Jennifer Faye
Un regalo per il capo
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Her Festive Baby Bombshell Harlequin Mills & Boon Romance © 2016 Jennifer F. Stroka Traduzione di Alessandra Canovi Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2017 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Serie Jolly novembre 2017 Questo volume è stato stampato nell'ottobre 2017 da CPI, Barcelona HARMONY SERIE JOLLY ISSN 1122 - 5390 Periodico settimanale n. 2725 del 28/11/2017 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 56 del 13/02/1982 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano
Prologo Lockwood International Offices, New York «Che cosa ci fa, qui?» domandò dall'ombra della suite executive una profonda voce maschile. Holly Abrams raggelò, il respiro in gola. Col battito del cuore che riecheggiava nelle orecchie, cercò nel buio l'uomo misterioso. Poi lui fece un passo verso la luce e la ragazza lo riconobbe immediatamente. Era l'amministratore delegato della Lockwood International, Finn Lockwood. Non era la prima volta che le loro strade si incrociavano, ma nemmeno con uno sforzo di immaginazione potevano essere definiti amici. E l'uomo non sembrava per nulla contento di vederla. Del resto, perché avrebbe dovuto esserlo? Quando i loro sguardi si incontrarono, a Holly sudarono le mani. «Salve.» Perché la voce era stata così dolce, così... seducente? La ragazza deglutì. «Non è un po' tardi per essere ancora al lavoro?» Le ore di lavoro straordinario non erano una novità per Holly. Dopo il fallimento del suo fidanzamento, aveva escluso gli uomini dalla propria vita e aveva concentrato tutta la propria energia sulla carriera. Al lavoro si sentiva sicura e determinata. «Io... ho dei documenti per lei» rispose, porgendogli 5
una grande busta. «Mi è stato riferito che voleva questo contratto immediatamente.» Quando lui tese la mano per afferrare la busta, le loro dita si sfiorarono, e una scossa di consapevolezza si sprigionò tra i due. «Grazie.» Dopo qualche secondo, l'uomo la fissò. «Ha bisogno di altro?» Bisogno? Lo sguardo di Holly si posò sulle sue labbra. Ricordò il loro ultimo incontro in ascensore. Erano soli e a lei era scivolato un foglio dalle mani. Si erano chinati contemporaneamente per raccoglierlo e i loro volti si erano ritrovati a pochi centimetri di distanza. Quando si erano rialzati, lui l'aveva guardata come se stesse ammirando una donna e non l'assistente del dipartimento legale della Lockwood. Sapeva quando un uomo era interessato a lei ma, appena le porte dell'ascensore si erano riaperte, il momento era passato, lasciandola a domandarsi se fosse stato solo frutto di un suo desiderio. Adesso, prima di rendersi ancora più ridicola, doveva andarsene velocemente. «La lascio a controllare il contratto» disse, ripercorrendo il breve tratto che la separava dall'ascensore. Poi, ricordando le buone maniere, lo guardò da sopra la spalla. «Buona serata.» «Aspetti.» Voltandogli la schiena, la giovane gemette. Guardò l'ascensore alla fine del corridoio. La via di fuga, così vicina eppure così lontana. Sopprimendo un sospiro rassegnato, si volse. «Venga con me.» Senza aspettare risposta, l'uomo entrò nel suo ufficio. Cosa diavolo voleva da lei? I tacchi alti riecheggiarono sul pavimento di marmo. La maggior parte delle persone non la innervosiva, ma il signor Lockwood era un'eccezione. Quando entrò nel suo ufficio spazioso, Holly dovette ammettere di essere intimorita. Mentre lui leggeva il documento, lei ne approfittò per guardarsi intorno. Alle spalle del signor Lockwood vi era un'enorme vetrata, affac6
