Questione di stirpe

Page 1




Leanne Banks

Questione di stirpe


Titoli originali delle edizioni in lingua inglese: The Princess And The Outlaw A Home For Nobody's Princess Harlequin Special Edition © 2012 Leanne Banks Traduzioni di Alessandra Canovi Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Serie Jolly gennaio 2013 - febbraio 2013 Questa edizione myLit maggio 2016 Questo volume è stato stampato nell'aprile 2016 da Grafica Veneta S.p.A. - Trebaseleghe (Pd) MYLIT ISSN 2282 - 3549 Periodico mensile n. 34 del 19/05/2016 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 162 del 31/05/2013 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


Vietato amarti



Prologo

«Che cosa ci fa lui qui?» esclamò Bridget. Philippa si domandava la stessa cosa. Tina, l'altra sua sorella, si chinò verso di lei. «Zach ritiene che sia un grande sostenitore della causa. Sembra che lo ammirino tutti» spiegò disgustata. «È evidente che non lo conoscono» affermò Bridget, dando una gomitata a Philippa. «Perché non riusciamo a sfuggirgli?» domandò in un sussurro. «Forse perché è il diavolo e riesce a essere ovunque nello stesso istante?» Al momento Philippa quasi concordò con la sorella. Sembrava che Nic avesse uno strano potere oscuro, su di lei. Aveva provato a rallentare le cose, con Nic Lafitte, ma convincere quell'uomo si era dimostrato impossibile. Nic era una forza della natura, con una volontà che rivaleggiava con qualsiasi forza distruttiva. Tifoni e tornado non avevano alcun potere, su di lui. Era riuscita a evitarlo, nelle precedenti tre settimane, ed era stata certa che lasciare il suo paese di origine, Chantaine, per fare visita alle sorelle in Texas, le avrebbe regalato altro tempo. Chi avrebbe mai potuto sapere che si sarebbe ritrovata a fissarlo durante un ricevimento di beneficenza in Texas, mentre ritirava un premio per le sue attività filantropiche? Philippa sapeva che lui aveva dei legami in Texas ma, con il suo lavoro, aveva legami in molti posti. 7


La ragazza ebbe la sensazione che la sala da ballo cominciasse a restringersi. Il panico la soffocò. Doveva uscire. Doveva riprendere fiato. Deglutì nel tentativo di sciogliere il nodo che le serrava la gola, sentendo su di sé lo sguardo curioso delle sorelle. «Non mi sento molto bene» mormorò. «Chiedo scusa.» Quando Bridget si offrì di accompagnarla, Philippa fu irremovibile. «Tornerò tra qualche minuto.» Incamminandosi lungo il perimetro della sala, tenne la testa bassa, sperando di non attirare l'attenzione su di sé. Se solo fosse riuscita a uscire da quella stanza, si sarebbe sentita meglio, si ripeté. Fuori dalla sala e lontano da Nic. Lontano dal modo in cui lui la faceva sentire. Uscì e si allontanò di qualche passo, poi si appoggiò alla parete che risultò fredda al contatto con la pelle. Le sue sorelle non avevano esagerato quando le avevano detto che le estati in Texas erano infernali, rifletté chiudendo gli occhi. Philippa trasse diversi respiri profondi, tentando di calmare la mente e il cuore. Come si era cacciata in quella situazione? Perché? Tra tutti i suoi fratelli, lei era quella che aveva fatto il possibile per mantenere sempre un basso profilo. Essendo la quinta di sei forti personalità, non era stato difficile. Il fratello maggiore, Stefan, era stato cresciuto per comandare tutti eccetto i suoi fratelli. Philippa aveva trovato rifugio nel mondo accademico. Era molto più semplice compiacere qualche professore piuttosto che essere una principessa ed esibirsi in frequenti apparizioni pubbliche affrontando i giornalisti. Per natura, lei era sempre stata introversa. Non le erano mai piaciute le riunioni affollate, aveva sempre detestato posare per le fotografie ufficiali e non aveva mai avuto la pazienza di sostenere tutti gli sforzi che sembravano necessari per renderla presentabile. 8


