ELLA QUINN
Una contessa da sedurre
Immagine di sfondo: 2mmedia/Depositphotos Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: You Never Forget Your First Earl Kensington Publishing Corp. This edition is published by arrangement with Kensington Publishing Corp. and Donzelli Fietta Agency srls © 2018 Ella Quinn Traduzione di Laura Guerra Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2022 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Storici Seduction aprile 2022 Questo volume è stato stampato nel marzo 2022 da CPI Black Print, Spagna, utilizzando elettricità rinnovabile al 100% I GRANDI STORICI SEDUCTION ISSN 2240 - 1644 Periodico mensile n. 139 dell'8/04/2022 Direttore responsabile: Sabrina Annoni Registrazione Tribunale di Milano n. 556 del 18/11/2011 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distribuzione canale Edicole Italia: m-dis Distribuzione Media S.p.A. Via Carlo Cazzaniga, 19 - 20132 Milano HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano
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Geoffrey, Conte di Harrington, primogenito ed erede del Marchese di Markham, uscì di casa. Era lieto di aver finalmente adempiuto al compito di trovarsi una moglie. Quel giorno, infatti, avrebbe chiesto la mano di Lady Charlotte Carpenter. Aveva scritto al suo tutore e cognato, Lord Worthington, pregando di riceverlo. Presto avrebbe sposato la donna più ricercata sul mercato matrimoniale e avrebbe iniziato il suo viaggio verso il Continente dove lo attendeva un impiego tra il personale di Sir Charles Stuart. Svoltò l'angolo e arrivò a Berkeley Square. C'era tanta gente in giro per quell'ora del mattino. Entrò nel parco e rimase di sasso. Pareva fosse successa una catastrofe. I due alani della famiglia di Lady Charlotte erano circondati da diversi valletti. Stavano portando via un uomo dall'aspetto trasandato e Lady Charlotte, con le mani puntate sui fianchi e le guance arrossate, stava parlando con il Marchese di Kenilworth. L'ultima persona che Geoff avrebbe voluto vedere. Era stato una spina nel fianco da che era tornato in città. Ma che cosa diavolo stava succedendo a quell'ora del mattino? «Vengo anch'io. Non si fiderà di un uomo» affermò decisa Lady Charlotte. 5
L'attenzione di Geoff si spostò su una domestica in lacrime. Le due bambine più piccole, sorelle di Charlotte, la stavano confortando. Lord Merton, cugino di Worthington, aveva raggiunto il gruppo. «Charlotte, non puoi» disse, spostando lo sguardo da lei a Kenilworth, che scrollò le spalle come a dire che non si sarebbe intromesso. «Worthington non lo permetterà mai.» Geoff ci mise alcuni secondi a capire che cosa Worthington non avrebbe permesso. Notò quindi la vettura di Kenilworth poco distante. Per la miseria! Non le avrebbe mai consentito di andarsene con quel mascalzone licenzioso! «Concordo.» Avanzò per dare la sua opinione. «Lady Charlotte, non potete accompagnare Lord Kenilworth. Lo proibisco.» «Voi. Non avete alcun diritto di dirmi cosa fare.» La voce di Charlotte tremò dalla rabbia. «Niente mi impedirà di andare. Se necessario...» Geoff non l'aveva mai vista in quello stato. Stava per tentare di calmarla quando Worthington arrivò. «Andare dove?» volle sapere. Aveva Lady Worthington al proprio fianco, che quasi correva per stargli al passo. «Miss Betsy ha rapito un'altra giovane.» Charlotte guardò Geoff prima di voltargli le spalle. «Kenilworth è diretto alla locanda in cui l'hanno portata. Andrò con lui.» «Kenilworth?» domandò Worthington. «La terrò al sicuro» promise il marchese. «Obietto.» Geoff si incamminò dietro Charlotte, che si stava dirigendo verso Stanwood House. Kenilworth lo afferrò per la spalla. «Non avete alcun diritto di obiettare. La decisione spetta al suo tutore.» Geoff si liberò dalla presa. «Ho capito che cosa sta succedendo» si rivolse a Worthington. «State preferendo il corteggiamento di Kenilworth al mio.» Worthington si girò e lo fissò quasi fosse dissennato. 6
