Storie di una lady

Page 1



1040 - A spasso con un libertino - E. Leigh 1041 - La missione della novizia - M. Moore 1042 - Passato, scandali e fiori d'arancio - C. Linden 1043 - Per il cuore di un'attrice - E. Redgold 1044 - Un dono inaspettato - A. Burrows 1045 - La maschera del libertino - E. Leigh 1046 - Un campione per Miss Jenna - B. Scott 1047 - Inciso nel cuore - E. Hobbes 1048 - L'errore di Caroline - A. Everett 1049 - Cuori sotto assedio - N. Locke 1050 - Il vicario e la scrittrice - E. Leigh 1051 - Incontri proibiti con il visconte - J. Justiss 1052 - Una debuttante da sposare - V. Lorret 1053 - Per coraggio e per amore - M. Fuller 1054 - Pericolo a corte - J. Landon 1055 - Un bacio sconveniente - C. Kimberly 1056 - Una naufraga per lo sceicco - M. Kaye 1057 - Manuale per zitelle impenitenti - J. McQuiston 1058 - Il rapimento di Lady Fia - T. Brisbin 1059 - Il coraggio di Lily - J. MacLean 1060 - Storie di una lady - M. Rodale 1061 - Un cuore ferito - C. Kelly 1062 - Fra le braccia del guerriero - M. Styles 1063 - Lezioni di francese - B. Scott


MAYA RODALE

Storie di una lady


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Lady Bridget's Diary Avon Books An Imprint of HarperCollinsPublishers © 2016 Maya Rodale Traduzione di Gabriella Parisi Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con HarperCollins Publishers, LLC, New York, U.S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2017 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici aprile 2017 Questo volume è stato stampato nel marzo 2017 da CPI, Barcelona I GRANDI ROMANZI STORICI ISSN 1122 - 5410 Periodico settimanale n. 1060 dello 05/04/2017 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 75 dello 01/02/1992 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano


The London Weekly Notizie sul bel mondo di una Lady di Classe Tutta Londra parla di un'unica cosa: dell'arrivo del nuovo Duca di Durham. Sua Grazia, ci viene detto, proviene proprio dall'America, fra tutti i posti del mondo, e questo ci fa interrogare su come sia potuto accadere. I lettori più anziani – o quelli più giovani che si curano di far visita ai parenti stagionati e li ascoltano davvero quando parlano degli scandali dei tempi che furono – rammenteranno il Grande Scandalo del 1784, in cui il fratello del quinto duca, Lord Harry Cavendish, amatissimo libertino, fuggì in America con il cavallo prediletto di Sua Grazia. Questo fratello minore ladro di cavalli aveva prestato un periodo di servizio nell'esercito, come sono soliti fare i secondogeniti, soprattutto se sono così chiaramente inadeguati al clero. Mentre era di stanza nelle colonie, pare si sia innamorato di una donna americana. Fu un amore così grande che preferì rinunciare alla famiglia, alla patria, all'appartenenza a White's e al lasciapassare per Almack's. Dopo indagini approfondite, quest'autrice è stata in grado di determinare che Lord Harry Cavendish avviò una fattoria in Maryland, in cui allevava e allenava cavalli da corsa, e accrebbe la famiglia, che comprende un figlio che ha seguito le orme del padre. Lord Harry rifiutò di usare il suo titolo, ma solo fino a quando il quinto duca non morì senza lasciare un rampollo, rendendo così Lord Harry il seguente in linea di 5


successione. Quando Sua Grazia, la Duchessa di Durham, riuscì infine a rintracciare il fratello minore ladro di cavalli, fu troppo tardi. All'insaputa di tutti, il ducato era passato da una generazione alla successiva. Sì, cari lettori, è così. Un allevatore di cavalli delle colonie detiene ora uno dei titoli più elevati in Inghilterra. Il suo arrivo è atteso da un giorno all'altro, ormai, e quest'autrice ha saputo da una fonte autorevolissima che porterà con sé tre sorelle in età da marito. Non si può parlare di una Stagione piatta, dunque, visto che quest'anno sarà di sicuro molto divertente...

