Un nuovo appuntamento con la serie C’è un angolo di Toscana baciato dal sole dove è facile innamorarsi e dire: “Lo voglio!”
Perché tutti hanno questa smania di sposarsi? Il milionario Zach Sullivan non riesce proprio a spiegarselo. Per lui il matrimonio è davvero la tomba dell’amore… chissà se Lindsay Reeves, wedding planner sarà in grado di fargli cambiare idea.
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•I
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LYNNE GRAHAM
Un matrimonio imprevisto
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Ravelli's Defiant Bride Harlequin Mills & Boon Modern Romance © 2014 Lynne Graham Traduzione di Paola Mion Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2017 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione Collezione Harmony gennaio 2017 Questo volume è stato stampato nel dicembre 2016 da CPI, Barcelona COLLEZIONE HARMONY ISSN 1122 - 5450 Periodico bisettimanale n. 3144 del 10/01/2017 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 22 del 24/01/1981 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano
1 Christian Ravelli lanciò uno sguardo incredulo all'avvocato di famiglia. «Si tratta di un pesce d'aprile fuori stagione?» domandò accigliato. Robert Ludlow, socio anziano dello studio Ludlow & Ludlow, non sembrava affatto divertito. Christian, un facoltoso banchiere specializzato in società di capitali e ricco come Creso, non era un uomo con il quale scherzare. Anzi, se era dotato di senso dell'umorismo Robert doveva ancora vederlo. A differenza del suo non rimpianto padre, Gaetano Ravelli, Christian prendeva ogni aspetto della vita con molta serietà. «Temo che non si tratti di uno scherzo» confermò infatti Robert. «Suo padre ha avuto cinque figli da una donna in Irlanda...» Christian era sbigottito. «Intende dire che in tutti quegli anni in cui andava a pescare nella sua proprietà in Irlanda...» «Temo di sì. Credo che il figlio più grande abbia quindici anni.» «Quindici? Ma questo significa...» Christian strinse le labbra, gli occhi scuri che scintillavano di rabbia, prima di lasciar uscire un commento pesante che nessuno aveva mai sentito da lui, a parte i suoi fratelli. Si domandò perché mai si stupisse dell'ennesima prova 5
del comportamento dissoluto di suo padre. Dopotutto, nella sua vita irresponsabile Gaetano aveva lasciato dietro di sé una coda di ex mogli sconvolte e arrabbiate, oltre a tre figli legittimi, quindi perché non avrebbe potuto avere avuto un'altra relazione da cui erano nati altri figli? Christian non era la persona più adatta a rispondere a quella domanda. Infatti, non si era mai assunto il rischio di poter mettere al mondo un figlio illegittimo, ed era scosso al pensiero che suo padre potesse averlo fatto per ben cinque volte. Soprattutto dal momento che non si era mai interessato neppure dei figli legittimi. Prevedeva che i suoi fratellastri Nik e Zarif sarebbero stati altrettanto scioccati, ma sapeva anche che il problema sarebbe ricaduto soprattutto sulle sue spalle. Nik era rimasto duramente colpito dalla rottura del suo matrimonio, e la parte che lui aveva avuto nella vicenda rendeva ancora insonni le sue notti. Quanto al fratellastro più giovane, come nuovo governante di un paese del Medio Oriente non aveva certo bisogno dello scandalo che la vicenda del padre avrebbe potuto suscitare se i media fossero venuti a conoscenza della storia. «Quindici anni...» ripeté, pensando che la madre di Zarif doveva essere stata tradita per l'intera durata del suo matrimonio senza neppure saperlo. Di sicuro non era qualcosa che Zarif avrebbe voluto che fosse divulgato. «Mi scuso per la mia reazione, Robert. Questa notizia è veramente uno shock. E della madre dei bambini... che cosa si sa?» Robert aggrottò un sopracciglio grigio. «Ho contattato Daniel Petrie, il manager della proprietà in Irlanda, ponendogli delle domande. Ha detto che fin da 6
