Una sconosciuta per leo

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LYNNE GRAHAM

Una sconosciuta per Leo


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: The Greek Demands His Heir Harlequin Mills & Boon Modern Romance © 2015 Lynne Graham Traduzione di Maria Paola Rauzi Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2016 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione Collezione Harmony giugno 2016 Questo volume è stato stampato nel maggio 2016 presso la Rotolito Lombarda - Milano COLLEZIONE HARMONY ISSN 1122 - 5450 Periodico bisettimanale n. 3086 dello 03/06/2016 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 22 del 24/01/1981 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


1 «Oh, sì, avrei dovuto dirti che la settimana scorsa mi sono imbattuto nel tuo futuro suocero» disse Anatole Zikos alla fine della telefonata di congratulazioni che aveva fatto al figlio. «Mi è parso abbastanza nervoso riguardo al fatto di stabilire una data per le nozze. Ormai sono tre anni, Leo. Quando hai intenzione di sposare Marina?» «Ci dobbiamo vedere oggi a pranzo» rivelò Leo, per nulla scosso dall'accenno di censura percepibile nella voce del padre. «Nessuno di noi due desidera correre all'altare.» «Credimi, dopo tre anni non vi si può certo accusare di questo» ribatté asciutto Anatole. «Sei sicuro di voler sposare la ragazza?» Leo Zikos aggrottò la fronte, sorpreso. «Ovviamente...» «Voglio dire, non è che tu abbia bisogno della Kouros Electronics...» Leo si irrigidì. «Non è questione di avere bisogno o meno, bensì di buonsenso. Marina è la moglie perfetta per me.» «Non esiste la moglie perfetta, figliolo.» Al pensiero della madre tanto compianta, Leo serrò 5


le labbra per non pronunciare qualcosa di cui poi si sarebbe pentito. Qualcosa che avrebbe mandato in frantumi il rapporto che aveva recuperato con il genitore. Un uomo saggio non continuava a guardare indietro a un passato che avrebbe fatto meglio a dimenticare e la sua infanzia in una famiglia problematica e infelice rientrava decisamente nella fattispecie. Dall'altra parte del telefono Anatole emise un gemito di frustrazione. «Voglio che tu abbia un matrimonio felice» ammise. «E lo sarà» dichiarò Leo con sicurezza, e subito dopo interruppe la conversazione. La vita era davvero bella, ammise curvando le labbra in un sorriso che gli illuminò il bellissimo volto che tante donne trovavano irresistibile. Quella mattina aveva appena concluso un affare che gli aveva fatto guadagnare svariati milioni di euro. Il padre aveva ragione quando affermava che non aveva bisogno di sposare Marina per ricevere in dote dal suocero la sua società. A diciotto anni, reduce dalla guerra tra i suoi genitori, aveva compilato una lista di attributi che avrebbe dovuto avere la sua futura moglie e Marina Kouros li possedeva tutti. Era ricca, bella e intelligente, oltre ad avere ricevuto la sua stessa educazione esclusiva. Insomma, avevano molto in comune però non erano innamorati l'uno dell'altro né tantomeno possessivi. Obiettivi come armonia e praticità avrebbero illuminato il loro futuro insieme al posto della passione e di quelle orrende tempeste emotive. Non ci sarebbero state sorprese con Marina, che conosceva fin da bambina. 6


