Un uomo nuovo

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Sophie Pembroke

Un uomo nuovo


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: The Unexpected Holiday Gift Harlequin Mills & Boon Romance © 2016 Sophie Pembroke Traduzione di Elisabetta Motta Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2017 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Serie Jolly dicembre 2017 Questo volume è stato stampato nel novembre 2017 da CPI, Barcelona HARMONY SERIE JOLLY ISSN 1122 - 5390 Periodico settimanale n. 2729 del 26/12/2017 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 56 del 13/02/1982 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano


1 Clara scostò il nastro a righe bianche e rosa solo di un millimetro, poi si spostò indietro per ammirare il pacchetto confezionato con cura e legato con un bel fiocco. Era davvero un peccato darlo via. «Abbiamo finito?» La sua socia, Merry, aggiunse un altro regalo alla pila e guardò speranzosa Clara. «Era l'ultimo, vero?» «Per questo cliente, sì.» Clara sorrise. «Ma sono sicura che abbiamo altre tre liste di Natale su cui lavorare prima del grande giorno. Per non parlare dei cinque progetti di decorazione, le tre richieste dell'ultimo minuto dei biglietti regalo, i due cenoni da organizzare per tempo, e...» «... e mancano solo i due leocorni» brontolò Merry. «Di chi è stata la stupida idea di questa occupazione lavorativa?» «Tua» le ricordò Clara in tono brioso. «E so che ti piace.» Clara non era così sicura che ci fosse mercato per quel genere di attività quando Merry gliel'aveva proposto. I londinesi avevano davvero bisogno di un servizio per l'organizzazione di eventi? Le persone erano davvero disposte a pagare qualcuno per pianificare le loro vite, acquistare regali, programmare feste e riunioni di famiglia, vacanze e cose simili? Merry era convinta di sì. 5


Con la tua magia nel rendere le cose perfette e la mia esperienza negli affari, non possiamo fallire, aveva insistito la sua amica quella sera davanti a una bottiglia di vino nel piccolo appartamento in affitto di Clara. Era nata così la Perfect London e, quattro anni più tardi, gli affari andavano a gonfie vele. Specialmente nel periodo di Natale. «Immagino che sia tutto a posto» disse Merry. Il sorrisetto che indirizzò a Clara rivelò i suoi veri sentimenti. «A ogni modo, serve a pagare i conti.» E molto altro. Clara era ancora sbalordita dal successo che la loro attività stava riscuotendo. Successo che, due anni prima, le aveva permesso sia di lasciare il piccolo appartamento in affitto per trasferirsi in una casa tutta sua, sia di non passare più notti insonni in preda al panico perché non sapeva come fare a crescere da sola sua figlia Ivy. Clara guardò di nuovo la pila di regali, poi concentrò l'attenzione sull'albero di Natale che troneggiava davanti alla finestra ed espresse un desiderio. Lo stesso di ogni anno, da quando la Perfect London aveva ottenuto quel travolgente successo al suo primo Natale grazie alla pubblicità mediatica e al passaparola che avevano fatto triplicare i loro guadagni in un mese. E fortunatamente quei numeri si erano mantenuti allo stesso livello anche l'anno successivo. Ti prego, fa' che le cose vadano così per un altro anno. Quello strepitoso risultato aveva cancellato i ricordi di qualche Natale meno bello della sua infanzia. Clara avrebbe perfino detto che adesso quell'evento fosse diventato per lei un periodo magico, specialmente da quando c'era Ivy. «Che programmi avete per Natale tu e Ivy?» chiese Merry. Scrollò le spalle. «Niente di particolare. Lei vuole 6


