Maisey Yates Tutto può accadere
Un'irresistibile preda
Quella battuta le aveva fatto venir voglia di dare a Daniel un bel pugno in faccia. Si era sentita lusingata quando aveva ricevuto l'invito per il galà di beneficenza che la famiglia West organizzava ogni anno. Molto meno quando Daniel e Mark glielo avevano strappato di mano e avevano stabilito che fosse la cosa più divertente al mondo immaginare che la sorella potesse trovare un accompagnatore per l'evento.
È bello che l'invito includa un accompagnatore. Sai che non puoi portare la tua chiave inglese, vero?
Un'ora prima, quello scambio l'aveva fatta infuriare, ma era anche stato un gran bello sprone. Passata l'euforia, però, si sentiva invece umiliata e piuttosto insicura. Il fatto di dover dimostrare le proprie abilità in fatto di appuntamenti era... be', il termine imbarazzante non ci si avvicinava nemmeno, perché c'era da considerare il piccolo particolare che non aveva alcuna abilità da mostrare.
Non avrei alcun problema a trovare qualcuno con cui andare,
Quando entrò da Ace's, Anna Brown stava studiando un modo per farla franca per l'omicidio dei fratelli.
Perché l'idea stessa che lei avesse un appuntamento era il colmo dell'ilarità.
Era passato più tempo di quanto le piacesse ammettere dall'ultimo appuntamento che aveva avuto. Anzi, a dirla tutta
7
ComeScommettiamo?idioti.no.Sonosoldi vostri.
8 si sarebbe potuto sostenere che, in realtà, non aveva mai avuto un appuntamento: quel veloce e letterale ruzzolamento nel fieno con Corbin Martin non era stato un appuntamento, in effetti.E
Sperava che fosse Chase, perché da quando conosceva Sam non era mai riuscita a sostenere una vera e propria conversazione con Chiacchierarelui.
Tamburellò con le dita sul ginocchio, guardandosi intorno, mentre decideva se alzarsi e andare a ordinare al bar o aspettare che qualcuno si avvicinasse al tavolo. Lasciò vagare lo sguardo in direzione del bancone, e la sua attenzione fu attira-
Attraversò il locale in direzione del tavolo che, il venerdì sera, era solita occupare insieme a Chase e, spesso, a suo fratello Sam. La luce era scarsa, perciò non riuscì a capire subito quale dei due fratelli McCormack fosse già seduto.
Per come erano andate le cose, quello era il punto in cui si trovava: alla ricerca di un accompagnatore.
non era il forte di Sam. Si avvicinò, e l'uomo seduto al tavolo sollevò la testa. Sam. Dannazione. Con un boccale di birra davanti alla faccia e un'espressione imbronciata, il che era piuttosto normale per lui. Di Chase, invece, non c'era traccia. «Ciao» lo salutò prendendo posto accanto a lui. «Brutta giornata?»«Unagiornata.»«Ah,ecco.»Perlomeno, quando c'era di mezzo Sam, poteva stare tranquilla che la difficoltà nella conversazione non dipendesse da lei... tutta farina del suo sacco.
il giorno dopo, a scuola, non aveva esitato a raccontare a Chase, il suo migliore amico, delle... difficoltà di Corbin. Già, il suo debutto in ambito sessuale era stato anche l'ultimo. Forse non sarebbe stato così se i coetanei di sesso maschile non fossero stati piagnucoloni e inetti. Magari, se Corbin fosse stato in grado di dimostrarle che ne valeva la pena, si sarebbe fatta un'opinione diversa sul sesso.
9 ta dalla figura di un uomo nell'angolo. In testa aveva il cappello nero da cowboy, il viso era in ombra. Davanti a lui c'era una donna che lo stava guardando come se fosse l'incarnazione di tutti i suoi desideri.
Quella donna avrebbe saputo cosa fare se il suo cavaliere avesse voluto accompagnarla a casa dopo l'appuntamento e farsi invitare a entrare. Non si sarebbe sentita in imbarazzo e non sarebbe scoppiata a ridere al vederlo nudo perché tutte quelle sensazioni la facevano sentire così... così... strana che non avrebbe saputo come reagire altrimenti.