6


Prologo

Oceani attraversati: 1 Sorelle che mi hanno tormentato per l'intero viaggio: 2 Fratelli diventati all'improvviso duchi: 1 Duchesse terrificanti: 1 IL DIARIO DI LADY BRIDGET Sala da ballo di Durham Residence, Londra, 1824 Si potrebbe pensare che se il fratello di qualcuno ereditasse un ducato, la vita del suddetto qualcuno si trasformerebbe da banale a eccezionale. Questo fino a quando non ci si ritrovasse sottoposte a dieta dimagrante, imbalsamate in un corsetto strettissimo e costrette a fare pratica nel camminare all'indietro. «Ancora una volta, Lady Bridget» disse la duchessa in tono secco. Era Lady Bridget Cavendish, adesso. Prima era solo Bridget Cavendish della fattoria di Duncraven in Maryland. Ma poi, un giorno, era arrivata una lettera con l'inattesa notizia che il loro defunto padre – pace all'anima sua – aveva ereditato il titolo ed era morto senza saperlo. Adesso il duca era James e loro si erano dovuti lasciare tutto alle spalle e partire subito per l'Inghilterra. 7


«Sì, Lady Bridget, ancora una volta, prego» disse Amelia ammiccando. «Chiudi il becco, Amelia» disse Bridget sottovoce. Le sorelle minori erano fastidiose su qualunque continente ci si trovasse. «È: "Chiudete il becco, Lady Amelia"» la corresse Claire, la sorella maggiore, che trovava le formalità ridicole come il resto della famiglia, per la disperazione della duchessa. Da qualche parte nell'enorme casa – probabilmente nelle stalle, sebbene la duchessa avesse messo bene in chiaro che non era il caso che i duchi si sporcassero le mani con i cavalli – c'era suo fratello, James. O, come sarebbe stato conosciuto da quel momento, Sua Grazia, il Duca di Durham. I duchi avevano molte responsabilità, a quanto pareva, ma camminare all'indietro in un abito con uno strascico lunghissimo non era una di quelle. Davanti a lei, con occhi azzurri penetranti e capelli biondi acconciati alla perfezione, c'era Josephine Marie Elizabeth Cavendish, Sua Grazia, la Duchessa di Durham, vedova del quinto duca e zia dei fratelli Cavendish. Non si poteva chiamarla Josie. Amelia lo aveva chiesto. «Potreste ricordarmi perché dobbiamo fare una cosa così ridicola come imparare a camminare all'indietro?» chiese Claire. Fin da piccola aveva trascorso il tempo libero dedicandosi allo studio della matematica, conosciuta altrimenti come Importante Occupazione. A Bridget faceva male la testa solo a pensarci. «È per la vostra presentazione a corte» ribatté la duchessa. «Che è necessaria prima del vostro debutto in società; una tappa fondamentale allo scopo di trovare un marito, cosa indispensabile a una signora, se vuole evitare di diventare una zitella impoverita.» 8


«E se non desiderassimo un marito?» chiese Amelia. «Che domanda stupida» replicò la duchessa. «Lady Bridget, ancora una volta.» Alla richiesta della duchessa, Bridget si abbassò in una riverenza. Si erano esercitate a lungo su quello martedì pomeriggio. Poi, con quanta più grazia poté, Bridget si sollevò e cominciò a scivolare con eleganza all'indietro. O così cercò di fare: i movimenti aggraziati non le erano infatti naturali, un punto sul quale il loro insegnante di danza si sarebbe trovato del tutto d'accordo. Niente dell'essere una Vera Signora lo era. Bridget era stata con la testa fra le nuvole durante le lezioni sull'ordine di precedenza tra i membri della nobiltà, su come versare una tazza di tè in modo adeguato e durante tutte le altre lezioni di etichetta e comportamento che avevano dovuto sopportare mattina, pomeriggio e sera. «Adesso è il vostro turno, Lady Amelia.» Mentre l'attenzione della duchessa era concentrata sulle altre, Bridget approfittò della sua distrazione per continuare a camminare all'indietro fino a quando non ebbe attraversato tutta la sala da ballo; poi continuò attraverso l'ampia porta a doppio battente e per metà del corridoio. A quel punto si girò, sollevò le sottane e proseguì fino alle cucine. Al diavolo la dieta dimagrante, le lezioni di portamento e il comportamento da Vera Signora!

