SE90_INVITO ALLA TENTAZIONE

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Lori Foster - Jina Bacarr - Amanda McIntyre

Invito alla tentazione


Titoli originali delle edizioni in lingua inglese: Fantasy Spies, Lies & Naked Thighs Tortured Harlequin Temptation Spice Books Spice Books © 1998 Lori Foster © 2008 Jina Bacarr © 2009 Pamela Johnson Traduzioni di Elisabetta Frattini, Silvana Mancuso/Grandi & Associati e Alessandra De Angelis Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2007 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Temptation agosto 2007 Prima edizione Harmony Passion luglio 2008 Prima edizione Harmony Passion ottobre 2009 Questa edizione Harmony Special Edition luglio 2012 HARMONY SPECIAL EDITION ISSN 1722 - 067X Periodico bimestrale n. 90 del 21/07/2012 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi Registrazione Tribunale di Milano n. 102 del 24/02/2003 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - 20090 Segrate (MI) Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


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«E uno... e due...» Nell'aria carica di aspettativa, la voce della banditrice risuonò chiara e forte. «Aggiudicato!» Sebastian Sinclair seguì con lo sguardo l'uomo appena acquistato che veniva scortato giù dal palco, accompagnato da esclamazioni di gioia prettamente femminili. Presto sarebbe toccato a lui. Come diavolo hai fatto a lasciarti convincere a prendere parte a questa pagliacciata?, si chiese un po' seccato. Detestava indossare lo smoking, lo infastidiva vedere ingenti somme di denaro cambiare mano con tanta leggerezza e non sopportava di essere al centro dell'attenzione. Trovarsi in un contesto di quel genere gli ricordava troppo dolorosamente da dove veniva e qual era stata la sua infanzia, così diversa da quella delle persone agiate che lo circondavano. Ma più di tutto detestava l'idea di essere comperato alla stregua di un giocattolo costoso per il divertimento di qualche riccastra, nonostante si fosse prestato al gioco per una buona causa. Sebastian era l'unico uomo sul palco che non provava interesse nel mostrarsi al pubblico quasi esclusivamente femminile. Gli altri, la cui età variava dai trenta ai quarant'anni, sorridevano mettendo in mostra i muscoli, forse perché più di lui erano riusciti a entrare nello spirito della manifestazione. Ora rimaneva un solo uomo davanti a lui e, a giudicare dal fisico 7


palestrato che ostentava e dal pizzetto che piaceva tanto alle donne, non sarebbe durato a lungo. Il pubblico femminile adorava i tipi tenebrosi dall'aspetto virile che sapevano mettersi in mostra. Il che spiegava perché gli operai edili che si erano susseguiti sul palco sfoggiassero jeans attillatissimi e consunti e magliette di taglie inferiori a quelle che avrebbero dovuto indossare. Doveva trattarsi di un espediente escogitato per stuzzicare l'attenzione delle ragazze del pubblico in quanto era impossibile che un uomo potesse sentirsi comodo lavorando fasciato in magliette così aderenti. Come i muratori, i giardinieri calzavano stivaloni da lavoro e jeans sdruciti. La maggior parte si era presentata a torso nudo. Il falegname, che in quel preciso istante stava per affrontare la folla di donne impazzite, aveva una cintura porta attrezzi legata lenta in vita che gli si appoggiava sui fianchi. L'insieme era completato da un set di chiavi inglesi, un astuccio per i chiodi e il martello più grande che Sebastian avesse mai visto e che, senza ombra di dubbio, era un pietoso tentativo di alludere alla prestanza fisica di chi lo possedeva. Sebastian scosse la testa e cercò, con scarso successo, di mascherare un sorriso divertito. La presentatrice, una donna dal sorriso smagliante, condusse sulla passerella il successivo esemplare maschile, infilando un dito nel passante dei pantaloni per trascinarlo con sé. Il pubblicò rumoreggiò e si agitò ancora di più quando la signora dal sorriso a trentadue denti lo invitò a voltarsi in modo da mostrare le sue qualità migliori. Il riflettore si spostò sul suo fondoschiena e l'aria fu squarciata da urla e strilli. Sebastian si chiese se qualcuna di quelle ricche signore si rendesse conto della serietà di quell'evento di beneficenza con il quale gli organizzatori si proponevano di raccogliere fondi per assistere le donne vittime di molestie e maltrattamenti. Ne dubitava fortemente. Per loro si trattava di un gioco, non di un progetto umanitario per costruire centri assi8