Per un momento provò un moto di invidia per quella donna, che evidentemente non aveva alcun problema a farsi invitare a un appuntamento. Che avrebbe saputo cosa indossare e come comportarsi a un elegante galà di chissà cosa.
Per un istante la vista la intontì: spalle larghe, petto ampio, mani forti, il tipo di mani che la portavano a chiedersi se non valesse la pena di dare una seconda possibilità al sesso. L'uomo si appoggiò al muro. Disse qualcosa e la biondina che aveva davanti sembrò illuminarsi. Anna si chiese come ci si sentisse ad avere la totale attenzione di un uomo; essere guardata come un oggetto del desiderio invece che una compagna di bevute.
Con un uomo come quello... be', Anna dubitava che si sarebbe messa a ridere. Senz'altro doveva essere tutto muscoli e sorrisi maliziosi. Lui l'avrebbe guardata e lei avrebbe... Okay, non sapeva cos'avrebbe fatto, nemmeno nella fantasia. Tutt'a un tratto si sentiva accaldata. Molto accaldata. Solo che in un lampo da accaldata si ritrovò inorridita. Perché l'uomo si spostò, sollevando la tesa del cappello e girandosi lievemente verso di lei, e la luce illuminò i lineamenti definiti. A quel punto si trasformò da fantasia a persona in carne e ossa, e Anna sapeva fin troppo bene di chi erano quella carne e quelle ossa. Chase McCormack. Il suo migliore amico. L 'uomo per il
«Mi sento avventuroso» ribatté lui, sollevando un angolo della bocca; quel sorriso sbieco rovinò la simmetria che Anna
Sbatté le palpebre, in fretta, stringendo le mani a pugno per calmare lo stomaco in subbuglio.
E il cuore le si fermò del tutto quando sentì una voce profonda dietro di lei. «Facciamo due.» Si voltò di botto e si ritrovò il viso contro il torace di Chase. Un uomo la cui presenza avrebbe dovuto essere scontata, per lei, e di solito lo era. Non quella sera, però. «Una spina» commentò, facendo un passo indietro e alzando gli occhi su di lui. E anche il suo viso avrebbe dovuto essere scontato, invece era così simmetrico... Mascella squadrata, naso diritto, sopracciglia folte e occhi scuri così penetranti da rasentare l'osceno. Come se vedessero attraverso i vestiti o qualcosa del genere. Non che Chase avrebbe mai voluto guardare attraverso i suoi, di vestiti. E lei di certo non avrebbe voluto che lo facesse.Era troppo sveglia per questo.
«Vado a ordinare da bere» annunciò a Sam. E a lamentarmi con Ace dell'illuminazione troppo bassa del locale. «Vuoi qualcosa?»Luisollevò un sopracciglio e il boccale di birra. «Sono a posto.»Quando si avvicinò al bancone, il cuore era ancora un po' accelerato; si costrinse a fare un cenno ad Ace, il gestore, per ordinare una birra alla spina.
«Una scelta insolita, per te» proseguì, più per ricordare a se stessa con chi stava parlando che per commentare il suo ordine. Per ricordarsi che lo conosceva meglio di quanto conoscesse se stessa. Qualsiasi cosa pur di allontanare da sé quel breve momento di follia che l'aveva colta quando l'aveva notato senza riconoscerlo.
10 quale aveva passato anni ad allenarsi per non provare mai, mai alcun sentimento sotto la cintura.
11 aveva ammirato solo pochi istanti prima, eppure in qualche modo lo rese ancor più attraente.
«Andiamo, McCormack. Avventuroso è fare bungee jumping alle cascate Multnomah. Provare una nuova birra non significa essere avventurosi.»
«Parla l'esperta di avventure?» «Sono esperta in un paio di cose. La birra e l'olio del motore sono in cima alla lista.»
«Assolutamente sì. Allora?»
