Scelte d'amore

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Susan Meier

Scelte d'amore


Titoli originali delle edizioni in lingua inglese: The Baby Project Second Chance Baby Harlequin Mills & Boon Romance © 2011 Linda Susan Meier Traduzioni di Paola Picasso Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2012 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prime edizioni Harmony Serie Jolly giugno 2012 Questa edizione myLit luglio 2016 Questo volume è stato stampato nel giugno 2016 da Grafica Veneta S.p.A. - Trebaseleghe (Pd) MYLIT ISSN 2282 - 3549 Periodico mensile n. 36 del 21/07/2016 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 162 del 31/05/2013 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


Una moglie da sposare



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«I fratelli Andreas sono arrivati» annunciò la segretaria, attraverso l'interfono. L'avvocato Whitney Ross che stava guardando fuori dalla finestra dell'ufficio di suo padre, si voltò. Le pesanti nubi che si stavano ammassando sui grattacieli di New York City l'allarmavano, ma prevedeva che l'incontro con i fratelli Andreas sarebbe stato altrettanto tumultuoso. Gerald Ross premette un pulsante del suo telefono. «Di' loro che mi servono cinque minuti.» «Te la stai godendo, papà?» domandò Whitney. «Godendo non è il termine esatto» replicò lui, ruotando il corpo rotondo sulla poltrona dell'ufficio, e battendo ritmicamente le dita sulla scrivania. «Quando fai esplodere una bomba di questo genere non puoi prevedere le conseguenze. È chiaro che Stephone con il suo testamento ha voluto mettere a posto alcune cose importanti.» Whitney non aveva mai conosciuto i figli di Stephone Andreas, ma sapeva che il defunto era stato un caro amico di suo padre. L'uomo era andato a cena a casa loro almeno una volta al mese da quando lei aveva sei anni e aveva sempre parlato dei suoi figli, affermando senza mezzi termini che avrebbero avuto bisogno di un bel calcio nel sedere. Probabilmente adesso aveva trovato un modo per darglielo. 7


«Congratulazioni, papà. Sei riuscito a convincere Stephone ad avvalersi del suo testamento per costringere i figli a maturare.» «Non si tratta solo di maturare. Tutti e tre sono intelligenti e sono abili uomini d'affari. Ciascuno di loro potrebbe assumersi le redini del loro impero economico, ma nessuno dei tre conosce il valore della lealtà e nessuno possiede il senso della famiglia.» «Ed è al fine d'inculcarglielo che mira il testamento?» «Sì. Stephone ha nominato il figlio primogenito, Darius, presidente e CEO della proprietà Montauk. Se questa decisione li dividerà per sempre, o li costringerà a restare uniti dipenderà dalle capacità di Darius.» Gerald Ross si alzò e andò a sedersi sul divano di pelle nera del suo studio legale, facendo segno a Whitney di prendere posto su una delle poltrone vicino a lui. «Prima di far entrare i fratelli, c'è una cosa che devi sapere. Missy aveva espresso il desiderio di lasciarti qualcosa e Stephone ha incluso quella clausola nel suo testamento.» Whitney si sedette. «Missy mi ha lasciato qualcosa?» domandò. In fondo non era sorpresa. Missy Harrington era stata la sua compagna di stanza da quando erano entrate all'università, entrambe iscritte a Giurisprudenza. Avendo una madre alcolizzata e un padre che era scomparso da molto tempo, Missy aveva adottato la famiglia di Whitney che, a sua volta, l'aveva accolta sotto la sua ala. Per sette anni aveva trascorso tutte le vacanze con i Ross. Da quando Missy aveva conosciuto Stephone, Whitney non l'aveva quasi più vista, ma il loro legame era rimasto molto forte. «Non ti ha lasciato un bene materiale» specificò suo padre. «D'accordo con Stephone, ha stabilito che tu e Darius sarete i custodi del loro figlioletto.» 8