«Quest'uomo...» indicò il marchese, «... ha effettivamente chiesto a mia sorella di sposarlo, il che è più di quanto si possa dire di voi. Vi suggerisco di andarvene, prima che veniate allontanato con la forza.» Geoff stentò a credere a ciò che stava succedendo. Lady Charlotte, la donna che aveva considerato la moglie perfetta, si stava allontanando con quella canaglia di Kenilworth. E non solo il suo tutore si era rifiutato di fermarla, ma stava addirittura favorendo il marchese. Richiudendo la bocca, distolse lo sguardo dalla carrozza. Tanto tempo e sforzo per corteggiare Lady Charlotte... andato in malora. Maledizione! Aveva bisogno di una moglie e subito. Forse non tutto era perduto. Doveva esserci una maniera di riprendersela. «Signore...» «Se volevate davvero sposare Lady Charlotte...» il Conte di Worthington lo interruppe incamminandosi, come se non ci fosse null'altro di cui discutere, «... non sareste dovuto sparire nel pieno della Stagione.» Non era sparito. Aveva informato Lady Charlotte che doveva andare dal padre. «Ma vi ho scritto espressamente della mia volontà di parlarvi di Lady Charlotte» disse, seguendo Worthington mentre usciva dalla piazza. Dopotutto, si trattava dell'approccio più decoroso per un gentiluomo che intendeva sposare una giovane di buoni natali. Worthington si fermò e si girò così velocemente che Geoff per poco non gli andò a sbattere contro. «In ogni caso, mi aspetto che mia sorella sposi Kenilworth.» Avevano raggiunto l'ingresso della casa e il conte si fece da parte affinché Lady Merton ordinasse a un valletto di caricare un piccolo baule sulla carrozza, quindi proseguì: «Accettate la realtà delle cose e trovatevi un'altra moglie». Geoff rimase senza fiato per lo sbigottimento. Come diavolo poteva trovare una moglie che il padre avrebbe approva7
to e sposarla nel poco tempo che aveva a disposizione? Aprì la bocca, ma non venne fuori niente. Riuscì quindi a domandare: «Alla fine della Stagione? Sarà impossibile». «Avreste dovuto pensarci prima di lasciare la città. Vi suggerisco di iniziare subito. Questa sera si terrà il ballo di Lady Holland. Le signorine nubili ancora in città saranno presenti.» Ma nessuna di loro sarebbe stata Lady Charlotte. Tuttavia, se voleva ottenere l'impiego con Sir Charles – che si trovava a Bruxelles per tenere sotto controllo il Principe di Orange – doveva sposarsi. Worthington aveva ragione. Non aveva tempo da perdere. Doveva trovarsi una donna che acconsentisse a diventare sua moglie e non si allontanasse con un altro uomo. Ma chi? Nessun'altra aveva attirato la sua attenzione e per l'intera durata della Stagione non aveva badato alle altre fanciulle del ton. Pensò quindi al ballo di quella sera. Aveva ricevuto un invito? Non che importasse. Se anche Lady Holland non lo avesse invitato, poteva comunque partecipare. La donna era amica di sua madre e non gli avrebbe rifiutato l'entrata. Nessuna padrona di casa avrebbe cacciato un buon partito. Anzi, lo avrebbe presentato alle signorine che non aveva ancora incontrato. Si trattenne dal passarsi le dita tra i capelli. Fino a quel momento era sempre stato fortunato. Aveva sempre ottenuto ciò che voleva con facilità. Eppure, quando mancava meno di un mese al giorno in cui avrebbe dovuto assumere il suo nuovo incarico sotto Sir Charles Stuart, ambasciatore britannico in Francia e all'Aja, posizione che richiedeva che avesse una moglie, si ritrovava a doversi trovare una giovane adatta. Per qualche motivo, il fato ce l'aveva con lui. Si incamminò verso l'alloggio in Jermyn Street. Si era convinto che il suo futuro con Lady Charlotte fosse ormai assicurato. Vero, aveva trascorso le ultime tre settimane nella tenuta 8
