Un bacio per scommessa

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1009 - Incontro di primavera - A. Gracie 1010 - La sposa guerriera - M. Styles 1011 - Le fantasie di una giovane inglese - B. Scott 1012 - Passione tra le dune - L. Martin 1013 - Il principe e la ladra - K. Hawkins 1014 - Equivoci d'amore - E. Boyle 1015 - Faida scozzese - T. Brisbin 1016 - Amore, scandali e merletti - C. Linden 1017 - La scoperta della baronessa - L. Carlyle 1018 - Il rapimento di Lady Rowena - C. Townend 1019 - La musa segreta - E. Redgold 1020 - Un'americana a Londra - J. MacLean 1021 - L'uomo del destino - E. Boyle 1022 - Il guerriero di fuoco - M. Willingham 1023 - La sposa dello scandalo - D. Gaston 1024 - Il ballo dello scandalo - J. MacLean 1025 - Gioco d'inganni - L. Ashford 1026 - La promessa del cavaliere - N. Locke 1027 - Scandali, inganni e veritĂ - C. Linden 1028 - Un barone per l'ereditiera - J. MacLean 1029 - La solitudine del visconte - E. Boyle 1030 - I segreti di Wiscombe Chase - C. Merrill 1031 - Un bacio per scommessa - E. Hobbes


ELISABETH HOBBES

Un bacio per scommessa


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: A Wager for the Widow Harlequin Mills & Boon Historical Romance © 2015 Claire Lackford Traduzione di Mariachiara Eredia Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2016 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici agosto 2016 Questo volume è stato stampato nel luglio 2016 da CPI, Barcelona I GRANDI ROMANZI STORICI ISSN 1122 - 5410 Periodico settimanale n. 1031 del 24/08/2016 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 75 dello 01/02/1992 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano


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Inghilterra, XIII secolo Eleanor Peyton non sapeva decidere se fossero peggiori i sogni in cui suo marito moriva o quelli in cui era ancora vivo. I primi erano sempre gli stessi: Eleanor se ne stava in piedi, incapace di muoversi come se fosse scolpita nel granito, e guardava Sir Baldwin, disperato, portarsi le mani alla gola e accasciarsi sul pavimento della sala dei banchetti. Le grida degli invitati al loro matrimonio le risuonavano nelle orecchie e lei si svegliava tremante fra i singhiozzi. Il sogno di quella notte era del secondo tipo. Eleanor sentiva quasi il respiro di Baldwin sul viso mentre lui la tirava a sÊ per baciarla, gli occhi marroni accesi di un calore e un desiderio che non aveva mai manifestato in vita. Nonostante fossero trascorsi tre anni dalla morte del marito, Eleanor si svegliò con il cuore che batteva all'impazzata, preda di un dolore senza nome. Lei e Baldwin non avevano mai diviso quel letto, eppure sentiva la sua presenza avvolgerla come un sudario. Asciugandosi gli occhi umidi di pianto con una ma5


nica, Eleanor liberò le gambe dalle lenzuola e aprì le cortine del letto a baldacchino. Una tenue luce grigia stava cominciando a penetrare fra gli squarci delle pesanti tende tirate davanti alla finestra. Indossando una sopravveste orlata di pelliccia sulla camicia da notte di lino, Eleanor percorse in fretta il gelido pavimento di pietra fino alla finestra e al sedile scolpito nella roccia. Un vento sferzante di burrasca soffiava dal mare, sballottando sulla battigia le barche da pesca attraccate al molo. Eleanor si sistemò sui cuscini imbottiti, si accoccolò sui piedi nudi e aspettò che sorgesse il sole. Era nella posizione ideale, dunque, per scorgere il cavaliere che procedeva al galoppo lungo la strada dal villaggio vicino, e lo vide arrestarsi bruscamente al margine dell'acqua. L'uomo smontò da cavallo e cominciò a camminare avanti e indietro, come in cerca di qualcosa. Eleanor si accigliò: in quel periodo dell'anno l'arrivo di un messaggio da parte di suo padre non era né inatteso né gradito. Presto la marea sarebbe calata, rivelando al messaggero lo stretto sentiero che separava l'isolotto dalla terraferma. L'uomo si tirò giù il cappuccio, scoprendo una folta chioma di capelli ramati, proprio della stessa sfumatura di quelli di Eleanor. Lei sentì il cuore balzarle in petto, poi sorrise. La porta si aprì e la sua cameriera personale entrò portando un cesto con della legna. «Jennet, vieni a vedere.» Eleanor le fece cenno di avvicinarsi e indicò la figura che aspettava curva sotto la pioggia mentre la marea si ritirava lentamente. «Va' a dire alla governante Bradshawe che abbiamo un o6