Quando le due sorelle maggiori avevano cominciato a concentrarsi sui loro mariti anziché sui doveri di corte, Philippa si era immersa negli studi universitari per evitare di essere sotto gli occhi di tutti. Sua sorella Bridget aveva intuito le sue intenzioni e si era irritata. Bridget era sempre stata una principessa fantastica, ma adesso aveva bisogno di una pausa, se la meritava. Philippa rabbrividì alla prospettiva di tutte le apparizioni pubbliche che avrebbe dovuto affrontare al posto della sorella. «Che io sia dannato» esclamò una familiare voce maschile, obbligandola a riaprire gli occhi, «se non si tratta della scomparsa Sua Altezza Philippa di Chantaine.» Philippa fissò gli occhi scuri di Nic Lafitte e le sembrò di non riuscire più a respirare. «Non sapevo che saresti stato qui.» Nic fece un mezzo sorriso. «Perché la cosa non mi sorprende?» domandò, infilandole una mano sotto il braccio. «Per fortuna di entrambi invece ci sono. Abbiamo qualcosa in sospeso. Devi venire con me. Mi faccio consegnare l'automobile in pochi secondi.» Il cuore di Philippa accelerò. «Non posso. Le mie sorelle mi aspettano per il resto dell'evento. Se non tornassi, avviserebbero le autorità.» «Non sarebbe la prima volta che la tua famiglia tenta di mettermi nei guai con la legge.» Nic si guardò intorno e la trascinò lungo il corridoio. «Se non vieni via con me, allora prenderò ciò che mi spetta da qualche altra parte.» «Dove mi stai portando? Questa è una follia. Devo tornare al mio tavolo. Ho bisogno...» Si interruppe quando lui aprì la porta di una stanza guardaroba e la trascinò dentro. La spinse contro la parete della stanza e in modo gentile, ma fermo, le afferrò le spalle. «Dimmi di cosa hai davvero bisogno, Pippa. Cosa vuoi davvero?» domandò nell'oscurità e quella voce sexy le fece girare la testa. 9


Una mezza dozzina di immagini dei momenti che avevano condiviso le affollò la mente. La volta che avevano nuotato di notte. Il pomeriggio che aveva trascorso sul suo yacht. La passeggiata sul lato opposto dell'isola, quando aveva imparato così tanto su di lui e le era risultato facile parlare di sé. Nonostante la faida tra le loro famiglie, Philippa non si era mai sentita tanto attratta da un uomo in tutta la vita. Nic abbassò la testa e mantenne lo sguardo fisso negli occhi della ragazza, fino a quando le catturò le labbra. Il suo bacio scatenò un tripudio di emozioni dentro di lei. Lui la faceva sentire viva. La ragazza però si ritrasse. «Questa è una pazzia. Non funzionerà mai. È ciò che ho già provato a spiegarti.» «Perché no?» la sfidò. Nic la sfidava sempre. A volte con gentilezza, altre in modo più deciso. «Se io ti voglio e tu mi vuoi, cos'altro è importante?» Pippa si morse il labbro, nel tentativo di rimanere razionale. I membri della sua famiglia avevano causato molti guai, cedendo alle emozioni. Non voleva affrontare gli stessi problemi. «Il desiderio è un'emozione temporanea. Ci sono cose più importanti delle emozioni passeggere.» «Se è vero, allora perché mi hai baciato? Perché sei qui con me in questo momento?» Pippa udì dei rumori provenire dall'esterno e fu colta dal terrore. «C'è qualcuno» esclamò. «Dobbiamo uscire da qui.» Dirigendosi velocemente alla porta, inciampò. Nic la aiutò a ritrovare l'equilibrio e uscirono dal guardaroba. Entrambe le sue sorelle, Bridget e Tina, li accolsero con occhiate di furiosa disapprovazione stampate sul volto. Pippa rabbrividì. «Allontanati da mia sorella» intimò Bridget. 10


«Deve essere lei a dirmelo, non tu» ribatté Nic. «La stai solo usando» aggiunse Tina. «La vuoi solo per redimere il nome della tua famiglia.» «Non tutti trovano riprovevole il nome della mia famiglia. Qualcuno lo rispetta.» «È un rispetto che avete comprato col denaro. Lascia stare Philippa» inveì Tina. «Non sarai mai alla sua altezza. Se provi un briciolo di compassione, almeno cerca di proteggere il suo nome andandotene immediatamente.» Nic serrò la mascella. «Me ne vado, ma sarà Philippa a prendere la decisione definitiva sul futuro della nostra relazione.» Si voltò e incontrò il viso pallido e spaventato di Philippa. «Ciao, tesoro. Chiamami quando ne avrai il coraggio. Alcune cose sono destinate a essere» aggiunse, prima di allontanarsi.

11


1

Sette mesi dopo Aveva cominciato a correre per praticare esercizio fisico. Questo almeno era ciò che aveva spiegato al personale della sicurezza. Sapeva però la verità. Correva per sfuggire ai ricordi. Ai ricordi e alla possibilità che vi fosse un solo uomo, per lei, e che fosse l'unico uomo che non avrebbe mai potuto avere. «Basta» si disse, osservando la spiaggia deserta davanti a sé. Le onde azzurre si infrangevano sulla sabbia bianca. A mezzogiorno ci sarebbero state molte persone a godersi quel luogo, ma alle sei del mattino era l'unica presente. Abbassò il volume delle cuffiette. Normalmente le faceva piacere ascoltare la musica, perché la aiutava a non pensare, ma oggi era alla ricerca di un po' di pace. Forse il rumore delle onde l'avrebbe aiutata, rifletté, avviandosi. Un piede davanti all'altro, corse per due minuti, poi camminò per tre. Le si addiceva quel ritmo di allenamento. Pippa non era mai stata un'atleta e, fin da quando aveva imparato a leggere, aveva sempre preferito perdersi in un libro piuttosto che praticare sport. Riprendendo a correre, inalò il profumo della salsedine. Era una giornata con poca umidità e sentì il sudore 12


