QUELLO CHE LE LETTRICI VOGLIONO. Questo mese per voi...
I principi delle dune, Rafiq e Qadir, vi faranno sognare ad occhi aperti. Vi condurranno nelle notti bollenti sotto cieli stellati. “Susan Mallery ti coinvolge con magia e dolcezza, con passione e ironia.” Booklist
FENOMENO EDITORIALE DA OLTRE 400 MILIONI DI COPIE VENDUTE NEL MONDO, FIRMA UN’ ANTOLOGIA A DIR POCO TRAVOLGENTE. “Nora Roberts è una dea.” Amazon Reviews
“L’autrice più amata d’America.” The New Yorker
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Sono sexy, oscuri, affascinanti. E non sono umani. Il GRANDE RITORNO DI Bellissima, spietata e fredda come il ghiaccio, Briar cerca soltanto due cose: sangue e vendetta. Riuscirà ad ottenerle o l’attrazione per Reaper la travolgerà? “Straordinario, lo raccomanderei a chiunque ami il genere.” Goodreads.com
La sfortuna sembra accanirsi su Zoe e, ciliegina sulla torta, in casa sua si è insediato un puka con la fastidiosa tendenza a girare nudo per casa!
Monster Paradise IMPOSSIBILE NON INNAMORARSENE! “Un fantasy fuori dagli schemi, stre-pi-to-so!” Goodreads.com
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Lauren Dane
Battito selvaggio
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Broken Open HQN Books © 2014 Lauren Dane Traduzione di Alessandra De Angelis Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Passion maggio 2015 HARMONY PASSION ISSN 1970 - 9951 Periodico mensile n. 98 del 14/05/2015 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 71 dello 06/02/2007 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano
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Dicembre Al termine della giornata di lavoro, Tuesday Eastwood spense le luci, lasciando accesi solo i faretti che illuminavano la vetrina, poi uscì e chiuse a doppia mandata la porta del negozio. Investita dal gelo, fu scossa da un brivido e alzò il bavero del cappotto per ripararsi dall'aria tagliente, affrettando il passo verso l'auto parcheggiata in una via secondaria. Quando si fermò per guardare ai due lati della strada prima di attraversare, notò Ezra Hurley che camminava lungo il marciapiede. Lo riconobbe immediatamente, senza neanche dovere aspettare che si avvicinasse prima di essere sicura che fosse lui. L'avrebbe individuato alla prima occhiata anche in mezzo alla folla, perché per qualche strano motivo le sembrava di avere un radar sintonizzato sulla sua frequenza. Dovunque si trovasse, era istintivamente consapevole della sua vicinanza, come se le giungesse una vibrazione nell'aria. Era bello come sempre. Tuesday non aveva mai conosciuto in vita sua un uomo che le provocasse lo stesso fremito d'emozione che la faceva palpitare quando guardava Ezra. Era aitante come i tre fratelli, ma aveva un fascino più rude e virile, tenebroso, che Tuesday trovava assolutamente irresistibile. Ezra Hurley era quello che si sarebbe potuto definire il 5
prototipo del vero uomo, un maschio con la M maiuscola, pronto a tutto. Bastava guardarlo per immaginarlo a cavallo, oppure a scaricare balle di fieno a torso nudo, con i muscoli definiti lucidi di sudore e i jeans sbiaditi che gli fasciavano i fianchi stretti e i glutei marmorei. Non era il tipo di Tuesday eppure, per qualche oscuro motivo, l'attraeva irresistibilmente. Anche in quel momento, con un giaccone blu da marinaio e il berretto di lana, irradiava un carisma particolare anche perché, oltre a lavorare nel suo ranch, era una rockstar. Ezra Hurley era un vero rocker maledetto; catapultato nel firmamento della celebrità, aveva riempito gli stadi e le pagine delle riviste