quando è apparsa in paese, Mary Brophy è sempre stata vista come una disgrazia e un motivo di imbarazzo» rispose in tono quasi di scusa. «Ma se era la prostituta locale non sarebbe dovuta finire nel letto di Gaetano» proruppe Christian prima di potersi rimangiare quell'opinione, anche se non era un segreto per la famiglia che suo padre aveva sempre preferito donne discutibili e promiscue piuttosto che donne dalla moralità specchiata, a parte quelle che aveva sposato. «E cosa ha stabilito mio padre per provvedere a quest'orda di figli?» «Per questo ho deciso di portare la faccenda alla sua attenzione.» Robert si schiarì la gola. «Gaetano non ha nominato né la donna né i figli nelle sue volontà testamentarie.» «Mi sta dicendo che mio padre non ha lasciato nulla a queste persone?» sbottò Christian incredulo. «Ha avuto cinque figli con questa... questa donna... con la quale è stato per parecchi anni, eppure non ha provveduto a lasciar loro del denaro?» «Neppure un penny a nessuno di loro» confermò Robert a disagio. «Ho pensato che avesse stretto un qualche accordo privato per provvedere a loro, ma a quanto pare non è così, dal momento che ho ricevuto una comunicazione dalla donna con la richiesta di pagare le tasse scolastiche. Come sa, suo padre si è sempre preoccupato del presente, piuttosto che del futuro, e immagino che avesse previsto di vivere ben oltre gli ottant'anni.» «Invece di morire a sessantadue, irresponsabile come è sempre stato, lasciando tutto questo pasticcio sulle mie spalle» sbuffò Christian, perdendo la pazienza a mano a mano che approfondiva la situazione. «Dovrò occuparmi personalmente della faccenda, non 7
voglio che i giornali si impadroniscano della storia, scatenandosi in illazioni e congetture.» «Naturalmente» convenne Robert. «È risaputo che i media sguazzino nelle storie di uomini facoltosi che abbiano avuto molte mogli e amanti.» Ben conscio di questo, Christian serrò i denti, gli occhi scuri che emanavano fiamme di rabbia. Suo padre era stato già motivo di imbarazzo da vivo, lo faceva infuriare la possibilità che potesse diventare ancor più scomodo dopo la sua morte. «Spero proprio che i bambini possano essere dati in adozione e tutta l'intera storia venga messa a tacere» confidò piattamente. Notò che Robert appariva un po' sconcertato, ma si affrettò a stamparsi in viso un'espressione impassibile. «Pensa che la madre sarà d'accordo?» gli domandò in tono mite. «Se è il tipo di donna preferito da mio padre, sarà ben felice di farlo, davanti all'offerta di una giusta... compensazione.» Christian scelse le parole con sorprendente freddezza. Robert capì e cercò di immaginarsi un contesto in cui una donna accettasse di dare in adozione i suoi figli per un prezzo ritenuto congruo. D'altra parte, non aveva dubbi che Christian avesse le sue ragioni per sapere esattamente ciò di cui stava parlando e fu tutt'a un tratto grato di non aver avuto una vita che lo avesse reso tanto cinico riguardo alla natura umana. Essendosi occupato per anni delle finanze di Gaetano, era al corrente che Christian proveniva da un passato turbolento, e ben difficilmente avrebbe potuto riconoscere l'amore profondo e la lealtà che molti adulti riservavano alla loro prole. Già abbastanza stressato dal suo recente viaggio di 8
affari in Svizzera, Christian prese il telefono per chiedere a Emily, la sua assistente, di prenotargli un volo per Dublino. Si sarebbe occupato al più presto di quella sgradevole faccenda, in modo da poter tornare in fretta al lavoro. «Li odio!» si sfogò Belle, il bel viso contratto per la rabbia appassionata. «Detesto tutti i Ravelli vivi.» «Allora dovresti odiare i tuoi stessi fratelli e sorelle» le ricordò ironicamente la nonna. «E sai bene che non è quello che provi...» Belle dominò a fatica la collera, poi rivolse alla nonna uno sguardo di scusa. Isa era una donna piccola e docile dai capelli grigi e gli occhi verdi della stessa sfumatura dei suoi. «Quell'orribile avvocato non ha neppure risposto alla lettera di mamma con la richiesta di pagare le tasse scolastiche. Li odio perché ci costringono a elemosinare per quelli che dovrebbero essere i diritti dei bambini!» «Non è piacevole» concesse Isa Kelly mestamente. «Ma dobbiamo ricordare che il responsabile di questa orribile situazione è proprio Gaetano Ravelli...» «Non lo dimenticherò mai questo!» La nipote imprecò con violenza, marciando con frustrazione verso la finestra che si affacciava sul piccolo giardino sul retro dell'abitazione. Ed era la verità. Da ragazzina a scuola era stata crudelmente presa in giro a causa della relazione che sua madre aveva avuto con Gaetano Ravelli. La vicenda di quel lungo e prolifico rapporto con un uomo sposato era stata di dominio pubblico nella zona. Sua madre Mary era stata etichettata come una prostituta, e lei, che era un'adolescente sensibile, si era dovuta portare addosso quell'umiliazione. 9
