravedeva per Dylan, che era bello e intelligente... anche se non quanto lei. D'altronde, lei era una vera secchiona, anche se si sforzava di non darlo a vedere. Invece Dylan era proprio il prototipo del ragazzone americano, aitante, abbronzato, con i capelli biondi da surfista californiano e occhi di un celeste intenso. Ma soprattutto l'amava, era pazzo di lei... eh, sĂŹ, proprio di lei! Dopo avere trascorso anni a fare la parte dell'orfanella che gela in strada e guarda la gente abbuffarsi da dietro i vetri di un ristorante di lusso, stavolta era stata metaforicamente invitata a entrare e a partecipare al banchetto. Le sembrava in5
credibile avere un ragazzo, e per giunta così attraente! «Ehi, piccola, vieni a sederti tra noi così mi porti fortuna. Questo bastardo mi sta dando una solenne lezione» le disse Dylan senza distogliere lo sguardo dallo schermo del televisore. «Ah, giacché ci sei, mi porti un'altra birra?» «Certo.» Vacillando in bilico su dieci centimetri di tacchi, si diresse verso il piccolo frigo infilato tra le scrivanie. «Anche per te, Blaine?» Blaine le lanciò un'occhiata e le sorrise. Aveva una bella bocca generosa e penetranti occhi azzurri che sembravano ipnotizzarla ogni volta che la guardava. «Sì, grazie.» Meredith prese tre lattine e andò a sedersi tra i due ragazzi sul divano. Era una tipica stanza da studentato, con due letti a castello da un lato e le scrivanie contro la parete opposta, e per il resto... caos assoluto. Grovigli di cavi, computer, videogiochi, indumenti appallottolati ovunque, pile di libri. Quando era arrivata, Meredith aveva raccolto in un sacchetto dell'immondizia i rifiuti sparsi per la stanza. Nonostante fosse infastidita da tanto disordine, valeva la pena sopportare il disagio per stare con Dylan. Era ora di lavare le lenzuola e pensò di andare nel locale lavanderia nel seminterrato della residenza universitaria mentre i ragazzi giocavano, così per quella sera sarebbero state pulite. Blaine sarebbe uscito o avrebbe finto di dormire nel letto sopra a quello di Dylan, come faceva a volte? All'inizio fare l'amore con Dylan mentre lui era presente l'aveva messa a disagio, ma ora doveva ammettere che la eccitava. Blaine e Dylan sembravano fratelli. Da dietro era difficile distinguerli, perché avevano la stessa corporatura e anche il colore di capelli era quasi identico. Però non erano parenti, ma solo ottimi amici. Un'altra ragazza sarebbe stata gelosa del loro legame simbiotico, ma non Meredith. Era contenta di stare con loro, anche in quel momento 6
mentre era sballottata tra i due che giocavano agitandosi, tanto contenta che non aveva alcuna fretta di scendere in lavanderia. Continuò a bere birra, sempre più consapevole delle maniche delle camicie che si strofinavano contro le sue braccia nude, delle cosce muscolose inguainate nei jeans che premevano contro le sue gambe. Nell'aria aleggiava un vago odore di sudore; non era sgradevole, anzi, rendeva l'atmosfera virile. Inoltre stare lì la faceva sentire accettata, era il segno che aveva una vita sociale, che era una ragazza e aveva un corpo, non solo un cervello. Era ormai passata mezzanotte quando Blaine e Dylan terminarono la partita e Meredith aveva già bevuto due lattine di birra. Dylan lasciò cadere sul pavimento il joystick del videogioco, le cinse la vita con un braccio e l'attirò a sé, facendola sedere sulle sue ginocchia. «Come stai, piccola?» «Meravigliosamente bene» sospirò Meredith, languida. Lui le mordicchiò il collo. «Sei veramente sexy, sai?» Meredith non replicò perché era impegnata a cercare di prendere fiato mentre la mano di Dylan scivolava sul suo busto sopra la magliettina aderente rosa. Blaine li guardava da sotto le ciglia; aveva le labbra socchiuse e il respiro leggermente affannoso, proprio come lei. «E non sono l'unico a pensarlo...» continuò Dylan. «Ah, no?» bisbigliò lei. Le sembrava già incredibile di piacere a Dylan. «Anche Blaine ti trova molto sexy» le sussurrò Dylan all'orecchio. Quell'affermazione la lasciò sbalordita e senza parole mentre Dylan ridacchiava malizioso. «Sai cosa vuole come regalo per la laurea?» la incalzò. Blaine non era un universitario perditempo come tanti. Voleva diventare avvocato e aveva già ottenuto l'ammissione al corso specialistico, che avrebbe cominciato di lì a otto mesi alla facoltà di legge; nel frattempo avrebbe fatto 7