scandalistiche, ed era precipitato all'inferno. Le fiamme l'avevano ustionato e gli avevano lasciato cicatrici, ma senza intaccare il suo fascino. «Ehi, Tuesday» la salutò quando ebbe raggiunto il punto in cui lei era rimasta immobile come se avesse messo radici, mentre lo immaginava nudo... «Ciao, Ezra, come mai da queste parti?» «Avevo degli impegni in centro. Pensavo di mangiare un boccone prima di tornare a casa.» Fece una breve pausa. «Mi tieni compagnia?» Tuesday annuì, pur pensando che fosse una pessima idea accettare il suo invito. Ezra non era solo bello e famoso, era anche il fratello maggiore di Paddy Hurley, il compagno di Natalie, la sua migliore amica. Per quanto potesse sembrare paranoico ed eccessivamente prudente da parte sua, Tuesday era restia a farsi coinvolgere dal fratello di Paddy. Se lui e Natalie avessero rotto, i rapporti tra Tuesday ed Ezra sarebbero diventati complicati. Ma era solo una cena, niente d'importante, si disse. Oltretutto Natalie era come una sorella per lei, per cui era inevitabile conoscere meglio le persone che ora facevano parte della sua vita. Perciò lo prese sottobraccio e capitolò, pur sapendo di 6
correre un rischio. «D'accordo» accettò sorridendo. «Sto morendo di fame.» Ezra percorse insieme a lei l'isolato per portarla in un locale che piaceva molto a Tuesday. La cameriera che li accolse alla porta rischiò di andare a sbattere contro una colonna mentre li accompagnava al tavolo perché non riusciva a distogliere lo sguardo da Ezra, poi inciampò allontanandosi, confusa ed emozionata, solo perché lui l'aveva ringraziata. «Ti aiuto» mormorò, avvicinandosi e prendendo il bavero del cappotto di Tuesday per toglierglielo. Lei ebbe un brivido e chiuse gli occhi per un istante quando le sue dita le sfiorarono il collo. «Grazie.» Tuesday si sedette mentre Ezra appendeva il cappotto e si toglieva il giaccone. Si accomodò di fronte a lei e sciolse il nodo della sciarpa che appese allo schienale della sedia. «Mi piace la barba» commentò Tuesday con un sorriso. Fu sorpresa di notare che aveva la voce ferma anche se aveva la gola stretta dall'emozione e il batticuore. Si accorse anche di avere lo sguardo fisso su un punto preciso del volto di Ezra, all'angolo della mandibola proprio sotto l'orecchio. Si umettò le labbra per distrarsi perché aveva una voglia folle di baciarlo proprio lì, e si aggrappò al bordo del tavolo mentre lo guardava lisciarsi la barba in un gesto istintivo, come un tic nervoso. «Davvero? Ogni tanto me la faccio crescere, soprattutto d'inverno» rispose Ezra con una scrollata di spalle. «Ti sta bene» approvò Tuesday. Non aggiunse che incorniciava alla perfezione la sua bocca stupenda, e abbassò lo sguardo sul menu, fingendosi concentrata a decidere cosa ordinare anche se lo sapeva già. Aveva conosciuto Ezra a settembre. Paddy, che all'epoca aveva una storia con la sua migliore amica, aveva tre fratelli, tutti belli e affascinanti nonché carismatici musicisti di successo. Ezra era stato l'ultimo a esserle presenta7
to, ma appena era entrato nella stanza in cui Tuesday si trovava non aveva avuto occhi che per lui. L'aveva lasciata senza fiato, come se avesse risucchiato tutta l'aria dall'ambiente. Da allora si erano rivisti diverse volte perché Natalie aveva preso a frequentare Paddy molto più assiduamente e anche Tuesday era stata attirata nell'orbita della famiglia Hurley. Ogni incontro le aveva provocato la stessa scarica elettrica d'intensa emozione. Dopo avere ordinato, chiacchierarono piacevolmente in attesa di essere serviti. «Hai trascorso un bel Natale?» le chiese