9


1

Stasera ci sarà il nostro grande debutto in società. Spero di non fare una magra figura. Spero di comportarmi come si conviene a una lady del mio rango. (Suona più appropriato, vero?) IL DIARIO DI LADY BRIDGET Gli americani erano arrivati. In effetti, erano a Londra già da quindici giorni, ma la Duchessa di Durham li aveva tenuti nascosti agli occhi curiosi della società. Quella sera, al ballo di Lady Tunbridge, avrebbero fatto il loro debutto. Una cappa di silenzio era calata sulla sala da ballo quando la Duchessa di Durham era apparsa per la prima volta in pubblico con il nuovo Duca di Durham e le sue sorelle, tre signorine dai capelli scuri in età da marito. Gli esponenti del ton avevano allungato il collo per dare loro un'occhiata, ansiosi di vedere ciò su cui i giornali avevano fatto congetture per settimane. L'alta società aveva subito iniziato a chiedere a gran voce di poter conoscere il nuovo duca – il ton aveva già cominciato a chiamarlo così – e a spettegolare sulle sorelle. La duchessa e la sua collezione di americani cominciarono a circolare per la sala da ballo. Vi furono 10


presentazioni. Conversazioni cortesi. A cui seguì qualche adulazione. Tre gentiluomini preferirono guardare la confusione da una certa distanza. «Bene, questo dovrebbe ravvivare la Stagione» osservò Rupert. «O, come minimo, ispirerà conversazioni sul modo in cui le americane potranno vivacizzare una Stagione altrimenti noiosa.» Accanto a lui, Lord Fox, un buon amico, si limitò a dire: «Sono graziose». Lord Darcy resistette all'impulso di roteare gli occhi e non disse nulla. Che uno dei più antichi e venerati titoli d'Inghilterra fosse ora in possesso di un allevatore di cavalli proveniente dalle colonie era di certo un'avvisaglia del tracollo della società inglese. Poco importava che le sue sorelle fossero carine quando la civiltà come la conoscevano era finita. Non c'era bisogno di dire che da ricco, rispettato e influente Pari del Regno, era attaccato alla civilizzazione così com'era. «È un peccato che il titolo dei Durham sia andato a un americano» disse, limitandosi a ripetere sentimenti condivisi da tutto il ton e stampati in continuazione su buona parte dei giornali della città. «Sei talmente sofisticato...» disse Rupert, ridendo del fratello maggiore. Era l'unico che osava parlargli in quella maniera. In qualche modo, Lord Burbrooke era riuscito a infiltrarsi nella loro conversazione. Darcy notò le guance rosse dell'uomo – per un eccesso d'alcol, senza dubbio – e il panciotto verde brillante – per una carenza di buongusto. «Non posso dire di non avere sfogliato il Debrett's per controllare se c'era una possibilità che ereditassi io» disse in tono gioviale. «Ho sentito che, se la duchessa non avesse rintracciato questo tipo, il titolo sarebbe passato a un parente lontano. Che peccato.» 11


