Una compagna per marcus cynster

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STEPHANIE LAURENS

Una compagna per Marcus Cynster


Immagine di copertina: Lee Avison / Trevillion Images Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: A Match for Marcus Cynster Mira Books © 2015 Savdek Management Proprietary Limited Traduzione di Anna Polo Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2017 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici Special novembre 2017 Questo volume è stato stampato nell'ottobre 2017 da CPI Moravia Books I GRANDI ROMANZI STORICI SPECIAL ISSN 1124 - 5379 Periodico mensile n. 248S dello 08/11/2017 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 368 del 25/06/1994 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano


Prologo Aprile 1849 Tenuta Carrick, Dumfries e Galloway, Scozia «Miss Niniver? Siete lì?» Niniver Carrick sollevò lo sguardo dalla testa morbida del levriero scozzese che stava accarezzando. Riconoscendo la voce sospirò tra sé e sé. Accucciata in un recinto a metà del fienile del vecchio Egan, era nascosta alla vista di Ferguson. Per un attimo ebbe la tentazione di restare dov'era, al sicuro nel proprio rifugio, circondata dai levrieri, ma poi come sempre il senso del dovere ebbe la meglio. Si raddrizzò, spazzando via fili di fieno dalle gonne della tenuta da cavallerizza. Le pareti dei recinti servivano a tenere sotto controllo i levrieri. Lei si sporse al di sopra del recinto, verso la facciata del fienile. «Sono qui. Cosa c'è?» Ferguson, il maggiordomo di Carrick Manor, la vide e si fece avanti. Era un uomo di mezz'età, onesto e serio, e faceva parte degli anziani del clan. «Si tratta di Mr. Nolan.» Il fratello maggiore di Niniver, Nolan, era diventato laird del clan Carrick alla morte del padre Manachan, dieci mesi prima, eppure i membri del clan non si riferivano ancora a lui usando il suo titolo, un'omissione significativa, a parere di Niniver. 5


Ferguson si fermò davanti al recinto e puntò lo sguardo su di lei. «Sean ci ha avvertiti che Mr. Nolan sta peggio del solito, mia signora. Sbraita e inveisce come se fosse posseduto. Stanno arrivando anche Bradshaw, Forrester, Phelps e Canning; tutti pensano che dovreste esserci anche voi.» Niniver fissò Ferguson meditando sulle sue parole e sul loro significato. Poco dopo la morte del padre, Nolan aveva raggiunto a cavallo una stretta sporgenza rocciosa sul lato occidentale del Coran di Portmark, una delle vette della catena che si stendeva a ovest delle terre dei Carrick. Si trattava di una zona disabitata e Sean, il capo stalliere, lo aveva seguito a distanza, per poi riferire che Nolan si era seduto sulla cengia con lo sguardo perso nel vuoto. Dato che da quel punto si godeva di una splendida vista sul Loch Doon e sulle cime dei Rhinns of Kells, tutti avevano pensato che vi fosse andato per rilassarsi e pensare. All'inizio, le visite di Nolan erano state poco frequenti, ma quando aveva cominciato a dirigersi verso la cengia prima una e poi due volte alla settimana, Sean lo aveva seguito di nuovo. Le pareti della cengia erano piene di rientranze e gli permettevano di avvicinarsi a osservare Nolan senza essere visto e di sentire ciò che diceva quando le visite erano diventate quotidiane. Nolan aveva cominciato a farneticare e poi a sbraitare e a inveire, fino a quando le sue sfuriate erano divenute sempre più violente. L'oggetto della sua rabbia era il fratello maggiore Nigel, condannato in contumacia per aver avvelenato il padre e sospettato di aver ucciso anche due donne appartenenti al clan. Gli avevano dato la caccia in mezzo a un grande clamore, tuttavia Nigel era riuscito a sparire senza lasciare traccia; si diceva che fosse fuggito prendendo una nave per le colonie. 6


«Va bene.» Niniver aprì il cancello del recinto, facendo attenzione a tenere dentro i levrieri, scivolò fuori e lo richiuse. Immaginava già il motivo per cui era stata chiamata. Come gli altri membri del clan nominati da Ferguson, anche lei era stata vicino alla sporgenza rocciosa e aveva ascoltato gli sproloqui di Nolan. Si rivolgeva a Nigel come se fosse là e gli rinfacciava tutte le difficoltà che il clan doveva affrontare – difficoltà che, in qualità di laird, era adesso responsabilità di Nolan superare. Nolan aveva accettato con prontezza il suo nuovo titolo, come se fosse ansioso di dimostrare di essere all'altezza di quella responsabilità, ma con il passare delle settimane e dei mesi la situazione era peggiorata. Se avesse dovuto descrivere il fratello, Niniver avrebbe detto che fosse crollato sotto quel peso. Lei e Norris, il minore dei fratelli, non erano mai stati molto legati a Nigel e Nolan, più grandi di oltre cinque anni. Negli ultimi mesi però Nolan si era allontanato ancora di più, come un granchio che torna nel suo guscio. La distanza tra di loro era diventata un abisso incolmabile e Niniver aveva ormai rinunciato ai tentativi di superarla. Uscì dal fienile e lanciò un'occhiata a Ferguson. I capi di ben quattro famiglie del clan – i Bradshaw, i Forrester, i Phelps e i Canning – erano già alla cengia. Anche Ferguson era uno degli anziani. Nel consiglio del clan cinque voti costituivano una maggioranza. Niniver nutriva quindi un forte sospetto sul motivo per cui la sua presenza veniva richiesta. Estrasse dalla tasca i guanti da cavallerizza. «Tornate a casa o venite anche voi?» «Gli altri mi hanno chiesto di venire, dunque cavalcherò con voi» rispose il maggiordomo. 7