«Allora sarà meglio che non ti sfidi.» «Probabilmente no. Stasera sono assetata di sangue.» Appoggiò le mani sul bancone e si chinò in avanti, osservando Ace che versava i boccali. «Allora, come mai hai già finito di parlare con la biondina laggiù?»
Il barista le fece l'occhiolino. «Appunto.» Alzò gli occhi su Chase, che stava fissando Ace con un'e-
«I tuoi fratelli.» «Sei sveglio, mi piace.» Ace tornò dalla loro parte del bancone e spinse avanti due pinte. «Volete aprire un conto?» «Sì» rispose Anna. «Paga lui» aggiunse indicando Chase. Ace le sorrise. «Sei carina stasera, Anna.»
«Solito motivo.»
Chase ridacchiò e questo ebbe un effetto strano dentro di lei, come se rimbombasse prima di scivolarle lungo la spina dorsale. «Non era poi così interessante.»
«Io sono... come sono tutte le sere» ribatté confusa, dopo un'occhiata alla maglietta grigia logora e ai semplici jeans.
«A me sembravi piuttosto interessato.» «Be', non lo ero.» «Non è vero.» «Okay» concesse allora lui, scrutandola più attentamente di quanto lei potesse apprezzare. «Perché dai l'impressione di voler ammazzare qualcuno?» «Ti sembro così letale?»
«Dovremmo andare a sederci al tavolo con Sam» suggerì, «per fargli compagnia.» Chase scoppiò a ridere. «Sappiamo entrambi che preferisce restarsene da solo.»
12 spressione imperscrutabile, poi riportò l'attenzione sul gestore.
Ace era decisamente attraente. Con barba e camicia a quadri e tutto il resto. Forse lui avrebbe voluto accompagnarla all'evento. Certo, complimenti facili e fascino a parte, anche Ace avrebbe potuto scegliere qualunque donna si fosse presentata nel suo bar. E Anna non era mai la scelta di nessuno.Abbandonò la fantasia di Ace piuttosto in fretta.
«Ciao, Sam» salutò Chase sedendosi di fianco al fratello, che in risposta emise una sorta di grugnito. «Stavamo giusto discutendo della probabilità che ti trasformi in un paguro.»
«Perché, non sono già abbastanza convincente, come eremita?» domandò l'altro. «Devo rendere il mio disdegno per il genere umano un po' meno sottile?» «Sì, be', potrebbe aiutare.»
«Be', se volesse restare solo, potrebbe rimanere a casa.»
«E probabilmente lo farebbe se non lo costringessi a uscire. La mia paura è che, se non lo faccio, un giorno o l'altro me lo ritrovo fuso alla poltrona e quello sì che sarebbe un bel pasticcio.»Tornarono al tavolo e, piano piano, il battito cardiaco di Anna riprese un ritmo normale, dandole sollievo.
«Credo che invece andrò a giocare a freccette. Ci vediamo dopo.» Sam bevve una lunga sorsata di birra e si alzò lasciandola sul tavolo, prima di allontanarsi in direzione dell'area dedicata a quel gioco, dall'altra parte del locale.
E tra Anna e Chase cadde il silenzio. Perché tutt'a un tratto
Chase prese le birre dal bancone e gliene porse una, e lei fece attenzione a non sfiorargli le dita; ormai le veniva automatico, dopo anni e anni passati a rabbrividire quando lui si avvicinava troppo, e a fingere di non farlo.
lei si sentiva a disagio? Perché si ritrovava a prendere nota del modo in cui il suo pomo d'Adamo si muoveva quando deglutiva, o del movimento del muscolo nel braccio quando appoggiava il bicchiere? O persino di quanto fosse mascolino il suono che emetteva quando si schiariva la gola...
Era venerdì sera, perciò la maggior parte degli abitanti della cittadina di Copper Ridge, Oregon, era in giro a concludere la settimana lavorativa nell'alcol. Per Anna, invece, la settimana non era ancora finita: contadini e allevatori non avevano giorni liberi, e quindi neanche lei; doveva essere disponibile per fare le riparazioni quando era necessario, soprattutto da quando aveva aperto la propria officina.