Era perdonabile, da parte sua, sentirsi soddisfatto, ragionò Leo mentre la limousine si fermava nel porto della Costa Azzurra dov'era ormeggiato il suo yacht. Salì a bordo della Hellenic Lady, una delle imbarcazioni private più grandi al mondo. Leo aveva guadagnato il suo primo milione all'età di venticinque anni e negli ultimi cinque si era goduto la vita facendo in modo di ritagliarsi del tempo libero in mezzo alle sue frenetiche giornate lavorative. «Piacere di averla di nuovo a bordo, signore» lo accolse il capitano di nazionalità inglese. «La signorina Kouros la sta aspettando in salone.» Marina stava osservando un quadro che lui aveva acquistato di recente. La sua fidanzata, una bruna alta dalla eleganza innata, si voltò al suo arrivo sorridendogli. «Il tuo messaggio mi ha sorpreso» le disse Leo, salutandola con un delicato bacio sulla guancia. «Come mai da queste parti?» «Sto andando a trascorrere il weekend con alcuni amici in campagna» gli spiegò Marina. «Ho pensato che fosse il momento di farmi sentire. Credo che mio padre abbia sfoderato la questione del matrimonio...» «Le notizie corrono veloci» borbottò Leo. «A quanto pare Rodas sta diventando impaziente.» «Ha i suoi motivi» ribatté Marina muovendosi attraverso l'enorme salone. «Ammetto di essere stata abbastanza indiscreta ultimamente.» «In che senso?» «Pensavo fossimo d'accordo che fino alle nozze non ci dovessimo alcuna spiegazione reciproca» gli ricordò Marina con aria di rimprovero. «Possiamo anche avere stabilito di tenere le nostre 7


strade separate prima del matrimonio tuttavia, in quanto tuo fidanzato, credo di avere il diritto di sapere cosa intendi per indiscreta.» Marina gli lanciò un'occhiataccia. «Oh, Leo, non essere seccante! Non mi pare che mi ami o che ti importi qualcosa di me.» Lui rimase in silenzio dal momento che aveva imparato da tempo che ascoltare era lo strumento migliore per calmare Marina. «Oh, va bene!» sbottò la sua fidanzata gettando la sciarpa su un divano. «Ho una relazione passionale e ci sono state delle chiacchiere di cui mi dispiace, ma come posso impedire alla gente di spettegolare sul mio conto?» Leo raddrizzò le sue ampie spalle sotto la giacca di sartoria. «Quanto passionale?» Marina alzò gli occhi al soffitto poi scoppiò a ridere. «Tu non sei affatto geloso.» «Vero, comunque vorrei sapere perché tuo padre vuole che fissiamo subito la data delle nozze.» «Be', il fatto è che il mio amante è un uomo sposato.» Leo si adombrò. L'adulterio non era concepibile nella sua morale e aveva commesso l'errore fatale di presumere che fosse lo stesso per Marina. Da bambino aveva vissuto sulla sua pelle le conseguenze dei tradimenti di suo padre al punto da non poter tollerare le relazioni extraconiugali. Era l'unica inibizione che aveva in campo sessuale: non si sarebbe mai fatto coinvolgere da una donna sposata. «Oh, per l'amor del cielo, Leo!» lo riprese Marina con il viso rosso e sulla difensiva di fronte al suo pro8


lungato silenzio. «Queste cose succedono. Lo sai benissimo.» «Non fingerò di approvare. Inoltre, questo genere di coinvolgimento danneggerà la tua reputazione... e di conseguenza la mia» dichiarò lui freddo. «Potrei dire la stessa cosa per quanto riguarda quella ballerina di lap dance che ti sei portato a spasso per il Mediterraneo la scorsa estate. Nemmeno quella sgualdrinella dava lustro alla tua immagine!» rimarcò tagliente Marina. A quell'osservazione non si scompose, ma del resto poche cose lo sconvolgevano. A ogni modo un sesso regolare era importante per lui come mangiare e fare esercizio fisico. Era un maschio razionale che non vedeva la necessità di dare delle spiegazioni dal momento che non aveva ancora diviso il letto con Marina. Il fatto che entrambi avessero scelto di tenersi la libertà di avere altri amanti, durante il loro lungo fidanzamento, li aveva convinti che sarebbe stato molto più semplice riservare l'intimità a quando fossero diventati marito e moglie. Non esiste la moglie perfetta, gli aveva detto suo padre soltanto un'ora prima, tuttavia Leo non si era aspettato di trovarsi davanti così presto la dimostrazione di quella verità. L'alta opinione che aveva di Marina era stata danneggiata perché era evidente che lei non trovava nulla di sbagliato a dormire con il marito di un'altra donna. Possibile che fosse così retrogrado e irragionevole? Che le esperienze della sua infanzia avessero influenzato il suo giudizio di adulto fino a quel punto? Era perfettamente consapevole di avere amici che avevano relazioni extraconiugali, tuttavia non avrebbe mai ac9