«Be', se n'è andato ora» le rammentò Isa. «E, cosa più triste, lo stesso vale per tua madre.» Un dolore familiare dilagò nel petto di Belle per la perdita di quella calda e amabile presenza in famiglia, e la rabbia sul suo viso si ammorbidì. Era trascorso solo un mese da quando sua madre era morta in seguito a un attacco cardiaco, e lei non aveva ancora superato lo shock di quell'evento inaspettato. Mary era stata una donna ridente e allegra di poco più di quarant'anni, e non era mai stata ammalata. Tuttavia aveva un cuore debole e i medici l'avevano messa in guardia dal rischio di un'altra gravidanza dopo la nascita difficile dei gemelli. Ma quando mai Mary aveva dato prova di buonsenso? Aveva continuato come sempre lungo la sua vita appassionata noncurante di quanto potesse costarle, scegliendo l'amore invece della prudenza, e dando alla luce ben sei figli piuttosto che optare per anni di vita cauta e tranquilla. A dispetto di tutto quello che era stato detto di lei, Mary era stata una grande lavoratrice, una persona gentile che non aveva mai pronunciato parole cattive su chicchessia ed era sempre stata la prima a offrire aiuto quando i vicini avevano avuto bisogno. Nel corso degli anni molti di quelli che l'avevano aspramente criticata avevano finito per diventarle amici, apprezzando la sua natura gentile. Ma Belle non era mai stata come sua madre, e aveva sempre pensato che fosse una donna oppressa e sfruttata. L'aveva amata, però aveva sempre detestato Gaetano Ravelli per la sua falsità e il suo modo di essere, egoista e manipolatore. Come avvertendo la tensione, Tag si mise a uggiolare ai suoi piedi e lei si chinò a fargli una carezza. Il cane le rivolse un'occhiata adorante con i suoi grandi occhi castani. Nel piegarsi, i lunghi ricci color tiziano 10
le caddero ai lati del viso. Belle li raccolse con la mano annodandoli sommariamente, chiedendosi quando avrebbe trovato il tempo per andare dal parrucchiere, ammesso che fosse riuscita a scovare il denaro, viste le ingenti spese cui dovevano far fronte per le cose più elementari. Almeno l'antica dépendance di Mayhill House, era di loro proprietà, come aveva stabilito Gaetano anni prima per dare un senso di falsa sicurezza a sua madre. Ma a cosa serviva avere un tetto sulla testa quando Belle non era neppure in grado di pagare le spese? Certo, se fossero stati dei senzatetto sarebbe stato anche peggio. Nell'eventualità peggiore avrebbe sempre potuto mettere in vendita la dépendance e trovare qualcosa di più piccolo ed economico dove vivere. Sfortunatamente avrebbe dovuto lottare con tutte le sue forze per ottenere ciò che spettava di diritto ai bambini. Illegittimi o meno, i suoi fratellastri avevano il diritto legale di ereditare una parte della proprietà del padre, ed era compito suo portare avanti quella battaglia per loro. «Devi lasciare a me il compito di badare ai bambini adesso» le disse a quel punto la nonna. «Mary era mia figlia, e se ha commesso degli errori non voglio stare a guardare mentre tu ne paghi il prezzo...» «I ragazzi sarebbero un impegno troppo gravoso per te» replicò Belle. La nonna poteva essere sana e robusta, ma aveva settant'anni e non sarebbe stato giusto lasciare quel fardello sulle sue spalle. Isa le ricordò che proprio per sfuggire a quella situazione lei si era iscritta a una università lontana, e progettava di andare a lavorare a Londra una volta laureata. Belle però rispose che la vita era così, cambiava senza che si potesse fare niente al riguardo. I ra11
