Sedotta dal chirurgo

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Un nuovo appuntamento con la serie C’è un angolo di Toscana baciato dal sole dove è facile innamorarsi e dire: “Lo voglio!”

Perché tutti hanno questa smania di sposarsi? Il milionario Zach Sullivan non riesce proprio a spiegarselo. Per lui il matrimonio è davvero la tomba dell’amore… chissà se Lindsay Reeves, wedding planner sarà in grado di fargli cambiare idea.

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Christian Ravelli non smette di maledire il giorno in cui ha sentito per la prima volta il nome di Belle Brophy. Ma l’unica soluzione sembra essere un matrimonio… lei, così bella e determinata, sarà disposta ad accettare?

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CAROL MARINELLI

Sedotta dal chirurgo


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Seduced by the Heart Surgeon Harlequin Mills & Boon Medical Romance © 2016 Harlequin Books S.A. Special thanks and acknowledgement are given to Carol Marinelli for her contribution to The Hollywood Hills Clinic series Traduzione di Rita Orrico Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2017 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Serie Bianca gennaio 2017 Questo volume è stato stampato nel dicembre 2016 da CPI, Barcelona HARMONY SERIE BIANCA ISSN 1122 - 5420 Periodico settimanale n. 1723 dello 03/01/2017 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 377 dello 09/02/1982 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano


1 «Lo sai già, vero, Freya?» «Che cosa?» Freya corrugò la fronte mentre cercava di sollevare la zip dell'abito da sposa di Beth. Ci era riuscita senza problemi durante la prova vestito di una settimana prima, perciò fece un altro tentativo, ma la cerniera non ne voleva sapere di muoversi. «Hai per caso...?» S'interruppe appena in tempo, ben sapendo che un commento sul peso era un tabù per una donna, soprattutto nel giorno del suo matrimonio. Poi, la verità la colpì come un fulmine. C'era una ragione per cui l'abito della sua amica era così stretto e perché Beth aveva rifiutato lo champagne alla sua festa di addio al nubilato. «Sono incinta!» esclamò la sposa, confermando i suoi sospetti. Per fortuna non si accorse che per una frazione di secondo Freya aveva chiuso gli occhi nell'apprendere che un'altra amica era in dolce attesa e quando Beth si voltò era riuscita a ricomporsi e a stamparsi in volto un sorriso. «È una notizia fantastica, Beth.» «Non fingere che non lo sapevi.» «Davvero, non ne avevo idea» ammise Freya. 5


«Non ho bevuto nemmeno uno dei cocktail che hai preparato per la mia festa.» «In effetti mi era sembrato un po' strano, ma ho pensato che volessi tenerti leggera prima delle nozze.» Era stata una serata molto tranquilla. Due delle invitate erano incinte, una stava allattando e Beth aveva appena sganciato la sua bomba. Per tutta la sera Freya si era sentita dire: Presto sarà il tuo turno, e domandare se non si vedeva con nessuno. Le sue amiche non sapevano del suo problema di fertilità, perciò non erano state deliberatamente insensibili. Avrebbe potuto dire loro che stava facendo dei test per verificare la possibilità di sottoporsi alla FIVET, ma non era il tipo di persona che amava parlare di sé. «Quando l'hai scoperto?» domandò all'amica. «Due settimane fa. All'inizio ero sconvolta, a essere sincera.» «Sconvolta?» «Be', Neil e io risparmiamo da un secolo per la luna di miele e abbiamo già pagato tutti gli alcolici che verranno serviti alla cerimonia» chiarì Beth. «Ma adesso sto bene.» Freya si sforzò di non lasciar trapelare quanto quel discorso la ferisse e finalmente riuscì a chiudere la zip. Le sembrava impossibile che la sua amica Beth si preoccupasse delle bevande alcoliche quando aveva appena scoperto di essere incinta. «L'hai già detto ai tuoi genitori?» «Non ancora. Neil darà l'annuncio durante il suo discorso, così potremo goderci l'espressione sorpresa di tutti. Potresti avvertire il fotografo?» «Ma certo.» «Non lo dimenticherai, vero?» «Non dimentico mai nulla» le ricordò Freya. «È per questo che mi hai chiesto di organizzare le tue nozze, 6