spite a colazione, poi aiutami a vestirmi. Devo presentarmi al meglio, altrimenti mio fratello riferirà che l'isolamento mi sta consumando!» Un'ora più tardi Eleanor era al portone d'ingresso e guardava divertita il fratello che risaliva lentamente la collina ripida, si fermava ai cancelli, consegnava il cavallo allo stalliere che lo attendeva e si inerpicava su per il sentiero tortuoso fatto di vecchi scalini di granito, con il nevischio a rallentare i suoi passi. Eleanor sogghignò alla vista dell'erede del Barone di Tawstott rosso in viso e con il fiato corto per lo sforzo. «Buongiorno, Edmund. Devi esserti alzato presto, per battere sul tempo la marea.» Il fratello si accigliò con disapprovazione e si scostò i ricci fradici dagli occhi. «Perché mai Baldwin non ha costruito una casa in un luogo pianeggiante?» protestò con fare bonario. Era la solita battuta ed Eleanor rise. «È che hai un anno in più, adesso. Non ti lamentavi quando avevi venticinque anni.» Fece per battergli affettuosamente la mano sul braccio, ma Edmund la tirò a sé e la abbracciò; solo dopo la allontanò per esaminarla con attenzione. «Sei più magra rispetto all'anno scorso» annunciò, «a nostra madre non farà piacere.» Eleanor alzò gli occhi al cielo con impazienza. «Suppongo che mi sarà concesso qualche giorno per rendermi presentabile, giusto? Non devo tornare oggi stesso, vero?» Edmund scosse la testa. «No. Ora posso entrare, per favore? Ho bisogno di un po' vino per scrollarmi il freddo dalle ossa.» 7


Sottobraccio, Eleanor condusse il fratello nella sua stanza preferita, una camera accogliente che affacciava sul sentiero dalla terraferma all'isola. C'era del cibo ad aspettarli sul tavolo davanti al camino e la cameriera riempiva coppe di vino caldo e ciotole con ostriche al vapore. Edmund estrasse dalla bisaccia una pergamena arrotolata e la porse a Eleanor. Lei esaminò il sigillo di cera e riconobbe lo stemma di Tawstott e le insegne distintive di Sir Edgar, poi abbandonò la lettera sul tavolo senza aprirla e rivolse di nuovo la propria attenzione alla ciotola, intingendo un bel pezzo di pane in quello che rimaneva della salsa vellutata. «Non la leggi?» le chiese Edmund. «È necessario?» Eleanor fissò lo sguardo negli occhi verdi del fratello, così simili ai propri. «È da tre anni che nostro padre mi scrive sempre le stesse cose: mi rammenta che tollera la mia testardaggine a vivere nella casa di mio marito, ma un isolotto tagliato fuori dal mondo dalle tempeste invernali non è il posto adatto a una fanciulla sola. Pertanto mi ordina di recarmi a Tawstott per trascorrere lì il cuore dell'inverno... dico bene?» Edmund annuì. «Credo che il termine che ha usato fosse ostinazione, ma per il resto sì. Manderà una carrozza fra tre giorni, per darti il tempo di mettere in ordine i tuoi affari.» Eleanor si accigliò. «È così convinto che gli obbedirò... Lo detesto! Ricordagli che ho già una carrozza e userò la mia.» Edmund le diede un colpetto affettuoso sulla mano, ma lei la tirò indietro bruscamente, ignorando il suo sguardo offeso. 8


