Un principe al bivio

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UN NATALE REALE La magica atmosfera che si respira a Natale riesce a coinvolgere proprio tutti, persino i membri più compassati delle case reali. Ogni casata, nel corso dei decenni, ha dato vita a tradizioni e usanze da condividere con i membri della famiglia e la popolazione. I reali di Svezia, per esempio, selezionano personalmente l'abete che andrà a decorare i salotti reali tra quelli loro presentati dall'università di Agraria. I sovrani di Spagna aspettano il 6 gennaio per scartare i regali, e inviano una cartolina di auguri a ogni famiglia della nazione. Il re e la regina del Belgio organizzano un concerto a Palazzo per ringraziare i sudditi del lavoro svolto per il Paese, e il principe di Monaco, dopo la registrazione del discorso annuale alla nazione, distribuisce doni ai bambini del Principato. La Regina Elisabetta II, per onorare la festività, richiede che i membri della famiglia si cambino d'abito ben tre volte durante la giornata, in occasione del pranzo, del tè e della cena del 24, seguita dallo scambio dei regali che devono essere sobri e in quantità limitata. La giornata del 25 è dedicata alle funzioni religiose. Possiamo davvero dire paese che vai, usanze che trovi, ma c'è un elemento comune a ogni nazione: l'albero di Natale, simbolo di speranza, vita e felicità. Buon Natale e... arrivederci alla prossima curiosità!


Barbara Wallace

Un principe al bivio


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Winter Wedding for the Prince Harlequin Mills & Boon Romance © 2016 Barbara Wallace Traduzione di Donella Buonaccorsi Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2017 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Serie Jolly dicembre 2017 Questo volume è stato stampato nel novembre 2017 da CPI, Barcelona HARMONY SERIE JOLLY ISSN 1122 - 5390 Periodico settimanale n. 2726 dello 05/12/2017 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 56 del 13/02/1982 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano


1 «Poi, quando i bambini avranno finito di cantare, arriverà Babbo Natale per distribuire i doni. Quest'anno siamo stati tanto fortunati da riuscire ad accontentare tutti, perfino la bimba che ha chiesto un drago e mille cioccolatini. Internet è una cosa meravigliosa.» Rosa Lamberti distolse lo sguardo dallo schermo del computer e fissò accigliata l'uomo che le stava davanti. «Mi stai ascoltando?» gli chiese. Armando Santoro, principe ereditario del trono di Corinthia, si fermò di colpo e ribatté: «Certo che ti sto ascoltando. Babbo Natale. Drago. Cioccolatini. Perché me lo domandi?». «Non lo so. Forse perché è mezz'ora che cammini avanti e indietro come un leone in gabbia.» «Scusami» mormorò lui passandosi una mano fra i capelli. «Sono un po' distratto stamattina.» Già. Lo aveva notato. Rosa si allontano dal computer e si versò un'altra tazza di caffè. Nei giorni buoni, essere la segretaria personale del principe era un lavoro da tre tazze di caffè. Quand'era distratto, il numero saliva a cinque. «Non dirmi che sei preoccupato per tua sorella» affermò. Quella mattina, la principessa Arianna aveva 5


annunciato il suo fidanzamento con Max Brown, un uomo d'affari americano che aveva conosciuto a New York. I dettagli del corteggiamento erano ridotti all'osso. A sentire Armando, la principessa era partita per gli Stati Uniti senza un motivo apparente. Pochi giorni dopo il suo ritorno, questo Max Brown aveva fatto irruzione nel castello pretendendo di vederla. E da allora i due erano stati inseparabili. «No» sospirò lui. «Se Arianna è felice, lo sono anch'io per lei.» Felice era un eufemismo, pensò Rosa. Al settimo cielo o in estasi erano termini più adatti per definire il suo stato d'animo. La principessa Arianna si era illuminata come un albero di Natale quando Max aveva fatto irruzione nel castello. Appassionate dichiarazioni d'amore e fidanzamenti improvvisi... Era tutto talmente romantico! Rosa non riusciva a ricordare l'ultima volta in cui un uomo le aveva fatto una dichiarazione, a meno che non mettesse in conto le numerose dichiarazioni di disinteresse che le aveva fatto il suo ex marito. Fredo era stato molto bravo nel dirle che non valeva niente. Scacciò quel pensiero molesto dalla mente e chiese ad Armando: «Se non si tratta di tua sorella, allora che cos'hai? E non dire che non hai niente, perché ti conosco». Non era possibile passare accanto a qualcuno sette anni – di cui quattro come cognata – senza imparare a conoscere tutto di quella persona. Una mano olivastra passò sopra la sua spalla e s'impossessò della sua tazza prima che lei avesse il tempo di portarsela alle labbra. «Ehi!» esclamò mentre si voltava, scoprendo che 6


