Un'esca irresistibile
Sedotti dal desiderio
Titoli originali delle edizioni in lingua inglese: Unexpected Temptation My Secret Fantasies Harlequin Blaze © 2014 Samantha Hunter © 2014 Joanne Rock Traduzione di Elisabetta Frattini Traduzione di Anna De Figueiredo Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Temptation febbraio 2015 Questo volume è stato stampato nel gennaio 2015 presso la Rotolito Lombarda - Milano HARMONY TEMPTATION ISSN 1591 - 6707 Periodico mensile n. 329 del 5/02/2015 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 128 dello 07/03/2001 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano
SAMANTHA HUNTER
Un'esca irresistibile
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Attraverso le sbarre, Luke Berringer guardava nella cella accanto alla sua la donna più bella che avesse mai visto. Se non si fosse trovato nei pressi di casa sua quel pomeriggio, poco prima che una bomba la facesse saltare in aria, ora nessuno dei due sarebbe stato lì, in attesa che la polizia capisse che cosa era successo. Erano entrambi dietro le sbarre solo perché lei aveva insistito nel sostenere di non conoscerlo e nel fornire una falsa identità. Nicole Brooks recitava la parte della vittima incolpevole quando in realtà era tutt'altro che innocente. Ma lui avrebbe provato la sua colpevolezza. Contro ogni ragionevole dubbio. Di nuovo lanciò un'occhiata all'orologio che non aveva più al polso, ma che era stato infilato in una busta trasparente. Gli sarebbe stato restituito solo al momento del rilascio, che si augurava fosse imminente. I suoi cugini, gli altri membri della Berringer Bodyguards, lo avrebbero tirato fuori di lì al più presto. Nicky non sarebbe stata altrettanto fortunata, pensò osservandola camminare avanti e indietro nella cella confinante con la sua. Tra Nicky e Vanessa Grant, la nuova identità che aveva assunto, c'erano delle differenze sottili, che sarebbero sfuggite ai più. In ogni caso, dietro l'apparenza più dolce e gentile di Va7
nessa, Luke aveva subito riconosciuto la vera Nicky. «Devo dire che il nuovo look ti dona. Ma un'insegnante elementare... I bambini non ti sono mai piaciuti. La posta in gioco deve essere molto alta perché tu ti sia prestata a vivere in modo tanto dimesso giorno dopo giorno.» Lei si voltò a guardarlo. «Smettila di chiamarmi Nicky.» «A minuti scopriranno la tua vera identità, quindi a che pro continuare a fingere? È meglio che ti abitui a stare dietro le sbarre perché ci dovrai stare a lungo.» Nicky scosse la testa sbuffando, poi si aggrappò alle sbarre e lo guardò dritto negli occhi. «Per come la vedo io, signor Berringer, a patto che questo sia il tuo vero nome, anche tu sei dietro le sbarre. Io, se non altro, sono qui in veste di vittima. È su di te che stanno facendo delle ricerche. Strana coincidenza che tu sia apparso proprio un attimo prima che la mia casa saltasse in aria e che sapessi esattamente quanto e quale esplosivo conteneva e quando si sarebbe innescato. Quello che mi sfugge è il movente. Perché volevi uccidermi? Non ti conosco nemmeno.» A quel punto Luke strinse le mani sulle sbarre, sopra a quelle di lei, trattenendola. «Certo che mi conosci. E molto bene anche. Intimamente. Così come io conosco te. So com'è liscia la tua pelle, come sono morbide le tue labbra e come urli quando...» «Smettila...» sibilò lei, liberandosi. «Tu non sai niente di me, soprattutto non certe cose.» Era arrossita e lo stava incenerendo con lo sguardo. Il respiro accelerato attirò l'attenzione di Luke sulla scollatura della maglietta che indossava. «Ti sei anche fatta fare un ritocchino da quelle parti, vero? Una taglia in meno.» Lei sgranò gli occhi incredula. Luke rise. «Sempre molto bello, ma meno appariscente. Immagino non volessi attirare troppa attenzione nella tua nuova posizio8
