CATHERINE MANN
Un amore da capo
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: A Christmas Baby Surprise Harlequin Desire © 2015 Catherine Mann Traduzione di Serena Palmucci Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2017 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Destiny dicembre 2017 Questo volume è stato stampato nel novembre 2017 da CPI, Barcelona HARMONY DESTINY ISSN 1122 - 5470 Periodico settimanale n. 2268 del 21/12/2017 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 413 del 31/08/1983 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano
1 Fin da bambina, Alaina Rutger aveva sempre sognato di avere una famiglia. E quel sogno era diventato realtà: stava tornando a casa dall'ospedale, in compagnia dell'affascinante marito e del loro bambino. Aveva una vita perfetta. Peccato che non sapeva chi fosse l'uomo che le aveva regalato un anello di fidanzamento con un diamante da quattro carati. Lo stesso che aveva detto di chiamarsi Porter Rutger e di essere suo marito, nonché padre di suo figlio. Ogni minimo ricordo che aveva di lui era stato cancellato dalla memoria, insieme agli ultimi cinque anni della sua vita. Distolse lo sguardo da quell'uomo dalle spalle larghe e dai capelli corvini per osservare il bambino adagiato accanto a lei nel sedile posteriore. Suo figlio. Alaina gli rimboccò la copertina rossa ricamata con le iniziali. Il piccolo dormiva beato nel seggiolino. Portava una scarpina di lana a un piede, mentre l'altro era avvolto da un gesso che serviva a curare una malformazione congenita. Un'altra persona cancellata dalla memoria. Un altro tormento da aggiungere al suo mondo già in preda al caos. Una settimana prima si era svegliata in un letto d'ospedale, senza il benché minimo ricordo dell'uomo al 5
suo capezzale o del bambino avvolto in una copertina blu nella culla accanto. Risvegliarsi da un coma le era sembrato come risvegliarsi con i postumi di una sbornia colossale. La testa le faceva così male da non riuscire quasi a muoversi. Dopo aver dato una rapida occhiata intorno, si era resa conto di essere in ospedale. D'un tratto, aveva notato un uomo bellissimo con i capelli arruffati, addormentato sulla sedia accanto. Era forse il suo Dottor Stranamore? «Ciao» gli aveva detto con voce gracchiante per colpa della gola secca. Il Dottor Stranamore si era svegliato di soprassalto. «Alaina?» Aveva sbattuto le palpebre, si era stropicciato gli occhi con fare incredulo ed era subito balzato in piedi. «Santo cielo, sei sveglia! Chiamo subito l'infermiera.» «Ho sete» aveva replicato lei flebilmente. Quell'uomo aveva premuto il pulsante di chiamata dell'infermiera. «Dobbiamo aspettare di sentire le indicazioni dei medici. Ma ti prometto che presto avrai tutto quello che vuoi.» Allora, se non era un dottore... «Chi sei?» L'uomo aveva alzato lentamente lo sguardo dalla pulsantiera con un'espressione scioccata. «Chi sono?» Alaina aveva un terribile cerchio alla testa. «Scusa, mi sento proprio uno straccio. Che cos'è successo?» «Alaina...» le aveva risposto cautamente. «Abbiamo avuto un incidente stradale.» «Abbiamo?» Conosceva quell'uomo? 6