Questo confermava i suoi sospetti. Non c'era da sorprendersi se il clan aveva cominciato a dubitare delle capacità di Nolan come laird. Erano pronti ad affrontarlo e magari a togliergli il titolo e volevano che lei, come sorella, ma anche membro più anziano della linea diretta dei Carrick, facesse da testimone. Niniver si fermò un momento per sollevare il viso al sole primaverile, chiuse gli occhi e trasse un respiro profondo. Si sentì invadere da un senso di ineluttabilità, come se si trovasse su una strada senza ritorno. Riaprì gli occhi con un sospiro, strinse le labbra e si diresse verso il suo castrone baio, Oswald, che l'attendeva placido vicino alla recinzione. «Andiamo, allora.» Dopo aver legato Oswald accanto agli altri cavalli, Niniver raggiunse i membri del clan in una rientranza a sud della stretta cengia su cui Nolan camminava irrequieto avanti e indietro. Bradshaw, Phelps, Canning e Forrester la salutarono cortesi. Phelps e Bradshaw avevano portato i figli. Dopo uno scambio di convenevoli e un cenno a Sean e al giovane stalliere che lo accompagnava, Niniver si mise a osservare il fratello insieme agli altri. La stretta cengia era un po' più in basso del crinale e della loro posizione. Nolan la percorreva agitato, quasi sempre dando loro le spalle. Potevano vederlo in faccia solo quando si voltava, ma la sua attenzione era rivolta altrove e non li fissava mai. Una forte brezza soffiava da nordovest; era improbabile che riuscisse a sentirli, anche se lo avessero chiamato, ma le folate portavano fino a loro le sue parole. Nell'ultima settimana Niniver non lo aveva visto. Nolan aveva preso l'abitudine di consumare i pasti in biblioteca, 8


evitando ogni contatto non solo con lei e Norris, ma anche con tutti gli altri abitanti della casa. Guardandolo adesso rimase sconvolta. Negli ultimi mesi Nolan era diventato più furtivo e aveva assunto un'espressione tormentata, ma ora sembrava la caricatura di un pazzo, con gli occhi spiritati, i capelli biondi come i suoi opachi e scarmigliati e la carnagione pallida come la sua, ora cosparsa di chiazze rosse. In passato indossava sempre abiti costosi ed eleganti, mentre adesso pareva che non si cambiasse da giorni. La cosa più inquietante però era il suo modo di muoversi: un'andatura a scatti, come un burattino manovrato da un burattinaio inesperto, senza che Nolan esercitasse più alcun controllo sul proprio corpo. In quanto alle parole rabbiose che gli sgorgavano dalle labbra... «Maledetto bastardo! Come facevo a sapere che sarebbe andata così? Tu però lo sapevi, vero? Lo sapevi e non mi hai mai detto niente! Io cerco di arrangiarmi e tutti mi osservano e si aspettano che sia come papà e faccia funzionare tutto... e invece non c'è speranza! Non si può fare niente!» Nolan si tirò i capelli, il viso contratto dallo sforzo e dal dolore. «Aargh!» Lasciò andare la presa e Niniver vide parecchie ciocche bionde tra le sue dita. La voce dell'uomo divenne d'un tratto più bassa, cupa e stridula. «Non posso farlo. Non è quello che avevo progettato. Non posso andare avanti a fingere e mi sento in trappola. In trappola!» Contrasse la mandibola. «Non doveva andare così.» Il suo tono era agghiacciante. Bastava guardarlo per rendersi conto che stava sprofondando nella follia. Niniver raccolse le gonne e si avviò verso il sentiero che 9


