Un'estate a Monte Carlo

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TERZO TEMPO

Collana ideata e diretta da Lidia Ravera


ELENA VESTRI

Un'estate a Monte Carlo


Immagine di copertina: Alba Vitta/Stocksy © 2021 Elena Vestri Pubblicato in accordo con Agnese Incisa Agenzia Letteraria Harmony Terzo Tempo Collana a cura di Lidia Ravera in accordo con The Italian Literary Agency Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2022 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Terzo Tempo aprile 2022 HARMONY TERZO TEMPO ISSN 2785 - 3616 Periodico bimestrale n. 4 del 20/04/2022 Direttore responsabile: Sabrina Annoni Registrazione Tribunale di Milano n. 183 del 21/09/2021 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distribuzione canale Edicole Italia: m-dis Distribuzione Media S.p.A. Via Carlo Cazzaniga, 19 - 20132 Milano HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano


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Finalmente. È arrivato il momento. Adelaide getta indietro la testa, i capelli castano ramati le sfiorano le scapole, il suo sguardo verdeazzurro sale lassù, in cima all'armadio, dove da tempo aspetta la grande valigia gialla, un colore vistoso scelto apposta perché non si confonda con le altre sul nastro trasportatore degli aeroporti. Gliel'ha regalata Martino per il suo compleanno, parecchi compleanni fa. In segno di augurio: vedrai, mamma, che li farai i tuoi viaggi. E adesso ci siamo: Adelaide Toschi ha davanti a sé un anno di libertà, in cui andare per il mondo, lei e la valigia gialla: viaggi brevi o lunghi, gite, escursioni, e perfino vagabondaggio. Perché no? Girare l'Europa in macchina, da sola, fermandosi a caso qui e là. Ha avvertito l'agenzia. «Per un anno, non mi chiamate.» 5


«Ma Adelaide! Cosa dice!» aveva protestato affranta la signora Luisa Bergamini, titolare della rinomata agenzia Mary Poppins, specializzata nel fornire tate diplomatissime e super qualificate a famiglie abbienti afflitte da pargoli perfidi. «Dico che mi prendo un anno di vacanza.» «Ma non può! Lei è il nostro migliore elemento! Ha una lista d'attesa che non le dico! Ho già richieste a partire da settembre per mesi e mesi! Non le bastano le ferie?» «Non mi bastano. Ho sessant'anni, Luisa. Non voglio aspettare di averne sessantasette e andare in pensione. Voglio viaggiare finché sono ancora abbastanza giovane e abbastanza forte. Poi torno, e lavoro ancora per qualche anno, promesso. Ma ho bisogno di staccare. Gli ultimi sei mesi dai Falconari sono stati un incubo.» Luisa aveva annuito in silenzio. Sì, i tre bambini Falconari sembravano partoriti direttamente da Satana, e avevano messo a dura prova perfino i saldissimi nervi di Adelaide. «Sono arrivata al punto che se per strada vedo arrivare un bambino, attraverso per non incrociarlo. Ho bisogno di un lungo periodo in compagnia esclusivamente di adulti.» La signora si era rassegnata, Adelaide aveva 6


controllato e ricontrollato i suoi risparmi, molto soddisfacenti dato che era una donna di abitudini poco dispendiose, e adesso non doveva far altro che programmare i viaggi, in base a stagioni, itinerari, compagnia. Con l'aiuto della scaletta a tre gradini, Adelaide tira giù la valigia, e la spolvera con amore. Sei pronta, bella mia, per la prima tappa? E quale sarà? Vado a fare il giro dei castelli della Loira con le amiche del FAI, o comincio con la Scozia, che in questa stagione dev'essere... Il cellulare interrompe i suoi pensieri, e Adelaide si affretta a rispondere, perché la foto che compare è quella di Martino, suo figlio. Eccolo lì, con la bella faccia identica a quella del padre che non ha mai conosciuto, con il sorriso aperto della nonna materna, con quel velo di barba che secondo lui lo rende più figo, mentre a Adelaide piace tanto col volto ben rasato, fresco e pulito. «A ma'!» la prendeva in giro Martino. «Con fresco e pulito non acchiappi le ragazze!» E lui l'aveva acchiappata, Lucilla, tanto carina, stravagante, affettuosa, artista, e l'aveva sposata dodici anni prima. Abitano in una casa a poche centinaia di metri dalla sua, felici nel loro mon7