«Sì» le aveva confermato, prendendola per mano. «Sono Porter, tuo marito.» Quella rivelazione l'aveva colpita come un fulmine a ciel sereno, lasciandola sconvolta. Dopo essere stata visitata dal personale medico, suo marito le aveva spiegato che un mese prima avevano avuto un incidente stradale di ritorno dall'agenzia di adozione in cui erano andati a prendere Thomas. Quell'uomo, Porter Rutger, era suo marito. E Alaina faceva ancora fatica a ricordarne il nome. Porter le aveva detto che il piccolo era nato con una malformazione chiamata piede torto e, mentre lei era in coma, era stato sottoposto a svariati interventi chirurgici. Non si sentiva ancora pronta a lasciare l'ospedale, ma ormai era giunto il momento. I medici l'avevano rassicurata dicendo che tutte le neomamme provavano quella paura quando stavano per tornare a casa con il proprio bambino. Alaina non lo metteva in dubbio, non tutte le neomamme, però, soffrivano di amnesia come lei. Al risveglio da quel sonno profondo, Alaina aveva provato un misto di rabbia e paura. In un mese, gli ultimi cinque anni della sua vita erano svaniti nel nulla. E, cosa ancora più straziante, non aveva più alcun ricordo dei quattro anni e mezzo trascorsi insieme a Porter. In sole quattro settimane era stata privata di una parte significativa della propria vita. Eppure, anche se la mente di Alaina era offuscata, il suo corpo non sembrava risentirne affatto. Provava persino attrazione per quel marito che non conosceva. Quando le sfiorò la mano per aiutarla a salire in auto, avvertì un brivido lungo la schiena. Cercò di distrarsi guardando fuori dal finestrino, mentre Porter guidava la Mercedes lungo la costa della Florida, in direzione di quella che aveva detto essere la loro casa 7
al mare. Visto che l'incidente era avvenuto in prossimità di quell'abitazione, gli era sembrato più ragionevole fermarsi lì. I medici gli avevano sconsigliato di intraprendere un viaggio con un neonato che aveva subito un'operazione e una moglie appena uscita dal coma per raggiungere la casa in cui vivevano a Tallahassee. Avevano consigliato di restare nelle vicinanze e così Porter aveva suggerito come sistemazione la casa al mare. A quanto pareva, quel marito dal fisico statuario era più ricco di Creso. Infatti possedeva un'impresa edile di successo che si era aggiudicata importanti appalti in tutto il Paese. L'aveva assicurata che non avevano il benché minimo problema finanziario. E questa era sicuramente un'altra cosa di cui essere grata. Eppure, Alaina non poteva fare a meno di sentirsi a disagio per lo squilibrio di potere che c'era tra lei e suo marito. Porter era l'unica persona in grado di fornirle informazioni sul passato. I suoi genitori erano morti e, da quando cinque anni prima si era lasciata con l'ex fidanzato violento, aveva perso i contatti con gli amici. Non aveva alcun ricordo dei mesi successivi, quelli in cui aveva incontrato Porter e si era innamorata di lui. E l'aveva sposato. Le aveva raccontato che, dopo il matrimonio, si erano trasferiti nel Sud Est della Florida. Era parecchio distante dalla sua città natale nella Carolina del Nord. Per quanto credesse a quello che le diceva il marito, si chiedeva se avesse omesso alcuni particolari. Gli uomini sono noti per essere molto sintetici, tralasciando i dettagli o le componenti emotive che per una donna sono fondamentali. Porter la guardò dallo specchietto retrovisore. Quegli occhi color caffè la colpivano nel profondo. «Alaina, va tutto bene?» le chiese con un accento che lasciava difficilmente trapelare le sue origini del 8
Sud degli Stati Uniti. Un altro dettaglio che non avrebbe potuto scoprire, se non gliene avesse parlato. Che cosa si aspettava che rispondesse? Da quando si era risvegliata dal coma, ogni loro conversazione era stata piuttosto neutra. Di fronte ai medici, Porter aveva sempre parlato in maniera misurata, per paura che una rivelazione troppo scioccante la sconvolgesse. A mano a mano che si avvicinavano alla casa al mare, Alaina sentiva la tensione aumentare sempre di più, fino a quando non riuscì più a trattenersi e gli domandò a bruciapelo: «Il dottore ti ha detto come mai non ho alcun ricordo degli ultimi cinque anni? È come se un quarto della mia vita fosse