Un amore inaspettato

Page 1



1044 - Un dono inaspettato - A. Burrows 1045 - La maschera del libertino - E. Leigh 1046 - Un campione per Miss Jenna - B. Scott 1047 - Inciso nel cuore - E. Hobbes 1048 - L'errore di Caroline - A. Everett 1049 - Cuori sotto assedio - N. Locke 1050 - Il vicario e la scrittrice - E. Leigh 1051 - Incontri proibiti con il visconte - J. Justiss 1052 - Una debuttante da sposare - V. Lorret 1053 - Per coraggio e per amore - M. Fuller 1054 - Pericolo a corte - J. Landon 1055 - Un bacio sconveniente - C. Kimberly 1056 - Una naufraga per lo sceicco - M. Kaye 1057 - Manuale per zitelle impenitenti - J. McQuiston 1058 - Il rapimento di Lady Fia - T. Brisbin 1059 - Il coraggio di Lily - J. MacLean 1060 - Storie di una lady - M. Rodale 1061 - Un cuore ferito - C. Kelly 1062 - Fra le braccia del guerriero - M. Styles 1063 - Lezioni di francese - B. Scott 1064 - Un amore inaspettato - A. Herries 1065 - Ballo con il libertino - E. Boyle 1066 - Il romanzo di Miss Mary - J. McQuiston 1067 - Il segreto di Tristan - C. Townend


ANNE HERRIES

Un amore inaspettato


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Claiming the Chaperon's Heart Harlequin Historical © 2016 Anne Herries Traduzione di Mariachiara Eredia Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2017 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici maggio 2017 Questo volume è stato stampato nell'aprile 2017 da CPI, Barcelona I GRANDI ROMANZI STORICI ISSN 1122 - 5410 Periodico settimanale n. 1064 dello 03/05/2017 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 75 dello 01/02/1992 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano


Prologo

India, 1817 «Se farete questo per me, sarò vostra e potrete disporre di tutto quello che possiedo» disse la donna. Alla luce delle candele la sua pelle di una tenue sfumatura olivastra appariva liscia e morbida, mentre gli occhi, scuri come la notte, sembravano di velluto nero e in essi brillava una fiamma argentea. Era una donna bellissima e sicura del suo fascino, e sentiva che lui la desiderava quasi da perdere la ragione. Il suo profumo era intenso e aveva l'odore esotico e penetrante di muschio e ambra grigia, mentre i gioielli che le ornavano il collo sarebbero bastati a pagare il riscatto di un re. Figlia di un principe indiano e nipote di un conte inglese, era orgogliosa, arrogante e vendicativa. Nel suo petto bruciava l'odio per l'uomo che l'aveva respinta. «Mi ha usata crudelmente e poi mi ha abbandonata. Lo voglio morto. Soltanto la sua fine lenirà il male che mi ha fatto.» Gli si fece più vicina per permettergli di sentire il 5


profumo del suo corpo, che aveva il potere di far impazzire gli uomini di desiderio. Poteva avere tutti quelli che voleva, eppure colui che l'aveva respinta era l'unico che desiderava: lui aveva rifiutato la sua offerta di giacere con lei, di sposarla e vivere nel suo palazzo. Le aveva detto che non l'amava. Il dolore per quel rifiuto bruciava come il morso di un serpente. Presto si sarebbe reso conto che non poteva sfuggirle! Per averla abbandonata sarebbe andato incontro a una morte dolorosa. Sconvolta dall'ira, la principessa aveva del tutto perso la ragione. Il povero sciocco, che ora la guardava come un affamato, non era l'unico a cui aveva promesso i suoi favori, ma era improbabile che l'altro avrebbe esaudito una sua eventuale richiesta, nonostante fosse innamorato di lei. Quell'uomo, invece, aveva i suoi motivi per regalarle la vendetta che agognava tanto. Lei lo aveva scelto con cura e sapeva che in cambio di una ricca ricompensa avrebbe fatto qualsiasi cosa. Era un uomo avido e assetato di sangue tanto quanto lei. «Ha fatto torto a entrambi» gli sibilò. «Andate in Inghilterra, seguitelo e fate quello che vi ho chiesto; al vostro ritorno avrete tutto quello che desiderate e anche di più...» «Sì, farò quello che volete, mia dolce signora, perché ho degli affari che mi conducono là. Dopo aver portato a termine il mio compito, tornerò per riscuotere la ricompensa.» Sulle labbra della principessa si dipinse un sorriso crudele. Quello stupido avrebbe avuto più di quello che desiderava perché una volta stanca di lui se ne sarebbe sbarazzata. Ora il suo cuore era freddo come 6