stenziali presso i quali le persone in difficoltà avrebbero potuto trovare aiuto. Per Sebastian, al contrario, si trattava di una questione molto personale. Il ragazzo dai capelli castani davanti a lui si diresse verso il palco, ansioso di cimentarsi davanti alla folla di donne fameliche e bercianti e Sebastian fu lasciato solo con una hostess, in attesa che fosse il suo turno di salire alle luci della ribalta. Come previsto, il tipo con il pizzetto non rimase a lungo sul palco tra gli schiamazzi e le battute pesanti delle ragazze che aumentavano a ogni offerta. A un certo punto la hostess prese Sebastian per il braccio e lo invitò a seguirla sul palco. Un riflettore si accese su di lui non appena ebbe raggiunto il centro del palco. Sebastian rimase immobile a guardare il pubblico femminile, soddisfatto del risultato dell'asta, ma profondamente disgustato dall'atteggiamento noncurante che quelle donne sfoggiavano nei confronti del denaro. A nessuna di loro sembrava interessare dove sarebbero finiti i soldi che stavano spendendo o quanto fossero necessari per realizzare un'opera di importanza vitale. Erano tutte uguali, eleganti e appariscenti quanto frivole e vuote, decise a concentrarsi unicamente su ciò che poteva divertirle e procurare loro piacere. Sebastian le disprezzava tutte profondamente. Poi vide lei. La donna che aveva attirato la sua attenzione se ne stava da sola, in disparte. Aveva capelli scuri e grandi occhi chiari che dominavano il suo viso e che esprimevano sincera ammirazione. Non sorrise quando i loro sguardi si incontrarono. Non si produsse in grida né in suggerimenti piccanti né alzò la mano per offrire di più come stavano facendo le altre. Non rideva né si lasciava andare a commenti poco seri. Non faceva nulla, se non guardare lui. Come ipnotizzato, Sebastian escluse la voce della banditrice e non fu più consapevole del calore prodotto dalle luci dei riflettori. La noia e il disinteresse che aveva provato fino a quel momento svanirono. La ragazza se 9


ne stava con il naso all'insù e le labbra leggermente dischiuse come se fosse sorpresa. Sebastian capì che qualcosa le impediva di distogliere lo sguardo. In qualche modo, lui era riuscito a catturare la sua attenzione e a mantenerla viva. Non osando nemmeno battere le ciglia, rimase a guardare interessato l'espressione stupita e innocente della ragazza trovandola assolutamente irresistibile. Per qualche strana ragione o forse semplicemente perché nel momento in cui aveva posato gli occhi su di lei qualcosa dentro di lui si era agitato e il cuore gli si era riscaldato, non aveva nessuna intenzione di lasciarsela sfuggire. Forse Shay si sarebbe risparmiata i suoi rimproveri e magari, alla fine, si sarebbe guadagnata addirittura i suoi ringraziamenti. Brandi capì subito di desiderare quell'uomo. In piedi in una zona poco affollata sotto il palco, era rimasta a guardare tutti quelli che si erano succeduti sulla passerella, ma nessuno di loro aveva attirato in modo particolare la sua attenzione, forse perché lei non si trovava lì per aggiudicarsene uno come la maggior parte delle donne presenti. Lei aveva accettato di presenziare all'evento di beneficenza solo e unicamente per sostenere sua sorella Shay. Di solito evitava come la peste le manifestazioni di quel genere in cui il testosterone saturava l'aria tanto da renderla soffocante, in quel caso specifico poi avrebbe preferito trascorrere in modo diverso la giornata del suo compleanno. Da qualche istante, però, chissà perché, le riserve riguardo alla partecipazione all'evento benefico erano scivolate in secondo piano. L'uomo sul palco era incredibilmente bello e affascinante e dopo che i loro sguardi si erano incrociati e sostenuti, lei non aveva più potuto fare a meno di guardarlo. Provava un'attrazione irresistibile nei suoi confronti che le impediva di trovare la forza e la volontà di allontanarsi. La banditrice rise di una battuta che Brandi si era persa, poi 10