sparito nel nulla». «Hai parlato tu stessa con il medico. In quanto sua paziente, è obbligato a raccontarti tutta la verità.» L'uomo al volante era indubbiamente gentile, però gli mancava quel calore che Alaina si sarebbe aspettata dall'uomo con cui aveva scelto di passare il resto della vita. Suo marito. Come mai aveva sposato una persona così controllata? Ecco un'altra domanda a cui non sapeva dare una risposta. «Lo so benissimo. La mia era più che altro una domanda retorica, perché ci sono molte cose di cui non mi capacito.» Abbassò lo sguardo sul piccolo che dormiva con addosso un pigiamino da elfo di Babbo Natale. «Per esempio, come si fa a dimenticare un bambino così adorabile?» Guardare Thomas risvegliava in lei l'istinto materno. Dato che era sempre stata figlia unica, aveva sognato una famiglia numerosa. Se lei e Porter erano sposati da quattro anni, perché avevano aspettato così tanto per avere un figlio? «L'hai visto per la prima volta qualche ora prima di avere l'incidente.» Porter svoltò in direzione di una via isolata che fiancheggiava enormi ville con giardini 9
ben curati e una meravigliosa vista sull'oceano. «È il mio bambino...» Si interruppe per accarezzare la manina di Thomas, «nostro figlio. È una di quelle cose che ti cambiano la vita. Ogni singolo minuto trascorso con lui dovrebbe essere impresso in maniera indelebile qui» concluse toccandosi la fronte. «Non ricordi nemmeno di esserti sposata» osservò Porter in tono sarcastico. Alaina si pentì di non essersi morsa la lingua. Dopotutto, si trattava di un momento difficile anche per lui. «Mi dispiace» si scusò, «neanche per te dev'essere facile.» «Sei viva e ti sei ripresa dal coma. È molto più di quanto sperassi.» Cercò di mascherare l'emozione che si celava dietro quelle parole mentre proseguiva lungo la strada affiancata da palme. «Posso affrontare il resto.» «Così mi fai sentire in colpa per essere frustrata.» «Prenditi un po' di tempo» le suggerì tenendo le mani appoggiate al volante. Il sole illuminava il costosissimo orologio Patek Philippe che portava al polso. «Ne hai passate tante» aggiunse. Come faceva a ricordarsi la marca dell'orologio di Porter e non sapere se la sua fede avesse un'incisione? Forse era stata la passione che aveva sempre avuto per gli oggetti belli ed eleganti a farle identificare il produttore dell'orologio. La stessa che l'aveva spinta a specializzarsi in storia dell'arte all'università. «Anche tu, se è per questo. Di sicuro per te sarà stato un mese infernale, con un figlio che aveva bisogno di operazioni chirurgiche e una moglie in coma.» «Non ha più importanza» la rassicurò, «adesso sto bene.» Mentre l'auto si fermava a un segnale di stop addobbato per le prossime feste, Alaina fu quasi divertita da quell'affermazione. 10
«Non sarai uno di quegli uomini tutti d'un pezzo che non si scalfiscono mai?» I loro sguardi si incrociarono nello specchietto retrovisore. «Sono uno che credeva di aver perso tutto.» Alaina provò compassione per quel marito di cui non sapeva nulla. «In un certo senso, è ancora così» lo corresse con tono triste, «dato che non ricordo minimamente la nostra vita insieme.» Giunti a un incrocio deserto, Porter appoggiò il gomito allo schienale e si voltò verso di lei. «Tu e nostro figlio siete vivi. È l'unica cosa che conta per me.» Fin da quando aveva ripreso conoscenza, la tensione fra loro due era stata palpabile. Suo marito aveva tutte le risposte di cui lei aveva bisogno. Eppure, in quel momento, la sincerità che traspariva dagli occhi di Porter le scatenò la voglia irrefrenabile di abbracciarlo e di godere della familiarità di quel gesto. Fu tentata di sfiorargli il gomito, ma una macchina alle loro