portava al crinale. Quello diretto alla cengia era una decina di iarde più lontano. «Dove state andando?» le chiese Ferguson. «A parlare con mio fratello.» Canning la guardò inorridito. «Non potete farlo. Ormai non si può più ragionare con lui.» «Lo so, ma devo almeno provarci.» Niniver incontrò il suo sguardo. «Sappiamo tutti dove porterà tutto questo, ma Nolan è mio fratello. Se riesco a calmarlo, poi potremo tornare a casa senza lottare.» Quella prospettiva non piaceva a nessuno, ma nessuno di loro aveva il diritto di opporsi. Niniver mosse un altro passo. «Vengo con voi» annunciò Sean. Lei lo guardò. «No. Se ti vede esploderà, lo sai. È già in uno stato spaventoso e non abbiamo bisogno di altre scenate.» «Non potete affrontarlo da solo» tenne duro Sean. «Resterò indietro, se promettete di non avvicinarvi troppo a lui.» Niniver fece una smorfia, poi annuì. «Va bene. Mi terrò a distanza.» Si girò verso il sentiero e tutti riportarono l'attenzione su Nolan. All'improvviso il giovane laird si strinse la testa fra le mani e le premette forte, i tendini delle mani e dei polsi tesi al massimo e i lineamenti contorti. Poi si ripiegò su se stesso, come colpito da un dolore insopportabile. Nolan abbassò le mani, si raddrizzò e spalancò le braccia. «Maledetto idiota!» urlò. «Avresti dovuto uccidere me!» Fece un passo avanti e si gettò nel vuoto. Sotto la cengia si apriva un crepaccio di granito stretto e profondo, uno dei tanti che costellavano il paesaggio. Nel 10


silenzio improvviso tutti si bloccarono d'istinto, poi sentirono un tonfo attutito. Era il suono più agghiacciante che Niniver avesse mai udito in vita sua. Rimasero tutti muti e sconvolti, mentre Sean si lasciò sfuggire una bestemmia soffocata. «Quel bastardo si è ammazzato!» esclamò. Phelps era un allevatore di pecore; come suo figlio Matt e il capo stalliere Sean portava sempre delle funi assicurate alla sella. Si avvicinarono in gruppo alla cengia e sbirciarono nel crepaccio, ma i cespugli e i ciuffi d'erba che spuntavano dalle pareti rocciose impedivano di vedere ciò che giaceva in fondo. Il lato opposto del crepaccio era più basso della cengia, ma era circondato da una distesa di ghiaia e non si poteva aggirarlo. La spaccatura era molto stretta e rocciosa, una sorta di ferita nel fianco della collina; non c'erano sentieri per raggiungere il fondo. Phelps, Matt e Sean tirarono fuori le funi e gli altri uomini si organizzarono in gruppi per calare Sean e Matt nel crepaccio. Con la mente stordita e le braccia conserte, Niniver li osservò mentre scendevano lungo funi separate, con una terza che ondeggiava tra loro. Mentre svanivano nell'ombra si avvicinò al bordo e guardò sotto, ma i cespugli le oscuravano la visuale. Concentrò allora l'attenzione sulle funi che venivano calate lentamente. Il crepaccio era più profondo del previsto, ma alla fine la tensione si allentò e prima Sean e poi Matt raggiunsero un punto in cui potevano stare in piedi. Un attimo dopo un'esclamazione strozzata e sorpresa risuonò dal fondo dell'abisso. Niniver corrugò la fronte per11


plessa. Sean e Matt sapevano cosa li aspettava, perché allora sembravano tanto sconvolti? «Cos'hanno detto?» chiese Ferguson dal punto in cui aspettava con gli altri uomini di tirarli su. Niniver scosse la testa. «Non lo so. La roccia distorce le voci. Stanno parlando, ma non riesco a capire cosa dicono.» La terza fune – quella che Sean e Matt pensavano di legare intorno al corpo di Nolan – si spostò. Phelps si avvicinò a Niniver, ma nemmeno lui riuscì a capire i borbottii che provenivano da sotto. Poi Sean e Matt diedero uno strattone alla loro corda. Phelps tornò dagli altri uomini e tutti insieme tirarono su gli altri due. Sean raggiunse per primo la cengia. Il suo viso in genere rubicondo era bianco come un lenzuolo. «Che cosa c'è?» chiese Niniver raggiungendo la cengia. Sean si mise in piedi. «Abbiamo trovato il corpo di Nolan» annunciò. «È morto, come c'era da aspettarsi. Si è rotto l'osso del collo e non solo.» Lanciò un'occhiata a Matt, mentre il giovane si rimetteva in piedi accanto a lui. Anche Matt appariva sconvolto. Sean si girò verso Niniver. «Il corpo di Nolan giaceva sopra un altro cadavere... quello di Nigel» annunciò dopo una breve esitazione. Niniver sbatté le palpebre, la mente in tumulto. «Anche Nigel si è buttato nel vuoto?» Non riusciva a immaginarlo, ma d'altronde non si aspettava nemmeno che Nolan si uccidesse. Sempre più cupo, Sean scosse la testa. «Nigel era disteso sulla schiena, con il coltello da caccia di Nolan... quello che ha raccontato di aver perso l'anno scorso... piantato nelle costole.» 12