«Liberaci dai parenti lontani» disse Fox. «Sì, sarebbe andato a Mr. Collins.» Era uno di quei parenti distanti ed ebeti di cui ci si disperava. Da capo delle sue proprietà, e allevato per assicurarsi che venissero passate con successo alla generazione successiva, Darcy capiva perché la duchessa avesse cercato un erede in lungo e in largo per le colonie. Chiunque era meglio di Mr. Collins. «Dite, Darcy, come fate a saperlo?» chiese Burbrooke, sbalordito. «Darcy sa tutto» asserì Rupert con un sorriso compiaciuto. «Ma, Darcy, sapevi anche che erano graziose?» domandò Fox, strascicando le parole. «Disse l'uomo che è fidanzato con una delle signorine più ricercate del ton» commentò Darcy, ricordando all'amico l'imminente matrimonio. «E che si è anche beccato una delle cortigiane più desiderate di Londra» aggiunse Rupert. «Giusto.» Fox si raddrizzò e si guardò attorno, probabilmente alla ricerca della promessa sposa. Quando la individuò, si avviò nella sua direzione. «Ho una mezza intenzione di sposarne una io» disse Burbrooke. «Scommetto che hanno delle belle... doti.» Non si poteva fraintendere la direzione del suo sguardo, che era indirizzato proprio sulle... doti. «Ci sarebbero un po' di vantaggi a sposare una delle americane» convenne Rupert, un po' troppo convinto per i gusti di Darcy. «Non farti venire certe idee. Non darò il benvenuto nella famiglia a nessun recalcitrante abitante delle colonie.» «Oh, guarda, sembra che una di loro si sia persa» osservò Rupert. Burbrooke si allontanò per andare a perdere un po' di denaro nella saletta delle carte, mentre Darcy e suo fra12


tello restavano a guardare la ragazza americana che aveva perso la rotta. Di certo si era separata dal proprio gruppo. A quanto pareva, non era stata informata che le signore non circolano per la sala da ballo senza accompagnatore, fissando ora questo ora quello. O forse, più semplicemente, non aveva alcun riguardo per l'etichetta e il protocollo, un pensiero che metteva ansia a Darcy. O forse... «Oh, santo cielo.» Rupert balzò in avanti quando vide cosa era appena accaduto. Persino Darcy era sconvolto. «È appena...?» «Ebbene sì» confermò Darcy, la bocca stretta in una linea severa. «Be', faremo meglio a salvarla!» esclamò Rupert. E Darcy protestò: «Non ho l'abitudine di salvare giovani donne». Quando erano entrati nella sala da ballo e sulla folla era calata una cappa di silenzio, Bridget aveva finalmente cominciato a capire a cosa avesse cercato di prepararle la duchessa. Ma cosa avrebbe potuto prepararla a quello? La stessa sala da ballo era sfarzosa come un palazzo reale, o così aveva immaginato, dal momento che nei dintorni del Maryland non c'erano palazzi reali. E le persone nella sala... Una stanza piena di conti, visconti e contesse, tutti vestiti negli abiti più eleganti e più belli, tutti con un cumulo di brillanti scintillanti e altri gioielli, tutti raffinatissimi ed eleganti e... fissavano i Cavendish. Come se fossero una nuova voce nell'elenco dei divertimenti della serata. «Non siamo più in America» mormorò Amelia. «Proprio no» sussurrò Claire d'accordo con lei. «Ricordate quello che vi ho insegnato, signorine» bisbigliò la duchessa. 13


Non ricordo nulla, pensò Bridget, nel panico. Non era vero: ricordava come sorseggiare la cioccolata nel letto e come sgattaiolare nelle cucine a mezzanotte. Ma non serviva a nulla in quel momento. Poi, a braccetto con Sua Grazia, il Duca di Durham, la duchessa fece loro strada. E così iniziò l'infinito giro di presentazioni con quelle che sembrarono tutte le persone onorevoli che ci fossero al mondo e che affollavano la sala calda e soffocante. Bridget non riusciva a capire come mai qualsiasi cosa dicesse divenisse motivo di mormorii e risate. Era per il suo accento? Be', quei boriosi tipi inglesi avrebbero dovuto ascoltarsi quando pronunciavano Looord di qua e Looord di là. O era perché non erano nate e cresciute in un mondo di privilegi? Colse più di un commento beffardo sull'odore di stalla attorno a loro, un atteggiamento sprezzante verso l'occupazione precedente di James, più che una vera constatazione sul loro profumo. O così sperava. Più di una volta avrebbe voluto girarsi e dir loro: Posso sentirvi. Non era probabile che fosse per il loro abbigliamento; la duchessa si era assicurata che si presentassero con i vestiti più belli e fastosi, e aveva anche pescato fra i gioielli di famiglia per trovare qualcosa di sfavillante per ciascuna delle ragazze. Erano di certo perfette nelle loro tenute. Però... Qualunque cosa fosse, Bridget non ce la faceva più a stare al passo con gli altri e a mantenere un sorriso sulle labbra. E poi restò indietro. Nella moltitudine di ospiti, rimase separata e fu allontanata dalla duchessa e dalle sorelle. A quel punto si perse. E si ritrovò da sola nella sala da ballo, sforzandosi di mantenere il sorriso sulle labbra come se avesse avuto l'intenzione di gironzolare da sola, mentre nel frattempo sporgeva il collo alla ricerca dell'acconciatura torreggiante della duchessa. 14