spalle suonò il clacson e Alaina ritrasse istintivamente il braccio. Come le era venuto in mente? In fin dei conti, non sapeva nulla di quell'uomo, della vita che avevano costruito insieme, né tantomeno del futuro che li attendeva. Il destino aveva completamente cambiato le carte in tavola. Tuttavia, per il bene di Thomas, lei e Porter avrebbero dovuto fare il possibile per ritrovarsi. Forse lo spirito del Natale avrebbe compiuto il miracolo di rimettere insieme la famiglia? Alaina si spostò sul sedile, cercando di placare l'irrequietezza che provava. «Posso farti domande riguardo al passato?» «Sì, ma perché non l'hai fatto prima?» le chiese mantenendo lo sguardo fisso sulla strada. In un certo senso, questo rese più facile parlare con lui. «Perché... avevo paura che non mi avresti risposto.» «E cos'è cambiato?» 11
«Siamo fuori dall'ospedale. Non siamo più circondati da medici convinti che i ricordi prima o poi riaffioreranno. Continuavano a ripetermi di non insistere, questo, però, non fa che peggiorare le cose.» Aveva bisogno di risposte. Come avrebbe potuto essere una moglie per Porter e una madre per Thomas se non sapeva più chi fosse o come erano diventati una famiglia? «Ti fiderai delle mie risposte?» chiese guardandola nuovamente. «Che cosa guadagneresti mentendomi?» Questa sì che era una bella domanda. Tuttavia non le restava altro che fidarsi completamente di un uomo che conosceva a malapena se voleva rimettere in piedi la loro famiglia. «Come ci siamo conosciuti?» «La mia ditta stava realizzando l'espansione del museo in cui lavoravi. Quando ho messo in mostra i miei muscoli, non hai potuto resistermi.» Era impossibile non notare il suo fisico possente. Se l'aveva attratta anche solo un po' di quanto lo faceva in quel momento, Alaina avrebbe dovuto credergli sulla parola. E il suo senso dell'umorismo lo rendeva ancora più attraente. «Tutto sommato, sei un tipo divertente.» «Pensi che non abbia senso dell'umorismo? Così ferisci il mio ego.» «Non c'è stato molto spazio per la leggerezza durante questa settimana.» Mentre era in ospedale aveva provato una grande paura. Di notte, quando non riusciva a dormire, camminava per i corridoi del reparto. Andava spesso a vedere Thomas, nella speranza di riacquistare anche solo un briciolo di memoria. Invece, il più delle volte, si ritrovava a pensare a quell'uomo bellissimo e al tempo stesso misterioso che le teneva compagnia durante il giorno. «Hai ragione. Speriamo di rimediare. Potremmo ap12
profittare delle vacanze di Natale per rilassarci, stabilire una routine con il bambino e ritrovarci.» Dallo specchietto retrovisore, Porter tenne gli occhi incollati ai suoi e le rivolse uno sguardo carico d'intensità. «Perché, ti avviso: ho intenzione di farti ricordare ogni singola cosa che ti ha fatto innamorare di me.» Quelle parole la trafissero, facendola sentire eccitata, confusa e nervosa al tempo stesso. Anche se non lo ricordava, quella era la sua vita. E non le restava che andare avanti e impegnarsi per riacquistare la memoria. Doveva scoprire cos'aveva provato per quell'uomo, suo marito. E cosa provava per lui in quel momento. Porter Rutger aveva patito le pene dell'inferno. Tuttavia, per la prima volta dopo tanto tempo, sembrava vedere la luce alla fine del tunnel. Strinse le mani sul volante e ripensò all'ultimo mese trascorso in ospedale. Aveva vissuto nella costante preoccupazione per la guarigione del figlio... mentre sua moglie era in coma. Porter serrò la mascella mentre percorreva la strada che li avrebbe condotti alla casa al mare che aveva comprato dopo il terzo fallimento di fecondazione in vitro. Gli anni trascorsi a combattere contro l'infertilità avevano ridotto il loro matrimonio in pezzi. Prima di avere quell'incidente stradale, erano arrivati a contattare un avvocato specializzato in divorzi. Poi, quando stavano per firmare le carte per il divorzio, erano stati contattati per l'adozione di Thomas. Il piccolo aveva una malformazione congenita e avrebbe avuto bisogno di interventi chirurgici e anni di fisioterapia. La loro rinuncia avrebbe fatto ripartire daccapo per lui la ricerca di una nuova famiglia e, nel frattempo, il piccolo sarebbe stato affidato ai servizi sociali. Non avevano 13
