T322 accordo a fior di pelle

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Appuntamento in libreria con un altro GIOIELLO firmato dalla regina del romance…

NORA ROBERTS, STAR DELLA NARRATIVA INTERNAZIONALE DA MILIONI DI COPIE VENDUTE, FIRMA UN ROMANZO SEXY, BRILLANTE E PREZIOSO, COME UN DIAMANTE.

“Passione, humor, segreti: un romanzo fantastico. Nora Roberts è una dea.” Amazon Review

“L’autrice più amata d’America.” The New Yorker

Tre donne, tre gemme preziose, tre vite in cui la fortuna va di pari passo con l’amore. Con incredibile maestria Nora Roberts riesce a catturare il lettore attraverso un perfetto intrigo dal finale sorprendente e personaggi che fanno subito innamorare.

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QUELLO CHE LE LETTRICI VOGLIONO. “So resistere a tutto fuorché alle tentazioni.” Rafael, Ryan e Devon, uomini sexy e potenti, di fronte a una nuova sfida non si tirano mai indietro. Soprattutto se ci sono di mezzo delle belle donne. Maya Banks, la nuova E.L. James, vi proietta nel mondo patinato del jet set internazionale, dove il lusso è un must e i sentimenti sono solo un intrigante diversivo.

Per i tre giovani Westerling l’amore non va più in vacanza. Tre nobili rampolli, una location da favola e l’estate che ha cambiato loro la vita. Sarah Morgan firma una storia romantica e frizzante, per sognare ad occhi aperti… sotto l’ombrellone.

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Accordo a fior di pelle

L'uomo di mezzanotte


Titoli originali delle edizioni in lingua inglese: I Cross My Heart Night After Night... Harlequin Blaze © 2013 Vicki Lewis Thompson © 2012 Katherine Grill Traduzioni di Elisabetta Frattini e Lucia Panelli Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Temptation giugno 2014 Questo volume è stato stampato nel maggio 2014 presso la Rotolito Lombarda - Milano HARMONY TEMPTATION ISSN 1591 - 6707 Periodico mensile n. 322 del 19/06/2014 Direttore responsabile: Stefano Blaco Registrazione Tribunale di Milano n. 128 dello 07/03/2001 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


VICKY LEWIS THOMPSON

Accordo a fior di pelle


Prologo

18 giugno 1982 Ranch Last Chance Dal diario di Eleanor Chance Un neonato è apparso sulla nostra soglia questa sera. Non letteralmente, ma quasi. Nicholas Jonathan O'Leary, di cinque mesi, è arrivato in taxi, accompagnato dal suo avvocato in veste di bambinaia temporanea. A quanto pare, quattordici mesi fa, mio figlio Jonathan ha concepito questo bambino con la volubile Nicole O'Leary, una delle ragazze che frequentava durante quella che io ho definito la sua fase alé. Nicole è rimasta in città solo per un paio di mesi e dopo che se n'è andata, Jonathan non ha avuto più sue notizie. Fino a quando non è arrivato il bambino. Secondo l'avvocato, Nicole aveva voluto tenere segreta l'esistenza di Nicholas fintanto che era in vita, ma aveva fatto in modo che venisse portato qui nel caso in cui fosse morta. Ed è stato un bene che avesse preso una tale precauzione, considerato il fatto che si era appassionata al lancio con il paracadute. Chi può mai pensare di dedicarsi a uno sport del genere quando deve occuparsi di un neonato? Non dovrei parlare male dei morti, ma onestamente, secondo me aveva del lucido da scarpe al posto della materia grigia. Jonathan naturalmente è rimasto traumatizzato nel sapere 7