il ghiaccio, perché lui l'aveva spezzato e lei lo detestava. Lo sciocco le si inginocchiò davanti e baciò l'orlo delle sue vesti pregiate. «Giuro che il nostro nemico pagherà per le sue malefatte» le assicurò. «Questa storia finirà solo quando uno fra me e lui esalerà l'ultimo respiro. Ora non sospetta nulla e so che è uno stupido ingenuo, non capirà che cosa ho in mente finché non gli toglierò la vita.» Lei avvertì un fremito lungo la schiena e per un momento pensò di rimangiarsi tutte le parole colme di odio che aveva pronunciato. Amava l'uomo che l'aveva rifiutata e la sua morte non le avrebbe davvero recato soddisfazione; in quell'istante capì che la vendetta le avrebbe solo portato dolore, ma lui l'aveva umiliata e per questo doveva pagare. La rabbia e l'orgoglio lottarono contro sentimenti meno agguerriti ed ebbero la meglio. Fissò lo stupido inginocchiato davanti a sé: era indegno persino di baciare i piedi dell'uomo che lei amava tanto, ma la sua sofferenza era troppo profonda e doveva essere placata con il sangue. Una volta sola fu invasa da una violenta agitazione e camminò avanti e indietro finché capì che nemmeno la vendetta avrebbe potuto mitigare lo strazio del suo cuore. Anzi, il pensiero che lui trovasse la morte le suscitava un profondo tormento. Cadde in ginocchio e pianse fino a quando il tumulto di rabbia e disperazione non la abbandonò, e allora si rese conto di aver tradito se stessa. Non desiderava la fine dell'uomo che amava, lo voleva lì insieme a lei, con un sorriso innamorato sul volto. Doveva richiamare lo sciocco che l'avrebbe asse7


condata così facilmente e dirgli che aveva cambiato idea. Ma quando vide il sole alto nel cielo capì che era troppo tardi: la nave era già salpata e quell'uomo avrebbe ubbidito alla sua richiesta per ottenere la ricompensa. Lui sarebbe morto per colpa sua. Lanciò un terribile grido di disperazione e cadde a terra priva di sensi.

8


1

Inghilterra, 1817 «Ah, lettere!» esclamò il Visconte Salisbury, e guardò la sorella maggiore Jane che entrava nella stanza con un bel pacco di missive. «Ce n'è qualcuna per me, sorellina?» «Sì, credo ce ne siano tre» rispose Jane con una smorfia. «Una ha il profumo di Miss Bellingham... Perché mai una giovane donna assennata scrive proprio a te?, mi domando.» «Non sono affari che vi riguardano, signora» replicò canzonatorio il fratello, e cercò di agguantare le buste che lei teneva dispettosamente fuori dalla sua portata. Lady Jane March rise divertita e aspettò un altro secondo prima di consegnarle al fratello minore che tanto adorava. Era una donna elegante, alta e snella, e c'era qualcosa in lei che illuminava all'istante qualunque stanza in cui entrasse, anche se la sua bellezza non riusciva a mascherare la tristezza dei suoi meravigliosi occhi. Jane aveva deciso di andare a vivere con il fratello 9


preferito dopo che il marito era scomparso prematuramente nella battaglia di Waterloo, combattendo al fianco di Wellington. Bello da togliere il fiato, Harry era stato uno degli aiutanti di campo del Duca di Ferro, e la sua tragica morte due anni prima le aveva spezzato il cuore. John, Conte Sutherland, il patriarca della famiglia, nonché suo fratellastro, le aveva offerto di trasferirsi presso di lui e sua moglie Gussie, ma Jane aveva scelto di andare da William, di solo un anno più giovane. Will infatti era l'unico che non l'avrebbe né trattata con eccessivo riguardo né prevaricata. «Senza dubbio, entro un mese mi vorrai all'altro capo del mondo» aveva detto a Will appena arrivata a casa sua, quella che in origine era la tenuta di campagna più piccola del padre. John aveva infatti ereditato la residenza principale, com'era ovvio. «Gussie mi avrebbe fatto impazzire, e poi sai com'è John.» «Sì che lo so» aveva risposto Will costernato. «È un vecchio criticone. La nostra povera mamma lo ha sempre temuto finché non ha sposato Porky.» «Dio benedica il Duca di Roshithe» aveva detto Jane con un sorriso ironico. La madre era sopravvissuta al primo marito ed era diventata la moglie molto amata e viziata di un altro uomo. Diceva sempre di essersi risposata dopo il matrimonio di Jane perché il suo adorato William non aveva bisogno di aiuto per trovare moglie. Il figlio, infatti, possedeva la fortuna che gli aveva lasciato la nonna materna e il piccolo patrimonio del padre, che consisteva in una casa in città, una residenza di caccia in Scozia e acri di terra da qualche parte nello Yorkshire. Pro10