E dopo, oh, cielo, dopo... Sebbene Bridget, per sua stessa ammissione, non fosse stata l'allieva più diligente alle lezioni di portamento e simili di Josephine, era certa che non fosse previsto che si ritrovasse stesa sulla schiena, ad annaspare per respirare, in una sala da ballo. Eppure successe così, dal momento che scivolò e cadde, l'aria le uscì dai polmoni e lei rimase a fissare il soffitto dipinto con motivi intricati della sala da ballo di Lord e Lady Tal dei Tali. Ecco davanti a sé grandi nuvole soffici con un nugolo di bambini paffuti, armati fino ai denti di archi e frecce. Cupidi. Forse, se avesse strizzato un po' gli occhi e avesse assunto un'aria meditabonda, poteva farlo passare per un metodo tipicamente americano di apprezzare l'arte. Dopo, non appena avesse ripreso fiato, si sarebbe alzata in piedi e avrebbe dichiarato che le pennellate nelle nuvole erano evocative dello spirito selvaggio dell'artista, o qualche altra assurdità simile. Oppure no. Forse sarebbe potuta restare stesa lì ad aspettare che le assi del pavimento si aprissero. Forse l'alta società si sarebbe limitata a passarle sopra con le scarpette di seta e di satin. Immaginò la sua lapide: Qui giace Lady Bridget Cavendish. Cadde e fu colta dalla morte. In pratica sarebbe stato proprio così. Doveva rialzarsi. Davvero. Una signora non poteva restare stesa lì per sempre, con il desiderio che le assi del pavimento si aprissero e si richiudessero, portandola subito via in un luogo in cui i corsetti non affondavano nella pelle, le diete dimagranti non erano necessarie e le persone non la fissavano come se fosse in mostra al circo. E poi una testa spuntò davanti a lei. Oh. Salve. Una testa con un bel viso. E, soprattutto, amichevole. 15


«State ammirando la vista?» le chiese il Bell'Uomo, osservandola dall'alto. «Non si può davvero apprezzare l'opera d'arte sul soffitto da nessun'altra posizione.» Il Bell'Uomo sorrise. Era come un raggio di sole. E un fuoco d'artificio. Bridget accettò la mano che le veniva tesa; l'uomo la aiutò a sollevarsi, neanche fosse leggera come una piuma. Una volta in piedi, vide che c'era qualcuno con lui. Alto, scuro di capelli, con un'espressione annoiata e uno sguardo fuggevole e altezzoso rivolto a lei. Bene, dunque. «Mi sono sempre chiesto perché gli angioletti siano così grassocci» disse il Bell'Uomo, e Bridget si girò per rivolgergli la propria piena attenzione. «Niente diete dimagranti per loro. Mi stavo proprio domandando perché siano sempre nudi» aggiunse lei, sebbene fosse sicura che la duchessa avrebbe corrugato la fronte nel sentire menzionare la nudità davanti a tutti. «Ed è davvero saggio dotare dei bambini così piccoli di tutte quelle armi?» rifletté lui, fissando il soffitto. «Non sembrerebbe raccomandabile, vero?» osservò Bridget ridendo. «Un disastro incombente.» Il Bell'Uomo dimostrò di essere in possesso di quel genere di sorriso magnifico che fa dimenticare a una ragazza ogni buonsenso. Il suo amico noioso e critico tossì in quel modo discreto che tutti sanno non essere vera tosse, ma una richiesta gentile e davvero educata di smettere di parlare e abbandonare la scena. Bridget gli riservò una breve occhiata e vide abbastanza: si trattava di un altro inglese pieno di sé e villano. Quel luogo ne era infestato. Impossibile per lui competere con il suo compagno bello, affascinante e gentile. «Che mancanza da parte mia» disse il Bell'Uomo. 16