il praticantato presso uno studio legale di Houston. «Non lo so... Tanto riceverà una bella penna come tutti, ne sono sicura!» replicò Meredith con un risolino. Si sforzava tanto di essere spiritosa quando era in compagnia e di sembrare una bionda svampita, per farsi accettare in un ambiente in cui spesso si sentiva fuori posto. «Vuole te...» Le labbra di Dylan le sfiorarono il collo. Meredith batté più volte le palpebre, smarrita. La sua prima reazione a quelle parole era stata d'eccitazione, con un tuffo al cuore. Poi però si era detta che sicuramente aveva frainteso; non sarebbe stata la prima volta in cui si trovava a disagio perché non capiva le dinamiche sociali. Proprio per non apparire un'imbranata totale aveva scoperto che fingersi cretina era la tattica migliore. «Me?» mormorò, stordita. «Sì, e gli ho detto che per me non c'è problema se a te sta bene.» «In che senso?» squittì Meredith, senza fiato. «Nel senso che vuole sbatterti» le sussurrò Dylan all'orecchio. Dylan la concedeva al suo compagno di stanza senza battere ciglio?, trasecolò Meredith. Aveva il cuore in gola e la bocca secca, tanto che non riusciva a deglutire. «Però non potete farlo da soli, sei la mia ragazza» precisò. Meredith si emozionava ogni volta che lui le diceva che era sua; era così orgogliosa del fatto che Dylan amasse e desiderasse proprio lei! «Sicuro?» Dylan infilò la mano sotto la maglietta scollata e le racchiuse un seno nel palmo, pizzicandole il capezzolo mentre Blaine guardava senza neanche curarsi di fingersi disinteressato. Gli approcci di Dylan non erano mai stati tanto espliciti davanti a lui, ma oltre a vergognarsi Meredith avvertì un 8
fremito erotico che le fece contrarre il sesso già bagnato di umori caldi... «Non ti darebbe fastidio?» gemette. «Vedere il mio migliore amico con la mia ragazza? No, anzi, sarebbe eccitante. E poi non è come se mi tradissi, ci sarei anch'io. Lo faremmo tutti e tre insieme.» Meredith si sforzava di riflettere, ma era difficile mentre Dylan le palpava il seno e Blaine la fissava intensamente. «Ha avuto tutto il tempo d'immaginare certe cose, ora vorrei fargliele vedere, come queste belle tette...» Dylan si chinò e le prese un capezzolo tra i denti sopra il cotone leggero. «Posso?» la incalzò, facendo scivolare verso l'alto il bordo della maglietta, fino a scoprire la curva del seno. «Giusto un'anteprima per stuzzicarlo.» Meredith protese il busto, ansiosa di essere spogliata da Dylan. Soffocò un mugolio smanioso; era chiaro che ne aveva voglia anche lei. «Ti va, piccola? Vuoi fargli vedere quanto sei bella?» Meredith annuì. Se avesse dovuto spogliarsi da sola sarebbe morta di vergogna; preferiva che fosse Dylan a scoprirla allo sguardo di Blaine. Lei era troppo imbarazzata. Dylan fece scorrere la maglietta verso l'alto, sfiorando i capezzoli turgidi che furono improvvisamente rivelati allo sguardo di Blaine. «Toccati, fagli vedere cosa ti piace.» La brava ragazza che era in lei era combattuta, ma la parte più sensuale e trasgressiva avrebbe voluto cedere al desiderio che la invadeva, sempre più intenso, e alla fine ebbe la meglio. Meredith sollevò le dita facendole scorrere languidamente sul ventre e sulla cassa toracica, poi prese i seni nelle mani a coppa e si pizzicò delicatamente i capezzoli, avvertendo istantaneamente uno spasmo di piacere che la trafisse al centro più intimo del sesso. Dylan posò la mano sul bottone dei jeans di Meredith, come se attendesse il suo permesso, mentre Blaine, im9