ne, ma a quanto pare non ha funzionato, visto che qualcuno voleva farti saltare per aria insieme alla tua casa. Ti ho salvato la vita. Hai tralasciato questo dettaglio. Credimi, dopo le prove che ho fornito agli investigatori, sei tu quella nei guai, tesoro. E io non potrei essere più felice.» L'aggressività scomparve dall'espressione di Nicky, scalzata dalla stanchezza e dall'apprensione. Sembrava sul punto di scoppiare in lacrime. «Perché lo fai? Mi hai salvato la vita, ma ti comporti come se mi odiassi. E non mi conosci nemmeno. È chiaro che mi hai scambiata per un'altra, questa Nicky, chiunque sia.» «Non ti odio, voglio solo vederti pagare per quello che hai fatto. A me e agli altri innocenti.» Vanessa lo guardò con fare pensieroso, asciugandosi le lacrime. «Che cosa avrei fatto di preciso?» Quindi era quello il gioco a cui voleva giocare. Molto bene. In quel momento lui non aveva altro da fare perciò si sedette sulla brandina e prese un respiro profondo. «Hai rubato un software segreto con l'intenzione di venderlo al miglior offerente. Immagino che il piano sia fallito dal momento che sei qui in Florida per un nuovo colpo e che il software non è mai stato usato.» Luke fece una pausa prima di continuare. «Sei venuta a letto con me, riuscendo a convincermi che tra noi ci fosse qualcosa di importante, tanto da indurmi ad abbassare la guardia. Mi hai messo nei guai e hai messo nei guai Marcus Yates, che si è ucciso dopo che io l'ho accusato del furto che invece avevi commesso tu. Quindi siamo entrambi colpevoli. Noi due abbiamo spinto una persona a togliersi la vita. Ma sei stata tu a orchestrare tutto e non la passerai liscia.» Luke era rimasto calmo e lei lo aveva ascoltato, folgorata. «È terribile, ma io non ho fatto niente del genere. Insegno qui da otto anni, non ti ho mai conosciuto, non sono mai venuta a letto con te e...» «Ti prego» la interruppe lui alzando una mano. «Non vo9
glio sentire le tue menzogne. Non riuscirai a farmi fesso una seconda volta.» All'improvviso Luke si sentì stanco. Chiudendo gli occhi, incrociò le braccia. Non aveva più voglia di giocare. Voleva che quella faccenda si concludesse una volta per tutte. Lei non aggiunse altro e lui scivolò in una nebbia mentale dalla quale uscì solo quando il detective aprì la sua cella. «Signor Berringer, è libero di andarsene.» «Ma come! Mi state prendendo in giro? Con ogni probabilità ha fatto saltare in aria la mia casa!» esclamò lei. «Non ci sono prove a suo carico, signorina Grant. Il signor Berringer è una guardia del corpo e le ha salvato la vita. Aspettiamo le ultime conferme sulla sua deposizione poi lasceremo uscire anche lei.» «Ma...» Luke sorrise uscendo dalla cella sotto lo sguardo incredulo di Nicky. La salutò con la mano, sorridendo della sua espressione furiosa. Si era attaccata alle sbarre con tanta forza che le sue nocche erano diventate bianche. Luke era sicuro che la polizia l'avrebbe smascherata e trattenuta. L'avrebbe rivista al processo, quando lo avrebbero chiamato a testimoniare contro di lei. Alla fine giustizia sarebbe stata fatta. Mentre percorreva il corridoio verso l'uscita, il suo cellulare squillò. Era suo cugino Garrett. Luke uscì nel parcheggio della centrale di polizia di Tampa e gli raccontò quello che era successo. «Sono contento che ti abbiano rilasciato.» «Sì, grazie per aver garantito per me.» «Non c'è di che. Jonas voleva che ti lasciassimo cuocere a fuoco lento per un giorno o due.» «Divertente. Avete trovato niente su Vanessa Grant?» «Mi dispiace, Luke, so che non ti piacerà, ma quella di Vanessa Grant sembra un'identità autentica: curriculum, impron10
te digitali, certificato d'adozione, tutto collima. È stata adottata a dodici anni, si è diplomata ed è andata al college. È tutto nero su bianco. Ammetto che assomiglia parecchio a Nicole Brooks, ma all'epoca in cui tu eri con Nicky lei lavorava già come insegnante. Ci sono le sue foto sull'annuario. Non è lei.» Luke chiuse gli occhi. Era possibile che si trattasse di uno scambio di persona? No, l'aveva vista e da vicino. Quella donna era Nicky. «Garrett, quante insegnanti elementari conosci a cui hanno fatto esplodere la casa? È chiaro che io non sono l'unico che le sta alle costole e c'è un motivo.» «In effetti il tuo ragionamento fila. Ma se si tratta di una copertura è decisamente la migliore nella quale mi sia mai imbattuto. Vive alla luce del sole da decenni e non cerca di nascondere niente.» «Così pare» commentò Luke tentando di capire come Nicole fosse riuscita nel suo intento. In fondo nemmeno lei poteva essere in due posti diversi nello stesso momento. Si era procurata una complice? Aveva approfittato di un'altra persona innocente per portare a compimento il suo piano? Era una possibilità. Nicole poteva aver usato Vanessa Grant per tutto il tempo, senza che lei se ne rendesse conto. E forse ora non aveva più bisogno di lei, oppure la considerava una minaccia, una questione in sospeso. Questo avrebbe spiegato l'attentato. E in quel caso Vanessa era ancora in pericolo. Luke illustrò la teoria a Garrett. «È possibile. Tu come intendi agire?» «Non lo so. Aspetterò. La seguirò per vedere che cosa succede. Se è Nicole, prima o poi commetterà un errore. Se non lo è, chi la vuole morta attenterà di nuovo alla sua vita e a quel punto scoprirò di chi si tratta, arrivando a Nicky.» «Fai molta attenzione, Luke. Questo genere di lavoro è già abbastanza difficile quando si sa da chi proviene la minaccia.» «Farò attenzione e ti terrò aggiornato» promise a suo cugino, concludendo la telefonata. 11