Al che Anna prese un profondo respiro, tenendo gli occhi fissi sulla barca da pesca appesa alla parete di fronte a lei, decisa a non guardare lui. «Niente. Solo hanno scommesso che non sarei riuscita a trovare un accompagnatore per questo evento a cui sono stata invitata e io ho scommesso di sì.» Ripensò alla donna con cui Chase stava chiacchierando quando era arrivata da Ace's, una donna così diversa da lei che avreb-
Aveva appena lasciato l'impiego da Jake per mettersi in proprio, specializzandosi in mezzi pesanti, che poi in effetti era il motivo per cui si ritrovava in quella posizione: invitata alla serata di beneficenza e invischiata in una scommessa che cominciava a temere non avrebbe mai vinto.
«È così tutti i giorni, io ti ho chiesto cos'è successo di particolare oggi.»
«Allora, per quale motivo specifico vorresti uccidere i tuoi fratelli, oggi?» le domandò Chase, riscuotendola da quei pensieri.«Diversi.»
Non sapeva perché, ma non moriva dalla voglia di raccontargli esattamente cos'era successo. Forse perché era umiliante... Sì, era decisamente umiliante.
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Tutt'a un tratto era consapevole addirittura del modo in cui respirava. Si appoggiò allo schienale, portandosi il boccale alle labbra mentre cercava di distrarsi guardandosi intorno.
Studiò il suo profilo, i capelli scuri legati in una treccia, la maglietta grigia macchiata di olio. La osservò sollevare la birra... anche le mani erano sporche di olio, sotto le unghie. Anna non era il tipo da attirare attenzione da parte dell'altro sesso. Aveva sempre pensato, però, che fosse una sua scelta. Non aveva una bellezza convenzionale. Soprattutto per colpa dell'olio. Questo però non voleva dire che trovare un accompagnatore per lei sarebbe stato impossibile.
14 bero anche potuto appartenere a specie diverse. «E in questo preciso momento ho paura che vinceranno loro.»
A quel punto, Chase si prese un momento per osservare tutto questo. Osservarlo bene. Come se lui fosse un uomo e lei una donna. Che poi era la verità, ma non del tutto. Nel senso che...Okay, stava perdendo il filo. Il punto era che negli ultimi quindici anni l'aveva guardata quasi tutti i giorni, perciò era difficile immaginare di vederla per la prima volta. Però ci provò lo stesso.
Lei rise senza allegria, voltandosi verso di lui con un sopracciglio sollevato. «Ehm...» Fece un gesto con la mano, indicandosi. «Per tutto questo.»
Lei si accigliò. «Cosa vorresti dire?»
«Bastainteressante.unpo'di olio di gomito e si pulisce tutto» affermò. «E comunque, gli uomini sono piuttosto semplici.»
«Perché pensi che vinceranno?»
Chase cercò di chiarirsi ciò gli stava dicendo la sua migliore amica. Era difficile, però. Daniel e Mark tendevano al bastardismo acuto, quando si trattava di Anna, lo sapeva bene; questo però sembrava troppo anche per loro.
Anna aveva un bel naso. E le labbra erano piene, con una bella forma, quello superiore leggermente più gonfio di quello inferiore, il che era unico e quasi... non sexy, perché era Anna. Però
«Esattamente quello che sembra. Non devi darti troppo da
In realtà era turbato. «Okay, lo terrò a mente. A parte questo, hai altri suggeri-
«Forse ti conviene, Chase.» Lui si schiarì la voce. «Dico solo che, se vuoi un accompagnatore, puoi benissimo trovarlo.»
«Slacciando la tuta fino all'ombelico?» Temporeggiando con la birra, ingoiò una sorsata più lunga del previsto e cominciò a tossire quando gli andò di traverso. Non aveva proprio bisogno di visualizzare l'immagine che gli aveva appena offerto. Tuttavia era un uomo, perciò lo fece. Era decisamente inquietante. La sua migliore amica, nuda sotto una tuta aperta in modo da esporre una bella porzione di pelle fino a... Basta così. Non pensava ad Anna in quel senso. Mai. Erano grandi amici dal primo anno di liceo e aveva attraversato tutta la fase ormonale dell'adolescenza senza indugiare troppo a pensare ai suoi seni.