si voltò e prese l'uomo per un braccio attirandolo con decisione vicino a sé. «Siate generose con le vostre offerte, ragazze, mi raccomando!» esortò la platea in tono eccitato. Assorta nello scrutinio del soggetto che si muoveva sul palco, Brandi non aveva sentito l'esatto ammontare della prima offerta. «Bene!» esclamò la banditrice. «Vi assicuro che il nostro ospite vale ogni centesimo che siete disposte a spendere. Avanti, non siate timide. Vi trovate davanti a un esemplare unico!» La donna strinse la mano sul braccio di Sebastian testandone la muscolatura, poi, rivolgendosi al pubblico, si lasciò sfuggire un'esclamazione di aperto apprezzamento. L'uomo tuttavia non sembrava particolarmente compiaciuto dei complimenti che riceveva. Aveva un'aria leggermente seccata e di disprezzo e invece di atteggiarsi in modo da attirare ancora di più l'attenzione su di sé, come avevano fatto gli altri, si limitò a incrociare le braccia davanti al petto e a divaricare leggermente le gambe. In quella posizione apparve ancora più alto, forte e virile, nonché impenetrabile come un muro di pietra, quasi barbarico nella sua imponenza. E continuava a guardare Brandi. La banditrice si sforzò di guadagnarsi la sua collaborazione cercando di convincerlo a voltarsi per mostrarlo agli occhi della platea in visibilio, come aveva fatto con tutti gli altri. Così le offerte si sarebbero moltiplicate e la somma già astronomica che erano riusciti a ottenere avrebbe lievitato ancora di più. Lui oppose un'educata resistenza agli sforzi della presentatrice, senza per altro dimostrarsi esageratamente scostante. Per quanto ci provasse, la donna non riuscì a smuoverlo. Quell'atteggiamento recalcitrante piacque molto al pubblico femminile e le offerte si sprecarono insieme alle liti per accaparrarsi il privilegio di trascorrere del tempo con lui e a spiegazioni dettagliate di quello che lo aspettava una volta caduto tra le grinfie della vincitrice. Brandi era sempre più affascinata. Non si era mai sentita così attratta da un uomo o almeno erano otto anni che non 11


provava sensazioni così forti e prima di allora la sua giovane età non le aveva permesso di provare qualcosa del genere. Per quanto impossibile le sembrasse, il desiderio si stava facendo strada in lei. Prima di partire da casa aveva preso una decisione che le avrebbe cambiato la vita, possibilmente in meglio, ma mai e poi mai si sarebbe aspettata di sentirsi tentata di offrire una somma di denaro per trascorrere del tempo con un uomo. Avrebbe avuto il coraggio di farlo per lui? Brandi scosse la testa con decisione come a rispondere alla sua stessa domanda. L'uomo atteggiò le labbra a un sorriso appena accennato che ebbe su di lei un effetto devastante, poi annuì leggermente con un cenno del capo come per incoraggiarla. No!, pensò Brandi. Non poteva averle letto nel pensiero. Imbarazzata, arrossì, poi scosse la testa di nuovo, questa volta con più enfasi, strappando all'oggetto della sua attenzione un sorriso ancora più aperto e sornione. Era l'uomo più bello che Brandi avesse mai visto. Aveva un fisico possente, troppo massiccio per i suoi gusti. Possente, imponente e... Brandi sentì il cuore balzarle in gola e fu travolta da un'ondata di calore come se qualcuno avesse aperto un forno davanti a lei. Istintivamente indietreggiò di qualche passo come a rompere il legame invisibile tra loro, senza peraltro riuscirci. Mai in vita sua era stata oggetto di un'attenzione così intensa da parte di un uomo. Sua sorella Shay era decisamente più bella e più appariscente di lei; alta e dalla carnagione chiara, risultava a dir poco irresistibile. Accanto a lei Brandi scompariva, diventando una semplice ombra, oscurata dall'altezza di Shay e dalla sua inesauribile energia. Ora però, un uomo, anzi una montagna di muscoli a forma di uomo, aveva incrociato il suo sguardo e lo aveva sostenuto, continuando a guardarla con aperto interesse, facendola sentire piacevolmente agitata e allo stesso tempo allarmata. 12