della pelle che cominciava a evaporare. Rallentando, dopo tre minuti di corsa, bevve un sorso d'acqua e proseguì faticosamente. In lontananza, lungo la riva, vide una figura che camminava. L'avrebbe salutata e si sarebbe comportata in maniera amichevole. Pippa era un membro della famiglia reale e ai reali di Chantaine non era permesso essere altezzosi. Un altro corridore avrebbe potuto fingere di avere i paraocchi e proseguire a testa bassa la sua corsa, ma non una Devereaux. Mentre si avvicinava, notò che la figura era una donna. Aveva i capelli corti e bianchi e sfoggiava un prendisole che assomigliava a una camicia da notte. «Buongiorno» salutò Pippa. La donna distolse lo sguardo e inciampò. Incuriosita, Pippa fu indecisa se avvicinarsi o no. Forse quella donna era alla ricerca di un po' di solitudine esattamente come lei. L'anziana però inciampò di nuovo e Pippa si preoccupò. «Mi scusi» esclamò, avvicinandosi a lei. «Posso aiutarla?» La donna scosse la testa. «No, no. Sto bene. È così bello, qui» disse con una voce cadenzata che contrastava con i lineamenti del suo viso e la fragilità del suo corpo. Qualcosa in lei sembrò familiare alla ragazza, ma non riuscì a identificare che cosa. La donna inciampò di nuovo. Era forse malata? «Sì, la spiaggia è bellissima. È sicura di non aver bisogno di aiuto? Potrei riaccompagnarla dal luogo da cui viene» propose. «O, forse, ha bisogno di un po' d'acqua?» Il viso della donna si rabbuiò. «No, no. Ti prego, non farmi tornare indietro. Per favore, non...» Si interruppe e svenne davanti a Pippa. «Oh, mio Dio!» esclamò la ragazza, chinandosi sulla 13


donna. Quella era una di quelle volte in cui avrebbe preferito essere accompagnata dalla sua guardia del corpo. Con delicatezza sollevò la donna, sorpresa dal suo peso esiguo, e si diresse verso una piccola macchia di palme. «La prego, signora. La prego» mormorò, scuotendola delicatamente. Versò poi un po' d'acqua dalla sua bottiglietta e inumidì il volto dell'anziana. «La prego, si svegli. La prego.» Terrorizzata dall'idea che quella donna stesse morendo, afferrò il cellulare. Mentre stava componendo il numero della guardia di sicurezza, l'anziana batté le palpebre. I suoi occhi grandi e colmi di emozioni catturarono Pippa. «Si sente bene? Beva un sorso della mia acqua. Fa chiaramente troppo caldo, per lei. Sto chiamando...» «No» esclamò la donna, con una forza che sorprese la ragazza. «Per favore, non farlo.» Poi chiuse i suoi occhi incredibili e prese a singhiozzare. «Ma deve lasciare che l'aiuti.» «C'è solo una cosa che desidero» mormorò, incontrando di nuovo lo sguardo di Pippa. «Voglio solo morire a Chantaine.» Pippa sussultò. Poi un lampo le attraversò la mente. Osservò la donna con attenzione e notò la sua somiglianza con Nic. Lui aveva naturalmente una struttura ossea più forte, ma gli occhi erano gli stessi. «Amelie» sussurrò. «Lei è Amelie Lafitte.» La donna annuì riluttante. «Come fai a saperlo?» «Conosco suo figlio Nic.» Pippa sapeva anche che Amelie era malata terminale di cancro. I suoi giorni erano dolorosamente giunti al termine. Amelie distolse lo sguardo. «Volevo solo fare una passeggiata sulla spiaggia. Scommetto che Nic è molto irritato dal fatto che io abbia lasciato lo yacht.» 14