babilmente era più ricco del fratello maggiore, al quale infatti non aveva mai chiesto nulla, ma ciò non impediva al conte di dargli consigli, in ogni occasione possibile, su come gestire il suo patrimonio. «Con il bel viso e la ricchezza che ti ritrovi, avrai più problemi a respingere le signore che non a trovare una sposa» gli aveva detto la mamma prima di partire per il viaggio di nozze nel Continente con l'adorante secondo marito. Porky, come famiglia e amici insistevano a chiamarlo, pendeva dalle sue labbra e fu felicissimo di servirla e adorarla. L'aveva amata per tutta la vita ed era rimasto sgomento quando il padre di lei gli aveva preferito il conte come genero; naturalmente nessuno si aspettava che Porky ereditasse un ducato, d'altronde ne era venuto in possesso solo dopo la morte di numerosi e sfortunati parenti. «Non voglio saperne niente di quella vecchia casa ammuffita di Roshithe» aveva detto una volta appresa la notizia. «Cosa me ne faccio del titolo e della residenza di campagna? Non vado mai da quelle parti, non ci sono mai andato e non ci andrò mai.» «L'accetterai per accontentare me» aveva ribattuto la sua signora. «Avrò la precedenza sulla moglie di John, che poi quel titolo non le si addice proprio.» Onore al merito, Porky non aveva proferito un'altra parola di protesta. Se alla sua Helen stava bene diventare la Duchessa di Roshithe, allora andava bene pure a lui, anche perché conosceva perfettamente tutti gli sgarbi che le aveva inflitto la nuora. Invece di lamentarsi ancora, dunque, aveva dato un ballo grandioso a cui aveva invitato tutte le persone di una certa importanza. Si era divertito in silenzio a vedere 11


la contessa che si inchinava di fronte alla suocera, cosa che si era sempre rifiutata di fare da quando il marito era diventato conte. Jane e Will avevano assistito al successo della loro cara mamma con gioia appena contenuta, perché era chiaro che lei se lo era goduto un mondo. Da giovane, sposa per denaro e posizione sociale, aveva subito sia l'arrogante marito che il suo altrettanto borioso rampollo, figlio della prima moglie, una nobildonna di più alto lignaggio ma di patrimonio inferiore. Helen aveva portato al marito una dote cospicua, ma suo padre era stato tanto saggio da vincolarla in modo che restasse a lei e ai suoi figli dopo l'eventuale morte del coniuge. Non che ora ne avesse bisogno, perché Porky era uno degli uomini più ricchi d'Inghilterra e spendeva i suoi averi solo per lei e i figliastri Will e Jane. Naturalmente, John era abbastanza ricco di per sé, ma non approvava per niente quel comportamento: era troppo educato per farlo notare, ma si accigliava sempre di fronte alle ingenti somme sperperate, come lui sosteneva, per compiacere la matrigna. Assorta nelle sue lettere, a un certo punto Jane si rese conto che Will sembrava esitare. Alzò lo sguardo e sorrise, perché conosceva benissimo il suo amato fratello. «Vuoi qualcosa» indovinò. «Coraggio, di che si tratta?» «Carissima Jane» mormorò Will con gli occhi che scintillavano maliziosi. «Mi conosci così bene. Si tratta di Melia Bellingham. Poiché sua zia si è ammalata ed è impossibilitata a viaggiare, il mese prossimo lei non potrà venire a Londra a meno che tu 12


non le faccia da chaperon, Jane. Ti prego, dimmi che lo farai! Desidera venire a trovarci da così tanto tempo...» «Amelia Bellingham non avrebbe dovuto scrivere a te, Will; è sua zia che deve rivolgersi a me per chiedermi di farle da chaperon.» «Sono sicuro che la lettera di Mrs. Bellingham è fra le tue» disse lui. «Ne hai così tante! Perché ricevi sempre montagne di lettere? A me non ne arrivano mai più di due o tre, e per la maggior parte sono solo fatture.» «Forse perché ne scrivo altrettante» rispose Jane con un lieve sorriso. «È la mia occupazione principale a meno che non andiamo a Londra a trovare la mamma, e allora è un continuo di balli, cene e tutto il resto.» «La mamma adora dare ricevimenti e ha un mucchio di amici.» «Ma certo» ribatté Jane beffarda. «Tutti in fila per le cene sontuose organizzate da Porky. Mi sorprende come la mamma abbia sempre davanti tutto quel cibo abbondante e non metta su neppure un chilo.» «Perché mangia come un uccellino» rispose Will. «Tu sei proprio come lei, Jane, e non ingrasserai mai. Allora, inviterai Melia a stare da noi?» «Certo, se lo desideri» acconsentì Jane. «È casa tua, caro, io sono solo un'ospite e quindi puoi invitare chi vuoi.» «Sai che non potrei invitare Miss Bellingham senza di te» intervenne Will. «Ha bisogno di uno chaperon e tu la conosci da sempre, praticamente siete cresciute insieme.» «Sua sorella maggiore era mia amica» disse Jane 13