Ezra. «Sì, molto. È stato un Natale sereno. Ne ho approfittato per passare del tempo con i miei nipoti, per cui ho fatto interminabili partite ai videogiochi. Stare con i bambini è un ottimo modo per evitare di andare a fare shopping» rise Tuesday. «Non ti piace andare per negozi? Strano!» «Perché non conosci la mia famiglia. Fare acquisti a Natale con mia madre, mia sorella e le cognate è come andare in guerra. Ho preferito restare a casa, giocare con i nipoti e poi guardare film in DVD bevendo cioccolata calda per godermi il silenzio dopo che erano andati a dormire.» «Ho due nipotine, perciò ti capisco perfettamente» annuì Ezra. Per qualche istante si guardarono in silenzio, come due gatti che si annusano e si scrutano, altezzosi e diffidenti, senza voler fare la prima mossa ma neanche subire l'attacco dell'altro. «Mi piacerebbe sapere cosa stai pensando in questo momento» disse Ezra con voce calda e roca, sollevando un angolo della bocca in un abbozzo di sorriso diabolico. Tuesday deglutì, a disagio. «Vuoi saperlo veramente?» «Certo.» «Stavo pensando che io e te siamo come due gatti.» 8
Ezra inclinò il capo di lato. «Perché ognuno sta sulle sue, ma allo stesso tempo reclama attenzioni?» Tuesday sorrise divertita. «Vedo che hai dimestichezza con i felini! Hai dei gatti a casa tua?» «Veramente sono io a vivere a casa loro» commentò Ezra, spezzando una fetta di pane per prenderne un pezzetto che si mise in bocca. Il suo gesto attirò l'attenzione di Tuesday sulle sue mani grandi e forti, virili come tutto il resto del suo fisico. «Come va il lavoro?» le chiese Ezra dopo avere masticato e inghiottito il boccone. «In questo periodo dell'anno devi avere molto da fare.» Tuesday era proprietaria di un negozio di cornici al centro di Hood River, una piccola città dell'Oregon sulle rive del fiume Columbia. Non si sarebbe mai aspettata di stabilirsi lì, ma le traversie della vita l'avevano portata dalla sua amica Natalie, che le aveva offerto un porto sicuro in cui rifugiarsi dopo la tempesta che l'aveva travolta. «A Natale gli affari vanno a gonfie vele, anche per quanto riguarda i gioielli di mia creazione» confermò. «E il ranch come va?» Ezra alzò lo sguardo verso la cameriera che era venuta a portare via i piatti. «A me andrebbe un dolce» dichiarò prima di guardare Tuesday. «E a te?» «Certo. Qui fanno delle pere cotte buonissime, con il caramello.» Ezra sorrise. «Sapevi che sono le nostre?» La band che i fratelli Hurley avevano fondato quando erano ancora adolescenti si chiamava Sweet Hollow Ranch, come il ranch di famiglia in cui c'era anche un frutteto che, a quanto pareva, forniva al ristorante le pere che tanto piacevano a Tuesday. «No, non lo sapevo. I miei complimenti.» «Grazie. Se tu prendi le pere, io scelgo la torta al cioccolato, così possiamo fare a metà. Che ne dici?» 9
«Perfetto» annuì Tuesday. Dopo il dessert presero il caffè e continuarono a chiacchierare finché non si accorsero che i clienti erano quasi tutti andati via. Ezra pagò e si alzò per aiutare Tuesday a mettersi il cappotto. «Non mi ero resa conto che fosse così tardi» commentò lei. «Se il tempo è volato significa che la cena era ottima e anche la compagnia» replicò Ezra scherzoso. Le tenne aperta la porta e Tuesday fu investita da una folata di vento gelido quando uscì. Ezra l'accompagnò alla macchina. Il marciapiede era gelato e scivoloso, e le scarpe facevano scricchiolare il sottile strato di ghiaccio a ogni passo. Mentre camminavano in silenzio, Tuesday pensò che era passato tanto tempo dall'ultima volta in cui aveva trascorso tre ore a cena con un