Garrett temeva che non avesse ancora superato del tutto i traumi subiti in passato, ma si sbagliava. Un tempo Luke era stato all'apice dell'universo della tecnologia grazie alla sua società di software che gli aveva fatto guadagnare più denaro di quanto gliene servisse, ma per colpa di Nicky il suo mondo si era capovolto. Non sentiva la mancanza del lavoro e nemmeno della ricchezza. C'era voluto parecchio tempo per ritrovare l'equilibrio, ma alla fine ci era riuscito. La vita che conduceva ora gli piaceva, così come gli piaceva lavorare con i suoi cugini. Ma aveva bisogno di chiudere il cerchio per potersi muovere verso il futuro che lo aspettava. Doveva consegnare Nicole alla giustizia, a maggior ragione se si era approfittata di un'altra persona innocente. Perciò ora non gli restava altro da fare che scoprire se Vanessa Grant fosse veramente innocente o meno. Vanessa fissò la parete sudicia della cella. Sentiva dolori dappertutto, era sporca e stanca. Continuavano a dirle che l'avrebbero rilasciata presto, ma ormai era sera e lei era ancora lì, trattenuta come una criminale, probabilmente a causa di quel Luke Berringer che, a differenza di lei, ora era libero come l'aria. Se non fosse stato per i lividi causati dall'esplosione e dall'intervento tempestivo di Berringer, avrebbe pensato che fosse tutto un sogno. Quell'uomo era uno squilibrato che se ne andava in giro alla ricerca di una donna immaginaria che gli aveva rovinato la vita, eppure la polizia lo aveva rilasciato. Non riusciva a credere che fosse una guardia del corpo. Aveva letto da qualche parte di persone affette dal complesso dell'eroe che inscenavano disastri per poter salvare qualcuno e attirare l'attenzione su di sé. Tuttavia quell'uomo non voleva essere ringraziato, ma solo farla arrestare. Aveva anche detto che erano stati intimi. Vanessa si strinse le braccia intorno al corpo, reprimendo 12
un brivido. Luke Berringer era molto bello, ma il modo in cui l'aveva guardata l'aveva fatta sentire a disagio così come quello che aveva detto. Vanessa si sforzò di essere pratica. Nonostante tutta la sua vita fosse andata in fumo nell'esplosione, doveva preparare le lezioni, sbrigare alcune faccende improrogabili e di lì a due ore partecipare a una riunione a scuola. Aveva bisogno di farsi una doccia e di comperare dei vestiti nuovi. Non era morta nell'esplosione e voleva continuare a vivere. Quando si rese conto che non si sarebbe potuta fare una doccia perché non aveva più un bagno, ricominciò a tremare. Non aveva più una casa. Non aveva più niente, se non i vestiti che indossava, la borsetta e la macchina, sempre che esistesse ancora. Le girava la testa e Vanessa si sedette sulla branda. Dove poteva andare? Non poteva permettersi di alloggiare in un albergo per più di una notte o due. Quanto tempo avrebbe impiegato l'assicurazione a rifonderla? Copriva gli attentati? Doveva chiamare i suoi familiari e fare un milione di altre cose a cui non riusciva nemmeno a pensare. Doveva a tutti i costi uscire di lì. Respirando a fondo cercò di concentrarsi sul presente. «Ehi, sta bene?» le chiese il poliziotto avvicinandosi alla cella. «Mi dispiace che ci sia voluto così tanto tempo, ma dovevamo accertarci che lei fosse chi diceva di essere.» Il detective aprì la porta della cella, invitandola a uscire. Vanessa esitò. Dove poteva andare? Raddrizzando le spalle, uscì dalla cella. Il detective era un uomo avanti con l'età, dallo sguardo buono e segnato dalle troppe cose brutte che aveva visto. Quando le posò una mano sulla spalla, lei sobbalzò, afferrandola subito dopo in una mossa di autodifesa. Il suo padre adottivo le aveva insegnato a difendersi e quando era sotto pressione o si sentiva minacciata, i vecchi insegnamenti tornavano a galla. L'infanzia difficile, segnata dagli spostamenti da un istituto 13
