Un tenebroso milionario

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LA CONFRATERNITA DI BLACK CASTLE Una volta divenuti ricchi e potenti dovranno scegliere tra amore e vendetta. Sono stati rapiti, quando erano ancora bambini, per essere trasformati in spietati mercenari. E nel momento piĂš buio della loro prigionia hanno stretto un patto di sangue giurando vendetta. Ora, dieci anni dopo la fuga dall’Organizzazione segreta che li ha sfruttati, sono a capo di una solida multinazionale con sedi in tutto il mondo. Dal Brasile al Giappone, dalle rive del Mediterraneo all'America i quattro membri della Confraternita di Black Castle danno la caccia a chi li ha privati di tutto. Ricchi e potenti, nulla può fermarli se non il vero amore, l'unica luce in grado di dissolvere dal loro cuore le tenebre del passato.


OLIVIA GATES

Un tenebroso milionario


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: His Pregnant Christmas Bride Harlequin Desire © 2016 Olivia Gates Traduzione di Eleonora Motta Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2017 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Destiny dicembre 2017 Questo volume è stato stampato nel novembre 2017 da CPI, Barcelona HARMONY DESTINY ISSN 1122 - 5470 Periodico settimanale n. 2265 dello 07/12/2017 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 413 del 31/08/1983 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano


1 Il suono intermittente e monotono degli strumenti che controllavano i segnali vitali di Anastasia Shepherd divenne rapido e acuto non appena lei riprese conoscenza. Nonostante il torpore fosse opprimente, non voleva svegliarsi. Preferiva l'oblio del sonno all'incubo in cui si era trasformata la sua esistenza dopo l'agguato di cui suo fratello era rimasto vittima. Strinse le palpebre per allontanare le macabre immagini. I banditi mascherati, gli spari, la macchia rossa sulla camicia bianca di Alex che collassava al suolo dietro di lei. Il bruciore dei proiettili che attraversavano il suo corpo. In quegli attimi di shock, Ana aveva percepito – non sapeva come – che non sarebbe morta. Non subito. Aveva compreso inoltre che doveva proteggere suo fratello da altre ferite con quel poco che rimaneva della propria vita. Così, si era gettata su Alex mentre i loro aggressori avanzavano minacciosi. D'un tratto, li aveva visti crollare a terra uno dopo l'altro, come gli avversari in un videogame, per mano di un esperto giocatore. Il che la spiazzò. Finché non vide lui. Ivan. L'uomo che l'aveva abbandonata sette anni prima senza dire una parola. 5


Era piombato su di loro, e prima che lei fosse inghiottita dall'oscurità, lo udì bisbigliare le parole che aveva sempre sognato che pronunciasse. Sono qui adesso. Da quel momento, era rimasto al suo fianco. Affrontando con lei le traversie delle ultime tre settimane. Sempre seduto accanto al suo letto come una sentinella, osservandola e provvedendo a ogni sua necessità. Senza rispondere ad alcuna domanda. «La tua pietà non è più necessaria, Ivan.» Lo strazio e la frustrazione parlarono per lei ancor prima che aprisse gli occhi. Ivan la ignorò, forse pensando che stesse farneticando. Poi lo sentì avvicinarsi. Sollevando le palpebre pesanti, fu ancora una volta sopraffatta dalla sua prestanza fisica. Era sempre stato l'uomo più incredibile che avesse incontrato. L'esatta combinazione di qualità che appagavano i suoi gusti e rapivano i suoi sensi. Nel poco tempo in cui erano stati insieme, era stata incapace di togliergli gli occhi di dosso e, tantomeno, le mani e la bocca. Nessun uomo poteva reggere al suo confronto, né prendere il suo posto. Tuttavia il magnifico trentatreenne che aveva conosciuto un tempo non era niente paragonato al dio greco in cui si era trasformato adesso, a quarant'anni. Ogni suo aspetto, ogni più piccolo dettaglio, ora appariva esaltato, accresciuto a tal punto da toglierle il fiato. Il viso e il corpo forse avevano perso morbidezza divenendo più duri, come se fossero costituiti da puro e impenetrabile acciaio. Non avrebbe potuto trovarlo più affascinante. Rammentava il primo sguardo che aveva posato su di lui quando Alex glielo aveva presentato. Un nuovo amico, anche lui espatriato dalla Russia, come loro. E 6