ciata in modo spettacolare sui grattacieli di Manhattan. Holly avrebbe voluto avvicinarsi per ammirare il panorama, ma non osò. Il rumore di un cassetto che si apriva la distrasse. Il signor Lockwood stava cercando qualcosa. Mentre lui era occupato, la ragazza continuò a osservare il suo ufficio. Le ricordava un museo, con le incredibili sculture e la collezione di oggetti da baseball racchiuse in teche di vetro. Ma la libreria che occupava un'intera parete fu ciò che catturò la sua attenzione. Holly si obbligò a non rimanere a bocca aperta, davanti a quella collezione di libri. Gli piaceva leggere... era una cosa che avevano in comune. Avrebbe voluto attraversare la stanza per scorrere i titoli ma, quando rivolse un'occhiata al signor Lockwood, lui le indicò una sedia davanti alla scrivania. Senza parlare lei la occupò. «Che cosa ne pensa dell'ufficio?» «È molto carino» rispose Holly, indicando poi la libreria. «Li ha letti tutti?» «Sì. A lei piace leggere?» «Oh, sì. Leggo non appena ne ho l'occasione.» «È per questo che non è al piano di sotto, a festeggiare il cinquantesimo compleanno della società? Preferirebbe essere a casa a leggere?» Era una sorta di test? Holly esitò. Esistevano una risposta giusta e una sbagliata? Strinse le mani in grembo, mentre lui la studiava con attenzione. Quell'uomo capiva quanto la innervosiva? «Non sono andata alla festa perché dovevo terminare di redigere il contratto» rispose, indicando il documento sulla scrivania. «Avevo intenzione di lasciarlo qui e di andare a casa.» Comunque, lei non era la sola a essere in ufficio. Qual era la scusa del suo capo per non partecipare alla sua stessa celebrazione? «Immaginavo che lei fosse alla festa.» «Ho fatto una breve apparizione. Nessuno abbassa la guardia, se il capo è presente, così me ne sono andato ve7
locemente, lasciando che tutti si divertano.» «Non deve essere facile, per lei.» «Va bene così» ribatté lui, stringendosi nelle spalle. Holly lo guardò sotto una nuova luce, rendendosi conto per la prima volta che, per lui, lavorare in quella torre d'avorio era una forma di isolamento. «Non mi sembra giusto che lei sia qui a lavorare anziché celebrare i successi della sua famiglia.» «È così che deve essere.» Be', quello era di certo uno strano commento. Holly fu sul punto di contraddirlo, ma ci ripensò. Aveva la sensazione che la gentilezza di quell'uomo avesse un limite. L'ufficio rimase silenzioso, mentre lui leggeva le ventuno pagine del documento. Holly aveva i nervi tesi. C'era qualcosa in quell'uomo che la rendeva nervosa... ma che cosa? Non erano certo né i suoi milioni né il suo potere. Si trattava di qualcosa di più sostanziale, ma non riusciva a capire che cosa. «Questa tabella non è corretta» disse lui, indicando una pagina del contratto. «Ha con sé i dati su cui ha lavorato?» «Non qui, ma ho controllato tutto due volte.» «Deve aver commesso un errore. Queste cifre non hanno senso.» «Lo dimostri.» Le parole le scivolarono dalle labbra prima di poterle fermare. Il signor Lockwood sbarrò gli occhi, come se non fosse abituato a essere sfidato. Holly sostenne il suo sguardo. Non avrebbe indietreggiato, non quando vi era in gioco la sua reputazione. «Queste cifre sono sbagliate, ne sono certo» ripeté lui, gli occhi ridotti a due fessure. «Adesso entrerò nel sistema e mi mostrerà da dove ha preso questi dati.» L'ora seguente lavorarono fianco a fianco, controllando le fonti dei dati. Alla fine, il contratto era sbagliato ma, con sollievo di Holly, non era stata colpa sua. I numeri di uno dei file di origine erano stati cambiati. Dopo aver stampato una copia corretta, il signor Lockwood la firmò. 8