ricordi?» Finì di sistemare il grande fiocco sul retro dell'abito da sposa poi fece un passo indietro per contemplare il quadro completo. «Wow, sei bellissima!» esclamò. «Un vero schianto.» Nessuno riusciva a capire quando Freya stava mentendo. Per questo aveva successo nelle pubbliche relazioni. L'abito scelto da Beth era una creazione in tulle color avorio, stretto in vita con un enorme fiocco di raso. Sembrava un pacco incartato male, pensò Freya. Peggio ancora, Beth ne aveva scelto uno simile anche per lei. La sua gonna però arrivava al ginocchio ed era beige; le sembrava di indossare una vecchia bustina da tè. I suoi capelli castani erano arricciati e Beth aveva insistito per un rossetto rosso acceso per entrambe. L'unica nota positiva era che il fiocco di Freya era più piccolo. «Indossi il reggiseno?» volle sapere Beth. «Non si adattava al vestito.» «Allora mettici sopra due cerotti» la istruì la sua amica. «Non voglio i tuoi capezzoli nelle mie foto.» Freya fu ben felice di veder arrivare il padre della sposa. «Io scendo da basso per sincerarmi che sia tutto a posto» annunciò. «È tutto pronto per la mezzanotte?» «Sì.» «Voglio che tutti ci vedano baciarci mentre comincia l'anno nuovo.» «Sarà così, te l'assicuro.» «Grazie per aver organizzato tutto.» «È stato molto più divertente che approntare la nuova brochure per The Hills.» Freya sorrise, raccolse il suo mazzolino di fiori dello stesso rosso delle labbra e uscì dalla stanza. Solo quando la porta si richiuse alle sue spalle, si concesse un profondo sospiro di sollievo. Aveva mentito di nuovo. Organizzare il matrimonio 7


di Beth era stato un vero inferno, soprattutto perché aveva luogo a San Silvestro, quando la maggior parte degli alberghi e dei ristoranti era già prenotata per le celebrazioni dell'ultimo dell'anno. Era stato faticoso, ma alla fine Freya aveva trovato il luogo adatto. Il matrimonio si sarebbe celebrato alle cinque, seguito dalla cena e dai discorsi, ma lei non si sarebbe potuta riposare perché doveva accertarsi che fotografo e cameraman restassero sobri e che i duecento invitati si riunissero intorno allo scalone per assistere al bacio di mezzanotte. Come se non bastasse, ci sarebbe stato anche Edward, il suo ex. In realtà, lui era stato presente a tutti e tre i matrimoni che Freya aveva organizzato quell'anno e non ne poteva proprio più. Sapeva bene che Beth l'aveva scelta come damigella per via della sua abilità come PR e la cosa non la turbava. Per eccellere in quel campo professionale a Los Angeles era necessario coltivare al meglio i contatti; Beth era una giornalista e l'impegno profuso da Freya per organizzare quel matrimonio avrebbe dato i suoi frutti. Di ritorno nella sua stanza d'albergo, diede un'occhiata al trucco e si pentì di averlo fatto. Era eccessivo, così come il vestito, che rivelava una porzione troppo ampia di spalle. Anche la schiena era nuda e lei si sentiva esposta. Ricordò a se stessa che tutti avrebbero guardato la schiena della sposa e non quella delle damigelle. Come faceva sempre, controllò il cellulare e vide che c'erano diversi messaggi e una chiamata persa di suo fratello James. Si trattava di lavoro, non c'era alcun dubbio. James Rothsberg era di certo il chirurgo plastico più noto di Los Angeles. Negli ultimi sei anni lui aveva investito anima e corpo nella clinica di Hollywood Hills, un 8


