Sensual33 INVITO ALLA SEDUZIONE

Page 1


Invito alla seduzione Ally Blake


Titoli originali delle edizioni in lingua inglese: The Magnate's Indecent Proposal A Night with the Society Playboy Harlequin Mills & Boon Modern Romance Heat © 2008 Ally Blake © 2008 Ally Blake Traduzione di Carlotta Picasso Traduzione di Lucia Panelli Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2009 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Collezione Sensual novembre 2009 Questo volume è stato impresso nell'ottobre 2009 da Grafica Veneta S.p.A. - Trebaseleghe (Pd) HARMONY COLLEZIONE SENSUAL ISSN 1970 - 0377 Periodico mensile n. 33 del 16/11/2009 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi Registrazione Tribunale di Milano n. 619 del 09/10/2006 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


Pagina 5

Un allettante equivoco Pagina 189

Ancora scintille



Un allettante equivoco



1 Chelsea chiuse il vecchio ombrello e si riparò sotto la tenda da sole a righe bianche e nere del ristorante Amelie, un locale inaugurato da poco vicino alle sponde del fiume Yarra a South Bank, un distretto di Melbourne. Attraverso l'ampia vetrata si poteva vedere l'interno della sala gremita di gente che voleva fare bella mostra di sé. Chelsea si lisciò la gonna marrone lunga fino alle ginocchia. L'aveva trovata in fondo all'armadio e l'aveva indossata senza nemmeno specchiarsi. «Accidenti!» imprecò, accorgendosi che era macchiata. «Per fortuna tra un paio d'ore potrò mettermi qualcosa di più comodo, levarmi questi stivali dal tacco alto e infilare i piedi nel mio vecchio paio di scarpe da ginnastica» dichiarò ad alta voce come se si stesse rivolgendo a qualcuno. «In caso contrario, rischierei di soffrire d'alluce valgo prima di arrivare ai quaranta.» Mosse un passo e i tacchi scricchiolarono in modo sinistro proprio nel momento in cui due uomini d'affari, uscendo dal ristorante, la urtarono senza degnarla di uno sguardo. Uomini, sbuffò. Quando parlavano al cellulare non riuscivano a fare nient'altro. 7


Con cautela avanzò verso la porta a vetri ed entrò nel locale, toccandosi i capelli per assicurarsi che le mollette fossero tutte al loro posto e che non le pendessero dalla testa. «Ha prenotato?» La voce del maître le colpì le spalle. Vestito di nero, l'uomo sembrava ancora più magro di quanto era in realtà e la calvizie non gli donava. Il suo aspetto era a dir poco sinistro. «Sono Chelsea London» rispose lei, arretrando di un passo perché l'odore di naftalina che impregnava i suoi abiti non lo investisse. «Devo incontrare Kensington Hurley. È sempre maledettamente in anticipo. Sarei contenta se una volta tanto riuscissi a precederla.» «Un momento, prego» replicò il maître, con un sorriso mellifluo. Lei lo ricambiò allo stesso modo. Con scrupolo, come se stesse valutando un importante dossier, l'uomo scorse una pagina della sua agenda e annuì. «Il suo telefono, per favore.» «Mi scusi?» domandò lei. «Il suo cellulare» ripeté il maître, scandendo le parole. «In questo locale i cellulari non sono ammessi. Disturbano i clienti. Avrebbero dovuto dirglielo al momento della prenotazione.» «È stata mia sorella a prenotare» si difese lei. «In ogni caso, dovrà lasciarlo al guardaroba.» Chelsea si morse le labbra, pensando alle possibilità che aveva. E se avesse mentito, dicendo di non averlo portato con sé? Non poteva vivere senza telefono. Dentro c'era tutta la sua vita. Una rubrica con gli indirizzi utili, gli appuntamenti di lavoro, le e-mail, la li8


sta della spesa, la situazione del suo conto corrente bancario... Proprio quel pomeriggio aveva fissato un appuntamento con un consulente finanziario per chiedere un prestito. Aveva intenzione di ampliare la sua attività, un salone di bellezza per animali domestici che aveva chiamato Pride & Groom. E se le avessero telefonato dalla banca proprio durante quell'intervallo? Indecisa, affondò la mano nella borsa enorme che teneva a tracolla e strinse il cellulare tra le dita. «E se non lo avessi portato?» L'uomo tese la mano verso di lei con il palmo rivolto verso l'alto. «D'accordo» sospirò Chelsea, controllando in fretta i messaggi ricevuti, prima di cederlo a quel tipo insolente. «Ma non sarebbe più semplice chiedere agli ospiti di spegnere la suoneria e confiscare solo i telefonini delle persone che non rispettano questa regola?» «Non siamo a scuola, signorina London. Riteniamo che i cellulari non aiutino a socializzare. Non è venuta qui oggi con questo intento?» Chelsea soffocò un sospiro. «Sono venuta perché non sono capace di dire di no a mia sorella. Crede che questo significhi socializzare?» L'uomo le porse un biglietto rosa con un numero scarabocchiato sopra, poi la invitò a seguirlo. I tavoli erano occupati da giovani rampanti, senza grossi problemi economici, desiderosi di dimostrare che la loro vita sociale era intensa anche durante un qualsiasi martedì della settimana. Chelsea camminò cercando di seguire una linea che fosse il più dritta possibile, lo sguardo che abbracciava tutto il ristorante nel tentativo d'individuare sua so9