Niniver aprì la bocca, poi, come in un caleidoscopio, tutti i pezzi andarono a posto. «Ah» mormorò, subito sommersa dalle esclamazioni sconvolte e allibite degli uomini. Si guardò intorno: lei non era sorpresa, anzi. Finalmente tutto cominciava ad avere un senso. Ci vollero diverse ore per issare i due corpi dalle profondità del crepaccio e poi trasportarli a Carrick Manor. Nonostante le devastazioni prodotte dagli animali e il passaggio del tempo, i resti di Nigel erano ancora identificabili. Indossava i vestiti portati al matrimonio del cugino Thomas Carrick con Lucilla Cynster, l'ultima volta che qualcuno a parte Nolan lo aveva visto. Niniver passò il resto della giornata chiusa in biblioteca con il consiglio del clan. Era presente anche Norris. Nonostante fosse più giovane di lei e avesse dunque meno ricordi di Nigel e Nolan da bambini, il giudizio sui fratelli maggiori concordava con il suo. Niniver e il consiglio ricostruirono la sequenza degli eventi fatto dopo fatto. Memore di una dichiarazione di Nolan durante l'inchiesta per la morte delle sorelle Burns – un'inchiesta che non aveva raggiunto una conclusione netta, ma aveva lasciato il sospetto di omicidio che aleggiava intorno a Nigel – Niniver mandò Sean ad Ayr, con l'incarico di porre alcune domande che ora acquistavano un nuovo senso. Sean tornò il mattino dopo e gli anziani si riunirono di nuovo per ascoltare il suo rapporto. Una volta digerite quelle notizie non più inattese, Ferguson si girò verso Niniver. «Cosa facciamo adesso? Chiamiamo le autorità?» Seduta allo scrittoio che il padre aveva usato durante il suo lungo regno di laird, Niniver incontrò lo sguardo del maggiordomo, poi fissò Mrs. Kennedy, la governante, 13


Canning, Phelps, Bradshaw, Sean e gli altri membri del consiglio. Tutti le restituirono un'occhiata colma di aspettative. Il giuramento pronunciato sulla tomba del padre le risuonò nella mente. Farò tutto il possibile per riparare agli errori commessi dai vostri figli e rendere il clan di nuovo integro, forte e prospero. Farò tutto il possibile e il necessario per preservare il vostro retaggio e guidare il clan nella direzione che avreste desiderato. Era tutto ciò che poteva offrire per compensare la terribile morte del padre, avvelenato da uno dei figli. Il minimo che potesse fare adesso era assicurarsi che la colpa venisse attribuita a chi la meritava, scagionando il figlio che era stato a sua volta una vittima. In quel modo Nigel, il primogenito e il più amato, destinato nonostante i suoi difetti a diventare laird del clan, avrebbe potuto essere sepolto accanto a Manachan nella tomba di famiglia. Il suo giuramento però esigeva che anteponesse il clan a qualsiasi altra considerazione. «Dobbiamo informare le autorità della morte di Nolan e di tutto ciò che abbiamo scoperto, ma se sarà possibile credo che dovremmo usare la massima discrezione. Non vedo motivo per incoraggiare i giornali di Ayr, Dumfries, Glasgow e tanto meno Edimburgo a dilungarsi sulle nostre difficoltà.» Tutti annuirono. Phelps si guardò intorno. «Su questo non incontrerete opposizione da parte nostra. Il clan ha sofferto abbastanza. Non è proprio il caso di esporre in pubblico i nostri panni sporchi, così che il resto della contea possa spettegolare su di noi.» Erano tutti d'accordo, era chiaro. Niniver annuì. «Chiameremo il dottore per esaminare i corpi. Confermerà di sicuro quello che sappiamo già. Nel frattempo manderò una lettera esponendo i fatti nudi e crudi a...» Si fermò a riflet14


tere, poi proseguì. «Sir Godfrey Riddle, Lord Richard e Thomas e chiederò loro di incontrarci qui oggi pomeriggio. Vediamo se si riesce a sistemare la faccenda senza coinvolgere altre persone. Loro tre conoscono bene la situazione del clan e dovrebbero aiutarci a risolvere tutto senza troppe complicazioni.» Nessuno avanzò obiezioni. Mezz'ora dopo Sean prese i messaggi scritti da Niniver e partì per consegnarli. Il medico arrivò, esaminò i corpi di Nolan e Nigel e promise di inviare il suo rapporto a Sir Godfrey, il magistrato locale. Riddle si presentò alle due in punto e salì i gradini con aria grave e preoccupata. «Niniver, mia cara.» Le prese le mani con aria paterna e le strinse con gentilezza. «Tutto questo dev'essere davvero angoscioso per voi.» Lei aveva scritto solo che Nolan si era ucciso e che poi avevano trovato il cadavere di Nigel. Ora inclinò la testa senza rivelare molto. Come poteva spiegare che, mentre la morte del padre e la scomparsa di Nigel l'avevano scossa e sconvolta, quella di Nolan e le successive scoperte l'avevano in qualche modo aiutata a ritrovare l'equilibrio e a rafforzare la fiducia nella propria capacità di comprendere le persone e muoversi nel mondo? Prima non capiva come stessero le cose, ma ora sì. In quanto al dolore, quelli che meritavano le sue lacrime erano morti ormai da quasi un anno. Lei aveva troppo da fare per conservare il loro ricordo per disperarsi della perdita di Nolan. Sir Godfrey la lasciò andare mentre Lord Richard Cynster e Thomas Carrick arrivavano a cavallo nel cortile, seguiti da una carrozza. Thomas smontò, gettò le redini a Sean e andò ad aprire la portiera. Aiutò a scendere a terra 15