do colorato: lei illustratrice, lui creatore di stoffe. Stessa età, trentotto anni, lui nato e cresciuto lì, a Borgo Marino, cittadina tranquilla della riviera ligure, allevato da mamma e nonna, un bambino allegro, determinato, che non aveva mai dato segno di patire per la mancanza di un padre, sostituito egregiamente dal fratello della nonna, il leggendario prozio Toni. Lei, milanese, veniva in vacanza a Borgo fin da quando era alta come un Mottarello, figlia di genitori prodighi e dissennati, che avevano divorziato quando Lucilla faceva il liceo. Hanno scelto di comune accordo di stabilirsi lì, sono innamorati del mare e anche se il lavoro li porta spesso a Milano, non ci vivrebbero mai. L'amore fra Martino e Lucilla è di una specie rara, quelli che sbocciano da adolescenti e durano tutta la vita, uno su un milione. Beati loro, si ripete spesso Adelaide guardandoli, che danno per scontata una felicità così preziosa. «Tesoro... sai che pensavo a te adesso? Ho tirato giù la valigia gialla che mi hai regalato! È pronta per il primo viag...» «Mamma! Aspetta! Sto per dirti una cosa che ti farà passare la voglia di partire!» Impossibile, pensa Adelaide. E poi: oddio è 8


malato. Lucilla è malata. Oh, Signore, ti prego... «Lucilla è incinta! Sarai nonna! Due volte nonna!» «Sapete quei sogni in cui hai voglia di urlare NOOOOOO!!! ma non ti esce la voce?» Adelaide è seduta a un tavolino del caffè Ramella, il più antico di Borgo Marino, insieme a Carla e Baldo, vecchi amici, coetanei, sposati da tempo immemorabile. «Povera Adelaide! Ma glielo hai detto che non è il momento?» Carla fulmina il marito con un'occhiataccia. «Ma ti pare? Tuo figlio dopo anni di tentativi sta per diventare padre e tu gli dici: "Scusa, amore, ma non è il momento"?» «Giusto, ma in realtà Baldo ha ragione. Onestamente, non avrei proprio voluto diventare nonna adesso. Cioè, per carità, felicissima per loro, poi so che a suo tempo impazzirò per questi bambini...» «Due in una volta, però!» protesta Baldo, un uomo ordinato che i tre figli li ha fatti alla debita distanza di due anni uno dall'altro. «Eh, sì... le cure che ha fatto Lucilla hanno funzionato anche troppo...» sospira Adelaide. Una gravidanza gemellare non è uno scherzo, e 9


Lucilla, a trentotto anni, non è una ragazzina. «Sei fortunata che sono un maschio e una femmina, fai subito la coppia e non ci pensi più.» «Eh, fortunatissima. Peccato che ho appena preso un anno sabbatico per viaggiare e per stare alla larga dai bambini! E invece dovrò passarlo a pesare le poppate e cambiare pannolini! Noo, vi prego...» «Be'...» dice Baldo, che si trova piuttosto a disagio con quei discorsi femminili. Vuole bene a Adelaide, ma preferisce quando discutono di serie televisive scandinave, predilette da entrambi. «Scusa... ma i genitori sono loro...» «Già, bravo, e quanti neo genitori in attesa di gemelli hanno a disposizione una nonna puericultrice e bambinaia diplomata?» Carla si illumina. «Senti, perché non gli paghi una tua collega che li segua mentre tu giri per l'Europa e visiti le grandi capitali?» «E dai, Carla, li conosci Martino e Lucilla. Portano le scarpe di cartone, non mangiano niente che abbia occhi e tutta la loro immondizia di una settimana sta in un pacchetto di sigarette. Sono più verdi di Greta, più ecologisti di un panda. Niente babysitter prezzolate per i loro figli, nessuna estranea che magari gli dà un 10