«Okay, questo è un insulto vero e proprio. Stai dicendo che potrei trovare un accompagnatore perché agli uomini basta fare sesso? Perciò non ha importanza se sono un troll armato di chiave«Noninglese?»seiuntroll
armato di chiave inglese. Sei una donna armata di chiave inglese che non farebbe alcuna fatica a ridurmi in poltiglia, ne sono pienamente consapevole. Il che significa che farò meglio a scegliere le mie prossime parole con maggiore attenzione.»
«Non farebbe male, Anna» la ammonì con un tono più pungente di quanto avesse intenzione.
Ormai aveva trent'anni, poteva fare sesso come e quando voleva. I seni non erano più oggetti misteriosi, per lui, perciò non si sarebbe soffermato ad analizzare i suoi.
Quelle labbra piene si appiattirono in una linea sottile, gli occhi verdi brillarono pericolosamente.
15 fare per attirare l'attenzione di un uomo, se è quello che vuoi. Dagli quello che cerca...»
«Perché... Ho appena avviato l'officina...»
«E tutti quelli che portano i loro mezzi a riparare non guardano certo se sai camminare con i tacchi a spillo.»
«E io non voglio presentarmi a queste serate con l'aspetto di un...» Sospirò. «Chase, sappiamo tutti e due che ho passato tanti anni senza riuscire a inserirmi. La gente qui è carina con me. Voglio dire, adesso che non vado più a scuola. A scuola era uno schifo. Tuttavia, lo so che non sono come gli altri, e sono stanca. Sul serio, non mi importerebbe di cosa pensano i miei fratelli se non ci fosse così tanta... verità nelle loro prese in giro.»«Hairagione, fa schifo. Perciò che importanza ha cosa pensano?»«Ce l'ha e basta» si intestardì lei. «Sono la povera Anna Brown senza una madre che le insegni il modo giusto di fare le cose e sono solo... stanca, di tutto. Non voglio essere la povera Anna Brown. Voglio essere Anna Brown, meccanico specializzato in mezzi pesanti che può indossare una tuta e anche i tacchi a spillo.» «Non contemporaneamente, voglio sperare.»
16 menti? Perché immagino che dovrò mettere qualcosa di carino, e non ho niente di carino. Ed è ovvio che Mark e Daniel pensano che sia un disastro, come ragazza.»
Lei lo fulminò. «Io non fallisco» sentenziò con gli occhi che luccicavano nella scarsa luce. «Non fallirò nemmeno in questo.»«Non corri alcun rischio di fallire. Ora, qual è questo misterioso evento per il quale stai pensando ai tacchi a spillo?»
«Non è vero. E comunque, cosa ti importa di ciò che pensano loro, o chiunque altro?»
Copper Ridge non era esattamente un centro di mondanità. Accoccolata tra le montagne sempreverdi e un mare grigio come l'acciaio sulla costa dell'Oregon, aveva probabilmente una popolazione più ricca di cervi che di esseri umani. C'erano ben pochi eventi degni di questo nome. E c'era una seria
Ossia un evento che durava l'intero fine settimana, riservato ai cittadini benestanti per raccogliere fondi per le scuole.
I McCormack erano stati membri fondatori della comunità di Copper Ridge, nell'Ottocento. La loro fucina era stata usata da tutti, in città e nei paesi vicini. Con i mutamenti dell'economia, però, erano cambiate anche le sorti dell'impresa di famiglia.Gliaffari stagnavano quando i genitori di Chase erano rimasti uccisi in un incidente. Lui era ancora al liceo. Quell'anno avevano comunque ricevuto l'invito al galà, tuttavia Chase l'aveva impilato insieme al mucchio di lettere e bollette che non aveva il coraggio di aprire e se n'era del tutto scordato.
17 possibilità che Anna stesse ingigantendo i problemi per qualcosa per cui decisamente non valeva la pena. «È l'annuale galà di beneficenza organizzato dai West» borbottò lei. «Galà sotto le stelle o qualcosa del genere.»