mobile e con il fiato sospeso, seguiva con sguardo attento ogni movimento come se non volesse perdersi neanche un istante. Meredith si morse il labbro inferiore e spostò appena il bacino verso la mano di Dylan, in un tacito assenso. Dopotutto scoprire i seni era un gioco innocuo, ma se avesse offerto il sesso allo sguardo di entrambi sarebbe stato come acconsentire alla loro richiesta. In effetti era ciò che desiderava; li voleva tutti e due. Aveva persino avuto una fantasia erotica mentre Blaine ascoltava il loro amplesso dal letto a castello sopra quello di Dylan. Aveva immaginato che partecipasse attivamente invece di limitarsi ad assistere, anche se il pensiero che Blaine li sentisse fare l'amore l'aveva sempre eccitata ed era già sufficiente per aiutarla a raggiungere rapidamente l'orgasmo. Ma era ancora più esaltante l'idea di essere accarezzata, leccata, penetrata anche da Blaine. Intanto Dylan le sbottonò i jeans e abbassò la cerniera. Trattenendo il fiato, Meredith chiuse gli occhi e lo lasciò fare, sapendo che Blaine guardava. Quando Dylan le infilò la mano negli slip e la toccò, Meredith esalò un lungo sospiro e sollevò i fianchi verso le sue dita che presero a massaggiarle abilmente il clitoride, portandola vicinissima all'apice del piacere. Ma proprio quando sentiva di essere in bilico, sul punto di esplodere in un orgasmo devastante, Dylan smise di accarezzarla, lasciandola tanto frustrata da strapparle un gemito esasperato. La fece spostare e Meredith appoggiò la schiena contro il suo torace, guardando le mani di Dylan che tiravano su il bordo della maglietta per sfilargliela. «Che ne dici allora, piccola? Ci stai?» Meredith esitò, pur rendendosi conto che ne aveva voglia. Secondo i criteri della morale comune non avrebbe dovuto; però aveva constatato in prima persona che spes10
so la società decretava che qualcosa era sbagliato, sebbene poi la scienza dimostrasse il contrario. Nonostante la sua coscienza le impedisse di ammetterlo, le sue reazioni fisiche istintive erano la prova concreta del fatto che voleva farlo; aveva il respiro affannoso, i battiti del cuore accelerati, brividi di desiderio che le increspavano la pelle. Fece un breve cenno di assenso, sperando che fosse sufficiente perché non aveva proprio la forza di dirlo ad alta voce. A Dylan non servì altro per toglierle la maglietta tirandola verso l'alto. Meredith fu eccitata all'istante dall'aria fresca sulla pelle accaldata dal desiderio; gli occhi di entrambi fissi su di lei la inebriavano in maniera indicibile. Dylan le palpò i seni e torse i capezzoli tra i pollici e gli indici, provocandole uno scatto immediato e istintivo del bacino. Meredith si dimenò vogliosa e lui fece una risatina bassa e roca, molto sensuale, che le fece vibrare la schiena. «Ehi, amico, sembra proprio che stia per godere ancora prima che la tocchi.» Meredith aveva le palpebre pesanti e rivolse uno sguardo languido a Blaine che si stava togliendo la maglietta, rivelando il torace liscio e l'addome piatto, ombreggiato da una linea di lieve peluria bionda che scompariva sotto l'abbottonatura dei jeans. Aveva un fisico perfetto, statuario. Si piegò su di lei poggiando le mani sul divano accanto alle cosce muscolose di Dylan, premendo un quadricipite granitico contro il pube di Meredith che si strofinò contro la sua gamba. Non le bastava, voleva vedere il suo pene rigido, sentirlo caldo contro il sesso senza l'impaccio degli indumenti. Blaine le leccò un capezzolo poi lo succhiò, prendendo in bocca contemporaneamente anche il dito di Dylan. Sempre più ansante, Meredith sporse il busto verso la sua bocca avida. Non aveva mai visto un uomo leccare il dito 11