"Irritato" non era il termine che avrebbe utilizzato Pippa. «Lo chiamo subito.» «Allora tutto il mio divertimento finirà» si lamentò la donna, con un simpatico broncio. «Quel ragazzo si preoccupa troppo.» Colpita dalla rapidità con cui Amelie aveva recuperato lo spirito, Pippa esitò un istante, poi compose il numero. Nonostante avesse cancellato quel numero dalla memoria del telefono molti mesi prima, lo ricordava perfettamente. Cinque minuti più tardi una Mercedes nera si fermò con uno stridio di gomme accanto al marciapiede della strada che costeggiava la spiaggia. Pippa riconobbe immediatamente l'uomo che uscì dal lato del guidatore. Nic. Mentre si avvicinava rapidamente a lei e Amelie, scorse la tensione sul suo volto. Vederlo dopo tutti quei mesi le provocò una reazione viscerale. Le si strinse lo stomaco e il battito cardiaco divenne irregolare. «Ciao, tesoro» salutò Amelie, rimanendo seduta sulla sabbia sotto la palma. Pippa era ancora sbalordita dalla rapidità con cui la donna si era ripresa dopo essere svenuta. «Mi spiace averti procurato questo fastidio, ma mi sono svegliata presto e non ho resistito alla tentazione di una passeggiata sulla spiaggia.» «Ti avrei accompagnato volentieri» la rimproverò Nic, voltandosi poi verso Pippa. Cosa non avrebbe dato la ragazza per scrutare dietro i suoi occhiali scuri. «Grazie per avermi chiamato. La riporto subito allo yacht così potrai riprendere a correre. Non sapevo che facessi jogging.» Pippa si sentì arrossire. «Si tratta più di una combinazione di corsa e camminata veloce.» Lui annuì e riportò l'attenzione sulla madre. «Papà è 15


quasi morto per lo spavento. Non so come sono riuscito a trattenerlo dal correrti dietro.» «Paul non potrebbe corrermi dietro, col suo piede rotto. Il dottore ha detto che ci vorranno ancora dieci settimane, prima che possa riuscire a camminare senza zoppicare» ribatté Amelie, assumendo poi un'aria pensierosa. «Sai di che cosa avrei voglia? Crêpes. C'era un meraviglioso locale, in periferia della città. Preparavano le crêpes più deliziose che abbia mai assaggiato.» «Bebe on Oleander» disse Pippa. «C'è ancora e la nipote di Bebe aiuta a cucinare le crêpes.» «Oh» mormorò Amelie, battendo le mani. «C'è ancora. Dobbiamo andare. Ne porteremo qualcuna anche a Paul. Devi venire con noi» esclamò poi, diretta a Pippa. La ragazza batté le palpebre a quell'invito e rivolse un'occhiata impotente a Nic. «Mamma, sai chi è Pippa?» domandò lui, aiutando la madre ad alzarsi in piedi. Amelie la studiò attentamente per qualche istante, aggrottando la fronte. «Ha un'aria familiare, ma non ricordo...» Poi spalancò gli occhi. «Oh, cielo. Sei una Devereaux. Lo vedo dai tuoi occhi e dal mento. Oh, la faccenda potrebbe essere un po' complicata.» «Solo un po'» concordò Nic, asciutto. «Ma lasciamo che sia lei a decidere. Desiderate unirvi a noi per gustare le famose crêpes, Vostra Altezza?» Pippa percepì il tono di sfida nella voce dell'uomo. La verità era che non voleva che le scattassero qualche foto mentre era in compagnia di Nic e di sua madre. Dire che ne sarebbero sorti dei problemi era un eufemismo. «D'accordo» esclamò lui, prima che lei potesse rispondere. «Grazie ancora per esserti presa cura di mia madre. Ci...» «Verrò» rispose Pippa impulsivamente. «A meno che 16


tu non abbia intenzione di revocare l'invito» lo sfidò a sua volta. Nic tardò qualche istante a rispondere e chinò la testa da un lato, come se fosse stato colto con la guardia abbassata. La possibilità elettrizzò Pippa. «Nella maniera più assoluta. Vuoi venire in auto con noi?» «Grazie, no. Vi raggiungerò tra quindici minuti» rispose, rivolgendo poi l'attenzione ad Amelie. «Ci vedremo tra poco. La prego di bere ancora qualche sorso d'acqua.» «Grazie, cara. Non è deliziosa?» disse poi a Nic. «Mi coccola proprio come fai tu.» «Già» annuì lui, asciutto. «Deliziosa.» Quindici minuti più tardi, dopo essersi calata un cappello sulla testa e aver infilato degli occhiali scuri, Pippa si domandò se per caso non avesse perso la testa ad accettare di raggiungere Nic e sua madre. Guardandosi nello specchietto retrovisore, poté facilmente immaginare l'orrore sul volto dei consiglieri reali. Nelle sue attuali condizioni, una corsa solitaria alle sei del mattino su una spiaggia era un conto, ma mostrarsi in pubblico era un altro paio di maniche. Ripensò all'atteggiamento di sfida di Nic e fece una smorfia nello specchietto. Bene, a questo punto non poteva più tirarsi indietro. Uscendo dall'auto poté solo sperare che nessuno la riconoscesse. Il fatto di essersi sempre mostrata meno dei suoi fratelli era un punto a suo vantaggio. I suoi capelli però erano piuttosto vistosi e riconoscibili. Castani e tendenti al crespo, sperava di averli mimetizzati legandoli in una coda di cavallo e nascondendoli sotto il cappello. Entrò nel vecchio ma elegante locale, dove preparavano ogni tipo di crêpe possibile. Già dalla porta scorse Amelie, che la vide a sua volta e la salutò con un gesto. 17