«Dobbiamo trovare qualcuno che faccia le presentazioni.» Bridget e l'uomo si guardarono attorno tra gli ospiti eleganti che li circondavano. Era probabile che lui non sarebbe riuscito a trovare nessuno per quel compito. Malgrado la duchessa avesse fatto presentazioni per tutta la serata, Bridget non riusciva a riconoscere nessuno. C'erano stati troppi nomi e troppi volti di cui ricordarsi. Non volendo trovarsi da sola con quel suo compagno scuro e minaccioso, lei decise di presentarsi senza intermediari. Allungò la mano e disse: «Bridget Cavendish, dei Cavendish americani». «Lo so.» «Suppongo che lo sappiano tutti.» «Mr. Rupert Wright, al vostro servizio» disse il Bell'Uomo con un inchino. Bridget sorrise perché il suo nome era proprio Mr. Wright – che suonava come Right – cioè Mr. Giusto. Doveva essere una specie di segno. «E questo è mio fratello, Darcy. È un pignolo riguardo all'etichetta ed è probabile che sia in preda a un colpo apoplettico perché abbiamo violato i suoi principi di base e conversato prima di essere presentati da una conoscenza comune.» «Accidenti, stiamo corteggiando il pericolo» mormorò lei. Gli occhi di Rupert lampeggiarono e le sue labbra accennarono un sorrisetto. «Già. È molto eccitante» sussurrò il giovane. Santo cielo, quanto era bello! Con tutta probabilità sarebbe ritornata a casa e avrebbe scritto Rupert e Bridget sul suo diario. Ancora e ancora. «Stavo appunto dicendo che una famiglia americana infiltrata nell'aristocrazia inglese avrebbe portato al tracollo della società inglese» disse Darcy compiaciuto. «Come al solito, sono nel giusto.» «È così?» si informò Bridget. «E come succede?» 17


«Prima una mancanza di formalità occasionale, forse una conversazione senza un'adeguata presentazione. Poi le regole vengono allentate con regolarità e questo, con il tempo, porta a una confusione generale. Quindi non saremo più diversi dalle bestie. O dai selvaggi. O dagli americani.» «Sembrate la Duchessa di Durham» replicò lei. «O uno dei manuali di comportamento che è sul mio comodino. Sono un rimedio notevole per l'insonnia.» Ah! Ecco un guizzo di sentimento sui suoi lineamenti! Sembrava scosso e forse un po' ferito per essere stato paragonato a uno dei draghi del ton. Bridget provò un fremito per avergli provocato una reazione. Rupert scoppiò a ridere. «Finalmente, Darcy, qualcuno che ti tiene testa!» «Sono felice di accontentarvi» replicò Bridget sorridendo, perché Rupert rideva con lei, anziché di lei. Ma il sorriso svanì quando vide Darcy che la fissava. Sotto quello sguardo divenne ben cosciente del proprio vestito, dei propri capelli, e si chiese se fosse ben dritta in piedi, domandandosi inconsciamente se a lui piacesse quello che vedeva o perché, in quel caso, le dovesse importare. Sentì che la pelle le diventava bollente. Perché quell'uomo dovesse avere un simile effetto su di lei era un argomento su cui preferiva non soffermarsi, non quando poteva chiacchierare in tono allegro con il bel fratello ben più amichevole. Rupert e Bridget suonava proprio bene. «Oh, è un valzer quello che sta cominciando?» chiese Rupert con un lieve gemito. «Ho promesso alla nostra padrona di casa che avrei ballato con sua figlia, e temo l'ira di Lady Tunbridge se non manterrò la parola. Lady Bridget, è stato splendido non conoscervi in maniera ufficiale e discutere di arte. Spero di vedervi presto. Abbiate cura di voi per il resto della serata.» E, detto questo, Rupert le scoccò un sorriso e si av18