della sua morte e nello scoprire di avere un figlio di cui non sapeva nulla. Si sente anche colpevole per aver fatto sesso non protetto con lei, ma Archie e io non lo biasimiamo. Non era in sé dopo che quella buona a nulla di sua moglie Diana aveva abbandonato lui e Jack, il loro bambino di due anni. Archie e io ci siamo occupati di Jack durante quei mesi in cui Jonathan cercava di superare la sensazione di fallimento dandosi ai bagordi. Poi, grazie al cielo, ha incontrato Sarah e lo scorso dicembre, il giorno di Natale, si sono uniti in matrimonio con una graziosa cerimonia. Sarah è tutto quello che la ex-moglie di Jonathan non era. È premurosa e presente e il piccolo Jack ha finalmente trovato una madre. Stiamo tutti aspettando con ansia la nascita del fratellino di Jack, Gabriel, che dovrebbe verificarsi tra quattro mesi e adesso... be', Sarah seguita a dire a Jack che avrà due fratellini: Nick e Gabe. Questo vi dice di che pasta è fatta mia nuora. Gli angeli ci hanno sorriso quando ha accettato di sposare nostro figlio. Quindi ora Archie e io avremo tre nipotini. Archie è al settimo cielo per la gioia. Jonathan erediterà il ranch Last Chance quando noi non ci saremo più e c'è la possibilità che uno dei tre ragazzi lo erediti a sua volta un giorno da Jonathan. Forse tutti e tre. Non sarebbe bello? Archie è un sentimentale e avrebbe piacere che il ranch restasse alla famiglia. Oggi, nel bel mezzo del trambusto provocato dall'arrivo di Nicholas, Archie ha coniato un nome per i bambini di Jonathan, ognuno avuto da una madre diversa. Li chiama i figli del destino. Sons of chance. È proprio carino.

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Oggi Quando si trattava di sanità mentale, Nash Bladsoe preferiva di gran lunga spalare sterco che sdraiarsi sul lettino di un terapeuta. Lindsay, la sua ex-moglie, la pensava in modo diverso e gli aveva ripetuto più volte che, a suo parere, aveva bisogno di farsi vedere da uno strizzacervelli. Per fortuna il giorno prima erano arrivati i documenti per il divorzio e a quel punto Lindsay non aveva più voce in capitolo per quanto riguardava il modo in cui lui intendeva gestire le sue emozioni. Ora che erano ufficialmente divorziati non avrebbe più dovuto ascoltare Lindsay citare la sua guru preferita, Bethany Grace. La felicità è una scelta. Nash rabbrividì. Detestava quella frase. Be', maledizione, quel giorno lui aveva scelto di essere furibondo. E spalare letame era una cura utile e al tempo stesso terapeutica. Non negava di avere un sacco di problemi, ma fortunatamente la stalla del Last Chance contava tantissimi box per i cavalli. «Figliolo, farai meglio a rallentare, se non vuoi finire per farti male.» Nash sollevò d'istinto lo sguardo su Emmett Sterling. Appoggiato fieramente allo stipite del portone, il caposquadra masticava con aria assente un filo di paglia. 9


Nonostante avesse più di sessant'anni, il suo corpo asciutto lo faceva sembrare molto più giovane e i baffi grigi gli conferivano un'aria da vecchio West che gli donava. «L'esercizio mi fa bene» replicò Nash. «Certo. Ho saputo che sono arrivate le carte del divorzio.» «Sì. Sono ufficialmente libero.» Nash non finse di essere sorpreso che Emmett fosse al corrente della faccenda. Quando aveva aperto la lettera il suo amico Luke Griffin era con lui. Luke aveva lavorato per la scuderia di Sacramento di Nash e Lindsay, ma aveva perso interesse per il lavoro dopo che Nash se n'era andato. Perciò Nash aveva messo una buona parola per lui lì al Last Chance e Luke era stato assunto un paio di mesi dopo di lui. La sera prima lo aveva aiutato a scolare una bottiglia di whisky. Gli altri avevano portato delle birre e alla fine avevano festeggiato tutti insieme. I documenti per il divorzio non erano stati una sorpresa. Lindsay aveva dichiarato le sue intenzioni ben un anno prima. Nash aveva investito tempo e denaro nel tentativo di riconciliarsi con lei e quando aveva visto la sentenza scritta nero su bianco la collera soppressa era esplosa. «Ricordo di essere stato anch'io arrabbiato come lo sei tu ora. Passerà» sentenziò Emmett. Nash lanciò una badilata di letame sulla carriola. «Specialmente se continuo a lavorare.» Aveva dimenticato che Emmett e sua moglie avevano divorziato una ventina di anni prima. Ora Emmett si vedeva con Pam Mulholland, la proprietaria di una locanda sulla via principale della cittadina. Pam faceva parte della famiglia Chance grazie alla sorella dipartita, Nicole O'Leary, madre di Nick Chance. Benestante, divorziata, senza figli, Pam si era trasferita nella zona di Jackson Hole per stare più vicina a suo nipote. E quasi subito si era innamorata di Emmett Sterling. Emmett però non era convinto di volerla sposare perché lei aveva una buona rendita e lui no. Nash non poteva biasimarlo. Il denaro di Lindsay era stato una sorta di bomba a orologe10