principale di famiglia a trovare il padre, in attesa di sapere se la sua posizione come assistente di Sir Charles era stata accettata. Suo padre credeva che i giovani non dovessero dissipare la loro fortuna in attesa che i loro padri morissero. Lui stesso aveva lavorato all'interno del Ministero degli Esteri e voleva che il suo primogenito seguisse le sue orme. Non che Geoff avesse in alcun modo obiettato. L'idea di vivere in Europa e di conoscere altre culture, nonché di scoprire come la diplomazia forgiava il mondo, lo affascinava. La conferma del suo impiego era arrivata tre giorni prima. L'unico ostacolo che doveva ancora superare era il matrimonio. Si era convinto di poter risolvere tutto e presto. Il padre gli aveva infatti dato il permesso di sposare la prediletta della Stagione, Lady Charlotte Carpenter. Lei era tutto ciò che un diplomatico poteva desiderare da una moglie, poiché possedeva maniere e portamento perfetti. Non parlava mai a voce troppo alta, né si innervosiva... anche se di recente si era mostrata un poco scorbutica. Era moderata sotto ogni aspetto ed era bellissima, con capelli color oro e occhi azzurri. Lei, sua sorella Lady Louisa Vivers e l'amica, Miss Stern, erano state definite le tre Grazie. Dopo che un messaggero era arrivato a casa del padre con la notizia dell'incarico, Geoff era ripartito da Fulbert Hall con l'intenzione di incontrare il tutore di Lady Charlotte e organizzare le nozze. E invece avrebbe dovuto ricominciare tutto daccapo. Com'era possibile che fosse andato tutto a monte? «Milord?» Il suo stalliere lo stava seguendo stringendo le briglie dei due roani. Si era completamente dimenticato dei cavalli e della carrozza. «Portali nelle stalle. Io rientro a piedi.» «Molto bene, milord.» Geoff non intendeva tornare nei suoi alloggi, ma non sapeva dov'altro andare. Gli serviva consiglio se voleva trovarsi una moglie in fretta. Sua sorella maggiore era in città e forse 9
avrebbe potuto aiutarlo, ma il suo orgoglio non sarebbe sopravvissuto al colpo. Anche sua nonna era a Londra e sarebbe stata più che contenta di trovargli una sposa. Non sarebbe stato poi tanto difficile. Era un ottimo partito e non gli serviva che una giovane di buoni natali, affabile, che sapesse intavolare una conversazione – dopotutto, avrebbe discusso degli eventi mondiali con altri diplomatici e le loro mogli; che sapesse danzare – non riusciva a immaginare di avere una moglie che potesse metterlo in imbarazzo; e che possedesse intelligenza e una certa eleganza. Ecco, non gli serviva altro. Gli sarebbe piaciuto averla gradevole all'occhio, ma non era necessario che fosse una vera bellezza. Anzi, forse era meglio che fosse semplicemente carina. L'amore non aveva importanza. Il problema era che tante signorine sembravano desiderare un'unione d'amore. Secondo lui, non era quella la maniera di iniziare un matrimonio. Né i suoi genitori né i suoi nonni si erano sposati per amore. Era certo che sua nonna avrebbe trovato qualcuno di adatto. E chi meglio avrebbe saputo che cosa ci si aspettava dalla futura Marchesa di Markham della Marchesa Madre di Markham? Rassicurato, si diresse verso Grosvenor Square, ma si rese conto che era ancora troppo presto. Se voleva l'aiuto della nonna, non avrebbe dovuto presentarsi da lei prima delle undici. Non gli restava che attendere in uno dei suoi club. Si fermò pensando se andare da Boodle's o da White's. A quell'ora, Boodle's era probabilmente pieno di gente di provincia. White's, quindi. Si diresse in direzione opposta, verso St. James Street. La sensazione di essere stato trattato malamente aumentò. Come aveva potuto Lady Charlotte andarsene con Kenilworth sapendo che lui aveva avuto ogni intenzione di parlare 10