una bicicletta, dunque penso che la porterò fuori a fare un giro dei negozi.» Aggrottò la fronte per un momento, ricordandosi che la bicicletta non era l'unica cosa che sua figlia aveva chiesto a Babbo Natale. Clara non riusciva a scrollarsi di dosso l'immagine di Ivy che sussurrava all'omone vestito di rosso del centro commerciale che avrebbe tanto desiderato avere un papà. Almeno una bicicletta era un qualcosa di fattibile, anche se sarebbe stato problematico tenerla nascosta. Clara avrebbe potuto acquistarla in uno dei tanti negozi della città. Invece un padre era molto più difficile da rimediare. Specialmente il vero padre di Ivy. Scacciò quel pensiero. Mancavano solo un paio di settimane al grande giorno e Clara aveva intenzione di concentrarsi sul meraviglioso Natale che avrebbe regalato a sua figlia. «Oltre a questo» continuò, «pancake a colazione, il solito tacchino per pranzo e un bel film natalizio il pomeriggio.» Un Natale tranquillo e intimo, come piaceva a Clara. Completamente diverso dal Natale che una volta si era aspettata di passare. Prima dell'arrivo di Ivy. Prima della nascita della Perfect London. Prima che lasciasse suo marito. Era strano pensarci adesso. La maggior parte del tempo riusciva a stento a credere di essere ancora sposata con Jacob. Ma ogni tanto accadeva qualcosa che glielo ricordava e si ritrovava a immaginare come sarebbe stata la sua vita assieme a lui. Era come un universo parallelo a cui continuava a lanciare sguardi. Avrebbero probabilmente trascorso il Natale in una delle tante moderne, bianche e anonime case di Jacob. Che non potevano certo definirsi accoglienti. Forse quell'anno la famiglia di suo marito sarebbe stata con loro, forse no. Ci sarebbero stati costosi regali, decorazio7


ni di lusso. Magari lei avrebbe dato una festa simile a quelle che organizzava adesso, ma sarebbe stato come trattare un affare di lavoro, perché avrebbe dovuto invitare più soci in affari di Jacob che amici. Ma c'era anche l'altro lato da considerare. Avevano trascorso solo due Natali insieme, entrambi costellati di momenti felici, ma anche di brutti. Conservava ancora i ricordi di quando si svegliava tra le braccia di Jacob, dei momenti in cui erano solo loro due e un ramo di vischio. Una passeggiata sulla neve, il braccio di lui attorno alla sua vita. Il calore nei suoi occhi mentre la guardava prepararsi per un'altra festa. Il modo in cui Jacob le sorrideva, come se lei fosse tutto quello che lui immaginava di avere al mondo. Ma la realtà era un'altra, e adesso lo sapeva. Sapeva di meritare più di quello che lui voleva offrirle – qualche attenzione quando stava bene a lui, o quando, a forza, riusciva a trascinarlo via dal lavoro. Se si amava veramente una persona, non doveva essere un obbligo trascorrerci del tempo assieme e nemmeno era giusto supplicare per avere uno straccio di attenzione. Gliel'aveva insegnato Ivy, oltre a molto altro ancora. Grazie a sua figlia lei aveva imparato cose che ci sarebbero voluti altri ventisei anni per capire. Così Clara non ci aveva pensato due volte e se ne era andata; e quella era stata una giusta decisione. Ma ancora adesso, ogni tanto, quegli universi paralleli si scontravano, facendo riaffiorare i ricordi belli del suo matrimonio, ma anche quelli brutti. «A che cosa stai pensando?» le domandò Merry. «Stai fissando l'albero di Natale da almeno cinque minuti e non mi hai ancora chiesto di iniziare il prossimo lavoro. Incomincio a preoccuparmi.» Clara scosse la testa e distolse lo sguardo. Non aveva importanza, dopotutto. Perché in tutti quei flash dell'altra vita, mancava sempre una persona. 8


Ivy. E Clara rifiutava di immaginare la propria vita senza sua figlia. «A nulla» mentì. «Solo al Natale passato.» «Io preferisco quello presente» scherzò Merry. «O meglio ancora il Natale futuro, se questo significa avere terminato tutti i lavori entro la fine dell'anno.» «Entro la fine dell'anno?» domandò Clara incredula. «Hai dimenticato il gran gala di beneficenza che dobbiamo organizzare per gli Harrison la notte di San Silvestro.» Merry roteò gli occhi. «Come potrei. Chi ha bisogno di tutto quel caviale?» «Le duecento persone più ricche, influenti e famose di Londra.» Venti tavoli da dieci posti l'uno e diecimila sterline a portata, con tutto il ricavato da donare a un'associazione benefica per l'infanzia che la famiglia Harrison aveva fondato in memoria del loro figlio più piccolo, mancato dieci anni prima per un raro tumore del sangue. Nessun altro avrebbe osato tenere una simile raccolta fondi l'ultimo dell'anno. L'unica notte in cui tutti volevano divertirsi e stare in compagnia di amici. Ma gli Harrison avevano i soldi, l'influenza, il fascino e la notorietà per riuscirci. E questo grazie alla Perfect London, che avrebbe organizzato l'evento per loro. Clara si era lasciata prendere dall'ansia quando Melody Harrison, attivista, scrittrice e donna affascinante in tutti i sensi, l'aveva contattata. Gli Harrison erano la famiglia più in vista di Londra: la quintessenza della famiglia perfetta. E Melody aveva voluto che Clara desse vita al più importante gala di beneficenza che avevano in calendario. «Hai svolto un ottimo lavoro con l'evento di presentazione True Blue» le aveva detto. «E sono sicura che la Perfect London sia la soluzione giusta per il nostro piccolo party di beneficenza.» 9