centro medico all'avanguardia, frequentato da gente famosa. Chiamata affettuosamente The Hills, la clinica disponeva di tutti i reparti, dall'ostetricia alla terapia intensiva ed era nota per offrire le migliori cure mediche in circolazione. Due anni prima, aveva chiesto a Freya di far parte dell'organico e lei aveva messo la propria abilità di PR al servizio dell'ospedale. Ecco perché richiamò subito suo fratello, sebbene fosse il tardo pomeriggio di un giorno prefestivo. «Ciao, James, mi hai chiamata?» «Ciao, Freya. Sì, ho bisogno di te alla clinica domattina alle nove.» «Il primo dell'anno?» «Ho appena ricevuto una telefonata da Geoff e le condizioni di Paulo sono peggiorate. Zackary ha accettato di incontrarci domani anziché lunedì.» Freya chiuse gli occhi mentre James continuava a parlare. «Ho bisogno di te per il colloquio.» «Da quando in qua devo essere presente mentre assumi il personale?» «Da quando mi hai convinto ad accettare pazienti pro bono» replicò lui prontamente. «Visto che stiamo per dirgli che lavorerà gratis...» «Lui sa già che si tratta di lavoro pro bono.» «Freya?» Era chiaro che James si era accorto della sua riluttanza e se ne chiedeva il motivo. In fondo, era stata proprio lei a insistere perché la clinica lavorasse in sinergia con una fondazione no profit. Quello che James non sapeva, era che la sua solitamente controllatissima sorella si era lasciata andare a una piccola follia. Lui non era nemmeno al corrente del fatto che la fondazione fosse diretta dalla sua ex, Mila Brightman, ma quello era un problema che a9


vrebbe affrontato in seguito. Per ora, a preoccuparla era l'idea d'incontrare l'affascinante cardiochirurgo Zackary Carlton. O Zack, come preferiva essere chiamato. Lui e Freya avevano flirtato via mail. Non molto, ma per una persona come lei era un'enormità. «Sono certo che avrà delle domande da fare» riprese James. «Vorrei che la stampa fosse informata del fatto che Zackary Carlton sarà dei nostri.» «Zack» lo corresse lei. «Preferisce che lo si chiami Zack.» «Ne prendo nota. Ci vediamo domattina alle nove. Stasera ti mando i dettagli via mail.» «Grazie.» Dannazione. Dopo l'addio al nubilato fin troppo tranquillo con le amiche, Freya aveva bevuto un altro cocktail e aperto la posta elettronica per rileggere alcune mail. Non si lasciava mai coinvolgere dalle persone con cui lavorava, ma quel piccolo flirt era stato divertente e Zack le aveva chiesto senza mezzi termini se era single. Diversi daiquiri più tardi e dopo aver deciso che il non essere sposata aveva i suoi vantaggi, aveva digitato la sua risposta. Molto single. (Non dirlo a James). La replica di lui l'aveva fatta arrossire. Non sono il genere di uomo che bacia una donna e lo racconta in giro. Adesso Freya si ritrovò ad arrossire di nuovo al ricordo. Il giorno dopo le sarebbe toccato incontrarlo! La speranza che lui rifiutasse il posto era vana, perché 10


James aveva mosso mari e monti per averlo e al momento l'aveva alloggiato in un lussuoso appartamento di proprietà della clinica. Flirtare non era da lei. Per nulla. Con tutta probabilità, Zack era un cinquantenne sposato e con una nidiata di figli, si disse. Tanto valeva lasciare l'imbarazzo alla mattina dopo e concentrarsi sulle nozze di Beth. Prima di uscire, mandò un messaggio al suo vicino di casa per pregarlo di dare da mangiare alla sua cagnolina Cleo e farla uscire la mattina seguente. Mentre riponeva il cellulare, lo specchio le rimandò di nuovo l'immagine della sua schiena nuda. Era stata quella vista a spaventare il suo ex, Edward. Freya ricordò la sua reazione scioccata quando l'aveva vista la prima volta. Aveva sempre coperto quella parte del corpo e mantenuto il segreto come se così facendo potesse negare l'esistenza del problema. Aveva fatto lo stesso con il terribile divorzio dei suoi, fingendo che non le importasse. I Rothsberg erano due attori molto famosi ed era sempre stato difficile vivere all'ombra di quel nome, ma quando il loro matrimonio era finito, l'attenzione morbosa dei media era stata una vera tortura. Quando poi un giornalista aveva fatto notare che Freya era di poco più giovane dell'ultima fiamma di suo padre, altri avevano rincarato la dose sottolineando il fatto che era anche molto più in carne. Durante quel periodo travagliato Freya aveva trovato conforto nel cibo e il chiacchierato divorzio dei genitori aveva finito per spingere sotto i riflettori anche lei e James. Così aveva smesso di mangiare e cominciato a frequentare feste a base di alcolici e droghe, finché una sera James l'aveva trascinata fuori dall'ennesimo locale notturno per portarla in ospedale. In quell'occasione 11