lei ne era rimasta attratta come la polvere di ferro da una calamita. «Anastasia, sei sveglia?» sussurrò incerto, sebbene lei avesse gli occhi aperti, incollati ai suoi. Probabilmente, era accaduto spesso che avesse parlato nel sonno. Gli rispose premendo il tasto che sollevava il letto per assumere una posizione reclinata. «Evitare le mie domande, senza darmi spiegazioni, non fa che peggiorare la situazione.» Quando aveva creduto che nulla potesse rendere più devastante la perdita di Alex. Suo fratello, il suo mentore, la sua roccia, se n'era andato per sempre. Lo avevano ucciso. E che lei fosse sopravvissuta era irrilevante e ingiusto. Alex era importante per molte persone da diversi punti di vista. E non conoscere il perché di un tale efferato crimine, né chi fossero i responsabili, la torturava. Ivan le aveva spiegato di aver portato via dalla scena lei e il fratello prima che le forze dell'ordine o i soccorsi giungessero sul luogo, stabilizzando le loro condizioni fisiche mentre li trasportava dal suo socio, Antonio Balducci, l'unico medico cui avrebbe affidato le loro vite. Ana era al corrente che Ivan e i suoi partner della Black Castle Enterprises fossero estremamente ricchi e potenti, eppure una tale disponibilità di risorse era davvero sbalorditiva. Ivan era stato in grado d'intervenire prima delle autorità che, evidentemente, non erano state allertate, dato che nessuno era giunto per investigare sull'attentato. Quella clinica all'avanguardia, che surclassava qualsiasi struttura ospedaliera, era ben nascosta e introvabile. E che un'organizzazione di quel calibro fosse sconosciuta la diceva lunga sul loro incommensurabile potere. Tuttavia, sebbene la fama del dottor Balducci avesse 7


raggiunto persino coloro che non avevano conoscenze mediche, lui era riuscito a salvare solo lei. Antonio le aveva riferito che il provvidenziale intervento di Ivan aveva concesso loro un certo margine di tempo per i soccorsi. Solo Ana, però, era stata in condizione di sopravvivere, per Alex non c'era stata alcuna speranza. Lei non comprendeva il motivo dell'accaduto. L'attacco, l'improvvisa apparizione di Ivan, tutto ciò che lui aveva fatto da quel momento in avanti. Ogni volta che gli aveva posto delle domande, non aveva fatto che ripeterle di riposare e recuperare le forze, evitando di risponderle. Ivan – l'unico uomo che avesse mai amato – aveva attraversato la sua vita come una meteora, lasciando dietro di sé solo rovina e distruzione. La sua riapparizione, inattesa e sensazionale, aveva paralizzato le capacità razionali di Ana. «Spiegami cosa succede, ti prego.» Il suo sguardo ansioso si rabbuiò come un mare in tempesta nella fioca luce della stanza della clinica, mentre lottava con la propria riluttanza a sottostare al suo volere. Alla fine, esalò un respiro rassegnato. «Desideravo solo che tu recuperassi le forze senza pensare a dettagli dolorosi e, inoltre, volevo risolvere la situazione prima di raccontarti ogni cosa.» Chinò la testa per un istante. «Mi dispiace se ho reso più pesante la tua angoscia.» Non gli era passato per la mente che avesse fatto la stessa cosa sette anni prima, volatilizzandosi nel nulla senza una parola? Forse sì, ma Ivan era sempre stato distaccato, lontano dal resto dell'umanità. Probabilmente, non si rendeva conto di come facesse sentire gli altri, di come le sue azioni influenzassero le persone. Non aveva idea di quanto l'avesse distrutta la sua inspiegabile sparizione, 8