cettato un simile comportamento da qualcuno che era vicino a lui. Tantomeno nella sua casa. «Papà non è ancora pronto a ritirarsi e a lasciare in mano a te la società, però teme che io ti faccia scappare» gli confidò Marina. «Come presumibilmente ho fatto con tuo fratello...» Leo si irrigidì gradendo poco quel riferimento. L'unica pecca che aveva trovato nella sua fidanzata fino a quel giorno era il fatto di avere avuto un'avventura di una notte con il fratellastro più giovane che lui detestava. Il fatto che poi Bastien avesse trattato malissimo Marina era un'altra cosa che non poteva dimenticare, soprattutto perché era la sua migliore amica e si era sempre fidato di lei. «Forse dovremmo stabilire una data per le nozze e fare tutti felici» suggerì Marina. «Ho solo ventinove anni, ma papà pensa che sia già troppo vecchia per dargli dei nipotini.» Leo aggrottò la fronte riuscendo a stento a non trasalire nel sentirla menzionare la parola bambini. Non era pronto a diventare padre. Essere genitore richiedeva un livello di maturità e altruismo che credeva di non avere ancora raggiunto. «E se la fissassimo in ottobre?» propose Marina con una freddezza che lasciava intendere come non avesse idea del suo disagio. «Mi darebbe tre mesi di tempo per i preparativi. Pensavo a qualcosa in stile boho a Londra, alla presenza della famiglia e degli amici più cari.» Pranzarono sul ponte chiacchierando di conoscenze comuni in modo molto civile e pacato. Salutata Marina, Leo si complimentò con se stesso per non aver perso la calma. Anche se aveva accettato la data delle 10


nozze gli restò addosso ugualmente una sensazione di scontentezza. Ma, ancora peggio, fu l'improvvisa certezza di essere finito in... trappola. «Sciocchezze, Grace. Certo che andrai in Turchia con Jenna» disse Della Donovan, la zia di Grace, interrompendo le proteste della nipote con il suo solito modo brusco e perentorio. «Una vacanza gratis! Nessuno con un po' di buonsenso rinuncerebbe.» Grace fissò rigida il giardino dietro la bella casa degli zii a nord di Londra. I suoi pensieri erano in subbuglio perché stava cercando rapidamente di escogitare una scusa gentile per evitare quella vacanza con la cugina. «Voglio dire, hai finito tutti quei tuoi stupidi esami, giusto?» si intromise Jenna dal divano in pelle nel salottino accanto alla cucina, dov'erano sedute sua madre e Grace. Madre e figlia erano molto simili. Erano entrambe alte e bionde, a differenza di Grace che era minuta, con le curve al posto giusto, una massa di capelli rossi, occhi verdi e lentiggini. «Sì, ma...» Grace si trattenne dal rispondere che aveva programmato di lavorare ogni possibile ora extra al bar locale, così da mettere da parte un po' di soldi per quando avrebbe ripreso i corsi all'università alla fine dell'estate. Qualsiasi riferimento al suo bisogno di sostegno finanziario era sempre male accolto dalla zia e considerato di cattivo gusto. Del resto, benché Della fosse un affermato avvocato e lo zio un dirigente ben pagato, a lei veniva dato il denaro con il contagocce. Fin da piccola Grace aveva imparato le innumerevoli differenze tra lei e Jenna all'interno della stessa casa. 11