di un altro e lo spettacolo era sorprendentemente sensuale. Accarezzò le spalle di Blaine che si bloccò mentre lei esplorava i suoi muscoli in rilievo, scendendo dai bicipiti ai pettorali e poi ancora più in basso. Quando gli sfiorò il ventre, lui sussultò come se l'avesse scottato, poi le slacciò i jeans, li afferrò e glieli sfilò con un unico gesto veemente, carico d'impazienza, facendo cadere a terra i sandali di Meredith, che si ritrovò appoggiata a Dylan, con le gambe aperte, coperta solo dagli slip di pizzo bianco che aveva indossato perché piacevano tanto a lui. Blaine la guardò negli occhi per un istante poi tuffò il volto tra le sue cosce e le posò le labbra sul clitoride. Meredith inspirò rumorosamente e ghermì le gambe di Dylan, muovendo i fianchi per aderire di più alle labbra di Blaine, che le leccò l'inguine poi scostò il bordo degli slip di lato e le toccò il clitoride con la punta della lingua. Meredith vibrava tutta, invasa di nuovo dal piacere. Qualche istante dopo fu travolta da un orgasmo violento e repentino che la sbalordì per la sua intensità. Soffocò un grido trasformandolo in un gemito agonizzante mentre lui continuava imperterrito a leccarla, provocandole altri spasmi. Quando il cuore rallentò finalmente i battiti e il respiro tornò quasi normale, guardò Blaine che si era staccato da lei, si era seduto sui talloni e la fissava. Meredith si umettò le labbra riarse e fece scorrere le mani lungo il busto e l'addome; aveva voglia di penetrarsi con un dito perché avvertiva ancora qualche contrazione al sesso e non era appagata. «Secondo me è troppo vestita» disse Blaine a Dylan, sorridendo malizioso e seducente. Le mani risalirono lungo le cosce di Meredith con un movimento fluido, carezzevole. Dopo aver agganciato con le dita gli slip di pizzo, li fece scivolare verso il basso con lentezza sensuale, in una tortura erotica che le procurò 12
fremiti di desiderio, finché non si trovò completamente nuda tra i due ragazzi, con le gambe aperte e il sesso esposto allo sguardo ammirato di Blaine. Non aveva mai fatto niente di così trasgressivo ed eccitante; Meredith sentì che quell'esperienza senza precedenti le stava dando alla testa. Sbottonò i jeans di Blaine e ne scostò i lembi per tirare fuori il pene che subito balzò turgido dalla sua prigione di denim, proteso verso di lei come in cerca di attenzioni. Meredith lo sfiorò e lo sentì contrarsi, pulsare; Blaine fu scosso da un brivido e chiuse gli occhi, assumendo un'espressione rapita, soave, quasi angelica. Incapace di trattenersi, Meredith gli accarezzò la guancia, lo zigomo, le lunghe ciglia, il naso affilato. Quando i polpastrelli raggiunsero le labbra di Blaine, lui aprì gli occhi. L'intensità del suo sguardo la fece bloccare, come se fosse stata ipnotizzata dalle sue iridi azzurre. Ci fu un momento d'intesa tra loro, e quando Blaine le baciò le dita, quel semplice gesto la rassicurò, la commosse quasi, e le fece provare un palpito struggente. Meredith preferì non indagare a fondo la natura di quell'emozione; dopotutto era solo sesso, un rapporto occasionale, irripetibile. Perciò, turbata, interruppe il contatto e abbassò la mano per impugnare il pene eretto, così caldo da sembrarle una sbarra di ferro incandescente. «Aspetta solo un secondo» le disse Blaine sottovoce. Si alzò e si tolse in fretta i jeans. Mentre Meredith contemplava estasiata il suo fisico scultoreo, Dylan le accarezzava il seno ma con gesti meccanici, distratti. Meredith si rese conto che la sua attenzione era tutta incentrata su Blaine, non su di lei. Non poteva dargli torto, perché il suo compagno di stanza era veramente un adone. Aveva un corpo perfetto, non massiccio e con muscoli esageratamente gonfi, ma atletico e tonico, con spalle ampie, fianchi stretti e gambe tornite e scattanti da centometrista. Meredith si disse che anche per Dylan era impossibile non 13
ammirare quell'opera d'arte, il gioco sublime di muscoli e tendini che guizzavano a ogni movimento. Blaine si chinò e prese un profilattico dalla tasca dei jeans a terra, poi lo infilò sul suo pene possente, irresistibile, e Meredith si accorse che Dylan si era irrigidito con le mani sui suoi seni. «Oh, cavoli, non ho...» S'interruppe e Meredith s'interrogò su cos'avesse voluto dire, ma la tempesta ormonale di cui era preda sopraffece la logica, rendendola incapace di ragionare e facendo trionfare il desiderio e le emozioni. Blaine tornò da lei e s'inginocchiò tra le sue gambe, guardandola come se nella stanza ci fosse stata solo lei. Qualche attimo dopo, non parve neanche