Anche Nic, seduto di fronte alla madre, si voltò e la salutò. Era chiaramente sorpreso del fatto che lei li avesse davvero raggiunti e questo irritò Pippa. Si avvicinò al loro tavolo e sedette sulla panca di vinile rossa. «È bello che tu sia venuta» l'accolse Amelie sorridendo. «Non so cosa scegliere. Mi piacerebbe provarle tutte.» Incantata, Pippa sollevò il menu. La scelta era vasta e sbalorditiva. «Di che cosa ha voglia?» «Qualcosa di dolce» rispose Amelie. «Anche di frutta. E di cioccolato» aggiunse, stringendosi nelle spalle, impotente. La cameriera si avvicinò al loro tavolo. «Bonjour. Cosa desiderate? Caffè?» «Sì» rispose Amelie. «Un cappuccino.» «Per me una tazza di tè» disse Pippa. «Un caffè nero» aggiunse Nic. «Signore, avete idea di cosa volete ordinare?» «Una crêpe all'albicocca. Una con fragole e panna. Una con cioccolato e nocciole. Una alla banana.» Amelie fece una pausa. Domandandosi come la donna sarebbe riuscita a mangiare tutte quelle crêpes, Pippa scambiò un'occhiata veloce con Nic, che scosse la testa. «Nient'altro, mamma?» «No, nient'altro.» «E tu?» domandò Pippa all'uomo. Lui si strinse nelle spalle. «Sono qui solo per la compagnia.» «Può portarci per favore anche una crêpe suzette e delle scatole per le consegne a domicilio?» domandò la ragazza alla cameriera. «Nessun problema» rispose lei, rimanendo a fissarla 18


per qualche istante. «Mi scusi, ha un aspetto familiare.» Pippa lottò contro un lampo di panico e trattenne il respiro. Ti prego, non riconoscermi. «È una giornalista?» Il sollievo le provocò quasi le vertigini. «No. Sono solo una studentessa universitaria. Grazie per il complimento, comunque.» La cameriera sembrò imbarazzata. «Di nulla. Vi porterò subito le vostre ordinazioni.» «Grazie mille» rispose Pippa e, quando la cameriera si fu allontanata, notò gli sguardi di Nic e di sua madre fissi su di sé. Amelie sospirò, poi sorrise con un calore che illuminò la stanza e Pippa comprese all'improvviso a chi assomigliava. Gli occhi così espressivi la facevano sembrare la sorella gemella di Audrey Hepburn. «È meraviglioso essere qui di nuovo. Magico. Il profumo è divino. Sarei dovuta tornare prima. Ne approfitterò oggi.» «Non vorrai esagerare con le crêpes, vero?» domandò Nic. «Certo che no. Ne mangerò solo un boccone di ognuna e il resto lo porteremo a Paul.» Il sorriso sul volto della donna evaporò. «Povero Paul, soffre così tanto per il suo piede.» Pronunciò quelle parole come se lei invece non provasse alcun dolore, ma Pippa sapeva che non era così. Era colpita dalla determinazione di Amelie nel voler vivere fino in fondo ogni esperienza e dal tentativo di Nic di combattere le miriadi di sensazioni che stava provando. «Ho sentito dire che il recupero dopo essersi rotti un piede può essere lungo e pesante» s'intromise Pippa. «Oh, lo è. Paul è diventato un orso» confermò Amelie. «Non gli piace rimanere fermo. Non gli è mai pia19


ciuto.» Sollevò poi lo sguardo su Nic. «È una caratteristica di famiglia.» La donna poi tornò a rivolgersi a Pippa, osservandola con uno sguardo intenso. «Ma ora basta parlare di noi. Raccontami di te, dei tuoi interessi, della tua vita. Negli anni ho letto qualche notizia sui Devereaux e devo confessare che mi sono posta delle domande sui figli di Edward. Sono sicura che sia stato molto orgoglioso di tutti voi.» Pippa esitò. La verità era che suo padre non era mai stato molto coinvolto nella vita dei figli. Aveva rivolto la sua attenzione solo a Stefan, perché sarebbe stato il suo erede. Era stato felice che i suoi figli avessero svolto la maggior parte del lavoro, così lui aveva avuto più tempo da trascorrere sul suo yacht. Spesso con donne che non erano sua moglie. «Sono sempre stata un topo di biblioteca. Sto lavorando al mio dottorato in genealogia, specializzandomi sull'impatto medico di alcune malattie sui cittadini di Chantaine. Mio fratello Stefan ha intenzione di migliorare l'assistenza sanitaria del nostro popolo, così ha approvato il mio percorso di studi.» «È affascinante» commentò Amelie. «Cosa hai scoperto?» «Come in molti Paesi, il nostro popolo è più soggetto a determinate malattie rispetto ad altre popolazioni. Le cause di questo possono essere fatte risalire a centinaia di anni orsono, alle diverse correnti migratorie, ai nuovi alimenti introdotti e alle variazioni nel nostro ambiente. Per esempio la malattia neurologica che ha colpito mio padre può essere fatta risalire alla famiglia della sua bisbisnonna.» Amelie annuì lentamente, poi sollevò lo sguardo e sorrise. «Sono arrivate le crêpes.» 20