Piccolo. Clara aveva scoperto ben presto che quella era stata la minimizzazione più ridicola dell'anno. Forse degli ultimi dieci anni. Ma ce l'avevano fatta, con l'aiuto di ditte esterne, di personale extra e di parecchie nottate di lavoro. Adesso tutto era pronto, mentre finivano di occuparsi delle ultime prenotazioni. Clara aveva programmato di prendersi tre giorni liberi: la vigilia, il giorno di Natale e il Boxing Day – la festa nazionale che si celebrava il giorno di Santo Stefano. Li avrebbe passati assieme a Ivy, la sua piccola, perfetta famiglia. Lei sapeva che era naturale per la bambina chiedere notizie del suo papà. Ma sapeva anche, in cuor suo, che sarebbe stato meglio per loro rimanere da sole. Ormai erano una squadra. Una coppia. Non avevano bisogno di qualcuno che le abbandonasse da un momento all'altro per aver trovato qualcosa di meglio su cui riversare le proprie attenzioni. Ivy era la cosa più importante che Clara aveva al mondo, e non avrebbe rischiato per nessun motivo di rovinare tutto questo. «Stai fissando di nuovo l'albero» le fece notare Merry. «Mi stai preoccupando. Come mai sei così meditabonda? Il Natale passato... Stai forse pensando al tuo ex marito?» «Diciamo di sì.» Clara si diede da fare per raccogliere carte e nastri. Per quanto volesse bene a Merry, non aveva voglia di parlare di Jacob. La sua amica sembrò non recepire il messaggio. «Rimpiangi di averlo lasciato?» «No» si affrettò a rispondere con fermezza. Si sentiva in colpa? Sì. Si chiedeva che cosa sarebbe successo se fosse rimasta? Sì, anche questo. Ma il rimpianto... No. Come poteva desiderare quella vita ora che ne aveva una nuova assieme a sua figlia? «Credo che mi manchi una certa, come dire... una certa conclusione.» 10


«Lo sai che cosa ti aiuterebbe?» suggerì Merry. «Un divorzio. Pensaci, sono passati cinque anni, no?» «Non è che io non l'abbia chiesto. Anzi, l'ho fatto ripetutamente.» Ma Jacob aveva i soldi e, soprattutto, i migliori avvocati. Se lui voleva rallentare le cose, loro avrebbero trovato tutti i modi per renderlo possibile. E, per qualche motivo, lui non sembrava volerle concedere il divorzio. «Già, ma non stai nemmeno esigendo dei soldi o un assegno di mantenimento. Eppure ti avrebbero fatto comodo nei primi periodi.» Merry non aveva ancora digerito il fatto che la sua amica se ne fosse andata da casa portando via con sé solo i vestiti e una piccola borsa con i suoi oggetti personali. Ma Clara aveva voluto lasciare tutto di quella parte della sua vita, e pretendere dei soldi da Jacob avrebbe significato mantenere un legame con lui. E invece se n'era andata con qualcosa di molto più vincolante dei soldi. Anche se allora non lo sapeva. Ed era lì che subentrava quel bisogno di conclusione. Non solo per loro, ma anche per Ivy. Aveva fatto la cosa giusta a non tornare indietro quando aveva scoperto di essere incinta? In quei momenti ne era stata certa. Jacob aveva detto chiaramente che non era interessato a una famiglia. E lei voleva quella bambina a tutti i costi, in un modo che non avrebbe mai realizzato di desiderare finché non aveva visto la parola incinta sul test. Ma di tanto in tanto non poteva fare a meno di domandarsi che cosa sarebbe accaduto se glielo avesse detto. «Non so che cosa succede nel cervello del mio ex marito» ammise Clara. «Non l'ho mai saputo, altrimenti forse saremmo ancora insieme.» «E allora non saresti qui con me» ribatté Merry. «E sarebbe un peccato. Per cui è meglio che ti dimentichi tutto di lui.» 11