con suo cognato? Era anche vero che lei sembrava particolarmente riluttante all'idea di vivere all'estero e Kenilworth aveva fatto del proprio meglio per monopolizzare la sua attenzione. E ci era riuscito benissimo. Aspettandosi di essere l'unico gentiluomo presente a quell'ora del mattino, entrò da White's e si accorse di essersi sbagliato. In uno dei salottini, diversi gentiluomini stavano leggendo il giornale e il profumo del caffè riempiva l'aria. Si guardò attorno per vedere se c'era qualcuno che conosceva. Non trovando nessuno, entrò nel secondo salotto. «Harrington.» Mr. Gavin Turley, figlio maggiore del Visconte di Turley, lo salutò. «Sono settimane che non ti vedo. Dov'eri?» «Sono stato da mio padre.» Si accomodò sulla poltrona di cuoio dalla parte opposta del tavolino basso. Un valletto gli portò una tazza di tè, che lui sorseggiò. Era bello che al club lo conoscessero così bene da sapere che cosa preferiva bere. Il caffè aveva un ottimo profumo, ma non ne sopportava il sapore. Per un attimo pensò di non parlare del suo dilemma, tuttavia era disperato. «Se proprio vuoi saperlo, devo trovare moglie.» Turley lo fissò per un istante, quindi abbassò lo sguardo sulla tazza di tè che stava girando in mano. «Davvero?» «Già. E subito. Forse avrai saputo... be', non importa.» Non c'era bisogno che tutti fossero al corrente del trattamento scortese che Lady Charlotte gli aveva riservato. Tuttavia era prudente accertarsi che in giro si sapesse che stava cercando moglie. «Ho un'idea» disse Turley, chinandosi in avanti. «Vieni a prendere un tè da noi questo pomeriggio, a casa di mio padre in Green Street.» Sollevò un sopracciglio biondo scuro. «Se non hai altri programmi, ovviamente.» Geoff ripensò quindi a una signorina dagli stessi capelli biondi. Lady Charlotte lo aveva presentato a Miss Turley, so11
rella di Gavin e figlia del visconte. «Se non sbaglio, hai una sorella che ha appena debuttato.» «Esatto.» L'amico si riappoggiò allo schienale in cuoio scuro. «È alla sua prima Stagione. È molto carina e affabile. Anche quando cerco di mandarla su tutte le furie, non perde mai le staffe.» Geoff pensò se dirgli che era già stato presentato alla sorella, ma preferì di no. Tanto valeva iniziare prendendo un tè con Miss Turley. «Non ho altri impegni. Anzi, sarà un piacere.» «Ottimo.» Il giovane appoggiò la tazza e si alzò. «Ci vediamo alle tre.» Geoff si alzò a sua volta e gli strinse la mano. «Non vedo l'ora.» Una volta che Turley se ne fu andato, ripensò alla ragazza. Era carina, anche se non ne ricordava bene i tratti. Suo fratello aveva gli occhi azzurri, perciò presunse li avesse anche lei. Il lignaggio era indiscutibile. Il titolo era piuttosto antico, giunto con i normanni. Da quel che sapeva, in famiglia non c'erano stati scandali. La nonna ne avrebbe saputo di più. Quando Lady Charlotte gliel'aveva presentata, aveva ballato con lei una danza popolare. Da quel che ricordava, ballava con grazia e aveva intavolato una buona conversazione. Restava da vedere se era adatta a diventare sua moglie. Scrollò le spalle. Con un po' di fortuna lo avrebbe scoperto quel pomeriggio.
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Una contessa da sedurre ELLA QUINN LONDRA,
1815 - Ora che le sue amiche si sono sposate, è tempo che anche Miss Elizabeth Turley trovi un marito... e un gentiluomo in particolare suscita il suo interesse. Il Conte di Harrington è alto, bello e affascinante. E troppo sicuro di sé. Infatti, ha bisogno di sposarsi in fretta o perderà la posizione che lo aspetta a Bruxelles. Ma lei non ha nessuna intenzione di essere trattata come una specie di lasciapassare e conosce le regole del corteggiamento abbastanza bene da tenerlo sulla corda. Così il conte si trova ad affrontare la sfida più grande: conquistare la seducente moglie o rischiare di perdere...
Sensuale vendetta SARAH RODI BRITANNIA,
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