venturò alla ricerca di Lady Tunbridge e di sua figlia. Bridget fu lasciata sola con Darcy. Gli occhi scuri dell'uomo erano fissi su di lei. La sua mascella era serrata. Se Rupert era tutto raggi di sole e cupidi, il fratello era nuvole scure, temporali e quel senso di elettricità nell'aria prima che il fulmine colpisca. Rimasero lì in piedi, a studiarsi a vicenda, in un silenzio agonizzante. Per Bridget, i silenzi prolungati erano i peggiori. Più duravano, più difficile era trovare qualcosa da dire. E spesso, per evitarlo, lei sputava fuori la prima sciocchezza che le passava per la mente. Quel momento non fu diverso. «Ballate, Mr. Darcy?» «Lord Darcy» la corresse lui. Ma certo. Tutti lì erano Lord, Lady, Vostra Grazia o Vostra Signoria. Non solo c'era una graduatoria dei titoli, ma anche diversi modi di rivolgersi ai nobili, che cambiava a seconda che si scrivesse o si parlasse. Bridget ricordò che Josephine aveva tenuto una lezione su quello. E ricordò anche di non avervi prestato attenzione. Desiderò con tutta se stessa di poter essere in America, dove tutti erano Mr., Mrs. o Miss, punto e basta. «Sono proprio spiacente, Looord Darcy» disse, protraendo il suono e imitando l'accento inglese. Il suo tentativo di fare dello spirito fu ricevuto da un nuovo silenzio. Il paventato silenzio. «Allora, ballate?» «Io no.» Ma certo che no. Perché ballare era divertente, e Bridget capiva già che quell'uomo era qualcuno con cui le cose gradevoli e dilettevoli avevano vita breve. La maggior parte delle donne avrebbe cercato un modo per sfuggire a un uomo che dava un segno così evidente di non avere alcun interesse per loro. Ma lei non era come la maggior parte delle donne. Bridget considerò il Terribile Darcy come una sfida personale. Lo avrebbe fatto ridere o, perlomeno, avreb19


Storie di una lady MAYA RODALE

LONDRA, 1824 - Diventata lady all'improvviso, l'americana Bridget Cavendish si sente inadeguata e confida al proprio diario ogni disastro collezionato... soprattutto con Lord Darcy!

Un cuore ferito CARLA KELLY

AMERICA, 1875 - Susanna Hopkins è insegnante per i figli degli ufficiali. Joseph Randolph è il medico di Fort Laramie. Entrambi con un passato doloroso e tanta voglia di rivalsa...

Fra le braccia del guerriero MICHELLE STYLES

NORTHUMBRIA, 876 - Lady Cwenneth odia il terribile Thrand il Distruttore. Quando stringono una fragile alleanza contro il nemico comune, lei e il guerriero scoprono che...

Lezioni di francese BRONWYN SCOTT

LONDRA, 1821 - Stanca di rimanere nell'ombra a guardare la vita del ton, Claire Welton decide di lottare per Jonathon Lashley, l'uomo che ama. Impartendogli lezioni private di...


Un amore inaspettato ANNE HERRIES INGHILTERRA, 1817 - Tornato dall'India, Paul Frant rimane affascinato da Lady Jane. Ma l'amore non rientra nei suoi piani e lui dovrà rinunciarvi a causa di un nemico sconosciuto...

Ballo con il libertino ELIZABETH BOYLE LONDRA, 1811 - La sera del debutto la goffa Lavinia viene invitata dall'uomo più attraente della sala da ballo. Peccato che d'un tratto lui scappi via provocando un terribile scandalo.

Il romanzo di Miss Mary JENNIFER MCQUISTON LONDRA - EDIMBURGO, 1858 - Felice di sognare gli eroi dei romanzi, Mary si ritrova fra le braccia di Geoffrey Westmore, il più famigerato, e affascinante, mascalzone di Londra...

Il segreto di Tristan CAROL TOWNEND FRANCIA, 1175 - Il Conte Tristan des Iles ha dovuto abbandonare la moglie poco dopo le nozze. Quando torna a casa delle forze malevoli complottano ancora contro di loro. Dal 3 maggio




Ti è piaciuto questo libro? Continua a vivere indimenticabili emozioni con

ABBONATI!