lasciandosi scappare un sospiro, perché la sua amicizia con Beth Bellingham le riportava alla memoria il ricordo di Harry. Beth era stata innamorata di lui come quasi tutte le giovani donne quella Stagione, ma lui aveva avuto occhi solo per la futura moglie. Harry le mancava tantissimo e a volte di notte il dolore era come una spada conficcata nel petto. «Melia mi piace, Will, e sarò lieta di invitarla.» Frugò tra le sue lettere e aprì quella della zia di Miss Bellingham, annuì e mise mano alla penna per rispondere subito. Fatto ciò, agitò il campanello e consegnò la lettera al valletto. «Flowers, speditela immediatamente, per favore.» «Sissignora» rispose il valletto con un inchino rispettoso. Solo un acuto osservatore avrebbe potuto scorgere la devozione negli occhi dell'uomo mentre usciva dalla stanza. Will sapeva che tutta la servitù adorava Jane. Non sarebbe stato facile per un'eventuale futura moglie, perché lì tutti consideravano sua sorella la padrona, e lui ne era stato lieto finché non si era reso conto di aver cominciato a pensare seriamente al matrimonio. «Allora?» chiese Jane. Si alzò dalla sua poltrona elegante e chiuse lo scrittoio che aveva portato lì al ritorno dalla Francia. «Presto dovrò farti le congratulazioni?» «Be', se alla fine della stagione Melia sarà della stessa opinione, sì» rispose Will. «Sei davvero contenta per me, Jane? So che per te le cose si faranno complicate...» «Sciocchezze. Ho approfittato fin troppo della tua generosità. Possiedo una casa tutta mia e in ottime condizioni a poca distanza da John e Gussie, e una 14


volta trasferita comprerò anche una casa a Bath. Avrei dovuto farlo un anno fa quando ho smesso il lutto.» «Ma come farai a vivere da sola?» le domandò il fratello. «So che non vuoi vivere con John, ma Gussie non è poi così male, oppure la mamma...» «Non mi sognerei mai di mettere i bastoni fra le ruote alla mamma» intervenne Jane con una risatina. «E sai che Gussie mi farebbe impazzire nel giro di due settimane.» «Potresti rimanere qui. A Melia piaci tanto.» «Anche lei mi piace molto e voglio che le cose restino tali» lo interruppe Jane con dolcezza. «No, carissimo fratello, non metterò tua moglie in difficoltà. È molto semplice, devo trovare una dama di compagnia.» «Suppongo di sì, ma c'è qualcuno che riusciresti a sopportare? Non sei la più paziente delle signore, Jane.» «Non sono paziente per nulla» ammise lei. «Ma... ti ricordi della cugina Sarah? Forse no, perché quando venne a stare da noi tu eri via a studiare. È stato poco prima che morisse papà.» «Mi sembra di ricordarla al funerale, era alta, magra e insignificante e sua madre la tempestava di richieste rendendole la vita un inferno.» «Be', zia Seraphina è morta il mese scorso e la cugina Sarah mi ha scritto di recente; voleva sapere se ero a conoscenza di un impiego che facesse al caso suo. Stavo pensando di invitarla qui per capire se possiamo andare d'accordo, e in quel caso mi trasferirò con lei a Bath.» «Ti immagini che cosa dirà John in proposito? Sa15