«Eleanor, non fare così.» Il fratello si imbronciò. «Siamo preoccupati per te, tutta sola qui.» «Non sono sola» mormorò Eleanor. «Ci sono Jennet e la governante Bradshawe a tenermi compagnia. Trascorro le giornate leggendo e tessendo, oppure passeggio sulla riva.» «Prima trascorrevi le giornate ballando e cavalcando! Hai solo vent'anni, Eleanor. Dovresti risposarti.» La giovane spinse indietro la sedia con un gesto brusco e andò alla finestra con il cuore che le batteva rapido. Alle parole di Edmund, le pareti sembrarono diventare scure e stringersi attorno a lei. «Sono stata fortunata quando nostro padre ha scelto un marito con cui sarei stata felice. Non ho nessuna intenzione di tentare di nuovo la fortuna e mettere in gioco i miei sentimenti.» «Quando mai hai messo in gioco i tuoi sentimenti, Eleanor?» Edmund fece una risatina sprezzante. «Non eri innamorata di Baldwin.» «Con il tempo avrei potuto amarlo!» ribatté lei secca. «Gli ero affezionata.» Lo sguardo le cadde sul ritratto del defunto marito. «Baldwin era un uomo gentile e premuroso; la vita con lui sarebbe stata tranquilla e serena.» Il fratello la guardò dubbioso. «Tranquilla e serena? Tu non hai la più pallida idea di cosa sia l'amore.» Eleanor gli lanciò uno sguardo truce, le mani sui fianchi, le dita che fremevano per dargli uno schiaffo. «E tu ce l'hai? Rotolarsi fra le lenzuola con servette di osteria non è amore, Edmund» gli rinfacciò. Per un istante fu come se fossero tornati bambini, di nuovo a litigare. Edmund scoppiò a ridere. «Giusta osservazione, ma è altrettanto vero che qualche capriola 9


sotto le lenzuola può migliore l'umore, e di molto. Hai bisogno di qualcuno che ti baci come si deve, sorella; potresti scoprire che ti piace.» Eleanor arrossì, mentre il ricordo del sogno le riaffiorava alla mente. Trasse un respiro profondo e si voltò verso il fratello. «Abbiamo un giorno tutto per noi, non discutiamo. Ci sono degli archi nell'armeria: pensi di essere migliorato abbastanza da battermi?» L'abilità di Edmund con l'arco era davvero migliorata, ma Eleanor ebbe la soddisfazione di colpire sei bersagli su dieci, e la giornata trascorse velocemente. Quando suonarono le campane che annunciavano l'arrivo dell'alta marea serale, il cuore le sprofondò nel petto. I due fratelli rimasero insieme a guardare il livello dell'acqua che si alzava sempre di più: entro dieci minuti, la marea avrebbe iniziato a sommergere il sentiero di passaggio. Edmund si congedò dalla sorella con un formale baciamano. «Baldwin non avrebbe voluto vederti seppellita qui, lo sai.» Eleanor si sentì stringere il cuore. «Non avrebbe voluto niente di tutto questo! Desiderava invecchiare, avere dei figli, vivere...» Quando ripensò a quell'ingiustizia, la voce le si spezzò in gola. Fece un respiro profondo, si ricompose e riuscì persino a sorridere. «Amo davvero stare qui» ammise. «Amministrare la tenuta di Baldwin come avrebbe voluto lui mi tiene molto occupata. Non mi annoio mai né mi sento sola.» Edmund sollevò un sopracciglio. Non la contraddisse, ma neppure le diede ragione. «Un giorno dovrai risposarti» dichiarò invece, «o trovare un valido motivo per non farlo.» Fece un cenno con la testa, montò a cavallo e per10


corse il sentiero di granito. Eleanor restò a guardarlo finché non fu inghiottito dalla foschia; allora sollevò il cappuccio del mantello e tornò in casa a grandi passi, già concentrata sugli impegni che l'avrebbero tenuta occupata nei giorni successivi. Le tre giornate seguenti trascorsero in una tale frenesia che Eleanor non ebbe neppure il tempo di sentirsi triste. Fu solo l'ultima mattina, mentre vagava per le stanze facendo scorrere le dita su mobili e arazzi, che i suoi occhi cominciarono a riempirsi di lacrime. Quando arrivò davanti al ritratto di Sir Baldwin, si fermò e osservò quell'uomo serio con i capelli già radi e l'espressione ansiosa. Sollevò una mano e toccò la tela per un rapido gesto di saluto, poi si guardò intorno un'ultima volta e iniziò a scendere per raggiungere la carrozza che l'attendeva. Il viaggio nell'entroterra fu veloce, ma la carrozza di Eleanor giunse al fiume Taw solo nel tardo pomeriggio. Il livello dell'ampio fiume era insolitamente alto per quel periodo dell'anno e la corrente era forte come non l'aveva mai vista. La sua era l'unica carrozza in attesa di attraversare, così il conducente si fermò sulla parte anteriore della chiatta. L'imbarcazione, che consisteva in una larga piattaforma con bassi parapetti di legno sui lati, oscillava in maniera spaventosa. Eleanor, già nauseata, ebbe un conato di vomito quando la carrozza angusta iniziò a dondolare, poi sbirciò attraverso la tendina. «Esco» annunciò a Jennet. «Credo che mi sentirò peggio se resto dentro.» Si avvolse nel mantello e tirò su il cappuccio, schiacciandosi contro le ginocchia 11