Sua cugina riceveva la paghetta settimanale mentre lei una lista di faccende domestiche da sbrigare. A undici anni le era stato spiegato che non essendo la loro vera figlia non avrebbe ereditato niente, per cui era meglio che trovasse la sua strada. La cugina, naturalmente, aveva frequentato scuole private, lei invece quella di zona in fondo alla strada. Jenna aveva il suo cavallo e lezioni di equitazione, lei per averle doveva pulire le stalle cinque giorni a settimana dopo la scuola. Per Jenna venivano sempre organizzate feste per il suo compleanno, cosa che a lei era sempre stata negata. Ovviamente Jenna era andata subito all'università e all'età di venticinque anni lavorava per un giornale popolare di moda. Grace, purtroppo, era stata costretta a lasciare la scuola a sedici anni per occuparsi della madre di Della e quegli anni di assistenza continua alla signora Grey, e di studio nei ritagli di tempo, si erano inghiottiti ciò che restava della sua adolescenza. Grace sapeva di non avere alcun diritto di provare amarezza per quel periodo perché le sue cure a una donna invalida erano state una maniera per ripagare la famiglia che si era occupata di lei fin da quando era bambina. I Donovan, dopo la morte di sua madre, l'avevano accolta in casa. Nessun altro l'aveva voluta. Senza l'intervento dello zio sarebbe finita in affidamento. E anche se non le avevano dato il loro amore e non l'avevano trattata alla stessa stregua della figlia, le avevano comunque garantito una certa sicurezza e la possibilità di frequentare una scuola decente. Sebbene potesse considerarsi una versione moderna della povera bambina vittoriana bisognosa di carità, era un piccolo prezzo da pagare per dei pasti regolari e una 12


comoda camera da letto. Era una cosa che ricordava sempre a se stessa ogni volta che la famiglia dello zio pretendeva che si rendesse utile, il che la costringeva a mordersi la lingua e mostrarsi volenterosa, anche se non si sentiva affatto così. A volte temeva che sarebbe esplosa per lo sforzo di trattenere la rabbia e controllare le parole. «Be', suppongo che mi dovrò accontentare» si lamentò Jenna. «Non posso andare da sola in una vacanza per sole donne e nessuna delle mie amiche può raggiungermi. Credimi, sei la mia ultima chance, Grace.» Lei serrò le labbra e scostò i capelli dalla fronte in preda a un incipiente mal di testa. La migliore amica di sua cugina, Lola, che avrebbe dovuto accompagnare Jenna, si era rotta una gamba in un incidente d'auto e solo per quel motivo lei era stata invitata a prendere il suo posto. La cosa altrettanto triste era che non ne aveva alcuna voglia, anche se era trascorso moltissimo tempo dall'ultima volta che si era concessa una vacanza. Senza contare il fatto che con sua cugina avevano sempre evitato di trascorrere del tempo insieme. Figlia unica, adorata e viziata, Jenna non aveva affatto gradito l'arrivo a casa di un'altra bambina. Grace non se la sentiva di biasimarla per quell'animosità nei suoi confronti. I Donovan avevano sperato che l'accogliesse alla stregua di una sorella minore, ma il fatto che avessero soltanto un anno di differenza aveva acuito l'istinto competitivo di Jenna. La situazione era peggiorata quando Grace aveva superato in bravura Jenna nel pattinaggio ed era riuscita a entrare alla facoltà di medicina malgrado i suoi studi discontinui. «Credo che, con così poco preavviso, Grace sia la 13