Armando stava già bevendo il caffè che si era preparata. «Hai dimenticato lo zucchero» commentò aggrottando la fronte. «Non ho dimenticato un bel niente!» protestò lei strappandogli di mano la tazza, in cui era rimasto ben poco contenuto. «Sono a dieta.» «Sei sempre a dieta!» sbuffò Armando. «Un cucchiaino di zucchero non ti ucciderà.» Disse l'uomo in forma perfetta. Lui non correva il rischio di aumentare di una taglia entro la fine dell'anno. Anche se si sedeva perfettamente dritta, Rosa aveva l'impressione che il primo bottone dei suoi pantaloni fosse sul punto di saltare da un momento all'altro. «Smettila di cambiare argomento» lo esortò tirando in dentro la pancia. «Ti ho fatto una domanda.» «E pretendi che io ti risponda? Scusa, ma credevo che lavorassi per me.» «È vero, ma faccio anche parte della tua famiglia, il che mi conferisce dei privilegi.» «Inclusa la saccenteria?» «Non sono io quella che sta rovinando un tappeto antico camminandoci sopra avanti e indietro.» Prendendo la caffettiera, Rosa riempì una tazza per Armando e ci aggiunse due cucchiaini di zucchero prima di soggiungere: «Davvero, Armando. Che cosa c'è che non va?». Lui prese il caffé e sospirò di nuovo, prima di risponderle: «Arianna è incinta». «Ma è una splendida notizia!» esclamò Rosa. «Tuo padre finalmente avrà un terzo erede al trono.» Non era un segreto per nessuno che il re non vedesse l'ora 7


di avere un nipote per avere la certezza che i Santoro avrebbero continuato a regnare a Corinthia. «Lo sarebbe, se Max Brown fosse il padre» replicò Armando. «Che... che cosa?» sbottò Rosa. Per un attimo pensò di chiedergli chi fosse il padre del bambino che Arianna stava aspettando, ma poi capì che non aveva nessuna importanza e gli chiese: «Max lo sa?». «Sì, e non gliene importa.» «Deve amare moltissimo tua sorella.» Ci voleva un genere speciale d'amore per sposare una donna che aspettava un figlio da un altro. Di sicuro non il genere d'amore con cui Rosa aveva avuto a che fare. Alle persone come lei era riservato solo un amore di seconda mano. In fondo, come Fredo non si era fatto scrupolo di ripeterle centinaia di volte, era insipida e noiosa. «Oh, sì! Ma ciò non toglie, purtroppo, che il figlio... o la figlia... di Arianna non potranno mai salire al trono.» Le leggi di Corinthia stabilivano che solo il figlio biologico di entrambi i genitori potesse entrare nella linea di successione. «Senza contare che, se la verità dovesse saltare fuori, la loro creatura passerebbe il resto della sua vita circondata da pettegolezzi e allusioni» proseguì Armando. «E non solo lei, ma anche Max, Arianna e tutti i Santoro.» «A meno che Arianna e Max decidano di mentire.» Nell'udire quelle parole, Armando si irrigidì e lei aggiunse: «Non fare quella faccia! Non crederai che non sia mai accaduto prima d'ora!». Nessuna dinastia era pura come un giglio, nemmeno quella dei Santoro. 8