Come aveva detto, la donna si limitò ad assaggiare ogni crêpe. Gustò ogni boccone chiudendo gli occhi. «Sarei tentata di mangiarne di più, ma so che sarebbe un errore.» Si chinò poi verso Pippa e le posò una mano sul braccio. «Cara, voglio dirti che anche se non ho sposato tuo padre, gli ho sempre augurato il meglio, dopo che ci siamo lasciati. Spero sia stato felice.» Pippa provò a pensare a come rispondere alle parole di Amelie. La storia del corteggiamento di Edward era da tabloid. Prima di salire al trono, il principe Edward si era innamorato di Amelie e lei era rimasta affascinata da lui per un breve periodo. Poi lei aveva incontrato Paul Lafitte, un americano, e si era innamorata di quel texano alto e scuro. I Lafitte discendevano dai pirati e anche Pippa doveva ammettere che gli uomini di quella famiglia avevano un fascino irresistibile. Quando Amelie aveva provato a rompere il fidanzamento, il principe Edward aveva rifiutato. Paul era intervenuto in sua difesa ed era scoppiata una rissa terribile. Suo padre, il principe, era stato umiliato e Pippa non era certa che si fosse più innamorato, in seguito. «Credo che gli piacesse la sua vita» ammise alla fine. «Amava il suo yacht e il mare e siamo felici che abbia potuto soddisfare le sue passioni.» «Sei una cara ragazza» sospirò Amelie, accarezzando la mano di Pippa. «Adesso, se volete scusarmi, vado a incipriarmi il naso» disse, alzandosi. Anche Nic si alzò. «Hai bisogno di aiuto?» «Non questa volta, tesoro. Forse puoi convincere Pippa ad assaggiare qualcuna di quelle crêpes.» «Sta bene?» domandò Pippa, quando la donna si fu allontanata. Nic si strinse nelle spalle. «Per il momento. Tra un minuto potrebbe essere tutto completamente differente. 21


Sa che le è rimasto poco tempo e ha deciso di approfittare di ogni attimo.» Pippa deglutì per nascondere l'emozione e cominciò a sistemare le crêpes nelle scatole da asporto. «Non deve essere facile, per te. Da una parte vorresti darle tutto ciò che desidera, dall'altra però la vorresti tenere al sicuro. È una situazione impossibile. Mi ha detto» aggiunse, mordendosi il labbro, «che vorrebbe morire a Chantaine.» Nic strinse gli occhi. «Questo sarà un desiderio impossibile da realizzare, visto che a mio padre non è permesso mettere piede nel tuo Paese.» Quelle parole furono per Pippa una doccia gelata. «Lo avevo dimenticato. Non posso credere che sia ancora così dopo tutti questi anni.» Nic rise amaramente. «Dopo tutti questi anni, la tua famiglia ci odia ancora. Non posso correre il rischio che i Devereaux lo spediscano in prigione.» «Non sarebbe la mia famiglia a farlo, ma una stupida legge.» «Il risultato è lo stesso. È orribile, ma Amelie non può vedere avverati tutti i suoi sogni. Farò del mio dannato meglio affinché ne realizzi il più possibile, ma non le sarà permesso morire a Chantaine» affermò in tono duro, mentre la madre tornava al tavolo. Amelie incontrò il suo sguardo e sospirò. «Dobbiamo andare, vero?» Lui annuì e sistemò le scatole in una borsa. «Lascia che mi guardi intorno ancora un momento» sospirò la donna, osservando la stanza come a volerne assaporare ogni dettaglio. «Ho già salutato Bebe, è adorabile, così come sua nipote. Ciao» sussurrò poi, sollevando la borsa e avviandosi alla porta. Mentre la seguiva, Pippa provò un terribile senso di 22