gazzi avevano perso entrambi i genitori in due mesi ed erano molto insicuri. L'ultima cosa di cui avevano bisogno era che anche lei sparisse dalle loro vite. «Bruno e Donetta sono entrambi in collegio, quindi vengono a casa solo per le vacanze» le fece notare la donna più anziana, riluttante a cedere. «I gemelli frequentano le elementari, solo Franco è ancora a casa, ma ha due anni e presto andrà alla materna...» Dopo la morte della madre, Belle aveva pensato molto a tutta la situazione e aveva ammesso con enorme senso di colpa di sentirsi intrappolata da quei fratelli e sorelle che avevano bisogno di cure amorevoli. Poco prima la nonna aveva fatto la sua generosa offerta, che Belle peraltro aveva già relegato in un angolo della mente come riserva. Il pensiero che sua nonna potesse provvedere da sola era una fantasia meschina. Persino per lei, che aveva ventitré anni, a volte le incombenze erano fin troppo gravose. Qualcuno bussò con forza alla porta di ingresso, facendo sobbalzare le due donne. Accigliandosi, Belle andò ad aprire e si rilassò quando vide Mark Petrie sulla soglia. Era uno dei suoi pochi veri amici fin dai tempi della scuola. «Entra» lo invitò sorridendo. «Un caffè?» Il nuovo venuto, un giovane uomo magro e dai capelli neri, accettò. «Grazie.» «Come va, Mark?» domandò Isa con un sorriso di benvenuto. «Io sto bene. Sono preoccupato per Belle invece» ammise Mark, lanciando un lungo sguardo all'amica. «Senti, sputerò subito il rospo. Proprio questa mattina ho sentito mio padre che parlava al telefono con qualcuno della famiglia Ravelli. Credo che fosse il figlio maggiore, Christian...» 12
Tendendosi al suono di quel nome familiare, Belle mise sul tavolo la tazza di caffè per l'amico. «Perché pensi che fosse lui?» «Christian è l'esecutore testamentario del patrimonio di Gaetano e ha telefonato a mio padre, rivolgendogli delle domande su tua madre. A quanto pare, né loro né mio padre sono al corrente della morte di Mary. Nessuno si è curato di informare papà del decesso avvenuto proprio mentre lui e mia madre si trovavano in Australia in visita a mio zio...» «Be', tuo padre e mia madre non erano esattamente grandi amici» rammentò Belle. C'erano stati molti screzi anche violenti tra il curatore della proprietà, Daniel Petrie, e la governante di Mayhill, Mary Brophy. «Quindi perché qualcuno avrebbe dovuto informarlo?» La sua mente intanto andava a Christian Ravelli, il figlio maggiore di Gaetano, il ricco banchiere affascinante che non sorrideva mai. Nel corso degli anni Belle aveva svolto parecchie ricerche su Internet su Gaetano Ravelli, inizialmente solo per curiosità, poi sempre più spesso per rispondere a domande che la sua ingenua madre non aveva mai neppure pronunciato. Così aveva saputo delle sue mogli, dei figli e delle sue relazioni scandalose, e aveva capito che Gaetano era un bugiardo infedele con un'attitudine compulsiva per il sesso, che si lasciava sempre dietro una scia di dolore e rimpianti. Inoltre, dal momento che aveva sposato solo donne ricche, Belle aveva capito che sua madre non aveva alcuna possibilità di essere condotta all'altare. «Il punto è» proseguì Mark teso, «che a quanto pare la famiglia ha deciso che i figli di Gaetano e Mary debbano essere dati in adozione...» 13
«Adozione?» lo interruppe Belle, stupefatta. «Ovviamente l'uomo di famiglia vuole risolvere la faccenda al più presto» considerò Mark con una smorfia. «E quale opzione migliore per chiudere tutta la faccenda? Terrebbe la storia lontano dai giornali e sistemerebbe i ragazzini abbandonati.» «Ma non sono abbandonati! Hanno una famiglia e una casa» replicò Belle disgustata. «Per l'amor del cielo, sono fratelli, sono legati l'uno all'altro!» A disagio per quella reazione esasperata, Mark si schiarì la gola. «Sei tu la responsabile legale dei ragazzi?» «Be', chi altro c'è?» domandò Belle sulla difensiva. «Ma non ci sono documenti legali che tu sia la tutrice, vero?» insistette Mark sotto lo sguardo sgomento dei suoi occhi verdi. «No, non penso. Dovresti andare a parlare con un avvocato al più presto e reclamare la custodia dei ragazzi, o potresti scoprire che la famiglia di Gaetano ha