tua unica opzione» disse Della guardando comprensiva la figlia. «Ma sono sicura che farà del suo meglio per essere una buona compagna di viaggio.» Jenna gemette. «Praticamente non beve. Non ha un fidanzato. Non fa niente che non sia studiare!» La zia lanciò a Grace un'occhiata esasperata. «Andrai con Jenna, vero?» «Andrò solo se Jenna lo desidera davvero» rispose lei. Sapeva quando fare una ritirata strategica perché indisporre Della Donovan non era mai una buona idea. Fin da bambina aveva imparato che la sua arrendevolezza era data per scontata e che qualsiasi rifiuto sarebbe stato accolto come un gesto di ingratitudine da parte sua. Purtroppo, a quel punto, non avrebbe potuto incrementare il suo fondo risparmi come si era augurata di fare durante il periodo di sospensione dei corsi universitari. Soprattutto, si augurava di trovare ancora il suo posto di lavoro al bar, al ritorno, dato che si sarebbe assentata proprio al culmine della stagione. «Per fortuna ti ho rinnovato il passaporto quando speravo di riuscire a portare la mamma a fare un ultimo viaggio...» commentò Della. «Non ho nessun abito per una vacanza al mare» fece notare Grace, consapevole che Jenna era estremamente snob in fatto di moda e apparenze. «Vedrò cosa posso rimediare» ribatté seccata la cugina. «Ma non sono sicura che i miei vestiti ti andranno bene con il tuo seno e il tuo fondoschiena ancora più grande. Per essere un aspirante medico, mi sembri un po' troppo indifferente riguardo al fatto di coltivare l'immagine di un corpo in forma.» «Non credo di poter combattere contro la natura» rispose lei divertita perché ormai aveva superato la fase 14


in cui i commenti di Jenna sulle sue curve la ferivano. Una porta sbatté rumorosamente e Grace si svegliò di soprassalto realizzando, con il cuore che le batteva furiosamente, dove si trovava. «Mi spiace, ma è vietato dormire qui nella reception» disse la giovane donna dietro la scrivania. Lei si passò le dita nei capelli arruffati e si alzò in piedi guardando l'orologio sul muro con sollievo. Erano le dieci del mattino e adesso poteva tornare all'appartamento che si supponeva dovesse dividere con sua cugina. Le venne in mente il litigio acceso che aveva avuto con lei la sera prima. Fino a quel momento la vacanza era stata un disastro. Ingenuamente aveva pensato che Jenna non si sarebbe messa in cerca di un uomo dal momento che aveva già un ragazzo in Inghilterra. Invece si era resa conto che l'aveva voluta per farle compagnia solo finché non avesse trovato un'avventura, così ora non la voleva attorno. Sfortunatamente, Jenna aveva incontrato Stuart il primo giorno. Si trattava di un impiegato di banca chiassoso e appariscente, ma la cugina ne sembrava molto entusiasta tanto che le ultime due sere le aveva detto di non tornare a dormire nel loro appartamento perché voleva trascorrere la notte con lui. La prima notte l'aveva passata nell'area della reception a leggere, tuttavia quando Jenna aveva provato a tenerla lontana una seconda volta si era ribellata. «Non so dove andare e non voglio rimanere ancora tutta la notte alla reception.» «Se fossi minimamente normale ti saresti trovata anche tu un uomo. Stuart e io vogliamo stare da soli.» «È un monolocale, pertanto non è possibile. Non 15


puoi andare tu da lui?» aveva provato a suggerire lei. «Condivide la casa con altre sei persone. Ci sarebbe ancora meno privacy. E comunque i miei genitori hanno pagato questo appartamento e questa è la mia vacanza e se non voglio che tu stia con me te ne devi andare» aveva sibilato Jenna. Grace abbozzò una smorfia al ricordo del loro scambio verbale, poi bussò alla porta dell'appartamento, invece di usare la chiave, per non correre il rischio di interrompere i due piccioncini. Con sua grande sorpresa, quando Jenna aprì, era già vestita e l'accolse con un sorriso. «Entra. Stavo facendo colazione. Vuoi una tazza di tè?» «Sì, grazie.» Grace guardò in direzione del bagno. «Stuart è ancora qui?» «No. È andato via presto. Oggi faceva immersioni e non so se lo vedrò. Pensavo che stasera potremmo andare in quel club che inaugurano.» Sollevata dall'atteggiamento amichevole di Jenna, lei annuì. «Se ti fa piacere.» La cugina si diede da fare in cucina. «Stuart vuole frenare un po'. Crede che stiamo correndo troppo.» «Oh...» Grace non commentò ulteriormente, sapendo quanto potesse essere permalosa Jenna. «Ci sono molti altri pesci nel mare» dichiarò Jenna chiudendo con forza lo sportello del frigorifero. «Non sto certo ad aspettarlo.» «Certo che no» concordò lei. «Magari incontrerai tu qualcuno stasera. Voglio dire... è arrivato il momento di liberarti del fardello della tua verginità e iniziare a vivere.» 16