sonaglino di plastica. C'è la nonna? Viva la nonna!» «E l'altra? Nonna?» azzarda Baldo, subito messo a tacere da occhiate fulminanti delle due. «Desideria? Vorrai scherzare! Dubito che si occuperà di quei bambini finché non saranno in grado di prepararle uno Spritz» sbuffa Adelaide, e Carla annuisce: su Desideria non si può far conto. Desideria De Marinis, la madre di Lucilla, recentemente passata dallo status di divorziata a quello di vedova, ultrasessantenne brillantissima, ardente frequentatrice del bel mondo, non ricca ma abituata a vivere da ricca, sempre in cerca di un marito facoltoso e possibilmente sull'orlo della tomba, per realizzare finalmente il suo sogno: essere di nuovo vedova, ma con un patrimonio da sperperare alle slot-machine. Nulla di più lontano da una nonna. Vive in perenne movimento, tra l'appartamento di Milano ereditato dal marito, la vecchia casa delle vacanze a Borgo Marino, e Monte Carlo, dove affitta un minuscolo "studiò" che le serve, dice, come base operativa per la ricerca del famoso secondo marito. Sta rapidamente dilapidando quel che resta dopo aver venduto tutti gli arredi e i quadri di pregio che possedeva, dividendo 11


equamente il ricavato fra casinò e vestiti e accessori di marca, anche se non sempre la marca è autentica. Una volta aveva commentato, con quella improntitudine che la rendeva comunque simpatica: «Una donna della mia classe... nessuno crederà mai che io abbia una borsa di Prada tarocca!». No, Adelaide lo sa, Carla lo sa, e forse anche Baldo lo sa: quando nasceranno i piccoli Toschi, Adelaide sarà fregata. «Quanto hai ancora di libertà?» chiede l'amica. «Chi lo sa... in teoria dovrebbero essere più o meno quattro mesi. Lucilla non l'ha detto a nessuno fino al quinto mese, per scaramanzia, povera piccola.» E qui la voce di Adelaide si addolcisce, perché sua nuora provava da dieci anni a restare incinta, e aveva ormai perso le speranze. E lei, che in realtà le vuole un bene dell'anima, è davvero molto felice per Lucilla. Solo... la vita fa come le pare, pensa Adelaide, gioie e dispiaceri si intrecciano sempre, difficile separarli. «Però» prosegue Adelaide, «è raro che una gravidanza gemellare arrivi a termine... diciamo che posso contare ancora su due o tre mesi, più probabilmente. Ma dai, va bene lo stesso. 12


Mi organizzerò per partire al più presto. Tra poco c'è il viaggio del FAI nella Loira... Comincerò da lì.» Carla sorride. Adelaide è fatta così, sa sempre trovare un lato buono in tutte le cose. È una donna positiva, che nella vita ha saputo superare tante difficoltà, a cominciare dal trovarsi madre single a poco più di vent'anni. E chissà, forse la vita sta per riservarle una nuova sorpresa speciale, molto, molto bella. «Domani sera vieni a cena da noi?» le chiede. «Abbiamo invitato qualche amico per inaugurare la terrazza... e l'estate!» «Volentieri, grazie. Chi ci sarà?» «Vedrai» risponde Carla ridacchiando. «No, Carla, non dirmi che hai di nuovo invitato qualcuno per piazzarmi! Te l'ho detto, non voglio più uomini nella mia vita! Giorgio mi ha fatto passare la voglia per sempre.» «Per carità...» Baldo rabbrividisce. «Quell'uomo mi ha fatto perdere il torneo di golf al circolo di Alassio.» «E non era il suo peggior difetto. Vi assicuro che con le relazioni sentimentali ho chiuso.» Guardando l'amica che si allontana, alta e slanciata, le gambe ancora belle come a trent'anni, la gonna che svolazza allegra, Carla sor13