accorgersi che Dylan era scivolato via da dietro Meredith e si era alzato. Meredith affondò con la schiena sul divano e lui la seguì, sprofondando il viso tra i suoi seni mentre le torceva i capezzoli, spostando la bocca da uno all'altro per leccarli e morderli delicatamente, come se avesse capito istintivamente quanto fossero sensibili. Poggiò il pene sul suo sesso e Meredith allargò ancora di più le gambe, poi gli cinse i fianchi con le cosce per avvicinarlo maggiormente a sé. Dylan la fece spostare per riprendere posto sotto di lei dopo essersi spogliato e avere infilato un profilattico. Blaine alzò la testa di scatto, come se si fosse ricordato solo in quel momento della presenza dell'amico, ma tornò subito a dedicarsi a Meredith e chinò il capo per deporle una scia di baci dal seno all'ombelico. Ne percorse con la punta della lingua il contorno tracciando un cerchio, poi l'affondò dentro come una lancia e Meredith avvertì uno spasmo di eccitazione che s'irradiò fino al sesso. Non avrebbe mai pensato che l'ombelico fosse una zona erogena. Blaine continuò la sua lenta esplorazione verso il basso, facendole sentire il respiro caldo sulle pieghe della carne 14
fremente e lei sollevò il bacino, per avvicinarlo alla sua bocca; Dylan ne approfittò per scivolare verso il basso e insinuare il pene nel solco tra le natiche, poi le allargò ancora di più le gambe facendole mettere i piedi all'esterno dei suoi fianchi. Blaine le leccò le grandi labbra e subito dalla mente di Meredith scomparve ogni altro pensiero tranne quello di venire. Si tese tutta, vibrando come una corda di violino, pregustando l'inevitabile esplosione del piacere, mentre Blaine continuava a stuzzicarla con rapide passate di lingua tutt'intorno al clitoride prima di concentrarsi lì. Meredith si dimenava spasmodicamente e Blaine risalì lungo il suo corpo, comprendendo che era pronta a essere penetrata. Dylan insinuò una mano tra loro e afferrò il pene di Blaine stringendolo insieme al proprio; Meredith s'irrigidì, aspettandosi quasi che Blaine si ritraesse, invece fu stupita nel sentirlo emettere un mugolio di piacere, e ancora più sorpresa nell'accorgersi che vedere la mano maschile che impugnava i due membri eretti era veramente eccitante. All'inizio Dylan li poggiò entrambi contro l'ingresso della sua vagina e cercò di spingerli dentro insieme, ma non vi riuscì e lasciò il suo, per guidare quello di Blaine dentro il sesso di Meredith, come per avallare la partecipazione dell'amico all'amplesso. Meredith chiuse gli occhi e assaporò l'intimità dell'unione dei loro corpi, ma sentì che Dylan ci stava riprovando e cercava di penetrarla insieme a Blaine. Infine, con qualche difficoltà, il suo corpo li accolse tutti e due perché Meredith rilassò i muscoli interni, esaltata dalla sensazione che le provocava l'invasione contemporanea di entrambi che l'allargavano, riempiendola tutta, strofinandosi l'uno contro l'altro dentro di lei. «Oh, che bello!» ansimò Dylan afferrandole forte i fianchi. «È fantastico, piccola, oddio...» gemette. Meredith lo sentì pulsare, già in preda ai primi tremori 15
dell'orgasmo, ma non prestò quasi attenzione alle sue parole perché era concentrata su Blaine che la incatenava a sé con il suo sguardo intenso. Avvertì il piacere che la invadeva, sempre più devastante a ogni affondo, finché non fu costretta a chiudere gli occhi e ad abbandonarsi alle sensazioni, avvolta dal profumo muschiato di Blaine e stimolata in tutto il corpo dalla sua pelle che scivolava contro di lei. Muovendosi all'unisono, Blaine e Dylan aumentarono il ritmo degli slanci e Meredith trattenne il fiato. Ecco, c'era quasi... Oh, sì! Fu travolta dalla fiamma dell'orgasmo che le ottenebrò i sensi. Non vedeva più, non riusciva a percepire né suoni né odori, ma solo il piacere puro, sublime che la consumava. Alla fine il fuoco si spense a poco a poco e le fiammelle le provocarono lievi palpiti, appena percettibili come gli spasmi del pene di Blaine dentro di lei. Gli strinse i fianchi con le