più voce in capitolo sulla loro sorte di quanto non ne abbia tu.» «Ma sarebbe ridicolo» obiettò Belle. «Gaetano non aveva nulla a che fare con i suoi figli anche quando era qui.» «Non secondo la legge. Lui pagava per la scuola dei ragazzi, e ha intestato la dépendance a vostra madre» le rammentò Mark, con tutto lo zelo che derivava dai suoi studi di legge. «Poteva essere un padre assente, ma provvedeva alle loro necessità, il che potrebbe fornire ai suoi figli legittimi il potere di decidere della sorte dei bambini.» «Gaetano ha lasciato fuori dal testamento tutti e cinque» puntualizzò Belle alzando il mento in segno di sfida. «Questo non importa. La legge è la legge» dichiarò 14
Mark, contento di poter fare colpo in qualità di esperto. «Nessuno può negargli la loro nascita.» «Adozione...» Ancora scioccata da quella possibilità, Belle si appoggiò pesantemente allo schienale della sedia. «È un'idea folle. Ed è ancora peggio se parla così non sapendo che mia madre è morta. Nessuno può affermare che una madre non abbia il diritto di decidere della sorte dei propri figli.» «Se solo Mary fosse vissuta abbastanza per fronteggiare questa situazione» sospirò Isa annuendo penosamente. «Ma forse, come nonna dei ragazzi, io potrei avere voce in capitolo?» «Ne dubito» intervenne Mark. «Dal momento che si è trasferita qui solo dopo la morte di Mary, i ragazzi non hanno mai vissuto con lei.» «Però io potrei fingere di essere mia madre...» rifletté Belle. «Fingere? Non essere sciocca, Belle.» Isa la guardò sconcertata. «Be', Christian Ravelli non sa che la mamma è morta, e se pur pensando che lei sia viva sta cercando di prendere decisioni al suo posto, significa che è davvero in malafede.» Belle tenne alta la testa, convinta di avere ragione. «Non c'è alcuna possibilità che tu possa fingere di essere una donna di più di quarant'anni» protestò Mark con una risata imbarazzata. «Ma dal momento che il figlio più grande di Gaetano ha quindici anni, dovrei apparire solo come una donna di poco più di trent'anni...» ragionò Belle. «Evidentemente loro non sanno della mia esistenza.» «Si tratta di un piano folle» le fece notare la nonna. «Christian Ravelli scoprirebbe di sicuro la verità.» «Come? Chi potrebbe dirgliela? È un Ravelli, di 15
certo non andrà in giro a indagare sui pettegolezzi locali. E non avrebbe alcun motivo di investigare sulla mia identità. Mi tirerò su i capelli e mi truccherò pesantemente... dovrebbe aiutare.» «Belle... so che sei molto coraggiosa, ma sarebbe una truffa» le rammentò Mark seriamente. «Pensa a quello che stai dicendo.» La porta della cucina si aprì e un piccoletto con una massa di riccioli scuri e il pollice infilato in bocca si avventò dentro, andando ad arrampicarsi sulle gambe di Belle, sicuro di essere il benvenuto. «Sonno...» borbottò. «Abbraccio...» Belle cullò dolcemente il più piccolo dei suoi fratellastri. Franco le era molto affezionato, e presto le si rilassò tra le braccia. «Lo porto di sopra a fare un sonnellino» mormorò lei alzandosi con qualche difficoltà giacché il bambino pesava parecchio. Una volta in camera lo mise nel suo lettino, poi restò per un momento a guardare oltre la finestra la pittoresca immagine di Mayhill House, una graziosa villa georgiana in pietra grigia che sorgeva dominante su acri di terreno, con lo sfondo di boschi secolari. Sua madre era una povera vedova e lei aveva solo otto anni quando Mary aveva cominciato a lavorare come governante per Gaetano Ravelli. Il padre di Belle era stato un alcolizzato violento, conosciuto per la sua propensione alle risse. Una notte era finito sotto una macchina, lasciando ben pochi a piangere la sua scomparsa, meno di tutti Belle, che era sempre stata terrorizzata dal suo comportamento violento e dai suoi pugni poderosi. Madre e figlia avevano creduto di poter cominciare una nuova vita quando Mary era diventata la governante di Mayhill House. Purtroppo la donna si era pre16