«Come fai a sapere che...» «Perché torni sempre a casa alla sera, ma mai tanto tardi. Sai cosa penso? Che sei troppo difficile.» «È probabile» sospirò Grace bevendo un sorso di tè, desiderosa solo di trovare una buona scusa per infilarsi a letto e recuperare un po' di sonno. Tutto il mondo di Jenna ruotava intorno agli uomini, mentre il suo era imperniato sugli studi. Aveva lavorato sodo per riuscire a entrare nella facoltà di medicina. Era la migliore del corso ed era convinta che i maschi costituissero una pericolosa distrazione. Niente avrebbe dovuto frapporsi tra lei e il suo sogno di diventare una persona utile agli altri grazie alle sue conoscenze mediche. Del resto era cresciuta con l'esempio di sua madre, che si era rovinata la vita per aver fatto affidamento sull'uomo sbagliato. D'altra parte era anche consapevole che prima poi avrebbe scoperto cosa fosse il sesso. Come avrebbe potuto consigliare i suoi pazienti senza avere un'esperienza diretta? Tuttavia doveva ancora incontrare la persona con cui condividere quel tipo di intimità e considerava increscioso che fosse richiesto qualcosa che andasse oltre la logica per accendere l'attrazione tra un uomo e una donna. Certo, se fosse bastata solo quella si sarebbe lasciata coinvolgere da Matt, il suo migliore amico e compagno di studi. Matt era leale, gentile e premuroso, esattamente il genere di uomo che lei rispettava, ma se solo avesse provato a spogliarsi sarebbe scappata a gambe levate, benché non avesse dubbi che sarebbe stato un partner meraviglioso. Leo si trovava sulla terrazza ad ammirare la vista su 17


Turunc Bay. Le luci scarlatte nel cielo notturno annunciavano l'inaugurazione del Fever Nightclub. Rahim, il suo socio in quell'avventura, sapeva come pubblicizzare simili eventi e attirare i turisti. «Hai fatto un lavoro straordinario» gli disse guardando la pista da ballo. «Lascia che ti accompagni a fare un giro come si deve» ribatté Rahim, che desiderava mostrargli il suo capolavoro. Architetto e interior design rinomato, era riuscito a realizzare esattamente quello che si era ripromesso e voleva coinvolgere Leo in un nuovo e più grande investimento. Dopo una settimana di introspezione solitaria a bordo della Hellenic Lady, Leo si era stancato della propria compagnia, anche se non era dell'umore adatto per quella altrui. Scese le scale insieme a Rahim, circondato dalle sue guardie del corpo. Il rumore della musica era tale che riusciva a captare soltanto una parola su due di ciò che gli stava dicendo l'amico. Rahim gli stava raccontando di un complesso alberghiero esclusivo che voleva costruire lungo la costa, ma in quel momento lui non aveva voglia di parlare di quel progetto. Osservò distrattamente la folla e fu allora che la vide, in piedi, in un angolo accanto al bar, con la luce che le illuminava i capelli ramati. Si trattava solo di un'altra donna, commentò il suo cervello mentre lo sguardo puntava sul suo viso. Distolse l'attenzione da quei tratti da fata. Fata?, ripeté a se stesso. E da dove usciva quella strana parola? Fissò la bocca rosa della sconosciuta e i capelli, in realtà più rossi che ramati, che le scendevano lungo la schiena. Sembravano naturali. Si soffermò sulle curve del corpo fasciate da un abito di pizzo. Aveva la figura di una dea della fertilità 18