Anzi, probabilmente era proprio perché qualcuno degli antenati di Armando aveva cercato di mettere sul trono un figlio illegittimo che era stata fatta quella stupida legge. «Può anche darsi, ma non è questo il punto. Le generazioni che ci hanno preceduto non dovevano vedersela con i tabloid o con il tuo meraviglioso Internet.» «Hai ragione» convenne Rosa. «E immagino che tu abbia già pensato di cercare di cambiare la legge.» «Certo, ma al giorno d'oggi un re non può più cambiare una legge senza il consenso del governo. E i ministri vorranno sapere perché lo vuole fare.» «Già» convenne lei. Per fortuna, Corinthia era una democrazia, ma questo significava che non c'era molto che Armando potesse fare, a parte risposarsi e avere un figlio suo, e un eremita aveva una vita mondana più intensa della sua. Il Principe Malinconico, era così che lo chiamavano i media. E la definizione gli si addiceva alla perfezione. Armando era sempre stato serio e riservato, ma la morte di Christina aveva decisamente peggiorato la situazione. Sembrava che non avesse mai smesso di essere in lutto. Partecipava soltanto agli eventi ufficiali, e da solo. Rosa, la sorella della sua defunta moglie, era l'unica donna che lui aveva tenuto accanto a sé. Come amica. Peccato, perché era proprio un bell'uomo. Non il più bello del paese, forse, perché aveva i lineamenti un po' troppo marcati. Ma Rosa aveva sempre pensato che un uomo forte dovesse avere dei lineamenti marcati. Fredo, per esempio, nonostante tutta l'importanza che si dava, aveva il mento sfuggente. «Conosci il Re El Halwani, vero?» le domandò lui, 9


interrompendo bruscamente il filo dei suoi pensieri. «Che domanda! Certo, che lo conosco.» Il sultano di Yelgiers veniva spesso a Corinthia. I due piccoli stati avevano una lunga storia di rapporti economici e politici. «Ma non capisco che cosa c'entra.» «Sua figlia, Mona, è in età da marito.» «Ah! Non lo sapevo.» Rosa avvertì un piccolo brivido correrle lungo la schiena. Di sicuro, Armando non... «Un'unione fra i nostri paesi avrà eccellenti ripercussioni sui nostri rapporti.» Aveva detto avrà, non avrebbe. Il piccolo brivido diventò una slavina. «L'ho chiamato stamattina e gli ho proposto un accordo.» «Oh!» fu tutto quello che riuscì a dire Rosa, mentre cercava di venire a patti con il fatto che... Armando aveva intenzione di risposarsi. In realtà, non avrebbe dovuto essere sorpresa. I reali vivevano una vita diversa dalla gente comune come lei. I matrimoni avvenivano per molteplici ragioni: accordi commerciali, alleanze militari. E, naturalmente, anche per assicurare un erede al trono. Comunque, la notizia l'aveva spiazzata. La decisione di Armando le sembrava troppo precipitosa, e lui non prendeva mai decisioni affrettate. Per l'amor del cielo, ci aveva messo un anno prima di chiedere a sua sorella di sposarlo, e il loro era stato un colpo di fulmine! Decidere di punto in bianco di legarsi in matrimonio a un'estranea non era da lui, scandalo o non scandalo incombente. Come minimo, le avrebbe chiesto che cosa ne pensava. Tuttavia, non lo aveva fatto. Evidentemente, la sua 10