Whitney impallidì. «Che cosa?» «Ascolta. Sono passati tre anni da quando Burn e Layla morirono in quell'incidente. Quando io inclusi quella clausola nel testamento di Missy e di Stephone, non immaginavo lontanamente che anche loro se ne sarebbero andati così presto.» Suo padre tirò fuori una busta da uno schedario. «Ha lasciato questo messaggio per te.» Incredula e sgomenta, Whitney prese la lettera e la strinse tra le mani. «Nel caso che lui e sua moglie morissero, Stephone voleva che fosse Darius ad allevare il loro bambino, ma Missy ha preteso che tu avessi la custodia congiunta. I fratelli Andreas sono ricchi e viziati. Non sanno neppure che il loro padre aveva un altro figlio e tutti ci domandiamo come reagiranno a questa notizia. Secondo me, Missy voleva che Gino, il suo bambino, fosse seguito da una persona che sapeva si sarebbe presa cura di lui.» «Ma io non ho mai visto Gino! Quando Missy e Stephone si sono trasferiti in Grecia abbiamo perso i contatti. Come posso seguire quel bimbo meglio di suo fratello?» Il padre le prese una mano. «Tu non conosci Gino, ma Missy conosceva te. Sapeva quanto tieni alla famiglia, conosceva la tua rettitudine e sei stata mamma. Imparerai a conoscere Gino e lui, piccolo com'è, si abituerà a te. Inoltre» aggiunse, stringendole le dita, «ti farà bene.» Whitney si voltò a guardarlo con aria battagliera. «No!» replicò con foga. «Non ho bisogno di prendermi cura di un bambino. Sto bene così.» «Non stai affatto bene. Altrimenti la custodia di Gino non ti sconvolgerebbe tanto.» Gerald Ross premette un pulsante del telefono posato sul tavolino in mezzo alle poltrone. «Cynthia, porta qui Gino.» Il cuore di Whitney si fermò. Negli ultimi tre anni a9


veva evitato accuratamente di avvicinarsi a un bambino. L'odore di borotalco e di latte e la vista di un essere così piccino, fragile e bello l'avrebbero sconvolta. E adesso suo padre voleva che accogliesse un bambino a casa sua? La porta laterale si aprì e Cynthia Smith entrò con un trasportino che conteneva Gino Andreas di sei mesi, tenendo nell'altra mano una sacca e una confezione di pannolini. Il padre le strinse di nuovo la mano. «Tua madre e io abbiamo tenuto con noi Gino durante i funerali, adesso è ora che lo prenda tu.» Alzandosi, tolse il trasportino dalle mani della segretaria. «Grazie, Cynthia.» Lei annuì. «Non c'è di che, signore.» Mentre la segretaria lasciava la stanza, Gerald Ross mise il trasportino sul divano e sollevò Gino, presentandolo a sua figlia. «È tuo, cara.» Sapendo di non potersi opporre a suo padre, Whitney mise la lettera in tasca e con mani tremanti prese il bambino che si mise subito a piangere. «Non piangere, tesoro» gli sussurrò premendosi la sua testolina sulla spalla. «Va tutto bene.» La reazione che aveva avuto sentendolo piangere la sorprese, mentre non la stupì la fitta di dolore che le trapassò il petto. Sua figlia era stata bionda di capelli e aveva avuto due grandi occhi azzurri. Tranquilla di carattere, piangeva solo quando sentiva la mancanza della mamma. Le piacevano le banane e le bambole. A lei era sembrata la bambina più intelligente della terra. Gli occhi le si colmarono di lacrime e lo stomaco le si contrasse. Non poteva farlo. Forse le servivano delle altre sedute con la sua terapista. Stava per dirlo a suo padre quando la porta si aprì. Per primo entrò Cade Andreas in jeans e stivali da cowboy. Dietro di lui apparve Nick, il fratello scuro di pelle e di ca10