così come la torturava il suo attuale comportamento. Non era certo risentita perché le aveva salvato la vita. Si era dedicato con tutto se stesso alla sua guarigione. Quella fisica. Ma non aveva considerato quella emotiva e psicologica. Come sempre. Sollevando maggiormente il letto, Ana avvertì che la ferita sul proprio addome, ora che le avevano ridotto gli antidolorifici, le causava un leggero fastidio. «Anche a me dispiace, Ivan. L'ultima cosa che voglio è sembrare ingrata dopo quello che hai fatto e fai per me. Ti devo la vita. Adesso, però, ho bisogno di conoscere la verità. Nulla può essere più atroce di quanto è già accaduto, perciò devo sapere per capire ed elaborare i fatti.» Le sue parole lo lasciarono allibito. Ana aveva ragione. Non aveva considerato il suo punto di vista. Stringendo i pugni, Ivan annuì. E lei osservò le sue mani forti. Le stesse mani che una volta avevano carezzato e posseduto il suo corpo. Tanto tempo prima, in un'altra vita. In questa nuova realtà, lui non l'aveva più sfiorata da quando le aveva annunciato che Alex era morto. «Ti dirò ciò che vuoi sapere» acconsentì, infine, con evidente riluttanza. «Prima, però, mi devi fare una promessa.» Ana fece un cenno con il capo. «Non scusarti mai, né sentirti in debito con me. Mai.» Sembrava quasi che la sua espressione di rammarico e gratitudine lo offendesse. Non avrebbe mai compreso l'enigmatico Ivan Konstantinov. E, in fondo, poco importava. Non si trattava di loro due, ma di Alex. Era importante che lei sapesse perché era stato ucciso e come avrebbe potuto vendicarlo. Dopo averla scrutata a lungo negli occhi, lui sospirò. «Siete stati assaliti a causa delle scoperte di Alex e di quello che intendeva fare.» Tacque, in attesa che lei 9


dicesse qualcosa. Di fronte al suo silenzio, proseguì. «Sono al corrente del progetto top secret riguardante l'energia alternativa che tuo fratello stava portando avanti per la FuturEn, in collaborazione con l'International Energy Organization, e che tu ne facessi parte come fisica di grande fama ed esperienza. Non è necessario che tu finga di non sapere di cosa parlo.» Anastasia scosse la testa. «Non è mia intenzione farlo. Non mi sorprende che tu ne sia a conoscenza, ora che ho un'idea più chiara dell'entità del tuo potere. Ciò che, tuttavia, non comprendo è perché Alex sia stato scelto come bersaglio. Assassinato per il suo lavoro. Non era il primo che avesse compiuto progressi in quel campo.» «Non ne sai niente, eh?» Al suo cenno di diniego, Ivan digrignò i denti. Era evidente che detestasse parlare più del dovuto. «Immaginavo che, come sua collaboratrice e sorella, ti avesse confidato di aver scoperto che i suoi risultati erano stati manomessi sia a livello privato, sia presso la IEA, l'International Energy Agency.» La rivelazione la colpì come una pugnalata al petto. Si abbandonò all'indietro sui cuscini e lasciò che le lacrime le rigassero il viso. Accigliato, Ivan si passò una mano tra i folti capelli neri. «Avrà preferito proteggerti e denunciare la frode senza coinvolgerti. Evidentemente non pensava che i responsabili di tale atto avrebbero deciso di farlo tacere per sempre.» Le sfuggì un singulto. «Come hai scoperto tutto questo quando neppure io sospettavo nulla?» La sua avversione a riferirle informazioni irrigidì i suoi lineamenti. «Ho i miei canali, Anastasia.» Non ne dubitava. Era considerato il re della cibernetica, e questo significava che aveva occhi, orecchie e 10


mani ovunque, in tutto ciò che faceva girare il mondo. «Se avevi scoperto che intendevano liquidarlo, perché non hai avvertito Alex? O lo hai fatto e lui non ti ha creduto?» «Alex è stato molto attento a coprire le proprie tracce mentre indagava sui colpevoli e raccoglieva prove contro di loro. Talmente attento, che persino io ho faticato a rintracciarlo finché non ha convocato una riunione con tutti i principali partecipanti al progetto, senza dubbio per smascherarli. Solo allora ho messo insieme tutti pezzi del puzzle.» Ana si mordicchiò un labbro. «La riunione alla quale mi disse che si sarebbe recato da solo.» «Voleva tenerti a distanza da possibili ripercussioni legali o professionali. È chiaro che non aveva valutato quanto fosse rischioso esporsi. Non immaginava che sarebbero arrivati a tanto.» Contrasse la mandibola e i suoi intensi occhi color smeraldo si fecero più torbidi. «Nel poco tempo a mia disposizione, avevo due opzioni. Avvertire la polizia con accuse infondate e costringerli a proteggere Alex il più rapidamente possibile. O intervenire io stesso, come unico in grado di offrirgli una copertura totale e permanente. Cercai di mettermi in contatto con lui per avvisarlo di non muoversi finché non fossi riuscito a tirarlo fuori dai guai. Gli ho spedito messaggi senza alcun risultato. E, sebbene sospettassi che tu non fossi con lui, ho tentato di chiamare anche te. Nemmeno tu mi hai risposto.» «Lui teneva sempre il cellulare in modalità silenziosa, io in vibrazione. Quella mattina, però, non ho neppure guardato il telefono. Ero troppo occupata a raggiungerlo prima che lasciasse la riunione.» «Ho rischiato d'impazzire quando non sono riuscito a contattare nessuno dei due per avvisarvi.» «Come hai fatto a raggiungerci in tempo?» 11