Catriona, sua suocera e moglie di Richard, e poi sua moglie Lucilla, figlia di Richard e Catriona, trattandola come una bambola di porcellana. Lucilla era incinta, si diceva di due gemelli, e sebbene fosse ancora lontana dal parto appariva abbastanza ingrossata da giustificare quelle voci. A giudicare dal sorriso rassicurante che rivolse a Thomas e alla disinvoltura con cui salì i ripidi gradini appoggiata al suo braccio, non pareva comunque troppo gravata da quel peso in più. Pur non avendo richiesto la loro presenza, Niniver era sollevata e riconoscente di vedere le due signore. Tra saluti affettuosi e scambio di sguardi gravi, condusse la sua collezione di autorità nel salotto dove li aspettava Norris. I domestici avevano risistemato il mobilio. Dopo aver salutato Norris, Lucilla si lasciò cadere su un divano e la madre su quello di fronte, poi Richard e Thomas presero posto accanto alle rispettive mogli. Sir Godfrey scelse una delle poltrone a fianco del camino e Niniver quella dall'altro lato. Norris aveva sistemato una sedia dallo schienale diritto alla sinistra della sorella. Mentre si sedeva lei si rivolse a Sir Godfrey. «Se non vi dispiace vorrei che diversi membri del clan assistessero a questa riunione, visto che le decisioni che prenderemo avranno influenza su tutti noi.» Il magistrato assentì serio. «Va bene. È una faccenda terribile per tutti.» Ferguson era fermo accanto alla porta. A un cenno di Niniver fece entrare Mrs. Kennedy, Bradshaw, Forrester, Canning, Phelps e Matt, per poi seguirli. Sean arrivò per ultimo e chiuse la porta. Ferguson e Sean disposero le sedie dallo schienale diritto che avevano portato dalla sala da pranzo in un semicerchio tra i capi dei divani e la porta. I membri del clan ri16


volsero un cenno di saluto ai presenti, vennero ricambiati e si sedettero. Niniver cercò per un momento lo sguardo di Thomas, quindi guardò Sir Godfrey. «Credo sia meglio che io descriva gli eventi più recenti, per poi passare a quello che noi del clan abbiamo dedotto e confermato, infine a ciò che pensiamo sia successo non solo riguardo alla morte di mio padre, ma anche a quella di Faith e Joy Burns.» Lo sguardo del magistrato si fece più intenso. «Vedo.» Poi annuì. «Procedete, prego.» Niniver trasse un respiro e descrisse in modo succinto gli eventi del giorno prima. Sir Godfrey interrogò Sean e Matt su ciò che avevano visto una volta raggiunti i corpi e loro risposero con un resoconto breve, ma completo. Thomas incontrò lo sguardo di Niniver e poi si rivolse a Sir Godfrey. «Dunque pare che l'assassino fosse Nolan e Nigel un'altra delle sue vittime.» Anche lui sembrava trovare più comprensibile quella nuova verità, rispetto all'idea che quel ruolo fosse stato svolto da Nigel. Sir Godfrey corrugò la fronte sporgente e si rivolse a Niniver. «Avete parlato di deduzioni e conferme. Potete essere più precisa?» «Durante l'inchiesta sulla morte delle sorelle Burns Nolan ha dichiarato che lui e Nigel avevano passato la notte in questione in una casa di malaffare di Ayr.» Niniver sperò che il suo rossore non si notasse troppo. «Alla luce della conclusione che Nolan abbia ucciso Nigel, ho mandato Sean a chiedere alle... signore cosa ricordavano di quella notte. Abbiamo pensato...» Si girò verso il capo stalliere. Lui venne subito in suo aiuto. «Abbiamo pensato che se uno dei due se ne era andato quella notte, le signore se lo sarebbero ricordato, anche se è passato quasi un anno.» 17