ride. Dici così perché non sai chi rivedrai domani sera, cara... Seduta su una panchina, il mare di fronte a lei, Adelaide respira. Sta ritrovando la tranquillità, dopo l'aperitivo con Carla e Baldo. Sì, è felice dei nipotini in arrivo. E poi, una bambina! Lei, mamma di maschio, ha sempre sognato una nipotina a cui comprare deliziosi abitini tutti gale e svolazzi... Oddio, non è che quei due vorranno vestirla di tela grezza tessuta a mano? Non importa, non riusciranno a fermarla, durante i suoi viaggi farà incetta di vestiti per lei in tutti i Paesi che visiterà... minuscoli kilt in Scozia... camicette fru fru in Francia... grembiulini di sangallo in Russia... e naturalmente dovrà prendere qualcosa anche per il maschietto... amore... un colbacchino? Guarda lo scivolo gigante gonfiabile che ogni estate compare sul lungomare, e già si vede con i due trottolini che rimbalzano e risalgono, rimbalzano e risalgono, proprio come faceva Martino da piccolo. Andrà a prenderli all'asilo, li porterà alle feste dei compagni. Che fortuna che io e i ragazzi abitiamo così vicini, pensa. Dalle finestre del suo piccolo e confortevolissimo appartamento all'ultimo piano di una palazzina 14


liberty, in cima a una strada che si arrampica su per la collina, Adelaide vede il terrazzo del figlio, in un moderno condominio un po' più in basso, sulla stessa via. Probabilmente potrà guardare i bimbi che giocano dalla finestra della cucina. E salutarli con la mano... ciao ciao... cosa? Come li chiameranno? Per la bambina, niente nomi delle nonne, per carità, né Adelaide né Desideria sono nomi adatti a una ragazzina. Magari Isabella? Come sua madre? Ma poi chissà, i nomi li sceglieranno loro, purché non vadano sul biologico, quei nomi di piante, tipo Ortica. «Adelaide! Menomale! Hai il cellulare spento? Ti sto chiamando da due ore. Dov'eri? Ti ho cercata dappertutto!» Adelaide apre gli occhi di scatto, strappata ai sogni in cui cercava valorosamente di conciliare progetti di libertà e nuove realtà in arrivo. E di fronte a lei c'è Peggy, la sua amica irlandese, da decenni trapiantata in Liguria. Una Peggy agitatissima, coi riccioli rossi scompigliati e, Adelaide lo nota subito, la maglia a rovescio. «Ciao, Peggy. Che succede? Va a fuoco il mondo?» Il tono è leggero, perché Adelaide lo sa, Peggy è quella che gli inglesi chiamano drama queen, si agita per ogni minima cosa, e "ar15


ruffata" è la sua condizione abituale. «Succede che ho un lavoro da proporti e tu devi assolutamente accettarlo!» Adelaide scoppia a ridere. «Te lo scordi, ragazza. Se anche fosse come tata dei figli di William e Kate, la risposta sarebbe no.» Peggy ancora non sa nulla delle novità in casa Toschi, e Adelaide la mette al corrente, interrotta da esclamazioni, domande e congratulazioni. «Due babies! Che felicità!» «Sì, una grande felicità, e ci divertiremo tanto con loro, ma lo capisci anche tu che questi ultimi mesi di libertà me li devo godere tutti.» Peggy fa la faccia disperata, e il suo viso segnato di donna matura per un istante sembra quello di una bambina a cui hanno strappato di mano un leccalecca. «No! Ti prego! Si tratta di Gherardo!» «Ma chi? Il Signore degli Anelli?» ride Adelaide. «Mio cognato, sì. Oh, Addy, abbiamo assolutamente bisogno di te.» «Non dirmi che Gherardo ha messo al mondo dei figli perché non ci credo.» Da sempre la vita sentimentale e sessuale di Gherardo Corsi è argomento di chiacchiere tra 16