impotenza. Sentiva la presenza di Nic dietro di lei e tentò di sciogliere il nodo doloroso che le stringeva il cuore. Rivederlo era stato come togliere una benda prima che la ferita fosse guarita. Aveva ritenuto terribile la nostalgia che aveva provato per lui, ma adesso era ancora peggio. Sapere che stava affrontando i giorni più difficili della sua vita e non poterlo aiutare le provocava un dolore insostenibile. Incontrare la sua meravigliosa madre faccia a faccia e vedere con quale coraggio e gioia affrontava la vita la fece sentire una buona a nulla. La sua sfida più grande, fino a quel momento, era stata scrivere la sua tesi di laurea. Amelie si fermò accanto all'auto di Nic e si volse verso Pippa. «Spero che ci incontreremo di nuovo, Vostra Altezza. Sei la principessa più gentile che abbia mai conosciuto. Mi dispiace averti spaventato col mio svenimento. Ma poi mi hai offerto l'acqua e mi hai fatto ricordare Bebe. Di sicuro incontrarti è stata un'esperienza più positiva per me che per te.» «Mi permetto di dissentire» rispose Pippa. «È stato un grande piacere conoscerla.» Avrebbe dovuto girarsi e andarsene, ma non resistette alla tentazione di guardare un'ultima volta Nic. Lui incontrò il suo sguardo per un momento che le tolse il respiro. «Addio, principessa.» Ancora distratta dall'incontro con Nic e sua madre, tornata al palazzo Pippa si ritirò nella sua stanza per studiare. Si obbligò a non pensare a quell'incontro, non era una sua responsabilità. I grafici sulla genealogia di Chantaine richiedevano la sua totale attenzione. Inserendo nello schema il nome di un suo cugino di secondo grado, provò a concentrarsi. 23


Ogni volta però che la sua ricerca coinvolgeva persone che conosceva, il pensiero andava alle loro storie personali, così le venne alla mente il suo secondo cugino Harold, che si era trasferito in Tibet, e sua sorella Georgina, che si era sposata e si era trasferita a vivere nella campagna inglese. Le era sempre piaciuta Georgina perché era una donna con i piedi per terra, e le spiaceva non poterla incontrare più spesso. I genitori di Harold e Georgina, ora deceduti, avevano posseduto dall'altra parte dell'isola una graziosa villetta che adesso era disabitata perché né Harold né Georgina tornavano spesso a Chantaine. A dire il vero Pippa era quasi certa che fossero trascorsi almeno otto anni dall'ultima volta che i secondi cugini avevano messo piede sull'isola. Pippa si bloccò e fissò il cursore sul suo computer portatile. Una graziosa villetta disabitata. I genitori di Nic. «Smettila» sibilò a se stessa. Sarebbe stato incredibilmente sleale. Se suo fratello Stefan lo avesse scoperto, non l'avrebbe mai perdonata. E non vi era modo che non lo scoprisse. Torna al lavoro, si disse severa, proseguendo poi fino a mezzanotte. Durante la notte sognò una limousine nera che attraversava un cimitero meraviglioso. Una fitta dolorosa le attraversò il petto. Una farfalla bianca volteggiava sopra la limousine, catturando la sua attenzione. Sarebbe potuto essere lo spirito di... Pippa si svegliò di colpo, disorientata, l'immagine della limousine e della farfalla si confondevano nella mente. Sedette sul letto, il cuore accelerato. Le immagini di suo fratello Stefan, di Nic e di Amelie le affollarono la mente. 24


Non erano affari suoi, si disse. Soffriva per Nic e sua madre, ma non poteva andare contro la sua famiglia per realizzare il sogno di Amelie. Proprio non poteva. Non sarebbe stato giusto. Sarebbe stato un terribile tradimento. Tentò di riprendere fiato e chiuse gli occhi. Come avrebbe potuto ingannare la sua famiglia per Nic? Per Amelie? Ma come avrebbe potuto non farlo?

25


NOV ITÀ ASSO LU TA UN FENOMENO NATO IN RETE, IL PIÙ AMATO E VENDUTO AUTORE DI GAY ROMANCE. JOSH LANYON FINALMENTE IN LIBRERIA. Griff Hadley, reporter di cronaca nera, si ritrova ad indagare sulla misteriosa scomparsa del piccolo Brian Arlingotn, avvenuta vent’anni prima. La ricca famiglia, però, non sembra gradire la sua intrusione e l’unico alleato si rivela Pierce Mather, legale dei familiari. Insieme verranno coinvolti in un’indagine dove nulla è come sembra, fino a scoprire un’assurda verità.

“È una sorpresa, e le sorprese sono emozionanti e piacevoli, soprattutto quando c’è di mezzo l’amore.” Blog Trelibrisoprailcielo Dal 19 maggio in libreria e sul nostro store www.harpercollins.it - Seguici su


Creature fantastiche, ironia, superpoteri… Poteva forse finire così? Un nuovo esilarante appuntamento con la serie MONSTER PARADISE! “R. L. Naquin ha tutto! Uno stile impeccabile, un’immaginazione oltre ogni limite… fantastica.” Amazon Reviews

Un mistero si cela dietro a un oscuro delitto… Un fantasma può commettere un omicidio? L’ombra di Jack lo Squartatore si cela nel buio. Terzo appuntamento con la serie Krewe of Hunters. “Coinvolgente, realistico, accattivante.”