sto innamorata del suo datore di lavoro, e la sua reputazione era stata distrutta nel momento in cui Bruno, il più grande dei suoi fratellastri, era venuto al mondo. Uno come Christian Ravelli non doveva avere neppure idea di come vivevano i mortali meno fortunati di lui. Christian era un uomo affascinante e brillante. Era cresciuto in un bozzolo dorato, figlio di una ricchissima principessa che apparteneva al bel mondo dell'alta società. Il suo patrigno era un banchiere ungherese che abitava in un palazzo veneziano, e Christian aveva frequentato scuole prestigiose da cui era uscito con onori accademici e sportivi. Non era certo sorprendente che mietesse successi in ogni settore della sua vita. Non aveva mai conosciuto l'umiliazione, non sapeva cosa significava essere ignorato o sbeffeggiato, e certo non aveva mai dovuto scusarsi per i suoi familiari. D'altra parte, a tredici anni Bruno era stato accusato da Gaetano di essere gay, poiché per lui quella era l'unica giustificazione riguardo alle sue aspirazioni artistiche. Il giovane era stato devastato da quel trattamento da parte del padre, che in cuor suo avrebbe voluto impressionare positivamente. Il suo tormento interiore era stato peggiorato dal bullismo che aveva subito a scuola, al punto che aveva tentato il suicidio. Belle rabbrividiva ancora pensando che aveva rischiato di perdere per sempre il fratello. Bruno e gli altri fratellini avevano bisogno di amore per crescere e diventare degli adulti sani ed equilibrati. Non c'era nulla che lei non avrebbe fatto per assicurarsi che i suoi fratellastri restassero insieme e fossero felici. Avendo trasmesso i suoi avvertimenti, Mark stava per andarsene quando Belle tornò al piano inferiore. «Preparo la cena» dichiarò la nonna a quel punto 17
mentre Belle accompagnava Mark Petrie alla porta. «Non penserai davvero di fingere di essere Mary, vero?» le domandò lui sulla soglia. Belle raddrizzò le spalle, con un'espressione ostinata dipinta sul bel viso. «Se è quello che può servire a tenere unita la famiglia, lo farò eccome!» La luce del giorno stava ormai calando quando l'auto di Christian imboccò il viale di Mayhill House. Non aveva mai visitato prima la proprietà di Gaetano, dato che il padre non l'aveva mai invitato lì. Per la verità, non l'aveva mai invitato da nessuna parte. Suo padre non si era mai disturbato a mantenere alcuna relazione familiare, neppure formale. Una giovane donna stava camminando con un cagnolino nell'ampio prato all'interno della proprietà e Christian si accigliò. Chi era quell'intrusa? Un attimo dopo però rimase affascinato dalla tonalità rosso tiziano dei riccioli che incorniciavano un viso a cuore, e dal morbido top che nascondeva ben poco del seno pieno sopra un addome piatto, per non parlare dei calzoncini che le fasciavano un fondoschiena sodo e mettevano in risalto un paio di gambe lunghissime. Gli mancò quasi il fiato e avvertì una pulsazione insolita nel ventre. Strinse i denti, cercando di rammentare l'ultima volta che era stato con una donna, e quando non vi riuscì non poté biasimarsi troppo per quell'improvvisa eccitazione. In realtà aveva sempre preferito le sfide del lavoro a quelle del sesso, che per lui si limitava a un mero esercizio fisico. Una volta che la macchina giunse nel cortile, scese dall'auto e aprì il grande portone di legno che immetteva nella casa, fermandosi a ridosso di una pila di corrispondenza che invadeva il pavimento di matto18
nelle bianche e nere. Rafe e John, i suoi addetti alla sicurezza, lo superarono in tutta fretta. «Controlleremo la casa» lo avvertirono entrando prima di lui. Un leggero strato di polvere copriva mobili e pavimenti, e Christian non fu sorpreso quando Rafe confermò che non c'era nessuno. Che cosa si era aspettato? Che Mary Brophy avesse occupato la dimora con i suoi cinque figli? In verità sì, era proprio quello che si aspettava, per questo aveva usato le chiavi per entrare, come per dimostrare che lui aveva ogni diritto su quella proprietà. Esaminò le stanze, finendo nell'enorme cucina, con il grande frigorifero aperto e vuoto. Si guardò intorno poi curvò le labbra in un sorrisetto quando vide il telefono alla parete, con uno dei tasti contrassegnato con l'etichetta: Governante. Lo premette e rimase in attesa a lungo, e stava quasi per riappendere