ria, ordigno di cui aveva sottovalutato il potere esplosivo. «Detesto interferire con il tuo programma di lavorare fino a stramazzare al suolo» proseguì Emmett, «ma uno degli uomini ha visto una colonna di fumo salire dal Triple G e ho bisogno che qualcuno vada a controllare. Temo che la scelta sia caduta su di te.» «Con piacere.» Nash era felice di avere un lavoro e non si tirava mai indietro quando il caposquadra gli affidava un compito. «Basta che mi lasci un po' di letame da spalare» aggiunse appoggiando la vanga accanto alla carriola. «Si può fare.» «È già abbastanza brutto che Hank Grace sia morto per via dell'alcol» commentò Emmett mentre uscivano dalla stalla. «Mi dispiacerebbe sapere che qualcuno è entrato nella proprietà e ha appiccato un fuoco sapendo che non c'era nessuno a fermarlo.» «Non c'è nessuno?» «Per quanto ne so, Hank ha venduto il bestiame mesi fa. Poi ha lasciato il ranch per andare in ospedale a Jackson, dove è morto la settimana scorsa. Non ho idea di che cosa ne sarà della proprietà.» Nash aveva dei ricordi vaghi della gente di quella zona, essendosene andato via parecchio tempo prima. «Non aveva una figlia?» Gli pareva di ricordare che avevano frequentato la stessa scuola, anche se lei aveva qualche anno in meno. «Sì, ma si è trasferita presto in città e tornava raramente. Dubito che abbia acceso lei il fuoco. Potrebbe trattarsi di qualche ragazzetto che vuole accamparsi lì, ma sarebbe comunque violazione di proprietà privata. Non mi piace vedere fumo che non so da che cosa sia provocato. I fuochi trascurati possono propagarsi.» Emmett consegnò a Nash un mazzo di chiavi. «Prendi il furgone. C'è un estintore dietro il sedile. Preferirei evitare di coinvolgere lo sceriffo, in ogni caso hai un cellulare, giusto?» «Sì...» mormorò lui. 11


«Chiama la polizia o i vigili del fuoco se vedi che non riesci a gestire la situazione, anche se mi auguro che non sia niente di grave.» «Sarà così. La scuola è finita e i ragazzi non sanno come passare il tempo.» «Lo penso anch'io. Grazie, Nash.» «Di niente. Ci vediamo dopo.» Nash abbassò il cappello sugli occhi per ripararli dal sole. In lontananza vide una colonna di fumo alzarsi. Forse quel diversivo lo avrebbe aiutato a liberarsi dai pensieri deprimenti che gli affollavano la mente. Non era riuscito ad avere una vita matrimoniale felice e non era abituato a fallire. Lo consolava sapere che la sua famiglia e i suoi amici non avevano assistito alla disfatta. Era cresciuto a Jackson Hole, ma aveva passato gli ultimi dieci anni a Sacramento, nove dei quali sposato con Lindsay. Avrebbe dovuto immaginare quando, nove anni prima, lei gli aveva chiesto di firmare un accordo prematrimoniale che per quanto duramente avesse lavorato non sarebbe mai stato considerato un socio paritario nella scuderia. I genitori di lei non perdevano occasione per ricordargli che era solo grazie a loro che aveva un'attività e una casa. Lindsay non li aveva mai smentiti e dopo il primo anno di matrimonio la loro relazione aveva già cominciato a dare segni di cedimento. Meno male che il suo vecchio amico Jack Chance gli aveva offerto quel lavoro l'autunno prima. Nash era uscito dalla brutta esperienza del matrimonio senza niente a parte un furgone che, tra l'altro, aveva anche bisogno di essere sistemato. Continuava a rimandare perché ormai lo usava raramente. Se si allontanava lo faceva per lavoro e in quel caso usava i mezzi del ranch, come in quel frangente. Vitto e alloggio erano compresi perciò riusciva a mettere via qualcosa che, grazie ai consigli di un ottimo consulente di Jackson, stavano fruttando bene. Prima o poi sarebbe riuscito ad avere la somma 12