Edward aveva visto la sua schiena e la vera entità del suo problema era venuta a galla. Ora che era passato qualche anno le toccava stare in piedi davanti a duecento persone con la schiena nuda. Per fortuna, adesso lei stava molto meglio, ma c'erano ancora delle ripercussioni legate al periodo peggiore della sua vita, una delle quali era che aveva di rado il ciclo mestruale. Una o due volte all'anno al massimo. «È colpa tua» accusò la propria immagine, prima di uscire e dirigersi agli ascensori. Una volta dentro, si appoggiò alla parete e chiuse gli occhi. Quando li riaprì, si accorse di aver sbagliato a premere il pulsante. L'ascensore era arrivato non al mezzanino bensì al pianterreno e al di là delle porte aperte, Freya incontrò il suo sguardo. Era proprio lui, l'uomo che aveva visto qualche giorno prima. Freya stava discutendo alcuni dettagli del matrimonio con la coordinatrice degli eventi dell'hotel quando all'improvviso entrambe avevano smesso di parlare, distratte dalla vista di un uomo. E che vista! Alto, abbronzato e con una massa di riccioli scuri, l'uomo le aveva superate con passo sicuro nei suoi jeans neri e maglietta aderente. Le due donne l'avevano trovato così sexy da interrompere la loro conversazione per osservarlo mentre si dirigeva alla reception, per poi scambiarsi un sorriso d'intesa al termine del piacevole scrutinio. E ora Freya si trovava in ascensore proprio con lui. «Lei conferma la mia teoria» esordì l'uomo. «E quale sarebbe?» «Che tutte le brave ragazze sono già impegnate» replicò lui, prima di chiederle a quale piano fosse diretta. «Al piano ammezzato» rispose lei, pentendosi di 12


non aver detto il trentesimo quando lo vide selezionare prima il mezzanino poi il ventottesimo. Non le sarebbe affatto dispiaciuto trascorrere qualche minuto in più in sua compagnia. «Le spose non dovrebbero forse sorridere nel giorno del matrimonio?» domandò lui e Freya tentò d'identificare il suo accento. «Mi creda, la sposa sorride. Io sono solo la damigella» precisò lei. A quell'annuncio lui sorrise e lei sentì lo stomaco stringersi. Un paio di sensuali occhi verdi era fisso nei suoi e per la prima volta quel giorno lei non si sentì affatto scialba e poco affascinante. Rammentò che la coordinatrice di eventi dell'hotel aveva sospirato, affermando che con ogni probabilità quell'uomo era gay e Freya aveva risposto che in quel caso sarebbe stato meglio andarsene da Los Angeles. Ma lui non era affatto gay. I suoi occhi erano così ardenti che le sembrò di andare in fiamme. Purtroppo, le porte dell'ascensore scelsero quel momento per aprirsi. «Si goda il matrimonio» le augurò lui. «Oh, ne dubito. Sarà una serata molto lunga» ribatté lei, riluttante a uscire. «Capisco. Io faccio del mio meglio per evitare le nozze.» Poi la guardò di nuovo. «Soprattutto le mie.» La stava informando di essere single? Freya ripensò alle mail di cui si sarebbe pentita il giorno seguente, ma flirtare era piuttosto divertente e in fondo lei non era impegnata con nessuno. «Condivido.» Per impedire alle porte dell'ascensore di richiudersi, lui mise avanti un piede. «Perché hanno scelto di sposarsi di martedì?» «Perché è l'ultimo dell'anno.» 13