quando udì una voce femminile. «Sì?» «Sono Christian Ravelli e mi trovo nella casa. Perché non è stata preparata per il mio arrivo?» domandò lui imperioso. Dall'altra parte del telefono, Belle si mise in allarme al tono impaziente di quella voce bassa profondamente accentata, e i suoi occhi verdi presero a luccicare come smeraldi alla luce del fuoco. «Pensa che potrebbe essere perché lo stipendio della governante è stato tagliato lo stesso giorno in cui il signor Ravelli è precipitato con il suo elicottero?» Christian non era abituato a simili repliche taglienti. «Non ho dato io quell'ordine...» borbottò. «Be', non è molto importante, no? Purtroppo nessuno lavora gratis» dichiarò Belle secca. Christian represse un'imprecazione. Era stanco e affamato e non dell'umore giusto per una discussione. 19
«Immagino che lei sia la governante?» Era il momento della verità e per un attimo Belle esitò. L'immagine dei suoi fratellastri mandati in un orfanotrofio per essere adottati le fece quasi venire la nausea. «Mmh... sì» mormorò a denti stretti. «Allora si muova e venga a casa a fare il suo lavoro. Posso assicurarle che sarà ben retribuita per il suo tempo» la informò Christian secco. «Ho bisogno di cibo e di andare a dormire in un letto pronto.» «Ci sono molti negozi al villaggio. Dev'esserci passato davanti per giungere alla casa» ribatté Belle. «Sono ben felice di pagarla per occuparsi di queste incombenze per me» rispose piattamente Christian prima di riappendere il telefono. Si domandò se aveva fatto bene a richiamare al lavoro quell'insolente governante, poi però si disse che non era importante, dal momento che aveva deciso di fermarsi solo un paio di giorni, giusto il tempo per organizzarsi per mettere in vendita la proprietà. La donna almeno poteva fornirgli delle informazioni su come muoversi in quel villaggio sconosciuto. Belle era nervosa, indecisa sul da farsi. Non poteva presentarsi come la figlia di Mary per poi cambiare idea. Però aveva finto di essere sua madre al telefono e ora non poteva andare da Christian Ravelli per informarlo che l'amante di suo padre era morta. Pensando all'influenza che poteva esercitare sul futuro dei fratelli, spazzò via i dubbi e corse al piano di sopra. Cosa poteva indossare per sembrare più matura? Si tolse i calzoncini e cercò nel guardaroba. Trovò una gonna corta e una camicia leggera con le maniche lunghe. Sua madre non indossava mai jeans o abiti comodi, ma lei possedeva solo quella gonna. Pensando che a20
dottare le abitudini di Mary potesse rappresentare una sorta di talismano, si vestì in fretta e calzò un paio di scarpe con il tacco. Poi andò in bagno e si tirò indietro i capelli, contemplando il viso color porcellana che l'aveva sempre fatta apparire anche più giovane. Decise di raccogliere i capelli in uno chignon e di truccarsi. Applicò ombretti scuri in abbondanza e si picchiettò le estremità delle palpebre con un dito. Be', di sicuro appariva diversa, considerò sconcertata mentre si passava il fard sulle guance e un velo di rossetto sulle labbra. «Stavo proprio per chiamarti per la cena...» Isa Kelly si arrestò di colpo nell'ingresso guardando la nipote che scendeva le scale. «Dove diavolo stai andando conciata in quel modo?» Belle si irrigidì. «Perché? Sembro strana?» «Be', se ti pieghi dall'altra parte probabilmente puoi fornirmi una visione della tua biancheria intima» commentò Isa con disapprovazione. Calò un silenzio teso, rotto poco dopo dal rumore della porta sul retro che si apriva e chiudeva. Voci di bambini che litigavano irruppero nella sala, seguite a ruota da due ragazzini di otto anni con i capelli scuri, che si urlavano insulti a vicenda. «Se non la smettete di litigare, andrete a letto presto questa sera» li minacciò Belle. I gemelli, Pietro e Lucia, chiusero le bocche e abbassarono il capo, avviandosi di corsa su per le scale. «Puoi dirmi perché mai ti sei vestita in questo modo?» chiese Isa guardando la nipote. «Christian Ravelli ha appena telefonato, cercando la governante. Devo sembrare più vecchia di almeno dieci anni.» Isa la fissò costernata. «Non puoi davvero fingere 21