La sua espressione si fece ancora più torva. «Non sono arrivato in tempo.» «Quasi...» «Il quasi non conta. Non sono riuscito a salvare Alex.» Anastasia inghiottì un altro nodo di devastante angoscia. «Ciò che intendo è che tu dovevi essere molto vicino per raggiungerci così rapidamente.» «La sede della Black Castle, con il mio appartamento sopra di essa, si trova a mezz'ora dal vostro laboratorio. Sono arrivato in elicottero.» Era stata a un passo da lui e, per tutti quegli anni, aveva pensato che fosse tornato in Russia, o che stesse girando per il mondo, senza mai fermarsi come aveva sempre fatto. Era stato tanto vicino e non si erano mai incontrati? Magari era capitato e Ivan si era nascosto. Forse era quello il motivo per cui, a volte, aveva avvertito la sua vicinanza. «Mentre stavo per raggiungervi, ho captato il segnale GPS dei vostri cellulari nello stesso punto» proseguì. «Mi si è gelato il sangue nelle vene quando ho visto che eravate insieme... sapevo che, durante questa fase della ricerca, lavoravate in laboratori diversi.» Lei annuì, sbalordita dall'accuratezza della sua conoscenza della loro routine, degli ultimi sviluppi del progetto, per non parlare della capacità di rintracciarli con una tale precisione. «Avevo la sensazione che Alex mi nascondesse qualcosa circa l'urgenza di quella riunione, così sono andata da lui, invece che al mio laboratorio. Volevo persuaderlo a lasciarmi partecipare.» Il cenno di capo di Ivan fu tetro. «Appena ho realizzato che eravate insieme, ho capito che per i vostri nemici sarebbe stato il momento migliore per colpirvi. Dovevano eliminarvi entrambi perché erano convinti 12


che anche tu fossi al corrente del loro misfatto. Avrebbero abbattuto l'intero edificio per distruggere le prove se non fossi arrivato in tempo.» I ricordi l'assalirono, vividi e palpabili. Si sentì mancare il respiro, come se fosse stata catapultata a quegli orribili istanti. «Ero appena entrata nel laboratorio e, ancor prima che gli dicessi qualcosa, loro... loro...» L'orrore le strinse la gola, rendendole impossibile parlare. Ma doveva sapere. «Ho visto i nostri assalitori cadere. Sei stato tu a...?» Gli occhi di Ivan divennero cupi. «Mi sono occupato di loro.» «Li hai uccisi?» La sua risposta fu un terrificante sguardo che non affermava, né negava nulla, tuttavia le rivelò quanto sarebbe stato felice di poterli far risorgere per ucciderli di nuovo. E mille altre volte ancora. Quella era una parte di Ivan che non conosceva e che non avrebbe mai pensato potesse esistere. Non era più il geniale imprenditore informatico o l'amante perfetto, bensì un guerriero, uno spietato sterminatore. Non che scoprire quel lato letale o l'illegalità delle sue azioni la sconvolgesse o la intimorisse. Lui si era vendicato. Al suo posto, si sarebbe comportata allo stesso modo. «Cos'altro hai fatto, oltre ad averci portati qui?» «Ho cancellato ogni segno dell'assalto.» «Hai fatto sparire i cadaveri?» Ivan annuì e la risolutezza di quel cenno le fece capire che doveva essere stato coinvolto molte altre volte in situazioni del genere, in scenari spaventosi. E doveva aver sviluppato un'imperturbabilità incredibile per risolvere ogni tipo di problema che gli si presentasse. Ana aveva sentito parlare di tale potere e tanta abilità solo nei film di spionaggio. 13