che gli serviva per accendere un mutuo e comperarsi un posto tutto per sé. Il furgone del ranch era parcheggiato vicino alla casa padronale a due piani. Mentre percorreva la breve distanza, fece roteare le spalle in modo da alleviare la tensione che si era formata nel momento in cui aveva aperto la busta arrivata da Sacramento. Detestava pensare che la sua vita avesse preso una piega negativa, ma a volte gli pareva che fosse davvero così, specialmente quando paragonava la sua situazione a quella di Jack Chance. Jack era tecnicamente il suo capo, anche se non glielo avrebbe mai fatto pesare. Erano amici fin dai tempi della scuola, quando avevano giocato nella stessa squadra di football. Ora però le loro vite erano molto diverse. Il padre di Jack era morto parecchi anni prima in un incidente, lasciando tutto quello che possedeva alla moglie e ai tre figli. Il ranch Last Chance e i cavalli. In quanto primogenito, Jack si occupava della contabilità insieme a sua madre Sarah. Nick, il fratello di mezzo, era un veterinario e aveva uno studio tutto suo, ma si occupava anche della salute degli animali al ranch. Gabe era quello che montava i cavalli del Last Chance alle gare e che esibiva quelli in vendita. Sarah e il suo fidanzato, Pete Beckett, vivevano nella casa padronale, mentre ogni figlio si era preso una parte di terra su cui costruire la propria dimora. Non c'erano dubbi: i fratelli Chance erano stati baciati dalla fortuna. Nash non era invidioso, ma gli sarebbe piaciuto avere una stabilità emotiva e finanziaria simile alla loro. Per ora si limitava a lavorare sodo per comperarsi una casa prima di cercare la persona giusta da amare. Non intendeva legarsi con nessuno fino a quando non avesse ottenuto una certa stabilità economica. Aveva imparato la lezione. Salito sul furgone polveroso lo mise in moto e partì. La lunga e tortuosa strada che collegava il ranch all'autostrada costituiva sempre una sfida, ma se non altro quel giorno era 13


asciutta. Il padre di Jack l'aveva lasciata deliberatamente sterrata per scoraggiare le violazioni della proprietà e i suoi figli avevano deciso di onorare la tradizione. Tuttavia una sistematina non le avrebbe fatto male. Chissà quante volte Jack aveva dovuto far cambiare le sospensioni del suo furgone a causa delle buche. Dopo una corsa spaccaossa, Nash raggiunse l'incrocio con il cartello che segnalava l'ingresso al ranch. A sinistra, a dieci miglia di distanza, c'era la cittadina di Shoshone dove si approvvigionavano di cibo, carburante e articoli indispensabili e dove si trovava lo Spirits and Spurs, il bar di Josie, la moglie di Jack. Se invece serviva qualcosa di più particolare, bisognava guidare per un'ora per raggiungere Jackson. Nash svoltò a destra verso il Triple G, la cui proprietà era molto meno estesa di quella del Last Chance. Nash ricordava che i Grace non avevano mai socializzato più di tanto con i vicini, cosa poco comune da quelle parti, ma in fondo non tutti i contadini erano gente socievole. Grace. Sentendo quel nome ora gli sarebbe sempre venuto un nodo allo stomaco. Probabilmente il suo matrimonio era destinato a fallire fin dal principio, dal momento che i ricchi genitori di Lindsay non lo avevano mai accettato, ma quando lei aveva cominciato a leggere i libri scritti da Bethany Grace, le cose erano cambiate radicalmente. Lindsay usava la frase di Bethany Grace: La felicità è una scelta come un mantra ogni volta che litigavano. Quando Lindsay aveva insistito per fargli leggere il bestseller di quel momento, Vivere con grazia, lui aveva fatto del suo meglio, ma non era riuscito a superare le venti pagine. Era evidente che quella donna viveva sotto una campana di vetro e non sapeva niente delle relazioni umane vere. Ma Lindsay la riteneva un genio ed era convinta che insistendo sul presupposto che la felicità era una scelta, qualsiasi problema poteva essere risolto. Nel frattempo Lindsay aveva ignorato totalmente il suo im14