con il seno alto e sodo, la vita stretta e un fondoschiena sensuale. Strinse le dita attorno al corrimano in preda a una strana sensazione. Il suo inguine reagì subito, con una mancanza assoluta di coscienza o moralità. Non ricordava l'ultima volta in cui era stato con una donna. Quel pensiero lo scioccò, riportandolo alla realtà. Ovviamente, quando lavorava non perdeva certo tempo a cercare compagnia... Peccato che fosse sempre impegnato con il lavoro. In quel preciso istante, senza il minimo avvertimento, si ricordò dell'amante sposato di Marina e si chiese arrabbiato perché si fosse dato la pena di trattenere i suoi istinti sessuali. Dopotutto a Marina non importava cosa faceva purché non interferisse con il suo piacere. Ma era davvero quello che voleva dalla sua futura moglie? Una donna che non gli avrebbe mai chiesto dove andava? O se l'amava? Certo che era quello che desiderava, ragionò con crescente impazienza, soprattutto se l'alternativa erano scenate di gelosia. La relazione di Marina lo aveva infastidito, ma non al punto di rompere il fidanzamento e cercarsi una moglie più puritana. Sarebbe stato assurdo, anche perché non avrebbe mai conosciuto nessun'altra bene come Marina Kouros. Allontanò quegli insoliti pensieri e si concentrò sulle forme della rossa in preda a un'attrazione che non sperimentava da anni e che non accennava a diminuire. Si impose di distogliere lo sguardo, ma ogni muscolo del suo corpo scattò. Terminazioni nervose che non credeva di possedere si attivarono simili a campanelli d'allarme, costringendolo a tornare a guardare in direzione del bar nel timore di perderla di vista. Non sape19


va cosa ci fosse in lei, ma forse avrebbe dovuto scoprirlo. Di fronte all'occhiata gelida di Jenna, che era al bar in compagnia di Stuart, Grace si affrettò a girare la testa con le guance arrossate. Stuart era comparso a rovinare la loro serata. La cugina, pochi minuti dopo il suo arrivo, le aveva fatto capire chiaramente di essere di troppo. Bevve un sorso dell'intruglio che le aveva offerto Stuart, poi si chiese cosa avrebbe fatto il resto della serata. Dove doveva andare? Almeno, in mezzo alla folla, era virtualmente invisibile e non attirava particolare attenzione. Jenna le si avvicinò e le chiese impaziente: «Perché sei ancora qui? Credevo che avessi già levato le tende». Lei si raddrizzò. «Questa sera torno all'appartamento» dichiarò. «Ho passato due notti seduta nella reception e non ho intenzione di farlo di nuovo.» «Non posso credere che tu sia così egoista» si lamentò Jenna. «Non avresti nemmeno fatto una vacanza se non fosse stato per me.» «Cambia tono» l'ammonì Grace, stufa di doversi frenare. Una volta tanto voleva essere semplicemente se stessa. «Basta con questo: Devi essere riconoscente, Grace. Mi hai chiesto di venire in vacanza con te, quindi ti godrai la mia compagnia finché non rientreremo a casa.» E mentre distoglieva l'attenzione dal volto furente della cugina, notò un uomo sulle scale che la stava fissando. Era incredibilmente bello con i capelli neri, la pelle olivastra e i tratti del volto perfetti. Era anche alto, con le spalle ampie e indossava un abito 20


formale. Idem il suo compagno. Non riuscì a staccare gli occhi da lui. «Per favore, non tornare stanotte» la implorò Jenna. «Non ho più molto tempo per stare con Stuart...» Stuart viveva a Londra e Grace rimase colpita dalla mancanza di orgoglio della cugina. Era evidente che lui le aveva già fatto intendere di non volere altro che un'avventura. Jenna le rivolse un ultimo sguardo implorante prima di tornare da Stuart. Mentre si accingeva a lasciare il locale e trovare un bar tranquillo, dove leggere il libro che si era portata dietro, si trovò di fronte un uomo che la bloccò. «Il signor Zikos avrebbe piacere che lo raggiungesse a bere qualcosa nell'area VIP.» Lei aggrottò un sopracciglio mentre lanciava un'occhiata in direzione delle scale. Signor Zikos? Lui annuì sorridendole e quel sorriso addolcì l'austerità dei suoi tratti, rendendolo ancora più irresistibile. Grace senti il cuore, il suo organo più affidabile riguardo agli uomini, balzarle in petto togliendole completamente il respiro. Un drink? L'area VIP? Cosa aveva da perdere? Un buttafuori aprì il cordone di velluto che dava accesso allo scalone e lei salì con una strana sensazione di anticipazione.