«Grazie per l'assistenza» disse, infilando il contratto in una busta. «Mi spiace di averle rubato tanto tempo e averle fatto perdere la cena.» Guardò il suo Rolex. «Dobbiamo rimediare.» «Va tutto bene, non è un problema.» «Insisto per invitarla a cena» affermò l'uomo, alzandosi. «Mi ha fatto un grosso favore, stasera, aiutandomi col contratto.» Il suo sguardo si posò per un attimo sulla bocca di Holly, prima di tornare a guardarla in viso. Le labbra si piegarono in un sorriso sexy. «E vorrei dimostrarle quanto le sono grato per l'aiuto.» Oh, aveva sicuramente in mente ben più di una cena. Il pensiero provocò una stretta allo stomaco della giovane. L'istinto fu di rifiutare, ma che cosa c'era di male in un po' di compagnia? Qualche risata e, magari, un po' di corteggiamento. Forse qualcosa di più... I loro sguardi si incontrarono ancora. Sarebbe andato tutto bene, se nessuno dei due avesse avuto aspettative. Dopotutto, non sarebbe successo di nuovo. «La cena è una bella idea.» «Bene.» L'uomo fece una telefonata e poi tornò a rivolgersi a lei. «È tutto organizzato. Lascerò questa busta sulla scrivania di Clara e poi potremo andare.» Una vocina nella testa di Holly le disse di essere prudente. Finn Lockwood non era un uomo qualsiasi e lei non sapeva nulla del suo mondo. Ma un'altra parte di lei era attratta come una falena da una fiamma. La tensione tra loro era palpabile, mentre scendevano in ascensore. Quando arrivarono nel garage sotterraneo, una vettura nera li stava aspettando. L'autista aprì la portiera e Holly salì in auto, seguita da Finn. Quando lui sedette, le loro gambe si sfiorarono e la ragazza rabbrividì di eccitazione. L'interno della vettura sembrava carico di elettricità. Ogni terminazione nervosa vibrava di anticipazione. «Dove vi porto, signore?» domandò l'autista. «All'attico.» Lo sguardo intenso di Finn si posò su 9
Holly. «Ho pensato che potremmo cenare a casa mia. Salvo che, naturalmente, lei non abbia altro in mente.» Lei aveva in mente qualcosa, ma non si trattava di cibo. Forse, negli ultimi periodi aveva trascorso troppo tempo al lavoro, perché doveva esserci una spiegazione alla sua mancanza di buon senso. Perché tutto ciò cui riusciva a pensare era a quanto desiderava posare le labbra su quelle di Finn.
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1 Sette settimane dopo... Finn Lockwood era di pessimo umore. Anche se era solo la settimana successiva al Giorno del Ringraziamento, il periodo delle festività era già in pieno svolgimento. Non aveva nessuna voglia di festeggiare il Natale. Nonostante avesse spento gli altoparlanti nel suo ufficio, la musica si diffondeva lungo il corridoio, infierendo su di lui con la sua melodia gioiosa. Si concentrò sui documenti in attesa della sua firma. Ancora poco e se ne sarebbe andato dall'ufficio, da New York. «La adoro.» La sua assistente, Clara, entrò in ufficio con una pila di carte. «Adori che cosa?» La ragazza arrossì e appoggiò i documenti sulla scrivania. «Questa canzone. Mi mette sempre di buon umore.» Finn si fermò ad ascoltare. Le parole sentimentali sulla casa e sulla famiglia pugnalarono il suo cuore ferito. «Ognuno ha i suoi gusti.» Clara sistemò una ciocca di capelli scuri dietro l'orecchio. «Anche se non sembra davvero Natale fino a quando non cadono i primi fiocchi di neve, non credi?» L'uomo si accigliò in viso. «Quanto tempo è che mi conosci?» «Quasi otto anni.» 11