preso la decisione di adottare un bambino a cuor leggero. Avevano iniziato le pratiche due anni prima, quando avevano scoperto che non avrebbero mai potuto concepire figli. Quell'attesa li aveva messi a dura prova, aggiungendo ulteriore stress al loro matrimonio giĂ compromesso. Porter non riusciva nemmeno a ricordare chi dei due avesse proposto il divorzio. L'idea era saltata fuori durante una discussione e, in men che non si dica, si erano ritrovati di fronte a un legale. Si trattava di una decisione dolorosa, d'altra parte i litigi continui rendevano impossibile l'idea di costruire la famiglia che tanto avevano desiderato. Persino la terapia di coppia si era rivelata vana. Erano arrivati al capolinea. Poi, quando l'agenzia di adozioni li aveva chiamati, avevano deciso di mettere da parte le incomprensioni e adottare Thomas. Sarebbero rimasti temporaneamente insieme per il bene del piccolo. Alaina non aveva avuto il benchĂŠ minimo dubbio al riguardo. Quel bambino aveva un disperato bisogno di una famiglia e loro l'avrebbero accolto. In seguito c'era stato l'incidente, e il rischio di perderla per sempre aveva fatto venire a Porter la voglia di strappare i documenti del divorzio. Forse non era tutto perduto. Forse poteva ancora avere la famiglia dei suoi sogni. Quel bambino era giĂ riuscito a rubargli il cuore, e sapeva che avrebbe fatto qualsiasi cosa per suo figlio. Qualsiasi. Era come se gli fosse stata concessa una seconda possibilitĂ per riconquistare la moglie. Potevano lasciarsi alle spalle il passato e ricominciare daccapo, cancellando tutto il dolore che si erano inflitti a vicenda. Porter sapeva benissimo di aver commesso degli errori, ma si trovava di fronte una nuova occasione. Essendo cresciuto con una madre single che faceva l'avvocato e divideva il proprio tem14
po tra il lavoro e la ricerca di un marito, Porter aveva sempre aspirato ad avere una famiglia stabile e piena d'amore. Se solo fosse riuscito a farsi perdonare da Alaina, o convincerla che era cambiato e che questa volta si sarebbe impegnato al cento per cento nella loro relazione, allora avrebbe realizzato il suo sogno. Il sogno di entrambi. Porter non era certo il tipo da starsene con le mani in mano. Era un uomo d'azione. E la posta in gioco non era mai stata così alta. Guardò sua moglie dallo specchietto retrovisore. Era quella la donna per cui aveva perso la testa quattro anni e mezzo prima. Era rimasto accecato dalla sua intelligenza, dalla sua sicurezza e dal talento artistico che possedeva. Nell'istante in cui l'aveva vista fare da guida museale a una classe delle elementari, si era subito reso conto di avere di fronte la propria anima gemella. Era una persona dolce e con un cuore d'oro. Riusciva a immaginarsela mentre cullava i loro figli, costruiva castelli di sabbia con loro o li aiutava a disegnare. Tuttavia non era stato colpito solamente da quell'aria materna. Alaina era anche una donna sensuale, in grado di risvegliare in lui una passione prorompente. I ricordi dei loro momenti d'intimità riuscivano ancora a sconvolgerlo. I continui litigi, però, gli avevano dimostrato quanto fossero instabili le fondamenta della loro relazione. «Che cosa volevi sapere?» «Non abbiamo parlato molto in ospedale» gli fece notare Alaina. I suoi occhi blu sostennero lo sguardo di Porter per un istante, prima di concentrarsi su altro. «Ordine del medico. E siamo stati molto impegnati, tra la fisioterapia di Thomas e i tuoi accertamenti.» Anche se si era preso una pausa dal lavoro, passando momentaneamente le redini dell'azienda al suo braccio 15