della cameriera per uscire. Una raffica di vento la colpì in pieno viso, facendole volare il mantello tutt'attorno; lei ne strinse forte i bordi con una mano mentre con l'altra si aggrappava al basso parapetto per tenersi in equilibrio. Il barcaiolo tese i muscoli della schiena e con il remo fece leva sulla sponda del fiume. La chiatta scricchiolò in modo preoccupante mentre iniziava ad allontanarsi dalla riva e la grossa catena con cui era ancorata alla sponda si tendeva sempre di più. Nel silenzio risuonò il lamento acuto di un corno da caccia e una voce imperiosa gridò: «Barcaiolo, fermatevi!». Eleanor guardò verso la riva: un uomo in sella a un imponente cavallo dal manto marrone galoppava lungo il margine dell'acqua, poi, di colpo, tirò le redini. «Siete arrivato tardi, amico mio: ci siamo già immessi nella corrente» gli gridò il barcaiolo di rimando. «Aspettate, vi dico. Devo attraversare oggi, ho degli affari che mi aspettano.» L'uomo aveva una voce profonda e insistente, il volto celato dal cappuccio di un ampio mantello color Borgogna. Il barcaiolo si strinse nelle spalle e affondò il remo nel fiume, allontanandosi ancora di più. Eleanor fece con cautela il giro della carrozza, poi si spostò dall'altro lato della chiatta per assistere da una visuale migliore al piccolo dramma che si stava consumando in quegli istanti. Quello che accadde subito dopo sembrò svolgersi in un sogno. Il cavaliere imprecò e girò il destriero; si allontanò dalla sponda e poi si voltò di nuovo. Con un urlo improvviso fece schioccare le redini e galoppò verso il fiume a tutta velocità. Quando il cavallo rag12


giunse la riva, l'uomo lo spronò a proseguire e l'animale balzò con agilità atterrando sul ponte accanto a Eleanor. La chiatta ondeggiò e la parte opposta quasi riemerse dall'acqua. Il cavallo batteva gli zoccoli sul legno scivoloso ed emise un acuto nitrito di terrore poiché non riusciva a fermarsi. Eleanor si scansò per evitare l'impatto con una bisaccia dall'aspetto ingombrante, urtò il parapetto con la parte posteriore delle ginocchia e inciampò all'indietro, quindi sentì una caviglia torcersi con uno scricchiolio sinistro. Con un urlo agitò le braccia convulsamente, incapace di riacquistare l'equilibrio e, in quel momento, il suo lato della chiatta sprofondò nel fiume. Vide l'uomo a cavallo scattare verso di lei e sentì le sue dita serrarsi attorno al polso; gridò per il dolore acuto alla spalla mentre scivolava sul ponte con la testa all'indietro e arrivò quasi a sfiorare la superficie dell'acqua con le dita mentre la schiuma fredda le spruzzava il volto. «Presto, aggrappatevi a me: non posso rimanere in questa posizione per sempre» le ordinò lo sconosciuto, stringendole forte il polso. Eleanor alzò la testa e si ritrovò a fissare due occhi azzurri nascosti per metà sotto un ampio cappuccio. L'uomo era proteso sul cavallo, il busto rivolto verso di lei in quella che sembrava una posizione impossibile. La giovane annaspò per aggrapparsi al suo braccio e lui la rimise in piedi, ma un dolore lancinante le attraversò la caviglia; Eleanor sussultò e le cedettero le gambe. Rapido come la prima volta, l'uomo smontò con un tonfo; subito le cinse la vita con le braccia, stringen13