«Eppure, ancora non hai capito che non mi interessano le feste?» «Io... continuo a sperare.» «Non farlo. Non succederà.» Un silenzio imbarazzato scese su di loro, mentre Finn leggeva una nota spese e la firmava. «Oh, stavo quasi per dimenticarmi. Sono arrivati questi.» La ragazza gli porse due biglietti per il Ballo del Vischio. Lui li afferrò e li chiuse in un cassetto senza nemmeno guardarli. Quando sollevò lo sguardo sulla sua assistente, lesse nei suoi occhi una domanda non detta. «Cosa?» Clara esitò. «Perché compri quei biglietti ogni anno, ma non partecipi mai al ballo?» «Non pensi sia giusto acquistarli? Il ricavato va alla ricerca.» Quando Clara annuì, lui proseguì. «Voglio fare la mia parte. Se tutti lo facessero, forse si riuscirebbe a trovare una cura per la leucemia. Quella maledetta malattia falcia troppo presto la vita delle persone» affermò, la voce resa roca dall'emozione. «Non lascia altro che devastazione, sulla sua scia.» Clara sbarrò gli occhi. «Io... sono d'accordo. Solo, uhm, non posso permettermi di acquistare i biglietti.» Finn si rese conto di aver parlato troppo. Nessuno sapeva che era il finanziatore segreto del Ballo e voleva che continuasse così. Ma non poteva partecipare... non se la sentiva di affrontare il senso di colpa. Se non fosse stato per lui e per le sue azioni, i suoi genitori sarebbero stati ancora vivi. Avrebbero partecipato al Ballo ogni anno, come avevano sempre fatto. Finn aprì il cassetto della scrivania e prese i biglietti. «Tieni. Prendili. È meglio che siano usati, anziché rimanere a pigliare polvere.» Clara lo fissò. «Ma non posso. Dovresti darli a qualcun altro.» Quando la ragazza elencò una serie di capi reparto dell'azienda, Finn scosse la testa. «Voglio che li abbia tu.» 12
te.
«Grazie.» Clara accettò i biglietti con un sorriso esitan-
«Adesso torniamo al lavoro. Spero che questi siano gli ultimi documenti che devo firmare perché abbiamo un viaggio per cui prepararci.» «Un viaggio? Quando?» «Domani mattina.» Non era la prima volta che le annunciava un viaggio con così poco preavviso. «Ho bisogno che tu venga con me.» «Ma...» Clara si morse il labbro. «Ma cosa? Sicuramente puoi riprogrammare i miei impegni per una qualsiasi data dopo il primo dell'anno.» «Non è questo.» La ragazza arrossì di nuovo, abbassando lo sguardo sui biglietti. Rimase in silenzio, un fatto del tutto inusuale che preoccupò Finn. Aveva programmato la partenza per la sua isola privata ai Caraibi, dove aveva organizzato una riunione di lavoro segreta. Al termine dell'incontro, Clara sarebbe rientrata a New York e lui sarebbe rimasto al sole fino all'anno nuovo... quando la vita sarebbe tornata alla normalità e le persone non sarebbero state più pervase dallo spirito festivo. «Qual è il problema?» «Ieri sera mi sono fidanzata.» La ragazza allungò la mano. Un diamante brillava all'anulare. «Congratulazioni.» «Grazie.» «Sono certo che abbiate molte cose da programmare, al ritorno dal nostro viaggio...» «Be'... è questo il problema» mormorò Clara. «Abbiamo in programma una fuga romantica questo fine settimana. Andiamo a sposarci.» «Che cosa?» Non poteva parlare sul serio. Lui aveva pianificato tutto. I suoi associati si sarebbero riuniti sull'isola tra due giorni. «Non puoi abbandonarmi adesso.» «Mi dispiace. Ma Steve, il mio fidanzato, mi ha sorpreso con due biglietti per Las Vegas.» Finn fece del proprio meglio per non alzare gli occhi al 13
cielo. La situazione poteva essere peggiore? I suoi piani avevano già incontrato un intoppo, obbligandolo a questa riunione di emergenza, e adesso la sua dipendente fidata scappava a Las Vegas per sposarsi. «Non puoi mollarmi ora» ripeté Finn, passandosi una mano tra i capelli. «Ho bisogno che ci sia anche tu a questa riunione. È importante.» «Oh. Uhm...» Clara strinse le mani in grembo. L'uomo notò le lacrime che rischiavano di scivolare dagli occhi della giovane. Non andava bene per niente. Era così abituato alla presenza costante di Clara che non aveva