uomo, oltretutto considerato che lei ed Ezra non si conoscevano da tanto. Ezra Hurley l'affascinava moltissimo; aveva qualcosa che l'attirava, e non solo per il suo sguardo torbido e profondo e la sua bocca sexy, con il labbro inferiore carnoso... tutto da baciare. Ogni tanto gli lanciava uno sguardo con la coda dell'occhio e pensare alla sua bocca la fece distrarre tanto da farle mettere un piede in fallo. Inciampò e scivolò sul marciapiede gelato, ma il braccio forte di Ezra la sorresse alla vita, impedendole di cadere. «Ehi, attenta!» Per aiutarla a riprendere l'equilibrio la strinse a sé e Tuesday assaporò la forza che emanava il suo corpo possente. Ebbe un brivido che non poté imputare al freddo. «Tutto bene?» le chiese lui, premuroso. Anche la voce di Ezra aveva un fascino irresistibile, così roca e graffiante, ma anche calda e suadente. Non poteva stargli vicino senza avvertire un senso di vertigini; era bello e trasudava sensualità, ma aveva qualcosa di più che 10
l'attraeva, un magnetismo animale che faceva presa sulla sua femminilità. Ora che erano insieme, da soli, doveva ammettere che le sarebbe piaciuto approfondire la conoscenza. «Grazie per avermi salvata, stavo per fare un bel capitombolo» rispose con una risatina imbarazzata. Ezra non riprese a camminare. Continuava a tenerle un braccio intorno alla vita, così vicino da avvolgerla con il suo profumo sexy e speziato. Quell'istante sospeso si prolungò come se Tuesday fosse attratta da una calamita e non riuscisse a staccarsi finché Ezra indietreggiò e lasciò la presa, poi riprese a camminare. Arrivata alla macchina, Tuesday prese tempo a cercare la chiave in borsa e ad aprire la portiera per convincersi che saltargli addosso sarebbe stata una pessima idea. Alla fine, sicura di avere racimolato abbastanza forza di volontà, si girò verso di lui. «Grazie ancora per la cena e per avermi impedito di rompermi una gamba!» Ezra sollevò gli angoli della bocca e Tuesday fissò ipnotizzata le sue labbra. Come avrebbe potuto evitare di rimanere affascinata da tanta perfezione? Incorniciata dalla barba curata, la sua bocca reclamava baci. Non riusciva a pensare ad altro; tuttavia, nel corso della cena, si era accorta che, mentre parlava, anche lui ogni tanto aveva lo sguardo fisso sulla sua bocca e si umettava le labbra come se pregustasse il momento in cui l'avrebbe baciata. Vedere la punta della lingua che passava sul sensuale labbro inferiore di Ezra le provocava un fremito erotico, perché la immaginava sulla sua pelle... Ebbe un altro brivido, stavolta per il freddo. Ezra se ne accorse e slacciò i tre bottoni del giaccone poi ne aprì i lembi per invitarla a rifugiarsi in quel bozzolo caldo. Come resistere? Tuesday non poté fare a meno di avanzare di un passo e tuffarsi nel suo abbraccio rassicurante. Gli cinse la vita con le braccia e sollevò il mento piegando la testa all'indietro per guardarlo meglio. Si bloccò, 11
trattenendo il fiato, quando si fissarono negli occhi per un istante. Poi Ezra abbassò lo sguardo sulla sua bocca e Tuesday trasalì. Ezra si avvide del suo turbamento; Tuesday lo capì perché le pupille di lui si dilatarono come se volessero trasformarsi in due pozzi scuri e inghiottirla nelle loro profondità. Poi il tempo si fermò, il mondo circostante scomparve d'incanto e le labbra di Ezra catturarono le sue. La strinse a sé, racchiudendola nell'abbraccio caldo e protettivo del giaccone. Con il corpo forte di Ezra stretto al proprio, Tuesday si accorse inequivocabilmente del suo desiderio. Non era dotato solo come musicista, a quanto pareva! Emise un gemito