all'altro, l'avevano allenata a essere sempre pronta a reagire. Sentirsi toccare da un estraneo, benché mosso dalle migliori intenzioni, in quel momento era un'attenzione indesiderata. «Mi dispiace» si scusò. «Sono un po' scossa.» «Non si preoccupi, è comprensibile. Volevo che mi parlasse dei piccoli incidenti che sostiene le siano capitati negli ultimi tempi. È stata oggetto di molestie? Ha sporto denuncia?» Vanessa aveva già reso una deposizione scritta, ma sospirando si rassegnò a rispondere. «No. Ho ricevuto delle strane telefonate, cose del genere, ma niente di simile a quello che è successo oggi.» «Va bene. Le dispiace se facciamo una ricerca sui tabulati della sua linea telefonica? Abbiamo bisogno del suo permesso» le spiegò il detective. «Per me va bene.» Non aveva niente da nascondere. «Grazie. Con questo l'indagine dovrebbe essere chiusa. Ha un posto dove andare a dormire questa notte?» «Mi farò venire in mente qualcosa.» «Considerate le circostanze sarebbe meglio che restasse qui per qualche notte, fino a quando non riusciremo a capire chi ha sistemato l'esplosivo e perché.» «Non posso. Ho perso... tutto, ma ho ancora un lavoro e non voglio perdere anche quello. Devo preparare le lezioni per il nuovo anno scolastico, spedire le lettere ai genitori e... ho troppe cose da fare, non posso nascondermi.» «Non crede che i suoi superiori capirebbero, viste le circostanze?» le fece notare il detective. «No, anche perché sono convinta che si tratti di un errore. Non ho bisogno di protezione perché nessuno vuole uccidermi. A proposito, chi mi assicura che non sia stato quel Luke Berringer a mettere l'esplosivo?» «Io. Il signor Berringer non è un sospettato» sentenziò il detective. «E allora che cosa ci faceva nel mio giardino?» «L'ha scambiata per un'altra persona. Abbiamo controllato 14
le sue credenziali e le sue referenze. Era a capo di un'importante società informatica e ora è una guardia del corpo e lavora per un'agenzia di sicurezza molto quotata a Philadelphia. Non ha precedenti penali ed era venuto da lei per parlarle. Dalla finestra ha visto l'esplosivo e ha agito in fretta. È stata una fortuna che fosse lì, signorina Grant, altrimenti lei sarebbe morta.» Proprio una fortuna. «Sa perché mi cercava o cercava la persona che mi assomiglia?» si azzardò a chiedergli. «Questo deve chiederlo a lui.» Vanessa aggrottò la fronte pensando a quanto Berringer fosse alto e forte. Quando l'aveva presa per un braccio per farla saltare lontano dal portico, aveva attutito la caduta con il suo corpo e in quel frangente lei aveva avuto modo di scoprire quanto fosse solido. Scioccata, si era stretta a lui sul marciapiede e per un attimo, tra le sue braccia, si era sentita al sicuro. Sensazione che era scomparsa quando l'aveva guardato negli occhi verdi e freddi, carichi di disprezzo. Perché la disprezzava? «Già.» Vanessa si alzò. Trovarsi in una centrale di polizia la faceva sentire a disagio. C'era stata altre volte da piccola, dopo ogni fuga dagli istituti. I poliziotti si erano sempre dimostrati gentili con lei, ma ogni volta l'avevano riportata dove non voleva stare. Le cose erano peggiorate dopo che l'avevano divisa da suo fratello e da sua sorella. Non li aveva più visti da allora. Nessuno voleva adottare tre bambini in un colpo solo e alla fine si erano persi di vista. Vanessa non era ancora riuscita a rintracciarli, ma non si dava per vinta. Trovarsi lì fu come fare un tuffo nel passato e rivivere la paura che l'aveva accompagnata da bambina fino quando, a 15
dodici anni, era stata adottata. Se non fosse stato per i suoi genitori adottivi chissà come sarebbe finita. I Grant le avevano offerto una vera casa, stabilità e una guida morale. Ma che cos'era successo a Julie e a Max? Quando pensava a loro le si stringeva il cuore. «Dovrebbe farci sapere dove intende alloggiare. Ha una famiglia qui?» «No.» Vanessa non intendeva coinvolgere la sua famiglia in quel pasticcio. I suoi genitori si erano trasferiti dalla Florida nel Vermont per stare vicino agli altri componenti della famiglia. Li avrebbe chiamati prima che venissero a sapere dell'esplosione, magari dalla televisione. «Se avete bisogno di contattarmi, avete il mio numero di cellulare. Grazie di tutto» concluse salutando il detective con un sorriso prima di avviarsi verso l'uscita.
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329 Un'esca irresistibile di S. Hunter Luke Berringer aveva raggiunto il successo prima di perderlo per una donna. Ora, lavorando nell'agenzia di famiglia come bodyguard, è determinato a rintracciarla per fargliela pagare. Quando trova quella che crede essere Nicole Brooks, però, ha una sorpresa...
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