destro, Porter si era trovato fra l'incudine e il martello. Vedere Alaina distesa su un letto d'ospedale l'aveva colpito nel profondo. Anche se l'amore che un tempo provavano era svanito, continuavano a condividere una vita di coppia, una passione e ora anche un figlio. Il bisogno di Porter di avere una famiglia perfetta aveva distrutto il loro matrimonio e sgretolato i sentimenti che provavano l'uno per l'altra. Ciononostante aveva il dovere di prendersi cura di lei, lasciandole il tempo di riprendersi e di capire come crescere insieme un figlio. «Non incolpo nessuno» si affrettò ad aggiungere Alaina, «sto solo cercando di colmare le mie lacune. In ospedale mi sono sentita così... limitata.» Non avrebbe messo in pericolo la sua guarigione. I dottori si erano raccomandati di non spingerla a ricordare, e Porter non sarebbe venuto meno al loro volere. Ma, cosa ancora più importante, non aveva alcuna intenzione di mandare in fumo l'unica possibilità che gli era rimasta per tenerla al suo fianco. Anche se nei documenti del divorzio aveva acconsentito a fare il padre a tempo parziale, non ne aveva intenzione. Sperava ancora di poter costruire la famiglia che aveva sempre sognato. Non aveva idea di che cosa fosse andato storto tra di loro e, adesso che Alaina non aveva alcun ricordo della loro vita insieme, non avrebbe mai più potuto scoprirlo. «Il medico vuole vedere quanto riesci a ricordare da sola. Non vogliamo che tu confonda i ricordi con quello che ti viene raccontato.» «Forse ascoltare aneddoti su noi due mi può aiutare.» Si era decisa a fidarsi di lui? Di sicuro non l'aveva fatto quando il loro matrimonio stava andando a rotoli. Porter si chiese se il ricordo di quella diffidenza sa16
rebbe prima o poi riaffiorato. Poi svoltò nella via d'accesso che portava al cancello della loro casa. «Sei l'unico a cui posso fare domande, dato che non ho più contatti con le persone che conoscevo in passato. Se voglio scoprire che cos'è successo negli ultimi cinque anni, le mie uniche risorse siete tu e Google.» Porter sorrise ironicamente. «Bell'incoraggiamento.» Sulle labbra di Alaina si disegnò un sorriso che gli fece stringere il cuore. Ricordò quando riusciva a farla sorridere ogni giorno, prima che la loro relazione si trasformasse in un susseguirsi di silenzi imbarazzanti. «Non ho intenzione di scusarmi per aver detto la verità» replicò e il sorriso svanì. «Perché non mi è venuto a trovare nessuno in ospedale?» «I nostri amici vivono tutti a Tallahassee.» E si sarebbero sentiti in imbarazzo ad andarli a trovare in ospedale, dato l'imminente divorzio. «Ho conservato i biglietti dei fiori e dei palloncini che ti hanno mandato. Te li mostrerò appena arriveremo a casa.» Alaina si morse il labbro. «A chi posso telefonare per farmi aiutare a ricordare?» Anche se Porter non aveva intenzione di isolarla, voleva a tutti i costi impedirle di andarsene. Avevano bisogno di un po' di tempo per rinsaldare il loro rapporto, riscoprire i sentimenti che un tempo avevano condiviso e fare da genitori al bambino che avevano desiderato con tutto il cuore. Era l'unica occasione per avere la famiglia che sognava fin da piccolo. «I dottori si sono raccomandati di andarci con i piedi di piombo. Qualunque cosa consiglierà il medico che si trova vicino alla casa al mare, per me andrà bene.» Era rimasto sorpreso dal fatto che Alaina non gli avesse fatto apertamente delle domande mentre si trovavano in ospedale. 17