Finché una donna presumibilmente un'assistente dei West aveva telefonato, poiché lui non aveva risposto all'invito. E lui era stato non proprio educato. Siamo in una dannata emergenza, qui, perciò chiedo venia se non posso venire alla vostra stramaledetta festa. Come prevedibile, da quel momento i McCormack non avevano ricevuto altri inviti. E a dire il vero Chase non ci aveva perso il sonno. Fino a quel momento.
Lui e Sam erano riusciti a mantenere il bilancio in attivo, Chase, però, voleva di più. Ambiva a qualcosa di più.
Il ranch aveva il bestiame, ma non era quella la fonte delle loro entrate. La fucina era il cuore del ranch, dove realizzavano manufatti in metallo e cuoio su misura, di prima categoria. E poi c'erano gli annessi della proprietà, che venivano affittati. Uno di questi era lo spazio che avevano ceduto ad Anna per l'officina. Avevano rimesso in piedi l'attività ma non era ancora abbastanza, non per Chase. Aveva promesso al padre che si sarebbe dedicato alla tradi-
18 zione di famiglia, che avrebbe lavorato per i McCormack, non solo per se stesso. Aveva promesso al padre che non l'avrebbe deluso. Era stato costretto a fare quelle promesse davanti a una tomba, perché prima dell'incidente era stato una testa calda che pensava di essere troppo grande per badare a sciocchezzeTuttavia,simili.anche
Aveva immaginato come innovare e modernizzare l'attività restando comunque fedeli al nome di famiglia. Il tutto scontrandosi continuamente con Sam e con il suo rifiuto di darsi da fare perché accadesse. Sam, che aveva così tanto talento da non aver bisogno di chiodare gli zoccoli dei cavalli, se non avesse voluto. Sam, che poteva dimenticare cancelli e ringhiere per vendere la propria arte per una piccola fortuna. Sam, che rifiutava i cambiamenti come la peste. Chase avrebbe ucciso per essere invitato alla serata dei
se il padre non lo sapeva, Chase aveva giurato. E avrebbe mantenuto la parola data. Per espandere la McCormack Opere in Ferro, per riportarla agli antichi splendori, avevano bisogno di investimenti. E
stato portato per gli affari e all'inizio aveva immaginato di frequentare una scuola lontano da Copper Ridge. Di laurearsi. Di trovare un lavoro in città. Poi era cambiato tutto: non si era più trattato di Chase McCormack, bensì della tradizione di famiglia.
Aveva trascorso parecchie notti a progettare esattamente come diversificare la produzione quando la richiesta di prodotti fatti a mano era calata. A cercare un modo per convincere le persone che dettagli in ferro battuto personalizzati, per la casa come per le aziende, e selle e briglie fatte a mano valevano il prezzo maggiore che richiedevano.
Del college ovviamente non se n'era più parlato, così come di lasciare Copper Ridge. Però aveva capito in cosa stavano fallendo lui e Sam, e riusciva a immaginare un modo per ribaltare la situazione.
Chaseinvestitori.erasempre
E non era Anna. Senza trucco, imbronciata, con un corpo
«È quello che sto dicendo» rispose lei infastidita. «Certo, sempre che riesca a trovarne uno.» Anna aveva bisogno di un accompagnatore; Chase voleva avere la possibilità di parlare con Nathan West. Come da tradizione, nella loro lunga amicizia, potevano darsi una mano a vicenda. Era, a suo modesto modo di vedere, la soluzione perfetta.«Ti accompagno io» annunciò quindi. Anna sbuffò. «Sì, come no. Daniel e Mark non la berranno mai.»Non aveva tutti i torti. Erano amici da una vita, e con una scommessa sul tavolo i suoi fratelli non avrebbero mai creduto che di punto in bianco lui avesse deciso di uscire con lei perché i sentimenti improvvisamente erano cambiati.
«Okay, forse hai ragione.» Ritornò il cipiglio. «Non perché ci sia qualcosa che non va in te» continuò, cercando di tirarsi fuori dalla fossa che si era scavato da solo, «in effetti sembra un po' troppo conveniente.»