rah Winters non potrà mai essere uno chaperon per te, Jane, non è abbastanza anziana ed è priva di titoli.» «Non ho bisogno di niente di tutto ciò. Sono stata sposata con Harry per un anno prima che morisse» mormorò Jane, il volto pallido. «Sono Lady March, una vedova che gode di mezzi propri, ed è così che intendo vivere.» Il fratello la fissò e lei inarcò le sottili sopracciglia scure. «Non potrei mai vivere con John e sua moglie dopo la libertà di cui ho goduto con il matrimonio e vivendo con te.» Will la guardò ancora per un secondo e poi scosse la testa. «Certo che no, Jane, ma avrai tutti contro, persino la mamma.» «La mamma vuole che mi risposi. Se andassi a vivere con lei mi presenterebbe tutti gli scapoli che conosce e continuerebbe a farlo fino ad averla vinta. Mi sono sposata per amore e non mi sposerei mai per nessun'altra ragione; anzi, apprezzo la mia indipendenza.» «Non credi che sarebbe meglio sposare qualcuno che ti piace senza esserne per forza innamorata? Avresti una casa grande e l'aiuto di un marito.» «Al momento non riesco neppure a pensarci» replicò Jane con un groppo alla gola. «Ho tolto il lutto un anno fa ma soffro ancora, continuo a pensare a lui tutto il tempo e vorrei...» «Certo, è ovvio. Sarei un mostro a suggerirti di fare qualcosa che ti turba, cara. Ti prego di scusarmi.» Le parole di Will erano sincere e la sorella lo rassicurò che non aveva niente da perdonargli. Si congedarono cordialmente, Jane per scrivere alla cugina Sarah e Will per montare il nuovo puledro che stava 16


addestrando con sommo piacere. Aveva impiegato un po' per domarlo, ma l'animale era veloce come il vento e lui aveva una mezza idea di iscriverlo a qualche gara cavalcandolo personalmente. Si incamminò verso le stalle fischiettando, pago della sua vita e del modo spensierato in cui procedeva da sempre. Era fortunato, lo dicevano tutti, e lui non vedeva perché non dovesse continuare a esserlo. Melia l'avrebbe sposato e sarebbe stata lieta di vivere in campagna, a parte qualche breve visita in città, esattamente come lui desiderava. «Oh, guardate, cara zia!» Melia Bellingham aprì la lettera di Lady March e i suoi profondi occhi azzurri si illuminarono eccitati. Mostrò l'elegante grafia all'anziana donna, che si era ripresa dalla malattia abbastanza da stare seduta in poltrona ma era ancora troppo debole per accompagnare a Londra una giovane vivace. «Non vi dispiacerà se vi lascio da sola? Vi prego, ditemi che posso andare, anche perché non credo di potervi essere molto utile qui. Dite sempre che vi faccio venire l'emicrania, zia Margaret.» La donna sospirò e annusò il fazzoletto di pizzo profumato di mughetto. «Hai così tante energie, Amelia! Non c'è da meravigliarsi se trovo la tua compagnia stancante, in particolare quando mi sento un po' debole. Ma non ho intenzione di deluderti, certo che puoi andare da Lady March. Ti avrei preferita sotto la custodia di tua sorella, ma la cara Beth è incinta e non può occuparsi di te. Devi ringraziare Lady March con una bella lettera.» 17


«Dice che manderà una carrozza per portarmi a casa sua in campagna e poi ci recheremo insieme a Londra. Devo scriverle subito una risposta, altrimenti non riceverà la mia lettera in tempo.» «Sei sempre così di fretta, figliola» disse la zia sventolando il fazzoletto profumato. «Ora vai, per favore, e mandami Miss Beech. Ho bisogno di una compagnia silenziosa.» Melia andò via saltellando fin troppo felice di essere libera. Zia Margaret era stata buona con lei e sua sorella, anche se Beth non aveva avuto molto bisogno del suo aiuto. Aveva già diciotto anni, infatti, quando i loro genitori erano scomparsi in mare durante un viaggio di piacere nelle tenute irlandesi del papà. Si era scatenata una tempesta, la nave era finita fuori rotta e si era schiantata contro gli scogli della selvaggia costa della Cornovaglia. Equipaggio e passeggeri erano annegati nella terribile burrasca. Addolorate e costrette a lasciare casa loro, le sorelle erano state accolte dalla generosa zia. Il padre aveva infatti stabilito che il patrimonio passasse a un parente maschio, e così denaro e tenuta erano stati ereditati da un lontano cugino che Beth e Melia non avevano mai incontrato e che risiedeva in India. Entrambe le ragazze disponevano di piccole doti messe da parte dal padre, oltre a duemila sterline per ciascuna ereditate dal nonno materno. Se non fosse stato per la generosità di zia Margaret Bellingham, sarebbero state costrette a vivere in una casetta in qualche villaggio, come le aveva informate, subito dopo il funerale, un avvocato molto altero. Sei mesi dopo, però, quando avevano già lasciato la loro casa e Beth si era persino sposata, era arrivata 18