Qualsiasi cosa l'avesse spinta a trattenersi, ora che erano da soli era andata persa e sembrava fermamente decisa ad avere delle risposte. Appariva molto più insistente e sospettosa di quanto non fosse mai stata prima dell'incidente. Forse si trattava semplicemente di un altro lato che gli aveva tenuto nascosto durante gli ultimi mesi del loro matrimonio? «Quindi, se acconsentirà, mi darai i loro numeri di telefono?» Si sporse in avanti, appoggiando le braccia allo schienale del sedile mentre erano fermi a un incrocio. «Certo» rispose Porter. I loro amici sarebbero stati contenti di avere sue notizie, ma probabilmente sarebbero stati impegnati con le feste. E i medici non credevano che la memoria di Alaina sarebbe tornata nel breve periodo. Porter aveva bisogno di trascorrere le vacanze natalizie da solo con sua moglie e il bambino per riuscire a ricostruire la loro famiglia. Magari sarebbero davvero riusciti a farlo per il bene di Thomas. «Chiedimi qualsiasi cosa. Siamo sposati.» Porter si sentì solleticare il collo dal suo respiro e i loro occhi si incontrarono. «Qualsiasi cosa?» L'aria si fece elettrica. Porter si chiese se Alaina riuscisse a intravedere nel profondo dei suoi occhi i ricordi dei momenti fantastici passati insieme. Anche se non ne aveva più memoria, era evidente che percepisse ancora la connessione che li univa. E questo la rendeva nervosa. Porter doveva procedere con cautela. Non le aveva raccontato del divorzio perché voleva un'occasione per convincerla a restare. E non voleva essere costretto a rispondere a domande in cui avrebbe dovuto scegliere se mentire o dirle la verità. Come, ad esempio, confessarle che non dormivano più nello stesso letto da un mese prima di avere l'incidente. 18
«Prometto che non ti chiederò di assolvere i doveri coniugali fino a quando non ti sentirai pronta.» «È meglio così» replicò un po' troppo in fretta Alaina, «non me la sento di...» «Non c'è bisogno di aggiungere altro.» Digitò il codice di sicurezza del cancello, che si aprì sul vialetto costeggiato da palme addobbate con luci natalizie che diventavano sempre più luminose man mano che il sole tramontava «Sei stato molto comprensivo con me nell'ultima settimana. Grazie per avermi reso le cose più facili.» E pensare che non molto tempo prima lo aveva accusato dell'opposto. Aveva detto che vedeva in lei solo una sfornatrice di bambini e che qualunque altra donna avrebbe potuto prendere il suo posto. Si era convinta che Porter non l'amasse veramente. Porter rimase in silenzio. «Ho detto qualcosa che non va?» domandò Alaina. «Ne hai passate parecchie nell'ultimo mese.» In effetti, era stato un periodo difficile per entrambi. Svoltò in direzione della villa che si affacciava sull'oceano. Aveva ordinato di decorarla con corone e ghirlande natalizie. «Prenditi tutto il tempo che ti serve. Sappi, però, che, anche se ti darò tutto lo spazio di cui avrai bisogno, non rinuncerò a creare nuovi ricordi felici.» Alaina sgranò gli occhi. Era così bella, ma ancora troppo fragile. Porter sentì il bisogno istintivo di proteggerla. Anche se non erano più la coppia di un tempo, aveva bisogno di lei. Nelle settimane a venire, si sarebbe impegnato a riconquistarla e non avrebbe permesso a nessuno di ostacolarlo. Posteggiò di fronte alla scalinata e notò che c'era già un'auto. Avrebbe riconosciuto ovunque quella macchina sportiva. Il suo unico pensiero fu: Si salvi chi può! Mia madre è venuta a trovarci. 19
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