-50% sulla prima spedizione Spedisci questa pagina a: SERVIZIO LETTRICI HARMONY C/O CMP Brescia - Via Dalmazia 13 - 25126 Brescia BS

Sì!

Voglio abbonarmi a I Grandi Romanzi Storici. Speditemi mensilmente 4 inediti romanzi al prezzo scontato del 50%: € 12.00 più € 1.60 per contributo spese di spedizione. Dalla seconda spedizione mensile sconto del 15%: € 20.50 più € 1.60 per contributo spese di spedizione. Potrò sospendere in ogni momento le successive spedizioni a pagamento mediante comunicazione scritta, come pure restituirvi i romanzi ricevuti a pagamento per posta entro 10gg. (diritto di recesso Art. 64 dlg. 206/2005).

7B0144

Cognome.............................................................Nome.................................................................. Via.....................................................................................................................N°........................ Località.............................................................................Prov...................CAP............................... Prefisso....................Telefono....................................e-mail............................................................ Firma............................................................................................Data.......................................... Offerta limitata a un solo componente per ciascun nucleo familiare non minorenne e non valida per coloro che già ricevono per corrispondenza I Grandi Romanzi Storici. Offerta valida solo in Italia fino al 31.12.2017. Tutte le richieste sono soggette ad approvazione della Casa. I Suoi dati saranno trattati, manualmente ed elettronicamente, da HarperCollins Italia S.p.A. - Viale Monte Nero, 84 – 20135 MILANO - e dalle società con essa in rapporto di controllo e collegamento ai sensi dell’art. 2359 cod. civ. - titolari del trattamento - per evadere la Sua richiesta di ricevere per posta cartacea informazioni commerciali e campioni di prodotto, nonché la Sua eventuale richiesta di acquisto di nostri prodotti editoriali, secondo l’offerta riportata sul presente coupon, e le attività a ciò strumentali, ivi comprese le operazioni di pagamento e quelle connesse con adempimenti amministrativi e fiscali, nonché le attività di customer care. Nome, cognome e indirizzo sono indispensabili per i suddetti fini. Il mancato conferimento dei restanti dati non pregiudica il Suo diritto ad ottenere quanto richiesto. Previo Suo consenso, i Suoi dati potranno essere trattati dalle titolari per finalità di marketing, attività promozionali, offerte commerciali, indagini di mercato - anche tramite email e telefono, qualora forniti I Suoi dati potranno, altresì, essere comunicati a soggetti operanti nei settori editoriale, largo consumo e distribuzione, vendita a distanza, per propri utilizzi aventi le suddette medesime fi nalità. L’elenco completo ed aggiornato delle società in rapporto di controllo e collegamento ai sensi dell’art. 2359 cod. civ. con HarperCollins Italia S.p.A., dei soggetti terzi cui i dati possono essere comunicati e dei responsabili è disponibile a richiesta all’indirizzo sopra indicato. I Suoi dati potranno essere trattati dagli incaricati preposti alle seguenti operazioni di trattamento: elaborazione dati e sistemi informativi, amministrazione, servizio clienti, gestione abbonamenti, confezionamento e spedizione riviste, confezionamento mailing, invio newsletter Ai sensi dell’art. 7, d. lgs 196/2003, potrà esercitare i relativi diritti, fra cui consultare, modifi care e cancellare i Suoi dati od opporsi al loro trattamento per fini di invio di materiale pubblicitario o per comunicazioni commerciali o sondaggi di opinione, rivolgendosi al Responsabile Dati presso HarperCollins Italia S.p.A. all’indirizzo indicato. Acconsente che le titolari utilizzino i Suoi dati per le proprie fi nalità di marketing, anche via e-mail e telefono, come illustrato nell’informativa? SI NO Acconsente che i Suoi dati siano comunicati ai suddetti soggetti terzi e da questi utilizzati per le finalità e secondo le modalità illustrate nell’informativa? SI NO


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.