una lettera in cui si dava loro il permesso di restare nella tenuta finché avessero voluto. Pareva che al momento il cugino del padre non avesse alcuna intenzione di tornare dall'India, ma anche in caso contrario non avrebbe voluto privare le sorelle della loro casa. L'amministratore a cui aveva affidato la tenuta avrebbe comunicato una sua eventuale intenzione di tornare in Inghilterra. Per Beth e Amelia era troppo tardi. Beth era sposata e viveva felice nella tenuta del marito, mentre Melia abitava con molto meno piacere insieme alla zia. Zia Margaret non era per nulla scortese né esigeva troppo dalla nipote, ma non era più nelle condizioni di partecipare a molti ricevimenti e quelli a cui si recavano erano piuttosto noiosi. Aveva promesso a Melia che per i suoi diciotto anni sarebbero andate a Londra per la Stagione, tuttavia era stata costretta a letto da un brutto attacco di gastroenterite e poi, proprio mentre si stava riprendendo, si era presa un raffreddore. Il medico aveva detto che Londra era fuori discussione e Melia si era quasi rassegnata a rinunciare, almeno finché Beth non avesse partorito e finito di allattare. «Per allora sarò una vecchia zitella» aveva detto alla sua amica Jacqui mentre passeggiavano nella tenuta della zia. «Morirò di noia prima di potermi innamorare e sposare.» «E il Visconte Salisbury?» aveva chiesto l'amica con aria furbetta. «Pensavo che vi foste giurati amore eterno mentre eri in campagna a casa di Beth.» «Sì, è vero» aveva risposto Melia con occhi raggianti. «Posso raccontarti un segreto?» Aveva riso mentre Jacqui annuiva febbrile. «Be', da allora è ve19


nuto due volte a trovare degli amici da queste parti, e abbiamo passeggiato e cavalcato insieme, e poi ci siamo scritti...» «Come hai potuto?» aveva esclamato l'amica turbata. «Sei stata troppo ardita, Melia. Cosa direbbe tua zia se lo sapesse?» «Tanto non lo sa, perché Bess va direttamente all'ufficio postale e mi porta le lettere senza prima mostrargliele.» «Si arrabbierebbe tantissimo se sapesse che l'hai ingannata.» Jacqui era sbalordita e severa. «Se io facessi una cosa del genere, mia madre mi chiuderebbe in camera per un mese a pane e acqua.» «Tu non lo faresti mai» aveva replicato Melia stringendole un braccio. «Devo ammettere che non lo avrei fatto nemmeno io se ci fosse stata mia madre. Di sicuro lei avrebbe invitato a casa dei giovani per me e a quest'ora sarei già fidanzata.» «Il visconte te lo ha chiesto?» «No, ma se voglio lo farà.» Gli occhi di Melia avevano brillato maliziosi. «Non sono ancora sicura di volerlo sposare, ma lo scoprirò. Se andremo a Londra avrò l'opportunità di incontrare così tanti giovani attraenti...» «Allora devi dire a tua zia di scrivere a Lady March e chiederle di ospitarti quando andrà in città. So per certo che da quando è diventata vedova ha fatto da chaperon ad altre ragazze, per esempio a mia cugina. Poiché conosci suo fratello, il Visconte Salisbury, credo proprio che lui la convincerà a invitarti.» Melia aveva pensato che quello dell'amica fosse un buon suggerimento, dato che le famiglie erano 20


state intime prima che Jane e Beth si sposassero, ma per essere sicura di ricevere una risposta positiva aveva scritto al visconte della malattia di sua zia. La lettera aveva sortito l'effetto desiderato e adesso lei sarebbe andata a Londra come aveva sperato. E forse sarebbe riuscita a fidanzarsi prima di tornare a casa, o con il Visconte Salisbury o con qualcun altro. Scritta la lettera, agitò il campanello per chiamare Bess. La domestica l'aveva seguita a casa della zia e le era devota, non le sarebbe certo dispiaciuto andare fino al villaggio per accertarsi che la lettera fosse spedita a Londra con la posta successiva. Bess entrò nella stanza con un vassoio d'argento con sopra una lettera indirizzata a Melia. «Grazie» disse la ragazza, e sorrise alla donna. Era stata la sua bambinaia fin dalla culla e ora si occupava dei suoi abiti e dei suoi capelli. «Voglio che questa lettera parta immediatamente. Andrò a trovare Lady March e lei mi porterà a Londra, tu verrai con noi, Bess. Ti fa piacere, vero?» «Be', miss, so che farà piacere a voi, e se siete felice non mi importa di nient'altro.» «Sei la migliore amica che abbia mai avuto» disse Melia. Circondò con le braccia la donna paffutella e la baciò sulla guancia. «Ti voglio bene, Bess.» «Andiamo, Miss Melia» rispose Bess, ma era arrossita e sorrideva. «Prenderò la vostra lettera, non ho bisogno di lusinghe.» «Mi domando chi mi scriva» mormorò Melia mentre guardava il sigillo. Aggrottò le sopracciglia perché era lo stemma di famiglia. «Santo cielo! È possibile che sia...?» Ruppe il sigillo di cera e guardò la lettera. 21