previsto questo scenario. Detestava dover scegliere tra il suo lavoro e la felicità di un dipendente. Doveva esserci un compromesso. «Se riuscirai a trovare una persona in grado di sostituirti, potrai andare col tuo fidanzato. Ma devi fare in fretta. La mia riunione non può essere rimandata.» Clara spalancò gli occhi. «Me ne occupo subito. Troverò qualcuno entro questo pomeriggio.» La ragazza si volse e corse fuori dalla porta, lasciandolo solo e corrucciato. Non gli piaceva che i suoi piani fossero stravolti. Perché Clara doveva andare a Las Vegas proprio quel fine settimana? Non che non fosse felice per lei. Lo era. Solo che non gli piacevano le sorprese, soprattutto quando intralciavano i suoi progetti. Come la serata con Holly. Quella sì che aveva stravolto i suoi piani... in modo strabiliante. Erano trascorse settimane, da quando erano stati insieme, eppure non riusciva ancora a togliersela dalla testa. Sebbene avessero deciso di comune accordo di non ripetere quella serata incredibile, rimpiangeva più di quanto avesse creduto possibile averla lasciata andare. Holly Abrams era sola nell'ascensore della Lockwood International. Premette il pulsante per l'ultimo piano, il piano di Finn. L'ultima volta che si era recata nella suite 14
executive, le cose erano sfuggite a ogni controllo. Un momento stavano parlando, l'attimo dopo si era ritrovata nel lussuoso attico del suo capo. Il ricordo le provocò una stretta allo stomaco. Vi erano state candele, cibo delizioso, vino frizzante e dolci complimenti. Una combinazione che le aveva dato alla testa. E quando alla fine lui aveva premuto le labbra sulle sue, lei avrebbe giurato di essersi innamorata perdutamente. Amore a prima vista? Non ci credeva. Doveva trattarsi di un'infatuazione... una gran bella cotta. E, sebbene avessero deciso di proseguire ognuno per la propria strada, l'ufficio – quella che era stata la sua oasi – era diventato stressante, con ricordi di Finn a ogni angolo. La porta dell'ascensore si aprì e lei uscì. Inspirando a fondo, si avviò lungo il corridoio, verso la scrivania di Clara. Poiché la ragazza non c'era, Holly spostò lo sguardo sulla porta di Finn. Ebbe un déjà-vu e il cuore prese a batterle all'impazzata. La porta si spalancò. Chi era? Finn? Comparve Clara e Holly sospirò, tentando di nascondere il disappunto. Gli occhi della giovane assistente riflettevano il suo tormento. «Eccoti. Grazie al cielo sei venuta.» «Qual è il problema?» «Tutto.» «Non può essere così grave.» «Hai ragione.» La fronte corrugata della ragazza dimostrava il contrario. «Ho bisogno di chiederti un grosso favore. Capirò se rifiuterai, ma non conosco nessun altro che possa farlo...» «Di che cosa si tratta?» Holly considerava Clara un'amica e non avrebbe esitato ad aiutarla. «Il mio fidanzato mi ha chiesto di sposarlo, ieri sera» disse Clara, con un dolce sorriso. «Wow! Congratulazioni! Sono felice per te.» «Grazie. È stata una sorpresa. Stiamo insieme da cin15
que anni... Comunque, abbiamo in programma di andare a Las Vegas domani per sposarci e non posso rimandare.» «E io come potrei aiutarti?» «Ho bisogno che tu mi sostituisca per qualche giorno, mentre sarò in luna di miele.» «Che cosa?» Clara voleva che lei diventasse l'assistente di Finn? Impossibile. Lui non avrebbe mai accettato. Doveva aver capito male. «Non sarebbe per molto.» La sua amica non aveva assolutamente idea di che cosa le stesse chiedendo. Lei aveva dato a Finn la sua parola che gli sarebbe stata lontano. Adesso, si trovava davanti a una scelta molto difficile. Mantenere la parola con Finn o salvaguardare l'amicizia con Clara. Avrebbe voluto fare entrambe le cose. Ma non era possibile.