«Ottimo suggerimento» ammise Clara sollevata. «E comunque ora ho bisogno di parlarti delle decorazioni per la casa dei Coleman...» Le luci di Natale brillavano lungo l'esclusiva London Street, illuminando i caffè e le boutique di bagliori sfavillanti. Jacob Foster si muoveva lentamente tra la gente presa dallo shopping natalizio, distinguendosi per la mancanza di sacchetti, liste di regali e, soprattutto, per l'assenza di fretta, anche sotto la fredda pioggerella invernale. Non che la sua commissione non fosse urgente. Semplicemente non era così desideroso di affrontarla. Specialmente, dal momento che non aveva idea di quale sarebbe stato l'esito. Per tutto il tragitto aveva pensato quale approccio avrebbe potuto ottenere il migliore risultato; che cosa avrebbe potuto dire per convincerla ad accettare. Ma non era ancora arrivato a una decisione definitiva. Non era nemmeno sicuro che fosse la scelta giusta andare nel posto in cui si stava recando. Poteva essere la sua peggiore idea da quando aveva sedici anni. Aveva impiegato cinque anni a mettere una certa distanza tra loro, ad andare avanti per la sua strada e a dimenticarla. L'ultima cosa di cui aveva bisogno era permettere a Clara di ritornare nella sua vita. Ma stava facendo tutto quello per la sua famiglia. Perché, a dispetto di ciò che era successo tra loro, Clara era ancora la sua famiglia, e quel lavoro non poteva essere affidato a nessun altro che a lei. Imboccò una piccola via laterale costeggiata da uffici, e in pochi minuti si ritrovò davanti a una costruzione bassa, color verde mela con la scritta Perfect London impressa sulla porta. E sapeva che in quel momento era finito per lui il tempo di pensare. Si fermò, posò la mano sulla maniglia per entrare, e 12


fissò lo sguardo attraverso la grande finestra. Ecco Clara. I capelli neri le scivolarono sul viso mentre si sporgeva sulla scrivania della collega per indicare qualcosa sullo schermo del computer. Le ciocche le coprivano gli occhi e, dal momento che non poteva vederli, Jacob pensò che forse era meglio così. Era bella. Il vestito rosso mirtillo le fasciava le curve che lui ricordava troppo bene; il suo sguardo seguì la lunghezza del suo braccio sinistro, dalla spalla al punto in cui la sua mano era poggiata sulla scrivania. Osservò con maggiore attenzione. Non aveva nessun anello al dito. Emise un sospiro, cercando di tranquillizzare la parte del suo cervello che gli urlava che quella era una stupida idea e che avrebbe dovuto girare sui tacchi e andare via subito di lì. Erano passati cinque lunghi anni. Che cos'erano cinque anni? O anche dieci? O l'eternità? Aveva già sofferto abbastanza per il fallimento del suo matrimonio con Clara. Perché rischiare di nuovo? Ma no. Il suo piano era importante, molto più di qualunque storia che lui e Clara avessero condiviso, non importava quanto fosse stata miserabile. Aveva preso quella decisione e l'avrebbe portata a termine. Jacob Foster manteneva la sua parola e non deludeva le persone. Specialmente quelle che facevano parte della sua famiglia. E tutti contavano su di lui. Anche se ancora nessuno di loro conosceva quello che aveva in mente. Aveva bisogno di aiuto. L'aiuto di Clara, in particolare. Non avrebbe potuto girarsi e andare via. Quando le avrebbe parlato, doveva essere chiaro sul fatto che era venuto lì solo per affari. Non per riconquistarla, o per cercare di ricordarle quanto erano stati bene insieme. Era lì per chiederle il suo aiuto professionale. Tutto qua. 13


ta.

Respirò profondamente e si preparò ad aprire la por-

Lei lo avrebbe ascoltato, o almeno lo sperava. Doveva ascoltarlo. Era ancora sua moglie, dopotutto.