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3086 - Una sconosciuta per Leo di L. Graham Leo Zikos dovrebbe essere felice di avere al proprio fianco la fidanzata perfetta per lui, invece... Prima parte di DOMATRICI DI CUORI.

3087 - Il gioco del playboy di M. Milburne Daisy non si era mai sentita così tanto in imbarazzo, almeno fino a quando Luiz non accorre in suo aiuto. Seconda parte di AMORI ARGENTINI.

3088 - Il piano del principe di M. Conder Alla fine della loro liaison Imogen sparisce portando con sé qualcosa di prezioso. E ora che Nadir l'ha ritrovata... Tornano I PRINCIPI DEL DESERTO.

3089 - Dolce ribellione di K. Hewitt In procinto di ottenere la scrittura che la consacrerà come una diva, Olivia non può permettersi alcun intralcio. Quarto episodio di CHATSFIELD HOTEL.

3090 - Una notte con il greco

di R. Thomas Sono passati tre mesi da quando il cuore di Serena è stato spezzato da un uomo che non dimenticherà mai più. Scopri come arde il FUOCO GRECO!

3091 - Sedotta per inganno

di A. West Da molto tempo Donato è in cerca della sua vendetta ed Ella, la figlia del suo nemico, è perfetta per lo scopo. Assapora una SUBLIME VENDETTA.

3092 - Debito d'amore di C. Williams Con il matrimonio Carlos intende assicurarsi due cose: la sua rivincita e la seducente Lucy. Firma il tuo nuovo CONTRATTO D'AMORE.

3093 - Una tentazione che ritorna di B. Frances Francesca non ha mai dimenticato Rocco: dal loro incontro la sua vita è cambiata, ma basta ritrovarselo di fronte... È in arrivo UN NUOVO INIZIO.


Dal 12 luglio

3094 - Una lezione per Bastien di L. Graham Bastien ha deciso di fare in modo che Delilah, la sola donna ad averlo respinto, torni da lui... Seconda parte di DOMATRICI DI CUORI.

3095 - Nell'harem del sultano di A. West Il Sultano Asim ha decine di donne a sua disposizione, perché dovrebbe quindi desiderare proprio lei? Prima parte di PROMESSE TRA LE DUNE.

3096 - Solo per te di L. Ellis Il corpo di Gigi freme ogni volta che si trova in presenza dell'affascinante Khaled Kitaev... Ti sei mai chiesta se sei FATTA PER L UI?

3097 - L'ultima occasione del greco di C. Crews La prospettiva di rivedere Holly ha riacceso in Theo un vero e proprio tumulto di sentimenti... Quinta puntata di CHATSFIELD HOTEL.

3098 - Patto con lo sceicco

di M. Yates Elegante, bella e posata, il compito di Olivia è insegnare allo sceicco Tarek la sottile arte della politica, ma... Non perdere I PRINCIPI DEL DESERTO!

3099 - La nuova assistente del capo

di J. Hayward Le cose tra Francesca e il suo nuovo capo non potevano cominciare peggio di così... Scopri come sarebbe andare A L ETTO COL CAPO.

3100 - Il debito del milionario di C. Marinelli Luca è intrigato dalla scandalosa proposta che gli è stata avanzata dalla splendida Sofia. Anche questo mese torna INTERNATIONAL TYCOON.

3101 - Un piacevole accordo di L. Fuller Massimo è convinto che i sentimenti siano in realtà solo una debolezza. Gli unici piaceri della sua vita sono gli affari e le belle donne...


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