Chi era davvero Ivan Konstantinov? Fu curiosa di conoscere altri dettagli. «Che cosa ne hai fatto di loro?» Una ferocia primitiva balenò nei suoi occhi. «Non devi preoccuparti di questo. Né ora, né mai. Nessuno li troverà, insieme alle prove di ciò che hanno fatto a te e ad Alex.» Alla sua espressione confusa, proseguì: «Per i tuoi colleghi e dipendenti, Alex ha dovuto cancellare la riunione perché siete dovuti partire per un'emergenza familiare. Per i vostri cari, invece, siete impegnati in un affare confidenziale e delicato, e non potrete contattarli finché non sarà concluso. Ho spedito messaggi da entrambi i vostri telefoni regolarmente per rassicurarli». Così, lui si era occupato di tutto. Le mancò il respiro al pensiero della sua famiglia. Erano trascorse tre settimane dalla loro improvvisa scomparsa. «Saranno comunque molto preoccupati.» Si accigliò. «Lo so. Faccio del mio meglio per placarli, in realtà sto solo rimandando il loro strazio per molti motivi.» «Quali motivi?» sbottò, frustrata. «Perché non posso contattarli? Perché non vuoi rivolgerti alla polizia neppure adesso?» «Perché è necessario tenere all'oscuro i mandanti dei sicari di quanto è accaduto fino a che non mi sarò occupato di loro.» «Per questo non ci hai portati in un normale ospedale e il dottor Balducci si è preso cura di noi?» Ivan si sentì sollevato che fosse giunta a quella conclusione. «Non potevo neppure ricoverarvi in una delle sue strutture mediche note, dove potevate essere riconosciuti. Era necessario che mi assicurassi che i criminali non potessero più rappresentare un pericolo per voi o per i vostri cari.» Digrignò ancora i denti quando 14


vide rispuntare le lacrime nei suoi occhi. «So che avrei dovuto raccontarti tutto subito, ma non ti avrei permesso comunque di contattare i tuoi. Li avrebbe messi a rischio prima che io concludessi il mio incarico.» «E... lo hai fatto? Hai chiuso la faccenda?» «Sto dando gli ultimi ritocchi.» Il che significava scenari ben peggiori di quanto lei potesse immaginare. E dopo aver conosciuto la verità del quadro generale, Ana non aveva più voglia di sapere i dettagli. Di una cosa, tuttavia, era certa. Ivan era inarrestabile. Non si sarebbe fatto scrupoli per la sua salvezza e quella della sua famiglia. E nonostante ciò che lui le aveva fatto promettere, gli era grata, con tutta la ferocia della rabbia, unico propellente che adesso la spingeva ad affrontare la vita. Ivan si drizzò e i suoi occhi assunsero un'aria solenne. «Ora sai come stanno le cose. Ma è anche importante che tu capisca che non avrai più nulla da temere, Anastasia. Mai più. Te lo giuro.» La sua promessa, insieme con le sue rivelazioni, affondò nel cuore di Ana, asciugando le lacrime e placando l'agitazione. Sollevò lo sguardo sul suo volto duro e fascinoso, e ancora una volta si sentì confusa e piena d'interrogativi. Anni prima, era stato il suo amante, l'incarnazione di tutte le sue fantasie, dei suoi sogni. Poi, un giorno, tutto era svanito quando l'aveva informata di dover partire per affari. Non lo aveva visto più. La fine era stata talmente improvvisa che lei a un certo punto era stata sicura che gli fosse accaduto qualcosa di terribile, finché la stampa non aveva riportato sue notizie. Questo l'aveva costretta a smettere di cercarlo poiché c'era una sola spiegazione al suo comportamento. Nella loro breve, appassionata relazione, 15