opinione non gli interessava. A quanto pareva, l'amicizia che credeva fosse nata fra loro negli ultimi tre anni era stata solo un parto della sua fantasia. Abbozzò un sorriso, fingendo che la notizia l'elettrizzasse. «Sono sicura che i tuoi sudditi saranno al settimo cielo!» esclamò. «E lo sarà anche tuo padre!» «Non lo faccio per mio padre.» «Lo so. Lo fai per proteggere tua sorella.» «No. Lo faccio per Corinthia. Sono io l'erede al trono. E ho la responsabilità di fare tutto quello che posso per assicurarmi che Corinthia abbia un futuro lungo e pacifico.» «Ma certo. Scusami.» Se c'era una cosa che Armando prendeva sul serio era il dovere nei confronti del paese. Guardando fuori dalla finestra del suo ufficio, vide che i proprietari dei cottage al confine con il parco del Palazzo Reale stavano riempiendo i loro davanzali di rametti di pino in vaso. Alla fine, come voleva la tradizione di Corinthia, avrebbero messo al centro dei vasi una candela. Il verde simboleggiava la vita e la luce delle candele tutte le belle cose che il futuro avrebbe riservato al regno. E, apparentemente, il futuro di Armando contemplava una moglie. Il problema era che Rosa non sapeva che cosa ciò avrebbe comportato per lei. Per tre anni avevano formato una strana coppia, il principe e la segretaria, accomunati dal fatto che entrambi avevano perso, anche se per motivi molto diversi, i loro coniugi. Aiutare Armando le aveva dato forza e uno scopo nella vita. Grazie a lui era riuscita a ritrovare l'autostima che Fredo aveva distrutto. E adesso? Una nuova regina avrebbe comportato 11


nuovi dipendenti e una diversa routine. Non era affatto scontato che avrebbe avuto ancora un posto nella vita di Armando. Al solo pensiero, si sentiva morire. Certo, aveva sempre saputo che prima o poi lui avrebbe potuto risposarsi. Ma era convinta che prima gliene avrebbe parlato. Erano amici. Parenti. Si erano tenuti per mano al capezzale di Christina e avevano pianto insieme. Lasciava persino che bevesse il suo caffè! Proprio non capiva perché non si era confidato. «Quando hai intenzione di annunciare il vostro fidanzamento?» gli chiese con una noncuranza che era ben lontana dal provare. «A Capodanno.» Così presto! A Rosa mancò il respiro. «Ti senti bene?» le chiese Armando in tono preoccupato. «Certo. Non vedo perché non dovrei.» «È la soluzione migliore, Rosa.» «Lo so.» Armando non aveva motivo di difendersi più di quanto lei non avesse motivo di essere sconvolta. Il che, naturalmente, non impediva loro di farlo. Ce l'aveva con lui. Armando lo aveva capito perché aveva alzato il tono della voce di un'ottava e lo faceva sempre, quando si arrabbiava. Non ne era stupito, anzi. Da quando aveva deciso di risposarsi, aveva temuto che lei avrebbe potuto pensare che stesse tradendo sua sorella. «Se ci fosse stata qualunque altra soluzione, io...» cominciò. «Lo so» lo interruppe lei. Armando però ne dubitava. Non credeva che Rosa 12


immaginasse che era stato sveglio tutta la notte a soppesare le alternative e che, se ne avesse trovate, non si sarebbe mai risposato. Aveva conosciuto l'amore. Il destino gli aveva concesso quattro meravigliosi anni con la donna dei suoi sogni. Se il prezzo da pagare per quegli anni fosse stato trascorrere il resto della sua vita in solitudine era pronto. Non gli importava. Dopotutto, se aveva bisogno di compagnia, c'era Rosa. Mille volte meglio di una nuova moglie. Purtroppo, gli uomini come lui non potevano fare quello che volevano, ma facevano quello che dovevano. Si avvicinò a Rosa, che stava ancora guardando fuori dalla finestra, e commentò: «Corinthia è quasi pronta per le vacanze di Natale. Stanotte tutti accenderanno le candele». Lei non rispose. Rimase in silenzio e immobile, con le mani intrecciate dietro la schiena, come si addiceva alla dipendente di un reale. Era una posa che di solito assumeva soltanto in pubblico e ad Armando non piaceva. Preferiva di gran lunga la Rosa informale e irriverente che lo comandava a bacchetta e gli impediva di affondare nel dolore. Dopo la morte di Christina, avrebbe voluto morire anche lui. Che senso aveva vivere se il suo cuore era sepolto tre metri sotto terra? Solo Rosa era riuscita a far breccia nell'oscurità che gli aveva riempito l'anima. Gli aveva detto che aveva bisogno di lui per aiutarla a rimettersi in piedi dopo il divorzio. Era una bugia, ovviamente, visto che Rosa era una delle donne più forti che conosceva, ma lui aveva finto di crederci. Aiutarla a trovare un avvocato e un posto in cui vivere gli aveva dato un motivo per alzarsi dal letto la 13