Goodreads Reviews

Dal 27 maggio in edicola e sul nostro store. www.harpercollins.it - Seguici su


QUESTO MESE 4 IMPERDIBILI TITOLI

Inghilterra, 1851 - Oscuri segreti, una passione inarrestabile. Preparatevi per il primo appuntamento con gli irresistibili libertini di St. James.

Londra, 1842 - Un titolo da salvare, una gentildonna da conquistare. Nicholas Smithfield deve fare tutto ciò che è in suo potere per salvare la propria reputazione...

Inghilterra, 1829 - Un tradimento, un mistero, un futuro da ricostruire. Un titolo nobiliare può bastare per conquistare il cuore di chi ami?

Inghilterra, 1824 - Le rigide regole del ton, il senso dell’onore, una passione senza limiti. Il primo appuntamento con Amori a Willowmere vi aspetta.

Dall’11 maggio in edicola e sul nostro store www.harpercollins.it - Seguici su


Ti è piaciuto questo libro? Continua a vivere indimenticabili emozioni con

A B B ON ATI!

-50% sulla prima spedizione Spedisci questa pagina a: SERVIZIO LETTRICI HARMONY C/O CMP Brescia - Via Dalmazia 13 - 25126 Brescia BS

Sì!

Voglio abbonarmi a My Lit. Speditemi bimestralmente 2 romanzi al prezzo scontato del 50%: € 7.50 più € 1.60 per contributo spese di spedizione. Dalla seconda spedizione mensile sconto del 15%: € 12.00 più € 1.60 per contributo spese di spedizione. Potrò sospendere in ogni momento le successive spedizioni a pagamento mediante comunicazione scritta, come pure restituirvi i romanzi ricevuti a pagamento per posta entro 10gg. (diritto di recesso Art. 64 dlg. 206/2005).

6B0222

Cognome.............................................................Nome................................................................................ Via.....................................................................................................................N°...................................... Località.............................................................................Prov...................CAP............................................. Prefisso....................Telefono....................................e-mail.......................................................................... Firma............................................................................................Data........................................................ Offerta limitata a un solo componente per ciascun nucleo familiare non minorenne e non valida per coloro che già ricevono per corrispondenza i romanzi Harmony Romance. Offerta valida solo in Italia fino al 31.12.2016. Tutte le richieste sono soggette ad approvazione della Casa. I Suoi dati saranno trattati, manualmente ed elettronicamente, da HarperCollins Italia S.p.A. - Via Marco d’Aviano, 2 – 20131 MILANO - e dalle società con essa in rapporto di controllo e collegamento ai sensi dell’art. 2359 cod. civ. - titolari del trattamento - per evadere la Sua richiesta di ricevere per posta cartacea informazioni commerciali e campioni di prodotto, nonché la Sua eventuale richiesta di acquisto di nostri prodotti editoriali, secondo l’offerta riportata sul presente coupon, e le attività a ciò strumentali, ivi comprese le operazioni di pagamento e quelle connesse con adempimenti amministrativi e fiscali, nonché le attività di customer care. Nome, cognome e indirizzo sono indispensabili per i suddetti fini. Il mancato conferimento dei restanti dati non pregiudica il Suo diritto ad ottenere quanto richiesto. Previo Suo consenso, i Suoi dati potranno essere trattati dalle titolari per finalità di marketing, attività promozionali, offerte commerciali, indagini di mercato - anche tramite email e telefono, qualora forniti I Suoi dati potranno, altresì, essere comunicati a soggetti operanti nei settori editoriale, largo consumo e distribuzione, vendita a distanza, per propri utilizzi aventi le suddette medesime fi nalità. L’elenco completo ed aggiornato delle società in rapporto di controllo e collegamento ai sensi dell’art. 2359 cod. civ. con HarperCollins Italia S.p.A., dei soggetti terzi cui i dati possono essere comunicati e dei responsabili è disponibile a richiesta all’indirizzo sopra indicato. I Suoi dati potranno essere trattati dagli incaricati preposti alle seguenti operazioni di trattamento: elaborazione dati e sistemi informativi, amministrazione, servizio clienti, gestione abbonamenti, confezionamento e spedizione riviste, confezionamento mailing, invio newsletter Ai sensi dell’art. 7, d. lgs 196/2003, potrà esercitare i relativi diritti, fra cui consultare, modifi care e cancellare i Suoi dati od opporsi al loro trattamento per fini di invio di materiale pubblicitario o per comunicazioni commerciali o sondaggi di opinione, rivolgendosi al Responsabile Dati presso HarperCollins Italia S.p.A. all’indirizzo indicato. Acconsente che le titolari utilizzino i Suoi dati per le proprie fi nalità di marketing, anche via e-mail e telefono, come illustrato nell’informativa? SI NO Acconsente che i Suoi dati siano comunicati ai suddetti soggetti terzi e da questi utilizzati per le finalità e secondo le modalità illustrate nell’informativa? SI NO


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.