pegno lavorativo non facendo altro che ricordargli in maniera sottile che, dal momento che i soldi li aveva lei, lui doveva considerarsi poco più di uno stalliere. Era stata una morte lenta. Uno stillicidio. E più lui si deprimeva e si arrabbiava, più lei ripeteva il suo mantra: La felicità è una scelta. Era talmente assorto nei suoi pensieri che per poco non oltrepassò la svincolo per il Triple G. L'insegna rovinata dagli agenti atmosferici era piccola. La notò all'ultimo momento e sterzò troppo in fretta, sollevando una nuvola di polvere e rischiando di falciare il paletto con il cartello. Meno male che si trovava lì per proteggere una proprietà e non per distruggerla. La strada che portava al Last Chance era una favola paragonata a quella collezione di buche. Rallentando cercò di evitarne il più possibile. Gli adolescenti che avessero deciso di violare la tenuta si sarebbero pentiti amaramente, lasciando le sospensioni della loro macchina nuova su quelle buche. Dovendo fare attenzione allo sterrato non riuscì a capire che cosa causava il fumo. L'odore lo raggiunse molto prima del suo arrivo sulla scena. Alla fine parcheggiò nella radura infestata dalle erbacce e circondata dalla collezione di edifici trascurati che rappresentavano il ranch Triple G. Nella zona che costituiva il cortile antistante la costruzione principale, una poltrona di pelle bruciava e una donna dai capelli scuri, con tacchi alti, gonna corta e giacca beige era in piedi a guardare lo spettacolo con un accendino al butano in mano. Sembrava da sola e con ogni probabilità doveva trattarsi della figlia urbanizzata. Un fuoristrada rosso era parcheggiato accanto alla casa a distanza di sicurezza dalla poltrona in fiamme. Se avesse dovuto tirare a indovinare, Nash avrebbe detto che la ragazza era arrivata con quel veicolo, ma non riusciva a immaginare perché avesse dato fuoco a quell'oggetto. L'azione doveva essere stata deliberata. E difficile. Quel genere di poltrone di solito erano in materiale ignifugo il che spiegava l'odore. Probabilmente per avviare la combustione la 15


ragazza aveva usato della benzina. A confermare la sua ipotesi notò una latta a una certa distanza. Prima di tornare a guardare il rogo, lei gli lanciò una rapida occhiata. Le fiamme si stavano spegnendo sopra al mucchio nero e ardente. Aveva avuto la meglio sulla poltrona, ma se desiderava distruggerla completamente avrebbe dovuto cospargerla con altra benzina e riattizzare il fuoco, oppure passarle sopra con il fuoristrada rosso. Entrambe le opzioni gli strapparono una smorfia. Decise di intervenire prima che la ragazza procedesse all'eliminazione scegliendo una delle due modalità. Emmett gli aveva chiesto di controllare e lui lo avrebbe fatto. Nel frattempo sperava di riuscire a soddisfare la sua curiosità perché il falò della poltrona era la cosa più stupida che avesse mai visto e voleva conoscere le ragioni di tanta stupidità. Sceso dal furgone e cercò di non respirare troppo a fondo. Chissà quali sostanze tossiche si erano sprigionate. Era meglio spegnere subito il fuoco, se non altro per ragioni ecologiche. Sentendo la portiera sbattere, la ragazza si voltò di nuovo. Questa volta sostenne il suo sguardo mentre la raggiungeva. Da lontano sembrava pulita e composta, ma più Nash si avvicinava più quell'impressione svaniva. La manica sinistra della giacca beige era strappata e la camicia bianca era sporca di nero. Le calze di nylon mostravano una serie di smagliature e i tacchi erano rovinati. Apparentemente, nonostante fosse vestita per andare in ufficio, aveva trascinato fuori la poltrona prima di procurarsi la benzina e l'accendino al butano. A giudicare dal trucco sbavato e da come i capelli corti e scuri le si erano appiccicati alla fronte e al collo, lo sforzo l'aveva fatta sudare. Dal mascara colato si intuiva che aveva pianto per la rabbia o per il fumo. Forse per entrambi. A Nash bruciavano gli occhi e si trovava lì solo da pochi minuti. Si fermò a un paio di metri da lei. Gli occhi grigi della ra16


