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CHATSFIELD HOTEL Sinonimo di Stile, esclusività e lusso Quest’anno, da MARZO ad OTTOBRE, non perdete nemmeno un’uscita della serie
CHATSFIELD HOTEL Negli hotel più esclusivi di tutto il mondo, da Londra a Sydney, la famiglia Chatsfield e la loro ricca clientela vi coinvolgeranno in torbidi scandali e passioni travolgenti.
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MARION LENNOX
Tentazioni dal passato
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: A Secret Shared... Harlequin Mills & Boon Medical Romance © 2014 Marion Lennox Traduzione di Daniela De Renzi Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Serie Bianca ottobre 2015 Questo volume è stato stampato nel settembre 2015 presso la Rotolito Lombarda - Milano HARMONY SERIE BIANCA ISSN 1122 - 5420 Periodico settimanale n. 1666 del 27/10/2015 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 377 dello 09/02/1982 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano
1 «E lei vorrebbe aiutare il bambino con canti sacri e delfini?» commentò il benzinaio con aria perplessa. Il dottor Jack Kincaid lanciò un'occhiata al ragazzino pallido, seduto accanto a lui sulla macchina, e si augurò che non stesse ascoltando. Dal giorno dell'incidente nel quale erano rimasti uccisi i genitori, Harry parlava a stento. «Il santuario ha un'ottima reputazione» affermò Jack non sapendo che cos'altro dire. Si trovavano a trecento miglia da Perth e si stavano dirigendo in una delle zone più remote dell'Australia, al Dolphin Bay. «Suo figlio ha problemi?» domandò ancora l'altro, e a quelle parole Jack premette il telecomando dell'auto per alzare il finestrino e impedire a Harry di sentire. Ma il bambino non sembrava averci fatto caso. «È rimasto ferito in un incidente d'auto» spiegò Jack a disagio. Quel tizio lo stava sottoponendo a un interrogatorio. «Lei è il padre?» «Lo zio. I genitori sono rimasti uccisi.» «Poveretto» affermò l'uomo, scuotendo la testa. «Ma perché lo porta al Dolphin Bay? La imbroglieranno, amico. Una volta da queste parti si pescava bene. Ma quegli hippy hanno avuto il permesso di dare da 5
mangiare ai delfini. Li trattengono nell'area protetta, invece di lasciarli nuotare in mare aperto.» «Da quanto tempo li usano per curare la gente?» «Da quand'è arrivata quella dottoressa Kate. È un posto pieno di gente strampalata, convinta che serva più la meditazione che guardare in faccia la vita. Per me l'unico delfino buono è un delfino morto. Se soltanto ci lasciassero sparare...» Fortunatamente il serbatoio era pieno e Jack tirò fuori il portafoglio con un sospiro di sollievo. «Tenga pure il resto.» Voleva andarsene il più in fretta possibile. «Ci compri delle esche.» «Grazie, amico» affermò l'uomo soddisfatto. «Ma se fossi in lei, mi cercherei un posto in un motel e porterei il bambino a pescare. Molto meglio che mescolarsi a quegli hippy stravaganti.» Era quello che pensava anche Jack. «Fosse per me, ci andrei di corsa» borbottò serio. «E allora che cos'è che glielo impedisce?» «Donne...» replicò Jack, prima di riuscire a trattenersi. «Non ci limitano forse tutti quanti?» La morte del piccolo Toby Linkler era stata improvvisa. Un evento da spezzare il cuore, ma allo stesso tempo una benedizione. Kate stava osservando Amy, la madre, che teneva il bambino tra le braccia. Il viso emaciato di Toby, provato da mesi di chemioterapia, pareva illuminato dall'interno. Il piccolo aveva riso. Poi Hobble, il delfino, si era immerso e lo aveva sospinto con delicatezza fuori dall'acqua. E in quello stesso istante lo sguardo di Toby si era come rivolto verso l'interno. Kate si era avvicinata, ma a quel punto lui se n'era già andato. La madre del bambino era scoppiata in singhiozzi, 6