Shay riapparve improvvisamente al suo fianco. Le sue sopracciglia sottili si inarcarono con fare interrogativo. Lo sguardo dell'uomo si spostò automaticamente su Shay che con la sua altezza sovrastava nettamente Brandi. Il sentimento che aleggiava nel cuore di Brandi non era gelosia. Lei e Shay si volevano molto bene. Si trattava piuttosto di rassegnazione. E poi lei non aveva nessun diritto di guardare con tanta intensità quell'uomo, suscitando il suo interesse quando non aveva alcuna intenzione di ricambiarlo. Non poteva sentirsi attratta da lui, né da qualsiasi altro uomo, non ne era ancora in grado, soprattutto non con un soggetto come lui. La risoluzione di trascorrere la giornata del suo compleanno in modo diverso dal solito non era ancora stata messa in atto e non sarebbe mai decollata con un soggetto come lui. Nel momento in cui lui si voltò appena verso la banditrice, Brandi riuscì a distogliere lo sguardo, non senza lasciarsi sfuggire un lungo sospiro di rimpianto. Shay la sentì sospirare e sorrise. «È proprio bello, non credi?» Distratta dai suoi pensieri, Brandi si voltò a guardare la sorella e le rivolse la domanda più stupida che potesse venirle in mente: «Chi?». «L'uomo che ti stai mangiando con gli occhi.» Senza tante cerimonie, Shay la prese per un braccio e la portò via dalla postazione defilata in cui si trovava. «Non c'è donna in questa sala che non se lo vorrebbe accaparrare, del resto lui non è esattamente il tipo che passa inosservato, in particolare agli occhi di una donna con sani appetiti.» «Non credo che gli piaccia stare sul palco.» Shay rise. «No, non gli piace affatto, ma hai visto come stanno reagendo le donne davanti al suo completo disinteresse? Impazziscono per lui.» Affannata, Brandi si sforzò di tenere sotto controllo la sensazione di soffocamento che la disturbava. «Bene, così farà ottenere alla causa un sacco di soldi.» 13


«Ci contiamo» confermò Shay lanciando un'occhiata maliziosa alla sorella. «Se vuoi lanciarti in un'offerta, posso farti un prestito.» Brandi per poco non inciampò e solo grazie a uno sforzo di concentrazione riuscì a mantenere l'equilibrio. «Santo cielo, Shay! Ma che cosa ti viene in mente? Non starai per caso suggerendomi di...» «Perché no?» Una domanda così stupida non meritava nemmeno una risposta, ma, seccata com'era, Brandi non riuscì a prendere il suggerimento della sorella con il senso dell'umorismo che di solito la contraddistingueva e in tono asciutto le rispose: «Sai benissimo perché. Ma lo hai guardato bene? È grande come un armadio e tenebroso come Satana. Nonostante l'abito formale, sembra un selvaggio indomito e anche un po' scocciato. Da quando è salito sul palco, l'ho visto sorridere una sola volta». «Sì, ma quell'unico sorriso ti ha conquistata. Scommetto che ti tremano le ginocchia. Avanti, Brandi, confessalo. Ti ho osservata per tutto il tempo e so che quello che stai guardando ti piace.» Cercando di dimostrarsi ragionevole, Brandi argomentò: «Ammetto che è un tipo eccitante e che ha avuto un certo effetto su di me, ma si tratta comunque di un brutto segno». Il viso di Shay si illuminò. «Stai scherzando? È un segno fantastico!» «No.» «Ma...» «Niente ma» sentenziò Brandi, poi si impose di usare un tono più pacato. Sapeva che Shay aveva a cuore il suo benessere e non voleva arrabbiarsi con lei. «Questa mattina ho preso una decisione: voglio riordinare la mia vita e ricominciare a guardarmi intorno, a muovermi...» «Con questo, sorellina, intendi dire che ti senti pronta a uscire con qualcuno?» Il tono cauto di Shay conteneva una nota di speranza. 14