Scorrendo le primissime righe scoprì che era da parte di qualcuno che si definiva suo cugino Paul. Il cugino di papà, non il suo, pensò Melia accigliata. Mentre continuava a leggere quella lettera inaspettata, sul suo bel viso si dipinse una smorfia infastidita. ... Sono stato turbato nell'apprendere che vi avevano chiesto di lasciare la vostra casa, non era affatto nelle mie intenzioni e vi porgo le mie scuse più sincere. Spero che perdonerete il malinteso e ritornerete nella vostra dimora. Di certo non potrete vivere lì da sola, però. Quando tornerò dall'India all'inizio di giugno, infatti, andrò ad abitare nella mia abitazione di Londra e mi recherò a Willow House solo per delle brevi visite. In ogni caso, desidero che partecipiate alla Stagione sotto la protezione di un'amica di mia madre, Lady Moira Fairhaven. Lady Moira, vedova da diciotto mesi, si sta preparando a rientrare in società quest'anno e abiterà con voi a Willow House, finché non andrete a Londra. Vi raggiungerà entro la fine di maggio cosicché possiate abituarvi l'una alla presenza dell'altra, poi andrete nella casa che vi procurerò in città. Cordialmente, Paul Frant Ma davvero! Melia non vedeva perché quell'uomo le avesse scritto una lettera del genere, come se ereditare il patrimonio di papà avesse fatto di lui il suo tutore! Non era affatto così e lei non aveva intenzione di esaudire la sua richiesta. Sarebbe rimasta ferma nella sua decisione di farsi ospitare da Lady 22


March, tuttavia ammise che, se non avesse già sistemato la faccenda a suo piacimento, sarebbe stata grata all'offerta del cugino di papà. Zia Margaret non doveva sapere della lettera. Se l'avesse letta l'avrebbe costretta a rimanere lì per incontrare il suo chaperon e rispettare la volontà del cugino. Melia nascose con cura la lettera nel cassetto segreto del suo scrittoio da viaggio, poi si chiese turbata se il testamento di suo padre non avesse conferito al lontano parente qualche autorità su di lei. Di sicuro il padre non avrebbe mai fatto una cosa del genere, vero? Né lei né Beth avevano mai incontrato quel gentiluomo, non sapeva niente di lui e non desiderava conoscerlo. Trovò piuttosto inopportuno da parte sua tornare in Inghilterra proprio ora che lei aveva tutto sotto controllo. Sapeva che se avesse voluto sposare un gentiluomo adeguato sua zia sarebbe stata fin troppo felice di accontentarla, ma forse quello sconosciuto aveva altre intenzioni...

23


Un amore inaspettato ANNE HERRIES INGHILTERRA, 1817 - Tornato dall'India, Paul Frant rimane affascinato da Lady Jane. Ma l'amore non rientra nei suoi piani e lui dovrà rinunciarvi a causa di un nemico sconosciuto...

Ballo con il libertino ELIZABETH BOYLE LONDRA, 1811 - La sera del debutto la goffa Lavinia viene invitata dall'uomo più attraente della sala da ballo. Peccato che d'un tratto lui scappi via provocando un terribile scandalo.

Il romanzo di Miss Mary JENNIFER MCQUISTON LONDRA - EDIMBURGO, 1858 - Felice di sognare gli eroi dei romanzi, Mary si ritrova fra le braccia di Geoffrey Westmore, il più famigerato, e affascinante, mascalzone di Londra...

Il segreto di Tristan CAROL TOWNEND FRANCIA, 1175 - Il Conte Tristan des Iles ha dovuto abbandonare la moglie poco dopo le nozze. Quando torna a casa delle forze malevoli complottano ancora contro di loro.


La sposa veggente GAYLE CALLEN SCOZIA, 1727 - Maggie è tormentata da visioni che annunciano la morte di Owen, suo futuro sposo. Decisa a salvargli la vita, fa di tutto pur di convincerlo a non sposarla.

Occasione d'estate ANNE GRACIE LONDRA, 1817 - Daisy è fiera dell'indipendenza conquistata a caro prezzo. Patrick ha ottenuto un'invidiabile ricchezza e cerca una moglie nobile. Non sono fatti l'uno per l'altra, ma...