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2722 - Un segreto per la principessa di B. Wallace La principessa Arianna di Corinthia è fuggita in incognito a New York per evitare uno scandalo. Spera, lontano dal suo regno, di riuscire a prendere la decisione giusta. Ma un destino beffardo la spinge tra le braccia di Max Brown, bellissimo ristoratore. 2723 - Il Natale del milionario di S. Meier Quando Kristen chiede al milionario Dean di sovvenzionare il suo progetto di aiuti nel Terzo mondo, lui accetta di buon grado, ma vuole una contropartita: lei dovrà accompagnarlo a un esclusivo party di Natale. Dean ha un animo ferito e valide ragioni per detestare quella ricorrenza, ma Kristen spera di... 2724 - Un ballo da favola di K. Shepherd Ashleigh è a Londra da poco, e quando si trova a pulire l'appartamento vuoto del milionario greco Lukas cede alla tentazione di stabilirvisi. Lukas torna all'improvviso, la scopre, ma invece di cacciarla le fa una proposta intrigante e in cambio del suo sì la ospiterà fino a Capodanno. FAVOLE SOTTO IL VISCHIO 2725 - Un regalo per il capo di J. Faye Quanto Holly conosce Finn, il milionario per cui lavora? Non sa del suo progetto a favore dei bambini svantaggiati, o che sia uno dei principali finanziatori del più importante ballo di beneficenza di New York... ma sa che dopo una magica notte insieme è diventato ancora più difficile non desiderarlo.
dal 5 dicembre 2726 - Un principe al bivio di B. Wallace Un fugace bacio sotto il vischio tra Rosa e Armando stupisce entrambi per l'intensità dell'emozione che suscita. Loro, però, non sono fatti per stare insieme. Lui è il principe Armando Santoro di Corinthia, e il suo destino è un matrimonio politico. L'amore, però, non conosce le regole di corte... 2727 - Amore sulla soglia di K. Hardy L'ultima relazione di Amy è finita perché non poteva avere figli, il matrimonio di Josh è terminato perché la moglie lo ha lasciato per un altro. Sono vicini di casa, si conoscono poco ma entrambi hanno chiuso con l'amore. E se invece fosse l'amore a cercare loro nelle fattezze di una neonata lasciata sulla soglia di casa? 2728 - Un Natale perfetto di S. Wilson Grace ha sempre amato il Natale, ma questo è il primo senza la sua adorata nonna. Per far fronte alla mancanza ha deciso di passarlo lavorando nell'hotel presso cui fa la cameriera. Finlay Armstrong è il proprietario dell'hotel e, come Scrooge, odia quella festività e tutto ciò che la riguarda. FAVOLE SOTTO IL VISCHIO 2729 - Un uomo nuovo di S. Pembroke Quando il quasi ex marito, il milionario Jacob Foster, ricompare nella sua vita, Clara non riesce a rifiutare. Sarà un'ottima occasione per verificare se quell'uomo è ancora il distratto maniaco del lavoro da cui è fuggita o se è finalmente pronto per conoscere il segreto che lei custodisce da anni.
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