mattina. Poi, quando era diventata la sua segretaria personale, c'erano state riunioni, iniziative benefiche e altri progetti dei quali lei insisteva che lui dovesse assolutamente occuparsi, e così aveva continuato ad alzarsi dal letto, fino a quando un giorno si era accorto che ci riusciva senza sforzarsi, senza che lo scostare le coperte gli sembrasse un'impresa impossibile. Lo aveva tenuto attaccato alla vita, ecco quello che aveva fatto. Senza di lei, sarebbe stato perduto. Ed era per questo che adesso aveva bisogno del suo sostegno. «Non hai mai conosciuto mio nonno, vero?» le chiese. «Il Re Damian? No.» Rosa non era tanto arrabbiata da non lanciargli un'occhiata stupita. Certo che non aveva mai conosciuto il Re Damian. Seri motivi di salute lo avevano costretto ad abdicare prima della nascita di Armando. «Poche settimane prima di morire venne in camera mia e mi fece alzare dal letto per mostrarmi l'aspetto che aveva Corinthia con le candele accese a tutte le finestre. Io dovevo avere sette o otto anni e Corinthia non era grande come oggi, ma le candele erano comunque tantissime e il nonno mi spiegò che rappresentavano le speranze che i suoi abitanti riponevano nel futuro. "Un giorno quegli abitanti saranno i tuoi sudditi" mi disse. "E tu sarai responsabile per ciascuna di quelle candele. Sarà compito tuo fare in modo che non si spengano." Non l'ho mai dimenticato.» Tirò un profondo sospiro prima di continuare: «Mio padre sta invecchiando, Rosa. Me ne sono accorto il mese scorso, quando Arianna è scomparsa. Non ha mai davvero superato la morte della mamma». Come 14


lui non aveva mai davvero superato la morte di Christina. Sembrava che sugli uomini Santoro aleggiasse una maledizione. «E penso che vorrebbe abdicare, ma non lo fa perché ha paura del futuro. È importante che sappia che io, come suo erede, farò tutto quello che posso perché quelle candele non si spengano.» «Incluso un matrimonio politico.» «Il nostro non sarà di certo il primo matrimonio fra reali di convenienza e non d'amore» replicò lui scrollando le spalle. Anzi, un uomo nella sua posizione poteva dirsi fortunato per aver passato quattro meravigliosi anni al fianco di una donna che amava. «Sarebbe bello, però, sapere che ho il sostegno della mia migliore amica. Ce l'ho, Rosa?» La pendola sul caminetto scandiva i secondi mentre Armando aspettava la sua risposta. Purtroppo, Rosa teneva gli occhi bassi. Altrimenti, avrebbe capito che cosa stava provando. Da quel punto di vista, era uguale alla sorella. Anche Christina aveva gli occhi marroni e incredibilmente espressivi. A parte quel particolare, però, le due sorelle erano molto, molto diverse. Christina tutta passione ed energia, bella da mozzare il fiato. Rosa era meno appariscente. Se Christina brillava come una stella, Rosa somigliava di più alla luce di una candela. «Ma certo che hai la mia benedizione» affermò infine Rosa. «Sai che non so dirti di no.» «Lo so» convenne Armando, sollevato. «Merito del mio fascino irresistibile.» «No» lo corresse lei. «Merito del fatto che sei l'erede al trono. Se ti dicessi di no, potresti sbattermi in prigione.» «Oh, certo» rise Armando, mentre il suo sollievo 15