rella quando un uomo scostò la sedia per alzarsi dal tavolo e la urtò inavvertitamente. Già instabile per colpa di quelle scarpe che non era abituata a calzare, Chelsea perse l'equilibrio, i tacchi s'impigliarono nel tappeto e le sembrò di muoversi al rallentatore mentre cadeva. L'uomo si voltò di scatto e la sostenne. Accadde tutto in pochissimi secondi. Chelsea si trovò con il viso premuto contro il torace di uno sconosciuto, mentre la sua vita le scorreva davanti agli occhi, come una pellicola proiettata al contrario. Sollevò un timido sguardo per vedere a chi appartenevano quelle braccia forti e muscolose e, quando i suoi occhi si fermarono in quelli di lui, avvampò di vergogna. L'uomo le sorrise, scoprendo una linea di denti bianchi e perfetti. Aveva i capelli corti e neri, la mascella quadrata, il mento forte, gli occhi profondi ed espressivi del colore dell'oceano al crepuscolo. Chelsea non aveva avuto ancora il tempo di guardarsi intorno, ma quel tipo doveva essere l'uomo più bello presente in quel locale, anzi, il più bello che avesse mai visto. Per non cadere in ginocchio, si aggrappò al bavero della sua giacca. Una presa salda e decisa intorno alla vita l'aiutò a recuperare l'equilibrio. Agli occhi degli altri sarebbero potuti sembrare due amanti che si salutavano prima di separarsi. Le cosce premute contro i suoi fianchi, i seni contro il suo torace, il ventre incollato al suo, Chelsea riusciva persino a sentire la ruvidezza della cerniera lampo dei suoi pantaloni. Quel contatto così intimo la mise a disagio. Con le mani ancora agganciate ai risvolti della sua giacca, respirò il suo profumo. Sapeva di fresco, di 10


pulito, di acqua di colonia mista a fumo e notò che il tessuto era morbido e raffinato. Quell'abito doveva essere di fattura pregiata. Si morse le labbra e lo fissò mentre tutto sembrava riprendere vita: le chiacchiere nel ristorante, il tintinnio delle posate, le risate sommesse, il profumo delle pietanze. «Si sente bene?» s'informò l'uomo che le aveva evitato una caduta imbarazzante. La sua voce era roca, profonda e il timbro così sensuale che le mani le tremarono. «Si sente bene?» ripeté, sollevandole il mento con un dito e fissandola. Il volto abbronzato, lo sguardo intenso, la bellezza dei suoi tratti, la lasciarono senza parole. Chelsea doveva avere un'espressione da ebete, perché lui continuò a parlarle in tono premuroso. Di colpo si sentì a disagio nel suo abito vecchio e fuori moda che odorava di naftalina, un filo di trucco appena e niente rossetto. Sospirò, pensando che un tipo come lui non sarebbe mai stato alla sua portata. «Sto bene, grazie» riuscì a rispondere. «Benissimo. Imbarazzata, certo, ma poteva andare peggio. I tacchi si sono impigliati nel tappeto e...» «Già. Non è successo niente di grave. Per fortuna non è caduta sul tavolo dei dolci, altrimenti il paragone con l'ispettore Clouseau della Pantera Rosa sarebbe stato lecito.» «Sì» sorrise lei. «Immagini la scena se una torta di cioccolato fosse volata sul tavolo di quelle signore agghindate come principesse, con le collane di perle al collo.» 11


Bollente, alla moda e assolutamente sensuale, ecco il regalo giusto per ogni occasione e si chiama

-Ancora pi첫 passione, per il tuo piacere di leggereStorie pi첫 lunghe e protagonisti pi첫 avvincenti: le prossime 2 imperdibili uscite il 7

gennaio con

Affari di piacere di Kate Hardy

e con

Scandalosa innocenza di Kimberly Lang e Trish Wylie

Sicuramente da non perdere!


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.