di essere Mary. È un'idea folle. Non andrai lontano.» Belle sollevò il mento. «Vale la pena tentare, se otterrò che Christian ascolti almeno quello che ho da dire. Ovviamente lui non sa nulla riguardo alla mamma. Forse non sa neppure che si trattava della governante di suo padre.» «Dubito che sia così all'oscuro della situazione» considerò Isa. «Tuttavia potrebbe fingere una totale ignoranza per sondare la situazione. E di certo vorrà incontrare la madre dei bambini quanto prima. Ma non voglio che tu corra da lui, a comprare il suo cibo, a cucinare per lui e a preparargli il letto, specialmente vestita in quel modo.» «Cosa c'è che non va in questi vestiti?» «Potrebbero dare un'idea sbagliata a quell'uomo.» «Ne dubito» rispose Belle lisciandosi la gonna sui fianchi sottili. «Per quello che ne so, non è uno a caccia di sesso come suo padre.» Isa strinse le labbra. «Questi pettegolezzi sono così irrispettosi, Belle.» «Non è un pettegolezzo, è un dato di fatto.» «Gaetano era il padre dei ragazzi. Poteva non essere granché come padre, ma tu non dovresti comunque parlare di lui in quel modo quando potrebbero sentirti» la rimproverò la nonna. Conscia che aveva ragione, Belle arrossì. «Posso prendere la tua auto, nonna?» le domandò a quel punto. «Sì, certo.» Rendendosi conto che Belle stava ignorando le sue obiezioni, Isa mise una mano sulla porta prima che la nipote potesse aprirla. «Pensa bene a quello che stai facendo, tesoro. Una volta che avrai ingannato quell'uomo, non potrai tornare indietro e lui avrà ogni diritto di essere arrabbiato con tutti noi 22
quando scoprirà la verità, come sicuramente avverrà prima o poi.» «Christian è un Ravelli, nonna. Furbo, intelligente e senza scrupoli. Ho bisogno di un po' di vantaggio per trattare con lui, e l'unico modo di procurarmelo è quello di fingere di essere la mamma.»
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3148 - Contratto reale di K. Walker Tradita da coloro che ama, Honoria si trova costretta ad affrontare Alexei, un uomo che... Firma un nuovo CONTRATTO D'AMORE.
3149 - Sua per una settimana di M. Milburne Clementine ha giurato di non voler mai più avere a che fare con Alistair, ma ora non può far altro che scoprire di... essere FATTA PER L UI.
Dal 14 febbraio
3150 - Segreti e carezze di C. Shaw Salvatore è pronto a qualunque sacrificio per sua figlia, anche a portare sotto il proprio tetto... Seconda parte de I FRATELLI C ASTELLANO.
3151 - Scommessa all'altare di J. Lucas Kassius è rinato dalle ceneri della sua infanzia spinto solo dal desiderio di vendetta... Vieni a firmare il tuo C ONTRATTO D'AMORE.
3152 - La moglie ribelle di L. Graham Nik era il suo Principe Azzurro, ma il loro matrimonio da sogno dura poco. Ora, però... Seconda puntata di UOMINI S TRAORDINARI.
3153 - Il diamante del greco di M. Blake Arabella preferirebbe lanciarsi da un aereo piuttosto che accettare la proposta di Draco. Lasciati avvolgere dal FUOCO GRECO.
3154 - Passione in crociera
di C. Williams Il piano di Daniel era semplice, ma non prevedeva la variabile Delilah Scott... Seconda parte di TENTAZIONE ITALIANA.
3155 - I desideri di Darius.
di C. Mortimer Darius è abituato a ottenere sempre ciò che vuole, e ora ha messo gli occhi su Miranda. Prima parte di GEMELLI MILIONARI.
3156 - Inganno nel deserto di A. Green I rapporti tra Sylvie e Arkim Al-Sahid sono sempre stati complicati, e non possono migliorare ora che... Tornano I PRINCIPI DEL DESERTO.
3157 - Un'amante per il capo di D. Collins Vittorio è disposto a tutto per allontanare lo scandalo, anche a prendere come amante la bella Gwyn. Non perdere A LETTO COL CAPO.
QUELLO CHE LE LETTRICI VOGLIONO. Questo mese per voi...
Credete nel destino? Forse tutto è già scritto… o forse l’Amore può cambiare tutte le carte in tavola.
IL GRANDE RITORNO DI UNA DELLE AUTRICI PIÙ AMATE, AI VERTICI DELLE CLASSIFICHE INTERNAZIONALI.
Si dice che non ottenere ciò che si desidera a volte sia solo un colpo di fortuna. E se gli imprevisti portassero verso la felicità? Nuovo appuntamento con la serie The Italian Brothers.
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