gazza sarebbero potuti essere belli se non fossero stati tanto arrossati. Quando si trovava davanti a una persona turbata, di solito Nash cercava di alleggerire la tensione. «Voglia di cambiare arredamento?» Lei lo guardò come se avesse detto qualcosa di estremamente stupido, il che era vero. Non sembrava incline allo scherzo. Peccato. Asciugandosi gli occhi con il dorso della mano libera lo guardò dall'alto in basso. «Chi sei e che cosa ci fai qui?» «Mi chiamo Nash Bladsoe. Lavoro al Last Chance. Il caposquadra ha visto del fumo e mi ha chiesto di venire a controllare, convinto che qualcuno avesse violato la tenuta.» «Oh...» mormorò lei a quelle parole, guardando l'esalazione che saliva verso il cielo blu come se si rendesse conto solo in quel momento che altri avrebbero potuto notarla. «Mi dispiace. Va tutto bene. Non sono un intruso. Sono la fortunata proprietaria.» Quindi doveva essere la figlia di Grace. Nash se ne sarebbe potuto tornare al Last Chance, ma decise altrimenti. Il fumo era inquinante e poi voleva scoprire perché quella donna aveva dato fuoco alla poltrona. «Senti, è chiaro che vuoi disfarti della poltrona, ma con i tuoi metodi stai avvelenando l'aria.» «Non ci avevo pensato.» Prima sollevò lo sguardo verso il cielo poi lo abbassò di nuovo su quello che restava del suppellettile. «Immagino che non ci sia un estintore funzionante in questo posto.» «Si dà il caso che ne abbia uno nel furgone. Vado subito a prenderlo.» La ragazza parve esitare, riluttante ad accettare il suo aiuto. Lui le offrì un sorriso di incoraggiamento. «Non c'è altro da fare. Una volta spente le fiamme studieremo un modo per portarla in discarica.» «Non sarebbe meglio scavare un buco e seppellirla?» «Servirebbe un buco molto grande.» «Non importa. Scavare mi farà bene.» 17


Nash la guardò negli occhi riconoscendo la collera, il dolore e la frustrazione che anche lui aveva tentato di scaricare spalando letame. Non aveva altre domande da farle. Era arrabbiata con qualcuno, probabilmente con la persona che aveva trascorso tanto tempo su quella poltrona. Verosimilmente il suo defunto padre. La combinazione di collera e dolore spingeva la gente a fare cose strane. La ragazza sembrò capire di aver trovato qualcuno che poteva capirla perché la sua espressione si svuotò del disprezzo e dell'atteggiamento di sfida. Quando il suo sguardo si raddolcì diventò ancora più bella, nonostante il mascara sbavato e i capelli madidi di sudore. «Vado a prendere l'estintore. Una cosa per volta.» «Va bene.» Anche il tono della sua voce si era raddolcito. «Grazie.» Mentre tornava al furgone, Nash sentì un sorriso incurvargli le labbra. Era da molto tempo che non si calava nel ruolo di eroe davanti a una donna. Dopo aver spento il fuoco, avrebbe avvolto quello che restava della poltrona in un telo e lo avrebbe caricato sul furgone per portarlo subito in discarica. Non c'era bisogno che lei scavasse una buca. Dovevano pur esserci altri lavori con cui sfogare la rabbia in una topaia come quella. «È meglio che tu stia indietro» la avvertì quando fu di ritorno con l'estintore. La ragazza indietreggiò. Considerato quanto il terreno era sconnesso, si muoveva bene sui tacchi vertiginosi, quindi doveva essere abituata a portarli. «Penserai che sono una pazza.» «No. So che cosa significa essere infuriati e aver bisogno di trovare un bersaglio su cui sfogare la propria rabbia.» «È una descrizione accurata del mio stato d'animo, ma adesso mi sembra di essermi comportata in modo infantile.» «Niente affatto. La tua reazione denota un certo stile.» Quando ebbe finito di cospargere la poltrona di schiuma igni18