le emozioni e i sentimenti erano stati unicamente suoi. Tuttavia, ciò che Ivan aveva compiuto dall'agguato contraddiceva le supposizioni di Ana. Nessuna delle sue azioni pareva dettata dal disinteresse nei confronti suoi o di Alex, con il quale aveva ugualmente chiuso i rapporti. Quello che le aveva raccontato dimostrava che l'aveva tenuta d'occhio. Era corso in loro aiuto senza esitazione e continuava ad affrontare rischi inimmaginabili per eliminare ogni pericolo per lei e la sua famiglia. Per vendicare Alex. Era rimasto al suo fianco in quelle lunghe settimane in cui aveva fluttuato fra la vita e la morte. Tutto ciò la disorientava, ma non poteva fare nulla se non lasciargli condurre la situazione. Lui conosceva l'intero quadro e possedeva ogni potere, mentre lei era distrutta nel corpo e nella psiche. Annuì debolmente, accettando la sua promessa solenne e la sua protezione. Poi riabbassò il letto per riposare il corpo stanco e sofferente. «So che non vuoi ringraziamenti, Ivan, ma sappi che ti ripagherò.» Serrò le palpebre quando lo udì ringhiare di esasperazione. «Fammi sapere quando potrò parlare con le nostre famiglie senza pericolo.» Rimase a osservarla mentre il suo respiro si faceva regolare, quasi impercettibile. Non aveva ancora superato il terrore di perderla. C'erano, però, altre cose che gli facevano perdere la testa, come i suoi occhi azzurri scintillanti come gemme che erano diventati torbidi, la carnagione di pesca, i capelli dorati, ora spenti. Quel corpo, sensuale e flessuoso, era scarno e fragile ogni giorno di più. Antonio continuava ad assicurargli che Ana stava guarendo, ma lui le era rimasto accanto giorno e notte per controllare ogni minimo miglioramento. 16


Gli risuonarono nella mente le ultime parole prima di scivolare di nuovo nel sonno. Le nostre famiglie. Intendeva i loro genitori, la moglie e i figli di Alex, e i cognati. Anastasia non poteva sapere che una di quelle era anche la sua famiglia. Mantenere il segreto, rimanere a distanza, era stata una delle ragioni che lo avevano obbligato a sparire, anni prima. Sebbene le avesse rivelato molte cose, quella parte doveva tenerla per sé. Anche perché ciò che le aveva narrato l'aveva già prostrata. In tutto quel disastro, affrontare i delinquenti responsabili dell'assassinio di Alex era stata la parte più facile. Quella più ardua era stata occuparsi di Anastasia. Il suo terrore per lei. La sua incapacità di ridarle l'esistenza precedente, il corpo intatto e il fratello vivo, e il fatto di sapere che entro breve l'avrebbe lasciata di nuovo. Tuttavia la prova più dura era la sua vicinanza. Quando se n'era privato sette anni prima, aveva creduto d'impazzire. Gli era bastato guardarla negli occhi, in quegli attimi atroci, quando aveva pensato che fosse troppo tardi per salvarla, per comprendere quanto si fosse sbagliato. Non era impazzito. Aveva smesso di vivere per andare avanti. La ferita della sua perdita – che si era autoinflitto – lo aveva inasprito e reso più forte come nessun'altra prova del suo infernale passato. E questo era accaduto quando lei stava bene. Nel momento in cui aveva creduto che potesse morire, aveva realizzato che non sarebbe sopravvissuto alla sua perdita. Antonio, però, l'aveva salvata. All'inizio, le aveva celato cosa fosse accaduto ad Alex, i dettagli della tragedia, per non mostrarle la propria vera natura. Ana e il fratello lo avevano conosciuto come Ivan 17