Clara si scostò i capelli dal viso e guardò di nuovo lo schermo. «Non so se è abbastanza grande questo albero.» Seduta alla scrivania accanto a lei, Merry sospirò. «È il più grande che sono riuscita a trovare, quindi potrebbe andare.» «Potrebbe andare non suona molto Perfect London» l'ammonì Clara. «Se non va bene...» «... continuiamo a cercare» concluse Merry per lei. «Lo so. Ma se rimandassimo a domani? Ho quell'impegno stasera» le ricordò. «Cosa?» Clara frugò nella sua memoria alla ricerca dei dettagli. Le migliori amiche e socie in affari dovevano conoscere queste cose. «Ah! La galleria d'arte! Sì! Vai subito!» Merry spinse indietro la sedia dalla scrivania, senza perdere altro tempo. «Grazie. Non devi andare a prendere Ivy?» Clara controllò l'orologio. «Ho altri venti minuti. Lei cena a casa di Francesca stasera, quindi potrei approfittarne per terminare qui.» «D'accordo.» Merry afferrò il cappotto e la borsa, pronta a sfidare la rigida serata invernale. «Ma non lavorare fino a tardi.» «Te l'ho detto. Devo uscire tra venti minuti. Me ne andrò a breve.» «Intendevo a casa, dopo che metterai a letto Ivy.» Merry si sporse e diede un fugace bacio sulla guancia di Clara. «Prenditi una serata libera, per una volta.» Lei arrossì leggermente. Non aveva pensato che la 14


sua amica sapesse delle sue ore di lavoro a casa durante le sue lunghe, buie serate solitarie. Era solo che, una volta che Ivy si era addormentata, cos'altro aveva da fare, se non lavorare? E sebbene la babysitter fosse sempre disposta a occuparsi di Ivy la sera, non aveva nessuno con cui vedersi, né un vero desiderio di uscire per conoscere persone nuove. Aveva più senso completare gli incarichi, così avrebbe avuto tempo da dedicare a sua figlia nei weekend, invece di rimanere incollata alla sedia davanti al computer. «Devo solo finire dei resoconti» la rassicurò. «Lascia stare» le disse Merry. «Lo farò io domani. Tu puoi incominciare a trovare il più grande albero di Natale che esista al mondo!» «Ho come la sensazione che tu mi stia prendendo in giro...» rispose Clara asciutta. «Vai. Non vorrai fare tardi.» Merry le indirizzò un sorriso e raggiunse la porta, ma, prima che potesse afferrare il pomolo, il battente si aprì, rivelando l'ombra scura di un uomo sulla soglia. Clara fissò la figura. Era troppo buio per distinguere i particolari, di sicuro non un volto o qualche tratto riconoscibile. Eppure, quella sagoma era molto, molto familiare... «Mi scusi» disse Merry con garbo. «Stavamo per chiudere, veramente.» «Ho solo bisogno di parlare con Clara» rispose l'uomo, e il cuore di Clara sprofondò come una pietra nel suo corpo. «Jacob.» La parola fu appena un sussurro, ma Merry girò la testa per guardarla, gli occhi spalancati. «Forse potrebbe ritornare...» insistette Merry spingendo la porta per richiuderla, ma Clara la fermò. «No, no, va bene.» Deglutì, sperando che il nodo che le si era formato in gola si sciogliesse. «Entra, Jacob. Che cosa posso fare per te?» Forse il suo ex marito aveva finalmente conosciuto 15


un'altra donna ed era andato lì per rendere definitivo il loro divorzio. Ciò avrebbe avuto un senso. Per un momento, il sollievo ebbe il sopravvento sul panico, finché un'idea peggiore non le attraversò la mente. Forse ha saputo di Ivy. Ma no. Era impossibile. Clara aveva nascosto molto bene ogni traccia che portava a lui; anche Merry credeva che Ivy fosse il risultato di un'avventura di una notte che si era concessa dopo la fine del suo matrimonio. Non c'era altra persona al mondo, eccetto Clara, che sapesse la verità sul concepimento della piccola. E non aveva intenzione di condividere con nessuno quell'informazione. «Vuoi che resti?» chiese Merry mentre Jacob la superava. Quando lui si fermò alla luce della lampada, fu difficile immaginare che la sua amica non sapesse chi fosse. Era esattamente lo stesso uomo che aveva lasciato il Natale di cinque anni prima. Gli stessi capelli neri, forse ora con qualche filo grigio sulle tempie. Le stesse ampie spalle e anche lo stesso cappotto scuro, classico, di lana che le copriva. Sotto, lo stesso vestito, ne era certa. Sempre molto formale. Il che la indusse a domandarsi di nuovo che cosa ci facesse lì, a perdere tempo con lei. Clara non si faceva illusioni su quello che il suo ancora-non-ufficialmenteex-marito provava per lei. Jacob lo aveva reso palese ogni volta che si era rifiutato di firmare i documenti del divorzio, puramente per ripicca sembrava, rinviando la sua decisione attraverso i suoi avvocati invece di parlarle di persona. Le aveva dimostrato quanto lei non significasse più niente per lui. E adesso che cosa aveva potuto spingerlo a venire fin lì? Osservò Merry, che stava ancora aspettando una risposta. «Me la caverò» le disse, scuotendo la testa. La sua amica non sembrò convinta, ma si rassegnò. «Ti chiamerò più tardi» promise, e Clara annuì. «E 16