«Ed è stato così?» chiese Richard. «Sì.» Sean guardò Sir Godfrey. «Si sono ricordate che quello con i capelli biondi, cioè Nolan, quella notte è tornato a casa. Una di loro lo ha sentito dire a Nigel che si era dimenticato di nascondere dei libri che nessuno doveva leggere. Dunque voleva farli sparire, ma pensava di tornare la mattina dopo.» «Quando i Bradshaw si sono ammalati perché qualcuno aveva messo dei sali nel loro pozzo, l'avvelenamento era avvenuto la notte precedente, quando sia Nolan sia Nigel erano qui» aggiunse Thomas fissando Bradshaw. «Sono andati ad Ayr solo la mattina dopo.» Norris annuì. «Dunque è stato Nolan ad avvelenare il pozzo. Nigel non lo avrebbe mai fatto. Poteva scherzare su una cosa del genere, ma senza portarla a termine.» Niniver si rivolse al magistrato. «Nessuno ha chiesto a me e a Norris cosa pensavamo del fatto che Nigel avesse avvelenato nostro padre. Norris non ricorda Nigel e Nolan bene come me.» Lanciò un'occhiata al cugino. «E io li ho visti più spesso di Thomas, quando era ancora da queste parti. Nolan si è sempre comportato in modo guardingo.» Si interruppe un attimo, poi tornò a fissare Sir Godfrey. «Nolan era molto risentito per il fatto che nostro padre tenesse solo a Nigel. Era la sua unica, vera debolezza: per lui esisteva solo Nigel. Nolan non odiava Nigel, però, anzi, a modo suo credo che lo amasse, ma lui era astuto, mentre Nigel... be', è sempre stato facilmente influenzabile e si fidava di suo fratello. Fin da quando erano piccoli Nolan si è sempre dichiarato il suo migliore amico e confidente e il suo sostenitore più leale. Me lo ricordo bene, anche se all'epoca non lo capivo, anche perché Nolan non si curava di quello che potevo vedere. Ero solo la loro sorellina e nessuno mi ascoltava se parlavo di loro. Nolan non si è mai 18


preoccupato di quello che io e più tardi Norris potevamo vedere.» Si interruppe ancora, poi riprese a parlare. «Negli ultimi dieci anni né io né Norris li abbiamo visti spesso. Noi stavamo qui, mentre Nolan e Nigel andavano spesso ad Ayr, Dumfries, Glasgow e Edimburgo. Credo però che il loro rapporto non sia cambiato molto e neanche loro come individui. Così, quando sembrava che Nigel avesse avvelenato nostro padre e ucciso Joy e Faith Burns, mentre Nolan appariva innocente, io... io non sapevo cosa pensare.» Allargò le mani. «Sembrava tutto inverosimile e confuso, ma con Nigel scomparso e Nolan che si è messo d'impegno e ha fatto del suo meglio ho pensato che forse avevo interpretato male le cose. Forse era stata l'influenza di Nigel a renderli così... brutali.» Trasse un respiro e poi continuò. «Non ho mai pensato che Nolan avesse ucciso Nigel. Se c'era una persona che lui amava, era suo fratello.» Nella stanza cadde il silenzio. Fu Catriona a romperlo. «Sì, lo amava, ma quando si è reso conto del rischio che Lucilla vedesse Manachan, capisse che qualcuno lo stava avvelenando e lanciasse l'allarme, Nolan ha dovuto sacrificare suo fratello per fornire alle autorità e a tutti noi un colpevole con cui prendersela. Aver ucciso l'unica persona che amava davvero potrebbe spiegare la discesa di Nolan nella follia.» Lucilla rabbrividì. «È vero.» «Se posso permettermi...» intervenne Phelps. «Forse Nolan voleva che Nigel restasse vivo e diventasse laird, ma riservandosi il ruolo di quello che manovrava tutto dietro le quinte. Poi però è stato costretto a uccidere Nigel per proteggersi: anche questo potrebbe spiegare i vaneggiamenti che Sean ha sentito per mesi... e tutto quello che abbiamo udito oggi su quella cengia.» 19


«Potrebbe spiegare anche come mai Nolan andasse là di continuo, per parlare con Nigel e sentirsi ancora vicino a lui» aggiunse Ferguson. «Sono d'accordo» dichiarò Thomas in tono grave. «Se accettiamo l'idea che Nolan volesse vendicarsi del padre e che controllasse di fatto Nigel, allora uccidere Manachan in modo che Nigel diventasse laird poteva corrispondere alle sue intenzioni. In questo modo non doveva assumersi responsabilità; se qualcosa fosse andato storto, la colpa sarebbe ricaduta su Nigel. Mi sembra una vendetta ideale: Nolan avrebbe gestito nell'ombra il potere che Manachan voleva trasmettere a Nigel e tutti i fallimenti sarebbero stati attribuiti al nuovo laird.» Riesaminarono diversi eventi, tirando conclusioni alla luce di quello che ora sapevano, ma era chiaro che nessuno nutriva più dubbi su ciò che era accaduto nei mesi precedenti alla morte di Manachan. Alla fine Sir Godfrey li richiamò all'ordine. «Siamo tutti d'accordo, direi, sul fatto che Nolan sia il responsabile della morte del vecchio laird e delle sorelle Burns.» Puntò poi lo sguardo acuto su Niniver. «Dovrò annullare la mia precedente sentenza, ma immagino che voi e il clan preferiate che tutto si risolva con la massima discrezione» concluse con un'occhiata che includeva i membri del clan. «Esatto» confermò Niniver sollevata. Guardò Thomas e gli altri. «Abbiamo sofferto abbastanza per lo scandalo dell'assassinio di mio padre, in apparenza a opera di Nigel, e preferiremmo non dover subire un'altra dura prova.» Fissò Sir Godfrey e poi Lord Richard. «Allo stesso tempo però abbiamo bisogno che Nigel venga scagionato, in modo da poterlo seppellire vicino a mio padre. È possibile farlo evitando un ulteriore scandalo?» 20