le amiche. Sposata da più di vent'anni con Costantino Corsi, Peggy considera il cognato l'oggetto misterioso per eccellenza. Lei e il marito si sono trasferiti a Borgo Marino, dove Costantino ha aperto un autosalone di vetture di lusso a cui accorrono clienti da tutta Italia, mentre Gherardo è rimasto nella natia Firenze, a gestire un'oreficeria di fama internazionale. Non si parli, nei quieti laboratori della Corsi a Firenze, di prodotti low cost, gioielli in acciaio, braccialettini con graziosi charms da regalare a Natale. Gherardo crea e produce solo gioielli unici, costosissimi e predilettissimi da principesse e milionarie di varia natura. Adelaide non lo conosce di persona, ma del resto sono molto pochi a conoscerlo di persona. L'orafo vive arroccato nelle campagne toscane, e frequenta rari eletti, del cui numero fanno occasionalmente parte il fratello e la cognata. Non si conoscono mogli, compagne o avventure fugaci, e la grande domanda che circola durante i pomeriggi di burraco sulla riviera ligure è: sarà un gay discreto, o ha qualche terribile perversione di cui nessuno sa nulla? E infatti Peggy scuote la testa ridendo. «No, ma che figli, figurati! No. Te l'ho detto che si è comprato una villa favolosa a La Tur17


bie? La Bayadère, quella che era di Nureyev!» «Sì sì, me l'hai detto. Ci siete stati qualche volta, no?» «Sì, il mese scorso. Una meraviglia. E Gherardo ha deciso di passarci l'estate. Ma è proprio questo il problema. La villa a La Turbie. Perché sua sorella si è autoinvitata per tre mesi. Con i BAMBINI!» È quasi un grido di dolore, quello di Peggy, perché lei conosce Olmo e Alma, i nipoti di sua cognata Benedetta, i figli di sua figlia Margherita, una donna che avrebbe fatto molto meglio a non diventare madre, visto che l'unica cosa che le interessa veramente è girare il mondo in barca a vela. «Ti rendi conto? Quelle due pesti! Margherita e Nicola partono per una traversata di qualcosa, non ho capito cosa, Atlantico o Pacifico o mare del Nord, comunque, una roba che si attraversa con la barca a vela, e hanno mollato i bambini alla nonna.» «E il nonno, che dice?» Benedetta, la cognata di Peggy, è la trascurata sposa del conte Neri Bonvicini, di gran nome e modesto reddito, uno studioso misantropo che ha dato il suo massimo contributo alla vita coniugale procreando la figlia Margherita. Una 18


volta constatato che era femmina, la delusione è stata forte ma non al punto di spingerlo a riprovarci. Ormai da anni lui e la moglie vivono virtualmente separati, lui chiuso nella loro cadente dimora fiorentina, a studiare vecchi tomi sulla storia delle gilde medioevali, lei in giro per l'Italia e l'Europa, sempre ospite di lontani cugini o cugine, o della figlia che ha fatto un ottimo matrimonio e volentieri ne divide i frutti con la madre. Alla menzione del nonno, Peggy fa una smorfia. «Quel merluzzo di Neri? Lui se ne lava le mani, come al solito. Ha semplicemente detto che non li vuole a palazzo Bonvicini, perché l'ultima volta che sono stati da loro gli hanno appiccicato lo Slime a un tappeto persiano. E così Benedetta ha deciso di piazzarsi da Gherardo, dove c'è un sacco di personale.» «E lui ha accettato?» «Purtroppo Benedetta è l'unica persona a cui Gherardo non dice mai di no. Ha una specie di venerazione per questa sorella, lo sai.» «Chissà, forse è proprio per questo che non si è mai sposato... esisterà un complesso di Edipo per la sorella?» «Addy.» Peggy sbuffa impaziente. «Non ho 19