di apprezzamento istintivo che Ezra catturò con le labbra. Con il cuore in gola, Tuesday si sforzò di non cedere al panico che la induceva a staccarsi. Non aveva più provato un'attrazione tanto intensa e profonda per un uomo dopo la morte di Eric... e forse neanche prima. Ricacciò in un angolo del cervello quel pensiero che la turbava e si concentrò sulle sensazioni che le procurava il bacio di Ezra. Malgrado fossero tanto potenti da impedirle di controllarle, Tuesday non voleva smettere; anzi, si sorprese a desiderare qualcosa di più. Gli mordicchiò delicatamente il labbro inferiore, strofinando il mento contro la barba, poi lo leccò mentre aderiva a lui il più possibile. Ormai scatenato, Ezra le affondò la lingua tra le labbra per intrecciarla alla sua con ardore. Aveva un sapore irresistibile, di pere, caramello e caffè... e virilità allo stato puro. Sembrava non volersi più staccare da lei; continuava a baciarla con passione, intrappolandola con il suo corpo possente contro la fiancata dell'automobile e arroventandola con il suo calore. Alla fine si staccò da lei quasi a malincuore e fece un 12
respiro profondo, guardandola negli occhi. Tuesday lesse nelle sue iridi scure il desiderio, ma anche la sofferenza di un animo complesso, che venava la sua sensualità di note profonde, misteriose. E in quel momento quell'uomo tanto maschio le parve stranamente vulnerabile. Ti prego, non chiedermi scusa, pensò. Invece di banali parole di circostanza ci fu un lungo silenzio, senza scuse né discorsetti imbarazzati, e Tuesday cominciò a respirare meglio, sollevata. Ezra spostò lo sguardo verso le sue labbra per un istante, poi la fissò di nuovo negli occhi con un vago sorriso. «Quella era la mia ricompensa per averti salvata?» Tuesday arricciò le labbra in un broncio civettuolo. «Può darsi...» «Quando avrai bisogno di me approfittane pure, se questo è il modo in cui verrò ripagato.» L'allusione di Ezra la riempì di agitazione e desiderio. «Allora spero che l'inverno sia lungo e gelido...» sussurrò, lusingata dal suo evidente interesse. Ezra fece una risatina, poi si ritrasse e lei sentì subito la mancanza del suo corpo caldo. «Grazie per avermi fatto concludere in maniera fantastica questa giornata, Tuesday.» «Grazie a te.» Ezra le diede un rapido bacio di commiato. «Ci vediamo presto. Verrai a uno dei concerti la prossima settimana?» Gli Sweet Hollow Ranch avevano un album in uscita e un tour in primavera, ma si sarebbero esibiti in qualche concerto promozionale in anteprima per saggiare l'accoglienza del loro ultimo lavoro prima della tournée. Ezra scriveva i brani e li registrava in studio con la band, ma aveva smesso di suonare dal vivo dopo essersi disintossicato e avere ripreso in mano le redini della sua vita. Ora, dopo diversi anni, sarebbe tornato sul palcoscenico con i fratelli in alcuni concerti in piccoli locali, per 13
un pubblico ristretto composto soprattutto di membri dei loro fan club. Probabilmente era emozionato, ma anche nervoso alla prospettiva di esibirsi di nuovo, pensò Tuesday. Comunque era così bravo che non avrebbe avuto nulla di cui preoccuparsi. «Io e Natalie verremo sicuramente a sentirvi suonare. Ci vediamo la prossima settimana al concerto.» Salì in macchina e chiuse lo sportello, Ezra le fece un cenno di saluto. Lei rispose agitando le dita, poi mise in moto e partì. Dallo specchietto retrovisore vide che lui era rimasto fermo a guardarla allontanarsi. Le sembrava di sentire ancora le belle labbra di Ezra Hurley sulle sue. Le avrebbe sentite per ore.
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