dola a sé in una presa salda prima che scivolasse a terra. «Vi tengo, non dimenatevi!» Il cappuccio gli scivolò all'indietro ed Eleanor lo vide in faccia, chiaramente, per la prima volta. Era più giovane di quanto la sua voce le avesse fatto supporre. Una cicatrice gli correva lungo la guancia dall'angolo dell'occhio e scompariva nel folto di una barba ispida; una seconda cicatrice, parallela alla prima, gli solcava il viso dall'occhio al labbro superiore. I capelli biondo grano gli ricadevano sulle spalle in ciocche arruffate. Visti da vicino i suoi occhi erano di un azzurro stupefacente. Sul ponte risuonarono dei passi e apparve il conducente della carrozza di Eleanor. Improvvisamente, lei si rese conto che lo sconosciuto la teneva ancora stretta a sé, più stretta di quanto fosse necessario, in realtà; sentiva il petto dell'uomo alzarsi e abbassarsi ritmicamente contro il proprio. Il cuore le batteva così forte che era sicura che lui riuscisse a sentirlo attraverso i vestiti, ma la giovane si rifiutò di indagare sul motivo di quell'agitazione. «Potete lasciarmi, adesso» borbottò. L'uomo corrugò la fronte. «Potrei» disse, «ma vi ho appena salvato la vita. Mettere in salvo una bella fanciulla in pericolo deve pur offrire qualche vantaggio, e uno di questi è poterla stringere finché non smette di tremare. Un bacio di gratitudine è fuori discussione?» «Voi non mi avete salvato la vita: io so nuotare!» esclamò Eleanor indignata. Tremava, sì, ma di rabbia. «E non vi bacerò di certo!» L'uomo la guardò incredulo. «Anche se vi ho risparmiato un bagno ghiacciato?» 14


Le guance di Eleanor si infiammarono. «Tanto per cominciare è stata colpa vostra, sciocco imprudente. Avreste potuto farci ribaltare e il vostro cavallo avrebbe potuto mancare la barca.» L'uomo scoppiò a ridere. «Sciocchezze, non c'era alcun pericolo: Tobias avrebbe potuto coprire il doppio di quella distanza. Se voi foste rimasta ferma, non sarebbe successo niente di tutto questo. Vi siete lasciata prendere dal panico.» Con uno sbuffo nervoso, Eleanor si divincolò dalla stretta dell'uomo, facendo in modo di dargli una gomitata nello stomaco mentre si staccava da lui; quando si voltò, con sua grande soddisfazione udì un grugnito. Si diresse verso la carrozza, ma sentì un dolore lacerante alla caviglia. Si fermò, infuriata, e serrò i pugni. Lo sconosciuto si chinò verso di lei. «Permettetemi...» disse e, prima che Eleanor potesse obiettare, la sollevò e la portò fra le braccia fino alla carrozza, poi inclinò la testa, le dita attorno alla maniglia della portiera. «Ancora niente bacio? Ah! Be', oggi è proprio un giorno crudele!» «Non vi bacerei in nessuna circostanza!» esclamò Eleanor altezzosa, guardandolo dall'alto in basso. Lui si incupì ed Eleanor ne approfittò per liberarsi dalle sue braccia. Si morse le labbra per non pensare al dolore pulsante alla caviglia, spalancò la portiera e se la sbatté rumorosamente alle spalle dopo essere salita in carrozza. Mentre Jennet, agitata, dava in esclamazioni d'orrore per l'incontro ravvicinato di Eleanor con la morte, lei sbirciò furtiva tra le tendine: lo sconosciuto le dava le spalle, immerso in una fitta conversazione con il conducente della carrozza. 15