«È vero! Grazie per avermelo ricordato, mi caccerei nei guai se non chiamassi casa mia.» «È australiano?» domandò Freya, certa di aver riconosciuto il suo accento. Lui annuì. «È piuttosto lontano da casa.» «Vero. E all'improvviso mi sento solo.» Non sembrava affatto solo, non con quel sorriso. «Mi spiace per lei» replicò Freya, incontrando lo sguardo insistente di quegli occhi verdi, incorniciati da ciglia folte. Quell'uomo era così sexy che lei non escluse la possibilità di premere la chiusura delle porte e saltargli addosso. «Sarà meglio che vada» annunciò invece. «È stato un piacere conoscerla...» Non concluse la frase, sperando che lui le dicesse il suo nome. «Non abbiamo bisogno di nomi, vero?» Forse Freya si sarebbe dovuta offendere, ma non fu affatto così. «Si diverta al matrimonio» ribadì lui. «E grazie per aver smentito la mia teoria.» «Ma non l'ho fatto» obiettò lei, incapace di mettere fine a quel flirt così raro ed eccitante. «Non sono una brava ragazza.» «A me sembra di sì, visto che sta per uscire dall'ascensore.» Il fiocco intorno alla vita la stava uccidendo. Le sarebbe piaciuto strapparsi di dosso quel vestito e calpestarlo. Invece, restò immobile mentre lui faceva scorrere lo sguardo sul suo corpo eccitato. Beth sarebbe stata furiosa, perché i suoi capezzoli si erano inturgiditi. Chiedevano l'attenzione della bocca di quell'uomo. Non era nemmeno nella posizione di indignarsi se lo sguardo di lui si attardava sul suo corpo, perché lei stava facendo esattamente la stessa cosa. Petto ampio, 14


coperto da una maglietta leggera che lasciava intravedere i muscoli, stomaco piatto e una grande cintura di cuoio a frapporsi tra lei e il rigonfiamento di sotto. Che cosa le stava succedendo?, si domandò Freya. Non era una persona disinibita a letto, né un'amante molto generosa. Per lei il sesso era solo un modo per soddisfare un bisogno, che però il più delle volte restava inappagato. In quel momento, invece, sembrava incapace di porre un freno alle sue fantasie più spinte. Inconsciamente si umettò le labbra con la lingua e quel gesto ebbe un immediato ed evidente effetto su di lui. Quando staccò infine lo sguardo dalla sua cintola e incontrò i suoi occhi, ricevette in dono un sorriso di apprezzamento. «Complimenti» mormorò lui. «Per cosa?» «Ci vuole molta abilità per essere eccitante con un abito del genere.» E lei aveva notato quanto lui fosse eccitato. «Devo andare.» «Allora vai» suggerì lui, passando al tu in modo del tutto naturale. Non levò il piede dalla porta e a Freya restò la scelta di scavalcare la sua gamba o girargli intorno per uscire. Il profumo di lui aumentò l'eccitazione e per un momento quasi terrificante Freya si convinse che non sarebbe arrivata in chiesa in tempo. Quell'uomo era un concentrato di sesso e per la prima volta in vita sua lei seppe di esserlo a sua volta. Anziché girargli intorno, posò il sandalo dal tacco alto al di là della soglia, per scavalcare la gamba di lui. Non era mai stata molto abile con i tacchi e lui se ne accorse perché, da perfetto gentiluomo, la sorresse per un braccio. Il calore di quel contatto però fece tutto tranne che restituirle l'equilibrio. 15