Brandi sorrise. «Sì. Con ogni probabilità mi renderò ridicola e dovrò incominciare a frequentare una persona comprensiva e sicura, qualcuno che conosco bene e che so che non si dimostrerà troppo esigente o prepotente. Ho capito che è arrivato il momento di ricominciare a vivere. Voglio tornare a comportarmi come una donna normale anche a costo di stare male e di sentirmi morire.» Shay sorrise. «Be', non credo proprio che morirai per questo e sono davvero felice che tu abbia finalmente preso questa decisione. Se devo essere sincera, l'aspettavo da tempo e sono d'accordo su quasi tutti i punti che hai elencato. Credo, però, che sia un vero spreco non approfittare dell'uomo sul palco che...» Entrambe si voltarono mentre con voce squillante la banditrice accettava le offerte che piovevano a raffica, sempre più alte. Il bel tenebroso stava per essere assegnato alla più fortunata. Brandi scosse la testa con fare triste. Shay non capiva. Non poteva capire. Nessun componente della sua famiglia era in grado di capire. Lei aveva sempre fatto del suo meglio per non opprimerli con la sua sofferenza e tenendo per sé le difficoltà che l'angustiavano si limitò a replicare: «Io non comprerei mai un uomo, Shay. Non potrei farlo e tu lo sai benissimo». Shay abbassò lo sguardo su di lei, poi raddrizzando le spalle dichiarò: «Be', io invece non ho nessun problema a farlo». Prima che Brandi potesse fermarla, prima che riuscisse a far uscire un no dalla bocca improvvisamente asciutta, Shay aveva alzato la mano e con voce stentorea aveva offerto la somma più alta che si fosse sentita quella sera. Nella sala scese un silenzio allibito per quell'offerta astronomica, rotto quasi subito da lamentele e proteste. In ogni caso nessuno se la sentì di offrire di più e l'attimo successivo la banditrice annunciò in tono soddisfatto: «Aggiudicato a Shay Sommers e, se volete sapere come la penso, vi dirò che ha fatto proprio un affare!». 15


I capricci del destino, per chi li subiva, spesso e volentieri si rivelavano crudeli e spietati. Brandi chiuse gli occhi per un istante in modo da non rivelare al mondo la disperazione che l'affliggeva. «Bene» commentò Shay in tono incredibilmente asciutto. «Questa è fatta e non c'è poi voluto tanto, non credi? Nessuno ha osato offrire di più.» Brandi aprì gli occhi. A Shay doveva proprio mancare una rotella. «Sei impazzita? Ti sei bevuta il cervello? Tu puoi avere qualsiasi uomo desideri, qualsiasi! Non hai bisogno di pagare per avere l'attenzione di qualcuno.» «Ma io volevo quell'uomo.» Shay congedò le proteste di Brandi con un gesto vago della mano elegante, evitando accuratamente di incrociare il suo sguardo. «Ho organizzato io questa manifestazione. È un progetto mio e tutti si aspettavano che facessi un'offerta.» Brandi sgranò gli occhi scuotendo la testa. «Avanti, sorellina! È come aver donato direttamente i soldi all'associazione benefica. Solo che in questo modo gli uomini che si sono prestati a diventare oggetto d'asta hanno fatto pubblicità alle loro ditte davanti a tutta la stampa presente. Si sono messi in mostra come competenti uomini d'affari e, grazie a loro, il progetto di costruzione del centro di assistenza otterrà ulteriori benefici, dal momento che ogni azienda rappresentata ha promesso di donare sotto forma di lavoro gratuito. Gli operai si occuperanno di dipingere le pareti, di posare i pavimenti... insomma di aiutarci a costruire il nuovo centro e a renderlo operativo. Loro si fanno pubblicità e noi otteniamo mano d'opera gratis. Come vedi, siamo tutti felici.» Tutti eccetto me, pensò Brandi che si sentiva assolutamente infelice. Si chiese in che modo l'uomo scelto da Shay avrebbe contribuito all'avviamento del centro assistenziale, poi decise che preferiva non saperlo. Non era difficile indovinare che cosa facesse per vivere un barbaro muscoloso e imbronciato come lui. 16