Un principe in incognito KAREN HAWKINS SCOZIA, 1824 - Il Principe Nikolai Romanovin di Oxenburg indaga sulla scomparsa della nonna. L'intrigante Lady Ailsa lo affianca nella missione. Mettendo a rischio i loro cuori.

L'uomo venuto dal mare MICHELLE STYLES NORTHUMBRIA, 795 - Alwynn aiuta un naufrago ferito, il bel Valdar. Ma quando una nave vichinga attacca il suo villaggio, lei scopre l'amara verità sull'uomo che ormai ama... Dall'1 giugno




Ti è piaciuto questo libro? Continua a vivere indimenticabili emozioni con

ABBONATI!

-50% sulla prima spedizione Spedisci questa pagina a: SERVIZIO LETTRICI HARMONY C/O CMP Brescia - Via Dalmazia 13 - 25126 Brescia BS

Sì!

Voglio abbonarmi a I Grandi Romanzi Storici. Speditemi mensilmente 4 inediti romanzi al prezzo scontato del 50%: € 12.00 più € 1.60 per contributo spese di spedizione. Dalla seconda spedizione mensile sconto del 15%: € 20.50 più € 1.60 per contributo spese di spedizione. Potrò sospendere in ogni momento le successive spedizioni a pagamento mediante comunicazione scritta, come pure restituirvi i romanzi ricevuti a pagamento per posta entro 10gg. (diritto di recesso Art. 64 dlg. 206/2005).

7B0144

Cognome.............................................................Nome.................................................................. Via.....................................................................................................................N°........................ Località.............................................................................Prov...................CAP............................... Prefisso....................Telefono....................................e-mail............................................................ Firma............................................................................................Data.......................................... Offerta limitata a un solo componente per ciascun nucleo familiare non minorenne e non valida per coloro che già ricevono per corrispondenza I Grandi Romanzi Storici. Offerta valida solo in Italia fino al 31.12.2017. Tutte le richieste sono soggette ad approvazione della Casa. I Suoi dati saranno trattati, manualmente ed elettronicamente, da HarperCollins Italia S.p.A. - Viale Monte Nero, 84 – 20135 MILANO - e dalle società con essa in rapporto di controllo e collegamento ai sensi dell’art. 2359 cod. civ. - titolari del trattamento - per evadere la Sua richiesta di ricevere per posta cartacea informazioni commerciali e campioni di prodotto, nonché la Sua eventuale richiesta di acquisto di nostri prodotti editoriali, secondo l’offerta riportata sul presente coupon, e le attività a ciò strumentali, ivi comprese le operazioni di pagamento e quelle connesse con adempimenti amministrativi e fiscali, nonché le attività di customer care. Nome, cognome e indirizzo sono indispensabili per i suddetti fini. Il mancato conferimento dei restanti dati non pregiudica il Suo diritto ad ottenere quanto richiesto. Previo Suo consenso, i Suoi dati potranno essere trattati dalle titolari per finalità di marketing, attività promozionali, offerte commerciali, indagini di mercato - anche tramite email e telefono, qualora forniti I Suoi dati potranno, altresì, essere comunicati a soggetti operanti nei settori editoriale, largo consumo e distribuzione, vendita a distanza, per propri utilizzi aventi le suddette medesime fi nalità. L’elenco completo ed aggiornato delle società in rapporto di controllo e collegamento ai sensi dell’art. 2359 cod. civ. con HarperCollins Italia S.p.A., dei soggetti terzi cui i dati possono essere comunicati e dei responsabili è disponibile a richiesta all’indirizzo sopra indicato. I Suoi dati potranno essere trattati dagli incaricati preposti alle seguenti operazioni di trattamento: elaborazione dati e sistemi informativi, amministrazione, servizio clienti, gestione abbonamenti, confezionamento e spedizione riviste, confezionamento mailing, invio newsletter Ai sensi dell’art. 7, d. lgs 196/2003, potrà esercitare i relativi diritti, fra cui consultare, modifi care e cancellare i Suoi dati od opporsi al loro trattamento per fini di invio di materiale pubblicitario o per comunicazioni commerciali o sondaggi di opinione, rivolgendosi al Responsabile Dati presso HarperCollins Italia S.p.A. all’indirizzo indicato. Acconsente che le titolari utilizzino i Suoi dati per le proprie fi nalità di marketing, anche via e-mail e telefono, come illustrato nell’informativa? SI NO Acconsente che i Suoi dati siano comunicati ai suddetti soggetti terzi e da questi utilizzati per le finalità e secondo le modalità illustrate nell’informativa? SI NO


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.