gambe mentre lui poggiava la testa contro il suo seno. Gli sfiorò i capelli con le labbra e lui sollevò il volto e le rivolse un sorriso struggente. Solo allora Meredith si rese conto che non aveva gli occhi proprio azzurri, ma di un'esotica tinta acquamarina, venata di turchese e d'azzurro. Abbassò lo sguardo sulla sua bocca che trovava così sensuale; aveva subito attirato la sua attenzione quando l'aveva conosciuto e più volte si era sorpresa a fissare le sue labbra cesellate, sperando che non se ne accorgesse nessuno. Ma ora poteva esplorarle a suo piacimento; non doveva più nascondere l'attrazione che provava per lui. Ne seguì il contorno con un polpastrello, apprezzandone la morbidezza vellutata. Notò che Blaine non l'aveva mai baciata; forse sapeva che Dylan non avrebbe gradito? Invece Meredith avrebbe voluto essere baciata, e prese l'iniziativa passandogli una mano dietro la nuca per accostare la sua bocca alla pro16
pria. Chiuse gli occhi, pregustando già quell'intimo contatto... «Ti avevo detto che era sexy...» commentò Dylan. Le sue parole la colpirono come una secchiata d'acqua gelata. Aveva completamente dimenticato Dylan, nonostante fosse ancora dentro di lei. Rendersi conto di avere scordato la presenza del suo ragazzo la fece sentire in colpa. Blaine batté più volte le palpebre e il suo sorriso tenero svanì, sostituito da un sogghigno sornione. «Avevi ragione» disse con voce roca. Si staccò da lei e si sedette sul pavimento. Quando si ritrasse, Meredith avvertì un rivolo appiccicoso e caldo che le scorreva tra le cosce. «Ahi, ahi, ho avuto un piccolo incidente di percorso, si è lacerato il preservativo. Evidentemente sono troppo potente!» ridacchiò Dylan. «Per fortuna prendi la pillola.» Si districò da sotto Meredith e andò in bagno. Improvvisamente raggelata, lei si alzò a sedere, raccolse le gambe e le circondò con le braccia, rabbrividendo. Poggiò la fronte sulle ginocchia per riscaldarsi, ripiegandosi su se stessa, e cercare di acquietare il panico che l'aveva invasa. Sentiva Blaine che si muoveva di soppiatto per la stanza, poi di colpo avvertì il peso di una coperta sulle spalle. Blaine si mise davanti a lei e la coprì completamente mentre era raggomitolata, infine le si sedette accanto e la prese tra le braccia trasmettendole il suo calore che la calmò leggermente. Non c'è problema, va tutto bene, si disse Meredith, sforzandosi di convincersi. Blaine le strofinò le braccia per riscaldarla, ma lei continuava a tremare fin quasi a battere i denti. «Aveva freddo» disse Blaine all'amico quando Dylan rientrò nella stanza e si diresse verso il letto a castello. 17
Meredith sussultò e cercò di allontanarsi, ma Blaine la strinse più forte. Dylan tolse dal letto la coperta e la stese a terra, poi vi buttò sopra i cuscini. Si avvicinò a Meredith e le prese la mano. «Vieni, stendiamoci per terra, ti riscaldiamo noi» la esortò tirandola. Meredith rotolò sul pavimento, stringendosi addosso la coperta con cui l'aveva avvolta Blaine, che si alzò in piedi guardandosi intorno imbarazzato. «Veramente io...» «Amico, non puoi abbandonarla. Aiutami a riscaldarla.» Muovendosi impacciato, Blaine si distese vicino a lei, che si trovò imprigionata tra i due ragazzi. Benché le stessero trasmettendo il calore dei loro corpi, avrebbe preferito il freddo, perché aveva paura di muoversi e addirittura di respirare. Improvvisamente aveva capito perché in altre occasioni Dylan l'avesse penetrata contemporaneamente con un fallo di gomma e il suo pene. Aveva creduto che volesse stimolarla maggiormente, e invece ora era sicura che la stesse preparando per quell'esperienza. Non era stata un'iniziativa estemporanea per fare un regalo di laurea a Blaine, ma si trattava di un amplesso programmato da tempo. L'avevano già fatto con altre o lei era la prima? Mille dubbi e interrogativi le ronzavano in testa. L'avevano fatto per lei o era stata solo uno strumento che avevano usato per concedersi una trasgressione? Dylan aveva detto che Blaine la desiderava, e forse era vero. Ma lui? Aveva voluto donare la sua ragazza al suo migliore amico oppure lei era stata solo un pretesto per poter stare con Blaine? A tratti le era parso che Dylan fosse più interessato al contatto con il pene di Blaine che a lei. Si accorse che Blaine era turbato quanto lei; Dylan sembrava l'unico tranquillo, che stava affrontando con disinvoltura l'accaduto. Difatti fu il primo ad addormentarsi; 18