pelli, il più somigliante al padre. Ultimo era Darius. Alto, anche lui, scuro di occhi e di capelli, elegante in un completo costoso, aveva l'aria di essere il capo del gruppo. L'espressione dei tre fratelli era solenne e un po' arrogante. Il capofamiglia era morto e adesso la gestione della compagnia di navigazione più importante del mondo era caduta sulle loro spalle. O almeno lo credevano. Whitney abbassò lo sguardo sul bambino che teneva tra le braccia e, per la prima volta da tre anni a quella parte, avvertì quel senso di protezione che solo una madre sente. A quel punto comprese perché Missy avesse voluto che lei condividesse con Darius la custodia del suo figlioletto. Gli Andreas erano uomini forti. Forse troppo. I bambini avevano bisogno d'amore. La domanda era: lei ne aveva ancora da darne? «Sta scherzando?» Darius Andreas fissò Gerald Ross, l'avvocato di suo padre, poi spostò lo sguardo su sua figlia Whitney, una bionda alta e fredda, con immensi occhi grigi che non assomigliava per niente al padre, piccolo e rotondo. I due sedevano sul divano di pelle e i tre fratelli Andreas avevano preso posto sulle poltrone, davanti a loro. Accanto a Whitney c'era un trasportino per neonati con dentro un bambino di pochi mesi. I suoi capelli e gli occhi neri lo marchiavano come un Andreas al pari dell'affermazione di Gerald Ross. «Vi assicuro che non scherzo» affermò Gerald, appoggiandosi comodamente contro lo schienale del divano. «Quel piccino è l'ultimo figlio di vostro padre. Adesso siete quattro.» Poi prese in mano il testamento e cominciò a leggerlo: «È mio preciso volere che i due terzi delle proprietà Andreas siano divisi equamente tra i miei quattro figli: Darius, Cade, Nick e Gino». 11


Gino. Un neonato. Il suo fratellastro era un bambino di pochi mesi. Darius cercò di farsene una ragione, ma non ci riuscì. Il suo cervello era paralizzato e lui stava lottando per non perdere la calma. Nick e Cade sembravano scioccati quanto lui. Alla fine quel senso degli affari che lo aveva guidato per tutta la vita, lo soccorse. «Voglio il test del DNA» dichiarò. Gerald si protese in avanti, facendo gemere il divano. «Forse vostro padre non ha sposato Missy Harrington, ma sul certificato di nascita c'è scritto che Gino è suo figlio. Se Missy non fosse morta insieme a Stephone, dovreste dividere l'eredità anche con lei.» «Voglio ugualmente il DNA.» «Comprendo la sua sorpresa...» «Sorpresa? Meglio dire lo shock. Dapprima nostro padre ci ha telefonato dall'ospedale, dopo l'incidente, per dirci che intestava un terzo delle proprietà a una persona non bene identificata cosicché non avremmo mai goduto il pieno possesso della compagnia. Ci ha accusati di non avere il senso della famiglia e ha detto che se non ci fossimo uniti, avremmo perso tutto quello che lui aveva creato. Poi, d'improvviso è morto e adesso lei viene a dirci che abbiamo un quarto fratello?» «Signor Andreas, il fatto che ignoraste d'avere un quarto fratello, dimostra che il vostro senso della famiglia lascia molto a desiderare.» Darius per poco non si mise a imprecare. Chi era quel donnaiolo di suo padre per accusarlo di non avere il senso della famiglia? Stephone aveva abbandonato sua madre quando lui era piccolo ed era ricomparso nella sua vita solo perché aveva voluto assicurarsi che entrasse in una buona università, in modo da essere preparato a lavorare per la Compagnia Andreas. «Nostro padre ha predicato per decenni che le storie 12


della famiglia dovevano restare in famiglia.» Darius si alzò. «Ma lui ha fatto esattamente il contrario.» Parlando, si avvicinò al trasportino. Adesso che cominciava a calmarsi, capiva di non aver bisogno che il DNA gli dicesse che quello era suo fratello. Suo padre aveva convissuto con una donna di trent'anni. Non c'era da meravigliarsi che fosse rimasta incinta. Gino possedeva tutti i tratti somatici, caratteristici degli Andreas. Con il nome di suo padre sul certificato di nascita e il nome di Gino nel suo testamento, quel bambino faceva parte della famiglia. Se suo padre voleva che fosse lui a prendersene cura, l'avrebbe fatto. Diversamente dai suoi fratelli, Darius aveva sempre ubbidito a suo padre. «Prendiamo nostro fratello e andiamocene.» Whitney posò una mano sul trasportino. «Papà?» «C'è dell'altro» disse Gerald. Darius trattenne a stento la collera. «Dell'altro?» «Sì, lei ottiene la custodia di Gino ma deve condividerla con mia figlia Whitney.» Darius si voltò a guardarla. Con quei capelli biondi sarebbe stata graziosa, se non li avesse annodati in un crocchio assurdo sulla nuca. Inoltre si vestiva come una vecchia. L'abito grigio che indossava non permetteva di capire quali forme avesse il suo corpo. Tuttavia quando incrociò i suoi occhi grigi, avvertì un fremito di attrazione. La sensazione fu reciproca perché vide il lampo che le accendeva lo sguardo. «Dipenderà da voi stabilire i giorni in cui terrete Gino. Mia figlia esporrà i suoi desideri alla prossima riunione dei dirigenti della vostra compagnia.» Questa volta Darius si lasciò sfuggire un'imprecazione, ma si controllò, e quando tornò a guardare Whit13