fuga sembrò soddisfatto. «Così dovrebbe bastare.» Voltandosi si accorse che la ragazza stava sorridendo. Aveva una bella bocca. Una volta ripulita doveva essere molto carina. «Ti senti meglio?» «Sì.» «Perfetto. Quindi tu sei sua figlia?» La ragazza annuì. «L'avevo immaginato, ma non mi ricordo il tuo nome. Noi due andavamo nella stessa scuola, ma io ero avanti di qualche anno.» «Non credo che tu possa avermi notata, ero una sfigata allora. In compenso io mi ricordo di te. Nash Bladsoe. Eri l'idolo delle ragazze.» Con suo grande disappunto, Nash si sentì arrossire. «Non saprei, in ogni caso il tuo cognome è Grace o qualcosa del genere, giusto?» «Sì. Immagino che tu non abbia saputo della mia carriera.» «No, mi dispiace. Emmett si è limitato a dire che ti sei urbanizzata» le spiegò lui. «Be', è mortificante, ma in fondo ho perso i contatti con tutti qui e i miei non erano molto socievoli e di certo non si sarebbero mai vantati.» «Di che cosa?» «Del fatto che sono una scrittrice di successo. Il mio ultimo libro è in cima alle classifiche.» Lo stomaco di Nash si chiuse in una morsa. No, non poteva essere. Coincidenze di quel genere non si verificavano nella vita reale. «Che cosa scrivi?» «Manuali che aiutano la gente a stare bene.» Nash sentì la gola asciugarsi e il cuore battere più forte. «Tu sei Bethany Grace?» gracchiò. «Allora hai sentito parlare di me!» Sembrava compiaciuta. «Oh sì» annuì lui a quel punto, stordito. «I tuoi libri hanno reso la mia vita matrimoniale un vero inferno.» 19


321 Più sexy del peccato di L. Wilde

Boone Toliver vuole evitare che la sorella si sposi con un uomo che conosce appena. Il problema è che ha solo cinque giorni di tempo per arrivare in Florida. Accetta quindi un passaggio in macchina da Tara Duvall, la sua vicina, che eccita le sue fantasie più proibite...

Sogni roventi di T. Weber

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322 Accordo a fior di pelle di V. L. Thompson Come autrice di bestseller motivazionali, Bethany avrebbe consigli da darsi... Quando torna al ranch paterno, ormai in rovina, non riesce a placare la rabbia. Nash le propone un accordo, ma riuscirà a rispettarlo tenendo le mani lontane da quel corpo da urlo?

L'uomo di mezzanotte di K. Lyons

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DAL 7 AGOSTO 323 Acque profonde di L. Wilde

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Laguna blu di L. Wilde

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324 Un corpo da studiare di V. L. Thompson In Wyoming, Naomi sarà occupata a osservare una famiglia di rapaci in via d'estinzione. Mentre lei è al suo punto d'osservazione, coinvolge Luke Griffin in una doccia fuori programma. E quando lui si toglie la camicia... l'aria tutt'intorno comincia a crepitare...

Sette giorni per averti di V. L. Thompson

Per affrontare un servizio fotografico Michael, autore di tascabili western di successo, dovrà imparare tutto della vita di un ranch. Ma come concentrarsi quando lo sguardo di lui è attratto dalle curve provocanti di Keri, ex reginetta e ora governante al ranch...


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