quando il suo respiro divenne regolare, anche Blaine parve rilassarsi e finalmente Meredith sentì che la tensione abbandonava il suo corpo. Fu svegliata da un rumore sommesso, ma non si mosse mentre cercava di ricordare dove fosse. Non era nel suo letto né su quello di Dylan, ma su una superficie dura. Aveva un braccio addormentato e avvertì un fastidioso formicolio quando lo mosse. «Meredith, svegliati» le bisbigliò una voce bassa, concitata. Di colpo ricordò gli avvenimenti della sera prima e fu invasa dalla vergogna. Non voleva aprire gli occhi e affrontare i due ragazzi né pensare a quello che aveva fatto. Però non poteva più fingere di dormire perciò si girò supina e alzò le palpebre con riluttanza, vedendo che nella stanza aleggiava il chiarore grigiastro dell'alba. Blaine era sollevato su un gomito e la fissava con aria preoccupata. Meredith si guardò intorno in cerca di Dylan che non trovò, ma si accorse che la porta del bagno era chiusa. Cercò di sorridere a Blaine nonostante il fastidio al braccio e le insicurezze che la tormentavano. «Se dovessi mai avere bisogno di aiuto, se succedesse qualcosa con Dylan... chiamami, capito?» sussurrò in fretta. «Fammelo sapere, okay?» Le parole di Blaine erano enigmatiche, ma sembrava in pensiero per lei riguardo ai suoi rapporti con Dylan. Allarmata, Meredith si chiese cosa sapesse che lei ignorava. «Che...» esordì, ma Blaine la interruppe con un bacio affettuoso, disinteressato. Le venne in mente che era il loro primo bacio, ma anche l'ultimo perché tra loro non c'era niente. Quello che era successo era stata soltanto la trasgressione di una notte. «Sei speciale» la rassicurò Blaine, staccandosi. «Qualsiasi cosa accada, non...» 19
La porta del bagno si aprì; lui tacque improvvisamente e si allontanò in fretta da lei voltandole le spalle. Meredith avrebbe voluto toccarlo, in cerca di rassicurazioni. Non riusciva proprio a capire il motivo del suo commento. Temeva che Dylan la lasciasse? Forse era già successo, si disse. I dubbi s'ingigantivano con il passare dei secondi e i ricordi assumevano una sfumatura sgradevole. Quello che le era parso tanto eccitante ora la faceva rabbrividire. Dylan si stese al suo fianco e allungò un braccio sopra Meredith per poggiare la mano sulla vita di Blaine. «Potrebbe dormire sonoramente anche durante un uragano» commentò sottovoce. Meredith sorrise. «Devo andare.» Dylan le palpò un seno. «Dai, è presto. Rifacciamolo, piccola. Hai goduto ad averci tutti e due insieme, vero? A me è piaciuto da matti.» Il fatto che Dylan avesse visto giusto la metteva in imbarazzo, ed era ancora più a disagio sapendo che Blaine ascoltava fingendo di dormire. «Devo proprio andare, però. Ho un appuntamento con il mio relatore» mentì. Non vedeva l'ora di svignarsela e restare sola per schiarirsi le idee. Dylan si chinò sul suo seno e le leccò un capezzolo, poi lo succhiò e lo mordicchiò; di solito la eccitava, ma in quel momento non faceva che aumentare il suo fastidio. «Sicura che non ci sia proprio nulla che possa farti cambiare idea?» insistette. «Non ora, scusa. Ci sentiamo dopo, okay?» Meredith dominò l'impulso di scostargli di scatto la mano e di allontanarsi dalla sua bocca vorace. Dylan sollevò la testa e le sorrise disinvolto, con aria ancora assonnata. «Sì, ti chiamo io.» Meredith sgusciò via dal suo abbraccio, poi cercò di fare dei respiri profondi ma non vi riuscì perché il fiato le si strozzava in gola. Raccolse in fretta gli indumenti e andò 20