ney il brivido di attrazione che aveva avvertito divenne una forte scossa elettrica. Se fossero stati in un luogo diverso, in circostanze diverse, l'avrebbe corteggiata. Anzi, l'avrebbe svestita, le avrebbe sciolto i capelli ed era quasi certo che avrebbe trovato il paradiso. Ma quegli occhi grigi da gatto persiano gli dicevano di dimenticarselo. Anche se erano attratti l'uno dall'altro, avevano un compito da svolgere: allevare Gino. Insieme. Whitney rimase immobile sotto lo sguardo intenso di Darius e cercò d'ignorare il senso di calore che le si stava diffondendo nelle membra. Oltre a essere molto bello, quell'uomo trasudava forza e personalità. Qualunque donna avrebbe subito il suo fascino. Dal semplice fatto che dopo le presentazioni i suoi fratelli non avessero aperto bocca, risultava evidente che il capo era lui. Un capo molto sensuale. Lo sguardo dei suoi occhi color onice la faceva fremere, ma non aveva paura di cadere vittima del suo fascino. Spesso l'attrazione portava a una relazione e la relazione rendeva le persone vulnerabili. Il dolore che aveva provato alla morte di suo marito era stato indescrivibile. Non intendeva provarlo mai più. Disgustato, lui socchiuse gli occhi. «D'accordo» disse, facendole cenno di seguirlo. «Andiamo.» «Andiamo?» «Se questo bambino fa parte della famiglia, deve guadagnarsi da vivere.» Gerald Ross scoppiò a ridere. «Molto divertente, Darius.» «Non sto ridendo. Mio padre ha lasciato la compagnia in pessimo stato. Le cose da fare sono molte e nessuno è scusato. Visto che sua figlia ha il diritto di voto, dovrà accollarsi la sua parte di responsabilità.» «Questo è ridicolo...» 14


«Papà» lo interruppe Whitney. «Va bene. Non mi sono mai sottratta alle mie responsabilità.» Squadrando le spalle, guardò Darius negli occhi, accettando la sfida. Se lui pensava d'intimidirla, si sbagliava. «Se tutti lavorano, lavorerò anch'io.» «D'accordo» convenne suo padre. «Ma prima che andiate via c'è ancora una cosa.» Gli occhi di Darius mandarono lampi. «Se qualcun altro possiede un terzo delle proprietà Andreas e quattro fratelli si dividono gli altri due terzi, nessuno di voi ha il pieno controllo della compagnia.» Gerald guardò dall'uno all'altro. «Vostro padre mi ha detto di lasciare che la proprietaria di un terzo resti anonima finché deciderà che cosa fare. Ha più di settant'anni perciò è probabile che voglia starsene seduta a godersi i profitti. Ma se decidesse di lavorare attivamente nella ditta, è bene che voi siate uniti, altrimenti potrebbe succedere che la direzione delle proprietà Andreas passi nelle mani di un estraneo.» «Abbiamo bisogno di consultarci» dichiarò Darius appena ebbe superato lo sconcerto. «Le saremmo grati se ci cedesse il suo ufficio per qualche minuto.» Gerald Ross si alzò. «Whitney e io porteremo Gino nel suo ufficio. Quando avrete finito, Cynthia ci avvertirà.» Appena padre e figlia furono usciti, Darius affrontò i fratelli. «Non è quello che ci aspettavamo dalla lettura del testamento di nostro padre» dichiarò. Nick rise a denti stretti. Cade si alzò. «Con l'eccezione di Gino, niente di quello che è successo mi ha colto di sorpresa. Tu hai ottenuto la fetta maggiore, Darius. La proprietà Montauk e la presidenza, ma il contrappeso di tutto questo è rappresentato dal bambino.» Salutò e andò alla porta. «Ti auguro buona fortuna.» Tipico di Cade, il ribelle. Darius sospirò. Avrebbe 15