rimanendo immobile, e il cerchio dei delfini si era fatto più ampio, come se gli animali volessero fare la guardia, pur tenendosi a distanza. «Se n'è... andato» mormorò Amy con un filo di voce. «I medici avevano detto... Avevano detto che avrebbe potuto...» Li avevano avvisati che avrebbero potuto esserci dei mancamenti, seguiti da morte improvvisa. Kate aveva studiato la cartella clinica. Toby aveva soltanto quattro anni e un tumore al cervello, parzialmente rimosso circa un anno prima. La massa rimasta era stata ridotta con la chemioterapia, ma poi aveva ricominciato ad aumentare. Le ultime annotazioni dicevano: «Se il tumore rimane invariato, la prognosi è di qualche settimana. Consigliate cure palliative. Rinviato al medico di base». Ma una mamma nel Reparto di Oncologia pediatrica aveva parlato a Amy del Dolphin Bay e del loro programma. Kate aveva fatto fatica a trovar loro un posto. Ringraziò il cielo di esserci riuscita. Toby aveva trascorso gli ultimi giorni galleggiando insieme ai delfini e ne era rimasto affascinato. Loro lo avevano fatto divertire, sospingendolo sul pelo dell'acqua; avevano tirato in aria le palle e le avevano recuperate, quando lui non ci riusciva. Il piccolo aveva bisogno di analgesici, farmaci anticonvulsivi e medicine che contenessero l'accumulo di calcio. Eppure in quei sei giorni era tornato un bambino a tutti gli effetti. La notte aveva dormito rannicchiato vicino a Maisie, il cane da terapia della struttura, ed era sembrato quasi felice. Quella mattina era sembrato più silenzioso e pallido del solito. Il respiro era superficiale. Kate sapeva che non gli rimaneva più molto tempo. In ospedale avrebbe 7
ordinato esami del sangue e richiesto una risonanza magnetica. Ma non sarebbe servito a niente. La madre di Toby aveva fatto la sua scelta ed era chiaro quello che il bambino voleva. «Voglio nuotare con Hobble.» Ma adesso era morto e non c'era niente che si potesse fare. Rimaneva soltanto un vuoto, che non era possibile colmare. «Sono contenta...» mormorò Amy, quando finalmente riuscì a smettere di singhiozzare. «Sono contenta di averlo portato qui. Oh, Kate, grazie!» «Non deve ringraziare me» replicò la dottoressa, abbracciandola. «Ringrazi piuttosto i miei delfini.» «La dottoressa Kate è in ritardo» affermò la donna alla reception. «Mi dispiace, Harry» dichiarò poi, rivolta al bambino. «Questa è Maisie...» continuò, indicando un grosso golden retriever, accucciato sotto al bancone. «Maisie, questo è Harry» esclamò, dando un calcetto alla cagna, che sollevò lo sguardo come volesse accertarsi che si stesse rivolgendo proprio a lei. «Maisie... saluta Harry.» La cagna si rotolò sulla schiena, si stiracchiò ed emise un sospiro, alzandosi pesantemente. Poi attraversò la stanza, si sedette davanti a Harry e... gli porse la zampa. Il bambino la guardò perplesso. Lei rimase pazientemente seduta con la zampa tesa, finché lui l'afferrò con un po' di esitazione. «La dottoressa Kate è in acqua. Sta facendo terapia» spiegò la donna, rivolgendosi a Jack, mentre il cane porgeva la zampa a Harry una seconda volta. «Se vuole, può scendere in spiaggia e restare a guardare.» Jack si sentiva ancora diffidente nei confronti di 8
quel posto. Perché diamine era venuto? Abitava a Sydney. E anche Harry viveva nella stessa città. L'idea era venuta alla zia Helen, che aveva acconsentito a lasciare Harry alle cure di Jack, se fosse stato disposto ad accompagnarlo al Dolphin Bay. «Tu vuoi andare in spiaggia o preferisci restare qui con Maisie?» stava domandando a Harry la donna alla reception. Il bambino guardò il cane e si limitò ad annuire in silenzio. Quel semplice gesto era già da considerarsi un miracolo. Da quando erano morti i genitori, il ragazzino si sentiva perso. «Sei sicuro?» gli domandò Jack, e naturalmente non vi fu risposta. Harry era inginocchiato sul pavimento accanto al cane, che si stava spostando lentamente di lato. A circa un metro di distanza c'era una palla e Maisie la stava fissando. Jack le diede un calcetto per avvicinarla. Subito Maisie l'afferrò, lasciandola ricadere ai piedi di Harry. Poi si allontanò, continuando a fissare il bambino. Harry guardò la cagna. E lei guardò Harry. Tutti trattennero il fiato. Poi il bambino, esitando, raccolse la palla morsicata e la tirò di nuovo al cane. Maisie afferrò la palla con un gesto plateale prima che toccasse terra. Poi girò tre volte su se stessa, gettò di nuovo in aria la palla e la riprese. Tornò indietro e la depose ai piedi di Harry. E a quel punto, incredibilmente, lui accennò una risatina. «Comprerò quel cane» borbottò tra se Jack e la donna alla reception sorrise. «Non è in vendita. Per Kate è più preziosa di un diamante. Vada da lei, se vuole. Harry e Maisie staranno sicuramente bene qui con me.» Jack osservò il bambino e, per la prima volta da 9