Sir Godfrey inarcò le sopracciglia e lanciò un'occhiata a Lord Richard. «Se considerassimo il suicidio di Nolan una confessione?» suggerì questi ricambiandola. «In effetti lo è stata.» «Inoltre un processo sarebbe inutile, visto che l'assassino si è suicidato e non si può più punire» aggiunse Thomas. Ora Sir Godfrey appariva più ottimista. Rifletté un momento e poi annuì. «Sì, credo che possa funzionare» dichiarò. Alla fine concordarono che Sir Godfrey avrebbe riaperto senza troppo clamore i casi di Manachan e delle sorelle Burns e scagionato Nigel in base alla confessione di Nolan e alla conferma che era lui il colpevole. Catriona, che grazie alla sua posizione di Signora della valle aveva uno stretto legame con il sacerdote locale, si assunse il compito di spiegare la situazione al reverendo Foyle, in modo che il clan potesse organizzare un funerale appropriato. Quando fu tutto sistemato e gli ospiti se ne andarono Niniver era esausta, ma sapeva che l'attendeva un'ulteriore riunione. Thomas era stato l'ultimo a congedarsi. Aveva sette anni più di lei e non erano mai stati molto legati, ma lo considerava un vero Carrick, un uomo dello stesso stampo di suo padre. Dopo aver aiutato Lucilla a salire in carrozza e aver chiuso la portiera, il cugino si era girato verso di lei e le aveva preso le mani nelle proprie, fissandola negli occhi. «Questa è la fine di un periodo oscuro per il clan e la famiglia.» Niniver gli aveva letto negli occhi la sua stessa comprensione delle inevitabili conseguenze della giornata. Ora non le restava che affrontarle; a prescindere da ciò che sa21


rebbe successo, lei avrebbe sempre fatto parte del clan. Trovò Norris in biblioteca. In piedi davanti alle grandi finestre, guardava il paesaggio al di fuori, ormai quasi buio. Sospettava che anche il fratello sapesse cosa stava per accadere e stesse aspettando di parlarne con lei. Niniver soffocò un sospiro e si lasciò cadere sul bracciolo di una poltrona. Norris si girò e incontrò il suo sguardo nell'ombra che si andava infittendo. «E adesso che cosa facciamo?» le chiese dopo un momento. Niniver raddrizzò le spalle e sollevò la testa. «Convochiamo una riunione del clan per eleggere il nuovo laird. Tu ti proporrai?» gli domandò guardandolo negli occhi. Norris scoppiò in una risata vuota e sarcastica. «No. Non ho alcun desiderio di guidare il clan.» Niniver se lo aspettava, ma doveva chiederglielo e ascoltare la sua risposta. Norris era sempre stato ignorato, non solo dal padre, ma anche dal clan. Lei era l'unica persona che gli era rimasta vicina e che lui non ignorava a sua volta. Non aveva né amici né interessi da quelle parti. Le sue ambizioni erano accademiche e si erano sempre estese molto al di là delle terre dei Carrick. «Dunque cosa farai?» Era ancora sua sorella e teneva a lui. Era certa che dietro l'apparenza dura anche Norris le fosse affezionato. «Non mi aspettavo di essere libero di scegliere così presto, ma non c'è niente che mi trattenga qui. Non c'è mai stato.» Infilò le mani nelle tasche dei pantaloni e scrollò le spalle. «A dir la verità ho sempre sentito che sarebbe andata così. Qui non c'è posto per me.» Niniver non fece commenti e attese in silenzio che Norris continuasse. Lui guardò fuori dalla finestra, in direzione est. «Ho bi22