dovuto prevedere che Cade non si sarebbe sognato di dargli una mano. E probabilmente nemmeno Nick. Non c'era amore, né lealtà tra i fratelli Andreas. Ciascuno di loro era andato per la sua strada, gestendo i propri fondi e facendo fortuna. E ognuno aveva la sua vita. Ma, adesso, dopo gli avvertimenti dell'avvocato Ross cominciava a capire qualcosa dei discorsi fatti da suo padre sul letto di morte. Se loro tre non fossero stati uniti e solidali nel momento in cui la misteriosa beneficiaria sarebbe saltata fuori, avrebbero potuto perdere tutto. «Andiamo. Non puoi andare via» disse, facendo cenno a Cade di tornare indietro. Ma Nick scosse la testa e si alzò. «Certo che possiamo. Sei tu il presidente e il CEO. Sei tu che stabilisci tutto. Devi aver convinto il signor Ross a remare per te, ma noi non ci caschiamo. Ci presenteremo alla riunione dei direttori per intascare la nostra parte di profitti.» «Siete decisi ad andarvene anche dopo che papà ha lasciato detto che voleva vederci uniti? Anche dopo aver saputo che c'è un'altra erede?» «Sì. Da piccolo pensavo che mio padre mi sarebbe stato vicino, ma non è successo.» Nick guardò Darius. «Tu eri il figlio d'oro. La compagnia, il bambino, i problemi sono tutti tuoi.» I due fratelli uscirono dalla stanza e Darius si lasciò cadere sul divano. Aveva sempre accusato suo padre d'aver generato tre figli diversi. Adesso erano quattro. Ora capiva che cosa avesse turbato suo padre negli ultimi dieci anni. I fratelli Andreas non erano una famiglia. Avendo tre madri diverse, provenienti da tre Paesi diversi degli Stati Uniti, potevano avere dei tratti somatici molto simili e un comune senso degli affari, ma tra loro non c'era alcun affetto. Adesso i suoi genitori erano morti. Non aveva cugini, 16


zii, o parenti. Aveva solo due fratelli adulti che non volevano avere niente a che fare con lui. Durante le festività natalizie era andato a molte feste, ma la mattina di Natale si era ritrovato da solo. I suoi passi avevano echeggiato nell'appartamento vuoto e silenzioso. Se, nel crescere Gino, non avesse fatto un lavoro migliore di quanto suo padre aveva fatto con lui, con Cade e con Nick, quel silenzio avrebbe dominato la sua vita. Benché gli riuscisse incomprensibile, era contento d'aver ottenuto la custodia di Gino anche se doveva condividerla con Whitney Ross. Ricordando il momento in cui i loro sguardi si erano incrociati, un fremito di eccitazione lo percorse dalla testa ai piedi. Oh, sì, quella donna lo tentava. Rappresentava una sfida. Era un regalo incartato che chiedeva d'essere aperto. Ma sarebbero stati solo guai. Doveva tenere presente che aveva il compito di allevare un bambino insieme a lei. Del resto, comprendeva il desiderio della signorina Harrington che Gino avesse accanto una figura materna. Era noto a tutti che i fratelli Andreas non erano degli uomini teneri, perciò Missy era stata costretta a scegliere Whitney. Ma che cosa significava condividere la custodia di un bambino? Avrebbero stabilito quando e per quanti giorni occuparsi di lui, tenendo presente il bene di Gino, o se lo sarebbero rimbalzati avanti e indietro come una pallina da tennis? Darius si passò le mani sul viso. Non aveva la più pallida idea di che cosa dovesse fare. Anzi non aveva idea di come prendersi cura di un bambino. Di come fare il padre, visto che non ne aveva mai avuto uno per prendere esempio. Whitney avrebbe avuto un secondo ruolo, forse il più importante. Avrebbe dovuto insegnargli a fare il padre.

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