quando i genitori di Harry erano morti, si sentì improvvisamente rilassato. Quel cane si stava prendendo cura di lui e il sollievo era incredibile. «Vada» lo sollecitò la receptionist con gentilezza. Il messaggio era chiarissimo. Lasci che facciano conoscenza. Harry non aveva bisogno di lui. Dal momento dell'incidente sembrava non aver più bisogno di nessuno. E se un cane poteva fare la differenza... Il dottor Kincaid non se lo fece ripetere due volte e s'incamminò verso la spiaggia. Era ora di uscire dall'acqua. Ora di accettare l'ineluttabilità della morte. Il tempo di Toby era scaduto. Il bambino era morto. La madre avrebbe dovuto cominciare ad affrontare il mondo senza di lui. Mentre camminavano nell'acqua bassa, Kate mise un braccio intorno alla vita di Amy. Il mondo sembrava essersi fermato di colpo. Ma a quel punto si sarebbe dovuta attivare la burocrazia e Kate non avrebbe più potuto proteggere Amy. Raggiunta la spiaggia, si voltarono indietro. Al largo Hobble sembrava guardarle. Stava disegnando ampie curve ai confini della zona recintata. E quando arrivava nel punto più lontano, saltava fuori dall'acqua e poi si tuffava di nuovo. «Grazie...» sussurrò Amy, rivolta al delfino. Jack salì sul crinale di sabbia nel momento in cui le due donne iniziavano a camminare lungo la spiaggia. Due donne e un bambino. Le donne indossavano tute antimedusa di un azzurro intenso, mentre il bambino indossava una muta. Ma il bambino era morto. Jack era un medico e lo capì all'istante. Cominciò a 10
correre. Se il bimbo era finito sott'acqua, poteva non essere ancora troppo tardi. Per quale motivo non stavano tentando di rianimarlo? Tirò fuori il telefono e cominciò a digitare il numero del Pronto Intervento. «Lasci perdere» gli ordinò la donna più alta in tono deciso, tanto da farlo desistere. L'altra si lasciò andare in ginocchio, continuando a stringere il bambino. «Cosa diavolo...?» «Va tutto bene.» Jack le raggiunse e stava per inginocchiarsi vicino al bambino, quando la donna più alta lo trattenne. «Sono la dottoressa Kate» affermò porgendogli la mano. «Mi dispiace che abbia dovuto assistere a questa scena. Ma, mi creda, è tutto a posto.» «Come può essere tutto a posto?» «Aveva un cancro...» spiegò la dottoressa a bassa voce, cercando di non disturbare il dolore della madre. Prese Jack per un braccio e lo tirò da parte. «Aveva metastasi al cervello, era in fase terminale. Non si sarebbe potuto evitare.» Jack pensò a quello che avrebbero potuto fare in un ospedale cittadino. «Sicuramente...» «Amy ha preferito così» affermò Kate semplicemente. «Ha il diritto di scegliere per suo figlio e credo che la sua sia stata una giusta decisione.» Esitò un attimo e guardò l'orologio. «Lei dev'essere il tutore di Harry» affermò poi con un sorriso. «Mi scusi il ritardo, ma cerchi di capire...» Accennò alla donna e al bambino. «Ci sono cose che devono avere la precedenza. Maisie si è presa cura di Harry?» Maisie... la cagna. Quella donna affidava al suo cane la cura di un nuovo paziente? Ma Maisie si era davvero presa cura di Harry. Meglio di quanto avrebbe potuto fare lui stesso. 11
«Sì...» dovette ammettere Jack, distogliendo finalmente lo sguardo dalla madre e dal bambino. «Mi fa piacere» replicò la dottoressa. E gli sorrise di nuovo. In quel momento sembrò che il tempo si fosse fermato. Jack conosceva quella donna! La conosceva molto bene. La dottoressa Catherine Heineman. Erano stati compagni all'università. Amici. Non la vedeva da... «Lei è la... dottoressa Kate?» domandò incredulo. «Kate Martin» replicò la donna semplicemente. «Ma tu sei Cathy...» A quelle parole la donna impallidì. Poi lo fissò e istintivamente fece un passo indietro. «Che cosa significa?» Jack aveva letto la pubblicità del santuario. Gli aspetti medici venivano gestiti dalla dottoressa Kate Martin, fisioterapista e psicologa. Aveva controllato la qualifica, conferita da una delle più prestigiose università della Nuova Zelanda. Aveva visto Cathy per l'ultima volta quando aveva poco più di vent'anni, ed erano trascorsi circa dieci anni. Ma questo non gli aveva impedito di riconoscerla. «Tu sei Cathy...» ripeté convinto. E lei trasalì. «Posso spiegare.» Jack la guardò e vide che aveva le occhiaie. All'università l'aveva considerata attraente. Mentre adesso appariva... sciupata? Teneva i capelli castani raccolti in un nodo dietro la nuca. E la tuta che aveva addosso non si poteva dire le donasse. Gli occhi verdi, che un tempo ridevano, avevano uno sguardo triste. Perché Cathy si stava nascondendo? L'assunzione di droghe era una delle ragioni più comuni per l'espulsione dall'Ordine dei Medici e Jack posò istintivamente lo sguardo sulle braccia della giovane donna. Ma non presentavano segni. 12