non dimenticare che devi uscire di qui tra venti minuti.Âť I secondi sembrarono dilatarsi mentre la porta si richiudeva lentamente dietro Merry. E poi, appena i rumori della strada furono lasciati fuori, restarono solo loro due. Clara, Jacob e il senso d'incombente minaccia che le invadeva le vene.

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2726 - Un principe al bivio

di B. Wallace Un fugace bacio sotto il vischio tra Rosa e Armando stupisce entrambi per l'intensità dell'emozione che suscita. Loro, però, non sono fatti per stare insieme. Lui è il principe Armando Santoro di Corinthia, e il suo destino è un matrimonio politico. L'amore, però, non conosce le regole di corte...

2727 - Amore sulla soglia

di K. Hardy L'ultima relazione di Amy è finita perché non poteva avere figli, il matrimonio di Josh è terminato perché la moglie lo ha lasciato per un altro. Sono vicini di casa, si conoscono poco ma entrambi hanno chiuso con l'amore. E se invece fosse l'amore a cercare loro nelle fattezze di una neonata lasciata sulla soglia di casa?

2728 - Un Natale perfetto

di S. Wilson Grace ha sempre amato il Natale, ma questo è il primo senza la sua adorata nonna. Per far fronte alla mancanza ha deciso di passarlo lavorando nell'hotel presso cui fa la cameriera. Finlay Armstrong è il proprietario dell'hotel e, come Scrooge, odia quella festività e tutto ciò che la riguarda. FAVOLE SOTTO IL VISCHIO

2729 - Un uomo nuovo

di S. Pembroke Quando il quasi ex marito, il milionario Jacob Foster, ricompare nella sua vita e la invita a trascorrere il Natale con lui, Clara non riesce a rifiutare. Sarà un'ottima occasione per verificare se quell'uomo è ancora il maniaco del lavoro da cui è fuggita o se è pronto per conoscere il segreto che lei custodisce da anni.


dal 2 gennaio 2730 - Il diario della duchessa di J. Faye Il milionario Grayson Landers per sfuggire a un ciclone mediatico si rifugia nel meraviglioso regno di Mirraccino. Lady Annabelle DiSalvo, nipote del re, si trova sull'isola per risolvere il mistero della morte della madre, avvenuta anni prima, certa che il ritrovamento del suo diario possa aiutarla. 2731 - Un milionario dal nulla di M. Lennox Per sfuggire alla sofferenza di un amore finito, l'ereditiera Penny scappa dalla vita mondana. Intrappolata da un'inondazione in una zona sperduta, è portata in salvo da un affascinante straniero a cavallo. Matt Fraser, un milionario sui generis, dopo essere stato tradito ha deciso di... 2732 - Incontro di mezzanotte di J. Gilmore Sophie e Marco si incontrano a Londra sotto una tormenta di neve, e dopo una notte d'amore si perdono di vista. Sophie fa la cameriera, Marco appartiene a una nobile casata veneziana e sta sfuggendo alle pressioni matrimoniali della famiglia. Quando i due si vedono di nuovo... FAVOLE SOTTO IL VISCHIO 2733 - Un anno nuovo a New York di A. Bolter New York rappresenta un'occasione per Holly , giovane artista con un difficile passato. L'appartamento dove dovrebbe abitare però è occupato da Ethan, il ricco erede della società proprietaria dell'alloggio, e mandarlo via non sarà facile. Tuttavia, forse Holly potrebbe raggiungere un accordo.


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