«Chi potrebbe essere, secondo voi?» domandò Jennet, curiosa. Eleanor arrossì mentre si ricordava del modo in cui lui le aveva cinto la vita con le braccia. Baldwin non l'aveva mai stretta così forte o così vicina a sé. «Non ne ho idea» rispose fredda. «E neanche mi importa saperlo. Come ha osato dare a me la colpa di quello che è successo? E stringermi in quel modo, poi! Se mio padre fosse qui, farebbe frustare quel miserabile per aver osato toccarmi!» Si schiacciò contro lo schienale del sedile, tirò le tendine con un gesto risoluto e le riaprì solo quando, dopo che la chiatta si era fermata, udì un rumore di zoccoli: l'uomo a cavallo era sceso dalla barca. Almeno ha avuto il buonsenso di non scendere nel modo in cui è salito, pensò, e sospirò di sollievo per non dover più incontrare quello sconosciuto. In cielo erano già comparse le stelle quando la carrozza raggiunse la strada che portava al maniero di Sir Edgar, Tawstott Mote. La casa sorgeva oltre l'omonima città di mercato. Eleanor non riuscì a trattenere un sorriso. Ogni anno faceva resistenza per non tornarvi, ma sempre, per qualche motivo, alla vista delle lampade scintillanti attraverso le finestre del lungo edificio di pietra, avvertiva un groppo alla gola per l'emozione. Mentre la carrozza attraversava il fossato e la corte, Eleanor si sporse in avanti, ansiosa di scorgere il pesante portone di quercia aperto per accoglierla. Sua madre, Lady Fitzallan, la stava aspettando nella sala d'ingresso e, noncurante delle sue proteste, diede ordine che le preparassero subito un bagno. «In questo momento tuo padre è in biblioteca. Per 16


quando sarai presentabile dovrebbe avere sbrigato i suoi affari» disse alla figlia mentre le faceva strada su per l'ampia scalinata. Mezz'ora più tardi, pulita e asciutta, Eleanor bussò piano alla porta della biblioteca di Sir Edgar, nell'ala nord, ed entrò. Davanti al caminetto, l'uno di fronte all'altro, sedevano due uomini. Alla vista di sua figlia, il volto di Sir Edgar si illuminò, mentre Eleanor spostava lo sguardo dal padre all'ospite e fu percorsa da un brivido improvviso. Il suo mantello vistoso era sparito e i suoi capelli erano pettinati, ma lei avrebbe riconosciuto ovunque l'uomo che l'aveva salvata.

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Un barone per l'ereditiera JULIANNE MACLEAN INGHILTERRA, 1884 - L'americana Adele viene salvata dal misterioso Barone di Alcester. Damien rappresenta tutto ciò che lei rifugge, eppure fa vibrare corde sconosciute nel suo cuore.

La solitudine del visconte ELIZABETH BOYLE LONDRA, 1811 - Il Visconte Wakefield torna in patria ferito nell'animo e nel corpo. Finché Louisa lo travolge con la propria esuberanza, riportando nel suo mondo la luce... e forse l'amore.

I segreti di Wiscombe Chase CHRISTINE MERRILL INGHILTERRA, 1815 - Dopo tanti anni di guerra, Gerald Wiscombe trova la propria casa trasformata in bisca, un figlio e una bellissima truffatrice come moglie. Ma non tutto è come sembra...

Un bacio per scommessa ELISABETH HOBBES INGHILTERRA, XIII SEC. - Quando la giovanissima vedova Lady Eleanor conosce William Rudhale, le sue convinzioni sui vantaggi della libertà vacillano. Lui è innamorato... o è solo una scommessa?


Un amore in sospeso ANNE HERRIES LONDRA, 1818 - Harry Brockley ha rinunciato al matrimonio quando si è innamorato di Samantha, moglie del suo colonnello. Anni dopo, chiede aiuto proprio a Sam e...

La sposa sbagliata GAYLE CALLEN INGHILTERRA - SCOZIA, 1727 - Riona viene rapita nel cuore della notte da Hugh McCallum, convinto che sia la sua promessa sposa. Ma la giovane è la Catriona Duff sbagliata.

Il nemico scozzese NICOLE LOCKE SCOZIA, 1296 - Costretta a partire con il nemico Caird alla ricerca della verità, Mairead affronta un viaggio pieno di pericoli e insidie per la sua vita, ma soprattutto per il suo cuore...

Passione, scandali e segreti CAROLINE LINDEN LONDRA, 1822 - Penelope considera il Visconte Atherton un rampollo viziato. Quando si ritrova in una situazione scandalosa, è però lui a correre in suo aiuto offrendosi di sposarla. Dall'1 settembre


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Inghilterra, 1819. Figlio illegittimo del defunto Duca di Aylesbury, Gareth Ftzallen è famoso per tre motivi: bellezza, fascino e talento nelle arti amatorie. Eva Russell riuscirà a resistere alla tentazione? Primo romanzo della serie WICKED TRILOGY.

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