tempo per Freud. Abbiamo un problema più serio. Quando mia cognata e i bambini sono arrivati alla villa, avevano con loro anche una specie di tata... una ragazzotta abbastanza inutile, mi ha detto Benedetta, ma un minimo di aiuto lo dava. Però ieri...» E qui Peggy assume un'espressione tragica, che fa pochissimo effetto su Adelaide. «Ieri la ragazza si è licenziata e se n'è andata, così!» Peggy schiocca le dita. «Niente preavviso! Ha fatto su valigie e burattini...» «Baracca e burattini, Peggy.» «Uffa! Ha preso tutta la sua roba e se l'è filata, perché Alma le ha morso un dito così forte che a momenti si spezzava la falange.» «Ah. Non possiamo certo biasimarla.» «E invece Gherardo la biasima eccome perché adesso ha due teppistelli in giro per casa, senza nessun controllo. Benedetta se ne frega, e il personale della villa non è tenuto a occuparsi dei bambini. Quindi hanno bisogno di una nuova tata!» conclude Peggy con molto pathos. «Benissimo, non ti preoccupare. Ora telefoniamo a Luisa dell'agenzia e vedrai che vi trova qualcuno.» «No, Addy, no! Tu non hai capito: Gherardo vuole una tata a prova di bomba! Una che sia 20


veramente in grado di tenere in riga i bambini. Ventiquattro ore su ventiquattro. Una persona assolutamente fidata, con referenze impeccabili. Ma che sia gradevole, intelligente, capace di esserci o sparire al momento opportuno, con una certa classe... pare che quella che se n'è andata girasse per casa in leggings leopardati... ed era coperta di tatuaggi! Era una vera spina nel fianco, per Gherardo. Oltretutto cantava continuamente le canzoni degli Abba a squarciagola.» «Simpatica.» «Non a lui, te lo assicuro. Insomma... c'è bisogno di una come te, Addy. Anzi, di TE! Soltanto tu hai tutte le caratteristiche giuste. Ti prego... dimmi di sì. Costantino ci tiene ad aiutarlo. Gherardo a modo suo è stato sempre generoso con noi... sai, per quel problemuccio di Costa.» Ovvero il gioco. Sì, Adelaide lo sa. Sa che il fratello ha pagato molte volte i debiti di Costantino, prima che costui rinunciasse definitivamente al casinò in seguito a un incontro assai brutale con qualcuno a cui doveva trecentomila euro. «Lo capisco. E mi piacerebbe poterti dire di sì, e permettere a Costa di conquistare punti 21


con suo fratello. Ma è fuori questione, amica mia. Ho assolutamente bisogno di uno stacco. Ho passato sei mesi in una casa di pazzi, con tre bambini posseduti dal Maligno, e credimi, non sarei in grado di gestire i tuoi nipoti. Tu stessa mi hai sempre detto che sono pestiferi. Ma guarda, anche se fossero due angioletti del paradiso, la mia risposta sarebbe comunque no. Voglio viaggiare un po', prima che nascano i gemelli. E appena posso me ne andrò a visitare i castelli della Loira.» «Ma no! Francia per Francia, la Costa Azzurra è meglio!» E Peggy parte a raffica, elencando tutti i vantaggi di quell'impiego: «Avrai del tempo libero... ci sarà una macchina a tua disposizione... potrai esplorare la Provenza... ti ho già parlato dello stipendio...», ecc., ecc. «Promettimi di pensarci» le chiede alla fine. «Ma pensaci in fretta perché ne hanno bisogno immediatamente, tipo che dovresti partire oggi stesso!» Adelaide guarda Peggy con tenerezza. Le vuole bene, e ha sempre ammirato lo spirito ardimentoso con cui ha affrontato le difficoltà della vita, dal marito giocatore al dispiacere di non aver avuto figli. Una risata, un pizzico di 22


malinconia celtica, una canzone, e Peggy guardava oltre. Le vuole bene, sì. Ma questa volta non può accontentarla. «Guarda, ci ho già pensato. Più in fretta di così... E la risposta è no.»

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