Lei indietreggiò, quasi lui l'avesse colpita. «Posso spiegare. Non è come pensi.» «Sarà meglio.» «Non ora, però.» Chiuse gli occhi per una frazione di secondo e quando li riaprì sembrava essersi ripresa. Gli lanciò un'occhiata decisa. «Devo rimanere con Amy e con Toby. Sì, sono Cathy. Ma sono anche Kate. Ti chiedo di tenere quest'informazione per te, finché non avrò avuto modo di spiegare.» Si passò una mano tra i capelli e dal nodo scappò qualche ciocca. Sembrava più giovane. Ma anche più vulnerabile. «Puoi portare tuo nipote in spiaggia con Maisie? Mi serve un po' di tempo...» Si voltò per tornare dalla madre con il bambino, l'aiutò a sollevare il corpo senza vita del figlio e lo trasportarono lungo la spiaggia. Jack rimase fermo in piedi e la seguì con lo sguardo, mentre lei si allontanava.
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1663 - Appuntamento inaspettato di F. McArthur Quattro infermiere carine, giovani e libere. Questo è il diario della loro ultima estate da single. Dal diario di Tilly... Io e il mio nuovo capo non siamo d'accordo su niente, tranne che sull'irresistibile attrazione che proviamo uno per l'altra. L'importante è riuscire a tenerla sotto controllo. O no? 1664 - Il dottore è tornato di J. Campbell Quando Lachlan torna in Scozia per reclamare la sua eredità, si accorge che il fatiscente ambulatorio lasciatogli dalla madre gli offrirà tutte le distrazioni di cui ha bisogno, non ultimo il corpo provocante della dottoressa Lennox. Ma il loro rapporto si rivela difficile fin da subito, anche se estremamente eccitante. 1665 - Un chirurgo tra le dune di J. Taylor All'ombra del deserto e delle sue dune, la magia e la passione si uniscono in una pozione in grado di curare tutti i mali. La dottoressa Warren ha amato il principe Khalid con tutta se stessa ma lui non l'ha ricambiata con la stessa passione. Come farà a lavorare fianco a fianco all'uomo che le ha spezzato il cuore? 1666 - Tentazioni dal passato di M. Lennox Kate: Non pensavo che un giorno avrei rivisto Jack, ma quella che lui crede di conoscere è la vecchia Kate e lui dovrà farsene una ragione. Jack: La donna che ora si fa chiamare Kate è in realtà Cathy, una mia vecchia conoscenza. Voglio vederci chiaro, anche perché ora Kate dovrà curare mio nipote.
Dal 17 novembre
1667 - Le regole dell'infermiera di E. Forbes Quattro infermiere carine, giovani e libere. Questo è il diario della loro ultima estate da single. Dal diario di Ellie... Devo assolutamente ricordarmi della promessa che ho fatto a me stessa: mai andare a letto con un collega. Ma, quando l'ho formulata, non conoscevo ancora il dottor Leonardi. 1668 - Eccitante finzione di C. Marinelli I dottori più desiderati di Londra possono diventare dei mariti amorevoli? Il dottor Linton, l'uomo che Emily non ha mai dimenticato dopo aver sperimentato sulle proprie labbra i suoi baci, ha bisogno di un favore: dovrà fingere di essere la sua fidanzata. Ma presto la finzione si trasforma in un'eccitante realtà. 1669 - Un dottore da calendario di S. Hampton Dopo aver lasciato casa sua per diventare una fotografa, Laine era stata attenta a seguire due semplici regole: non mischiare lavoro e affari e imparare a contare solo su se stessa. Adesso, costretta a fotografare il misterioso dottor Beaumont per beneficenza, Laine rischia di infrangerle entrambe! 1670 - Passione ad alta quota di A. Ruttan Samantha: Sono una mamma single e ho sempre vissuto per mio figlio. Ora ho la possibilità di realizzare il mio sogno e non me la lascerò sfuggire. George: Ammetto che Samantha sa essere molto persuasiva, ma non mi convincerà a volare di nuovo. Anche se questo significherà distruggere tutti i suoi sogni.
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