«Si tratta di un progetto vantaggioso per tutti» continuò Shay. «Ognuno avrà il suo tornaconto, persino l'agenzia di viaggi che offre il pacchetto soggiorno alle coppie che si sono formate questa sera. Contano sul fatto che chi usufruirà dei pacchetti tornerà a servirsi dell'agenzia. La cosa che mi preme di più, però, è che le donne molestate bisognose d'aiuto avranno finalmente un posto dove stare. Ti rendi conto di quanti soldi abbiamo raccolto?» Brandi riusciva a comprendere l'entusiasmo che animava sua sorella. Dopo essere rimasta vedova, Shay aveva fatto del suo meglio per continuare a far parte della comunità elitaria di Jackson, nel Tennessee, prodigandosi per convincere i più fortunati a donare risorse a coloro che avevano bisogno di essere aiutati. Aveva ereditato una fortuna dal marito e possedeva l'energia e l'intelligenza necessarie per utilizzare quei soldi nel modo giusto. Sfortunatamente Shay non aveva quello che si chiamava le physique du rôle. Non assomigliava nemmeno lontanamente alle matrone che di solito si occupano di beneficenza, non con il suo fisico da modella, il suo fascino e la personalità prorompente. In molti si rifiutavano di prendere sul serio i suoi sforzi, in special modo gli uomini, mentre le donne la vedevano come una minaccia. Brandi sapeva che sua sorella voleva disperatamente dare un senso alla sua vita, trovando il modo di mettere a frutto i soldi che suo marito le aveva lasciato in eredità e lei era pronta a sostenerla come poteva. «Shay» mormorò Brandi facendo di tutto per non soffocare l'esuberanza travolgente di sua sorella. «Non mi devi nessuna spiegazione. Se vuoi comperare un uomo... be', sei libera di farlo e soprattutto te lo puoi permettere, quindi io non ho motivo di intromettermi. Ti chiedo scusa.» Brandi era davvero dispiaciuta, soprattutto di essersi lasciata convincere a partecipare a quella serata. Adesso desiderava solo tornare a casa, gustarsi la torta di compleanno in privato e dimenticare di aver mai visto l'uomo che sua sorella aveva comperato. 17


Shay sorrise. «Volevo solo assicurarmi che capissi quali sono le mie motivazioni.» Brandi annuì. Capiva. Quella sera l'organizzazione aveva raccolto una somma stratosferica, cosa di cui lei del resto non aveva mai dubitato. Quando sua sorella si metteva in mente di raggiungere un obiettivo, otteneva grandi successi e i suoi progetti erano sempre grandiosi. Quando faceva una cosa, la faceva alla grande. E questa volta Shay si era comperata un uomo molto costoso. Senza riflettere, Brandi le chiese: «Perché proprio lui?». Sul palco erano saliti diversi uomini che Shay avrebbe potuto scegliere e tutti sarebbero stati più che felici di venire acquistati da lei. E allora perché aveva scelto quell'uomo in particolare? Quello che aveva attirato la sua attenzione, ma che lei non avrebbe mai avuto il coraggio di comperare per sé. Non che fosse poi così importante conoscere le motivazioni di sua sorella. Istintivamente Brandi evitava la frequentazione di uomini come lui. Era troppo imponente e troppo tenebroso per i suoi gusti. Anche sotto l'abito formale era riuscita a distinguere la muscolatura possente. Quell'uomo era un guerriero pronto a lanciarsi in battaglia. Brandi non avrebbe saputo cosa farsene di un soggetto simile nel caso in cui fosse stata lei a vincere l'asta. O forse, pensandoci bene, qualche vaga idea avrebbe anche potuto farsela venire. Shay si limitò a sorridere. «Hai notato anche tu che è un uomo tremendamente sexy.» Sexy non era un aggettivo sufficientemente espressivo per descriverlo. Era bastato un suo sguardo a scatenare in lei ondate di calore e un'agitazione che aveva minacciato di soffocarla. Non aveva mosso un muscolo, né ammiccato o fatto niente di simile a quello in cui si erano prodotti gli altri partecipanti. Si era limitato a stare in piedi sul palco e a mostrarsi magnifico. E Shay lo aveva comperato. 18


Prendendo la mano di Brandi e trascinandola via con sé, Shay la condusse nell'angolo dove gli uomini venivano presentati alle donne che avevano vinto l'asta e che se li erano aggiudicati. Brandi cercò di impuntarsi per restare dov'era, ma Shay non volle sentire ragione. «E dai, Brandi, vieni! Il nostro ragazzo deve essere da qualche parte in fondo alla fila. È stato l'ultimo a essere venduto.» Il nostro ragazzo? I tacchi delle sue scarpe nere lasciarono i segni sul pavimento tanto Brandi cercò di impuntarsi per non seguire la sorella. «Aspetta un attimo, Shay! Non so che cosa tu abbia in mente, ma lui non è il nostro ragazzo.» Con uno strattone, Shay la obbligò a muoversi. «Hai ragione, non è nostro. È tuo.»

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