«E puoi portare un accompagnatore?» le domandò giusto per essere sicuro.
«E se fosse chiaro che le cose tra noi sono cambiate?»
19 West. Be', forse non ucciso, ma di certo era disposto a intraprendere attività efferate o a scambiare favori sessuali. E Anna aveva un invito.
«Che cosa vuoi dire?»
«Ecco, così va meglio.»
Lei lo guardò storto. «Non sono il tuo tipo.» Chase ripensò alla bionda con cui stava chiacchierando venti minuti prima: abito aderente tagliato sulle cosce, lunghi capelli morbidi e sorriso invitante, curve che probabilmente avevano fatto più danni della tortuosa Highway 101. Quello era il suo tipo.
«Voglio dire... e se... facessimo in modo di cambiarle? Di far vedere in giro che il nostro rapporto sta cambiando?»
Lei lo guardò storto. «E da quando sei un esperto di abbigliamento femminile?»
«Voglio parlare di investimenti con Nathan West e gli altri invitati. Voglio dimostrare loro che Sam e io potremmo frequentare la loro cerchia, che siamo il tipo di persone con cui possono fare affari.»
«E per farlo devi mettere giacca e cravatta e intrufolarti a un «Ilevento?»fattoè che non mi capita spesso di avere simili opportunità, Anna. Non ho ricevuto un invito, e ne ho bisogno. E poi, se mi ci porti, vincerai la scommessa.»
20 che era un po' più... piatto. Si schiarì la voce. «Potresti esserlo. Un po' meno olio, un po' più rossetto...» Lei inarcò il labbro superiore. «Il nono girone dell'inferno, insomma.»«Checosa pensavi di mettere?»
«Ho dei jeans neri» cominciò, agitandosi a disagio sulla sedia. «Però... suppongo che potrei andare al centro commerciale di Tolowa e comprare un vestito.»
«Non «Perchéfunzionerà.»no?»«Chetipodivestito compreresti?» la incalzò lui. «A fiori? Non so, lungo al ginocchio...» Chase si pizzicò la radice del naso. «Non sei Rossella O'Hara» le ricordò, sapendo che, visto il suo amore per i vecchi film, Anna avrebbe apprezzato la citazione. «Non puoi andare al galà vestita di tende.»
«Da quando passo molto tempo a spogliare le ragazze con cuiLaesco.»risposta la zittì. Le sue guance pallide si arrossarono e distolse lo sguardo, e quella reazione gli suscitò... be', gli suscitò una strana sensazione alla bocca dello stomaco che avrebbe voluto ricacciare da dov'era arrivata. «Perché tu vuoi andarci?» cambiò argomento Anna, senza però guardarlo in faccia.
«Viola lo spirito della scommessa.»
«Non necessariamente» insistette lui. «E comunque, quando avrò finito con te potrai uscire con chiunque desideri.»
«A meno che Dan e Mark non dicano che tu non conti.»
«Sarebbe un appiglio: se non hanno stabilito all'inizio chi puoi o non puoi portare, non ci sono problemi.»
Anna sbatté le palpebre. «Mi stai... mi stai pigmalionizzando?»Aveva solo un vago ricordo di My Fair Lady, ma era sicuro che fosse quello il riferimento. Un uomo che prende una sudicia fioraia e la trasforma nella ragazza di cui parlano tutti. «Sì» rispose. «Sì, esatto. Fidati di me, Anna Brown, e ti trasformerò in una donna.»
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Questomese Anna Brown è un maschiaccio, Madison West un'esperta seduttrice. Due donne diverse che arrivano dritto al cuore delle lettrici di Maisey Yates.
Non bisogna mai disperare: la vita ci riserva sempre delle incredibili sorprese, come ben sanno le protagoniste dei due romanzi di Elizabeth Bevarly. Due appassionanti storie di Lynne Graham, che ti apriranno le porte al Natale che hai sempre sognato. L'amore trionfa su tutto, anche sulle severe regole matrimoniali di una casa reale, parola di Sharon Kendrick.
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