aumentava a dismisura, perché era sempre un buon segno quando Rosa scherzava. Poi, però, soggiunse: «Parlo sul serio, Rosa. Il tuo sostegno è molto importante per me». Lei gli sfiorò un braccio. Toccare per primi un membro della famiglia reale era una grave violazione dell'etichetta, ma lui e Rosa si conoscevano da troppo tempo per preoccuparsene. Anzi, c'erano volte in cui Armando trovava confortante il tocco di quelle mani delicate. Come in quel momento, in cui le sue dita sembravano sciogliere tutta la tensione accumulata nei suoi muscoli. «Ce l'hai» ribadì lei. «Davvero. Vorrei solo che...» «Che cosa?» le domandò Armando quando lei s'interruppe. «Niente» rispose Rosa scuotendo la testa. «Sono una sciocca. Hai il mio sostegno, 'Mando.» «Bene» replicò lui, anche se non poté fare a meno di domandarsi che cos'era stata sul punto di dire. Forse che avrebbe desiderato che lui non dovesse risposarsi? Se era così, era perfettamente d'accordo con lei. Ma doveva farlo ed era felice di avere il sostegno della sua migliore amica. Sperava solo che non cambiasse idea, quando gli avrebbe detto che cos'altro voleva da lei.

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2726 - Un principe al bivio

di B. Wallace Un fugace bacio sotto il vischio tra Rosa e Armando stupisce entrambi per l'intensità dell'emozione che suscita. Loro, però, non sono fatti per stare insieme. Lui è il principe Armando Santoro di Corinthia, e il suo destino è un matrimonio politico. L'amore, però, non conosce le regole di corte...

2727 - Amore sulla soglia

di K. Hardy L'ultima relazione di Amy è finita perché non poteva avere figli, il matrimonio di Josh è terminato perché la moglie lo ha lasciato per un altro. Sono vicini di casa, si conoscono poco ma entrambi hanno chiuso con l'amore. E se invece fosse l'amore a cercare loro nelle fattezze di una neonata lasciata sulla soglia di casa?

2728 - Un Natale perfetto

di S. Wilson Grace ha sempre amato il Natale, ma questo è il primo senza la sua adorata nonna. Per far fronte alla mancanza ha deciso di passarlo lavorando nell'hotel presso cui fa la cameriera. Finlay Armstrong è il proprietario dell'hotel e, come Scrooge, odia quella festività e tutto ciò che la riguarda. FAVOLE SOTTO IL VISCHIO

2729 - Un uomo nuovo

di S. Pembroke Quando il quasi ex marito, il milionario Jacob Foster, ricompare nella sua vita e la invita a trascorrere il Natale con lui, Clara non riesce a rifiutare. Sarà un'ottima occasione per verificare se quell'uomo è ancora il maniaco del lavoro da cui è fuggita o se è pronto per conoscere il segreto che lei custodisce da anni.


dal 2 gennaio 2730 - Il diario della duchessa di J. Faye Il milionario Grayson Landers per sfuggire a un ciclone mediatico si rifugia nel meraviglioso regno di Mirraccino. Lady Annabelle DiSalvo, nipote del re, si trova sull'isola per risolvere il mistero della morte della madre, avvenuta anni prima, certa che il ritrovamento del suo diario possa aiutarla. 2731 - Un milionario dal nulla di M. Lennox Per sfuggire alla sofferenza di un amore finito, l'ereditiera Penny scappa dalla vita mondana. Intrappolata da un'inondazione in una zona sperduta, è portata in salvo da un affascinante straniero a cavallo. Matt Fraser, un milionario sui generis, dopo essere stato tradito ha deciso di... 2732 - Incontro di mezzanotte di J. Gilmore Sophie e Marco si incontrano a Londra sotto una tormenta di neve, e dopo una notte d'amore si perdono di vista. Sophie fa la cameriera, Marco appartiene a una nobile casata veneziana e sta sfuggendo alle pressioni matrimoniali della famiglia. Quando i due si vedono di nuovo... FAVOLE SOTTO IL VISCHIO 2733 - Un anno nuovo a New York di A. Bolter New York rappresenta un'occasione per Holly , giovane artista con un difficile passato. L'appartamento dove dovrebbe abitare però è occupato da Ethan, il ricco erede della società proprietaria dell'alloggio, e mandarlo via non sarà facile. Tuttavia, forse Holly potrebbe raggiungere un accordo.


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