Al contrario, scatenò in lei una seconda serie di fantasie innominabili. «Vuoi salire per un drink?» domandò lui con voce profonda e in tono fin troppo cortese, quando entrambi sapevano che bere era l'ultima delle loro intenzioni. «Ho una cerimonia a cui partecipare» gli ricordò lei con voce malferma. «Davvero.» «Allora è meglio che tu vada o sarai del tutto impresentabile tra non molto.» Oh, quegli occhi! Riluttante a staccare lo sguardo da lui, lei abbassò i propri sulla bocca e quello fu un errore ancora più grande. «Ti voglio scompigliare» mormorò lui lentamente. Lei sentì di meritare una medaglia per essere riuscita a oltrepassare la sua gamba e a voltargli le spalle malgrado le veementi proteste dei suoi muscoli. «Ehi» la richiamò lui. Freya percepì il suo sguardo sulla schiena, ma stranamente quel fatto non la fece stare male. Anzi, la indusse a voltarsi di nuovo. «Se il matrimonio dovesse rivelarsi un po'...» Non finì la frase, ma si strinse nelle spalle. «Stanza due otto uno due» annunciò alla fine con semplicità.

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1723 - Sedotta dal chirurgo di C. Marinelli Hollywood Hills Clinic. Benvenuti nella clinica delle star dove giovani a talentuosi dottori devono dimostrare ogni giorno il loro talento... La dottoressa Rothsberg dirige con successo le pubbliche relazioni della clinica Hollywood Hills ma sta per essere messa a dura prova dall'incontro con Zack. 1724 - Innocenti equivoci di K. Hardy L'infermiera Isla sa benissimo che dovrebbe stare alla larga da un tipo come il dottor Gardiner. La sua fama di playboy l'ha preceduto, ma c'è qualcosa nei suoi occhi che la convince a fidarsi di lui. Per questo, quando le chiede di fingere di essere la sua fidanzata, lei non se lo fa ripetere due volte. 1725 - Dottori in diretta di K. Baine Jessica è la produttrice di un documentario il cui ricavato andrà a supportare le attività del Children's Hospital di Belfast e ha disperatamente bisogno che il dottor Campbell entri a far parte del progetto. Convincerlo non sarà un'impresa facile, ma Jessica ha ancora una carta da giocare. 1726 - Il mio principe sei tu di F. Lowe Meredith: Avere come vicino di casa un milionario che si prende cura di te e della tua bambina è il sogno di qualsiasi donna. Raf: Quando Meredith si è trasferita a vivere qui, ho capito subito di essere perduto. Riuscirò a farmi accettare dalla sua piccola, splendida famiglia?


Dal 21 febbraio

1727 - Un papà in camice bianco di E. Forbes Hollywood Hills Clinic. Benvenuti nella clinica delle star dove giovani a talentuosi dottori devono dimostrare ogni giorno il loro talento. Tornata da una missione in Afghanistan che le ha cambiato la vita, il chirurgo plastico Abi Thompson vuole ricominciare da zero all'interno dell'ambitissima Hollywood Hills. 1728 - San Valentino col capo di S. Carlisle A San Valentino può succedere di perdere la testa o ritrovarsi con il cuore spezzato. L'importante è incontrare l'uomo in grado di curare entrambi. Ali sta cercando di lasciarsi il passato alle spalle e un'avventura il giorno di San Valentino è proprio quello che le serve per ripartire da zero. 1729 - Sedotta dal dottor Riley di A. O'Neil Dopo un'infanzia segnata dall'affidamento e dalla mancanza di radici e di sicurezze, la dottoressa Corinne Evans, specializzata in arteterapia, sa benissimo quanto conti la prima impressione, soprattutto con il suo nuovo capo, il carismatico dottor Tom Riley. Così decide di dimostrargli il proprio valore. 1730 - Un motivo per restare di A. Claydon Laura Jo: Per troppo tempo la mia unica preoccupazione è stata mia figlia, ma adesso Mark ha suscitato in me sentimenti che credevo ormai morti e sepolti. Mark: Dal buio profondo del mio passato emerge un raggio di luce: Laura Jo. Adesso tutto quello che desidero è trovare un buon motivo per restare.


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