Konstantinov, non come Wildcard, spietato mercenario dell'Organizzazione, con un numero spropositato di vittime alle spalle. Ana aveva insistito talmente tanto nel voler vedere Alex che, alla fine, aveva dovuto dirle la verità. Vederla straziata dal dolore lo aveva devastato e aveva ringraziato il cielo di aver taciuto sul fatto che lei era sopravvissuta grazie al trapianto del fegato espiantato dal fratello. Ora che era stata messa al corrente quasi di ogni cosa, gli aveva lasciato carta bianca. La cosa non lo meravigliò. L'Anastasia che conosceva non avrebbe mai permesso alle emozioni d'interferire con le priorità pratiche. Quando, sette anni prima, se n'era andato, Ana aveva tentato di contattarlo una volta soltanto. Non ottenendo risposta, era andata avanti con la propria vita come se le magiche settimane trascorse insieme non fossero mai esistite. All'inizio, invece di esserne sollevato, era stato contrariato, roso da un'amarezza che lo aveva reso ancora più cinico. Questo, comunque, non gli aveva impedito di tenere d'occhio lei e Alex in maniera quasi ossessiva. Con il passare del tempo e i crescenti impegni di Anastasia negli studi scientifici, aveva provato un piacere perverso nel sapere che lei non lo aveva sostituito con nessun altro uomo. Tuttavia, anche se fosse successo, si sarebbe precipitato in suo soccorso. E così aveva fatto, aprendo a lei e al fratello porte che altrimenti sarebbero rimaste chiuse. Alex e Anastasia meritavano il successo ma, persino nel mondo scientifico, non sempre i più bravi venivano premiati. E Ivan aveva fatto in modo che questo accadesse. Era comunque stato arduo starle lontano, sebbene fosse convinto che sarebbe stata meglio senza di lui. 18


Ivan viveva nel costante terrore che il proprio passato venisse a galla e minacciasse l'incolumità di Ana. Invece, tragica ironia della sorte, quando lei e il fratello erano divenuti bersaglio di un pericolo fatale, questo non aveva nulla a che vedere con lui. Il suo cellulare vibrò. Lo estrasse dalla tasca e lesse il messaggio. Fyodor, il suo braccio destro, gli comunicava che il colpo finale era stato assestato e gli assassini di Alex definitivamente neutralizzati. Non c'era piÚ motivo per impedire ad Ana di contattare la sua famiglia. La sua riluttanza non riguardava la sofferenza che li avrebbe distrutti una volta conosciuta la verità . Se non avessero contato nella vita di Anastasia, non li avrebbe neppure considerati... Dopotutto, erano stati proprio loro a spedirlo all'inferno.

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2265 - Un tenebroso milionario di Olivia Gates Come gli altri membri della Black Castle Enterprises, anche il milionario Ivan Konstantinov deve fare i conti con un oscuro passato, soprattutt o quando si trova a decidere se mettere a rischio la propria vita per salvare quella di Anastasia, la donna amata da sempre, persa anni prima.

2266 - Love game di Kat Cantrell Partecipare a uno show è un'ottima opportunità di rilancio per le attività del milionario Logan McLaughlin e della manager Trinity Forrester. I due hanno un accordo: offrire al pubblico la storia d'amore che desidera... l'unico problema è che è totalmente finta. LOVE & LIPSTICK

2267 - Un Natale da ricordare

di Jules Bennett Ryker Barrett è stato cresciuto dalla potente famiglia O'Shea, verso la quale ha profonda riconoscenza. Per questo non ha mai assecondato l'attrazione che da sempre prova nei confronti dell'affascinante Laney, la più giovane dei fratelli O'Shea. Tuttavia...

2268 - Un amore da capo di Catherine Mann A causa di un incidente, la moglie Alaina non ricorda niente degli ultimi cinque anni, Porter si rende conto di trovarsi davanti a una seconda opportunità. Il costruttore milionario e la moglie, infatti, erano sull'orlo del divorzio. Adesso Porter può provare a ripartire da capo.


dal 24 gennaio 2269 - Innocente seduzione di J. Maynard Liam Kavanagh ha preso in mano l'immenso impero della famiglia. È un uomo responsabile, che detesta i segreti, ma quando l'indecifrabile Zoe piomba nel suo albergo con un bagaglio di sofferenza e mistero non può restare indifferente. LA SAGA DEI KAVANAGH

2270 - San Valentino di passione di J. Bennett Jack Carson è preoccupato per aver messo la sua assistente Vivianna in pericolo, decidendo di usarla per smascherare gli intrighi degli O'Shea. Fino ad allora Jack ha portato avanti con profitti milionari la sua società, ma le sue priorità sono improvvisamente cambiate.

2271 - Il prezzo del segreto

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2272 - Il rifugio del milionario di M. Child Sam Henry, pittore di fama, abbandona la sua arte per il dolore, isolandosi nel silenzio delle montagne. Joy è una giovane madre single che ha bisogno di lavoro e di casa per sé e la figlia. Sbrigare le faccende domestiche per quell'uomo solitario potrebbe essere la soluzione ideale...


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