a chiudersi in bagno, dove crollò. Lasciati cadere i vestiti sul pavimento, abbassò la tavoletta del water e vi si sedette abbracciandosi forte alla vita e tremando violentemente, in preda a una crisi isterica. Cos'aveva fatto? Oddio, cos'aveva fatto? Dylan non la chiamò. Dopo essere tornata in camera ed essersi calmata, passò tutta la giornata a cercare di analizzare razionalmente l'evento e le proprie emozioni. Aveva dimenticato completamente l'esistenza del suo ragazzo mentre faceva sesso con lui e il suo migliore amico, e quella mattina essere toccata da Dylan l'aveva infastidita, anzi, disgustata. Inoltre aveva il sentore che, durante quell'esperienza a tre, Dylan fosse stato più interessato a Blaine che a lei. Ma se fosse stato vero, perché non stare insieme da soli quando ne avevano l'occasione, visto che erano compagni di camera? Perché coinvolgerla? Poteva spiegare i suoi sentimenti contrastanti con il fatto che si era trattato del primo rapporto a tre della sua vita; anche se era un tipo che si adattava con facilità alle novità, era un'esperienza così lontana dal sesso come l'aveva praticato fino ad allora da averla comprensibilmente turbata. Inoltre un amplesso così intenso le aveva sconvolto gli ormoni e probabilmente aveva confuso anche Dylan. Era sicura che il suo ragazzo non fosse gay, ma come lei si era lasciata trasportare, la stessa cosa era successa agli altri due. Non c'era altra spiegazione. Ora era molto più tranquilla e lucida, era in grado di riprendere il controllo sulle proprie emozioni, pronta a rivedere Dylan senza avere reazioni esagerate e fuori luogo, assolutamente immotivate. Però lui non l'aveva contattata per tutto il giorno, nonostante le avesse detto che l'avrebbe chiamata. Meredith si chiese se si fosse pentito o se fosse in collera con lei per21
chÊ non era rimasta, accontentandolo. Magari aveva semplicemente da fare... C'era un solo modo per placare i dubbi, chiamarlo. Dylan non rispose e Meredith non gli lasciò un messaggio sulla segreteria telefonica perchÊ sapeva che Dylan non li ascoltava mai, si limitava a controllare chi gli avesse telefonato e richiamava chi voleva in base all'interesse che nutriva nei confronti delle varie persone che l'avevano cercato. Meredith riuscÏ ad addormentarsi solo a notte fonda e il suo ultimo pensiero fu che non era affatto sicura che Dylan le avrebbe ritelefonato.
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Torbidi giochi di Samantha Ann King Quando era una studentessa universitaria, Meredith Burke aveva commesso un grave errore che le era costato caro. Per compiacere il suo ragazzo, Dylan, aveva messo a nudo la sua innata sensualità prestandosi a giochi trasgressivi con lui e il suo amico, l'ambiguo Blaine. L'esperimento, però, non era andato a buon fine. Otto anni dopo, affermata astrofisica, Meredith propone all'aitante Charlie Connor un'avventura puramente erotica, senza legami. Ma quando lui le presenta il suo migliore amico, e Meredith riconosce Blaine, il passato torna a bussare e lei teme di essere di nuovo solo un tramite da usare perché il rapporto tra i due amici si trasformi in qualcosa di più. Sarà possibile instaurare una relazione soddisfacente in cui tutti e tre riescano a sfogare i propri desideri inespressi?
Piccole voglie 5 di AA.VV. Undici momenti da assaporare, centellinandoli come regali speciali che non deludono mai. Gli imperdibili racconti che compongono l'antologia più apprezzata nel variegato panorama erotico contemporaneo fanno centro anche questa volta. Saskia Walker, Portia Da Costa e Megan Hart, per menzionare solo alcune delle acclamate autrici che firmano la raccolta, sono pronte ad accompagnarvi attraverso una galleria di personaggi e situazioni torride e intriganti, per scoprire ciò che non avreste mai osato chiedere sulla tentazione, l'attrazione e il desiderio. Dalle spiagge del Golfo del Messico alle atmosfere uniche di Parigi e Amsterdam, dai risvolti più trasgressivi del sadomaso ai temi più sensualmente romantici dei flirt con colleghi e sconosciuti, nessun aspetto della passione è stato trascurato...
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