sogno di costruirmi la mia vita e partire una volta per sempre. Non tornerò. A parte quello che ho ereditato da nostro padre, non mi aspetto di ricevere fondi dal clan. Puoi dirglielo chiaro.» Niniver prevedeva qualcosa del genere, ma anche così... «E dove andrai?» Norris sollevò di nuovo le spalle. «Forse all'università di St. Andrews. Potrei cercare lavoro là come insegnante o ricercatore. Chi lo sa? Comunque partirò domattina.» Così presto? Niniver trasse un respiro teso e si alzò. «Dunque te ne vai.» Norris riportò lo sguardo sul suo viso. «Sì. Senza voltarmi indietro.» Fu tentata di ricordargli che così l'avrebbe lasciata ad affrontare da sola la disintegrazione della vita conosciuta fino ad allora, ma poi ci ripensò: era inutile cercare di trattenerlo. Inoltre la sua partenza avrebbe indicato con chiarezza che non intendeva reclamare per sé il ruolo di laird. Niniver si costrinse ad annuire e si diresse verso lo scrittoio. «Non partire senza salutarmi.» Sentì il suo sguardo su di sé, tuttavia non lo incontrò. «Ci vediamo a colazione» si congedò Norris dopo una breve esitazione. Poi uscì. Niniver si lasciò cadere sulla sedia dietro all'enorme scrivania. Con la partenza di Norris sarebbe rimasta sola. Il clan avrebbe eletto un nuovo laird, appartenente a un'altra famiglia, e a lei sarebbe toccato il compito di gestire il trasferimento dei beni, la terra, la residenza, tutto tranne il patrimonio personale dei Carrick. Ormai si trattava di una somma modesta, da dividere tra lei e Norris. Il resto apparteneva al clan: i mobili, i libri, perfino i suoi amati levrieri. Tutto quello che le dava la sensazione di essere a casa a Carrick Manor. 23


Una compagna per Marcus Cynster STEPHANIE LAURENS Scozia, 1849 - Per una drammatica serie di eventi, Niniver, unica figlia femmina del laird dei Carrick, si trova alla guida del clan, con il gravoso compito di risollevarlo dal baratro in cui sta precipitando a causa delle scorrettezze compiute dai fratelli. Benché impreparata a ricoprire tale ruolo, ha giurato di fare tutto ciò che sarà necessario per proteggere la propria gente. E questo significa anche rinunciare per sempre al matrimonio. Tuttavia, per respingere gli importuni pretendenti alla sua mano e alla sua posizione, è costretta a chiedere l'aiuto di Marcus Cynster, l'unico uomo che potrebbe farle rimpiangere la sua decisione. Da anni, infatti, Niniver reprime i sentimenti per lui, imponendosi di considerarlo niente più che un fidato amico. Pochi giorni in sua compagnia e un primo, sconvolgente bacio, però, le fanno comprendere di aver temuto a ragione per il proprio cuore.

Il duca e la dama in rosso LORRAINE HEATH Londra, 1874 - Tormentato da un doloroso segreto, il Duca di Avendale ha da sempre cercato l'oblio nel vizio e nell'alcol, al punto da trasformare la sua vita in un turbinio di donne, partite a carte e sbronze. Ma durante una festa, all'improvviso il suo mondo grigio è attraversato da un acceso e vibrante rosso, l'abito di una dama che da subito cattura i suoi sensi. Sedurre Rosalind è poco più di un gioco per lui, almeno sino a quando non la sorprende intenta a fuggire da Londra con i suoi soldi. Deciso a punire la truffatrice e a soddisfare i propri desideri, le promette che non la denuncerà se accetterà di passare una settimana a sua completa disposizione... nel suo letto. Tuttavia, il tempo trascorso insieme gli permetterà di conoscere la donna nascosta dietro le bugie e di scoprire che per lui non rappresenta più soltanto passione e piacere, ma la possibilità di tornare a vivere davvero.


Doppio ricatto KASEY MICHAELS Inghilterra, 1815 - Quale uomo potrebbe mai stancarsi di essere adulato e osannato? Eppure, è ciò che accade a Cooper Townsend ora che, tornato dalla battaglia di Quatre-Bras con la fama di eroe e un fresco titolo nobiliare, si ritrova circondato da innumerevoli giovani in età da marito, pronte a gettasi tra le sue braccia nella speranza che le comprometta e le sposi. Forse per questo ai suoi occhi l'eccentrica Miss Daniella Foster è così attraente: restia a rivolgergli occhiate svenevoli e lusinghe, tutto ciò che vuole da lui è che l'aiuti a scoprire chi sta ricattando la sorella. Intrigato e suo malgrado coinvolto, Coop non può che accettare, ma quando l'ignoto nemico minaccerà di rovinare entrambi costringendoli a un fidanzamento di convenienza, lui dovrà tentare di salvare oltre alla reputazione anche il proprio cuore.

Un libertino da domare NICOLE JORDAN Inghilterra, 1817 - Venetia Stratham ha una missione: salvare sua sorella dalle attenzioni inappropriate di Quinn Wilde, Conte di Traherne e noto libertino. Caduta in disgrazia agli occhi della famiglia e del ton dopo avere abbandonato all'altare il fidanzato, che si era presentato in chiesa con i chiari segni di una notte di bagordi insieme a un'altra donna, Venetia è disposta a tutto pur di evitare a Ophelia una sorte simile alla sua. Anche recarsi mascherata in un bordello per ottenere prove del comportamento licenzioso di Quinn. Peccato che si ritrovi invece coinvolta in un attentato alla vita del conte e, a causa di un terribile malinteso, subito dopo intrappolata in un matrimonio di facciata proprio con l'arrogante, sensuale e irresistibile Quinn. Così, ora ha una nuova missione: domare l'indomabile marito.

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